di Vittorio Gnecchi
con il Patrocinio dell’Assessorato alla Cultura
della Regione Lombardia e del Comune di Milano
Cassandra
Dramma musicale in un prologo e due atti di
Luigi Illica e Vittorio Gnecchi
Musica di
VITTORIO
GNECCHI
(prima esecuzione integrale in tempi moderni prima esecuzione a Catania)
Direttore
DONATO RENZETTI
ANTONIO MANULI
Regia
GABRIELE RECH
Maestro del coro
Tiziana Carlini
Scene
Giuseppe Di Iorio
Costumi Sandra Meurer
Prologo
Nikola Mijailovic
Agamennone John Treleaven
Roman Sadnik
Clitennestra
Giovanna Casolla
Alessandra Rezza
Cassandra
Mariana Pentcheva
Anna Maria Chiuri
Egisto Carmelo Corrado Caruso
Piero Terranova
La
storia
dell’opera
Bologna, 5 dicembre 1905: prima rappresentazione di “Cassandra”,
dramma musicale di Vittorio Gnecchi su libretto di Luigi Illica;
direttore Arturo Toscanini.
Torino, 1906: Gnecchi consegna la partitura di “Cassandra” a Richard
Strauss per ricevere parere e consigli. Non arriveranno mai.
Dresda, 25 gennaio 1909: prima rappresentazione di “Elektra”,
capolavoro di Richard Strauss, su libretto di Hugo von Hofmannsthal;
direttore Ernst von Schuch.
Aprile 1909: sulle pagine della “Rivista Musicale Italiana” il critico Giovanni Tebaldini pubblica una serie di tavole sinottiche che evidenziano le
sorprendenti analogie musicali fra “Elektra” e “Cassandra”.
Titolano i giornali: “Richard Strauss plagiario?”
Parte da qui un “caso” che, all’inizio del secolo scorso, s’impose alla
cronaca come una vera e propria inchiesta inquisitoria, sollevata soprattutto da una circostanza: uno dei supposti colpevoli (Strauss) era un musicista di statura eccelsa e di fama tale da schiacciare il nome dell’altro,
malgrado il suo fine talento.
Vittorio Gnecchi (1876-1954), all’epoca giovane compositore milanese
(che abitava in via Filodrammatici, proprio dietro alla Scala, in quel
palazzo che sarebbe diventato la sede di Mediobanca), sembrò essere
l’unica vittima di un “caso” sfuggito al controllo dei suoi presunti artefici.
Persino i teatri cominciarono a fare marcia indietro annullando ogni
progetto di rappresentazione dell’opera; tra questi, anche la Scala di
Milano. Quando il direttore artistico ascoltò dall’autore l’intera partitura,
la giudicò un lavoro di rara potenza e adatto per la sua linea grandiosa
alle scene della Scala, ma aggiunse: “Siamo in tanto buoni rapporti con
Strauss di cui abbiamo or ora rappresentata l’Elettra, che sembrerebbe
uno sgarbo a lui l’annunciare per l’anno venturo Cassandra”.
Il “caso”, insomma, si risolse in una di quelle sventure irreversibili che
cambiano il corso di una vita, fin quasi dalle sue prime mosse, quando
molte partite sarebbero ancora da giocare.
E parte da qui anche il libro di Marco Iannelli, “Il Caso Cassandra”,
che ha ricostruito queste vicende (e grazie al quale ha vinto il prestigioso
Premio Internazionale “Luigi Illica” nel 2009), nonchè il suo lavoro di
ricostruzione di quest’opera, appunto “Cassandra”, ormai in Italia totalmente dimenticata.
Si, perchè in patria a Gnecchi furono chiuse tutte le porte, teatri, direttori
artistici e d’orchestra rifiutarono qualsiasi incontro; a parte sinceri quanto
disperati tentativi di musicisti stranieri che provarono a eseguire sue opere
in Italia: il grande direttore Willem Mengelberg pose come condizione
per un suo concerto al Conservatorio di Milano, nel 1910, di inserire nel
programma il Prologo di “Cassandra”. Tre anni più tardi, Ettore Panizza
tentò timidamente di programmare “Cassandra” al Teatro Dal Verme
di Milano, ottenendo però un’esecuzione assai mediocre, che comunque
ebbe lo strano effetto di “rilanciare” l’opera all’estero. Da quel momento,
infatti, la musica di Gnecchi (che produsse molti altri e interessantissimi titoli) iniziò a girare il mondo, facendo scandalo a Filadelfia (i critici
immediatamente notarono le analogie straussiane) e divenendo infine
protagonista al Festival di Salisburgo (guarda caso, in quegli anni, regno
incontrastato proprio di Strauss...).
In Italia, il nulla. E senza una vera ragione. Perchè il “caso” fu creato dai
giornali, dai critici e non da Gnecchi e tanto meno da Strauss, che mai si
pronunciò, né in difesa né in attacco.
Eppure Milano era (allora come ora) centro musicale e culturale vivo,
alla ricerca di nuova linfa. La musica di Gnecchi era a suo modo rivoluzionaria, anticipando ciò che altri italiani (pensiamo soprattutto a Respighi)
avrebbero portato in patria molti anni dopo: una musica “europea” per
scrittura e ispirazione.
E’ passato più di un secolo e da qualche anno, finalmente le pagine di
“Cassandra” tornano a suonare nei teatri d’Europa. Nel 2000 al Festival
di Montpellier (ma in forma di concerto), nel 2007 alla Deutche Oper
di Berlino (in forma ridottissima ma in coppia proprio con l’Elektra di
Strauss, dittico che ha riscosso un successo enorme quanto inaspettato)
e finalmente nel 2011 ad aprire la nuova stagione del Teatro Bellini di
Catania, per la prima volta in una versione scenica completa, mai più
vista nè ascoltata da quel lontano 1905.
La scelta di “Cassandra” per l’apertura della stagione lirica 2011 è stata
fortemente voluta dal direttore artistico del “Bellini”, Will Humburg, che
l’anno scorso ha messo in scena, dirigendola lui stesso, una acclamata
edizione di “Elektra” di Richard Strauss. Andare in scena l’anno successivo con “Cassandra” di Gnecchi, per le vicende storiche che riguardano
le due opere, è apparsa dunque una scelta “naturale”, quanto coraggiosa
visti i tempi di crisi del mondo dell’opera lirica, quasi una scommessa da
vincere, come peraltro tante altre in passato per questo prestigioso teatro,
nei suoi 120 anni di vita.
Il prologo dell’opera può essere ascoltato su YouTube a questo indirizzo: http://www.youtube.com/watch?v=ihDRm42dO4o e sarà interessante notare le numerose analogie con la partitura straussiana di “Elektra”.
Composta da un prologo e due parti, l’opera Cassandra di Vittorio
Gnecchi narra l’”antefatto” poco conosciuto della vicenda di Elettra
adulta, così come tramandata dal mito greco. Clitemnestra odia il marito
Agamennone e ama Egisto. Quando Agamennone ritorna in patria, dalla
sua stessa nave scende anche la profetessa Cassandra, figlia di Priamo,
fatta prigioniera e divenuta sua amante.
Clitemnestra accoglie con finta gioia il re mentre Cassandra, inquieta, ha
presagi di morte. Quando Clitemnestra uccide Agamennone, Cassandra
si getta disperata sul cadavere del re e, mentre Clitemnestra le si scaglia
contro per uccidere anche lei, lancia la sua ultima profezia: “Oreste!”,
predicendo il futuro matricidio del figlio del re . Sinossi
Prologo
Un ampio preludio apre l’opera, ove nell’eco monitorio delle voci delle
Eumenidi, il Prologo (Baritono) classicamente personificato preannuncia
la morte di Agamennone, invocando vendetta per il sangue versato.
Parte Prima
La scena si apre davanti alla reggia degli Atridi. Abbandonati i presagi, si
ritorna a un presente sereno, carico di attesa per il ritorno del re. Improvvisamente, dalla torre del Fazionario ripetuti colpi di uno scudo percosso
annunciano l’arrivo imminente del re. Il popolo si raccoglie esultante
sulla riva, mentre appare Clitemnestra che assiste sgomenta, avvolta
da un’atmosfera irreale segnata da un tema discendente, confessando
il suo odio di moglie e di madre per Agamennone, che alla vigilia della
spedizione contro Ilio, fece immolare per sua ambizione la figlia Ifigenia e
sciogliendosi nella dolcissima confessione dei propri sentimenti per Egisto.
Si mostra allora lo stesso Egisto che, nascosto, aveva ascoltato il doloroso
canto di Clitemnestra, ed esorta l’amante a piegarsi al fato avverso, cui è
impossibile ribellarsi, dovendo egli allontanarsi davanti al ritorno trionfale
del re vittorioso. Ma Clitemnestra non può che ricordargli il suo folle
amore, supplicandolo di non lasciarla, non potendo più vivere senza di
lui. Intanto, sulla riva il popolo vede avanzare una nave dalla vela rossa.
Esultano i sudditi, coprendo la voce disperata di Clitemnestra, annunciando l’arrivo trionfale di Agamennone. Al suo canto, felice di rivedere la
sua patria, risponde nascostamente l’odio e l’invidia di Egisto.
Parte Seconda
Alcuni bambini accolgono cantando il proprio re, precedendo il coro delle
Coreuti che annunciano l’appressarsi di Clitemnestra. All’apparire della
moglie, Agamennone le va incontro rinnovandole appassionatamente il
suo amore, ed ella, fingendosi lieta del suo ritorno, incita il suo popolo a
cantare inni di gioia. Dalla nave una misteriosa fanciulla lancia un grido:
«Sangue!». È la profetessa Cassandra, figlia di Priamo. Clitemnestra è
atterrita; Agamennone tenta di tranquillizzarla e ordina di scaricare il
ricco bottino di guerra: tra la folla inneggiante passano i trofei, le armi
dei vinti, i prigionieri in catene. Cassandra, sola, ricorda la patria lontana,
perduta e distrutta. Il popolo esulta: ecco la statua d’oro di Minerva che
ritorna in patria e posta finalmente sull’ara propiziatoria. D’un tratto, Agamennone sorpreso scorge Egisto, che racconta come, scampando a un
uragano, era approdato su quelle terre. Il re attenua le loro inimicizie, ma
intima Egisto ad allontanarsi per sempre. Cassandra ha un’improvvisa e
tragica visione, mentre dalla Reggia si avvicinano correndo due fanciulli:
sono Elettra e Oreste, figli di Agamennone, cui il re consegna la propria
spada. Il re si avvia verso la reggia e invita Cassandra a seguirlo. Ma la
donna è turbata, esprimendo il presentimento della morte imminente.
Ella non si muove e supplica il re, che era stato sempre generoso con lei,
di non lasciarla. Agamennone non l’ascolta e si ritira con Clitemnestra.
Cassandra ha ora più viva la visione della morte. Gli occhi della statua
di Minerva, rivolti verso la reggia, si accendono di fuoco, significando
sangue. Cassandra allora si abbandona a una gioia selvaggia, pensando
al fato come a una giusta vendetta per il suo popolo distrutto, sentendo
che la vittima predestinata è proprio Agamennone. Ma ella prova pietà
per il re, vuole salvarlo e grida atterrita la sua visione alla folla, che ancora
in festa non le dà ascolto e l’addita come pazza. La tensione sale drammaticamente, confusa fra i canti storditi dal vino. «Tu, popolo acheo,
uccidi il tuo Re!», è la sdegnosa accusa di Cassandra, che vede perpetrarsi l’orrendo omicidio. Si ode un grido terribile; lentamente, la gente
prende coscienza dell’accaduto, finché dinanzi alla folla appare Clitemnestra, ritta sul cadavere di Agamennone, con la scure levata ancora
sanguinante. «Or Ifigenia è vendicata!», dichiara la regina. «Adultera, tu
menti!», urla Cassandra lanciandosi verso il cadavere di Agamennone,
venendo però colpita da Clitemnestra. Agonizzante, Cassandra urla
l’ultima profezia: «Oreste!», predicendo la futura vendetta del figlio del
re, mentre sulla muta folla attonita aleggiano le voci delle Eumenidi che
annunciano la catastrofe.
Gemellaggio
culturale
Milano /Catania
L’11 gennaio 2011 due
“poli” geograficamente
estremi, Catania e Milano,
uniranno simbolicamente
una nazione nell’assegnare
all’arte di Vittorio Gnecchi
il suo meritato posto nella
storia musicale italiana.
Dopo un oblio durato quasi settant’anni, l’opera
torna in Italia in versione scenica completa e aprirà
la stagione teatrale del Teatro Massimo Bellini di
Catania.
Per amplificare e arricchire la coraggiosa iniziativa
catanese, e per offrire a questo suo illustre concittadino, appartenente ad una famiglia (Gnecchi
Ruscone) di industriali profondamente radicata
nel territorio lombardo, il dovuto, seppur tardivo,
riconoscimento per una composizione che può
essere annoverata tra quelle che in Italia hanno
grande merito musicale, Milano trasmetterà in
diretta l’opera su uno schermo posto all’interno
della Galleria Vittorio Emanuele, creando così un
“ponte” reale tra Catania e Milano.
Milano avrà pertanto il merito di
“riscoprire” un proprio tesoro tenuto per troppo
tempo nascosto e di offrirlo a tutti i suoi cittadini.
Un evento che si inserisce all’interno dei
festeggiamenti dell’Unità d’Italia e delle
iniziative speciali Expo promosse dalla
Regione Lombardia e dal Comune di Milano
Descrizione
evento
Milano
Le iniziative che verranno realizzate a
Milano sono le seguenti:
10 gennaio 2011
CONFERENZA STAMPA in una sede istituzionale (Sala Alessi
di Palazzo Marino, Sala Conferenze di Palazzo Reale o Ridotto
dei palchi “A.Toscanini” del Teatro Alla Scala)
Cocktail d’inaugurazione per istituzioni, giornalisti, sponsor etc.
11 gennaio 2011
TRASMISSIONE IN DIRETTA dell’opera su uno schermo posto
all’interno dell’ottagono della Galleria Vittorio Emanuele, in
modo da offrire alla città e ai suoi visitatori l’opera e amplificare l’effetto mediatico creando un “ponte” reale tra Milano e
Catania.
17 gennaio 2011
SERATA EVENTO ad inviti all’interno del Teatro Strehler di
Milano durante la quale verrà trasmessa la registrazione della
prima di Cassandra alla presenza delle istituzioni lombarde e
siciliane, di opinion leader, sponsor, VIP, etc.
Cena di gala ad inviti il 17 gennaio.
Teatro Massimo Bellini di Catania
Will
Humburg
Ha iniziato gli studi con Horst Stein e Christoph von
Dohnányi nella nativa Amburgo. A metà degli Anni ’80, parallelamente agli incarichi con i teatri d’opera di Brema e Hagen,
ha ottenuto sempre più inviti come direttore ospite e in pochi
anni ha accresciuto la sua fama dirigendo innumerevoli opere liriche e concerti. È stato ospite del Teatro Aalto di
Essen, dei teatri di Torino, Lisbona, Roma, Verona e Genova,
delle Orchestre radiofoniche di Napoli e Roma, dell’Orchestra
Sinfonica di Bochum, al Festival “Settembre Musica” di
Torino, dell’Orchestra “A. Toscanini” a Parma e dell’Orchestra
della Toscana a Firenze. Come direttore artistico e musicale
del festival di musica contemporanea “Laboratorio Lirico” di
Alessandria ha diretto una serie di prime mondiali e nazionali
di compositori come Wolfgang Rihm, Siegfried Matthus, Peter
Maxwell Davies, Ludovico Einaudi e Azio Corghi.
Come direttore artistico e musicale del Teatro Comunale e
dell’Orchestra Sinfonica di Münster, Humburg ha eseguito,
tra il 1992 e il 2004, una lunga serie di produzioni acclamate
a livello nazionale. Durante il suo primo anno è stato scelto
dall’unione degli editori della musica tedesca per la migliore
programmazione concertistica della stagione.
Nel 1993 e nel 1995 ha portato il suo teatro con due produzioni al festival “Ferrara Musica”. Il culmine del suo lavoro
a Münster include la Tetralogia di Wagner (1999-2001), le
prime mondiali di Divara (1993) e Sen’ja (2003) di Azio
Corghi. Altre produzioni di grande successo: Parsifal, Le
Grand Macabre (Ligeti), Don Carlo, Tristan und Isolde e Die
Meistersinger.
Nel 2000 Humburg, subentrato a Giuseppe Sinopoli, ha
diretto le esecuzioni di Siegfried e Götterdämmerung all’Opera
di Roma e da quel momento ne è diventato ospite fisso.
Il suo repertorio di ampio raggio (circa cento opere liriche) e
le sue dinamiche interpretazioni, rinomate per la loro autenticità stilistica, hanno reso Humburg uno dei più apprezzati
direttori d’orchestra sia per concerti che per la lirica. Tra i
luoghi che lo hanno ospitato in tempi recenti sono il Teatro
alla Scala, il Maggio Musicale Fiorentino, la Semperoper di
Dresda, la Staatsoper di Stoccarda, la Deutsche Oper di Berlino, l’Opera di Stato di Budapest, la Deutsche Oper am Rhein
(Düsseldorf), il “Bellini” di Catania, il “Lirico” di Cagliari, il
“Massimo” di Palermo, il “Verdi” di Trieste, il “Megaron” di
Atene, l’Accademia di Santa Cecilia a Roma, il “Sao Carlos” di
Lisbona, l’Orchestra Sinfonica di Sydney e il Festival d’Opera
di Minorca. Nel 2002 ha diretto la Carmen in una tournée in
Giappone coi complessi dell’Opera di Stato di Budapest. Nel
2007 ha debuttato alla Staatsoper di Amburgo con Der fliegende Holländer ed è stato subito re-invitato per Turandot nel
2008 e 2009. Tra i suoi recenti successi si trovano nuovi allestimenti di Un ballo in maschera all’Opera di Bonn, Turandot
al Teatro Nazionale di Weimar, Die tote Stadt di Korngold al
“Massimo” di Palermo, e il suo debutto all’Opera di Colonia
con L’italiana in Algeri. Nei prossimi mesi, una nuova produzione di Katia Kabanova a Bonn e di Aida sempre a Colonia.
Di particolare interesse è la fama di Humburg come interprete
guida della musica contemporanea.
In una collaborazione artistica che attraversa due decenni,
con il compositore Azio Corghi ha prodotto
quattro sue opere in prima mondiale. Il suo repertorio include
anche partiture di Ligeti, Penderecki, Zimmermann, Nono,
Henze, Rihm, Matthus, Manzoni, Rendine, Sciarrino e altri.
Dal 1990, Humburg ha inciso vari CD, soprattutto per la casa
discografica Naxos, tra cui La bohème, Il barbiere di Siviglia e
Il trovatore. La sua incisione del Falstaff di Verdi è stata scelta
della rivista inglese “Gramophone” come ‘Scelta del Mese
dell’Editore’.
Dall’ottobre del 2009 Will Humburg riveste l’incarico di
Direttore artistico del Teatro Massimo Bellini.
Contatti
Evento coordinato da
Arteventi
di Stefania Morici
Via Vallazze, 74
20131 Milano
Tel/Fax 02 89281015
Mobile +39 348 0638585
Email: [email protected]
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