CECILIA BARTOLI ST PETERSBURG I BAROCCHISTI DIEGO FASOLIS ST PETERSBURG FRANCESCO DOMENICO ARAIA FRANCESCO DOMENICO ARAIA Page 7.18 25 1709–c.1770 1 Vado a morir (Minerva) La forza dell’amore e dell’odio HERMANN RAUPACH Timing 7 Pastor che a notte ombrosa (Demetrio) Seleuco with Pier Luigi Fabretti oboe 6.56 25 12.38 26 4 O placido il mare (Laodice) Siroe, re di Persia 6.29 26 VINCENZO MANFREDINI 6 Fra’ lacci tu mi credi (Desiderio) Carlo Magno 9 Non turbar que’ vaghi rai (Carlo) Carlo Magno with Jean-Marc Goujon flute DOMENICO CIMAROSA 28 9.14 28 8.10 29 3.14 29 1749–1801 0 Agitata in tante pene (Idalide) La vergine del sole with Corrado Giuffredi clarinet c.1700–1764 5 De’ miei figli (Rutenia) Prologue to La clemenza di Tito (Hasse) with Marco Brolli flute · Michele Pasotti archlute 2.20 VINCENZO MANFREDINI 3 Иду на смерть (Idu na smert) (Altsesta) Altsesta DOMENICO DALL’OGLIO LUIGI MADONIS 1690–1767 28 HERMANN RAUPACH 8 March (Orchestra) Altsesta 1728–1778 2 Разверзи пёс гортани, лая (Razverzi pyos gortani, laya) (Gerkules) 10.15 4.31 VINCENZO MANFREDINI 28 ! A noi vivi, donna eccelsa (Coro) Carlo Magno with Silvana Bazzoni soprano Coro della RSI Radiotelevisione svizzera Chorus Master: Gianluca Capuano 1737–1799 6.53 28 Cecilia Bartoli I Barocchisti · Diego Fasolis 3 UN VIAGGIO IN RUSSIA Unitevi a noi in un avvincente viaggio dall’Italia alla Russia! Come è noto, una lunga serie di illustri compositori italiani di melodrammi si posero al servizio degli zar russi; fra essi ricordiamo Galuppi, Paisiello, Cimarosa, Sarti e persino Giuseppe Verdi, la cui Forza del destino fu rappresentata in prima nel 1862 al Teatro Imperiale di San Pietroburgo. Ma il periodo aureo dell’opera italiana in Russia è legato a Caterina la Grande, che governò fra il 1762 e il 1796. Infine, la prima rappresentazione nel 1836 di Una vita per lo zar di Glinka costituì la pietra miliare sulla quale costruire una propria tradizione operistica nazionale. Ma come si arrivò a questo punto? Come e quando l’opera fece la sua comparsa in Russia? Le risposte sono da ricercarsi innanzitutto nella poco conosciuta epoca del barocco russo… Ognuna delle tre aveva i propri specifici motivi per avvicinare la Russia all’occidente “civilizzato”. Fino al tardo Seicento, la Russia era infatti un potente e spaventoso regno praticamente chiuso a qualsiasi influsso esterno. Fu Pietro il Grande che, intorno al 1700 e nell’arco di una sola vita, si assunse il compito sovrumano di trasformare questo stato di contadini bigotti, mistici, letargici, iperconservatori e sottosviluppati in una potenza mondiale occidentale moderna e illuminata. I suoi modelli furono innanzitutto la Germania, l’Inghilterra e i Paesi Bassi, ma ben presto anche la Francia dell’assolutismo. TRE ZARINE Tre onnipotenti figure femminili, tre importanti zarine determinarono il destino dell’impero russo nel Settecento: Anna (1730–40), Elisabetta (1741–61) e Caterina (1762–96). Queste tre sovrane assolute continuarono e portarono a compimento l’atto di forza con cui poco prima Pietro il Grande aveva avviato la completa trasformazione della Russia secondo il modello degli stati illuministi europei. La zarina Anna Ioannovna trascorse gran parte della sua vita in Curlandia e si distaccò dal modo di vivere tradizionale russo. Elisabetta, figlia di Pietro e della seconda moglie (anch’essa proveniente dalla Curlandia), fu educata soprattutto da insegnanti francesi. Infine Caterina, la più “russa” di tutte le zarine, nacque in realtà nel 1729 a Stettino ed era figlia del principe di Anhalt-Zerbst, quindi una tedesca. L’OPERA ARRIVA IN RUSSIA Al tempo di Pietro il Grande, in Russia praticamente non esisteva una vita musicale e solo a pochi musicisti oceidentali era consentito recarsi in questo paese. Grazie alla zarina Anna Ioannovna, ad un tratto una compagnia operistica italiana si stabilì a San Pietroburgo. Fin dall’inizio essa vantava 5 eccellenti artisti, come l’illustre musicista e compositore Domenico Dall’Oglio, probabilmente allievo di Vivaldi e Tartini. In occasione dei festeggiamenti per l’incoronazione di Elisabetta, dall’Oglio e il suo collega Luigi Madonis (violinista e compositore) scrissero un prologo per l’opera di Hasse La clemenza di Tito. Durante il regno di Anna venne organizzata e istituzionalizzata una ricca attività musicale. Dal 1732 la zarina tra l’altro si impegnò attivamente per ampliare la striminzita cappella di corte trasformandola in un’orchestra presentabile e fondò la prima Accademia Musicale russa. Ad uno sguardo più attento quindi, il famigerato regno di Anna, di solito considerato decadente e dispendioso, fu di importanza decisiva almeno per la storia della musica! E così il napoletano Francesco Araja diventò il primo compositore di corte russo (peraltro Nicola Porpora rifiutò un simile invito). All’inizio del 1736, l’opera di Araja La forza dell‘amore e dell’odio, rappresentata in prima a Milano nel 1734, fu allestita nel teatro del Palazzo d’Inverno e diventò la prima “vera” opera inscenata in Russia da una compagnia “russa” (più precisamente, da stranieri stabilitisi a San Pietroburgo). Inoltre per la prima volta il libretto venne stampato in russo, anche se l’opera fu cantata in italiano. Poiché le rappresentazioni operistiche equivalevano a cerimonie ufficiali, inizialmente erano allestite solo per ricorrenze speciali: l’onomastico della zarina, l’incoronazione e l’anniversario dell’intronizzazione. Per le altre occasioni, come i grandi banchetti settimanali o i numerosi balli, venivano organizzati regolarmente balletti, oratori e concerti. Ben presto sotto l’ala protettrice della corte si trovarono eccellenti cori con allievi scelti con estrema cura in tutte le regioni dell’impero, che si esibivano in concerti sia religiosi che laici; rapidamente fra queste istituzioni e i compositori e cantanti italiani che si trovavano a corte nacque un fecondo scambio. Dapprima di solito veniva messa in scena un’opera all’anno. Così, fino alla metà degli anni 1750, vennero eseguite solo opere di Araja. L’unica eccezione fu La clemenza di Tito di Hasse, rappresentata nel 1742 a Mosca in occasione dell’incoronazione della zarina Elisabetta. si evince dal titolo, si tratta di un tema pastorale ispirato all’antichità. L’autore del libretto tuttavia fu il celebre poeta Aleksandr Sumarokov, fondatore della letteratura russa moderna, ed era in russo! Da allora in poi i cantanti furono russi, venivano reclutati soprattutto dal coro di corte e alcuni erano ancora dei bambini (che non avevano subito la muta della voce). Il 1755 fu un anno molto importante, anche perché Hermann Friedrich Raupach, clavicembalista tedesco nato a Stralsund, entrò a far parte dell’orchestra di corte. Col tempo egli cominciò a comporre e nel 1759, dopo il licenziamento di Araja, diventò il nuovo compositore di corte. Già nel 1758, nella residenza estiva di Peterhof, risuonò l’interessantissima opera tragica Altsesta (Alceste), anche questa su libretto russo di Sumarokov; gli interpreti furono ancora una volta dei giovani della cappella di corte. La produzione purtroppo esigua di Raupach è una delle scoperte più interessanti legate a quest’epoca. LA PRIMA GRANDE OPERA RUSSA Da allora in poi lo scettro passò nelle mani della gioviale Elisabetta, che politicamente prese le distanze da Anna, ma continuò a tenere lo sguardo rivolto verso occidente, in particolare continuando a sostenere con entusiasmo quella vita musicale che era già diventata una tradizione russa. Nel 1755 ad esempio il celebre castrato Carestini fu invitato a San Pietroburgo e si esibì tra l’altro nella prima rappresentazione di Alessandro nell’Indie di Araja. Ma nello stesso anno avvenne qualcosa di ben più importante per la storia della musica: la prima rappresentazione dell’opera di Araja Tsefal i Prokris (Cefalo e Procri). Come 6 DAL BAROCCO AL CLASSICISMO, DA ARAJA E RAUPACH A MANFREDINI Dal punto di vista stilistico, armonico e formale, le opere composte da Araja negli anni 1750, ma in particolare anche l’incantevole musica di Raupach, si collocano alle soglie del classicismo. Tratti barocchi si ravvisano ancora soprattutto nelle grandi arie virtuosistiche col “da capo”, mentre i pezzi lenti e solenni sono caratterizzati da una sobrietà e un cromatismo nuovi e classici, che tuttavia non facilitano il compito degli interpreti. Di importanza decisiva dal 1757 furono le esibizioni in tournée della compagnia operistica di Giovanni Battista Locatelli, che più volte alla settimana a corte, ma già anche nei teatri pubblici, rappresentava commedie musicali italiane: un’attività commerciale quindi che faceva concorrenza all’opera di corte. E’ possibile che sia stato l’enorme successo di questi spettacoli a provocare il graduale declino dell’opera seria… Della troupe di Locatelli faceva parte un giovane e valido maestro di cappella: Vincenzo Manfredini. Ben presto questi si pose al servizio di Pietro, l’erede al trono, il quale dopo la morte della zarina Elisabetta nel dicembre 1761 lo nominò compositore di corte e successore di Raupach. Stilisticamente le grandi opere completamente dimenticate di Manfredini appartengono già distintamente al classicismo. Ma egli non restò in carica a lungo. Appena sei mesi dopo la sua nomina, il suo mecenate Pietro III morì improvvisamente, evento nel quale fu coinvolta la sua sposa ed erede al trono, Caterina la Grande. E nel 1763 questa risoluta signora decise che da quel momento solo nomi di risonanza europea potevano aspirare a tale onore. Manfredini venne licenziato e con molta abilità diplomatica fu dispensata dal suo prestigioso incarico presso il duomo di San Marco a Venezia una star di fama mondiale, Baldassare Galuppi, le cui commedie erano già state apprezzate durante la tournée della compagnia di Locatelli. CATERINA SCRIVE LIBRETTI RUSSI E PRENDE LE DISTANZE DAGLI ITALIANI interessata alla musica, rivolgeva sempre più la sua attenzione al teatro francese e trascurava la compagnia operistica italiana. Perciò i capolavori creati da Cimarosa in Russia non suscitarono un interesse duraturo. Per noi egli rimane un autore di commedie — ingiustamente, come testimoniano grandiosi brani dell’opera seria La vergine del sole (1788). Col prevalere a corte dello stile di vita francese e con le rivoluzioni sociali e Durante il regno di Caterina, il teatro e la musica prosperarono in Russia. In diverse città nacquero teatri dell’opera pubblici; ma i migliori erano privati, appartenevano a ricchi nobili e gli artisti erano servi della gleba di grande talento (celebre ancora oggi è il teatro dei servi del conte Šeremetev). A San Pietroburgo c’erano compagnie italiane, francesi e russe. Compositori russi come Berezovskij, Bortnjanskij e Fomin diventarono popolari e inventarono talora generi propri; la zarina scriveva personalmente libretti russi, che venivano peraltro musicati dai “suoi” italiani, fra i quali Sarti. Sono contrastanti i resoconti sul soggiorno di Domenico Cimarosa a San Pietroburgo dal dicembre 1787 al giugno 1791. Si suppone che la zarina non fosse molto soddisfatta del suo nuovo compositore di corte. Ciò poteva dipendere anche dal fatto che la monarca, che in realtà era ben poco 7 culturali che già si profilavano in Europa, che per lo meno cambiarono i gusti artistici della nobiltà russa, nei decenni successivi l’opera italiana perse sempre più rilevanza. La musica sontuosa, l’assoluta preminenza del canto, il culto del virtuosismo, le intricate trame dei libretti e lo sfarzo delle scene non si addicevano più ai gusti della zarina illuminista, ormai succube degli ideali degli amati Diderot e Voltaire… Markus Wyler TIMELINE 1 HISTORY OF RUSSIA 1730 Anna Ioannovna ascends to the throne 1755 • Elizabeth founds the University of Moscow • Russia enters the Seven Years’ War 1740 • Death of Anna • Her infant greatnephew, Ivan VI, is declared Tsar 1741 Elizabeth of Russia seizes power in a bloodless coup 1731 First arrival of Italian opera troupes in Saint Petersburg 1732 Anna founds Russia’s first academy of music 1740 Frederick the Great becomes King of Prussia 1762 • Death of Elizabeth • Catherine’s husband Peter succeeds to the throne but is overthrown by his wife 1758 Founding of the Russian Academy of Arts 1744 The future Catherine the Great comes to live at Elizabeth’s court and marries her nephew, Grand Duke Peter 1756 • Mozart is born in Salzburg • Frederick the Great invades Saxony 1764 Catherine founds Russia’s first educational establishment for women 1763 Treaty of Hubertusburg and end of the Seven Years’ War 1749 Bach completes the B minor Mass 1735 Vivaldi reinstated as maestro di cappella at the Ospedale della Pietà 1747 J.S. Bach visits Frederick the Great and composes Das musikalische Opfer, dedicated to Frederick 1759 Candide by Voltaire TIMELINE 2 EUROPE AND REST OF WORLD 1772 The First Partition of Poland; Russia takes an important share of Polish territory 1768 First government paper money issued in Russia 1787 Domenico Cimarosa is appointed court composer at Saint Petersburg 1783 The Bolshoi Theatre is built 1773–4 The Pugachev Uprising: a rebellion in the name of the assassinated Tsar Peter III 1772 Premiere of Antonio Salieri’s La fiera di Venezia 1767 First publication of Rousseau’s Dictionnaire de musique 1775 Catherine divides Russia into separate provinces with unprecedented independence from the central government 1782 Goethe is ennobled by Carl August, Duke of Saxe-Weimar 1776 Declaration of Independence adopted by the Second Continental Congress of America 1785 Nobles are liberated from compulsory service 1796 Catherine dies of a stroke 1787 Mozart’s Don Giovanni is premiered in Prague 1784 • Salieri befriends Lorenzo da Ponte and meets Mozart • Immanuel Kant’s What is Enlightenment? 1789 • Beginning of the French Revolution • George Washington becomes the first President of the USA PORTARE LA MUSICA IN RUSSIA: TRE STRAORDINARIE IMPERATRICI La storia della Russia settecentesca è dominata da tre formidabili imperatrici: Anna Ioannovna, Elizaveta Petrovna (Elisabetta) e Caterina II (nota come “la Grande”). Se molto è stato scritto a proposito di Caterina (non tutto esatto), Elisabetta ha ricevuto minore attenzione da parte degli storici e Anna Ioannovna è stata quasi completamente trascurata. Anna era la nipote di Pietro il Grande e, quando ascese al trono nel 1730, la vedova del duca di Curlandia. I membri del Consiglio Supremo — un piccolo gruppo di aristocratici che di fatto avevano governato l’impero mentre regnavano i successori immediati di Pietro (Caterina I e Pietro II) — avevano offerto la corona ad Anna convinti che militare, offriva agli allievi anche lezioni di danza, musica e altre arti. L’insegnante di danza dei cadetti era Jean-Baptiste Landé, che avviò quella che sarebbe diventata la Scuola Imperiale di Balletto di San Pietroburgo. I cantanti per le rappresentazioni operistiche venivano reclutati fra i membri dei cori della Chiesa ortodossa. Il governo di Anna dette inoltre un forte sostegno economico all’Accademia delle Scienze fondata da Pietro il Grande, finanziando anche la seconda spedizione di Bering, che studiò le popolazioni e le risorse della Siberia. Anna Ioannovna si spense senza figli nell’ottobre del 1740. Poco prima di morire aveva nominato suo successore Ivan Antonovi, il figlio neonato della nipote Anna Leopoldovna. Ma poco più di un anno dopo, la trentunenne principessa Elisabetta, figlia di seconde nozze di Pietro il Grande, ordì un colpo di Stato con l’appoggio di qualche centinaio di guardie imperiali. Elisabetta, che aveva ereditato alcune caratteristiche del padre noto per anche lei si sarebbe lasciata guidare da loro, rinunciando ad esercitare un vero e proprio potere personale. Anna sembrò accettare queste condizioni fino a quando fu incoronata, dopodiché le ignorò e assunse un potere effettivo invece che nominale, governando con l’aiuto del suo “favorito”, il tedesco Ernst Biron. Regnò solo per dieci anni, durante i quali trasformò la corte russa. Convinse compagnie italiane di opera e balletto a venire a lavorare per lei (dopo aver appreso dal suo vicino, il re di Polonia, che il teatro italiano era di moda). Ma l’importazione di talenti era solo l’inizio. Nel 1731 istituì un Corpo dei Cadetti che, pur essendo innanzitutto una scuola 12 l’elevata statura, compreso un bell’aspetto fisico, fu più liberale dei precedenti sovrani russi. Durante il suo regno venne abolita ufficialmente la pena di morte e furono poste restrizioni sul ricorso alla tortura. Era un’assidua praticante religiosa che assisteva tutti i giorni alla liturgia, ma amava anche gli sport all’aria aperta come la caccia e il tirassegno, come pure la danza. La musica fu un aspetto molto importante della corte di Elisabetta. Lei stessa cantava nel coro della sua cappella privata e anche la musica profana veniva incoraggiata. Il primo teatro russo fu fondato a corte da un gruppo di studenti del Corpo dei Cadetti, sotto la direzione del poeta, storico e commediografo Aleksandr Sumarokov. A lui Elisabetta commissionò il libretto per la prima opera russa, Cefalo e Procri, rappresentata nel febbraio 1755, con musica composta da Francesco Araja (uno degli artisti italiani “importati” da Anna Ioannovna). Tre anni dopo l’imperatrice supervisionò la fondazione dell’Accademia russa di Belle Arti. Fu Elisabetta a invitare la futura Caterina la Grande in Russia nel 1744 perché sposasse il suo giovane nipote ed erede, il granduca Pietro. Le due donne ebbero un rapporto burrascoso durante i diciassette anni in cui Caterina visse alla corte di Elisabetta — ad un certo punto Caterina rischiò di essere arrestata ed esiliata. In realtà fu proprio osservando la più anziana Elisabetta che Caterina apprese molte nozioni sull’arte di governare. Quando Elisabetta morì, alla fine del 1761, le successe come previsto il nipote Pietro III. Ma durante il suo brevissimo regno, Pietro riuscì ad inimicarsi la corte, la Chiesa e l’esercito, mentre Caterina aspettava dietro le quinte. Nel giugno 1762, con un colpo di Stato, Caterina prese il potere e governò per i successivi 34 anni. Durante il suo regno, l’impero russo crebbe sotto ogni punto di vista: territorio, prestigio, fino ad acquisizioni di tutti i generi. Caterina cercava la gloria su un palcoscenico internazionale e la ottenne, ma soprattutto costruì sul lavoro dei suoi predecessori. Razumovskij (detto “imperatore di notte”) e Caterina il suo Potëmkin e una serie di giovani amanti — mentre tale comportamento era considerato normale per i regnanti uomini del tempo (dei quali Luigi XV era solo l’esempio più ovvio). E la loro fama in Russia fu oscurata dalla loro apertura a influenze straniere, in particolare occidentali, e dal fatto di averle incoraggiate. Ma tutte e tre governarono l’impero con estrema dedizione e sostennero con passione il talento russo, ispirate dal desiderio non solo di emulare altre corti europee, ma di superarle e sfatare il mito dell’“arretratezza” russa. Quando Caterina invitava esperti stranieri a Nessuno avrebbe definito Caterina musicale, tanto meno lei stessa. Da giovane aveva usato un clavicordo per costruire una slitta e durante le sue “lezioni” con Araja ballava per la stanza, lasciando che fosse il compositore a suonare le scale al suo posto. Ma da imperatrice portò avanti la pratica avviata dai suoi predecessori (compreso il marito che, nella sua breve vita, era stato violinista e grande amante della musica) di invitare virtuosi stranieri alla sua corte. E lei assisteva con assiduità alle loro esibizioni, pur non traendone grande piacere. Alla fine del suo regno, la grande epoca dell’opera seria stava comunque volgendo al termine. A Caterina piacevano soprattutto le commedie musicali leggere di Giovanni Paisiello, che sapeva come far ridere la sua mecenate. Tutte e tre le imperatrici sono state trattate in modo spesso ingiusto sia dagli storici che dai commentatori dell’epoca. Furono denigrate per aver avuto dei “favoriti” — Anna Ioannovna aveva il suo Biron, Elisabetta il suo 13 insegnare in Russia o inviava giovani prescelti a studiare all’estero, lo faceva col chiaro intento e con l’aspettativa che i russi ad un certo punto — preferibilmente prima possibile — superassero i loro insegnanti. Il fatto che in un breve lasso di tempo le competenze russe in musica, architettura, arti e scienze potevano competere con quelle europee è una testimonianza delle energie e della lungimiranza di queste tre donne straordinarie. Virginia Rounding Autrice di Catherine the Great: Love, Sex and Power (Caterina la Grande: Amore, sesso e potere) CATHERINE THE GREAT: MYTHS & TRUTHS Her husband preferred playing with his toy soldiers to making love to her Voltaire and Diderot were her friends Truths The love of her life, Prince Grigory Potemkin, procured other lovers for her She had an illegitimate son by her lover Grigory Orlov She claimed that Tsar Peter died from a bad attack of haemorrhoids She had a dozen lovers during her lifetime Meeting the Holy Roman Emperor Joseph II for the first time in 1780 brought her out in a sweat She had a special saddle made for her, so that she could ride astride rather than side-saddle without anybody noticing She died after suffering a stroke during her morning ablutions She was secretly married to Potemkin She died after a special contraption, designed so she could have sex with her stallion, collapsed on top of her Possible Myths She had a private “erotic cabinet”, containing explicitly sexual objects and furniture* She was involved in the assassination of her husband, Tsar Peter III Her son, the future Tsar Paul I, was the illegitimate offspring of her first lover, Sergei Saltykov * Unlikely — she was actually quite prudish. LA COLLEZIONE DI OPERE ITALIANE DEL TEATRO MARIJNSKIJ La storia della “Collezione di opere liriche italiane del Settecento” custodita negli archivi del Teatro Marijnskij riflette con l’accuratezza di una cronaca la nascita e lo sviluppo di una tradizione operistica nazionale in Russia. La ricchezza e l’esaustività delle opere uniche presenti nella collezione (soprattutto manoscritti) dipendono in larga misura dalla pratica settecentesca secondo la quale i compositori italiani ingaggiati a San Pietroburgo lasciavano presso la corte imperiale le partiture delle loro nuove opere quale attestazione dell’attività svolta in Russia in qualità di maestri di cappella. I rapporti fra la casa imperiale russa e le compagnie musicali e teatrali italiane — che nel Seicento e nel Settecento si esibirono in tutta Europa — si vasto repertorio teatrale italiano: un totale di 54 opere, delle quali 42 commedie, 11 intermezzi musicali e una tragedia. In questo periodo, i nomi più altisonanti del panorama musicale europeo — Johann Adolf Hasse e Leonardo Leo, oltre al leggendario drammaturgo e librettista Pietro Metastasio — cominciarono a godere di una certa notorietà anche in questo paese nordico. Come dimostra la storia, grazie a queste prime visite da parte degli italiani, la nobiltà russa ebbe modo di conoscere il mondo variopinto della nuova passione che imperversava in Europa: il teatro musicale e in particolare i generi sfavillanti dell’opera e del balletto. A questo proposito lo storico di corte Jakob Štelin annotò: “A corte si riteneva necessario mantenere un teatro dell’opera permanente, poiché così avveniva in Europa”. Fra i membri della seconda compagnia italiana giunta in Russia bisogna citare lo scenografo e pittore Girolamo Bon e il maestro di consolidarono negli anni 1730. Inizialmente venivano invitati solo singoli gruppi di artisti e musicisti. La prima compagnia operistica italiana giunse in Russia dalla corte del re polacco Augusto II grazie agli sforzi diplomatici della zarina Anna Ioannovna. Questa troupe diretta dalla famiglia Ristori — il comico e scenografo Tommaso Ristori e suo figlio, il compositore Giovanni Ristori — si esibì a Mosca nel maggio del 1730. Ma la tournée fu breve, poiché Augusto II aveva concesso agli italiani di assentarsi solo per un anno. Sulla scia di questi pionieri, negli anni 1733–34 giunse a San Pietroburgo un’altra compagnia itinerante italiana specializzata nella “commedia dell’arte”. Fu così che la corte imperiale russa poté conoscere un 18 palcoscenico Lorenzo Gibelli, poiché questi due professionisti del teatro furono un trait d’union fondamentale fra la seconda troupe e la terza, la splendida “compagnia italiana di musica, commedia, danze e intermezzi” diretta dal compositore e clavicembalista Francesco Araja, alla quale in seguito si sarebbe unito l’ancor più famoso ballerino e maestro di danza Antonio Rinaldi (detto Fossano o Fusano). Dal 1735 in Russia le magnifiche e spettacolari rappresentazioni teatrali degli italiani divennero parte integrante della vita di corte e la troupe di Araja ottenne un ingaggio permanente. E’ degno di nota il fatto che l’introduzione della cultura operistica italiana come elemento artistico nella vita musicale della nuova capitale russa di San Pietroburgo fosse coerente con le disposizioni attraverso le quali Pietro il Grande riorganizzò attivamente il sistema statale cambiandone la rotta. Come attestano le cronache “cerimoniali” di corte — i diari dei ciambellani di corte degli anni 1730 — lo status dei musicisti italiani a San Pietroburgo illustra in modo eloquente numerosi dettagli del processo di integrazione degli stranieri nelle cerchie musicali e culturali russe. Un aspetto quotidiano dell’etichetta di corte riguardava i diversi tipi di pasti, durante i quali era indispensabile “avere musica italiana e colpi di cannone” (1 giugno 1736) o “musica italiana nella grotta” (6 giugno 1736). Nel corso di tali banchetti festivi, alla “musica italiana” eseguita dai gruppi da camera si sovrapponevano in maniera talora bizzarra dei virtuosistici “brindisi” musicali e i suoni prodotti dai “trombettisti e timpanisti di corte” russi, che aleggiavano delle stanze laterali del palazzo (1 luglio 1736). “La sera”, come raccontarono coloro che assistettero a tali celebrazioni (in quest’occasione si trattava di ufficiali della guardia di palazzo), nella capitale “entrambe le fortezze erano illuminate, come pure il teatro eretto di fronte al palazzo sulla riva dell’isola Vasilievskij”. Inoltre “c’era musica italiana per coro” e “ogni augurio” durante il banchetto serale era accompagnato dai “colpi del cannone installato di fronte alla corte di Sua Maestà imperiale, sui ghiacci del fiume Neva”, ecc. Il variopinto mosaico della vita nella San Pietroburgo imperiale degli anni 1730 presenta anche diverse tessere relative alle attività e alle celebrazioni degli italiani appartenenti alla troupe di Francesco Araja. Nello stesso diario del ciambellano di corte leggiamo ad esempio che il 24 febbraio 1736, “nel Palazzo d’Inverno di Sua Maestà imperiale si svolse il matrimonio del maestro di danza Fusano [cioè Antonio Rinaldi] e vi furono rinfreschi e intrattenimenti per gli ospiti”. Fra i diversivi tradizionali della corte imperiale che negli anni 1730 potevano fare concorrenza alle rappresentazioni teatrali italiane dovremmo forse citare soltanto gli “esercizi” autunnali obbligatori del reggimento delle guardie imperiali. Si trattava di parate militarimusicali straordinariamente spettacolari che si svolgevano ogni anno e duravano diversi giorni. Dal diario del ciambellano di corte apprendiamo alcuni dettagli di questa manifestazione: “Sul prato di fronte al Palazzo d’Estate si svolgeva la parata del reggimento a cavallo delle guardie imperiali. Sua Maestà imperiale e Sua Altezza la principessa consorte si sono degnati di guardare uno degli esercizi da un padiglione collocato nel primo giardino del Palazzo d’Estate, di fronte a tale prato” (13 settembre 1737). Col tempo, nell’ambito della caleidoscopica vita artistica dell’epoca, le rappresentazioni operistiche della compagnia di Araja diventarono occasioni sempre più importanti, che attraevano il pubblico russo col fulgore dei colori e delle fogge musicali e sceniche. Nel 1736 La gazzetta di San Pietroburgo riferiva: “Nel Palazzo d’Inverno imperiale i cantanti lirici di corte hanno interpretato un’opera estremamente pregevole e sfarzosa dal titolo La forza dell’amore e dell’odio, per il piacere di Sua Maestà imperiale e col 19 plauso unanime degli spettatori”. E se all’inizio del suo soggiorno a San Pietroburgo Araja mise in scena una versione rivisitata di quest’opera che aveva composto in passato, da allora in poi, come voleva la tradizione europea, egli creò ogni anno una nuova opera seria appositamente per la corte imperiale. E fu deciso che ognuna di queste opere sarebbe andata in scena il 29 gennaio, giorno del compleanno della zarina Anna Ioannovna. Le prime due opere composte da Araja per San Pietroburgo furono Il finto Nino, ovvero La Semiramide riconosciuta (1737) e Artaserse (1738); esse diedero avvio a quella collezione unica di opere liriche italiane del Settecento conservata oggi negli archivi della biblioteca del Teatro Marijnskij. Prof. Dr. Marija Ščerbakova Direttrice della Biblioteca Musicale del Teatro Marijnskij German soldiers claimed to have discovered Catherine the Great’s private “erotic cabinet”, containing explicitly sexual objects and furniture. They took this photograph of an erotic table, which subsequently “disappeared” with the rest of the items. Catherine’s reputation for sexual excess, exaggerated by the French for political reasons, linked her to this alleged secret room, the existence of which is denied by the Hermitage’s current curators. HERMANN RAUPACH 1728–1778 FRANCESCO DOMENICO ARAIA 1709–c.1770 ALTSESTA (Alexander Sumarokov) LA FORZA DELL’AMORE E DELL’ODIO (Giuseppe Bonecchi) GERKULES 2 Разверзи пёс гортани, лая предвозвещай свою беду: шуми, шуми, свирепый Ад пылая, без ужаса в тебя иду. MINERVA 1 Vado a morir, ma pensa che sei mio genitore, che tu mi desti un core che non ti può tradir. Что род живущих устрашает, мою то славу украшает, пойду к бессолнечным местам, вступлю и всё встревожу там. Tu mi condanni a morte, è giusto il tuo decreto, incolpo sol la sorte ch’ora mi fa perir. [Razverzi pyos gortani, laya predvozveshchai svoyu bedu: shumi, shumi, svirepy Ad pylaya, bez uzhasa v tebya idu. Chto rod zhivushchikh ustrashayet, moyu to slavu ukrashayet, poidu k bessolnechnym mestam, vstuplyu i vsyo vstrevozhu tam.] 25 ERCOLE Cane, spalanca le fauci e abbaiando immagina la tua sventura: ringhia, ringhia, feroce inferno in fiamme, senza terrore vengo verso di te. Ciò che inorridisce i mortali, non fa che accrescere la mia gloria. Andrò verso i luoghi senza sole, dove irromperò portando lo scompiglio. ALTSESTA (Alexander Sumarokov) SIROE, RE DI PERSIA (Pietro Metastasio) ALTSESTA ALCESTE 3 Иду на смерть и не страшуся, я жизни за тебя лишуся. Смотри, как ты любим мной был; достойно ль ты меня любил? Vado verso la morte e non ho paura di perdere la vita per te. Guarda quanto ti ho amato; ma tu, mi hai ricambiato degnamente? В последний раз перед собою любезну видишь ты свою; в сей час расстануся с тобою, воспоминай любовь мою. Per l’ultima volta di fronte a te vedi la tua amata; in questo momento in cui mi separo da te, ricordati del mio amore. LAODICE 4 O placido il mare lusinghi la sponda, o porti con l'onda terrore e spavento; è colpa del vento, sua colpa non è. S'io vo con la sorte cangiando sembianza, virtù l'incostanza diventa per me. [Idu na smert i ne strashusya, ya zhizni za tebya lishusya. Smotri, kak ty lyubim mnoi byl; dostoino’l ty menya lyubil? V poslednii raz pered soboyu lyubeznu vidish ty svoyu; v sei chas rasstanusya s toboyu, vospominai lyubov moyu.] 26 DOMENICO DALL’OGLIO VINCENZO MANFREDINI 1737–1799 FRANCESCO DOMENICO ARAIA HERMANN RAUPACH CARLO MAGNO (Ludovico Lazzaroni) SELEUCO (Giuseppe Bonecchi) ALTSESTA (Alexander Sumarokov) c.1700–1764 LUIGI MADONIS 1690–1767 Prologue to LA CLEMENZA DI TITO (Johann Adolph Hasse) (Jakob Stählin) RUTENIA 5 De’ miei figli e del mio core, Dei pietosi, amico Cielo, deh, sedate il fier dolore, deh, temprate il mio martir. Viver sempre in pene amare mal potrebbe il nostro zelo; siamo stanchi di penare, lassi siamo di soffrir. DESIDERIO DEMETRIO 6 Fra’ lacci tu mi credi oppresso dall'affanno; ma proverai, tiranno, se langue il mio valor. 7 Pastor che a notte ombrosa nel bosco si perde, teme, s’arresta, e mira; l’aura che spira e freme, l’onda che scorre e geme, lo fanno palpitar. L'irata destra mia conoscerà chi sia il vinto e il vincitor, deciderà chi sia il vinto e il vincitor. Tal del mio cor l’affanno turba la calma antica, né può la speme amica quest’alma serenar. Pastor che a notte ombrosa nel bosco si perde, teme, s’arresta, e mira; l’aura che spira e freme, l’onda che ascolta e geme, lo fanno palpitar. 28 8 MARCH VINCENZO MANFREDINI CARLO MAGNO (Ludovico Lazzaroni) CARLO 9 Non turbar que' vaghi rai che scintillano d'amore; ho pietà del genitore per pietà del tuo dolor. Qual tumulto tu non sai quell'amare umide stille che t'irrigan le pupille mi risvegliano nel cor. DOMENICO CIMAROSA 1749–1801 VINCENZO MANFREDINI LA VERGINE DEL SOLE CARLO MAGNO (Ludovico Lazzaroni) (Ferdinando Moretti) CORO IDALIDE 0 Agitata in tante pene, più riposo, oh Dio, non spero, ed il Ciel con me severo mi condanna a palpitar. Oggi a voi m'unisce il fato, che fatal momento è questo? Sol m'affanna, oh padre amato, il doverti abbandonar. ! A noi vivi, donna eccelsa, grand'esempio degl’eroi, e l'invidia i pregi tuoi sia costretta a celebrar. Vivi e impera e s'oda intanto col giulivo nostro canto il tuo nome a risuonar. Ah! che il Ciel con me severo mi condanna a palpitar. 29 I Barocchisti Director: Diego Fasolis Coro della RSI Radiotelevisione svizzera Chorus Master: Gianluca Capuano Violin: Fiorenza De Donatis (leader), Daniela Beltraminelli, Fabrizio Cipriani, Giovanni Dalla Vecchia, Luca Giardini, Elisa Imbalzano, Carlo Lazzaroni, Giulia Panzeri, Fabio Ravasi, Andrea Rognoni, Renata Spotti, Alberto Stevanin, Monika Toth Viola: Isabella Bison, Svetlana Fomina, Diego Mecca, Gianni Maraldi, Giulia Panzeri Cello: Alessandro Palmeri, Mauro Valli Violone: Giancarlo De Frenza, Vanni Moretto Archlute, Baroque Guitar: Michele Pasotti Theorbo: Michele Pasotti, Giangiacomo Pinardi Flute: Stefano Bet, Marco Brolli, Jean-Marc Goujon Oboe: Pier Luigi Fabretti, Astrid Knöchlein Clarinet: Rocco Carbonara, Corrado Giuffredi Bassoon: Giulia Genini Horn: Dileno Baldin, Gorla Brunello, Silvia Centomo, Alessandro Denabian, André Monteiro, Thomas Müller, Olivier Picon Trumpet: Almut Rux, Hans-Martin Rux Timpani: Karl Fischer, Gabriele Miracle Keyboard: Gianluca Capuano, Andrea Marchiol Soprano: Antonella Balducci, Lorenza Donadini, Paola Valentina Molinari, Nadia Ragni, Anna Simboli Alto: Maddalena Altieri, Cristina Calzolari, Silvia Finali, Caroline Germond, Isabel Hess Tenor: Paolo Borgonovo, Maurizio Dalena, Luca Dordolo, Massimiliano Pascucci Bass: Matteo Bellotto, Marco Radaelli, Marco Scavazza, Yannis Vassilakis 33 The music in this programme is presented by Cecilia Bartoli by arrangement with the State Academic Mariinsky Theatre Musical Archive (St Petersburg, Russia) MARIINSKY THEATRE “It fills me with pride to have Cecilia breathe new life into these historic treasures from our Mariinsky Archive and to inspire the world with this uniquely beautiful music.” Cecilia Bartoli photographed in the Mariinsky Archive V alery Gergiev — Mariinsky Theatre MARIINSKY T HE AT R E Source: Library of the Mariinsky Theatre — Maria Shcherbakova Source Analysts: Wendy Waterman, Markus Wyler, Diego Fasolis Vocal Advisor: Silvana Bazzoni Language Coach: Svetlana Fomina Performing Editions: I Barocchisti, 2013–14 Editor: Alberto Stevanin Secondary Sources: Bibliothèque du Conservatoire royal, Brussels; Conservatorio di Musica San Pietro a Majella, Naples; Musiksammlung der Österreichischen Nationalbibliothek, Vienna; Sächsische Landesund Universitätsbibliothek, Dresden; St Petersburg Conservatory Library, St Petersburg Recording Producer: Arend Prohmann Balance Engineer: Philip Siney Recording Engineer (tracks 8 & 11): Ulrich Ruscher Assistant Engineers: Lara Persia, Marco Strigl, Gabriele Kamm, Perry Tièche Recording Coordination for Decca: Dominic Fyfe For RSI: Christian Gilardi (Managing Director), Valentina Bensi (Executive Producer) Recording Facilities: RSI Radiotelevisione svizzera di lingua italiana Recording Dates: December 2013, February and April 2014 Recording Location: Auditorio Stelio Molo (RSI Radiotelevisione svizzera di lingua italiana), Switzerland Notes © 2014: Markus Wyler (Un viaggio in Russia); Virginia Rounding (Portare la musica in Russia: Tre straordinarie imperatrici; Catherine the Great: Myths & Truths; The Erotic Cabinet: Fact vs Myth); Maria Shcherbakova (La collezione di opere italiane del Teatro Marijnskij); WLP Ltd (Timelines) Translations © 2014 Decca Music Group Limited Paola Simonetti Booklet images: Pages 4 & 34 Portrait of Empress Elizabeth (1758) by Louis M Tocque (1696–1772) Photo: State Hermitage Museum, St Petersburg, Russia / Bridgeman Images Page 8 Portrait of Italian composer Domenico Cimarosa (1785) Photo: De Agostini Picture Library / A. de Gregorio / Bridgeman Images Page 9 View of Saint Michael’s Castle, St Petersburg (1800) by Fedor Yakovlevich Alekseev (1753–1824) Page 10 (left to right): Portrait of the Empress Ioannovna (1730) by Louis Caravaque (1684–1754) Photo: Tretyakov Gallery, Moscow, Russia / Bridgeman Images Portrait of Antonio Vivaldi (1723) by François Morellon de La Cave Portrait reproduction of Russian Emperor Ivan VI (1740–64) from State Historical Museum stocks Photo: RIA Novosti Portrait of Empress Elizabeth Petrovna (1760) by Charles-André van Loo Portrait of Frederick the Great (1781) by Anton Graff Joseph II, Catherine the Great and Frederick II (coloured engraving), German School Photo: Private Collection / Bridgeman Images Portrait of the Young Voltaire (1694–1778), French School Photo: Musée Antoine Lecuyer, Saint-Quentin, France / Giraudon / Bridgeman Images Portrait of Jean-Jacques Rousseau (1712–78) by Maurice Quentin de la Tour Photo: Musée Antoine Lecuyer, Saint-Quentin, France / Giraudon / Bridgeman Images Temelyan Ivanovich Pugachev, leader of the Russian peasant revolt 1773–4, The Court of Pugachev (1879) by Vassily Grigorievich Perov · Photo: akg-images Engraving of the signing of the Declaration of Independence, by William Greatbach after original by John Trumbull Portrait of Goethe by Heinrich Christoph Kolbe Photo: Hamburger Kunsthalle, Hamburg, Germany / Bridgeman Images Bolshoi Theatre Festive Lighting in the Great Theatre in Moscow in 1856. Colour wood engraving after a contemporary lithograph · Photo: akg-images Portrait of Italian composer Domenico Cimarosa (1785) Photo: De Agostini Picture Library / A. de Gregorio / Bridgeman Images Scene from the Opera Don Giovanni by Mozart by Alexandre Evariste Fragonard Photo: Musée Bargoin, Clermont-Ferrand, France / Roger-Viollet, Paris / Bridgeman Images Portrait of George Washington (1796) by José Perovani Photo: Museo de la Real Academia de Bellas Artes, Madrid, Spain / Giraudon / Bridgeman Images Pages 10, 17, 34: Portrait of the Empress Anna Ioannovna (1730) by Louis Caravaque (1684–1754) Photo: Tretyakov Gallery, Moscow, Russia / Bridgeman Images Pages 11 & 34 Catherine the Great (1763) by Fedor Stepanovich Rokotov, (c.1735–1808) Photo: Tretyakov Gallery, Moscow, Russia / Bridgeman Images Page 14: Anonymous portrait of Francesco Araia Page 15 The Summer Palace, St Petersburg Photo: State Russian Museum, St Petersburg, Russia / Giraudon / Bridgeman Images Page 20 Portrait of Alexander Sumarokov (1760) by Anton Pavlovich Losenko Page 21 View of the Winter Palace from Vasilyevsky Island (1796) by Johann Georg Mayr (1760–1816) Photo: State Hermitage Museum, St Petersburg, Russia / Bridgeman Images Page 22 Catherine the Great’s “erotic table”. All rights reserved. Page 23 The Admiralty and the Winter Palace viewed from the Military College (1794) by Fedor Yakovlevich Alekseev (1753–1824) Photo: State Russian Museum, St. Petersburg, Russia / Bridgeman Images Page 27 Catherine II on the Balcony of the Winter Palace, greeted by Guards and People on the Day of the Palace Revolution, 28 June 1762 by I.K. Kaestner Photo: State Hermitage Museum, St Petersburg, Russia / Bridgeman Images Page 30 View of the Fontanka River from the grotto and the Guest Palace (1753) by Grigory Anikievich Kachalov (1711/12–1759) & Mikhail Ivanovich Makhaev (c.1718–1770) Photo: Hermitage, St Petersburg, Russia / Bridgeman Images Photos of Cecilia Bartoli in the Mariinsky Theatre Library (page 35): Markus Wyler Photo of Diego Fasolis: Courtesy of RSI Radiotelevisione svizzera Orchestra and Chorus Photos: © Matteo Aroldi Photos of Cecilia Bartoli (except page 35): Uli Weber Make-up: Bruno Tarallo Hair: Billi Curie Costume Designer: Agostino Cavalca Costume Tailor: Dorothea Nicolai No real fur was used in the making of the costumes Creative Director, Decca Classics: Niall O’Rourke Cover Design: Anthony Lui Packaging Design: Paul Spencer for WLP Limited 2014 Decca Music Group Limited © 2014 Decca Music Group Limited www.deccaclassics.com www.ceciliabartolionline.com WARNING: All rights reserved. Unauthorised copying, reproduction, hiring, lending, public performance and broadcasting prohibited. Licences for public performance or broadcasting may be obtained from Phonographic Performance Ltd., 1 Upper James Street, London W1F 9DE. In the United States of America unauthorised reproduction of this recording is prohibited by Federal law and subject to criminal prosecution. 36