Notiziario
CLUB ALPINO ITALIANO - SEZIONE DI MAROSTICA E SOTTOSEZIONE DI SANDRIGO
05 maggio 2013
N.4 – Anno 40
Prezzo di cop. € 0,10
SpA - Spedizione Poste Italiane in Abbonamento Postale
D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n° 46)
Art. 1, comma 1, DCB Vicenza
CRONACHE E VOCI DELLA SEZIONE a cura del Gruppo di Redazione
mail:[email protected]
LETTERA dal PRESIDENTE del nuovo Consiglio Direttivo
Eccomi qua!
“Finalmente
Presidente!
Era
ora!
Complimenti! Te sì la persona giusta! Oh là,
un alpinista Presidente, bene! Se non te
conossi ti, che te ve in montagna, come
risolvare i problemi, chi altri?” Eccetera,
eccetera, ecc.
Battute sulle spalle e tanti begli auguri ed io
che mi sento spaesato e inadeguato.
”Però, se i soci mi hanno votato, vuol dire che
hanno fiducia e quindi non posso
disattenderli… e allora farò il Presidente”.
A dire il vero già mi sono reso conto di quanti
e vari sono gli impegni da assolvere, dovrei
avere una giornata di 48 ore, tra lavoro, obblighi domestici, gli amici, i parenti, le incombenze
quotidiane del vivere civile e poi le riunioni, le assemblee, i meeting, i consigli, le uscite
programmate, quelle da programmare, le richieste dei gruppi regionali, i nazionali, il bi-veneto, le
associazioni vicentine, la scuola, l’alpinismo giovanile, i Cristalli, l’arrampicata eccetera eccetera
ecc.
In qualche modo mi sto attrezzando. Con l’aiuto dei bravi consiglieri e di altre valide persone che
collaborano per portare avanti le numerose attività della nostra Sezione, cerco di prendere visione
e possesso di tutte quelle cognizioni che un buon Presidente deve avere per far funzionare al
meglio la macchina. Tenterò di portare la tenacia, la grinta, la forza, la pazienza, la calma, la
volontà, l’attenzione, la curiosità, la gioia che riesco a provare nelle salite di croda o sulle cascate
ghiacciate anche nell’esercizio di questo importante mandato. Sicuramente farò errori, avrò
difficoltà, mi troverò impacciato, ma sono convinto che tutti voi sarete sempre al mio fianco per
Michele Torresan
raggiungere la vetta, qualunque essa sia. Un caro saluto a tutti, Excelsior!
INTERVISTA a Gigi Menegotto
Socio fondatore della sezione - 1946
D. – Chi ha avuto l’idea di una sezione CAI a Marostica? R. – Eravamo un gruppo di amici
appassionati della montagna; credo che l’idea sia nata, soprattutto, grazie alle discussioni che io
avevo con Los e Parise. La prima sede è stata sopra al bar Monte Grappa. Un altro appassionato e
trascinatore era Augusto Serafini. Sono orgoglioso di possedere la tessera originaria del 1946 con
la firma di Los. In questa tessera, ci sono le firme di Gino Soldà, di Abrham, compagni sul K2 e di
Giuliana Minuzzo Chenal, campionessa italiana di sci. So che, già in precedenza, nel 1928, Orazio
Colpi aveva tentato di fare sezione con l’iscrizione al CAI di Vicenza, ma poi i soci non pagavano
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più il bollino. (Burei ricorda che si era iscritto anche suo padre che aveva contestato il fatto di non
essere stato considerato studente e quindi con una tessera agevolata).
D. – Andavate già in montagna? R. – Eravamo adolescenti, ricordo anche i fratelli Chiminello e
Tiberio Maroso, quando ci alzavamo all’alba e, sci in spalla, andavamo a Messa a Pradipaldo,
salivamo a Rubbio e poi scendevamo con gli sci. Allora c’erano poco traffico e tanta neve.
D. – Hai ricordi che ti collegano alla montagna anche prima? R. – Sono nato l’11.07.1921 e, fin
da bambino, andavo con mio padre, che vi si recava per lavoro, e la nonna materna, che aveva lì
dei parenti, ad Asiago. Ritrovavo amici e scorazzavamo per i boschi. Fin da ragazzino poi mi
piaceva arrampicare, tanto che arrivavo nella mia camera dall’esterno e mi lanciavo dalla soffitta in
corda doppia. La nonna mi diceva “Continua così toso e mi farai morire”.
D. – Ci racconti un po’ di te? R. – Mio padre aveva un negozio di generi alimentari. Eravamo già
una famiglia benestante e ho potuto
diplomarmi in ragioneria, seguendo poi
l’attività paterna. Ho qualche ricordo di
scherzi fatti a scuola e, fino a qualche
anno fa, con i compagni di classe, ci
ritrovavamo a ricordare gioiosamente. Ho
sempre avuto una vena per gli scherzi,
ricordo, ad esempio che, forse avevo 15
anni, ho “preso in prestito” un’auto di
grossa cilindrata e, dal campo di
aviazione di Vicenza, ho fatto un giro.
D. – Nato nel 1921, quindi, ci sono
ricordi di guerra? R. – Quando mi fanno
questa domanda, mi piace dire che “non
ho fatto la guerra ma, mi hanno fatto fare
la guerra”. Nel 1941, ero alla Scuola
Foto: 1947 - Terza Torre del Sella – via Jean
Militare alpina di Aosta, per ufficiali, poi a
Gigi Menegotto, Gino Soldà, Antonio Cortese
Merano e a Bassano. Siamo stati presi
dai tedeschi e siamo stati portati, sui carri bestiame, in un campo di concentramento, prima nella
Prussia Orientale e poi in Polonia, prigioniero per due lunghi anni. Chi ha aderito alla Repubblica di
Salò è uscito prima. Mangiavamo brodaglia e tanti morivano di dissenteria. Sapevamo dello
sterminio degli ebrei da “radio scarpa”, le notizie che vanno di voce in voce. Ho ricevuto perfino un
pacco da casa e, strano caso, sul foglio di giornale, che
era il Resto del Carlino, era riportata la notizia dei quattro
di Marostica fucilati. Sono stato liberato dagli Americani.
Ho stretto delle amicizie che poi si sono mantenute nel
tempo, ad esempio, con il Generale Fossati, mio
compagno di prigionia in Polonia, che scriveva ricette su
un rotolino di carta, conservato gelosamente. Un altro
ricordo, è la caccia a un povero uccellino con una fionda,
costruita in economia e facendo attenzione alla luce di
guardia. Angelo Zanotto lavorava nelle cucine e
nascondeva negli zoccoli, per noi, le bucce delle patate. In
quella desolazione anche una piccola cosa resta
indelebile: ricorderò per sempre un ragazzino che mi ha
donato un pomodoro e, ogni volta che ne mangio uno, lo
faccio con devozione.
D. – Sembra essere stata un’esperienza che ha
lasciato il segno. R. – Sicuramente, tanto che, poi, ho
sempre voluto onorare il corpo degli alpini. Sono stato
Presidente della Sezione di Marostica dal ’76 per tanti
anni e anche vice presidente nazionale dell’Ana.
Foto: 1950 – Marmarole –Gigi Menegotto – Augusto Serafini
D. – Tornando alla montagna….hai qualche ricordo particolare delle escursioni organizzate
dalla sezione? R. – Resta famosa l’escursione alla Grande di Lavaredo, dove Bruna Parise è
scivolata riportando delle contusioni; io mi trovavo proprio dietro di lei e sono riuscito a prenderla;
tanta è stata la sua paura che abbiano dovuto bivaccare, mentre altri sono scesi per avvertire
dell’accaduto. Il giorno dopo siamo scesi da soli. Era proprio passione, uscivamo tutte le
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domeniche, soprattutto sulle Pale di S. Martino. Scherzando, si diceva che si andava con il “cavallo
di S. Francesco”, intendendo un po’ a piedi e un po’ camminando.
D. – …e qualche ricordo legato alla Sezione? R. – C’è stato un evento importante, negli anni
subito dopo la conquista del K2. Abbiamo, infatti, organizzato una serata al politeama, dove sono
intervenuti alcuni dei protagonisti e dove è stato proiettato il film ufficiale della spedizione.
D. – Cosa ti piaceva di più nella frequentazione montana? R. – Mi piaceva soprattutto
arrampicare. Poi, a 36 anni, mia moglie mi ha messo di fronte alle mie responsabilità familiari
e…scegliendo la famiglia …ho lasciato la montagna.
Zenia Codutti – Gigi Burei
GRUPPO MANUTENZIONE SENTIERI
Qualche anno fa, dopo un lungo periodo in cui ho fatto altro, mi è
venuta
voglia di rimettermi gli scarponi. Oltre ai percorsi sull'Altopiano dei
Sette
Comuni e sul Grappa, splendidi ma 'estivi', avevo bisogno di qualcosa che avesse tre
caratteristiche: raggiungibile in poco tempo, percorribile anche a inizio primavera e in autunno
inoltrato e che consentisse il percorso ad anello. Ho quindi aperto le cartine della mia zona e la
soluzione mi si è parata davanti: il canale del Brenta e i percorsi che da questo salgono verso
l'Altopiano, con sopra l'800 e sotto l'Alta Via del Tabacco a fare da congiunzione.
Nella mia testa è nato un progetto: salire tutti i sentieri indicati. Per realizzarlo, ho scelto solo gli
itinerari identificati dal CAI, poiché spesso esco da solo. Leggendo i libretti informativi allegati alle
cartine, vedevo spesso 'CAI Marostica' come sezione responsabile della manutenzione.
Qualche anno dopo, ho deciso di diventarne socio. Avevo percorso e apprezzato già molti sentieri:
è stato naturale cercare chi si occupava della loro manutenzione e rendermi disponibile.
L'anno scorso, mi è stato proposto di coordinare il “gruppo pulizia sentieri”. La mia prima reazione
è stata: “Siete pazzi! Sono l'ultimo arrivato, non ho l'esperienza di chi per anni ha portato avanti
questo compito!”. Tuttavia, rassicurato che mi avrebbero sostenuto, ho accettato.
Dunque, eccomi qua. Innanzi tutto, devo fare i complimenti ad Angelo e Sergio, che mi hanno
preceduto: oltre a ciò che ho visto con lo zaino sulle spalle, ho avuto modo di apprezzarne l'enorme
lavoro di pianificazione, preparazione e contatto con le istituzioni locali e le comunità montane.
La prima cosa che mi è venuta in mente, dopo aver assunto l’incarico, è comunicare con i soci
attraverso il notiziario: quale modo migliore per farci conoscere! Siamo un gruppo di persone
convinte che i sentieri siano un patrimonio da mantenere integro e da tramandare: è un modo per
conservare memoria di chi quei percorsi ha tracciato, non per divertimento, ma per duro lavoro - ho
trovato abitazioni e terrazzamenti in posti impensabili. Vogliamo consentire a chi desidera
percorrerli di farlo in piena sicurezza e con consapevolezza. Il lavoro di manutenzione è un
impegno, tutto sommato non gravoso – ed io, animale da ufficio, ne sono la miglior dimostrazione ma costante: la natura, da noi rigogliosa, cerca di riprendersi i sentieri il più velocemente possibile!
Aggiungo una considerazione personale, fatta dopo un’uscita: lavorare insieme, in gruppo,
occupandoci dei nostri sentieri è maledettamente divertente e tutte le volte consente di imparare
qualcosa di nuovo.
Spero che questi miei pensieri abbiano suscitato la curiosità e il desiderio di darci una mano. Il
primo modo che mi viene in mente è... beh, camminare! Il nostro lavoro è molto facilitato se
sappiamo in partenza dove e come intervenire, per cui, se durante una passeggiata lungo uno dei
nostri sentieri, notate problemi, ditecelo! In sede è disponibile una scheda per segnalarceli.
Poi, ovviamente, se avete voglia di uscire qualche volta con noi, siamo sempre disponibili ad avere
braccia e amici in più. E’ un lavoro su base volontaria, chiediamo solo l’impegno che una persona
può dare: per noi, anche l’aiuto per una sola uscita è ben accetto.
Qualcuno potrebbe chiedere: “Cosa c'è da fare? Sono capace?”
Credo che il modo migliore per scoprirlo sia provare a unirvi a noi: sia sul sito della sezione sia nel
libretto, sono indicate le uscite istituzionali. Mi piacerebbe però organizzare qualche serata
informativa presso la sede, come modo, non solo di capire il lavoro del gruppo, ma anche di
conoscerci. Perciò, occhio alle nostre pubblicazioni e agli avvisi nella
bacheca in piazza, perché potremo vederci presto!
Luca
Menegotto
..continua 2012 Stagione di magra “GRUPPOCRISTALLI”
Giornata uggiosa, neve sempre scarsa, meta Nuvolau, di sicuro il sentiero e
la strada per le 5 Torri sono innevati, le previsioni sono confermate.
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Nonostante la leggera pioggerella, partiamo dal parcheggio della seggiovia per le Torri, e
recuperiamo il percorso del sentiero estivo.
Man mano che si sale un pallido sole tenta di far breccia tra le nuvole, con molta difficoltà, ma tanto
basta perché cessino le deboli precipitazioni e noi si possa raggiungere prima il Rifugio Scoiattoli,
poi il Torri, a seguire L’Averau e terminare con il Nuvolau, cima e Rifugio. Anche stavolta
utilizziamo le piste per un più veloce e gradevole rientro. Le leggere nevicate dei giorni precedenti
avevano apportato una quindicina di centimetri di neve fresca in alta quota, il che ci ha permesso di
fare una piacevolissima discesa iniziale tra pista e fuori pista, per poi man mano peggiorare fino a
divenire pesante nei pressi della
partenza. Come si costuma
bisogna fare almeno una “due
giorni” per dare brio e sostanza al
gruppo e all’annata: decidiamo
quindi di salire in Anterselva per
effettuare un paio di salite
remunerative,
anche
perché
sembra che qui ci sia un buon
innevamento.
Primi anni ’70: traversata sci-alpinistica
Pale S. Martino - CAI Marostica e
Thiene
La scelta cade di là dal confine
per il sabato, superiamo il Passo
Stalle
per
inoltrarci
nella
Weissenbachtal e avvicinare l’Hinterbergkofel: difficili da pronunciare, ma spettacolari per
paesaggio e sciata su ottima neve fino al Passo. Poi, utilizzando la strada innevata con qualche
taglio, scendiamo giù al lago d’Anterselva da cui alle auto per l’albergo. Bella serata in allegra
compagnia con gli amici che ci hanno raggiunto nel pomeriggio perché lavoranti il mattino, io
compreso. Vi domanderete come abbia fatto a relazionare sull’uscita del mattino, ma basta un po’
di fantasia e le parole degli amici che l’hanno effettuata, non vi pare?
La mattina successiva, riattraversiamo il lago, ma stavolta non saliamo fino al Passo, bensì
svoltiamo al primo tornante a destra per la Montalbachtal a raggiungere il ristoro Unter Steinger
Alm, sempre difficili da pronunciare, e proseguire per la vallata.
Gradatamente superiamo vari dossi e avviciniamo la Croda Rossa d’Anterselva fino a calpestarne
la cima, non prima di averci tolto gli sci e salito gli ultimi metri a piedi perché su cresta rocciosa. La
discesa ci ha regalato una spettacolare sciata su neve ottimale fino al lago; e poi come ieri.
Altro giro, altra corsa, probabilmente l’ultima, non nevica da un po’ e fa sempre più caldo.
Cerchiamo rifugio in Val Senales, ancora con discreto innevamento, almeno nei versanti a
settentrione: scegliamo un montagnon, la Cima Saldura 3000 e rotti metri. “Xe fasile che ghe sia
neve a suficiensa e forse anca fredo, cosa ghe ne dixio?” la domanda. “OK!!!” la risposta. La
giornata è decisamente fresca e soleggiata, così da permetterci di salire senza grossi affanni da
calore e raggiungere la forcella dove lasciare gli sci per la salita alla cima, ancora sufficientemente
vispi per affrontare la discesa con buone gambe. E ci vogliono davvero visto il notevole variare del
manto nevoso, da farina a crosta, a palta, a ghiacciata e per fortuna un pezzo di pista che conduce
a valle. Sì, forse è il caso di smetterla qui, con il ricordo di una bella uscita con una bella
compagnia e consona festa finale: buoni cristalli a tutti!!!!
Michele Torresan
GRUPPO ESCURSIONISMO 02 giugno 2013
CONCA di MILIES – MONTE ZOGO – Prealpi Trevigiane
Direttori di gita: Bortolo Moresco – Sergio Tasca
Dislivello m 750 - Difficoltà E - Ore di cammino 6,30 – Pranzo al sacco
Partenza ore 7.00 da Marostica – mezzi propri - Rientro ore 17.30
Percorso ad anello che si snoda in un suggestivo paesaggio alpestre, tra malghe e pascoli alle
spalle della borgata di Milies, frazione di Segusino. Con le sue case in pietra a vista, ha mantenuto
intatto nel tempo le caratteristiche rurali del passato; al visitatore sembra di trovarsi in mezzo ad un
presepe. Il paese è adagiato nel fondo di un catino prativo, probabilmente frutto della parte
terminale del ghiacciaio del Piave, che migliaia di anni fa giungeva a lambire la pianura trevigiana.
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Dal centro del paese, una strada forestale porta verso la dorsale che sale al Monte Vallina m 1067:
ampia la visuale sulla valle del Piave, sul Grappa e sul Monte Tomatico. Una breve discesa
permette di riprendere fiato, prima di affrontare l’ultima salita che conduce alla cima prativa del
Monte Zogo m 1390, conosciuto per la fioritura dei narcisi. Volgendo lo sguardo verso Nord, si può
ammirare la bellezza delle Vette Feltrine e altro. Nel ritorno, passeremo per Col Miotto e case
Cenola, per scendere in breve tempo a Milies. Tempo permettendo, si può fare una breve sosta
per visitare il piccolo borgo di Stramare, un altro gioiellino della Marca.
GRUPPO CAINATURA
Tema: "Monumenti Naturali"
Le escursioni del gruppo naturalistico hanno subito alcuni cambiamenti:
a) L’uscita “Brent dell’Art”, programmata per il 28 aprile 2013, è stata
sostituita dal percorso “Nel silenzio dei boschi” proposto per i 150 anni
del CAI e spostata al 29.09.13.
b) L’escursione al “Ponte dell’Orco”, il 19.05.13, ha sostituito, per chiusura sentiero, le “Grotte di
Lamon”, riprogrammate per il 15.09.13.
09.06.2013
MONTAGNA SPACCATA – Piccole Dolomiti
Dislivello m 400 - Difficoltà E – Ore 6 - Mezzi propri – Pranzo al sacco
Partenza ore 8.00 da Marostica in Via N. Dalle Laste - Rientro ore 19.00
E’ una profonda fenditura scavata nella roccia dal torrente Torrazzo. Incantevole il percorso
all'interno della fenditura che si eleva per 92 metri, con effetti e coreografie naturali avvincenti. In
questa forra suggestiva il tempo sembra essersi fermato, e, forse, proprio a causa dell'antico
incantesimo
narrato
dalla
leggenda
delle
anguane
Etele
e
Giordano.
E’ prevista poi un’escursione seguendo il sentiero dei Grandi Alberi (Recoaro Mille). E’ un itinerario
che va a toccare una lunga serie di patriarchi vegetali, veri e propri monumenti viventi che, dall'alto
della loro età e imponenza, costituiscono un patrimonio storico oltre che naturalistico. Fra tutti i
Grandi Alberi spicca il maestoso "Linte delle Montagnole", un tiglio monumentale dall’età
plurisecolare e dalla circonferenza del tronco superiore ai cinque metri. Il percorso si snoda lungo
l'Altopiano delle Montagnole, partendo dalla stazione della cabinovia a Recoaro Mille, attraverso
distese di pascoli alpini dove molte continuano a essere le malghe usate durante il periodo estivo.
GRUPPO ESCURSIONISMO
16 giugno 2013
CORNO D’AQUILIO - Lessinia
Direttore di gita: Gemma Busatta
Dislivello m 630 - Difficoltà E - Ore di cammino 5 – Pranzo al sacco
Partenza ore 6.45 da Marostica – mezzi propri - Rientro ore 18.30
Da Marostica per Sandrigo, a raccogliere il resto della comitiva. Prendiamo l’autostrada per
Verona: uscita a Grezzana - Stallavena per S. Anna d’Alfaedo, località Fosse. Partendo da contrà
Tommasi m 1650 giungiamo al passo Roccapia m 1248. Una breve discesa, costeggiando le pareti
del Corno d’Aquilio fino a quota m 1100 e, quindi, salita lungo il sentiero dello “Scalon“, di media
pendenza. Sempre camminando sotto le pareti, con bella vista sul M. Baldo e sulla Val d’Adige,
usciremo sul bell’altopiano di Malga Fanta. Nelle vicinanze la ”Spluga della Preta”, una profonda
voragine naturale ben nota agli speleologi di tutto il mondo. Proseguendo la salita, raggiungiamo lo
spettacolare balcone fiorito sulla Val d’Adige del Corno d’Aquilio m 1545, dal quale si potrà godere,
tempo permettendo, un bel panorama sulle cime della Lessinia, del Baldo e del Gruppo del
Carega. Qual miglior luogo per la sosta pranzo.
Rientriamo a contrà Tommasi con il sentiero n. 250. Se il tempo, sia meteo sia crono, giocherà a
nostro favore, il poco lontano Ponte di Veglia ci vedrà attoniti spettatori delle sue meraviglie.
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Dal 15 al 22 giugno 2013
TREKKING SULL’ETNA
Abbiamo ormai perso la speranza di trovare qualcuno che, al ritorno, ci racconti le avventure e le
emozioni vissute.
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30 giugno 2013 SCHENON del LATEMAR – Dolomiti Settentrionali
Direttori di gita: Corrado Nichele – Guido Gasparotto
Dislivello m 1050 - Difficoltà EE - Ore di cammino 5.30 – Pranzo al sacco
Partenza ore 6,45 da Marostica – mezzi propri - Rientro ore 19.00
Dal Passo di Costalunga m 1741, per sterrata, si sale, attraverso prati, al bosco, dove diviene
sentiero fino a una radura con baito a quota m 1983. Si continua, per uscire dal bosco e affacciarsi
nella Val Zacarogn. Il sentiero risale tutto il fianco del vallone e, piegando a destra, termina alla
piccola forcella del Latemar m 2526. La traccia segnalata s’innalza a sinistra delle ghiaie e si porta
a sinistra del ripido versante Sud del Cornon. Qui, il percorso si svolge quasi orizzontalmente su
esili tracce o su roccette lisciate dall’uso (passi di I°), in esposizione, che richiedono attenzione e
passo sicuro. Dalla depressione della cresta sommitale tra il Cornon e lo Schenon, il sentiero torna
nuovamente comodo, raggiungendo in breve la sommità. Con percorso pianeggiante verso Ovest,
si può raggiungere la croce, con libro di vetta, posta su aereo pulpito sopra i precipizi settentrionali.
La discesa si effettua sullo stesso itinerario.
GRUPPO CAI BIKE
29-30 giugno 2013 CAMPO TURES – CORTINA - CALALZO
Ciclabile sull’ex ferrovia delle Dolomiti
Direttori di gita Eugenio Nicolli – Annalisa Barazzoni
1° giorno km. 41 – 2° giorno km. 65 (dislivello 650 m in salita – 720 m in discesa) di cui 25 sterrati
Primo giorno: ore 5.30 partenza da Sandrigo - ore 6.00 da Marostica – PULLMAN
Secondo giorno: rientro a Marostica alle 21.00
Dalla bella cittadina di Campo Tures m 874, posta alla confluenza della Val di Riva e della Valle
Aurina, ha inizio il nostro percorso, su bellissima ciclabile pianeggiante, fino alla città di Brunico m
865 e quindi, con leggera salita, a Dobbiaco m 1245. Prenderemo ora il tracciato dell’ex ferrovia
delle Dolomiti per raggiungere il passo Cima Banche m 1530 e, a seguire, l’abitato della “perla”
delle Dolomiti, Cortina m 1211. Proseguendo sullo stesso tracciato, incontreremo S. Vito, Borca,
Vodo, Venas, Valle, Tai e Pieve di Cadore, per concludere a Calalzo m 809.
A T T E N Z I O N E!!!
a) Chiusura iscrizioni 30.06.2013 escursione “Traversata delle Grigne” del 13-14/07/2013.
Posti limitati.
b) Chiusura iscrizioni 31.07.2013 escursione “Sentiero Ceria Merlone” del 07-08/09/2013.
Posti limitati.
La redazione informa i GRUPPI che devono attivarsi al fine di predisporre i PROGRAMMI 2014
per la pubblicazione del libretto.
Autorizzazione del Tribunale di Bassano del Grappa del 10.07.1974 n. 3/74 del registro
Direttore responsabile: Sandro Vido – Direttore: Antonio Gusi – Edito da C.A.I. Sez di Marostica
Orari apertura sede di Marostica: martedì e giovedì dalle ore 20,30 alle ore 22,00 -Tel. e fax 0424/470952
E-mail [email protected] – sito www.caimarostica.it - Stampa in proprio – Abbonamento annuo € 1,00
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n.4 - CAI Marostica e Sandrigo