sabato 21 luglio ore 21,15 chiesa di San Francesco MILLE VOCI UNO STRUMENTO: dal mottetto al musical, da Vivaldi a Bernstein, da Broadway al West End. Coro Polifonico Icense - Mercatello Guerrino Parri . . . . . . . . . . . . . . . . . . direttore Lorenzo Antinori . . . . . . . . . . . . . .organista Antonio Vivaldi (1678-1741) dal Gloria in re maggiore RV 589 - Gloria in excelsis Deo Gregor Aichinger (1564-1628) - Regina Coeli Johann Sebastian Bach (1678-1741) dalla cantata Herz und Mund und Tat und Leben BWV 147 - Jesus bleibet meine Freude Ennio Morricone (1928) arr. Paulo Rowlands - Angele Dei (Gabriel's Oboe) Domenico Bartolucci (1928) - Sicut Cervus Coro Filarmonico Rossini - Pesaro Roberto Renili . . . . . . . . . . . . . . . . . . direttore Alessio Paolizzi . . . . . . . . . . . . . . . . . .pianista Leonard Bernstein (1918-1990) da West Side Story - New York, Winter Garden Theater, 1957 - Tonight - I Feel Pretty - Maria - America Andrew Lloyd Webber (1914-1982) da The Phantom of the Opera - Londra, Her Majesty's Theatre, 1986 - The Phantom of the Opera da Evita - Londra, Prince Edward Theatre, 1978 - Don't Cry for Me, Argentina da Jesus Christ Superstar - New York, Mark Hellinger Theatre, 1971 - Jesus Christ Superstar da Cats - Londra, New London Theater, 1981 - Memory 12 a rassegna corale Mille voci uno strumento, che da qualche anno mancava nella stagione concertistica estiva per l’impegno profuso dal Coro Polifonico Icense nel concerto sinfonico ferragostano da tenere assieme all’orchestra, torna in questo 2012 all’interno del nostro cartellone; anzi ad aprirlo. È infatti sembrato indispensabile, oltre che festeggiare il bicentenario della formazione bandistica locale, mettere in luce un altro risultato della cultura musicale diffusa propria dell’Alto Metauro; quel canto corale che riesce a mettere insieme persone totalmente diverse, con differenti interessi, ideali e preparazioni. Un amalgama che, visto lo spirito puramente dilettantistico dei componenti, richiede un impegno particolarmente gravoso al paziente e meticoloso direttore, Maestro Guerrino Parri, così come agli stessi coristi che, con impegno e abnegazione, si preparano ai sempre più numerosi e appaganti impegni che spesso li vedono abbinati con altre formazioni polifoniche dai differenti livelli artistici e dai variegati repertori. Il bisogno ed il piacere di confrontarsi e misurarsi con gli altri, caratteristica che ritroveremo anche la settimana seguente con le bande musicali, è forse il momento di crescita più significativo per un coro, tanto più se ha l’occasione di ritrovarsi, come questa sera, con una compagine prestigiosa: il Coro Filarmonico Rossini di Pesaro. L Un coro della città più grande e capoluogo della provincia assieme ad altro di una delle cittadine più piccole, un coro di mare con uno dell’estremo entroterra; una festa corale e musicale che abbraccia e fa crescere veramente tutta la Provincia Bella, che pur nelle apparenti differenze si ritrova fondamentalmente unita negli interessi, negli ideali e nel bagaglio culturale. Il programma della serata, dopo una breve ma intensa introduzione del Coro Polifonico Icense, sarà incentrato dal Coro Filarmonico Rossini su di un genere musicale che poche volte ha trovato spazio nella nostra rassegna: il Musical. Questo tipo di rappresentazione teatrale, abbondantemente riproposto e sviluppato dal cinema e da noi noto come commedia musicale, unisce alla recitazione la musica, il canto e la danza; una sorta di derivato dei generi dell’opera, del balletto e dell’operetta, rivisti e riadattati per i teatri statunitensi, per gusti più moderni e per poter attrarre i numerosi immigrati che tra Otto e Novecento approdavano in Nord America senza ancora comprenderne la lingua. La struttura del musical permette infatti a qualsiasi spettatore di seguire agevolmente la storia, che traspare chiaramente e affascina come un varietà. A chi non è mai capitato di farsi prendere dalla trama di un musical in televisione o al cinema senza capire una sola parola delle parti cantate? Da New York, e più precisamente dai teatri di Broadway, nasce una tradizione che si diffonderà a macchia d'olio, portando la cultura del musical anche in Europa, dove negli anni ’20 del Novecento alcuni spettacoli cominciano a raggiungere, per ovvie affinità nella lingua, le sale del West End a Londra; città destinata a diventare la capitale europea del genere teatrale. Proprio da Broadway e dal West End hanno inizio le fortunate messe in scena dei celeberrimi musical proposti dal coro pesarese e universalmente conosciuti grazie alle trasposizioni cinematografiche e alle possibilità tecnologiche da loro offerte per doppiaggi e sottotitoli. West Side Story, nel genere probabilmente lo spettacolo più conosciuto, debuttò a Broadway il 26 settembre 1957. Leonard Bernstein Dopo 732 repliche e la successiva tournée, nel 1961 uscì in versione cinematografica aggiudicandosi, come mai era successo per un film musicale, dieci meritatissimi Academy Awards (Oscar), tra cui quello come miglior film. Il tema tragico che si rifà al più classico Romeo e Giulietta di William Shakespeare, deve gran parte del successo alle popolarissime musiche scritte dal geniale compositore e direttore d’orchestra statunitense Leonard Bernstein, che sottolineano magistralmente la tensione e le istanze sociali esistenti fra i gruppi etnici contrapposti protagonisti della storia (americani e portoricani), e l’osteggiato amore degli sfortunati Tony e Maria, vissuto all’ombra degli opprimenti palazzoni dell’Upper West Side newyorkese. Andrew Lloyd Webber Alla corrente europea del musical appartengono invece le composizioni di Andrew Lloyd Webber, autore londinese di grande successo capace di esportare dal West End a Broadway e in tutto il globo, numerose produzioni divenute punti di riferimento irrinunciabili del genere. Ne è un esempio è The Phantom of the Opera (Il Fantasma dell'Opera), liberamente ispirato all'omonimo romanzo di Gaston Leroux, che racconta l'amore disperato per una giovane soprano di un geniale musicista dal volto sfigurato che, agli inizi del Ventesimo secolo, vive nascosto nei sotterranei dell'Opéra di Parigi. Messo in scena per la prima volta il 9 ottobre 1986 all'Her Majesty's Theatre di Londra, ha visto susseguirsi numerosissime riprese ovunque, compresa una cinematografica del 2004, anche se per testimoniarne lo strabiliante successo è sufficiente ricordare che dal debutto non sono mai cessate le repliche nel teatro del West End, dove nel 2010 si è festeggiata la decimillesima replica. Ma Lloyd Webber non era certo al suo primo trionfo; già nel 1978 il successo aveva arriso al suo musical Evita, divenuto anch’esso un film nel 1996, con protagonista Madonna. La storia questa volta è ispirata a un personaggio autentico: Evita Perón, moglie del presidente argentino Juan Domingo Perón. Lo spettacolo originale, che ha chiuso le sue repliche londinesi nel 1986 dopo 2900 esecuzioni, è ricordato soprattutto per la popolarità del brano: Don't Cry for Me, Argentina, cantata dalla protagonista, dal balcone della Casa Rosada, il giorno della proclamazione a presidente del marito. Ancora precedente, 1971, è il celeberrimo e più rockettaro Jesus Christ Superstar, ispirato all'ultima settimana di vita di Gesù, narrata dal punto di vista di Giuda Iscariota. Dopo il debutto a Broadway il musical, nonostante le polemiche, divenne come i precedenti un film (1973), mentre la produzione londinese dello spettacolo proseguì ininterrottamente per otto anni. Chiudiamo la carrellata sulle opere di Lloyd Webber con Cats, altro musical da inserire fra i più grandi successi di tutti i tempi per longevità, spettatori e incassi. Basato su una raccolta di poesia con protagonisti dei gatti, lo spettacolo è andato in scena a Londra dall'11 maggio 1981 all’11 maggio 2002, oltre che in altri 25 paesi del mondo dove è stato fin di recente riproposto, trovando il suo punto di forza nel brano che ascolteremo per salutarci: Memory, trasposizione in musica delle strofe scritte da Thomas Stearns Eliot e incise da circa 150 cantanti diversi nel mondo. 15