14 ESTERI il Giornale Sabato 17 gennaio 2009 le storie __ Il dolore di Cuneo già in ansia per le suore rapite Nadia Muratore Cuneo C'è una lampada che arde, nellapiccolachiesadiBoves,accanto alla foto di Maria Teresa Olivero e Caterina Giraundo, le due suore cuneesi rapite in Kenya il 9 novembre dell'anno scorso. «Prego per Rinuccia e Teresa - spiega don Bruno Mondino -. Il mio cuore è con loro, maognigiornochepassasonosemprepiùpreoccupatoperlelorocondizioni di salute». E la preoccupazione è aumentata ancora di più quando ieri si è avuta la notizia della morte di padre Giuseppe Bertaina, originario di Madonna dell'Olmo - una frazione alla periferiadiCuneo-dovevivonoancoraalcunideisuoifamiliari.Aottobre aveva festeggiato i suoi 81 anni e lo storico traguardo di mezzo secolo trascorso in missione nel territorioafricano, doveoperavafindalla sua ordinazione. Da tempo non rientrava a Cuneo, avrebbe dovuto farlo per Natale ma all'ultimo aveva preferito rimandare. Nelle sporadiche e disturbate telefonate, più volte aveva detto di essere preoccupato per il crescere delle tensioni e di non sentirsi più tranquillo tra quel popolo che amava tanto e al quale ha dedicato tutta la sua vita. L'ultima volta che era rientrato nella piccola frazione cuneese, è stato due anni fa, per festeggiare con i familiari il suo ottantesimo compleanno.A dare la triste notizia dellasuamorteèstatalasorellaCarla, che ha telefonato al nipote Carlo Cometto e a sua moglie Ines. «È una tragedia - hanno commentato tra le lacrime- ma nostrozio non sarebbe mai tornato a esercitare il sacerdozio qui in Italia, era troppo forte la sua passione per l'Africa». «Più volte - proseguono - si era detto preoccupato perché temeva lo scoppiare imminente di conflitti armati», anche se il nipote aggiunge di averlo sentito più sereno ultimamente: «La situazione sembrava migliorata, non ci aspettavamo una notizia così drammatica». Aunamanciatadichilometri di distanza ci sono altre persone che sperano in una telefonata. Sono gli amici e i familiari di Maria Teresa Olivero e Caterina Giraundo, le suore da giorni in mano ai rapitori. «Teresa e Rinucciasonolamiafamiglia - spiega Franco Ramello, uno dei tanti bambini cresciuti con le religiose - e per farle tornare sono disposto a propormi come ostaggio. Non capiamo però la differenza tra questo rapimento e quellodeicosiddetti"volontari"delle Ong, di cui si parla così tanto da trasformare una vicenda tragica in una sorta di Grande Fratello». UNA VITA NELLA FEDE Padre Giuseppe Bertaina (81 anni) con Papa Giovanni Paolo II nel 2001. Nell’immagine in basso Caterina Giraudo, una delle due suore rapite in Kenya CRIMINALITÀ A NAIROBI Missionario italiano ucciso in Kenya Legato e soffocato per pochi soldi Padre Giuseppe Bertaina, originario del cuneese, morto durante una rapina nell’istituto che aveva fondato. Sospetti su un ex studente Fausto Biloslavo I due assassini volevano i soldi, ma quel vecchio prete che viveva in Kenya da 40 anni si è messo di traverso. Prima lo hanno picchiato e poi imbavagliato, perché non chiedesse aiuto. È morto così, probabilmente soffocato dal bavaglio, padre Giuseppe Bertaina. Un missionario comboniano della Consolata di 81 anni, una quercia della fede in Africa. PadreBertainanonvoleva saperne di andare in pensione ed era rimasto afare l’economo dell’Istitutodifilosofia,cheavevacontribuito a fondare. In Kenya era di casa.Langata, un sobborgo a una ventinadichilometridiNairobi dove è avvenuto l’omicidio, veniva considerato un posto abbastanza sicuro. Invece ieri mattina, fra le 11 e mezzogiorno (le 10 in Italia), due ladri hanno fatto irruzione nell’ufficio di padre Bertaina durante l’orario di lezione. L’ufficio è al primo piano. Studenti e professori erano già nelle aule al piano terra. Nonsisonoaccortidinulla,comeprobabilmente avevano pianificato i ladri assassini. Padre Bertaina è stato prima malmenato, poi legato e imbavagliato. «Non si sa ancora se sia morto soffocato dal bavaglio o sia stato strangolato», ha dichiarato padreGiuseppeEttori,unconfratellodellavittima. I due criminali devono aver arraffato tutto quelloche potevano, anche se non c’erano contanti. «Siamo all’inizio del trimestre e i ladri avrannopensatoditrovarenellasededell’istituto le quote di iscrizione degli studenti, senza sapere che i pagamenti vengono effettuati tramite assegni» ha spiegato all’agenzia missionaria Misna padre Luigi Anataloni. Il cadavere del missionario è stato scoperto da uno dei 300 studenti dell’Istituto, che si era recato in amministrazione per chiedere dei documenti. I ladri, LE SUORE Aperto un canale ufficiale per la liberazione di Caterina Giraudo e Teresa Olivero, sequestrate più di due mesi fa non trovando contanti, hanno preso quello che capitava a tiro compreso un libretto di assegni. Errore fatale, perché la polizia ha arrestato una donna, che sembra girasse con un parte della refurtiva. Il portavoce degli agenti, Eric Kiraithe, ha spiegato che la donna è sotto interrogatorio perché «aveva un libretto di assegni intestato al sacerdote». E tra i sospetti c’è anche un ex studente che era stato cacciato dalla scuola. Padre Bertaina è originario di Madonna del- l’Olmo, in provincia di Cuneo. Ordinato sacerdote nel 1951 ha seguito la vocazione di missionario in Kenya nel campo dell’istruzione. Preside al St Mary’s Secondary School di Nyeri e all’Istituto tecnico di Sagana, dall’inizio degli anni ‘90 ha contribuito alla fondazione dell’Istituto di filosofia dove è stato ucciso. «Un grave episodio di cronaca nera sintomatico del malessere sociale in cui versa non solo Nairobi, ma la maggiorparte dellegrandi cittàafricane», haosservato padre Giulio Albanese. «Le persone rubanopersbarcareillunario»,dichiarailsacerdote. A Langata, dove è avvenuto l’omicidio, esiste una forte concentrazione di istituti religiosi. La zona viene considerata relativamente tranquilla,maultimamentesonosortinuoviagglomerati di baracche. «Purtroppo gli omicidi a scopo di rapina sono un fenomeno in continua crescita», denuncia padre Ettori. Ieri si è invece aperto uno spiraglio di speranza per le due suore, MariaTeresa Olivero eCaterina Giraudo, rapite il 9 novembreinKenyaeportate inSomalia.Secondo Misna è stato attivato un canale ufficiale, con l’avallodelgovernoitaliano,perportareatermine i negoziati per la loro liberazione. Le due suore stanno bene e godrebbero di una limitata libertà di movimento nei dintorni di Mogadiscio, dove sarebbero tenute in ostaggio. www.faustobiloslavo.com FILIPPINE Una guardia licenziata tra i rapitori del tecnico della Croce Rossa Avrebbe fatto da basista per il sequestro dei tre volontari della Cri. Ancora nessun contatto per il rilascio degli ostaggi Una guardia carceraria, appena licenziata, è il basista del rapimento dei tremembridellaCrocerossainternazionalesequestratiduegiornifanelleFilippine. Fra questi l’italiano Eugenio Vagni,consideratounveteranodegliinterventi umanitari. I tre erano andati a visitare il carcere provinciale di Patikul, nell’isola di Jolo. Il sequestro è scattatoa poche centinaia di metri dall’uscita del carcere e sul posto è stata notata la guardia carceraria licenziata. «Era presente e si guardava intorno, quando è avvenuto il rapimento»harivelato ilgenerale NelsonAllaga. Comandantedeimarinesfilippininellazona èimpegnato nellericerche degli ostaggi. Il sindaco di Jolo, Amin Hussein,ha confermato che un'ex guardia è sotto inchiesta per coinvolgimento nel rapimento. «Lo conosco bene. È un uomo molto religioso - ha affermato Hus- sein -. Non penso che sia coinvolto, ma aspettiamo che la giustizia faccia il suo corso». In realtà c’è sotto qualcosa di grosso. La polizia sta investigando sul possibile collegamento fra il sequestro e la fuga, martedìscorso,di13prigionieri dalcarcere visitato dalla Croce rossa. Fra questi detenuti ci sarebbero anche terroristi di Abu Sayyaf, il gruppo armato legato ad Al Qaida. Il ministro della Difesa, Gilbert Teodoro, ha ricevuto informazioni sul trasferimentodegliostaggiversolacittadina di Talipao, nel centro dell’isola. Un’areadove sono statesegnalatele basi dei circa 350 armati di Abu Sayyaf. «Al momentononcisononovità.Stiamoancora cercando gli ostaggi e il luogo dove li tengono» ha dovuto ammettere il generale Allaga. Il sequestro potrebbe essere stato perpetrato da una banda di minori. Almeno sei sarebbero stati visti sul luogo del rapimento secondo notizie trapelate dalla Croce rossa filippina. Una pratica che prevede l’utilizzo di una banda di ragazzini. Poi gli ostaggi vengono ceduti al vero gruppo che ha ordito l’operazione. Enonmancanocollusioniinsospettabili. Lo scorso luglio, a Jolo, una banda di ragazzini, fra i 12 e i 17 anni, sequestrò la giornalista Cecilia Drilon di un’importante televisione locale, il cameraman Jimmy Encarnacion e il professore Octavio Ocampo. Secondo la GUERRIGLIERO Un miliziano islamico appartenente al gruppo di Abu Sayyaf, sospettato del rapimento del tecnico italiano Eugenio Vagni, fotografato nell’isola di Jolo polizia a commissionare il sequestro era stato il sindaco di Indanan, una città dell'isola,cheavrebbepoiintascatoparte del riscatto. Per i tre della Croce rossa accanto alle forze di sicurezza si sono mobilitate le milizie del Fronte di liberazione islamico Moro. Il gruppo storico e più forte delseparatismomusulmanonelsuddell’arcipelago.Inconflittocongliestremisti di Abu Sayyaf e in sofferte trattative con il governo i ribelli islamici cercheranno i tre ostaggi. «Faremo tutto ciò cheèpossibileperliberarlitenendopresente che la priorità è la loro incolumità», ha annunciato Muhammad Ameen, presidente del fronte Moro. Nel 2007 i miliziani islamici avevano collaborato con il governo nelle ricerche di padre GiancarloBossisequestratoper40giorni. FBil Russia Entro pochi anni basi navali nel Mediterraneo Mosca è a caccia di basi navali nel Mediterraneo e in pochi anni, forse anche a seguito dello sfratto della flotta del mar Nero dal porto ucraino di Sebastopoli nel 2017, potrebbe sbarcare in Siria, Libia e Yemen. L’annuncio è arrivato tramite una fonte anonima dello Stato maggiore della marina russa; è stato smentito dal portavoce della stessa marina IgorDigalo,ancheanome del ministero della Difesa, ma il giallo resta. Il vicecapo dello Stato maggiore delle forze armate Anatoli Nogovitsin ha infatti ammesso che «sono in corso trattative con governi stranieri», precisando solo che «è ancora presto per parlare dell’ubicazione di tali basi». Stati Uniti Obama saluta Bush: «Un uomo che ha preso decisioni giuste» In campagna elettorale gli aveva lanciato bordate pesantissime. Ora che i giochi sono fatti è il momento degli scambi di cortesie. Intervistato dalla Cnn, Barack Obama ha definito George W. Bush «un uomo buono», «che ama la sua famiglia e il suo Paese». Di più: per il nuovo presidente, Bush «ha preso le decisioni migliori chepoteva incircostanze estremamente difficili». Dalla rivalutazionedell’avversariostorico al gossip. Sempre alla Cnn, Obama ha annunciato di aver «convinto» i servizi segreti a lasciargli l’inseparabile Blackberry anche alla Casa Bianca: «Qualsiasi cosa scriverò in una mail potrebbe finire in tv. Penserò bene a cosa scrivo prima di premere il tasto invio».