Babel 6.Festival di letteratura e traduzione Bellinzona 15 – 18 settembre 2011 www.babelfestival.com Programma Babel 2011 giovedì 15 settembre venerdì 16 settembre 20.30 Cinema Forum cineBabel proiezione del documentario Arna’s Children di Juliano Mer Khamis, ucciso il 4 aprile scorso a Jenin. A seguire, discussione con Suad Amiry, Jamil Hilal, Maria Nadotti, Adania Shibli e altri ospiti. 18.00 Castelgrande Saluto e presentazione 18.30 Castelgrande Izzeldin Abuelaish e Mustafa Barghouthi (inglese e italiano) 21.00 Area barBabel Cena con gli autori Biglietti Un biglietto d’ingresso dà accesso a tutti gli incontri della giornata. Tessera Amici di Babel Fr. 150.-, 130 Euro Vale per i tre giorni, comprende un oggetto disegnato da Karim Forlin, l’iscrizione all’Associazione Babel per un anno, l’ultimo numero della rivista «Viceversa Letteratura» e un libro della Collana Babel delle Edizioni Casagrande (v.pp.25-26) Venerdì 16 L’incontro di apertura è gratuito. Dopo l’incontro: cena con gli autori (v.p.30). Prenotazione tel.: 0041(0)79 894 58 59 email: [email protected] Sabato 17 e domenica 18 Biglietto semplice: Fr. 20.-, 17 Euro (vale per l’intera giornata). Biglietto studenti/AVS: Fr. 15.-, 13 Euro (vale per l’intera giornata). Biglietto concerto Fr. 30.- (prima e seconda categoria), Fr. 20.- (terza e quarta categoria) Potete acquistare il biglietto del concerto in prevendita presso l'Ente turistico Bellinzona e dintorni, www.ticketcorner.ch e nei punti prevendita di Ticketcorner in Ticino. A Babel in treno Il festival Babel è facilmente raggiungibile in treno. Per orari e coincidenze www.ffs.ch e www.tilo.ch. 2 sabato 17 settembre domenica 18 settembre 9.00 – 00.00 Area barBabel Proiezione intervista di Babel a Daniel Barenboim 9.00 – 00.00 Area barBabel Proiezione John Berger legge Kanafani 9.30 Teatro Sociale Proiezione Nine Days in Wahat al-Salam documentario dell’artista Ahlam Shibli 9.30 Teatro Sociale Proiezione Blagues à part, film-documentario di Vanessa Rousselot 10.30 Teatro Sociale Jamil Hilal (inglese e italiano) 14.00 Teatro Sociale Susan Abulhawa (inglese e italiano) 16.00 Teatro Sociale Adania Shibli con Monica Ruocco (inglese/arabo e italiano) 18.00 Teatro Sociale Elias Khuri con Elisabetta Bartuli (inglese/arabo e italiano) 21.30 Teatro Sociale Concerto West-Eastern Divan Orchestra (quartetto d'archi) 10.30 Teatro Sociale Fatina al-Garra con Simone Sibilio (arabo e italiano) 14.00 Teatro Sociale Elias Sanbar legge Mahmoud Darwish (francese/arabo e italiano) 16.00 Teatro Sociale Mourid Barghouthi con Isabella Camera d’Afflitto (inglese/arabo e italiano) 17.30 Teatro Sociale Suad Amiry con Maria Nadotti (inglese e italiano) 19.00 Area barBabel Finale al barBabel Traduzioni simultanee dall’inglese all’italiano di Marina Astrologo. Rete Due a Babel: in diretta da Palazzo Civico sabato 17 settembre, dalle 10 alle 12 con «Moby Dick», e in pomeriggio con le interviste agli ospiti di Babel. Le proiezioni e le riprese sono curate da CISA, Conservatorio Internazionale di Scienze Audiovisive. 3 La parola oltre i confini Izzeldin Abuelaish e Mustafa Barghouthi p. 7 Jamil Hilal p. 8 Susan Abulhawa p. 9 Adania Shibli con Monica Ruocco p. 10 Elias Khuri con Elisabetta Bartuli p. 11 Fatina al-Garra con Simone Sibilio p. 12 Elias Sanbar p. 13 Mourid Barghouthi con Isabella Camera d'Afflitto p. 14 Suad Amiry con Maria Nadotti p. 15 Proiezioni p. 16 Nine Days in Wahat al-Salam di Ahlam Shibli Blagues à part di Vanessa Rousselot Video-intervista di Babel a Daniel Barenboim John Berger legge Lettera da Gaza di Gassan Kanafani Sotto tregua Gaza di Maria Nadotti Oltre i confini della parola artBabel p. 18 Concerto West-Eastern Divan Orchestra p. 19 cineBabel p. 21 Arna's Children di Juliano Mer Khamis e Danniel Danniel p. 22 extraBabel extraBabel Svizzera p.24 extraBabel Italia p.24 extraBabel Polonia p.25 Collana Babel delle Edizioni Casagrande p. 25 I libri Babel di Cascio editore p. 26 Settore ricerca Workshop di traduzione letteraria p. 27 Workshop di traduzione per il cinema p. 28 Biblioteca di Babel p. 29 Simposio svizzero per traduttrici e traduttori letterari p. 29 Settore scuole p. 30 I luoghi del festival p. 30 Contatti, partner e sponsor p. 31 4 La parola oltre i confini Nel 2011 la ricerca del festival Babel sulle identità divise, le province degli imperi e le lingue salvate tocca un limite estremo: ospite del festival è la Palestina. Babel invita scrittori cisgiordani, di Gaza, palestinesi di Israele e della diaspora, che scrivono in inglese, in arabo e in francese. In questa sua sesta edizione Babel ospita le lingue e le culture frammentate e sparse che, persa la terra delle Scritture, abitano la terra della scrittura. Anche se da oltre mezzo secolo la Palestina è costantemente sotto i riflettori dei media, poco si conosce di quello che creano gli scrittori, gli artisti, i registi e i musicisti palestinesi: la vitalità, la misurata reticenza e lo humour con cui reagiscono alle mutilazioni territoriali, culturali o linguistiche. Gli autori invitati a pronunciare la «Parola oltre i confini» sono: Izzeldin Abuelaish, candidato al Nobel per la pace 2010, autore del libro-testimonianza Non odierò; Susan Abulhawa, autrice di Ogni mattina a Jenin, recentissimo caso letterario internazionale; Suad Amiry, scrittrice e architetto, dirompente, esilarante e amara; Mourid Barghouthi, poeta e narratore, uno dei maggiori scrittori arabi viventi; Mustafa Barghouthi, attivista democratico, candidato alla presidenza palestinese nel 2005 e motore di svariati progetti culturali in Palestina; Fatina al-Garra, giovane poeta di Gaza, tradotta 5 per la prima volta in italiano da Babel; Jamil Hilal, sociologo, autore di testi fondamentali per comprendere la questione palestinese; Elias Khuri, autore della Porta del sole, l’affresco più coraggioso e complesso della Palestina del secondo Novecento; Adania Shibli, una delle voci più originali e calibrate della giovane letteratura in lingua araba. Inoltre Babel invita, di persona o in collegamento video, Daniel Barenboim, John Berger e Elias Sanbar a evocare la presenza di tre fantasmi, Edward Said, Ghassan Kanafani, Mahmoud Darwish, coloro che hanno posto la Palestina nel cuore del mondo e portato il mondo nel cuore della Palestina. 6 La sesta edizione di Babel si apre con la testimonianza di due medici palestinesi, due importanti figure di pace. Izzeldin Abuelaish Mustafa Barghouthi « Quel giorno eravamo tutti in casa: i miei otto figli, i miei fratelli, le loro famiglie. Dove potevamo andare se neppure ospedali e moschee venivano risparmiati dai bombardamenti? Giocavo con Abdullah quando ho sentito l’esplosione nella stanza delle ragazze. Ho perso le mie figlie, e nonostante la rabbia e lo sconcerto, so che non odierò ». da I. Abuelaish Non odierò, traduzione di Linda Rosaschino, Piemme Izzeldin Abuelaish Nato in un campo profughi nella striscia di Gaza, laureato in medicina al Cairo e specializzatosi in ostetricia all’ospedale Soroka di Israele, è stato il primo medico palestinese accolto in un ospedale israeliano. La medicina ha fatto da ponte tra frontiere e lo ha trasformato in un uomo di pace. Nel suo libro narra la vita dura della sua giovinezza, il matrimonio, la nascita dei figli, poi la morte della moglie e la tragedia della granata israeliana che durante l’Operazione piombo fuso uccide tre delle sue figlie. Abuelaish, candidato al Nobel per la pace, è diventato un simbolo della sofferenza di Gaza e della capacità di perdonare. «Questa storia è una lezione necessaria contro l’odio e la vendetta». Elie Wiesel, Nobel per la pace Mustafa Barghouthi Vive e lavora a Ramallah. È medico e segretario del movimento Al Mubadara, fondato nel 2002 insieme a personalità come Edward Said e Ibrahim Dakkar. Nel 2005, in opposizione ad Abu Mazen, si è candidato alle elezioni per la presidenza dell’Autorità palestinese facendosi portavoce di istanze laiche e non violente. Le edizioni Nottetempo hanno pubblicato l’intervista Restare sulla montagna, in cui Barghouthi racconta la sua esperienza di medico a Gerusalemme, fino al momento in cui decide di andare di persona a cercare e curare i malati nei campi profughi, e il passo successivo verso la militanza politica. venerdì 16 settembre Castelgrande ore 18.00 Incontro preceduto dall’apertura ufficiale del festival e seguito dalla cena con gli autori al barBabel (v. p.30). 7 Jamil Hilal « La scena politica palestinese, dopo 40 anni di occupazione militare e 60 di al-shatat, a partire dalla Nakba del 1948, sta oggi vivendo mutamenti drammatici e contraddittori. Non sarà facile per un movimento di emancipazione palestinese ricrearsi secondo un nuovo discorso e una nuova strategia, capaci di mobilitare i palestinesi nelle tante e sparse comunità e di inviare un messaggio di coesistenza con gli ebrei dentro una Palestina unificata. La riunificazione della Palestina in uno Stato democratico e pluralista è la risposta alla pulizia etnica che i palestinesi hanno subito nel 1948 e alla distruzione della loro società, che continua sotto il colonialismo militare. Ma questa è anche l’unica via di uscita che gli israeliani hanno dalla trappola dell’isolamento etnico, dall’istituzionalizzazione di un sistema di Apartheid e dalla continua oppressione di un altro popolo ». da Palestina. Quale futuro? La fine della soluzione dei due stati, traduzione di Antonella De Palma, Jaca Book Jamil Hilal Sociologo palestinese, ha curato Palestina quale futuro? La fine della soluzione dei due Stati e, con Ilan Pappe, Parlare con il nemico. Narrazioni israeliane e palestinesi a confronto, ed è autore di Il sistema politico palestinese dopo Oslo e La formazione della élite palestinese. Ha collaborato a The Palestinian Poverty Report, partecipa a progetti di ricerca presso l’università di Birzeit, l’istituto palestinese per lo studio della democrazia ed è membro della redazione del «Journal of Palestine Studies». sabato 17 settembre Teatro Sociale ore 10.30 8 Incontro preceduto dalla proiezione di Nine Days di Ahlam Shibli (v. p. 16) Susan Abulhawa « In un tempo lontano, prima che la storia marciasse per le colline e annientasse presente e futuro, prima che il vento afferrasse la terra per un angolo e le scrollasse via nome e identità, prima della nascita di Amal, un paesino a est di Haifa viveva tranquillo di fichi e olive, di frontiere aperte e di sole ». da Ogni mattina a Jenin, traduzione di Silvia Rota Sperti, Feltrinelli Susan Abulhawa È nata da una famiglia palestinese in fuga dopo la Guerra dei Sei giorni e ha vissuto i suoi primi anni in un orfanotrofio di Gerusalemme. Adolescente, si è trasferita negli Stati Uniti, dove si è laureata in Scienze biomediche e ha avuto una brillante carriera nell'ambito della medicina. Autrice di numerosi saggi sulla Palestina, per cui è stata insignita nel 2003 del premio Edna Andrade, ha fondato l'associazione Playgrounds for Palestine, che si occupa dei bambini dei Territori occupati. Ogni mattina a Jenin è il suo primo romanzo, ma che Abulhawa scrive per la seconda volta. Bestseller internazionale, è in corso di pubblicazione in ventidue paesi. «Questa è la storia di una famiglia araba lungo i sessant'anni del conflitto israelo-palestinese. Anche se racconta di tragici lutti e indicibili dolori, questa è una storia d'amore – l'amore tra un contadino e la sua terra; tra una madre e i suoi figli; tra un uomo e una donna; tra amici. Ho messo il mio cuore in ogni pagina di questo romanzo: spero che Ogni mattina a Jenin tocchi i vostri cuori e le vostre menti, che vi ricordi la nostra comune umanità». Susan Abulhawa «Una storia che mi ha toccato emotivamente come solo i grandi romanzi possono fare». Henning Mankell sabato 17 settembre Teatro Sociale ore 14.00 9 Adania Shibli Monica Ruocco « Tra il sonno della casa e quello della ragazzina c’è solamente la notte. Le uniche a essere rimaste sveglie sono le stelle, le luci della strada e le terrazze vuote. Traccia delle linee tra i punti di luce, provando a leggerle. Sopra queste parole, oppure sotto, spuntano le vocali come stelle cadenti. Rapida e lieve come una stella cadente, ruba i diari delle sorelle per leggerli e scrivervi, ogni notte, per ogni sorella, le parole delle stelle, senza che questo influisca sul castigo quotidiano del silenzio perpetuo ». da Sensi, traduzione di Monica Ruocco, Argo editrice Adania Monica Shibli Ruocco Nata nell’Alta GaProfessore di linlilea nel 1974, in gua e letteratura un villaggio all’inaraba all’università terno del confine di Palermo, si ocisraeliano, vive attualmente tra Lon- cupa di narrativa e di drammaturgia dra e Ramallah. Dopo aver compiuto araba. I suoi interessi spaziano dalla studi in comunicazione e giornali- produzione narrativa a quella teatrale smo, lavora nel campo delle arti visi- dei paesi del Vicino Oriente e del Maghve e collabora con importanti istitu- reb, e i suoi saggi sono pubblicati in zioni culturali palestinesi come al- Italia e all’estero. Consulente editoriaHakawati Theater di Gerusalemme e le e traduttrice di narrativa e letteratuil Sakakini Cultural Center di Ramal- ra drammatica araba, ha tradotto aulah. Scoperta da autori come Mah- tori come Sa‘d Allah Wannus, ‘Abd almud Darwish, sulla cui rivista «al- Rahman Munif, Muhammad Barradah, Karmil» pubblica i primi racconti, Ghada al-Samman, Yousef al-MohaiAdania Shibli è una delle voci più in- meed, Iman Humaydan Younes, Adateressanti della giovane letteratura in nia Shibli e Mourid Barghouthi. lingua araba. I suoi lavori sono tradotti in numerose lingue; Sensi è stato premiato dalla fondazione A.M. Qattan come migliore opera prima. sabato 17 settembre 10 Teatro Sociale ore 16.00 Elias Khuri Elisabetta Bartuli « È morta Umm Hasan. Ho visto gente che correva all’impazzata nei vicoli del campo. Ho sentito che piangevano. Uscivano di casa, chinavano il capo per raccogliere le lacrime e correvano via. È morta Nabíla, la moglie di Mahmúd Qàsimi, la madre di tutti noi. La chiamavamo tutti “mamma” perché chiunque sia nato nel campo profughi di Shatila quando è uscito dalle viscere di sua madre è caduto direttamente nelle sue mani. Anch’io. Sono caduto nelle sue mani e, il giorno in cui è morta, mi sono messo a correre ». da La porta del sole, traduzione di Elisabetta Bartuli, Einaudi Elias Khuri È nato a Beirut nel 1948 e ha combattuto nella guerra civile libanese. È cittadino palestinese onorario. Autore di numerosi romanzi, pièce teatrali e volumi di saggi, è una delle personalità di punta in ambito intellettuale e politico libanese. La porta del sole è considerato il primo romanzo che racconta il popolo palestinese dal '48 ad oggi: la storia collettiva con le sue battaglie, ma anche un mosaico di storie individuali nutrite di vita quotidiana, sogni, amori, passioni e sensualità. «Elias Khuri inventa una memoria polifonica per le centinaia di migliaia di palestinesi che hanno dovuto lasciare la loro terra nel 1948» Le Monde Elisabetta Bartuli È nata al Cairo e vive a Vicenza. Si occupa di letteratura araba contemporanea, traduzione dall’arabo, dialogo transculturale, questione femminile nelle società musulmane e Islam contemporaneo. Cura le pagine di cultura araba dell’«Indice». Tra i vari autori arabi tradotti: J.Douaihy, M.Zafzaf, M.Darwish e Khuri (Yalo, Facce bianche, La porta del sole, tutti per Einaudi). Tra i libri curati: Primavere. Per una Siria democratica e un Libano indipendente e L’infelicità araba di S.Kassir; Karawan, dal deserto al web e Islam e democrazia di F.Mernissi; Sole Nero. Gli anni di piombo del Marocco, Egitto Oggi, Rose del Cairo, Racconti di scrittrici egiziane. sabato 17 settembre Teatro Sociale ore 18.00 11 Fatina al-Garra Simone Sibilio « 1. Rischio insensato, la libidine porta a baruffe da strada. 3. Una città maledetta, la voce del mare ride beffarda la luna l’acqua l’unica a conoscere il mistero di chi annega l’onda maestra d’improvvisazione ». da Poesie, traduzione di Simone Sibilio, Babel/Cascio editore Fatina al-Garra Nata a Gaza, ha lavorato come presentatrice televisiva, e a diversi progetti per la difesa dei diritti della donna palestinese. Le ripetute minacce ricevute da Hamas per aver preso la difesa della donna mediante la parola l’hanno costretta all’esilio, nel 2008 in Egitto, e dal 2009 in Belgio. Ha pubblicato tre libri di poesia ed è già tradotta in alcune lingue europee. La sensualità che impregna le sue poesie è un modo per dare voce al corpo, che sia una porta per l’anima. Babel e Cascio editore pubblicano la sua prima silloge di poesie tradotta in italiano. In collaborazione con «Viceversa Letteratura» 12 Simone Sibilio I suoi ambiti di interesse sono la letteratura araba contemporanea, i rapporti tra la poesia araba e quella occidentale, il rapporto tra musica e poesia, e tra poetiche e traduzione, l’impegno civile e sociale in letteratura e la questione palestinese. Docente di lingua e cultura araba presso la Luiss e consulente RAI. Come traduttore ha pubblicato In un mondo senza cielo. Antologia della poesia palestinese del ‘900 e Canti d’Africa: Muhammad al-Fayturi. Al momento lavora a un volume sulle rivoluzioni nordafricane in uscita per Mondadori nel settembre 2011. domenica 18 settembre Teatro Sociale ore 10.30 Incontro preceduto dalla proiezione di Blagues à part di Vanessa Rousselot (v. p. 16) Elias Sanbar legge Mahmoud Darwish « Qui / Siamo qui, in piedi. Seduti, qui. // Sempre qui. / Qui, in eterno. / Abbiamo uno scopo soltanto: / essere qui. // E dopo, saremo in disaccordo su tutto: // In disaccordo sull’immagine della bandiera nazionale / (faresti meglio, popolo mio, / a scegliere il simbolo umile dell’asino). // In disaccordo sulle parole del nuovo inno / (faresti meglio a scegliere / il canto di nozze delle colombe).// In disaccordo sui doveri delle donne, / (faresti meglio a mettere una donna / a capo dei servizi di sicurezza). // In disaccordo sulla percentuale, / sul generale, e sul particolare. //Saremo in disaccordo su tutto. // Abbiamo soltanto uno scopo: / essere qui. // E poi, ciascuno troverà l’occasione / per scegliersi uno scopo ». da Mahmoud Darwish, Stato d’assedio, traduzione di L.Mohamed e E.Volterrani, in E.Sivan e M.Khleifi, Route 181. Frammenti di un viaggio in Palestina-Israele, Bollati Boringhieri Elias Sanbar Nato in Palestina 1993 al ’96 è stato a capo della delenel 1947, si sposta gazione palestinese per la negoziacon la famiglia in zione dei rifugiati, è membro del ConLibano l’anno do- siglio nazionale palestinese, del copo quando viene proclamato lo Stato mitato del Tribunale Russel per la Padi Israele. Studia a Parigi dove inse- lestina, ed è l’ambasciatore della Pagna Diritto internazionale, poi si spo- lestina all’Unesco. È stato grande sta in Libano e negli USA. È cofonda- amico di Mahmoud Darwish, di cui ha tore della «Revue d’études palesti- tradotto l’opera completa in francese, niennes». Ha partecipato alle nego- a detta di Darwish, a volte meglio ziazioni bilaterali a Washington, dal dell’originale. In collaborazione con Centre de Traduction Littéraire de Lausanne domenica 18 settembre Teatro Sociale ore 14.00 13 Mourid Barghouthi Isabella Camera d’Afflitto « Il soldato con la kippa non sembra per niente confuso, e il suo fucile è scintillante. Il suo fucile è la mia storia personale. È la storia della mia ghurba. Il suo fucile ci ha portato via la terra della poesia per lasciarci la poesia della terra. Nel suo pugno la terra, nei nostri pugni un miraggio ». da Ho visto Ramallah, traduzione di Monica Ruocco, Ilisso Mourid Isabella Barghouthi Camera d’Afflitto Uno dei maggiori Arabista, tra i masscrittori di lingua simi studiosi della araba, ha pubblilingua araba, docato 12 libri di pocente di Lingua e esia e ottenuto svariati premi, tra cui letteratura araba alla Sapienza di il Palestine Award for Poetry. Il suo Roma e all’Orientale di Napoli, ha svolromanzo Ho visto Ramallah, che rac- to un lavoro fondamentale per la diffuconta il primo ritorno in Palestina sione della letteratura araba in Italia. dopo trent’anni di esilio, è stato salu- Tra le sue pubblicazioni ricordiamo tato da Edward Said come «uno dei Narratori arabi del Novecento, Lettemigliori resoconti esistenziali dello ratura araba contemporanea e Cento spaesamento palestinese», da John anni di cultura palestinese. È stata Berger come «un libro da tenersi ap- insignita dei premi Grinzane Cavour presso, composto di ricordi indimen- e San Gerolamo per la traduzione. ticabili, rivelazioni affilate, storie dagli occhi chiusi, nessuna conclusione, solo l’appassionato dolore dell’esilio, raccontato da un vero poeta» e per l’«Independent» è tra i migliori 50 libri degli ultimi 10 anni. 14 domenica 18 settembre Teatro Sociale ore 16.00 Suad Amiry Maria Nadotti « “Ma tu non sei la ‘tipica’ donna araba o musulmana”. “Sono ‘tipica’ di ciò che sono: una donna di una certa epoca, in un dato luogo, di una determinata classe sociale”, rispondo nervosa alla domanda che sempre più di frequente mi viene rivolta – non necessariamente in forma interrogativa – nel mondo occidentale, dove vengono fabbricati tutti gli stereotipi politici… Non ho mai capito cosa si intenda veramente con “tipico”. Di una cosa sono certa: non sono “tipica” in base ai loro “stereotipi”. Tuttavia, non posso fare a meno di aggiungere che la cosa per me più angosciante è che, a partire dal Secondo avvento, vale a dire dall’11 settembre 2001, noi – palestinesi, arabi e musulmani – siamo finora riusciti a interpretare il nostro “ruolo”, mantenendoci all’altezza dei loro stereotipi ». da Niente sesso in città, traduzione di Maria Nadotti, Feltrinelli Suad Amiry Cresciuta tra Amman, Damasco, Beirut e Il Cairo, ha studiato architettura a Beirut, nel Michigan e a Edimburgo. Vive a Ramallah dove dirige il Riwaq Center for Architectural Conservation e insegna alla Birzeit University. Come narratrice, dopo l’esordio di Sharon e mia suocera, Premio Viareggio, ormai libro di culto in vari paesi, non ha smesso di affrontare con tono lieve e lucido i nodi della vita quotidiana in Palestina, dando voce a un gruppo di donne disincantate e appassionate in Niente sesso in città, o infiltrandosi camuffata tra i giovani che attraversano clandestinamente il confine in cerca di lavoro in Israele in Murad Murad. Maria Nadotti Giornalista, saggista, consulente editoriale e traduttrice, di John Berger tra gli altri, scrive per testate italiane e estere tra cui il «Sole 24-Ore», «D di Repubblica», «Lo Straniero» e «Artforum». È autrice di Silenzio = Morte: Gli USA nel tempo dell’AIDS; Cassandra non abita più qui; Sesso&Genere; Scrivere al buio; e coautrice di Nata due volte. Ha curato vari libri tra cui: Il cinico non è adatto a questo mestiere: Conversazioni sul buon giornalismo. domenica 18 settembre Teatro Sociale ore 17.30 15 Proiezioni Oltre i confini delle sezioni del festival, quest’anno Babel propone una serie di proiezioni video, in diversi luoghi del festival. Teatro Sociale Area barBabel Sabato 17 settembre, 9.30 Sabato 17 settembre, 9.00 Nine Days in Wahat al-Salam Video-intervista di Babel di Ahlam Shibli (2010, 49min, arabo/ a Daniel Barenboim ebraico/E, sott.inglesi) Maria Nadotti, importante collaboraLa documentazione di un incontro trice per quest’edizione palestinese su nove giorni tra otto ventenni pale- del festival, ha raggiunto il maestro stinesi e israeliani. Le loro discussio- Barenboim a Colonia per discutere ni rivelano la consapevolezza delle con lui di Edward Said e della Divan, dinamiche del conflitto israelo-pale- di musica e Palestina. stinese e i ruoli che ognuno si trova Riprese di Fabrice Berney. ad assumere. Ahlam Shibli (Palestina, 1970) Una Domenica 18 settembre, 9.00 delle più importanti artiste palestine- John Berger legge Lettera da Gaza si, dal 1996 lavora con la fotografia di Ghassan Kanafani indagando le condizioni di vita sotto Uno dei testi più toccanti della lettel’occupazione israeliana. Ha esposto ratura palestinese letto e interpretaalla Kunsthalle Basel, Documenta to da John Berger. 12, Centre Georges Pompidou, Paris, Sotto tregua Gaza MACBA Barcelona, Tate Modern. di Maria Nadotti Una carrellata a ritroso, dal gennaio Domenica 18 settembre, 9.30 2009 all’ottobre 1956, nel paesagBlagues à part gio devastato di un lembo di Palestidi Vanessa Rousselot (2010, 54min, na, in compagnia di scrittori come arabo/E/F, sott.inglesi). Darwish, Berger, Levy e Kanafani. La giovane regista francese ha attraversato la Palestina intervistando i suoi abitanti alla ricerca dello Sale artBabel presso Osteria Zoccolino humour superstite. E l’ha trovato. Vanessa Rousselot Prima di dedi- e Blue office architecture carsi ai film documentari, ha studiato Storia del mondo arabo alla Sor- Proiezione delle opere video di artBabel, v.p. 18 bona e Arabo classico. 16 Oltre i confini della parola Il programma «Oltre i confini della parola» riflette la vivacità degli altri linguaggi artistici con una mostra di opere video di giovani artisti palestinesi per artBabel; un concerto della formazione da camera della West-Eastern Divan Orchestra, complesso di musicisti arabi e israeliani fondato da Barenboim e Said; per cineBabel, una rassegna cinematografica con film come Fix Me, Le temps qui reste, nonché il documentario Arna’s Children di Juliano Mer Khamis, che apre il festival il 15 settembre, accompagnato da una tavola rotonda con gli autori. Come ogni anno, continuano a svilupparsi il Settore ricerca, con i laboratori di traduzione letteraria e per il cinema, la Collana Babel e la Biblioteca di Babel, il Settore scuole e la dimensione extraBabel che tocca altre città svizzere ed europee. 17 artBabel Babel offre uno sguardo sulla produzione artistica contemporanea, sia palestinese sia sulla Palestina, con una scelta di opere video proiettate nella sala artBabel dell’Osteria Zoccolino durante i giorni del festival dalle 12.00 alle 20.00 e sulla terrazza di Blue office architecture dalle 21.30 fino a mezzanotte (se non piove). Entrambe le sale sono in Piazza Governo. A cura di Samar Marta di ArtSchool Palestine e Anna Leader Taysir Batniji (Palestina), Transit, 2004. 6:18 min Transit osserva le questioni della frontiera con un diaporama di fotografie scattate clandestinamente al confine tra Egitto e Gaza. Sarah Beddington (UK), Elegy to Mamilla, 2009. 18:25 min A partire dalla nascita di Israele nel 1948, dello storico cimitero di Mamilla non rimane che l’8%. Elegy to Mamilla documenta il cantiere che ne ha preso il posto mediante un ritratto riflessivo di quanto rimane del cimitero. Ergin Çavusoglu (Bulgaria), Empire (after Andy Warhol), 2008. 9:43 min In una ripresa statica, la transizione dal giorno alla notte nell’area attorno una palazzina che potrebbe essere in Svizzera. Una luce si spegne e rivela, dopo un momento di interruzione, una verità diversa. Enas Muthaffar (Palestina), A world Apart within 15 min, 2006. 3 min Con la cinepresa nascosta in macchina, Muthaffar guida per Gerusalemme domandando la strada per Ramallah; malgrado le due città siano molto vicine, dalle reazioni sembra lontanissima – un mondo a sé distante 15 minuti. Larissa Sansour (Palestina), A Space Exodus, 2009. 5 min «Un esodo nello spazio» propone una versione di 2001 in un contesto politico mediorientale, offrendo una visione del futuro della Palestina ottimista e piena di speranza. Sharif Waked (Palestina), Chic Point, 2003. 7 min Immaginandosi una «moda per i checkpoint israeliani», dei modelli sfilano con indosso abiti che lasciano vedere la schiena, il petto e l’addome: le immagini della sfilata lasciano il posto a fotografie di uomini forzati a sollevare i loro abiti e le loro camicie. Altre proiezioni, Ahlam Shibli e Vanessa Rousselot, v.p.16 Kerim Seiler Babel (Situationist Space Program) Prosegue la collaborazione tra l’artista svizzero Kerim Seiler e Babel: la sua scultura è sottoposta alla terza e finale metamorfosi, con una performance durante i giorni del festival. Concepita in termini di solidità e struttura, essa finisce per concentrarsi sul vuoto che rimane quando lo struttura scompare, integrando il processo di allestimento e smontaggio nell’opera. Area barBabel, 9.30- 00.00 18 Concerto © Monika Rittershaus West-Eastern Divan Orchestra Quartetto d'archi «I musicisti che ascoltano assorti la voce del compositore e si ascoltano l’un l’altro. Anche l’armonia nelle relazioni, personali o internazionali, può esistere soltanto se c’è l’ascolto; se ognuno tende l’orecchio per ascoltare la narrazione altrui, l’altrui punto di vista. Nel 1999, Edward Said e io formammo la West-Eastern Divan Orchestra, composta di musicisti provenienti da Israele, dalla Palestina da altri paesi arabi. Paesi laddove l’orecchio teso è stato rimpiazzato troppo spesso dalla spada sguainata, a scapito di tutti quanti. Ora, dieci anni più tardi, abbiamo finalmente un’orchestra che sia degna del vostro orecchio. È un’orchestra che mostra come le persone che si ascoltano l’un l’altra, musicalmente e in ogni altro modo, possano realizzare le cose più grandi». Daniel Barenboim sabato 17 settembre Teatro Sociale ore 21.30 19 Nel 1999 Daniel Barenboim e Edward Said crearono un workshop per giovani musicisti provenienti da Israele, dalla Palestina e da diversi paesi arabi, per promuovere la coesistenza e il dialogo interculturale. L’orchestra fu chiamata, West-Eastern Divan, il titolo di un'opera di Goethe che cambiò il concetto di cultura mondiale. La West-Eastern Divan Orchestra ha dimostrato innumerevoli volte come la musica possa superare barriere considerate insormontabili. Babel propone una formazione da camera della West-Eastern Divan Orchestra: un quartetto d’archi selezionato dal violinista Nabeel Abboud Ashkar, uno dei primi membri della Divan e fondatore, su invito di Barenboim, del Conservatorio di Ramallah. Alcuni dei musicisti che compongono il quartetto, oltre a essere membri della Divan, hanno frequentato il Conservatorio. Com’è tradizione della Divan, Nabeel racconterà anche a parole l’esperienza musicale e umana dell’orchestra. Nabeel Abboud Ashkar, violino Asaf Maoz, violino Mahmoud Said Abdelkhalik, violino Tal Theodorou, viola Mira Abu El Assal, violoncello Il programma include un quartetto d’archi di Wolfgang Amadeus Mozart e uno di Ludwig Van Beethoven. sabato 17 settembre Teatro Sociale ore 21.30 20 Potete acquistare il biglietto del concerto in prevendita presso l'Ente turistico Bellinzona e dintorni, www.ticketcorner.ch e nei punti prevendita di Ticketcorner in Ticino cineBabel Babel ci porta quest’anno nelle terre martoriate della Palestina: a Gaza, in Cisgiordania, nelle comunità arabe di Israele e fra i palestinesi della diaspora. CineBabel, come sempre, intende contribuire alla conoscenza di questa realtà, offrendo gli schermi delle sale ticinesi alle immagini e ai racconti dei registi palestinesi o di altri che hanno voluto condividerne aspirazioni e frustrazioni. Ne esce un quadro forse in buona parte inaspettato, che scava ben oltre la raffigurazione stereotipata consegnataci quasi quotidianamente dalla cronaca. La questione politica rimane beninteso sempre sullo sfondo, emergendo a volte anche brutalmente in primo piano, ma spesso lo sguardo si concentra su aspetti della vita che noi siamo tentati di considerare insignificanti, perché assuefatti a concepire l’uomo palestinese come combattente a tempo pieno contro il nemico sionista. Invece veniamo a scoprire che un palestinese può anche essere un miscredente e un donnaiolo (Zindeeq di Michel Khleifi), che può soffrire di emicranie ed aver bisogno di una psicoterapia (Fix Me di Raed Andoni), che può far parte di bande criminali che si combattono ferocemente tra di loro (Ajami di Scandar Copti e Yaron Shani); che ogni tanto ci sono degli israeliani che sacrificano la loro vita per difendere la causa del popolo oppresso dal loro governo (Arna’s Children di Juliano Mer Khamis e Danniel Danniel), o che si può addirittura ripercorrere la dolorosa storia del proprio paese dilaniato adottando uno stile stralunato e grottesco (The Time that Remains di Elia Suleiman). 21 ARNA’S CHILDREN di Juliano Mer Khamis, Danniel Danniel Israele/Olanda 2003 Sceneggiatura: Juliano Mer Khamis, Danniel Danniel; fotografia: Juliano Mer Khamis, Hana Abu Shaada, Uri Schteinmintz; montaggio: Obbe Verwer; suono: Alla Khouri, Rani Nentzel; musica: Sami Kanbura; produzione: Trabelsi Productions, Israele /Peter Van Huystee Film and Television, Olanda. Dvd, colore, versione originale araba/ebraica/inglese, sottotitoli italiani., 84’ Il documentario racconta la storia del campo profughi di Jenin attraverso le voci dei bambini dello Stone Theatre fondato da Arna, la madre di Juliano Mer Khamis, figlia di ebrei e sposata con un arabo palestinese. Donna forte ed energica, attiva fin da giovanissima nella sinistra israeliana, Arna progetta un sistema alternativo di educazione, che vede nel teatro la possibilità per i ragazzi palestinesi, le cui vite sono sconvolte dall’occupazione israeliana, di esprimere la propria rabbia e lavorare sulla propria personalità per prendere coscienza di sé e cercare un’alternativa alla violenza. Juliano, autore del documentario nonché attore e regista teatrale molto conosciuto in Israele, aiuta la madre a realizzare il suo sogno e per sei anni, dal 1989 al 1995, filma le attività della scuola di teatro, la figura carismatica e benvoluta della madre e i gesti, gli sguardi, le parole dei piccoli Ashraf, Yussef e Ala. Nel 1995 Arna muore di cancro, e con lei muore anche il teatro. I bambini sono ormai cresciuti e prendono parte alla lotta per la resistenza palestinese: Yussef muore da kamikaze nel 2001, Ashraf perde la vita nel corso degli scontri con l’esercito israeliano, Ala guida un gruppo di resistenza e morirà nel 2003. Nel 2002 i carri armati israeliani radono al suolo il campo profughi. Pochi giorni dopo Juliano torna sulle rovine di Jenin con il co-regista Danniel Danniel per filmare l’accaduto e capire cosa sia successo realmente ai giovani dello Stone Theatre, che la stampa israeliana descrive ora come terroristi, assassini e criminali. Juliano Mer Khamis ha lavorato come attore e regista cinematografico in Israele e nei territori occupati. Arna’s Children è il suo esordio come regista cinematografico. Nel 2006, assieme al pacifista Zakariya Al Zubeidi (ex combattente delle brigate dei martiri di Al-Aqsa), fonda a Jenin, sui resti dello Stone Theatre della madre, il Freedom Theatre, con lo scopo di far lavorare i ragazzi del campo come alternativa alla strada, attraverso attività che vanno dalla musica al teatro, dal video alla fotografia. Il 4 aprile 2011 Juliano viene ucciso davanti al suo teatro con cinque colpi di arma da fuoco sparati da un uomo mascherato. (dal Catalogo del 25. Festival International de films de Fribourg, 2011) giovedì 15 settembre Cinema Forum, 20.30 22 In collaborazione con Amnesty International, Gruppo Ticino I film di cineBabel 2011 Circolo del cinema Bellinzona Cinema Forum 1+ 2 bel Circolo del cinema Locarno Cinema Morettina loc LuganoCinema93 Cinema Iride Lugano lug Cineclub del Mendrisiotto Multisala Teatro Mignon e Ciak men loc ve 2.9 20.30 PROMISES PROMESSE B.Z. Goldberg, Justine Shapiro, Carlos Bolado, Usa/Palestina/Israele 2001 bel ma 6.9 20.30|loc lu 12.9 20.30 |men me 14.9 20.45|lug ma 20.9 20.30 ZINDEEQ Prima visione ticinese Michel Khleifi, Palestina/Gran Bretagna/Belgio/Emirati arabi uniti 2009 bel sa 10.9 18.00|lug ma 13.9 20.30 AISHEEN (STILL ALIVE IN GAZA) Nicolas Wadimoff, Svizzera/Qatar 2010 bel ma 13.9 20.30|loc ve 16.9 20.30|lug ma 27.9 20.30 FIX ME Prima visione ticinese Raed Andoni, Palestina/Francia/Svizzera 2010 bel gio 15.9 20.30 ARNA’S CHILDREN Prima visione ticinese Juliano Mer Khamis, Danniel Danniel, Israele/Olanda 2003 Alla presenza di Maria Nadotti, Suad Amiry, Jamil Hilal bel ma 20.9 20.30|men me 21.9 20.45|lug ma 4.10 20.30 TONIGHT ON JENIN Prima visione svizzera Maurizio Fantoni Minnella, Italia 2011 Alla presenza del regista (a Bellinzona e Lugano) loc ve 23.9 20.30|bel ma 27.9 20.30|men me 28.9 20.45 |lug ma 11.10 20.30 THE TIME THAT REMAINS – LE TEMPS QUI RESTE IL TEMPO CHE CI RIMANE Prima visione ticinese Elia Suleiman, Israele/Gran Bretagna/Belgio/Francia/Italia 2009 bel sa 24.9 20.30 MILH HADHA AL-BAHR – SALT OF THIS SEA IL SALE DEL MARE Annemarie Jacir, Palestina/Francia/Svizzera 2008 loc ve 30.9 20.30 AJAMI Scandar Copti, Yaron Shani, Israele/Germania/Gran Bretagna 2009 Per maggiori informazioni si rimanda alla locandina cineBabel 2 settembre – 11 ottobre 23 extraBabel extraBabel Svizzera Per intensificare il dialogo sulla traduzione e sulle tematiche del festival sia nel tempo sia nelle diverse regioni linguistiche svizzere, Babel collabora con istituzioni e organizzazioni culturali che operano in altri cantoni, e invita alcuni dei suoi autori a dialogare con i loro traduttori di lingua francese o tedesca in altre città svizzere. In questo modo Bellinzona rimane il centro del festival letterario ma la rete delle collaborazioni si estende e si prolunga il piacere degli incontri. extraBabel Italia Da quest’anno, la nuova collaborazione con l’Istituto Svizzero di Roma amplia il raggio e la portata di extraBabel: l’ISR e Babel hanno messo a fuoco alcuni ambiti di ricerca comuni ai quali lavorare negli anni a venire, unendo le forze per promuovere la traduzione e i traduttori, le culture ospiti di Babel, le letterature svizzere, nonché le riflessioni sulle scritture dell’esilio e dell’immigrazione. Nel concreto, la collaborazione si è inaugurata il 22 marzo 2011 con una lettura all’ISR del poeta Derek Walcott e proseguirà in autunno, ospitando un’autrice di Babel, Adania Shibli, e la sua traduttrice Monica Ruocco, e nei mesi successivi, con altre letture che si definiranno man mano. Ma la collaborazione riguarda anche la dimensione di ricerca: l’ISR mette un alloggio della sua splendida sede di Villa Maraini a disposizione di un traduttore impegnato nella traduzione di un autore svizzero. Il traduttore avrà anche modo di lavorare insieme allo scrittore, e di dialogare con lui in una lettura pubblica. La prima ospite di questo programma sarà Roberta Gado Wiener, che a Roma, nel mese di ottobre, potrà incontrare la scrittrice Melinda Nadj Abonji, artist in residence dell'ISR, di cui sta traducendo Tauben fliegen auf. 24 extraBabel Polonia In novembre, alla Fiera del libro di Cracovia, Pro Helvetia Varsavia presenta l’esposizione multimediale “Swiss Lib–Switzerland's Literature on tour”. Il festival Babel è invitato a partecipare a quest’evento e presenta un programma centrato sulla poesia e sulla traduzione. Babel invita tre poeti svizzeri – Armin Senser, Francine Clavien e Vanni Bianconi – a partecipare a un workshop di traduzione di poesie con tre poeti polacchi, rispettivamente Jacek Dehnel, Tomasz Rozycki e Joana Vajs. I poeti lavoreranno, grazie a traduzioni interlineari e a lingue condivise, nei mesi prima del workshop, poi per tre giorni a Cracovia. I risultati del lavoro comune verranno presentati, per la prima volta, alla Fiera del libro di Cracovia. Collana Babel delle Edizioni Casagrande Un progetto nato dallo stretto rapporto tra Babel e le Edizioni Casagrande di Bellinzona: una collana in cui ogni anno verrà pubblicato un libro uscito dall’ampia ricerca svolta per preparare ogni singola edizione del festival: potrà essere un’opera narrativa, saggistica o di poesia, e potrà essere di un autore invitato a Babel o legato alla lingua ospite o comunque a tematiche vicine al festival. I libri della Collana Babel saranno pubblicati con la cura propria delle Edizioni Casagrande e con una particolare attenzione al rispetto della traduzione e del traduttore, esemplificata anche da piccoli accorgimenti come il nome del traduttore in copertina e uno spazio riservato a una sua breve presentazione. I libri della Collana Babel si troveranno in libreria, ma si potranno anche ricevere gratuitamente a casa se si diventa Amici di Babel: v. p. 2. Il primo libro della collana è Questi erano i nostri fragili eroi, una scelta di poesie di Stephanos Papadopoulos, ospite di Babel nel 2008, tradotte da Matteo Campagnoli e corredata da una conversazione tra autore e traduttore. Il libro, disponibile 25 durante il festival, è acquistabile su www.edizionicasagrande.com e nelle migliori librerie. Agli amici di Babel del 2010 verrà consegnata una copia del primissimo libro frutto della collaborazione tra Babel e Casagrande, Il grasso di lepre. Poesie 1970-2009 di Abdulah Sidran, ospite di Babel nel 2007. I libri Babel di Cascio editore Un’ulteriore collaborazione che si consolida è quella con Cascio editore, che pubblica la rivista «Ground Zero» già ospite di Babel gli anni scorsi. Nel 2011 la Cascio editore pubblicherà una plaquette di poesie di Fatina al-Garra, tradotte da Simone Sibilio apposta per Babel, stampata rigorosamente in tipografia artigianale a caratteri mobili su carte di qualità. In questo modo ogni anno il lavoro di ricerca di Babel si sedimenterà in un prezioso piccolo libro che potrà servire da lancio agli scrittori più giovani ancora sconosciuti in Svizzera e Italia. Potete acquistare questo ed altri libri di Cascio editore al bookshop di Babel, sul sito www.cascioeditore.ch e nelle migliori librerie. Inoltre Babel ospita Identità/movimento. Notte performante a cura della rivista Ground Zero (music, poetry, art and anything else…). Sabato 17 settembre 2011, sera e notte, luogo da definire, Bellinzona. 26 Settore ricerca Workshop di traduzione letteraria Bellinzona 15 – 18 settembre 2011 Arabo-italiano, inglese-italiano Il workshop arabo-italiano che accompagna il festival darà ai partecipanti l’opportunità di lavorare con Elisabetta Bartuli, su testi di Elias Khuri, e con Monica Ruocco, su testi di Adania Shibili (entrambi gli autori saranno presenti a una delle lezioni). Continua inoltre il workshop inglese-italiano, con Franca Cavagnoli per la prosa e Matteo Campagnoli per la poesia. Il tema di quest’anno – che accomuna testi di romanzieri e poeti caraibici, inglesi, statunitensi, sudafricani, irlandesi e australiani – sarà “Lo scrittore e la città”. Entrambi i workshop prevedono 20 ore di traduzione pratica, alle quali si aggiungono, per l’arabo, una lezione teorica con Elisabetta Bartuli, e, per l’inglese, una lezione sull’inglese in Palestina tenuta da Maria Nadotti e Suad Amiry. Gli iscritti riceveranno in anticipo i testi da tradurre. Nella partecipazione al workshop è compresa una tessera per seguire gratuitamente gli incontri del festival. Biografie docenti www.babelfestival.com (workshop) Ore lezione e costo 22 ore, Fr. 480 / € 380 Iscrizioni e ulteriori informazioni ricerca@ babelfestival.com N.B. I workshop sono a numero chiuso, la data d’iscrizione è rilevante per la selezione. Babel può occuparsi della prenotazione dell’alloggio e di altre agevolazioni pratiche. 27 Workshop di traduzione per il cinema Sottotitoli e adattamento del dialogo al doppiaggio Bellinzona 15 – 18 settembre 2011 Inglese-italiano, francese-italiano I workshop di traduzione per il cinema quest’anno si spostano da Locarno a Bellinzona, e avranno luogo durante il festival Babel. Entrambi i workshop sono suddivisi in un laboratorio di adattamento del dialogo al doppiaggio e uno di sottotitolazione, tenuti rispettivamente da Filippo Ottoni e Elvira de Majo. A completare i corsi, una lezione di Claudia Quadri, comune a entrambi i gruppi, sulle specificità del documentario. I partecipanti riceveranno una tessera per seguire gratuitamente gli incontri del festival. Biografie docenti www.babelfestival.com (workshop) Ore lezione e costo 18 ore, Fr. 380 / € 300 Iscrizioni e ulteriori informazioni [email protected] N.B. I workshop sono a numero chiuso, la data d’iscrizione è rilevante per la selezione. Babel può occuparsi della prenotazione dell’alloggio e di altre agevolazioni pratiche. 28 I workshop del Settore ricerca sono organizzati in collabrazione con – Biblioteca Cantonale di Bellinzona – Casa dei traduttori Looren – Repubblica e Cantone Ticino – Università degli Studi di Milano – Master in traduzione di testi post-coloniali in lingua inglese dell'Università di Pisa – Università degli Studi di Urbino Carlo Bo – Giornate della traduzione di Urbino – Università di Bologna – Giornate della traduzione di Urbino Biblioteca di Babel Il festival Babel, in collaborazione con la Biblioteca cantonale di Bellinzona, dedica uno spazio alla traduzione letteraria, un fondo specializzato in cui si possono trovare i testi e le riviste fondamentali legati al mondo della traduzione. La raccolta comprende testi a carattere teoretico, saggi e opere che romanzieri e poeti hanno dedicato alla traduzione, nonché alcune traduzioni considerate esemplari. Biblioteca cantonale di Bellinzona, viale S. Franscini 30, 6501 Bellinzona 0041 91 814 15 00, www.sbt.ti.ch/bcb Simposio svizzero per traduttrici e traduttori letterari Bellinzona, Castelgrande, venerdì 16 settembre 2011 Il terzo simposio svizzero per traduttrici e traduttori di letteratura si occuperà delle questioni relative al diritto d'autore e della critica delle traduzioni. Ma è anche un momento d’incontro e di scambio per i traduttori. Sono cordialmente invitati i traduttori di tutte le lingue! Il simposio si terrà in italiano, francese e tedesco. Ognuno parla nella propria lingua. Traduzione simultanea in italiano delle discussioni in tedesco e francese. Simposio organizzato da AdS Autrici ed Autori della Svizzera in collaborazione con Übersetzerhaus Looren (casa della traduzione), Centre de Traduction Littéraire de l'Université de Lausanne (CTL), la Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia e Babel. Informazioni più dettagliate e iscrizioni a partire da agosto www.a-d-s.ch www.babelfestival.com o AdS, Konradstrasse 61, 8031 Zurigo, [email protected]. Iscrizioni entro il 5 settembre 2011 29 Settore scuole Babel cura un programma per le scuole, per avvicinare i ragazzi alla scrittura e alla traduzione, ma anche allo scambio tra culture e alla realtà del paese ospite. Nell’edizione 2011 diverse classi del Liceo e della Scuola Cantonale di Commercio di Bellinzona incontreranno Suad Amiry, autrice ospite di Babel scelta per la vitalità del suo romanzo-reportage Murad Murad. In collaborazione con – Scuola Cantonale di Commercio – Liceo Cantonale di Bellinzona – Dicastero attività giovanili Città di Bellinzona I luoghi del festival Area barBabel Il punto di ritrovo tra un incontro e l’altro, dove pubblico e autori continuano a condividere l’esperienza del festival. L’area barBabel ospita l’angolo proiezioni e l’installazione di «Viceversa Letteratura». Il mobilio è fornito da Area. Cena d'apertura con gli autori presso il giardino barBabel in collaborazione col Ristorante Piazza (ore 21.00, Fr. 30.- bibite escluse). Prenotazione e info: [email protected], +41(0)79 894 58 59 entro il 9 settembre. Castelgrande La prestigiosa sede dell’apertura ufficiale il venerdì sera, messa a disposizione dall’Ente turistico Bellinzona e dintorni. Sale artBabel Presso l’Osteria Zoccolino e Blue office architecture. Teatro Sociale L’incantevole sede principale del festival, gestita dalla Fondazione Teatro Sociale e grazie all’appoggio degli Amici del Teatro Sociale. L’arredamento del palco è messo a disposizione da Demosmobilia. di Arbedo 30 Comitato Contatti Presidente Paolo Agustoni Babel Direttore artistico Vanni Bianconi c.p. 1017 Comitato scientifico Donata Berra, ch - 6501 Bellinzona Franco Buffoni, Matteo Campagnoli, [email protected] Fabio Casagrande, Franca Cavagnoli, [email protected] Gabriella de’ Grandi, Michele Dell’Amwww.babelfestival.com brogio, Fabio Pusterla, Mathilde Vischer Coordinamento Anna Leader Babel è stato reso possibile da Settore ricerca Matteo Campagnoli Sponsor principali Settore scuole Sara Rossi – Pro Helvetia extraBabel Anna Schlossbauer – Repubblica e Cantone Ticino - Fondo Area barBabel e interni Veronique Swisslos Krenn e Sibilla Soldini – Città di Bellinzona, Dicastero Cultura, Comunicazione Barbora Jurickova Dicastero Attività giovanili, Servizi Edizione 2011, ideazione urbani comunali e consulenza Maria Nadotti – Fondazione Domenico Noli – Coop Cultura Babel lavora in collaborazione con – Fondazione UBS per la cultura – AdS Autrici ed autori della Svizzera – Hotel Internazionale, Bellinzona – ALSI Sostenitori – Biblioteca cantonale di Bellinzona – AMB – Casa dei traduttori Looren – Pro Litteris – Cascio editore – Banca Stato – Centre de Traduction Littéraire – AMAG Lausanne Gourmet partner – Circolo del cinema di Bellinzona – Osteria Zoccolino – CISA, Conservatorio Internazionale – Ristorante Piazza di Scienze Audiovisive, Lugano – Osteria Bavarese – Edizioni Casagrande, Bellinzona – Brissoni Vini Verscio – Ente turistico Bellinzona e dintorni Babel Bookshop – ETT, Ente ticinese per il turismo – Libreria Casagrande, Bellinzona – Fondazione Civitella Ranieri – Fondazione Teatro Sociale, Amici e da quanti sostengono il festival del Teatro Sociale aderendo all’associazione Babel – Franklin College, Montagnola (tassa sociale annua: Fr. 50.- a: – Giornate della traduzione di Urbino Babel, Banca dello Stato, Bellinzona, – «Ground Zero» c.c. N. 5026798/001.000.001 CHF) – Istituto Svizzero di Roma - Centro culturale svizzero di Milano – Rete Due RSI – «Testo a fronte» – Università degli Studi di Milano, di Pisa, di Urbino Carlo Bo, di Bologna 31 – «Viceversa Letteratura» Visit www.babelfestival.com for the English version of Babel Visitez www.babelfestival.com pour la version française de Babel Fondazione Domenico Noli grafica: Consuelo Garbani stampa: Istituto grafico Casagrande Fondazione UBS per la cultura Majd Abdel Hamid, Declaration of Independence, graffito sul Muro, dettaglio