in ricordo di Corrado Sobrero racconti brevi Da Altrisogni n.1 8 Il primo risveglio di Corrado Sobrero Q uel giorno Alan Ferlou se lo sarebbe ricordato a lungo. Era una giornata piovosa, nel Nucleo 37 ed era da poco rientrato a casa. “Togliti la dermofodera e gli stivali, per favore!” era stato l’acido benvenuto di Anne, la moglie, “Che quando piove mi riempi la casa di radiofango che poi si incrosta e s’illumina di notte.” Anne era fissata con la pulizia e l’ordine, ma questo Alan lo aveva sempre saputo e accettato. Il modello Anne 2.0 aveva avuto un enorme successo di vendite quell’anno, finendo per fare la fortuna della Positech. Tutte le mogli Anne 2.0 erano davvero bellissime e disposte a tutto, tanto da riscuotere un notevole successo anche nella versione amante, finendo presto per sostituire sul mercato la precedente versione Elly 2300. Alan era davvero entusiasta di sua moglie Anne 2.0, tanto da riuscire a tollerare anche le sue caratteristiche meno gradevoli. Quella fastidiosa fissazione per l’ordine, per esempio, della quale però – a onor del vero – era stato informato al momento dell’acquisto. “Possedere Anne è davvero come vivere con una donna!” gli aveva assicurato il commesso della concessionaria Positech che sicuramente, aveva pensato Alan, data la giovane età, non ne aveva mai vista neppure una, di donna vera. Le donne, sulla Terra si erano estinte quasi quattrocento anni prima, come conseguenza diretta della dissennata politica planetaria di controllo delle nascite. Un solo figlio per coppia, e come accadde negli antichi territori dell’attuale Quadrante 75 est, se unico doveva essere, per molti sarebbe stato un unico maschio. Nell’arco di duecento anni la popolazione mondiale si ridusse drasticamente. Come se non bastasse, i successivi e tardivi interventi di ingegneria genetica per contrastare lo squilibrio di generi creatosi nella “Verrà sul centinaio di pagine, un libretto: ma credo abbia poche chances di essere pubblicata” - H. P. Lovecraft a proposito di Alla ricerca del misterioso Kadath Da Altrisogni n.1 in ricordo di Corrado Sobrero Il primo risveglio razza umana, furono presto vanificati dalla misoidosi. Già, la misoidosi. Anche nota come la Peste Rosa, il flagello del venticinquesimo secolo che sterminò nell’arco di due sole generazioni l’intero genere femminile umano. Per clonazione: solo così l’Uomo sopravvisse sul pianeta, e fu un Uomo molto diverso da quello che solo fino a poco meno di mezzo millennio prima aveva popolato la Terra. “E non lasciare la dermofodera in giro, quando te la togli!” urlò ancora Anne da un’altra stanza. Alan stava per buttarsi sull’overfuff, a guardare un po’ di realscreen, quando il caratteristico fischio a bassa frequenza annunciò un’olovisione in entrata. “Vedi chi è, per favore?” urlò con un’ombra di disappunto Alan, appena lasciatosi cadere sull’overfuff. Solo un po’ di realscreen e un boccale di buona mussa fresca… era tutto quello che desiderava in quel momento Alan. “È per te, dall’Agenzia Viaggi, un certo Kapote!” gridò Anne in modalità emozionata, dopo aver scambiato poche e concise frasi di cortesia con l’ologramma materializzatosi sotto il cono ricevente, nell’altra stanza. Alan si precipitò giù dall’overfuff, raggiungendo quasi di corsa la moglie, di fronte all’immagine olografica. Un uomo distinto, sui duecento anni al massimo, stava in piedi sfog- giando un’elegante dermofodera verde e blu. “Buongiorno, signor Ferlou. Siamo in grado di confermarle il suo viaggio, finalmente. Può passare domani, diciamo per le 17.” Disse Kapote, senza perdersi in troppe chiacchiere. Alan non riuscì a rispondere subito, era quasi un anno che aspettava quel momento. Anne era perplessa. Il viaggio! Anne era subito entrata in modalità preoccupata. “E se fosse pericoloso? Sei sicuro di volerlo fare?” Alan non le badò. “Devo fare i bagagli?” domandò. “Nessun bagaglio.” Gli rispose Kapote, sorridendo appena. Alan confermò l’appuntamento. “Mi costa i risparmi di una vita, ma è quello che voglio davvero. Sarà un viaggio unico e speciale, Anne, e tu sarai con me, nei miei pensieri.” Disse alla moglie, salutandola, il giorno dopo. Il mento corrugato e leggermente tremolante della moglie tradiva l’elevato livello di perfezione raggiunta dall’emulatore emotivo di Anne 2.0. “È solo un viaggio… E tornerò, come tornavano ogni mattina tutti gli uomini di questo pianeta, meno di mille anni fa.” “Quanto durerà?” chiese Anne. “Poche ore. Tornerò presto.” altrisogni - 9 9 in ricordo di Corrado Sobrero racconti brevi Da Altrisogni n.1 10 “Com’è stato?” gli chiese subito Chang, il collega di Kapote, staccandogli il sondino della media frequenza da dietro la nuca. Alan si alzò dal lettino con lo sguardo perso davanti a sé. “È già finito?” domandò. “Sono passate otto ore.” Fu la risposta di Kapote, che assisteva poco distante. “È stato bellissimo. Ho visto cose… gente... e poi luoghi mai visti prima. Ma dove sono stato, di preciso?” “Esperienze come questa si chiamavano sogni, quando l’Uomo dormiva, fino a pochi secoli fa.” Spiegò Kapote. “Lei ha fatto un viaggio che rimarrà per sempre solo suo. Un viaggio unico. Il suo sogno.” Alan fissava il vuoto, davanti a sé, seduto sul lettino, in quella stanza semibuia. Non capiva ancora bene cosa gli fosse successo. È come aver bevuto troppa mussa, quando i sensi si appannano e i pensieri vagano come quei proni randagi che scorrazzano nelle periferie, senza padrone… liberi, pensò. Sfiorò appena il lenzuolo liscio di gherlion con il palmo della mano. Si sentiva ancora avvolto dalla nebbia mai provata del risveglio. Si alzò. Annusò l’aria, percependo come sempre il lieve odore di ozono proveniente dai microdiffusori di atmosfera. Poi, rivestendosi, annusò velocemente anche la cintura della dermofodera. Era tutto a posto. Pienamente cosciente. Stava bene. Eppure… La testa sembrava ovattata, i ricordi ancora vivi, guizzanti, quasi violenti, come una ferita aperta e pulsante, un bruciore indefinito, da qualche parte, dentro. “Sogno...” Ripeté sottovoce Alan, quasi a volersi imprimere nella testa quella parola nuova, fino a quel momento priva di senso. “Cosa ha visto? Chi ha incontrato?” gli sussurrò curioso Chang. Fu solo allora che si accorse delle lacrime. Alan Ferlou piangeva. “Ho sognato una donna. Una donna vera... e ho solo un po’ di nostalgia, adesso.” Rispose prima di lasciare frettolosamente l’Agenzia. Capita, al ritorno da un bel viaggio, pensò Chang. Questo sogno, qualunque cosa sia, dovrebbe essere vietato, pensava Alan Ferlou tornando a casa. Nel suo sogno quella donna rideva. “Che brutta!” aveva detto ridendo, mentre gli allentava piano la cintura della dermofodera, la sfilava, avvolgendosela al collo per gioco, quasi fosse una termosciarpa. Quella donna era vera, davanti lui, la sua pelle profumava, era morbida e calda, umida e accogliente, in tutto e per tutto uguale ad Anne... eppure diversa. Lo sguardo, forse, gli occhi, ma anche quelle piccola macchiolina tra in ricordo di Corrado Sobrero Il primo risveglio il naso e il labbro superiore, un po’ a sinistra. E poi i capelli, così lisci, così diversi da quelli di ghiflon di Anne. Lo sguardo, quella macchiolina, i capelli. O forse la sua risata. E il calore delle mani. Mani calde come quelle di un altro uomo, ma mani di donna. Era strano, ma bellissimo. Non riusciva a dimenticarla. Alan Ferlou pose fine al suo tormento il 23 febbraio 2798, tre giorni dopo il primo risveglio della sua vita. Lo trovò sua moglie Anne, impiccato con la cintura della dermofodera. Da Altrisogni n.1 11 Corrado Sobrero Corrado Sobrero, classe 1968, è un autore salentino sardo-piemontese, milanese di adozione. Ha pubblicato i romanzi Nevica sull’isola di Baro (Manni Editori, 2006), Il Mercante di Vaniglia (0111 Edizioni, 2009), Il Pulcino Bolscevico (La Carmelina Edizioni, 2010). Suoi racconti sono apparsi su diverse antologie. Il suo romanzo Brontolo spaccia e Biancaneve fa la doccia con tutti (2010) è disponibile come ebook per l’editore dbooks.it. Il suo sito web è www.corradosobrero.it