Copia di 5fdd5a98e5b49079ef5c1edab50a6195 6 Attualità LA NUOVA MERCOLEDÌ 15 LUGLIO 2015 Politica, appalti e camorra Chiesto l’arresto per Sarro Coinvolto il parlamentare di Forza Italia che siede in commissione Antimafia Preso Barbato, l’ex Udeur finito nelle liste di De Luca. Imprese vicine ai Casalesi di Ferruccio Fabrizio ◗ NAPOLI Politici e imprenditori collusi, tutti a braccetto nel solito giro di favori e corruzione. Nel mirino stavolta gli appalti della rete idrica casertana, ingoiati da imprese vicine al clan dei Casalesi. Un film già visto, compresa la famiglia di riferimento: quella di Nicola Cosentino. Nella rete della giustizia sono finiti almeno in sedici, tredici in manette oltre a una richiesta di arresto inviata dalla Dda di Napoli al Parlamento nei confronti del deputato di Forza Italia e vicepresidente in commissione Giustizia Carlo Sarro, accusato di turbativa d’asta. Amico di Cosentino, Sarro insieme agli imprenditori Lorenzo Piccolo e Antonio Fontana (arrestati) «ha turbato il regolare svolgimento della gara d’appalto bandita dalla Gori» per lavori di manutenzione delle reti idriche e fognarie dal valore di oltre 31 milioni di euro. Nel suo ruolo di commissario straordinario dell’Ato 3, il deputato avrebbe garantito tre lotti a ditte riconducibili agli Zagaria. Il parlamentare, che siede il retroscena Il giallo della pen drive tornata al clan È giallo su una pen drive usb del boss del clan dei Casalesi Michele Zagaria (foto), scomparsa dal bunker di Casapesenna dove è stato arrestato il 7 dicembre del 2011, e che, secondo una intercettazione ambientale, sarebbe stata poi acquistata, per 50mila euro, dal fratello di un imprenditore vicino al boss dalle mani di un poliziotto infedele. La circostanza è emersa nell’ambito dell’inchiesta sull’intreccio tra politica e camorra. La notizia della presunta compravendita della pen drive tra Orlando Fontana, fratello di Giuseppe, imprenditore di riferimento del boss Zagaria, e un rappresentante delle forze dell’ordine, è stata resa nota dal procuratore aggiunto della Direzione distrettuale Antimafia di Napoli, Giuseppe Borrelli. La chiavetta usb era nel bunker quando Zagaria venne arrestato. Poi, ha aggiunto, «è sparita, con la collaborazione di un non meglio identificato appartenente alla polizia di Stato che avrebbe poi favorito l’arrivo della pen drive nelle mani di Orlando Fontana». Carlo Sarro nel gennaio 2014 a una convention Fi con Nicola Cosentino anche in commissione antimafia, ieri si è dimesso da tutte le cariche. Indagati un finanziere e un carabiniere che avrebbero rivelato a un imprenditore vicino al clan Zagaria notizie riservate relative all’indagine sull’ex sottosegretario all’Economia e il fratello Giovanni. Associazione di tipo mafioso, corruzione, intestazione fittizia di beni, turbata libertà degli incanti e finanziamento illecito a partiti politici, le accuse. Tra gli arrestati l’ex sindaco di Caserta Pio Del Gaudio, l’ex consigliere regionale Angelo Polverino, entrambi eletti con il Pdl. E l’ex parlamentare dell’Udeur Tommaso Barbato, candidato non eletto alle ultime elezioni regionali nella lista Campania Li- bera che appoggiava De Luca e noto per aver sputato al collega di partito Cusumano nel giorno della fiducia a Prodi nel 2008. Le indagini hanno svelato un diffuso sistema corruttivo all’interno degli enti che gestiscono i servizi idrici della Campania e l’elargizione di illeciti finanziamenti a politici locali. Una settantina di imprese, in gran parte legate alla camorra, per compiere riparazioni urgenti alla rete idrica, secondo l’accusa, si aggiudicavano i micro lotti di importi inferiori al tetto che impone la certificazione antimafia. Ma le riparazioni non erano affatto urgenti e in alcuni casi erano inesistenti. Stanati inoltre imprenditori che per “rigenerarsi” dopo l’arresto del boss Zagaria, cercavano di accreditarsi nell’associazione antimafia di Tano Grasso con false denunce di estorsioni. Su Sarro, Cantone ha osservato che «riguardo a soggetti imputati o indagati per reati di mafia è quanto meno opportuno che in questa fase non si occupino di questo tema». ©RIPRODUZIONERISERVATA Province, trasferimenti in arrivo Dal ministero destinazioni e regole per gli esuberi. Il decreto verso la chiusura ◗ ROMA Palazzo Valentini , sede della provincia di Roma Arriva la roadmap che detta scadenze, traccia destinazioni e definisce tutte le regole per il passaggio degli esuberi delle Province in altre amministrazioni. Tutto è messo nero su bianco nella bozza di decreto preparata dal ministero della Pubblica amministrazione. Il provvedimento non piace però ai sindacati che lo bocciano senza mezze misure, lanciando un allarme sul «salario accessorio» considerato «a rischio». Ovviamente il decreto non è ancora chiuso e domani dovrebbe anche essere sottoposto al vaglio della Conferenza unifica. Modifiche sono quindi ancora possibili, ma in- tanto c’è un testo base molto dettagliato. Ecco allora le tanto attese regole sulla mobilità. I dipendenti da trasferire. Il decreto è rivolto ai dipendenti delle Province in soprannumero, ovvero a quanti, una volta avvenuta la trasformazione in aree vaste in base alla riforma Delrio, si ritrovano senza più un posto di lavoro e devono quindi essere spostati ad altro ufficio. Indicazioni vengono date anche per la polizia provinciale e per i dipendenti della Croce Rossa Italiana, alle prese con un riordino. I lavoratori coinvolti dovrebbero aggirarsi intorno ai 20mila. Lemete,dalleRegionialministero della Giustizia. Per chi è in distacco presso un altro ufficio, il pro- blema non si pone quasi: resta lì. Quanto alla polizia provinciale, si dovrebbero aprire più strade, di certo una parte andrà a finire nei Comuni. Coloro che si occupano di albi dell’autotrasporto verranno invece direttamente spostati nelle sedi periferiche del ministero dei Trasporti. Il grosso dei soprannumerari delle Province dovrebbe invece finire nelle Regioni. Un’altra buona fetta verrebbe distribuita tra gli enti locali, sanità compresa. Il resto, ci rientrano anche i dipendenti della Croce Rossa, verrà assorbito nella Pa centrale, con priorità riconosciuta al ministero della Giustizia, vista la carenza di personale. Il cronoprogramma. Il punto di l’addio Bordon, il Tex Willer della politica L’ex ministro si è spento a 66 anni. Si dimise da senatore nel 2008 ◗ ROMA «Spirito vivacissimo», eclettico, libero; uomo dai molti interessi sempre concreti; un costruttore di novità: il «Tex» Willer (gli amici lo definivano così anche per la velocità di eloquio) Bordon della politica italiana non c’è più, ucciso da una malattia a soli 66 anni. L’uomo che ha chiuso la sua carriera politica con un lucido e scintillante libretto («Manifesto per l’abolizione del partiti politici») che riecheggiava un saggio di Simone Weil. E in effetti di formazioni e si- gle di partito o movimenti ne ha attraversati tante (Pci, Alleanza democratica, Margherita, Idv, Democratici, Unione democratica). Il friulano Ettore Rosato traccia un secco ritratto del conterraneo: «Non era un trasformista, semmai un innovatore. Ai suoi amici e collaboratori amava ripetere che i solo “i paracarri non cambiano mai idea”». E tutti oggi riconoscono a Bordon questa inquietudine politica. Nato a Muggia il 16 gennaio 1949, protagonista di una carriera politica di successo, è stato due volte ministro della Re- pubblica: prima ai Lavori pubblici e poi all’Ambiente. Gli costò molto, da ministro dell’Ambiente, una dura polemica per le antenne fuori norma dei ripetitori di Radio Vaticana a Ponte Galeria; arrivò a minacciare di «togliere la corrente» agli impianti affinché quei luoghi, coperti da extraterritorialità, non si diffondessero in territorio italiano onde potenzialmente dannose per la salute dei cittadini. Ed è stato anche sottosegretario ai Beni culturali durante il governo Prodi. Bordon ha iniziato la scalata nella sua Muggia dove è stato a Willer Bordon detto il “Tex Willer” della politica italiana lungo sindaco del Pci. Nel 1987 è stato eletto per la prima volta alla Camera dei deputati. Iscritto (e dirigente) del Pci locale, da subito espresse le sue simpatie radicali, prendendo contemporaneamente la tessera del partito di Marco Pannella. Un gesto forte per quell’epoca. Nei primi anni non ritorno è la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto, dopo di che scatta una raffica di scadenze, tra cui entro un mese le domande di mobilità ed entro due mesi le liste dei posti disponibili in tutte le amministrazioni. I dati saranno online sul portale mobilita.gov.it. L’incrocio tra dipendenti in eccedenza e posizioni vacanti è alla base del processo di ricollocazione. E se qualcuno resterà fuori si andrà avanti con un’altra procedura di mobilità. Se ci sono due contendenti per lo stesso posto di lavoro, avrà la meglio chi vanta una maggiore vicinanza territoriale, chi usufruisce della legge 104 o chi ha figli sotto i tre anni. Novanta è uscito dal Pci per aderire ad Alleanza democratica, che ha contribuito a fondare. Successivamente ha partecipato a numerose avventure politiche tra cui la fondazione dell’Italia dei valori e dei Democratici. Ha quindi aderito alla Margherita, salvo lasciarla nel settembre del 2007. Il 16 gennaio 2008, nel giorno del suo compleanno, come aveva annunciato esattamente un anno prima, si è dimesso da senatore. E dopo la politica ha iniziato l’ennesima avventura stavolta imprenditoriale e sempre di successo come socio fondatore, presidente e amministratore delegato della Enalg, società di produzione di biocombustibile da biomasse algali. Da ultimo, ha restituito alla città di Roma il Teatro Quirinetta.