Aprile 2016 POSTE ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 70% DCB LIVORNO © DIRETTORE RESPONSABILE DIVINA VITALE www.bolgherinews.it Dal 2009 il free press mensile dell’Alta Maremma 7 ANNI INSIEME Incontro con l’artista Alessandro Benvenuti che ammette: “A teatro pochi spazi e solo per le lobby” “NO NOSTALGIA PLEASE” L’EDITORIALE Buon compleanno Bolgheri News di DIVINA VITALE In un momento di sconcerto generale dovuto ai cruenti attentati che stanno sconvolgendo l’Europa, e non solo, e persino alle tragedie stradali che coinvolgono studentesse Erasmus, fuori dall’Italia in cerca di sogni e di un futuro migliore, fatto magari proprio di integrazione e spirito comunitario, ci troviamo a festeggiare 7 anni del nostro “piccolo grande mensile”. Ormai ho preso a prestito questa, che trovo, una piacevole dicitura, per descrivere un lavoro di cuore e di tanta volontà che con un gruppo affiatato e sempre disponibile di collaboratori siamo riusciti a portare fino ad oggi. A loro va il primo grazie. A cui segue quello agli sponsor, fondamentali a sostenere un’editoria sempre più in crisi, ma che manifesta con questo prodotto, una ammirevole voglia di investire ancora, credere in una realtà, seppur localizzata, ma non troppo, di informazione “differente”, concedetemelo. Ancora libera e che prende larga ispirazione dalla cultura che pregna il territorio in cui è nato. Grazie infine, ma non per importanza, all’associazione Bolgheri Cult nata per diffondere la cultura principalmente attraverso questo mezzo e gratuitamente ai lettori, altro tassello imprescindibile di questa scalata di popolarità e di consensi che oggi ci permette di essere un punto di riferimento, per niente scontato, all’interno di un luogo di straordinaria bellezza e ricchezza naturalistica e agricola. In questo numero CRONACHE DAL PADULE Dentro l’Oasi Padule WWF di Bolgheri guidati da Paolo Maria Politi che ci svela anche il ritorno anticipato della cicogna... a pag. 3-4 I GABBIONI A LIVORNO Una tradizione che ancora oggi è praticata con orgoglio. A inventarla l’indimenticato capitano, livornese doc, Armando Picchi... a pag. 5 TITTI, LA PETTINATRICE Incontro con Osvalda, in arte Titti, la pettinatrice che ha lanciato alcune delle mode e tendenze parigine degli anni ‘70, per poi tornare a Cecina... a pag. 6 HOTEL NELLA STORIA DELLA PERLA di DIVINA VITALE Non ha bisogno di presentazioni Alessandro Benvenuti, il toscanaccio per antonomasia, l’attore-regista, comico, istrionico, ultimamente apparso come protagonista del serial tv “I delitti del Barlume”, tratto dai gialli di Marco Malvaldi. Ha attraversato il panorama culturale e teatrale italiano in lungo e in largo, sperimentando, sempre. Un arte, la sua, verace e ironica, che non è mai scesa a compromessi. Un puro che se ne sta fuori dalle lobby, che disprezza. Lucido e sereno delle proprie scelte, perché l’importante è fare ciò che ci piace. E’ passato anche da Castagneto Carducci durante una tappa del suo ultimo tour teatrale. Cosa ama e cosa non sopporta nella Toscana e del sistema italiano come attore e come cittadino? Amo la mia terra, i luoghi che sono stati, quelli del mio passato, la gente che ho conosciuto e che ogni tanto incontro ancora, le cose che ho imparato e imparo continuamente da loro, la lingua e le sue fioriture poetiche che sono la linfa del mio scrivere. Quello che non sopporto è una certa supponenza che ogni tanto noi toscani abbiamo. Ma in questo non è che romani o napoletani o veneti o lombardi siano messi meglio, perciò… Del sistema italiano che penso? Mi sembra molto impegnativa come domanda e non so se ho voglia di metteremi qui a discutere su questo argomento. Anche no. Egoisticamente mi permetto solo di dire che trovo triste (dal mio punto di vista di attore) non riuscire a fare spettacoli in tanti teatri della mia Regione. Questo, in un certo senso, mi colpisce anche come cittadino essendo un accanito tifoso della meritocrazia (e qualcosa penso ormai di meritare) e in più non amando le lobby (e io ne sono fuori) che si spartiscono senza vergogna alcuna spazi e danaro pubblico. Ecco, diciamo che questa cosa mi fa un po’ soffrire. Ma per fortuna poi la vita continua. Gli episodi del Barlume la hanno riportata in tv? Com’è stato ? Positivo. ...continua a pag. 2 Un viaggio attraverso l’edificazione dei maggiori hotel di Castiglioncello, le storie e i personaggi ... a pag. 7 www.bludesignpiscine.it Cell. 324 9085494 [email protected] I N T E R I O R D E S I G N / FA S H I O N All’ingresso del borgo di BOLGHERI (LI) Piazza della Libertà, 55 57023 Cecina (LI) Via S. Giovanni Decollato, 39 52100 Arezzo (AR) [email protected] Strada San Bartolo, 100 San Vincenzo (LI) Tel.0565.798015 / 798032 Pranzi e cene in collina con vista dalla terrazza del Relais Poggio ai Santi Relais Poggio ai Santi's Terraces, On the Hill, al Fresco Lunch and Dinners with a Seeview www.poggioaisanti.com Pagina 1 Un’occasione di guadagno in più in tempi di crisi è una cosa benedetta per chi ha famiglia e figli a carico. Sono dunque grato a chi mi ha offerto questa possibilità. Girato all’isola d’Elba, che impressioni ha avuto del luogo e dei suoi abitanti? Poi considerando che avete girato in estate con la piena di turisti… Ottime impressioni. Tante attenzioni da parte di tutti, dal sindaco in giù. Siamo molto bene accolti dai marcianesi. Ormai ci trattano come fossimo dei loro. Ci si sente a casa insomma. Una bella cosa che ci aiuta a lavorare meglio. Marciana Marina poi è deliziosa come cittadina. Il mare è bello e la campagna attorno non è stata sfigurata da speculazioni edilizie selvagge. Insomma è proprio un bello stare. Tra l’altro lei è un appassionato lettore… insomma non è proprio una casualità il passaggio dai testi alle interpretazioni in teatro o altrove che sia… Non solo, ma di Malvaldi sono anche lettore ufficiale per la Emons Audiolibri. Prima di essere precettato come attore della serie avevo infatti registrato due audiolibri tratti dai suoi romanzi: Odore di chiuso e La briscola in cinque. Ero insomma un predestinato in un certo senso. Cabaret, musica, cinema, teatro… lei ha attraversato tutte le trasformazioni artistiche possibili e soprattutto un arco temporale che va dagli anni ’70 ai giorni nostri, dove i cambiamenti sono stati profondi. Cosa si è perso (e non si doveva) e cosa invece è migliorato (se così è stato…)… cosa si può ancora fare… Si è perso il tempo. Ma quello passa per conto suo, si sa, non si mette certo lì ad aspettare te. Per tutto il resto le cose vanno come devono andare e infatti cambiano. Mettersi a dire cos’era peggio o meglio è solo un esercizio di nostalgia. Questo penso… e va bene così. Tanto in altro modo non potrebbe andare. Amen. Il cinema italiano continua ad avere grandi riconoscimenti all’estero, che ne pensa… (in Italia si fa molta fatica a produrre e a farsi produrre… ). Non so che dirle. Mi sono autoescluso dieci anni fa dal mondo del cinema. Non ho tempo di stare dietro a quello che succede, ho altro da fare. E’ bello però sapere che ci sono registi italiani che si fanno apprezzare in Patria e all’estero. Bravi. Una Nazione che non esprime talenti produce solo ignoranza. Ben vengano dunque. Non so se in Italia si faccia fatica a produrre. Vedo che quelli che sul mercato ‘tirano’ vengono prodotti a man bassa, quindi… Certamente ci sono meno capitali e soprattutto molto meno coraggio di un tempo. Ma anche qui mi stoppo subito perché ho intravisto dalla telecamera del citofono che mi sta per suonare all’uscio di casa la Signora Nostalgia. Per non parlare del teatro… (non voglio fare l’intervista piena di rimpianti e banalità…;)) ma si è persa un po’ di cultura di genere o è solo appannata?! Io mi sento un leone, a dir la verità, e ogni volta che posso cerco di sorprendere le sante persone che mi vengono a vedere con il meglio di me. Degli altri m’interesso relati- vamente. Se vedo un bello spettacolo coraggioso esulto e applaudo chi l’ha fatto. Anche in questo campo si manca di coraggio oppure si creano falsi miti modaioli. O si va, insomma, sull’usato sicuro o sul mafioso intellettuale. Il pubblico, in fondo, mangia quello che gli viene servito a tavola. I commensali dovrebbero solo avere il coraggio di cambiare ristorante per non diventare uguali alle minestrine riscaldate che sempre più vengono loro propinate. Lei ha fatto anche il direttore artistico di alcuni teatri quindi ha toccato con mano cosa ne significa la gestione... Ho fatto il direttore artistico di vari teatri, si. Le due esperienze più belle e significative sono state quella dell’Humor Side (ora Teatro di Rifredi) a Firenze alla fine degli anni ’70, e quella del teatro di Tor Bella Monaca a Roma, tutt’ora in corso. Insieme ai miei collaboratori abbiamo fatto un grande lavoro di sensibilizzazione e presenza affettuosa sul territorio ottenendo risultati straordinari. Insomma se ho vinto delle scommesse come operatore culturale è stato solo grazie al fatto che ho preferito vendere affetti ai nostri spettatori piuttosto che effetti. La tv, coi talent, come si inserisce in questo sistema contemporaneo in cui si va alla ricerca di talenti? Ogni industria crea i suoi operai. Qualcuno poi ce la fa anche a diventare artista. I più avranno solo degli aneddoti da digerire in qualche modo quando saranno vecchi. Qual’é il ricordo più bello della sua carriera professionale? Il giorno in cui il Comune di Cavriglia mi conferì la cittadinanza onoraria per aver vissuto in quel territorio la più bella esperienza cinematografica della mia vita: Ivo il Tardivo. C’è qualcosa che ancora non è riuscito a fare? Ci sto lavorando. E’ il bello della mia vita. Il film, lo spettacolo teatrale e il libro più bello nella sua classifica degli ultimi 10 anni… Birdam. Mentre per spettacolo e libro niente che abbia superato ciò che ho visto e letto in passato. Perciò inutile spendere titoli. L’ironia e il sarcasmo sono solo per la scena o si tratta di carte vincenti anche nella vita? Sulla scena si è solo un pallido riflesso di cosa si è nella vita. Solo che quando sei lassù ti pagano pure! Si leggono sempre più cose tristi attorno a Francesco Nuti. Cosa conserva gelosamente? Ciò che conservo è un passato (molto breve, per la verità) di soddisfazione professionale che fu il trampolino di lancio per lui, Athina e me. Lo spettacolo che ha portato a Castagneto Carducci, il suo ultimo lavoro, Chi è di scena, parla di un attore uscito dalle scene e del mistero che gli si cela attorno, un po’ un alter ego? Anche. Ma soprattutto il piacere di parlare di cose alle quali tengo e che, al di là di quello che sembrano, hanno significati molto più estesi e profondi… almeno per me. La poesia del Carducci e i luoghi a lui cari, tra cui proprio Castagneto e Bolgheri. C’è una poesia del poeta che ama in particolare o a cui è legato per qualche aneddoto? Era pure goliardico;)) Nell’orto della mia casa dell’infanzia avevo un melograno… l’albero a cui tendevo la pargoletta mano. La mia prima cooperativa teatrale fu La Cooperativa del Melograno… ergo sono tutto un pianto antico. Da fiorentino come ha vissuto il passaggio dell’ex sindaco Matteo Renzi a Presidente del Consiglio. Com’è cambiata Firenze nelle ultime legislazioni? Vivo a Roma dai primi anni ’80, perciò tutte le volte che torno a Firenze spero solo che mi riaccolga con l’affetto che spero le sia rimasto nei miei confronti per il lavoro che faccio nel tentativo di rappresentarla meglio che posso come artista in giro per il mondo. Quel che farà Renzi realmente lo vedremo con il passare del tempo. Non mi permetto di dare giudizi perché sono distratto dalla sopravvivenza quotidiana e le cose a caso non mi piace dirle. Quello che spero e mi auguro per i fiorentini è che chi li rappresenta lo faccia nel modo più degno e onesto possibile. I toscani stanno conquistando sempre più posizioni di privilegio… (politica, spettacolo etc…) la storia si ripete, una nuova generazione di Medici... Per adesso c’è solo la certezza che esistono moltissimi pazienti in attesa di guarigione… e sono tanti. Vediamo quando sapranno essere dei veri Medici quelli che dicono di volerseli prendere in cura. Un augurio all’Italia e a se stesso… Mai arrendersi all’ignoranza. Mai. © RIPRODUZIONE RISERVATA WWW.RELEGNO.IT MASSARI-TRANI AGENZIA PER LA TOSCANA Restaurant Caffè Wine & Drink ...il gusto dei sapori veri ... Stuzzicherie di Mare, sfiziosi cruditè di pesce..bistecca, ...vini di bolgheri e tante bollicine... vignaiolo a Bolgheri Viale Italia 42,Marina di Castagneto C.cci Info e prenotazioni 339 87 96 443 --- 333 81 38 848 Pagina 2 Loc. Lo Scopaio, 212 - 57022 Castagneto Carducci (LI) www.sapaio.com Tel. 0565.765239/187 - Fax 0565.765728 WWF OASI DI BOLGHERI Giovedì 25.2.2016 h.10,38 La mattinata è dedicata all’accompagnamento dei bambini della “Scuola di Prima Infanzia” di San Guido, ospite della Tenuta San Guido, in visita alla stalla delle Cioccaie, interna all’Oasi, dove vengono allevati bovini di razza Limousine. I bambini di Bolgheri hanno la fortuna di vivere in un contesto dove le attività dell’uomo e la natura convivono in maniera inusuale. Le vacche, nei primi mesi dell’anno, sono impegnate nei parti. Ed è questo l’obiettivo dell’uscita: far conoscere ai bambini un’attività che parla di allevamento di una razza domestica, di cure, assistenza, dedizione, passione, competenza. A guidare i bambini alla conoscenza di questa realtà, il responsabile del parco bestiame Andrea Facchini e gli addetti operatori alla stalla. I bambini comprendono senza grandi difficoltà la differenza dei sessi e dei ruoli degli animali (mucche, vitelli, tori), che si fanno osservare ed avvicinare, sempre però mantenendo i piccoli a distanza di sicurezza ed al di fuori degli stazzi. Poco distante dalla stalla, a circa 80 mt., troneggia ormai da 9 anni la piattaforma della cicogna bianca che da ospitalità all’ormai “storica” coppia costituita da Duna e Ciocco, le cicogne di Bolgheri. Lasciata la stalla, in ordinata processione, i bambini si avvicinano alla piattaforma, occupata al momento dalla sola femmina che si esibisce, quasi in forma di saluto, nel tradizionale battito del becco (“nacchere”). Racconto ai bambini la storia di questa coppia di cicogne: la femmina resta qui tutto l’anno, mentre il maschio a fine estate parte con i figli alla volta dell’Africa per ritornare la primavera successiva, di solito verso la fine di marzo. Mentre sto raccontando queste amenità, mai come in questo caso poco veritiere, percepisco una sagoma di un uccello molto grande, in volo, che arriva ad ampi battiti d’ala verso di noi. E’ una cicogna! Non mi tornano i conti: una cicogna è sul nido, una in volo verso il nido… allora è tornato il maschio con un mese di anticipo rispetto alla “tabella di marcia”! Lo stuolo di bambini dai 3 ai 5 anni è sotto la piattaforma. Con gli occhi all’insù vedono arrivare in diretta, dopo uno strano inverno, colui che colei stava aspettando da tempo. La ricongiunzione è carica di pathos! Le cicogne al nido iniziano la danza delle nacchere, incuranti di tanti occhi puntati su di loro. Noi tutti, grandi e piccini, siamo ammirati per questo rinnovato spettacolo che ci regala la natura. Entrambe le cicogne, dopo i primi convenevoli, iniziano a rassettare freneticamente il talamo nuziale spostando un po’ di qua ed un po’ di là piccole falde di paglia e fieno recuperate dalla vicina stalla. Per questa coppia inizia la stagione riproduttiva numero nove! Eccola una vera coppia di fatto, una unione non sancita da protocolli o ufficiali di anagrafe, ma dalla semplice volon- CRONACHE DALL’OASI DI BOLGHERI Uno sguardo sulla natura ... di Paolo Maria Politi tà di stare insieme, con entusiasmo, amore e dedizione. Anche perché nelle cicogne la fedeltà è per sempre… non perché benedetta o ratificata da qualcun altro. Scusate la divagazione, ma oggi ci vuole proprio!!! Venerdi 26.2.2016 – h.8,00 Padule di Bolgheri (LI) Nella prima mattinata, nel corso di un sopralluogo in Oasi, per verificare eventuali danni provocati dalla violenta grandinata di giovedì pomeriggio, ho osservato i primi ospiti insediati nella garzaia presente in padule, costituita da due boschetti allagati a tamerice, distanti tra loro circa 80 mt. In ciascuno dei due boschetti era presente una coppia di airone cenerino; entrambe cm. La mia auto di servizio sembra un mezzo anfibio....ma affidabilissima nonostante gli anni! Le pompe idrovore sono in marcia, senza sosta, da 18 ore. Speriamo che riescano a resistere all’ emergenza...Guadagno il primo osservatorio sotto la pioggia. Gli uccelli sembra che vivano in un altro mondo.....noi timorosi per la pioggia battente, loro quasi indifferenti. Noi siamo appiattiti a terra, a rischio annegamento, loro affrontano la vita in una dimensione amplificata della “tridimensionalità”. Ecco la differenza! Improvvisamente cessa la pioggia. Per un insolito giro di venti si apre uno squarcio nel cielo, azzurro come non si vedeva da giorni. le coppie sono già sul nido (precoci per il calendario di Bolgheri), e molto attive nel ribadire il proprio dominio territoriale (?) nei confronti di altri aironi cenerini adulti che sorvolavano a bassa quota il boschetto, con ampie e rumorose volute a bassa quota. Non è escluso che a giorni ci siano nuovi insediamenti… Sabato 27.2.2016 – Tenuta San Guido Loc. Pietrafitta h.11,10 Il collega Marco Annecchiarico mi telefona per informarmi che una cicogna bianca sta sorvolando loc. Pietrafitta, a circa 300 a sud rispetto al Viale dei Cipressi, diretta a nord. Sapendo che in Oasi si è nuovamente insediata la storica coppia di cicogna bianca, effettua un rapido sopralluogo alla piattaforma e vede che la coppia è sul nido. Ergo: le cicogne sono 3! Ma quella solitaria vista stamani proseguirà probabilmente nel suo viaggio. E’ iniziata la migrazione delle cicogne bianche! Lunedì 29.2.2016 h.8,00-11,00 Ultimo giorno di febbraio. Piove, piove.... ed ancora piove. Anche chicchi di grandine, grandi come ceci! I fossi sono pieni; il vialone del Renaione, che conduce all’ ingresso del percorso di visita, nell’ ultimo tratto, per circa 80-100 mt., è sott’ acqua di almeno 20 Un falco di palude semina lo scompiglio tra anatre, folaghe ed uno svogliato ed apparentemente assonnato fenicottero che decide di involarsi. Sembra Neffa. Lo seguo in volo, quando dietro di lui, percepisco uno strano pulviscolo, quasi come una nube concentrata di moscerini. Osservo meglio e mi si svela all’ improvviso il segnale inequivocabile dell’ inizio della migrazione primaverile. Circa 300-400 balestrucci si palesano in tutta la loro mirabolante capacità di acrobazia del volo. La pioggia porta cambiamenti, talvolta repentini ed attesi. Questo stuolo di temerari uccellini, incuranti del fronte di perturbazione alle loro spalle (spalle???) e quello ben più compatto davanti a loro, mostra quanto i migratori “lunghi” siano irriverenti nei confronti di un meteo apparentemente avverso. Mentre termino questa riflessione, la pioggia torna a battere come un martello. I balestrucci spariscono....ma loro sanno dove andare. Sono nati molto prima di noi. Venerdì 11.3.2016 h. 8,00 – 9,45 Durante il consueto giro di perlustrazione lungo il percorso di visita dell’Oasi per eventuali interventi di manutenzione (il vento e la pioggia degli ultimi giorni avrebbero potuto lasciare qualche strascico), e vista la buona giornata di cielo parzialmente sereno dopo l’ultima perturbazione, foriera di nuovi arrivi, dedico una mezz’ora alle osservazioni in padule. Dal 2° e 3° capanno di osservazione si può avere una visione d’insieme dell’intero padule, con la luce del mattino alle spalle e pertanto in condizioni ottimali, senza riverberi o controluce fastidiosi. Mentre mi avvicino al secondo osservatorio, la mia attenzione è rapita da un suono, per me, inconfondibile: il canto aspro ed acuto dei balestrucci. Alzo gli occhi al cielo e tra i rami dei frassini ossifilli vedo che il cielo brulica di balestrucci. E’ la seconda ondata della specie sull’Oasi. Li seguo con il binocolo sperando di intercettare nella nuvola volante anche una rondine che non tradisce le attese! Ecco la prima rondine dell’anno 2016! Ne conterò alcune decine, mescolate tra circa 400 balestrucci. Tra poco arriveranno anche le rondini che nidificano nella biglietteria dell’Oasi e quel giorno sarà un bel giorno! Dal 2° osservatorio, che guarda verso la stalla delle Cioccaie, lo sguardo va immediatamente verso la piattaforma delle cicogne. Si trovano entrambe sul talamo intente ad esibire il “sacro” rito delle nacchere. Sotto di me, a circa una decina di metri dall’osservatorio, tre tuffetti sono intenti ad immergersi in continuazione alla ricerca delle loro prede, prevalentemente invertebrati acquatici ma talvolta anche qualche piccolo pesciolino. E’ maggiore il tempo che trascorrono sott’acqua rispetto a quello che passano sulla superficie. Sono straordinari! Quando galleggiano sembrano batuffoli sericei, mentre immediatamente prima di immergersi comprimono tutte le piume del corpo dimezzando di volume per garantirsi una migliore idrodinamicità che consento loro di fare in apnea tratti anche di 30-40 mt. . Verso il bosco di Macchiotondo, così chiamato per il profilo curvilineo dell’insieme degli alberi che lo rendono quasi a forma di cupola, un raggruppamento importante di folaghe (circa 300) fungono da avvisatore della presenza di un rapace in circolazione. Quando si sentono minacciate dall’approssimarsi di un potenziale predatore, le folaghe si concentrano velocemente e rumorosamente in un unico punto creando una vera e propria “massa critica” che disorienta il falco di palude di turno che le sorvola e si allontana. In lontananza, sono visibili ancora fischioni (circa 200), la cui presenza è percepibile anche senza vederli per il caratteristico ed inconfondibile fischio. Ma anche i codoni, con le coppie già formate, sono saliti di numero; ce ne sono una ventina, probabilmente arrivati dal nord Africa o addirittura dalle paludi della Mauritania. Tra i fischioni, si stagliano inconfondibili le livree di due volpoche, splendidi palmipedi a metà strada tra le anatre e le oche, con bande colorate color verde petrolio, ruggine e bianche tra cui spicca il becco color rosso corallo. continua a pag. 4 © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 3 Via della Caduta 3 57027 San Vincenzo (LI) Tel/Fax 0565 704808 Cell 335 7809881/335 7809879 Via della Caduta 3 57027 San Vincenzo (LI) Tel/Fax 0565 704808 Cell 335 7809881/335 7809879 SPRING IS IN THE AIR SPORT E CULTURA BOLGHERI RUN SI CORRE NEI BORGHI E TRA I CIPRESSI There is an old joke about two émigrés in London after the war trying very hard to assimilate into the British way of life: one says to other “Spring in the air, Mr. Weinstock!”. To which the other replies mystified: “Vy should I ?” Spring is in the air in Bolgheri; not that we can claim to have had a winter. “Ou sont-ils les neiges d’antan ?” – Where are the snows of yesteryear? wrote Francois Villon, although he was apparently referring to lovely ladies, not global warming. It seems to me there has been no real snow in Bolgheri for a long time. The Bolgheresi remember as children toboganning down the road to the right of the arch leading into the village that leads to the Fonte dell’Aquila (in the picture). There was a historic snowfall in 1954 and another in 1984 when all the olive trees in Tuscany were destroyed except for our own which, protected by the breezes from the sea, still grace the slopes above Bolgheri. I can remember seeing the Viale dei Cipressi covered in snow about twice since I have been here – one of the loveliest snowscapes in the world. Meanwhile Spring has been insinuating itself for some time now. People have been gathering wild asparagus in the hedgerows, there are bumblebees hovering uncertainly over last year’s lavender and I have even seen unseasonal butterflies. It seems to me that the twittering of birds at dawn is louder than usual at this time of year while last night I heard the first croaking of a frog on my pond. It was a basso profundo sort of croak so maybe it was a toad. But shouldn’t he still be asleep ? Soon the swallows will be back from their sojourn in Africa, that yearly miracle, and when they arrive they will no doubt already find mosquitoes. If this is global warming is a little alarming, especially as they say that this summer will be as torrid as last year’s. My one comfort is the robin redbreast, that harbinger of winter, who is still here. Nobody has told him that Spring is in the Air, Herr Rotkehlchen! Domenica 17 aprile si terrà la prima edizione della BolgheriRun, corsa podistica collinare di 18km e 9km che si correrà nel cuore della Maremma livornese, tra i vitigni della Bolgheri Doc, i monumenti longobardi e una natura senza paragoni, proprio lungo le strade del Carducci. Il percorso ondulato e panoramico è di 18k che si correrà tra le colline, sulle ultime propaggini delle colline metallifere. È qui, da Castagneto Carducci, borgo che sorge al centro della costa degli Etruschi, celebrato dai versi di Giosuè Carducci nella poesia ‘Davanti a San Guido’, alla piccola frazione di Bolgheri, dove sorge l’omonimo Castello, che si snoderà tutto il percorso della gara. Si tratta della prima edizione di una gara che tange luoghi storici e paesaggi suggestivi. La partenza è alle 9.30, tempo massimo 2 ore e mezza, da Castagneto Carducci per entrare nella splendida via Bolgherese, con ingresso lungo il viale dei cipressi e arrivo nel cuore di Bolgheri. Dopodiché si esce dal piccolo borgo per attraversare vigneti e uliveti e si rientra su via Bolgherese fino al gran finale verso il traguardo lungo il viale dei cipressi e l’arrivo a San Guido. È possibile iscriversi alla Bolgherirun fino al giorno stesso. Accanto alla 18km competitiva, si terrà anche una 9km ludico motoria, non competitiva. Tutte le iscrizioni possono essere effettuate solo online attraverso il portalewww.enternow.it. Il pacco gara rappresenta senza dubbio uno dei plus più... gustosi della Bolgerirun, in quanto completamente composto da prodotti tipici del territorio come olio e vino oltre ad un prodotto dello sponsor tecnico New Balance. Partecipare alla Bolgherirun vuol dire immergersi nella storia e nelle tradizioni di un territorio ricco di cultura, monumenti ed eccellenti prodotti enogastronomici: facile, quindi, perdersi tra le stradine medievali del Borgo longobardo, magari degustando i rinomati vini locali. Tra i monumenti più interessanti, oltre al già citato Viale dei Cipressi, il Castello di Bolgheri, anticamente di proprietà della famiglia Della Gherardesca, l’Oratorio di San Guido, accanto al quale si trova l’obelisco costruito nel 1908 per commemorare Giosuè Carducci, il Castello di Castiglioncello e le Chiese di Sant’Antonio, San Sebastiano e dei Santi Giacomo e Cristoforo. Anche le cantine in occasione del weekend della Bolgherirun, potranno essere visitate per degustazioni ed assaggi. Per info e contatti www.Bolgherirun.com; [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA SPORT E DISABILITA’: NASCE “YOU CAN” Non darsi mai per vinto e sapersi reinventare, nonostante tutto. È il motto che ha accompagnato fino ad oggi Riccardo Cavallini, atleta bolgherese, reso tetraplegico in seguito a un tremendo incidente. Oggi dopo vari successi e posizionamenti importanti nella sua attività di maratoneta, con il traguardo di migliorarsi per raggiungere l’obiettivo delle Paraolimpiadi, è un atleta di interesse nazionale per i tempi che riesce a fare. Tanto che in mezzo a mille difficoltà, soprattutto per il reperimento di fondi, ha deciso di fondare l’associazione sportiva You can per dare la possibilità di gareggiare professionalmente ad atleti paraplegici. Insieme a Leonardo Filaroni di San Vincenzo e Gianluca Valori di Castagneto Carducci, tutti attivi, a seconda della specialità, sulle discipline di ciclismo (Giro OASI PADULE BOLGHERI d’Italia e Maratona) e atletica (100-200 e 400 metri) hanno costituito questa realtà con l’aiuto di tanti amici e collaboratori sportivi, per cercare di “ripartire”. Nello sport Cavallini ha ritrovato uno scopo, un motivo per andare avanti e l’unica cosa che chiede a gran voce è «comprensione non certo compassione». Lo ha ribadito anche durante un incontro di presentazione dell’attività che si è svolto durante la pausa di una partita della prima squadra di basket nella palestra di Donoratico. «Fate il modo che non vi manchi mai il tempo – ha esortato Cavallini durante il suo commosso e intenso intervento a lungo applaudito dalla platea –. Prima aspettavo solo che il giorno passasse per addormentarmi la sera. Dopo l’incidente niente è stato più lo stesso. Invece tenersi occupati costantemente aiuta a sentirsi vivi. Lo sport mi ha aiutato tanto e non sopporto la compassione, le persone devono capire i miei nuovi obiettivi, cosa voglio veramente fare. Mai accontentarsi, cerco di migliorarmi sempre, per raggiungere livelli sempre più alti come atleta. E You can permetterà ad atleti disabili come me di fare sport». Tra i prossimi impegni di Cavallini il Giro d’Italia in 10 tappe, da nord a sud, in partenza ad aprile, e i campionati italiani di Handbike. L’associazione è aperta a tutti ed è stata possibile grazie al contributo economico di due prestigiose cantine del territorio, Podere Sapaio e Colle Massari, oltre al sostegno della Banca di credito cooperativo di Castagneto Carducci. Per informazioni basta contattare Riccardo Cavallini sulla sua pagina Facebook. (Divina Vitale) continua da pag 3 ... In disparte, inattese e finalmente presenti dopo circa un anno di assenza, un piccolo gruppo di 12 avocette si alimenta dove l’acqua è più bassa, setacciando il fondo dello stagno con il loro caratteristico becco rivolto decisamente all’insù, unica specie di limicolo europeo in possesso di questa caratteristica anatomica. La loro livrea bianca e nera le rende molto eleganti. Dal 3° osservatorio, fino a poco tempo fa punto privilegiato per godere della vista dei fenicotteri, ormai partiti verso i siti di riproduzione, osservo lo straordinario comportamento della alzavola, la più piccola anatra d’Europa, impegnata nel faticoso momento della formazione della coppia. Uno stuolo di 11 maschi si appressa senza tregua intorno ad una solitaria femmina; ciascuno di loro cerca di mettere in mostra le sue credenziali migliori, nella speranza di essere il prescelto. Per lei sarà un duro lavoro di diversi giorni che la vedrà impegnata nel tenere a bada i pretendenti in cui il livello di testosterone, in questa fase, è al massimo. Gli aironi cenerini già segnalati sul nido a febbraio sono aumentati di numero; ora i nidi sono 4. In questo momento presentano una bellissima livrea, bianca, grigia e nera, con becco di un arancione molto acceso e le “aigrettes”, le lunghissime penne nucali, molto sviluppate. Uno di loro lo vedo in volo con il rametto nel becco destinato al consolidamento della piattaforma. Verso il bosco igrofilo a ridosso del tombolo, tra gli alberi “con i piedi nell’acqua”, scorgo un maschio di marzaiola! E’ la prima dell’anno, per me! E’ l’unica anatra di superficie europea che sverna nelle paludi del Sahel sub-sahariano ed ritorna in Europa all’inizio della primavera. Già a febbraio, talvolta, si registrano i primi arrivi. Con il suo inconfondibile sopracciglio bianco e la livrea con tutte le tonalità del marrone segnala che la primavera è alle porte e con lei milioni di uccelli provenienti dall’Africa che arriveranno, sosteranno e ripartiranno dall’Oasi in uno spettacolo di colori e forme che nei prossimi due mesi renderanno il Padule di Bolgheri una tavolozza indescrivibile ed incomparabile di colori. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 4 %#56'..1 &+ $1.)*'4+ #)4+674+5/1 Via Lauretta 7 - 57022 Bolgheri -(LI)Tel : +39 0565 76 2110 Fax : +39 0565 76 2116 w w w. c a s t e l l o d i b o l g h e r i . e u RICORRENZA Sono stati celebrati con una due giorni di eventi e rievocazione storiche i 410 anni di elevazione a rango di città di Livorno. Era, infatti, il 19 marzo 1606 quando Ferdinando I dei Medici nominò Bernadetto Borromei come primo gonfaloniere. “Nei luoghi, nei giorni e nelle vesti…” è il titolo della manifestazione, giunta alla sua terza edizione, con cui il comune di Livorno vuole ricordare i fatti accaduti più di quattro secoli fa e porre l’attenzione sulla storia e le tradizioni della città labronica. Storia e cultura di un simbolo della città labronica...di Anita Galvano zare quelle reti, alzandole a sufficienza per evitare che la sfera rotolasse in acqua, o peggio, sugli asciugamani dei bagnanti. Memorabili ancora oggi sono gli incontri che vedevano schierati in campo, a piedi nudi sul cemento rovente di mezzogiorno, i nomi illustri della Grande Inter. Corso, Mazzola e Suarez, grandi amici e ospiti di quel ragazzino diventato ormai un campione, si sfidavano infatti ai Bagni Fiume, mettendo a dura prova anche il fisico più allenato e mettendo forse a rischio il futuro di un’illustre carriera. Da quel momento ogni stabilimento balneare della città “senza spiagge”, tutta scogli e moletti in cemento, ha costruito il suo gabbione e ha dato il via a regolari tornei con due tempi da venti minuti o a incontri infiniti che durano finchè il fisico regge. Per entrare nella gabbia, infatti, la dote principale è avere fiato, dal momento che la palla, rimbalzando continuamente, non si ferma mai per tutta la partita. Ma chi pratica questo sport deve ave- re anche un tiro potente e preciso per centrare la porta, larga poco più di un metro. Con il passare degli anni, poi, l’erba sintetica ha preso il sopravvento in molti campi della città, ma il vero “gabbionaro” preferirà sempre giocare alla vecchia maniera, con reti consumate dal salmastro e cemento rovente sotto i piedi. Per comprendere meglio il successo di questo sport, basti sapere che il massese Corrado Orrico, allenatore dell’Inter nella stagione 1991-1992, fece installare ad Appiano Gentile, quartier generale della società milanese, una “gabbia” su modello di quella livornese per far allenare i propri giocatori sulla velocità e sul fiato. Quel campetto ancora oggi è utilizzato dai campioni neroazzurri per la preparazione atletica. È nato così, per caso e necessità, il gabbione, lo sport preferito dai livornesi di ogni Nel fine settimana del 19 e 20 marzo l’intera città si è immersa in un’atmosfera tardo rinascimentale grazie al coinvolgimento di circa duecento figuranti e alle numerose rappresentazioni che hanno animato diversi luoghi, piazze e vie cittadine, partendo dalla Fortezza Vecchia, cuore pulsante dell’ evento. In programma oltre al “mercato delle cose antiche”, con gli artigiani che si sono esibiti davanti al pubblico mostrando le proprie capacità, anche la © RIPRODUZIONE RISERVATA rievocazione dell’evento storico che ha visto la nomina di Borromei a primo gonfaloniere togato, gli interventi delle istituzioni e l’animato corteo storico. Una manifestazione destinata a crescere di anno in anno che non è solo una festa popolare ma un’occasione per far conoscere e salvaguardare la storia locale e rinforzare lo spirito di appartenenza dei livornesi alla loro città. (a.g) STUDIO M+D ARCHITETTURA Cell. 335 8437270 Loc. Sughericcio 197, Bolgheri (LI) Via del Tirreno, 23 Arch. Marco Giampellegrini PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA PROGETTAZIONE STRUTTURALE, BIOARCHITETTURA, ANTINCENDIO, PRATICHE CATASTALI, PROGETTAZIONE IMPIANTI E CERTIFICAZIONE ENERGETICA [email protected] Www.podereilcastellaccio.com età, stazza ed estrazione sociale che, armati soltanto di pallone e costume da bagno, si ritrovano ogni giorno d’estate, ma non soltanto, per una sfida sotto il sole cocente, il libeccio sferzante o l’acqua battente. C’è chi racconta, d’inverno, di aver giocato sotto la neve, chi, uscito da lavoro in congruo anticipo, smette giacca e cravatta per indossare scarpini e pantaloncini; e, infine, anche chi si vanta di aver giocato insieme ad “acciuga” Massimiliano Allegri, allenatore della Juventus e consueto frequentatore dei “bagni” livornesi. La “gabbia” è un mondo parallelo per il livornese, un universo surreale dentro al quale anche l’amicizia più solida cede il passo alla rinomata ironia labronica, con soprannomi e sfottò che, al fischio finale, svaniscono magicamente con un tuffo al calasole. LIVORNO A RANGO DI CITTA’, 410 ANNI DOPO Tel. 0565-745761 Ci sono tradizioni e usanze che nascono per puro caso e finiscono col diventare, in poco tempo, un vero e proprio tratto caratteristico di una città e un simbolo incontrastato di un luogo. Il gabbione, per Livorno, è tutto questo. Cultura, passione, segno distintivo di un modo di essere e di pensare, e non c’è livornese che non vi abbia disputato o assistito almeno ad un incontro in vita sua. Ma come nasce questo sport? Erano gli anni ’50 – agli albori del boom economico quando gli strascischi della guerra e dei bombardamenti si vedevano ancora sui volti della gente e per le strade della città ridotte in tanti casi a brandelli – quando un ragazzino di nome Armando Picchi (sotto), piedi buoni e talento in erba, ebbe l’idea di far recintare il campetto da calcio dei Bagni Fiume (a lato una foto storica presa dal sito internet) per evitare che la palla finisse in mare e per non infastidire le signore sotto l’ombrellone, con pallonate moleste durante le immancabili partitelle con gli amici. Era prima che nascesse il beach soccer, prima dei modaioli tornei di beach volley, prima dello spettacolare street soccer, prima che la costa degli Etruschi diventasse uno degli spot preferiti dai surfisti di tutta Italia, prima che il Sup divenisse la passione di grandi e piccini. Gli stabilmenti balneari labronici erano già da oltre cento anni un fiore all’occhiello della città, memore ancora del turismo balneare ottocentesco. I Fiume, ad esempio, negli anni’30 del Novecento, avevano introdotto un’altra “gabbia” destinata ad alcuni sport da praticare in riva al mare: non il calcio, ma il basket e il tennis. E così Picchi&company non fecero altro che utiliz- IL GABBIONE: DA ARMANO PICCHI AD OGGI 57022 Marina di Castagneto C.cci (LI) TRADIZIONI A LIVORNO O SS 1 Aurelia BOLGHERI Bar - Gelateria Artigianale Largo Nonna Lucia 1/A 57022 Bolgheri (LI) Tel. 0565.762024 Pagina 5 Conviviali Momenti Paola Picchi Catering [email protected] Via di San Vincenzo, 4 57021 Campiglia M.ma (Li) www.momenticonviviali.it Tel. 0565 836018 - Cell. 339 8725776 PERSONAGGI STORIA DI TITTI,PETTINATRICE A PARIGI E TERRITORIO La carriera e le scelte durante il boom economico ...di Giuliana Valisneri V.D.T. Era il tempo di Vergottini, delle Sorelle Fontana in Italia, di Alexandre De Paris e le Sorelle Carita in Francia quando Osvalda Falciani, detta “Titti”, iniziò la sua carriera di “pettinatrice. Il periodo era quello magico di Brigitte Bardot, dei capelli cotonati e della Beat generation, il movimento hippy aveva rotto con i tagli corti a maschietto privilegiando una figura più femminile con capelli lunghi, la riga nel centro e la zazzera bombata. La moda era dettata dai grandi personaggi del cinema e della canzone, le dive come Liz Taylor, Marilyn Monroe, Jane Fonda dettavano i crismi da oltreoceano mentre in Italia erano Rita Pavone, Mina, Caterina Caselli e Sofia Loren a farsi imitare. Il marketing ancora non esisteva, bisognava fare gavetta in un negozio di parrucchiera a lavare le teste prima di poter acquistare una licenza. All’epoca di Titti le parrucchiere spesso lavoravano in casa, i negozi erano piccoli ma vi si potevano trovare smalti per le unghie, i fascinosi caschi in plastica rosa, che ti facevano sentire in un altro mondo e le riviste patinate del gossip di allora: Stop, Gente, Oggi, Grand Hotel e la Domenica del Corriere. Era in quelle alcove profumate per sole donne che si potevano conoscere tutti i pettegolezzi e i segreti di una piccola città e dove ci si ritrovava con amiche e conoscenti, ogni fine settimana. Osvalda fin da bambina sognava di fare la pettinatrice e tagliava i capelli a tutti i cuginetti che gli passavano sotto mano. Era proprio una “miss mani di forbice” quando fu assunta, a soli 13 anni, nell’Istituto di Bellezza di Siena , ed era ancora così piccola che le dovettero farle fare delle scarpe apposite con un tacco di gomma per arrivare ai lavatesta. Si chiamava Osvalda come il nonno ma non era adatto come nome da parrucchiera così la soprannominarono “Titti”. La sua carriera è stata costellata dai cambiamenti di nome, che forse le hanno portato anche un po’ di fortuna. Come fu assunta all’Istituto di Bellezza all’epoca frequentato a Siena da grandi personaggi? Come usava una volta, grazie all’interessamento dei miei genitori, arrivai in quel grande salone che non arrivavo neppure ai lavatesta, mi dovettero fare dei rialzi alle scarpe. Ero molto felice perchè oltre che alla passione avevo anche una dote naturale e prendevo delle belle mance. Ben presto passai dai lavatesta alla sedia delle pettinature. Come vi riuscì? Erano le clienti che mi volevano, dopo averne pettinate alcune tutte mi richiedevano a Luciano, il proprietario del Salone. Era frequentato dalle persone più importanti di Siena, professionisti, nobili, gente benestante come i Nannini, i genitori di Gianna la cantante, persone squisite e gentili, grandi lavoratori e anche di bellissima presenza. La Gianna e i suoi fratelli erano piccoli, molto educati e vestiti bene. Oggi la guardo in tv e non la riconosco vestita così e con quei capelli spettinati. All’epoca le signore amavano farsi cotonare i capelli e le mie cotonature facevano furore, ben presto in tutta la zona si sentì parlare della Titti. Quanto rimase nel Salone? Per cinque anni, imparai moltissimo da Luciano, i miei genitori però decisero di acquistarmi un appartamento per poter aprire un’attività tut- ta mia. Al tempo si diventava maggiorenni a 21 anni e io non li avevo ancora così fui messa sotto la loro tutela . Ripartii da zero, ebbi un grande coraggio a mettermi in proprio, il rischio era grande ma riuscii ad avere un bel numero di clienti che mi avevano seguito dal salone. Dopo cinque anni comprai un vero e proprio negozio che divenne uno dei più prestigiosi della zona, ci furono articoli sui giornali e la mia carriera decollò definitivamente. Divenni la pettinatrice ufficiale della famosa cantante lirica Marcella Pompell, avevo cinque inservienti e tantissima voglia di imparare cose nuove, perfezionarmi nei tagli, nelle tinture e nelle acconciature, la passione mi spingeva a darmi da fare e a sperimentare, essere sempre aggiornata. In provincia non era facile ma non mi arresi e poi arrivò una grande occasione. Decise di partire per Parigi? Quello fu un grande passo, riuscii ad entrare nella scuola della L’Orèal dove si facevano corsi di taglio, piega e colore. Pensi che erano stati proprio loro sul finire del ‘800 ad inventare il colore per i capelli. Eugene Schneller era un chimico che ideò la tintura e subito dopo decise di aprire un’azienda basata sulla cura dei capelli chiamandola “Aurèole”, poi divenne l’Orèal ed esiste ancora oggi, fu lui ad inventare la polvere schiarente Blanc, per schiarire i capelli bruni, che andò a ruba specialmente nell’ambiente del cinema. Eugene inventò anche lo shampoo senza sapone fatto di oli e profumi che rendevano il capello finalmente morbido e facile da pettinare, inoltre si inventò la pubblicità per vendere di più e far conoscere i suoi prodotti. Una volta coprì un palazzo con delle lenzuola bianche con sopra la scritta di Blanc, lo schiarente. Oggi sembrerebbe facile ma immaginiamolo nel 1900... Parigi era una città da sogno, patria della moda e degli artisti, una scuola di vita dove attingere idee, dove le coppie innamorate sognavano di passare la loro luna di miele. Anni ‘70, da Siena a Parigi, una bella differenza! Non mi facevo influenzare da niente quando si trattava di lavoro ma Parigi all’epoca era davvero un mondo da fiaba, lavoravamo tutto il giorno e la sera ero così stanca che non avevo la voglia neppure di uscire, comunque ogni tanto lo facevo e andavo con le amiche. Mi recavo alle Folies Bergère, il music hall più famoso di Francia dove andava il pittore Toulose Lautrec, famosi i suoi quadri che rappresentano il locale. Andavamo anche nei ristoranti dove si mangiavano le ostriche, da noi non si erano mai viste, botte di vita che oggi non stupiscono ma all’epoca erano davvero esaltanti, cose che a Siena non avrei mai potuto fare. Mi guardavo intorno cercando di scoprire cose nuove circondata da donne bellissime e molto curate, dicevo tra me “ma guarda dove sei arrivata!” Era il periodo della Bardot e di Dalida, tutte vestivano con abitini stretti in vita, ballerine e pinocchietti. Per strada si vedevano personaggi strani agghindati come i beat anche se sempre con una grande eleganza. Nonostante tutto ciò, la cosa che più mi colpì di Parigi fu il il “Bosco Blu”. Di cosa si tratta? Di solito partivamo per Parigi nel pomeriggio e arrivavamo all’alba, passavamo dentro un bosco illluminato dalla luce del sole che filtrava tra i rami degli alberi, che diventavano di colore blu, uno spettacolo mai visto che mi ha colpito più della Torre Eiffell e che non riesco a dimenticare. I viaggi a Parigi mi resero famosa in città , ero io a portare le novità, le lentiggini finte, le cotonature, i carrè, persino il mio negozio subiva i cambiamenti. Fui la prima a mettere una moquette a fiori che non si era mai vista in giro! Mi chiamarono anche per fare le pettinature al Grand Hotel di Rimini e a Torino dal grande Coiffer Gianni Bollea che pettinava la cantante Milva e tutta la nobiltà della zona. Lei è stata anche allieva del grande visagista Gil Cagnè ? Si ho avuto l’onore di conoscerlo e di frequentare i suoi corsi, la sua frase più rappresentativa era questa “chi non riesce a trovare in una donna qualcosa da valorizzare cambi mestiere”. All’epoca in Italia non era ancora conosciuto, era un gran bel ragazzo e da lui ho imparato moltissimo. Era il visagista ufficiale della Principessa Grace di Monaco, di Maria Callas e di altre attrici famose americane, era direttore di Estèe Lauder di Max Factor, un uomo davvero vitale e intraprendente. Poi che cosa è successo? In quel periodo ero davvero all’apice della carriera, le mie clienti mi aspettavano per sapere che cosa c’era di nuovo nei tagli e nelle pieghe, le consigliavo in tutto e si fidavano di me: i capelli sono molto importanti per noi donne e metterli nelle mani di una parrucchiera significa avere fiducia in lei. Non avevo intenzione di mettere su famiglia ma andai a fare una vacanza a Castiglioncello e lì conobbi mio marito. Dopo due anni di fidanzamento ci sposammo, dovetti vendere il mio negozio per trasferirmi a Cecina dove lui viveva. Comprai un grande salone sopra la Trattoria Senese, avevo 15 postazioni e iniziai a lavorare benissimo ma dovetti cambiare di nuovo il mio nome d’arte. Per quale motivo? Mio suocero disse che per una signora sposata “Titti” non era adatto, troppo farfallino, un nome serio da parucchiera secondo lui non era neppure Osvalda, troppo mascolino, decise che mi dovevo chiamare “Roberta”, un nome rassicurante per l’epoca visto anche che Peppino Di Capri aveva inciso una canzone con questo nome. Da quel momento iniziai a lavorare benissimo ,dovevo farmi conoscere, ma dopo tre anni dovetti vendere il salone per motivi di salute, volevamo dei figli e per averli avrei dovuto passare la gravidanza a letto! La sua avventura è finita così? Neanche per sogno, dopo che sono cresciuti ho aperto un altro salone con cui mi sono rimessa in gioco frequentando nuovi corsi di taglio. Tagliavo con il rasoio e dovetti imparare a tagliare con le forbici che però hanno meno cura del capello, ma sono molto più pratiche. Ero insieme a ragazze giovanissime che mi guardavano con sorpresa, spesso le donne della mia età non riescono a rimanere nell’ambito lavorativo per tanti motivi, penso invece che non ci siano problemi di età quando si ha la voglia di fare e di imparare, non è mai troppo tardi. L’indipendenza economica, il fatto di stare con persone di cultura diversa e di diverse provenienze arricchisce l’animo e rende la mente giovane. Consiglio a tutte le donne di non mollare quando si ha un lavoro che piace. Oggi però mi sono ritirata e mi godo la pensione, la mia vita è stata davvero movimentata e piena di sorprese, anche se certe volte mi prende un po’ di nostalgia. © RIPRODUZIONE RISERVATA www.poggioaltesoro.it poggioaltesoro.it [email protected] info@poggioaltes Degustazioni e vendita vino e olio Ristorante a km Zero tel. 0565-763511 mob. 328-5851568 Via Bolgherese gherese 189/B, 57022 (LI) Tel. 0565 773051 Fax. 0565 7 776740 www.agriturismoeucaliptus.com Via Bolgherese, Bolgheri Pagina 6 / 65 CASTIGLIONCELLO ZZZPDLHOOLLW COSTA ED ENTROTERRA / 65 ZZZPDLHOOLLW UN TUFFO NELLA STORIA DEGLI HOTEL DELLA PERLA Si ripercorrono le tappe che hanno portato prima alla realizzazione e poi alle varie trasformazioni delle strutture ricettive di CHIARA CASTALDI Fare la mappa degli alberghi in una località di villeggiatura è come ripercorrerne lo sviluppo turistico. È quello che cercheremo di fare raccontando la storia della nascita degli hotel di Castiglioncello, inserendo dettagli e curiosità architettoniche o legate alle frequentazioni di personaggi celebri, con un costante confronto con la realtà attuale. L’atto fondativo del profilo turistico di Castiglioncello si può far coincidere con l’avvento dei Macchiaioli e dunque ricondurre al loro mecenate Diego Martelli, che qui si stabilì costruendo quello che diventerà il nucleo architettonico del Castello Pasquini. Quel seme originario non solo richiamò altre frequentazioni, ma in un certo senso costituì il marchio di fabbrica di uno stile di villeggiatura che si sviluppò nella località: una sorta di ritiro intellettuale ideale, durante il quale alternare ore di intenso lavoro a momenti di svago rigenerante, in un ambiente quieto e accogliente. Siamo nella seconda metà dell’800 quando il critico d’arte e mecenate Diego Martelli, di famiglia fiorentina, eredita le proprietà di Castiglioncello dove decide di stabilirsi per la dolcezza del clima e la tranquillità del posto. Qui ospiterà, fino alla fine del Secolo, amici pittori ancora poco apprezzati nel capoluogo toscano che dettero vita alla Scuola di Castiglioncello: nomi come quelli di Giovanni Fattori, Federico Zandomeneghi, Telemaco Signorini, Silvestro Lega, Vincenzo Cabianca, Giuseppe Abbati Odoardo Borrani, solo per citarne alcuni. Altra figura chiave è il barone Patrone che, a cavallo dei due secoli, riuscì ad attrarre a Castiglioncello una vasta e variegata rappresentanza di intellettuali e industriali dell’epoca. Esponente di una ricca famiglia di imprenditori liguri acquista da Martelli molte delle sue proprietà. Rispetto al mecenate fiorentino di simpatie socialiste Partone gestirà la sua influenza in maniera molto più spregiudicata, riuscendo a dare un impulso decisivo allo sviluppo del turismo. Ruolo che giocò non solo sul piano delle conoscenze che attirò nella località, ma anche in termini di iniziative concrete: si deve al suo intervento, infatti, la costruzione della stazione ferroviaria di Castiglioncello sulla ferrovia tirrenica inaugurata nel 1910. Fra le curiosità annotiamo che l’elemento architettonico dei merli e le decorazioni ad essi sottostanti formanti una serie di archi a sesto acuto in rilievo, voluti da Patrone per il Castello che fece erigere come sua residenza e oggi denominato Pasquini, influenzò in quell’epoca anche altri edifici: nei primi del 900, oltre alla stessa stazione, anche il Conte Danieli volle per la sua villa decorazioni simili, che, nello stesso periodo, comparvero anche sulla Torre medicea risalente alla metà del ‘500 cui l’edificio era addossato, rendendola così caratteristica e distinguendola dalla costruzione “gemella” di Calafuria. La prima struttura ricettiva di Castiglioncello è l’Hotel Castiglioncello, gestito dalla famiglia Simonetti, provenienti da Livorno, ed entrato in funzione nella seconda metà inoltrata dell’800. L’edificio in cui sorse, realizzato nel 1850, è la prima costruzione moderna del promontorio; precedenti ad essa sono, infatti, solo la Torre Medicea e la vicina chiesa di Sant’Andrea eretti rispettivamente nel XVI e nel XVII secolo, quest’ultima, ad uso dei soldati che presidiavano la fortezza. La costruzione nasce come stazione di posta e stallaggio. Disponeva di diciotto vani, di cui otto camere. Nel 1895, di fronte all’edificio fu costruita una nuova struttura (l’attuale Bar Ginori) che nel 1902 fu acquistata dai Simonetti che vi trasferirono l’albergo stavolta chiamandolo col nome di famiglia. Nell’altro immobile restò per qualche anno il ristorante, anch’esso successivamente spostato nella nuova sede. Nel Luglio 1912 viene inaugurato Il Grand Hotel Miramare. A metterlo in piedi è Romolo Monti altro personaggio chiave nella storia di Castiglioncello e, non a caso, erede ideale degli altri padri fondatori: Martelli e Patrone. Il terreno dove sorgerà la struttura, infatti, lo acquista dallo stesso Patrone - conosciuto qualche anno prima Montecatini Terme - il quale a sua volta lo aveva comprato dal mecenate fiorentino. Imprendi- tore originario di Carpi, Romolo Monti, frequenta Castiglioncello per motivi legati ai sui affari di commercio: se ne innamora e vede nella località un potenziale turistico da sviluppare. L’hotel esiste ancora oggi e nel 2014 gli eredi ne hanno celebrato i 100 anni dalla fondazione con una festa alla quale hanno partecipato amici, rappresentanti delle istituzioni locali, ospiti famosi (fra gli altri il critico teatrale Masolino D’Amico e il regista Paolo Virzì che peraltro, negli interni dell’hotel, ha girato alcune scene del film “La Prima cosa bella”). In un secolo di storia l’Hotel Miramare ha alloggiato ospiti illustri come Luigi Pirandello e Arturo Toscanini e ha conosciuto diversi momenti di celebrità, che gli sono valsi il riconoscimento di “Membro dei Locali storici d’Italia”. Nell’agosto del 1919 ospitò Winston Churchill. L’episodio è ricordato da una targa realizzata nel 1984 e affissa sul muro dell’edificio, il cui testo fu scritto da Giovanni Spadolini, che a Castiglioncello ha avuto per molti anni una casa di villeggiatura: “Il 19 agosto 1944 Winston Churchill uno dei grandi artefici della liberazione dell’Europa dal folle dominio nazista, sostò in questo edificio con alti ufficiali alleati in occasione della sua visita alla quinta armata americana impegnata nella liberazione di queste terre al fianco delle forze partigiane e dei reparti del ricostituito esercito di liberazione nel segno dei futuri destini d’Europa a ricordo di quel giorno la cittadinanza pose”. Nel 1901 cominciarono lavori per la costruzione dell’Hotel della Pineta e nel 1904 fu inaugurato. Lo Stato, proprietario del terreno, regalò ad un tal Ciampolini, originario di Bibbona, che ne aveva fatto domanda, un’area di al restauro del 2000. Oggi accoglie 9 fondi commerciali e 26 appartamenti. Le vicende legate alla costruzione della ferrovia nonché alla figura di Patrone, si intrecciano anche con la nascita di Villa Parisi e dell’ex Hotel Godilonda. Entrambe le strutture nascono come ville private per poi essere trasformate in alberghi di lusso e furono nel 1974 set del film “La bellissima estate” per la regia di Sergio Martino. La prima struttura fu realizzata nel 1906 dalla famiglia del commendator Saverio Parisi, titolare di un’impresa che prese parte ai lavori del tratto locale della così detta ferrovia Tirrenica - inaugurata nel 1910 - il quale ricevette in dono da Patrone l’area compresa fra la punta sud della Baia del Quercetano e la scogliera di Punta Righini. Il futuro “Godilonda”, invece, fu edificato nei primi anni del Secolo scorso, su terreno donato dal barone Patrone, come Villa De Montel dal nome dall’ingegnere costruttore della ferrovia. Villa Parisi diviene Hotel negli anni 80. L’impronta, che mantiene ancora oggi, è quella di albergo di lusso dotato di accesso privato al mare, piscina, campo da tennis. Negli anni Sessanta ne fu proprietario il Conte Malaspina. L’Hotel Godilonda diviene tale negli anni ’80; deve il suo nome a Gabriele D’Annunzio il quale durante uno dei suoi soggiorni nella località, coniò l’espressione «Godi l’onda»; l’edificio infatti si erge proprio sulla scogliera a picco sul mare. Negli anni ha cambiato più proprietari. A metà degli anni ‘30 la costruzione fu ristrutturata dal fiorentino conte Coletti sposato con la ricca americana Carter da cui la villa prese i nome. Nel dopoguerra, morti due figli maschi (partigiani) e la moglie (di crepacuore durante il volo di rientro negli USA), il conte vende alla famiglia di gioielAlcune foto storiche degli alberghi di Castiglioncello. Strutture e integra- lieri romani Bulgari. Succeszione nel paesaggio... come erano una volta... sivamente diviene hotel di lusso molto apprezzato per i suoi ser4200 metri quadri di parco sul quale vigeva vizi e trattamenti come la talassoterapia. Poi un vincolo alberghiero. La struttura avrebbe la struttura attraversa un periodo di alterne dovuto ospitare i galeotti utilizzati per i lavo- fortune e nel 2007 chiude. Nel 2014 è stata ri di scavo della ferrovia, ma non è certo se li messa in vendita ed è stata acquistata da una abbia mai realmente accolti. Negli anni suc- società russa, con sede in Italia. Attualmente cessivi la struttura fu trasformata in albergo. sono in corso lavori di restauro, sembra, per Ne fu proprietario, fra gli altri, Eugenio Pace, tornare ad ospitare un albergo o comunque già gestore del Grand’Hotel di Rimini, che una struttura turistica. Un destino analogo lo ne fece una struttura di lusso. Intorno agli ha avuto l’attuale Hotel Baia del Sorriso, anni Cinquanta l’albergo era dotato di 42 ca- sorta come villa privata nei primi anni del mere con bagno in camera, alloggi per il per- ‘900 e divenuta struttura alberghiera probasonale di servizio, piscina, campi da tennis, bilmente verso la metà degli anni Settanta, un’enorme grotta sotterranea che fungeva da quando fu acquistata da una società della cantina e magazzino per frutta e verdura. Fra quale faceva parte anche il calciatore e allegli ospiti illustri vi alloggiò anche la regina natore Giuseppe Chiappella. d’Olanda. Nel 1963, Pace vendette l’albergo, Nello stesso periodo sorge l’hotel Bartoli, ma la successiva gestione fallì in pochi anni. più piccolo e semplice degli altri citati fino Per molti decenni è rimasto abbandonato fino adesso. Nasce nel 1914 come abitazione del- la famiglia Bartoli che quattro anni più tardi la trasformano in pensione. Numerose le gestioni succedutesi che hanno mantenuto un ambiente semplice e familiare. Fra i suoi ospiti più noti ricordiamo gli attori Massimo Girotti e Renzo Montagnani. Se gli anni della seconda metà dell’800 costituiscono gli albori del turismo castiglioncellese e nei primi del Novecento ne fu posto il primo seme, ci sono altri due periodi che per motivi diversi possono considerarsi gli anni d’oro di Castiglioncello: i decenni ‘20 e ‘30 e i ‘50 e ‘60. Il fiorire delle strutture ricettive riflette questo percorso. Gli anni 20 e soprattutto il decennio dei 30 coincidono con il periodo in cui Castiglioncello era frequentata da intellettuali come Pirandello, D’Annunzio, Pavolini. I decenni 50 e 60 si identificano con le villeggiature dei maggiori rappresentanti del cinema italiano, dalla famiglia D’Amico, a Marcello Mastroianni, da Sordi a Gassman, da Luchino Visconti ai Panelli; in quel periodo vi soggiornavano anche molti uomini politici come il più volte ministro Giovanni Spadolini e il sindaco di Firenze e deputato Giorgio La Pira. Di questo periodo è la Pensione Guerrini sorta nel 1925 per iniziativa di Primo Guerrini e della moglie Assunta Proietti e presto ampliata per far fronte alle richieste. Molto apprezzata era la cucina della signora Assunta di origini marchigiane. Luigi Pirandello e Marta Abba erano spesso presenti a pranzo o a cena. All’ombra di un chiosco nel giardino della struttura erano soliti trovarsi Silvio d’Amico, Sem Benelli, Massimo Bontempelli, Luigi Cimara e altri. Negli anni Venti nasce anche l’attuale Hotel Corallo col nome di Leon d’Oro. Dal 1955 al 1973 diventa Pensione Roma. Nel 2006 è stato interamente ristrutturato. L’Hotel Leopoldo apre, invece, nel 1995, ma fin dagli anni 30 la villa, di proprietà di un avvocato bolognese, veniva affittata. Fra gli ospiti anche lo scrittore Corrado Pavolini con la moglie e i figli. Nel 1959 apre un nuovo albergo, il Martini che prende il nome dalla famiglia originaria di Suvereto che pochi anni prima, sullo stesso suolo, avevano acquistato e restaurato una villa appartenuta ad un facoltoso ingegnere. L’attività si espande rapidamente, tanto che nel 1963 la famiglia decide di acquistare l’edificio sull’altro lato della strada, anch’esso villa privata, che viene inaugurato come Hotel Atlantico nella primavera del 1970. Nel 1967 inizia l’attività l’Hotel Tirreno. La struttura nasce agli inizi degli anni ‘20 come casa privata e nel tempo ha mantenuto le caratteristiche originali. Fu fatta edificare da un ufficiale della Marina. Nella casa trovò rifugio Claretta Petacci. Ha ospitato l’attore Renzo Montagnani e il critico d’arte Gillo Dorfles. Purtroppo non siamo riusciti a trovare molte notizie sul Park Hotel, che si trova nella centrale via Fellini (già via Roma). Lo citiamo, tuttavia, per completezza di informazione. Alcune testimonianze ci riferiscono essere nata come abitazione privata per poi trasformarsi in albergo, anche se non sappiamo in che periodo. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 7 Bolgheri News rispetta l’ambiente e la natura APRILE FA IL PIENO DI EVENTI DI ENOGASTRONOMIA PALAMITA IN FESTA A SAN VINCENZO Un mare di gusto, Palamita & Friends è la festa dedicata al mare e alla cultura del territorio di San Vincenzo e dintorni che ormai da diversi anni dà inizio alla nuova stagione estiva. Quest’anno, per volontà dell’amministrazione pubblica, si terrà una rinnovata edizione del tradizionale appuntamento gastronomico dedicato al pesce azzurro che andrà ad animare il territorio di San Vincenzo con un ricco programma di eventi a partire dal fine settimana del 23 e 24 aprile fino al 1 maggio con il consueto percorso del gusto di assaggi La manifestazione si avvale della direzione artistica di Deborah Corsi (nella foto sotto), chef JRE del Ristorante La Perla del Mare, in collaborazione con la food blogger Cristina Galliti e il comune di San Vincenzo, guarda al mare e alla sua influenza non solo in cucina, ma anche nel tempo libero e nell’arte. Un percorso Palamita ad arte è dedicato ad opere di artisti nazionali e internazionali e si affiancherà alla più conosciuta kermesse culinaria, grazie ad un’inedita presentazione di una delle opere più acclamate del maestro Giampaolo Talani, che ha voluto portare a San Vincenzo: “Due uomini con i pesci” ma anche al contributo di fotografi, pittori e scultori che verranno ospitati all’interno delle attività del centro storico. Una mostra diffusa sul territorio da gustare durante tutta la settimana. Tantissime le attività in programma, dai laboratori gratuiti, su prenotazione, per bambini e adulti passando per il food contest e la sfida dei giornalisti ai fornelli per concludersi domenica 1 maggio con il richiestissimo “Percorso di Gusto” che invaderà il centro e il porto della città grazie alla collaborazione con i diversi risto- ranti e locali che propongono ai visitatori assaggi di piatti dedicati alla Palamita & Friends, ovvero, a tutto il pesce azzurro come le sarde e le acciughe. Senza dimenticare un altro appuntamento storico della manifestazione che vede protagonisti sempre i ristoratori che propongono per tutta la settimana all’interno dell’offerta dei loro menù dei piatti ispirati alla Palamita, in abbinamento ai migliori prodotti del territorio toscano. Ecco un pò di programma: sabato 23 aprile alle 16 in piazza delle Capitanerie di Porto raduno cani in spiaggia, in collaborazione con la Dog Beach, alle 17 presentazione del piatto di palamita dedicati agli amici a 4 zampe. Domenica 24 aprile e 1 maggio Palamita ad arte, percorsi d’arte all’interno delle attività del centro di San Vincenzo, i bozzetti delle opere legate al Concorso Nazionale “La Passeggiata del Marinaio”, in collaborazione con Fidapa Bpw sezione San Vincenzo Val di Cornia, il Garden House Lazzerini ospiterà negli spazi espositivi di via Vittorio Emanuele II alcune opere di artisti italiani ed internazionali. Installazione per le vie cittadine delle opere del Simposio di Scultura in Marmo Rosso di Sassetta realizzate in diverse edizioni dell’evento etc... Alle 17.30 presso la saletta multimediale Cucina ad arte con Deborah Corsi con piatti dipinti o composti con materie edibili ridotte in polveri, gel e creme. Laboratorio gratuito per adulti e bambini. Il 29 aprile alla Torre, alle 18, presentazione dell’opera “Due uomini con i pesci” con il contributo di Giampaolo Talani e ad una delle sue opere più acclamate, il dipinto scelto dalla Commissione Artistica presieduta da Vittorio Sgarbi, per la 54a Biennale d’Arte di Venezia del 2011. Sabato 30 Aprile nella galleria della Coop alle 10 Ape azzurra, degustazione di piatti a base di pesce povero realizzati dagli studenti dell’Istituto alberghiero di Rosignano E. Mattei. Alle 11 alla saletta cucina ad arte con i piatti imbroglia pargoli tratti dal libro Pesce per Mini Gourmet di Marco Gucci e Cristina Galliti. Seguirà laboratorio. Alle 15 arte dell’impiattamento, a cura dell’arch. Roberta Restelli, insegnante di impiattamento, alle 17 arte di intagliare frutta e verdura con Mario Caciagli, esperto di Thai carving. Domenica 1 maggio allo Yachting Club, ore 11, premiazione dell’opera vincente del Concorso Nazionale “La Passeggiata del Marinaio”. Alle 11.30 veleggiata a San Vincenzo con gli amici di PratoVela A.S.D. in collaborazione con La 100 di Montecristo Tensostruttura. Alle 11.30 in piazza delle Capitanerie di Porto incontro Olio Extra vergine d’oliva, erbe aromatiche e peperoncino per Palamita&Friends, con la partecipazione dell’esperto Donato Creti, esperto di olio extra vergine d’oliva e aromatiere e Rita Salvadori, azienda Peperita. Conduce Giorgio Dracopulos enogastronomo. Alle 15 alla tensostruttura in piazza delle Capitanerie di Porto, giornalisti ai fornelli- chef in giuria per un gioco culinario: critici e giornalisti enogastronomici interpretano la Palamita. In giuria alcuni chef toscani dei Jeunes Restaurateurs d’Europe. Presidente Marco Stabile. Conduce Cristina Galliti. Alle 17.30 premiazione concorso culinario e cooking show con la chef Valeria Piccini. Nel centro del paese percorso enogastronomico con piatti dedicati a Palamita&Friends creati dai ristoratori deòl luogo in abbinamento ai vini a cura della Fisar-Livorno. Programma completo ed info su www.unmaredigusto.it TORNA FOODIES A CASTIGLIONCELLO ENOGASTRONOMIA SPECIALITA’ IN FIERA AL CASTELLO DI POPULONIA Al Castello di Populonia il 16 aprile (dalle 11.30 alle 19) appuntamento con il vino e il cibo. Saranno 20 le aziende del territorio che faranno degustare i loro prodotti per le vie del borgo. Quattro saranno le aree tematiche: in via San Giovanni (vino, birra, idromele), in Piazza Curzio Desideri e Piazzetta (agroalimentari,caseari), alla Torre (olio, ortofrutta), al prato esterno (noccioline). Si terrà inoltre la presentazione della “Guida agli extravergini 2016” Slow Food con degustazione guidata di alcuni oli selezionati per la guida del nostro territorio a cura di Francesco Ferrari, presso il Museo Etrusco Populonia Collezione Gasparri. Spazio anche alle conferenze con il dottor Giorgio Baratti, archeologo che parlerà su ‘Quattro salti in...dietro nel tempo. Storie (stra)ordinarie di cibi antichi”. E il professor Rossano Pazzagli, Università del Molise – Presidente dei Corsi di Laurea in Scienze turistiche e Beni culturali che parlerà del “Il Buonpaese. Paesaggi culturali e territori del gusto in Italia”. Mostra di pittura “La terra ed i suoi frutti: visioni diverse di una risorsa preziosa.”presso la sala Gasparri. W La Ciccia AZIENDA AGRICOLA Giorgio Meletti Cavallari & C. Via Casone Ugolino 12 Castagneto Carducci (LI) Tel/Fax 0565 775620 Cell. 328 8316644 A G R I T U R I S M O V ILLA B ORGERI Via Bolgherese 186 57022 Castagneto C.cci (LI) Tel/Fax 0565 763530 www.villaborgeri.it Il 23, 24 e 25 aprile torna a Castiglioncello Foodies Festival, ormai da tre anni un appuntamento fisso con cibo di strada, show cooking, incontri con chef stellati, convegni e forum sul cibo e molto altro. Ancora top secret i nomi di quest’anno dei maestri della cucina che interverranno alla rassegna, come accaduto nelle precedenti edizioni che hanno visto protagonisti fra gli altri gli chef Luciano Zazzeri, Emanuele Vallini e Alessandro Borghese, star del cibo in tv come Simone Rugiati e vari finalisti di celebri reality sulla cucina. Nel programma di quest’anno, fra i numerosi eventi, incontri su sport alimentazione, un convegno sullo spreco, e nella patria della villeggiatura dei maestri del cinema si parla del cibo nei film con proiezioni di pellicole a tema; e poi ancora, forum sul cibo del futuro con riflessioni su alcune tendenze più estreme come quelle che portano in tavola gli insetti. Appuntamenti fissi dei tre giorni, come al solito, quelli con gli stand del cibo di strada a Portovecchio, del vino in piazza della Vittoria, mentre a Caletta si spilla la birra artigianale. Per il programma dettagliato consultare il sito internet www.foodiesfestival.info S.P. 16b Via Bolgherese Loc. Vallone dei Messi 199 57022 Bolgheri (LI) Tel. 0565762173 Cel. 3332626025 ABBONAMENTO MENSILE Per ricevere il mensile Bolgheri News a casa vostra è necessario sottoscrivere un abbonamento di 15 euro l’anno da versare nel CONTO POSTALE C/C n. 1011791504 INTESTATO a: Divina Vitale CAUSALE: abbonamento spedizione mensile Bolgheri News. Inserire l’indirizzo di recapito. BOLGHERI NEWS & STYLE Anno 7 numero 58 registrazione n.5 del 2011 mese di APRILE Sede centrale via Bolgherese 197, Bolgheri. Direttore responsabile DIVINA VITALE Editore ASS. “BOLGHERI CULT” In memoria di Maurizio Martelli; Grafica e styling mensile STUDIO M+D; Stampa EUROSTAMPA, Cecina. Per INFO E PUBBLICITA’ 3315801424 o [email protected] Pagina 8