Avvenire 25/02/2015
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CATHOLICA
Mercoledì
25 Febbraio 2015
L’evento.
Da oggi a venerdì
il Congresso nazionale
promosso dalla Cei con
l’Università Gregoriana
A guidare la riflessione
l’Esortazione apostolica
Evangelii Gaudium
La Chiesa evangelizza con la bellezza della liturgia
L
Una celebrazione eucaristica
(Siciliani)
15
iturgia ed evangelizzazione. La Chiesa evangelizza con
la bellezza della liturgia. È il tema del Congresso organizzato dall’Ufficio liturgico nazionale Cei in collaborazione con la Pontificia Università Gregoriana nella cui sede (piazza della Pilotta, 4 a Roma) si svolgerà. Il via oggi alle 15 con la preghiera e il saluto del rettore dell’Ateneo padre François-Xavier Dumortier. Il tema dell’iniziativa è sollecitato in modo particolare dall’Esortazione apostolica di
papa Francesco, "Evangelii Gaudium", dedicata all’annuncio del Vangelo nel mondo attuale. Bergoglio infatti sottolinea che «L’evangelizzazione gioiosa si fa bellezza nella
liturgia (...). La Chiesa evangelizza e si evangelizza con la bel-
lezza della liturgia» (Eg. 24). Al tempo stesso il Congresso è
da leggersi nel contesto del cammino della Chiesa in Italia,
impegnata nel decennio 2010-2020 a promuovere itinerari di riflessione e progettazione pastorale volti a "educare
alla vita buona del Vangelo". Inoltre anche il prossimo Convegno ecclesiale nazionale che si terrà a Firenze sul tema
"In Gesù Cristo, il nuovo umanesimo" non manca di offrire spunti per uno sguardo liturgico sulla decisiva e urgente questione dell’annuncio cristiano. Infine, l’evento si configura come contributo teologico-liturgico al Congresso eucaristico nazionale che si celebrerà a Genova nel 2016 sul
tema "Eucaristia e missione". I lavori si articoleranno su tre
giornate, da oggi a venerdì 27 febbraio. Per favorire il confronto saranno fornite cinque relazioni principali di taglio
interdisciplinare da esperti quali don Paolo Tomatis e monsignor Pierangelo Sequeri, il filosofo Paul Gilbert, i monaci
Giorgio Bonaccorso e Goffredo Boselli. A essi si affiancheranno ventuno laboratori tematici sulle questioni aperte
della liturgia (primo annuncio, omelia, spazi architettonici, liturgia delle ore, sfida della società multietnica, musica
e liturgia, pietà popolare, ecumenismo, ecc.). Domani alle
18.30 nella Chiesa del Gesù, la Messa presieduta dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei.
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Esame di coscienza nello stile di Francesco
Dal Papa l’indicazione sull’importanza e il modo di prepararsi alla Confessione
Il sussidio
GIANNI CARDINALE
come confessarsi, cosa confessare, attraverso trentaquattro interrogativi sul male
commesso e il bene omesso nei confronti di Dio, del prossimo e di se stessi, viene
apa Francesco fin dall’inizio del
offerto un esame di coscienza, coronato
suo pontificato ha sempre messo
dall’atto di dolore». Si tratta di quattro pal’accento sulla necessità di riscoginette utili a tutti coloro che desiderano
prire il sacramento della Confessione. Lo
accostarsi al confessionale. Vi si ricorda
ha fatto anche con l’esempio, quando il 28
che tutti «siamo peccatori!», ossia «penmarzo del 2014 prima di confessare alcusiamo e operiamo in modo contrario al
ni fedeli, lui stesso si era inginocchiato in
Vangelo»; e «chi dice di essere senza pecun confessionale della Basilica Vaticana
cato è bugiardo oppure e cieco». Si ribaper ricevere il sacramento della Riconcidisce che la buona Confessione «cominliazione. E lo ha ribadito in numerose ocia dall’ascolto della voce di Dio e prosemelie e discorsi. In una udienza del mergue con l’esame di coscienza, il penticoledì dedicato al sacramento della Penimento, l’accusa dei peccati al sacerdote, il
tenza papa Francesco ha così esortato i feproposito della soddisfazione, l’invocadeli: «Non avere paura della Confessione!
zione della miseriUno, quando è in
cordia divina elargicoda per confessarta mediante l’assolusi, sente tutte queste
cose, anche la ver- Lo stesso Bergoglio ne ha dato zione, la lode per il
perdono ricevuto, la
gogna, ma poi
esempio accostandosi al
vita rinnovata». E per
quando finisce la
Confessione esce li- Sacramento prima di essere lui determinare il «cosa
confessare» viene ofbero, grande, bello,
ad
amministrarlo
ad
alcuni
ferto un inedito
perdonato, bianco,
"questionario" utile
felice. È questo il
fedeli
nella
Basilica
Vaticana
per l’esame di cobello della Confes«Non
abbiatene
paura,
perché
scienza. Una serie di
sione!». Ora, domenica scorsa papa si esce liberi, perdonati, felici» domande - riproposte integralmente in
Francesco ha fatto
diffondere in Piazza Il tema della conversione negli questa pagina - che
San Pietro un "taesercizi spirituali ad Ariccia con un linguaggio
semplice e diretto,
scabile" di una trenriecheggiante quello
tina di pagine, titousato da papa Berlato Custodisci il
goglio, possono essere davvero un aiuto
cuore . Un libretto che, ha spiegato il Ponper tutti coloro che voglio approfittare deltefice, «raccoglie alcuni insegnamenti di
la Quaresima per accostarsi, magari anGesù e i contenuti essenziali della nostra
che dopo molto tempo, al sacramento delfede, come ad esempio i sette Sacramenla Riconciliazione.
ti, i doni dello Spirito Santo, i dieci coProseguono intanto ad Ariccia gli esercizi
mandamenti, le virtù, le opere di miserispirituali quaresimali per il Papa e la Cucordia». Un libretto - ora acquistabile presria Romana tenuti da padre Bruno Seconso la Libreria Editrice Vaticana - che oltre
din. Nelle meditazione di lunedì pomead esporre sinteticamente «la ricchezza
riggio, riferisce L’Osservatore Romano, il
della nostra dottrina, per custodire il cuore» offre anche preziosi suggerimenti per
religioso carmelitano ha ricordato che per
una buona Confessione. Un «aiuto» in cui
intraprendere un corretto cammino qua– ha spiegato padre Corrado Maggioni, sotresimale di conversione occorre innanzitosegretario della Congregazione per il cultutto riscoprire la «verità più profonda di
to divino, presentando il "tascabile" su
noi stessi, uscire allo scoperto» e «toglierci ogni maschera, ogni ambiguità».
L’Osservatore Romano – «dopo aver brevemente sostato sul perché confessarsi,
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ROMA
Mettere a nudo
il proprio cuore
di fronte a Dio
P
Pubblichiamo la proposta di "Esame di coscienza" pubblicata nel libretto “Custodisci il cuore” distribuito gratuitamente domenica scorsa in piazza San Pietro e ora
acquistabile presso la Libreria editrice Vaticana. Esame si coscienza che «consiste –
recita il testo – nell’interrogarsi sul male
commesso e il bene omesso: verso Dio, il
prossimo e se stessi».
Curare l’anima come la nostra salute
Don Ferrari: dovremmo andare dal sacerdote come si va dal medico
ANDREA GALLI
ovremmo andare con fiducia
a manifestare apertamente il
nostro cuore a Dio, attraverso il sacerdote, così come facciamo con
un un medico quando si tratta della salute del corpo». Così dice don Luca Ferrari, sacerdote della diocesi di Reggio Emilia-Guastalla, responsabile della comunità sacerdotale del movimento “Familiars Consortio” e fondatore e animatore del gruppo “Giovani e Riconciliazione”, sorta di volontari che si occupano di
accompagnare le persone al sacramento,
appunto, della Riconciliazione. È un’esperienza, questa, che ha avuto inizio alla Gmg di Roma del 2000, quando 2.000
sacerdoti confessarono 200.000 giovani,
in 57 lingue, lungo tre giorni e tre notti.
Don Ferrari era allora il responsabile del
“Servizio confessioni” e, con i ragazzi che
avevano dato il loro contributo organizzativo a quella tre giorni di grazia, ha poi
contagiato altri gruppi di giovani nel desiderio di «diffondere la gioia del perdono di Dio e della Chiesa», dice. Questo è
avvenuto negli anni in eventi nazionali,
diocesani o locali di dodici regioni ecclesiastiche. I volontari di “Giovani e Ricon-
«D
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coscienza nel sussidio che domenica
ciliazione” saranno anche protagonisti,
scorsa il Papa ha fatto distribuire in piazil 13 e 14 marzo, nella chiesa romana di
za San Pietro. Per quanto riguarda l’esaSant’Agnese in Agone, delle “24 ore per il
me di coscienza, in particolare, fa notare
Signore”, l’iniziativa promossa dal Ponticome «giustamente per Francesco questo
ficio Consiglio per la nuova evangelizzariguarda il riconoscimento del peccato
zione.
concreto, non è solo un’introspezione geConfessarsi, avere per il bene della nonerica. Lo aveva ricordato anche nella
stra animalo lo stesso zelo che abbiamo
Messa mattutina a Sanper il nostro benessere
ta Marta lo scorso 4 setfisico, dice don Ferrari.
tembre. Qualche mese
Se così non avviene,
spiega sempre il sacer- Il fondatore di «Giovani e prima, il 6 maggio, aveva detto però un’altra
dote, è «perché al fondo
Riconciliazione»:
spesso
cosa importante, ovvec’è un problema di conro che “un amico che si
sapevolezza, di autosfugge
il
peccato
di
fa ogni giorno per ciacomprensione dell’uoomissione,
soprattutto
a
scuno di noi compagno
mo. Il materialismo ha
ricondotto la vita spiri- chi dice di non confessarsi di strada è lo Spirito
Santo” e “per conoscetuale alla vita psichica.
da decenni perché
re lo Spirito, per conoQuando si individua un
scere soprattutto la sua
disagio esistenziale, lo
«non ha fatto niente»
azione nella nostra vita
psicologo diventa semè importante praticare
pre di più l’unico punto
l’esame di coscienza”.
di riferimento. A volte
Questo fa capire bene come l’esame di
può essere una scelta corretta, ma spescoscienza è in senso profondo l’esame
so manca, di fondo, un corretto riconodella coscienza: nel silenzio lo Spirito mi
scimento della vita spirituale. Occorre inillumina su come mi sono rapportato con
somma ricomprendere l’uomo nella sua
Dio, con gli altri, con me stesso: a partire
interezza». Don Ferrari plaude alla parte
da questo posso fare un’indagine precidedicata alla Confessione e all’esame di
sa, concreta, un confronto su quanto Dio
mi dice e la vita mi chiede».
Nel sussidio si specifica che l’esame di
coscienza consiste nell’interrogarsi sul
«male commesso» e sul «bene omesso».
Proprio quest’ultimo aspetto, continua
don Ferrari, è quello che più spesso sfugge al nostro radar interiore: «Le omissioni vengono normalmente poco o nulla considerate. Faccio l’esempio di una
situazione che capita spesso a un sacerdote: una persona arriva e dice: “Non mi
confesso da 30, 40 o anche 50 anni“. Motivo? “Perché non ho fatto niente”. Converrebbe partire da qui e riflettere: ma
come, 30, 40 o 50 anni senza aver fatto
niente? È proprio per questo che uno si
deve confessare! Il problema è che si valuta questo “niente” come se fosse un bene, mentre in realtà è un male. Perché
parla del bene che si sarebbe dovuto fare e non si è fatto. La Parola di Dio è esigente e quando si ama non ci si accontenta di un superficiale rispetto o dell’indifferenza». Il peccato di omissione,
sottolinea sempre don Ferrari, «riguarda
sì ispirazioni concrete non accolte, ma riguarda anche l’impostazione della vita,
della mia giornata».
Papa Francesco
mentre si confessa
in San Pietro prima
di essere lui stesso
ad accogliere nel
confessionale
alcuni fedeli il 28
marzo dello scorso
anno
(Osservatore)
Nei confronti di Dio
Mi rivolgo a Dio solo nel bisogno?
Partecipo alla Messa la domenica e le feste
di precetto?
Comincio e chiudo la giornata con la preghiera?
Ho nominato invano Dio, la Vergine, i Santi?
Mi sono vergognato di dimostrarmi cristiano?
Cosa faccio per crescere spiritualmente? Come? Quando?
Mi ribello davanti ai disegni di Dio?
Pretendo che egli compia la mia volontà?
Nei confronti del prossimo
So perdonare, compatire, aiutare il prossimo?
Ho calunniato, rubato, disprezzato i piccoli e gli indifesi?
Sono invidioso, collerico, parziale?
Ho cura dei poveri e dei malati?
Mi vergogno della carne di mio fratello, della mia sorella?
Sono onesto e giusto con tutti o alimento la
"cultura dello scarto"?
Ho istigato altri a fare il male?
Osservo la morale coniugale e familiare insegnata dal Vangelo?
Come vivo le responsabilità educative verso i figli?
Onoro e rispetto i miei genitori?
Ho rifiutato la vita appena concepita? Ho
spento il dono della vita? Ho aiutato a farlo?
Rispetto l’ambiente?
Nei confronti di sé
Sono un po’ mondano e un po’ credente?
Esagero nel mangiare, bere, fumare, divertirmi?
Mi preoccupo troppo della salute fisica, dei
miei beni?
Come uso il mio tempo? Sono pigro?
Voglio essere servito?
Amo e coltivo la purezza di cuore, di pensieri
e di azioni?
Medito vendette, nutro rancori?
Sono mite, umile, costruttore di pace?
LA TESTIMONIANZA
Padre Fares: Bergoglio per noi gesuiti
è stato un vero un maestro spirituale
«Io conosco papa Francesco-Bergoglio da quasi quarant’anni, da
quando mi ha ammesso nel noviziato della Compagnia di Gesù, nel
’76». Si è presentato così ieri ai microfoni di Radio Vaticana il gesuita
argentino Diego Fares, nuovo membro del Collegio degli scrittori di
Civiltà Cattolica. «Mi ricordo, io ero studente – ha raccontato padre
Fares – quanto mi ha sorpreso una volta che lui, che predicava gli
Esercizi annuali agli studenti del Colegio Maximo, mi ha chiesto se me
la sentissi di accompagnare col suo aiuto tre miei compagni, perché
eravamo in tanti. Io ho detto di sì, me lo sentivo se loro avessero voluto
parlare con me e che io parlassi con il Rettore per aggiornarlo su come
andavano le cose e se c’era qualche problema. Questi tre hanno
accettato, perché era un modo di fare gli Esercizi con Bergoglio,
indirettamente diciamo. Lui dava “i temi”- i “punti” diciamo noi - per
fare le preghiere, ascoltava molti che si rivolgevano a Lui ed io, una
volta al giorno ascoltavo questi miei compagni. La sera conferivo con
Bergoglio. Così ho cominciato, da studente, da giovane, a fare la guida
spirituale. Questo s’impara non dai libri ma sotto la guida di un maestro
spirituale com’era Bergoglio per tutti noi. Per noi dare gli Esercizi fa
parte della nostra missione, quello che ci sta più a cuore».
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Febbraio 25, 2015 8:36 am (GMT -1:00) / Powered by TECNAVIA
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