CRITERI DI RAZIONALITÀ DELL’INTERPRETAZIONE
Cap. 3 Bongiovanni
•
•
•
•
1) Problemi:
a) indeterminatezza
b) e valutatività
dell’interpretazione
• 2) Soluzione:
• individuazione di
criteri procedurali
• = esigenze razionali
della procedura
argomentativa
• (Habermas: decidere
senza contraddirsi e
essere razionalmente
accettabili)
•
•
•
•
1) Problemi:
a) indeterminatezza
i) possibilità di risultati tra loro confliggenti
[= nei casi difficili, l’insieme delle ragioni
giuridiche non è in grado di produrre (o
giustificare) un unico risultato)]
• ii) apertura delle norme nei discorsi di
applicazione
• b) valutatività
• i) incertezza della metodologia interpretativa
• ii) elementi valutativi della argomentazione
•
•
•
•
•
ai) risultati confliggenti
tre argomenti principali:
- difficoltà dei linguaggi naturali
= comportano la presenza di predicati vaghi
- inevitabile incoerenza (inconsistency) interna
del diritto (= presenza di antinomie)
• - relativa povertà o la troppa ricchezza delle
ragioni giuridiche
• RICCHEZZA = in sistemi giuridici avanzati, vi
sono più ragioni che possono giustificare una
decisione facendo riferimento a valori diversi
• Es.: caso Serena Cruz
• - pluralità di ragioni
• = interprete può scegliere come trattare il
caso
• - le diverse fonti e ragioni giuridiche
giustificano risultati diversi alla luce di
valori concorrenti
• - difficoltà di fissare relazioni di priorità (o
di gerarchia) o forme razionali di
bilanciamento in presenza di norme che
esprimono valori diversi
• aii) Discorsi di applicazione (ruolo dei
principi)
• distinzione tra:
• - Discorsi di fondazione:
• fissano i principi prima facie
• = norme che restano indeterminate nel loro
potenziale riferimento alla situazione
• - Discorsi di applicazione (i principi si
applicano ai casi)
• = i principi hanno bisogno in ogni singolo caso
d’essere ulteriormente correlati
• = applicazione dipende dai casi
• = incertezza per imprevedibilità delle situazioni
future
• b) elementi valutativi
• due aspetti:
• i) incertezza della metodologia giuridica
• ii) divergenza valutativa sulla correttezza
o sulla giustizia richiesta dalla presenza
dei principi
• = cosa richiedono i principi e loro diverse
interpretazioni
•
•
•
•
•
•
bi) incertezza metodologia
tre dimensioni:
- fine (metodo) della interpretazione
- canoni della interpretazione
- regole della interpretazione
in ognuno di questi casi è presente una
scelta valutativa dell’interprete
• Scelte valutative (Alexy):
• - nessuno dei tre argomenti istituzionali conduce
ad un unico risultato
• - gli argomenti sistematici sono completi solo se
rinviano ad argomenti pratici generali
• - gli argomenti pratici generali sono, nei casi
difficili, più importanti di quelli istituzionali
• bii) giustizia richiesta dai principi
• due diverse prospettive generali:
• Teleologica (bene) vs. Deontologica (giustizia)
2) Criteri di razionalità
dell’interpretazione
• ricerca di criteri di razionalità adeguati
• indeterminatezza non significa che
l’argomentazione giuridica non possa
essere razionale
• la presenza di valori e scelte morali
implica la ricerca della corretta
interpretazione e applicazione dei requisiti
di giustizia
• Riflessione contemporanea
• doppio passaggio:
• a) insufficienza delle teorie semantiche
del significato e dell’interpretazione
(Dworkin) per fornire soluzione corretta
• b) razionalità procedurale
• = interpretazione come argomentazione
• = ricerca delle condizioni di accettabilità
razionale delle considerazioni pratiche
• = condizioni di razionalità del discorso
pratico
• a) Insufficienza teorie semantiche del
significato
• = basate su rapporto tra segni e oggetti
(reali o ideali)
• Teorie del significato affrontano diverse
questioni:
• - certe sequenze di segni hanno significato
e altre no (= criterio di significanza)
• - sinonimia
• - ambiguità
• - implicazione
• Triangolo del significato (De Saussurre,
Frege, Ogden e Richards)
Espressione
(significante, segno)
contenuto (mentale)
Referente
(proposizione, senso,
significato intensionale)
(denotazione,
significato
estensionale)
Teorie del significato
(W. Lycan, Filosofia del linguaggio, 2002)
• Semantiche
• - referenziale o
denotazionale
• = parole ed enunciati stanno
per degli oggetti
• - ideazionale o mentalistica
• = parole ed enunciati
esprimono idee della mente,
proposizioni
• = entità mentali
• criterio di significanza =
verificazionismo
• Pragmatiche
• teoria del significato come uso
(L. Wittgenstein)
• Significati non sono entità
• ma sono in relazione alla
funzione che hanno nel
contesto delle pratiche
sociali
• Diverse versioni:
• - regolarità di
comportamento (regularism,
comportamentismo)
• (è vicino a teorie
semantiche)
• - inferenzialista (W. Sellars,
R. Brandom)
• Significato come uso
• = linguaggio è pratica sociale
• Es: gioco linguistico dei muratori
• "lastra!", "mattone!"
•
•
•
•
•
•
Utilizzo dei termini serve per (far) fare qualcosa
= il significato di una parola è:
il suo uso nel contesto di un enunciato
significato di un enunciato è
= uso nel contesto di un gioco linguistico
= il significato di parole ed enunciati è uso nel
linguaggio (nel contesto del gioco linguistico)
Difficoltà delle teorie semantiche
• Referenziale:
• - parole senza
riferimento (oggetti
irreali, verbi, pronomi)
• - termini coreferenziali
• - problema descrizioni
definite e nomi propri
(teoria di Kripke e Putnam del
riferimento diretto)
• Ideazionale:
• - che tipo di entità
mentale
• - termini ed enunciati
che non esprimono
idee
• - problema
intersoggettività entità
mentali
• Interpretazione CORRETTA per teorie
semantiche e regularism
(comportamentismo)
• = individuazione di un unico significato
delle parole e degli enunciati
• Unicità del significato dipende da:
• i) corrispondenza ai fatti o a idea (teoria
referenzialista e ideazionale)
• ii) idea di significato come uso inteso
come regolarità di comportamento
(comportamentismo)
• i) risultato interpretativo corretto
dipende dal fatto che le proposizioni
interpretative esprimono:
• - riferimento delle espressioni =
significato proprio, oggettivo dei testi
normativi (leggi)
• = credenza che le parole abbiano un
significato proprio, intrinseco
dipendente dalla relazione oggettiva
tra le parole e le cose
• - intenzione = soggettiva intenzione
delle autorità normative (parlamento)
• = idea che le autorità legislative (che di
solito, sono organi collegiali) abbiano,
come gli individui, una volontà o
intenzione univoca e riconoscibile
• = interpretazione è conoscenza empirica
• = presenza di regole semantiche e sintattiche
che determinano il significato dei termini
• ii) regularism
• Problema del c.d. paradosso delle
regole (L. Wittgenstein, Ricerche filosofiche, §
201)
• “una regola non può determinare
alcuno modo d’agire, poiché
qualsiasi modo d’agire può essere
messo d’accordo con la regola”
• Varie tesi e problemi:
• - linguaggio privato (§ 202 “non si può
seguire una regola 'privatim': altrimenti credere
di seguire una regola sarebbe la stessa cosa
che seguire la regola”)
• interpretazione scettica di Kripke
(addizione e quaddizione per 68 +
57)
• Utilizzo presente e utilizzo della
regola nel futuro
• Regresso delle regole
• tesi per cui nucleo di significato è
pienamente determinato dall’uso sociale
• = è il modo in cui la regola è usata a
determinare direttamente il significato della
regola
• = significato è regolarità di esecuzione o
di comportamento
• Ne deriva che
• l’interpretazione riguarda solo gli aspetti
della comprensione che sono sottodeterminati dalle regole o convenzioni
• = è una eccezione
• Problema della distinzione tra
ciò che viene effettivamente fatto
ciò che dovrebbe essere fatto
• = di fronte a pluralità di possibilità di
seguire una regola
• è necessaria individuazione dell’uso
corretto
• = una delle contrastanti interpretazioni o
regolarità
• Teoria semantica dell’interpretazione
giuridica
• Giuspositivismo critico di L. Ferrajoli
• Teoria legata alla definizione di verità
• Basata su idea che
• = enunciati normativi hanno natura
descrittiva
• = sono enunciati veri o falsi
• Teoria di A. Tarski della verità come
corrispondenza
• Ambito del diritto penale
• Modello garantista del diritto penale
• = limitazione della potestà punitiva e tutela
della persona contro l’arbitrio
• richiede epistemologia garantista
• Si traduce nel cognitivismo
processuale
cognitivismo processuale
= raggiungimento della “verità processuale”
• quaestio facti
• = proposizioni di fatto
• ricerca della verità
fattuale (verificabilità
o falsificabilità delle
ipotesi accusatorie)
accertabile tramite
prova empirica
• risolvibile per via
induttiva
• quaestio juris
• = proposizioni di
diritto
• ricerca della verità
giuridica
• per via deduttiva sulla
base delle parole
impiegate dalla
legge
• definizione della verità come
corrispondenza (A. Tarski)
• = nozione intuitiva della verità
• = teoria oggettiva del significato del
termine vero
• va distinta da teorie soggettive che
pongono semplicemente dei criteri di
verità (es.: consenso, coerenza, ecc.)
• non sono accettabili nella giurisdizione
penale: v. consenso della comunità
• modello limite giustificato da
• relazione necessaria fra garantismo
penale ed epistemologia verificazionista
• Limite = corrispondenza fra linguaggio e
realtà
• b) Modelli di razionalità procedurali
• tre direzioni
• i) J. Coleman e B. Leiter = razionalità
epistemica = modest objectivity basata su
condizioni epistemiche ideali
• ii) J. Habermas e R. Alexy = razionalità
pragmatica [e tesi del discorso giuridico
come caso speciale (sonderfall) del
discorso pratico + serie di regole del
discorso razionale]
• iii) R. Dworkin = razionalità coerentista
(universalizzabilità)
• i) Razionalità epistemica: la “modest
objectivity” di J. Coleman e B. Leiter
• tre passaggi principali
• - possibili accezioni di oggettività (procedurale
e metafisica, metafisica forte e metafisica
minima)
• - limiti conoscitivi e pratici di queste visioni
• - diversa concezione di oggettività (modest)
basata sul rispetto di condizioni epistemiche
ideali
• A partire da: negazione dello scetticismo e forma
di oggettività anti-realista
due forme generali di oggettività:
• visione procedurale
classica
• = idea di procedura
giuridica o politica
• = risultati delle
controversie giuridiche
sono stati raggiunti dai
giudici per il tramite di
procedure oggettive
• = rispetto di alcune
minime condizioni
procedurali
• visione metafisica
(metaphysical objectivity)
• = implicazioni
conoscitive più esigenti
• assunzione per cui ci
sono risposte corrette
alle questioni pratiche
(giuridiche, politiche e
morali)
• le decisioni fanno
riferimento a fatti giuridici
oggettivi
• fondazione oggettiva dei
giudizi giuridici e morali
• due principali concezioni oggettività metafisica
a) forte (strong)
b) minima (minimal)
a) Oggettività Forte
doppia assunzione:
Realismo metafisico
= il modo in cui stanno le
cose nel mondo non dipende
da come gli individui
credono che esse siano
(indipendenza costitutiva ed
epistemica del mondo dei fatti
dalle pratiche conoscitive)
Realismo semantico
(teoria del significato)
= il significato di un enunciato
non dipende da ciò che
colui o coloro che parlano
pensa debba significare
• b) Oggettività Minima
• anti-realismo
metafisico o ontologico
= oggettività dipende
dalle pratiche sociali
= ciò che sembra giusto
alla maggioranza
di una comunità
determina ciò che è giusto
= criterio dell’oggettività
è convergenza delle pratiche
semantico
forma di
comunitarismo linguistico
basata sull’uso
del linguaggio
teoria giuridica:
• idea forte di
oggettività
• presente nella
tradizione della teoria
del diritto naturale
(giusnaturalismo)
• idea minima di
oggettività
• è vicina al
convenzionalismo
• è stata adottata, in
versioni più o meno
vicine, da molti
positivisti
contemporanei
(positivismo
giuridico)
•
•
•
•
•
• INSUFFICIENZE delle due teorie
• a) Concezione “forte” dell’oggettività
tensione tra le sue assunzioni
s.t. PROBLEMA DELL’ACCESSO
come è possibile, data l’indipendenza dei fatti
giuridici dalle nostre credenze e pratiche,
riuscire a conoscerli?
= indipendenza dei fatti dal nostro accesso
epistemico e possibilità di garantire la
conoscenza di tali fatti
Risposte = coerentista (corrispondenza) e
esternalista non valgono per discorso giuridico
• b) concezione minima dell’oggettività
• problemi che derivano dalle sue premesse (s.t.
antirealismo semantico)
• - possibilità di un ERRORE GLOBALE o su
larga scala
• = concetti che subiscono mutamenti a causa
dell’evoluzione della ricerca scientifica
• = risposta paradossale: tale cambiamento non
deriva tanto da un errore precedente nel
riferimento agli oggetti, quanto dal fatto che le
pratiche sono mutate
• - presenza di DISACCORDI
RAZIONALI non risolvibili dalle
convenzioni
• = difficoltà a individuare le regole (o i
loro scopi) se non vi sono
comportamenti convergenti
•
•
•
•
• c) Oggettività modesta
concetto di condizioni epistemiche ideali
cui viene legata la possibilità della
oggettività dei giudizi
= ciò che sembra corretto, in condizioni
epistemiche ideali, determina ciò che è
corretto
È posizione intermedia rispetto agli altri
due tipi di oggettività
• duplice vantaggio
• - consente di evitare i problemi
delle altre impostazioni
• - visione flessibile che permette di
adattare le condizioni epistemiche ai
diversi tipi di discorso
• Evita problemi e aporie altri approcci:
• - problema dell’accesso ai fatti
• per atteggiamento contrario al realismo
metafisico
• - problema errore e disaccordo che può
derivare dalle pratiche convenzionali
• per convinzione che il mondo non è
necessariamente ciò che la maggioranza
crede che sia
• = è basata su pratiche convergenti, ma richiede
la loro verifica in relazione a condizioni
epistemiche ideali
• discorso giuridico (giudice)
• condizioni epistemiche ideali sono:
• (1) completamente informato sia (a) su tutti i fatti
rilevanti, sia (b) su tutte le fonti giuridiche
• (2) completamente razionale, ad esempio, per quanto
riguarda le regole logiche
• (3) libero da pregiudizi rispetto alle diverse parti di un
processo
• (4) il più possible aperto (emphatetic) e fantasioso
(imaginative), ad esempio, se il caso lo richiede, nel
bilanciamento degli interessi coinvolti
• (5) aperto e sensibile alla cultura informale e alle
conoscenze sociali rilevanti per il ragionamento
analogico, nel quale le differenze e le distinzioni devono
essere qualificate come ‘rilevanti’ o ‘irrilevanti
• ii) Razionalità pragmatica: R. Alexy, J.
Habermas e la teoria del discorso
• a) fondabilità razionale e correttezza dei
giudizi pratici è derivata dalla
• DIMENSIONE PRAGMATICA del
linguaggio (USO)
• b) determina razionalità procedurale
• = condizioni comunicative
dell’argomentazione che rendono possibile
• formazione imparziale del giudizio
• = non solo qualità degli argomenti, ma
struttura del processo argomentativo
• = rende possibile raggiungere
CONSENSO RAZIONALE (qualificato)
• è criterio di accettabilità razionale
• = fondazione razionale
• Tesi del caso speciale: Alexy si,
Habermas no
• a) Dimensione pragmatica
• = significato come uso (dimensione
illocutiva)
• = uso secondo certe regole
• tesi per cui dimensione pragmatica
implica
• pretese normative
• = presupposti inevitabili
• = pragmatica ha dimensione universale o
normativa
• diversi aspetti di un atto linguistico (J.L.
Austin):
• - dimensione locutiva = aspetto
semantico (predicazione di una qualità
rispetto a un ente)
• - dimensione illocutiva = ciò che il
proferimento di un enunciato serve a
fare
• - dimensione perlocutiva = usi ed effetti
concreti della enunciazione
• b) costruzione della prospettiva
procedurale
• tre passaggi
• bi) dimostrazione della dimensione
discorsiva delle regole dell’uso
• = dare e chiedere ragioni in un processo
intersoggettivo (W. Sellars, R. Brandom)
• = processo che implica pretese e impegni
• bii) pretese e impegni sollevati nel
discorso hanno presupposti razionali e
oggettivi
• = richieste rivolte alla attività di
giustificazione
• = regole della discussione razionale
• biii) rispetto di tali regole consente il
raggiungimento di un consenso razionale
• Consenso è criterio di accettabilità delle
proposizioni pratiche
• bi) dimensione pragmatico-discorsiva del linguaggio
• = enunciato come atto linguistico
• Significa in relazione alla dimensione illocutiva:
• [atti illocutori possono essere secondo Austin:
• - verdettivi (atti di giudizio): giudicare, valutare,
calcolare
• - esercitivi (esercizio di autorità): nominare, ordinare,
proibire, esortare
• - commissivi (assunzioni di impegno): promettere,
aderire, dare l’adesione
• - comportativi (reazioni a eventi): ringraziare, scusarsi,
salutare, ecc.
• - espositivi (ruolo dell’enunciato nel discorso):
affermare, domandare, definire]
• - sollevare delle pretese (di verità, di
correttezza, di sincerità, ecc.)
• che si traducono in impegni e titoli per le
affermazioni successive
• = dimensione inferenziale del linguaggio
• = le regole pragmatiche riguardano gli
impegni e le conseguenze (titoli) che
sono contenute negli atti linguistici
• impegni e titoli vengono valutati nello
spazio intersoggettivo delle ragioni
• bii)
• pretese (impegni e titoli) sollevati nel discorso
hanno dei presupposti universali-oggettivi
• = regole della discussione razionale
• (è anche risposta alle obiezioni scettiche relative alla possibilità di
fondazione dei discorsi pratici quale il trilemma di Münchausen)
• = regole pragmatiche relative al
comportamento dei parlanti
• = presupposti che gli atti linguistici devono
soddisfare e che sono conditio sine qua non
per partecipare alla comunicazione
linguistica
• Es.: pretesa di correttezza (legata a impegno e
titoli) implicita negli atti linguistici
• (la sua negazione conduce a una contraddizione
performativa = negazione delle condizioni di
significatività pragmatica dell’atto = contraddizione tra
contenuto proposizionale e fine illocutivo, es.: ti
prometto di…, ma non manterrò la promessa)
• tale pretesa implica necessariamente delle
regole correlative che hanno una dimensione
intersoggettiva:
• = è richiesta di giustificabilità (presupposto
universale)
• = ciò, a sua volta, significa entrare nell’ambito
dell’argomentazione
SCHEMA
Atto linguistico
Impegni e titoli hanno
dimensione sociale
= sono ragioni
che devono essere giustificate
Argomentazione
ha presupposti
universali
Implica
Pretese
= impegni e titoli
Dimensione
illocutiva
=
=
Hanno
Dimensione
argomentativa
Regole razionali
dell’argomentazione
• argomentazione ha quale presupposto:
• - dimensione intersoggettiva del discorso
• - eguaglianza dei soggetti che
argomentano
• - libertà dalla costrizione
• - universalità dei partecipanti
• “chiunque fornisce delle ragioni giustificative per qualche asserzione
solleva, quantomeno in relazione al processo di giustificazione, delle
pretese di eguaglianza, libertà dalla costrizione e di universalità”
• = chi effettua asserzioni e giustificazioni si
inserisce necessariamente in un gioco,
che è definito da regole del discorso
• tali regole rappresentano in senso debole
una forma di argomento pragmaticotrascendentale
• = regole senza le quali il gioco
dell’argomentazione non funziona:
• se si vuole argomentare non vi sono
equivalenti di tali regole (mancanza di
alternative)
• biii)
• criterio di correttezza è consenso dei
partecipanti al discorso
• non è semplice accordo di volontà, ma
deriva dalle condizioni di razionalità
pragmatiche che l’argomentazione
implica
• premesse universali della sua razionalità
• regole procedurali della correttezza della
argomentazione
• non fa riferimento ad argomentazioni
normative
• = visioni “sostanziali” della giustizia
• ma si limita
• alla razionalità e alla correttezza del
processo che porta al giudizio di validità
della pretese pratiche
• R. Alexy = Tesi del caso speciale
(Sonderfallthese)
• dimensione normativa della pragmatica
• permette di elaborare
• serie di regole del discorso pratico
(monologiche, di ragione e di
giustificazione)
• il cui rispetto garantisce il raggiungimento
di un risultato razionale
• Perché diritto come caso speciale del
discorso pratico
• due argomenti:
• - presenza di argomenti pratici
nell’ambito del discorso giuridico
(insufficienza degli argomenti istituzionali)
• - anche nei discorsi giuridici viene
sollevata la pretesa di correttezza
• = è sollevata sia nel discorso giuridico che
in quello pratico generale
• Sistema di regole del discorso pratico
generale articolato in:
• 5 gruppi di regole (fondamentali, di
ragione, dell’onere
dell’argomentazione, di giustificazione,
di transizione)
• + 1 di forme argomentative
• = sistema di 28 regole
• è possibile analizzare queste regole
secondo partizione in due gruppi:
regole che
si riferiscono
alla struttura
degli argomenti”
regole il cui oggetto
è la procedura del discorso
(che corrispondono
a quelle di ragione
e di giustificazione).
• Regole di Struttura:
• sono condizione di possibilità di ogni
comunicazione linguistica in cui si tratti di verità
o di correttezza
• comprendono:
•
•
•
•
•
•
•
- la non contraddittorietà
- la sincerità della discussione
- l’uso consistente dei predicati impiegati
- la chiarezza linguistico-concettuale
- la completezza deduttiva
- la valutazione comparativa
- l’analisi della formazione delle convinzioni morali
• tutte queste regole sono applicabili
monologicamente
• regole sul procedimento (caratterizzano la
teoria del discorso)
• Sono:
• a) dialogiche di ragione e
• b) di giusticazione
• a) hanno:
• scopo fondamentale garantire l’imparzialità
dell’argomentazione pratica
• - diritto di ciascuno a partecipare al discorso
• - libertà ed eguaglianza del discorso
• = apertura del discorso a soggetti e
argomentazioni
• Es.: regole di ragione:
•
•
•
•
(2.1) chiunque sia in grado di parlare può prendere parte ai discorsi
(2.2.a) chiunque può problematizzare qualunque affermazione
(2.2.b) chiunque può introdurre nel discorso qualunque affermazione
(2.2.c) chiunque può esprimere le proprie opinioni, i propri desideri,
e i propri bisogni
• (2.3.) nessun parlante può essere ostacolato nell’esercizio dei propri
diritti stabiliti in (2.1) e (2.2.) e da costrizioni che abbiano luogo
all’interno o all’esterno del discorso
• b) regole procedurali che riguardano la
giustificazione sono centrate principalmente sul
principio di universalizzabilità
• Per Habermas, esprimono
• situazione linguistica ideale
• = condizioni e presupposti della
argomentazione razionale (non di quella
effettiva)
• Negazione tesi del caso speciale
• = per diversa posizione su diritto e
morale
• iii) Razionalità coerentista: R. Dworkin
• Paradigma di razionalità è coerenza
interpretativa
• = coerenza e imparzialità della interpretazione
• Va oltre teorie per cui
• coerenza è criterio importante, ma non
sufficiente per individuazione risposta corretta
• = non è un criterio decisivo in quanto permette
di mettere in evidenza PIÙ SOLUZIONI
POSSIBILI
• es.: N. MacCormick = la decisione del giudice
tra possibilità alternative sarà basata su criteri
politici e non sarà possibile giustificarla
ulteriormente
• Analisi coerenza:
• a) lineamenti teorici principali
• = dimensioni della coerenza
• b) canoni ermeneutici
• = due momenti decisivi della prassi
interpretativa
• a)
• tre lineamenti principali
• - consistenza logica = assenza di
contraddizioni
• - inclusività (comprehensiveness) = ideale di
teoria onnicomprensiva
• = un insieme di proposizioni […] il più grande e il
più vario possibile
• - connessione (connection) = richiede che vi
siano quante più relazioni possibili di
implicazione tra gli elementi di un sistema
• = assunto per cui un insieme di proposizioni è,
ceteris paribus, tanto più coerente quanto più tali
proposizioni si fondano reciprocamente e si
sostanziano le une con le altre
• b) due canoni interpretativi principali
• - adeguatezza o armonia (fit)
• = interpretazione deve armonizzarsi con i
materiali giuridici istituzionali (disposizioni
legislative e precedenti)
• - giustificazione
• = coerenza va posta in relazione con i principi di
equità, giustizia e procedural due process
(espliciti e impliciti) che l’interprete individua alla
base dei documenti o dei precedenti che prende
in considerazione
• - adeguatezza o armonia
(fit)
• = attività a cerchi
concentrici di contesti
speciali progressivamente più
ampi
• = dal documento legislativo
(o dal precedente) fino al
processo legislativo nel suo
insieme (legislazione più
generale, lavori preparatori,
evoluzione della
disposizione)
• interpretazione evolutiva:
non soltanto il testo del
documento legislativo, ma
sua evoluzione
• prima fase della ricerca della
congruenza può essere
superata da interpretazioni
diverse
Legge,
precedente
Processo
legislativo
evoluzione
• Giustificazione
• Presenza di + soluzioni:
• = problema individuazione della soluzione
migliore dal punto di vista della moralità
politica sostanziale
• = Necessario confronto tra le diverse possibili
interpretazioni dei principi politici posti alla base
della comunità
• = valutazione aspetti di moralità politica,
positiva, di giustizia
• complementarietà dei canoni
dell’adeguatezza e della giustificazione
• = loro uso congiunto permette di giungere alla
• right answer (soluzione non discrezionale)
• right answer
• prima fase (Taking Rights Seriously) =
dimensione sostanziale
• seconda fase (Law’s Empire) = modo
corretto (right way) [...] di decidere un caso
difficile
• = dimensione di tipo argomentativo e
procedurale
• prima fase
• distinzione tra regole e
principi
• casi difficili: la risposta
corretta è individuata
attraverso il ricorso al
principio che può essere
individuato al di là della
regola (o delle regole)
che disciplinano il caso
• riferimento polemico è
tesi della “discrezionalità”
del giudice
• seconda fase
• risposta corretta non è
più argomento autonomo
• dipende dalla migliore
interpretazione dei
principi di una comunità
• = scelta tra
argomentazioni differenti
• criterio è ordine non
arbitrario di priorità, di
valutazione o di
compromesso tra i
principi del sistema
• attitudine protestante
• problema della creatività
dell’interpretazione
• = interpretazione costruttiva
• secondo Dworkin, l’interpretazione è
sempre sia
Adeguamento
ai testi
Modificazione
dei testi
• analogia tra interpretazione artistica e
letteraria e giuridica
• diritto come catena narrativa
• immagine della chain novel (romanzo
costruito da autori diversi)
• l’attività del giudice è come quella di un
romanziere nella catena
• = deve rispondere sia alla esigenza di una
scrittura che rispetti il testo precedente,
sia sviluppare il racconto in termini
creativi
vincolata dai materiali
precedenti
• l’interpretazione è attività
creativa
autore successivo della
catena narrativa deve
sviluppare il testo nella
sua luce migliore
applicazione del diritto
non è semplice scoperta
di premesse già
contenute nel sistema
• risposta corretta
• = metodo che il giudice deve seguire:
• - ampio spazio di confronto tra principi e teorie
politiche e morali diverse
• - decisione deve avvenire sulla base di ragioni
rilevanti
• - in procedimento che assicuri congruenza e
giustificabilità dei principi
• = (non è un algoritmo) non si può prescindere
da interpretazione costruttiva
• Figura di Hercules = rappresenta solo un
“modello” per l’interpretazione e l’applicazione
del diritto
• Coerenza è:
• criterio di razionalità insaturo della
procedura argomentativa
• Metaetica cognitivista
• = la presenza di posizioni differenti sulle
questioni “morali” non significa
indeterminatezza
• ma solo incertezza
Scarica

regole