This paper might be a pre-copy-editing or a post-print author-produced .pdf of an article accepted for publication. For the definitive publisher-authenticated version, please refer directly to publishing house’s archive system. nomicosefioricittà OROLO G I l’a r c h it e tto v ol a n t e di Carlo Ratti A quattro mani col nanotecnologo «I creatori della nuova architettura sono gli ingegneri». Così scrisse Le Corbusier. Aggiungendo poi, con la solita vis polemica: «Gli ingegneri sono sani e virili, attivi e utili, etici e gioiosi. Gli architetti sono disincantati e disoccupati, fanfaroni e tristi. Il fatto è che presto non avranno più niente da fare». Parafrasando Corbu, c’è chi sostiene che oggi i creatori della nuova architettura siano gli informatici, i chimici, i fisici. E, perché no, i biotecnologi come Craig Venter, dediti alla progettazione di nuove forme di vita. Per questo motivo sembra molto interessante la sfida lanciata da Luca Molinari e Riccardo Luna al Padiglione Italia della Biennale di Venezia di quest'anno: accoppiare a una dozzina di progettisti invitati altrettanti scienziati, per riflettere sugli scenari architettonici del 2050. A noi è capitato in sorte Francesco Stellacci, celebre nanotecnologo del Mit, che in passato ha sviluppato e brevettato un nanotessuto capace di separare il petrolio dall'acqua (da qui è poi partito il progetto SeaSwarm, uno sciame di piccoli robot intelligenti, capaci di galleggiare sul mare e di ripulirlo da eventuali chiazze di petrolio come nel Golfo del Messico). Al di là degli esiti, sempre condizionati dal calendario concitato della Biennale, l'approccio seguito quest'anno dai curatori potrebbe lasciare una traccia duratura: all'insegna di un modo nuovo di fare architettura, che chiami a raccolta una schiera sempre più vasta di discipline per risolvere i complessi problemi contemporanei. Puntando su collaborazione e interdisciplinarietà e lasciandosi finalmente alle spalle l'annosa idea prometeica dell'architetto creatore di forme, lui sì «fanfarone e triste», come scriveva Corbu. l di Augusto Capitanucci Baume, il cronografo diventa Magnum Il segnatempo da due secoli rappresenta l’unico gioiello importante che l’uomo possa indossare. E da quasi un secolo emozione e stile sono i due cromosomi del Dna di Baume & Mercier, marchio della galassia Richemont, oggi condotto in Italia da Beppe Ambrosini, che lancia il modello Classima Executives Magnum XXL Cronografo. Dotato di un movimento meccanico automatico e della funzione cronografo con i contatori a ore 3 e a ore 9, ha una nuova cassa da 44 mm in acciaio Pvd nero satinato e microbillé. Anche il quadrante è nero con gli indici rodiati applicati, ricoperti di superluminova, e il fondello è aperto sulla massa oscillante con decoro Côtes de Genève, mentre la corona è impreziosita con il simbolo Phi. Il prezzo è di 3.980 euro. w w w. baume - et- mercier . com Cosmesi bio-certificata Negli ultimi anni abbiamo assistito a un vero boom della cosmetica naturale, ma non tutti i prodotti di origine vegetale possono vantare la certificazione bio. I marchi migliori? Il consolidato Dr Hauschka, che produce cosmetici naturali dal 1930, e il francese Sanoflore, i cui ingredienti provengono dalla Provenza. Ma anche la recente Korres, nata nel 1996, che ha già conquistato gli eco-addicted con un patrimonio di oltre quattromila rimedi omeopatici. www.drhauschka .it www.sanoflore.it MOTOR I di Paolo Cozzi Evoque, la posh Rover Victoria Beckham ne disegnerà gli interni. Sceglierà i dettagli che separeranno il lounge conviviale, contemporaneo, multimediale, dallo spirito che ancora ha forte accento off road. Range Rover spegne quaranta candeline (il primo glorioso modello cui va il merito di aver inventato il fuoristrada di lusso è del 1970) ed evoca il futuro presentando Evoque. Già ribattezzata baby Range per via di quelle dimensioni filanti e compatte così fedeli all’originale, Lrx (Land Rover X) è il concept che ha anticipato la tendenza agli ultimi saloni internazionali. Il fatto di poter essere scelta e acquistata anche con la sola trazione anteriore è un punto di rottura con la tradizione. Evoque è moderna, con livrea futurista e meccanica all’avanguardia. Se a certi brevetti “regali” ancora impressi sul libretto di circolazione delle Range Rover di ieri e oggi si dovrà rinunciare, gli interni “very posh” compenseranno la mancanza. www. landrover .com V e n t i q u at t r o 36