Come crescere tuo figlio secondo la sua natura
Roberta Cavallo
Come crescere tuo
figlio secondo la sua
natura
Anp Training
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Come crescere tuo figlio secondo la sua natura
Introduzione
I primi anni di vita del tuo bambino sono gli anni fondamentali per la sua crescita futura.
Come una piccola piantina deve avere un buon terreno in cui ancorare le sue radici,
affinché possano diventare forti e robuste. Se non lo fa, se le radici non sono adeguate,
tutta la pianta ne risentirà, il tronco, le foglie, i rami e anche i frutti.
Perciò è essenziale che un genitore sappia come preparare il terreno adatto e come
accompagnare il proprio cucciolo ad aprire il suo seme, crescere e affondare saldamente le
radici, così che possano nutrirsi senza difficoltà e sostenere senza sforzo la pianta, anche
quando sarà grande.
Quante volte ti sei sentita in difficoltà con il tuo bambino? Quante volte ti sei sentita
smarrita e totalmente incerta sul da farsi? Quante volte hai pensato di sbagliare e ti sei
sentita in colpa? Quanti consigli hai chiesto e assecondato che ti hanno mandata in tilt?
Come faccio a sapere se sta crescendo bene? Come faccio a sapere se è la scelta giusta?
Come faccio a sapere se in quella classe si sente a suo agio?... come faccio a sapere se sono
una brava mamma?
Perché poi alla fine il nocciolo è sempre questo: vogliamo il meglio per i nostri figli,
vogliamo dare a loro tutto, soprattutto quello che magari noi non abbiamo ricevuto e
quindi vogliamo fare tutto per bene e per fare tutto bene vogliamo essere mamme e papà
perfetti!
Peccato che la perfezione non sia di questo mondo… In questo mondo vige unicamente la
regola dell’essere se stessi, maturi, accoglienti, gioiosi, responsabili, e comunque se stessi.
Ed è proprio quello che tuo figlio vuole dal momento in cui la cicogna lo accompagna dal
mondo degli angioletti fino al suo nuovo nido: vuole essere amato da mamma e papà per
quello che è, vuole che mamma e papà lo accompagnino lungo il cammino, risvegliando
in lui tutto quello che gli occorre per realizzarsi poi in autonomia.
Vuole che mamma e papà siano loro stessi e che vivano nell’amore e nella gioia,
soprattutto verso di sé, affinché lui possa fare altrettanto.
In questo scritto troverai quello che ti serve sapere per realizzare tutto questo seguendo la
natura del tuo cucciolo e la tua, secondo quelle leggi naturali innate che da sempre sono
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Come crescere tuo figlio secondo la sua natura
nell’uomo e con l’uomo. Il “libretto d’istruzioni” per accedere al linguaggio del tuo
cucciolo, per accenderlo, ripararlo se si guasta, e far sì che dia tutto se stesso.
Il rapporto intimo tra
mamma e bambino
Come hai notato nel titolo ho escluso il papà. E lo escluderò anche per quasi tutto questo
tutorial, o meglio ne parlerò ma in un modo un po’ diverso.
Non sono né una maschilista, né penso che i “mariti/padri” siano dei bambini un po’
cresciuti tutto partite di calcio e divano, quindi tanto vale non spendere dell’inchiostro a
vuoto.
Ho escluso il papà perché è bene sapere che per i primi 7 anni di vita il bimbo ha, e deve
avere, un rapporto pressoché esclusivo con te che sei la sua mamma, che lo hai tenuto e
sentito crescere nel tuo grembo, che lo hai nutrito dal tuo seno, che lo hai protetto
tenendolo per tanto tempo tra le tue braccia.
Durante i primi sette anni si assiste proprio a questo lento e naturale distacco che porta ad
una totale simbiosi, anche fisica per i primi 9 mesi della gravidanza, a una quasi completa
autonomia, che completerà il suo sviluppo nel corso dei 14 anni successivi.
Bene, togliamo subito il dente mentre duole e ti dico perché non serve a nulla che ti
arrabbi con tuo marito perché non sa cambiare il pannolino!
Il bambino nei suoi primi sette anni impara solo attraverso l’imitazione. In particolare nei
primissimi anni, ma anche oltre se non viene inibito in questa sua modalità, è proprio come
una spugna che assorbe tutto ciò che gli sta intorno, tutti gli stimoli, tutti gli esempi, tutti i
modi di fare, tutti i modi di dire, di essere e di stare. Tutto questo senza che voi dobbiate
spiegare, ripetere, precisare, confermare, ecc..
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Quindi ecco che l’agire del padre e in generale della figura maschile in questo senso sono
fondamentali, perché il bambino beve di tutto questo e lo fa proprio in ogni caso.
Quasi che assorbisse in un cassetto prezioso cose che sa di non utilizzare subito ma che
saranno molto utili in futuro e quindi non le manifesta ancora, ma le conserva e le tiene in
conto per quando sarà il momento di manifestarle.
Ma papà, come non può per natura dare il suo ventre affinché vi cresca un cucciolo, così
non può sostituire quel senso di protezione, calore, morbidezza che solo mamma può
dare.
Perché per natura papà è decisione, sostegno, responsabilità, fermezza, tenacia, costanza e
perseveranza. Del resto pensa un po’ se lo spermatozoo fosse morbido, calmo, paziente,
ecc… come riuscirebbe ad arrivare prima di tutti e penetrare vittorioso l’ovulo?!
Mamma invece per natura è morbida, accogliente, calda, paziente, silenziosa, proprio
come l’ovulo che si espone con fiducia attendendo di essere fecondato, offrendo le sue
pareti all’ingresso dello spermatozoo. Se l’ovulo fosse freddo, rigido, o senza alcuna fede
volesse mettersi a scegliere lo spermatozoo più bello, più magro, più trendy?!....
succederebbero dei grossi pasticci! O comunque il pianeta si spopolerebbe…
Quando tuo figlio dorme tra le tue braccia, se ci fai caso, è proprio al centro, appoggiato
morbidamente sui tuoi seni al livello del cuore, che è al centro del tuo corpo, e lo sente
pulsare, i suoi battiti lo cullano.
E proprio così il tuo cucciolo si deve sentire nei suoi primi sette anni di vita: al centro di
mamma, e al centro di tutto il mondo che lo circonda. Questa fase si chiama infatti
egocentrica, perché il bambino per sentire di esistere veramente e di potersi manifestare
deve percepirsi al centro di tutto.
Se vive in periferia non riesce in nessun modo a fare il pieno di sé, quel pieno che gli
permette di riconoscersi, di mantenere la stima di sé che gli è innata, di avere fede nel
potersi manifestare (l’azione vera e propria avverrà solo più avanti), e che non lo farà
diventare un egocentrico narcisista da grande… perché comunque il pieno se non lo ha
fatto, lo andrà a cercare…. E da qui un adulto senza autonomia, che cerca una mamma
come moglie, ecc…
Vediamo nelle diverse fasi com’è naturalmente questo rapporto magico, che ricorda
proprio quello di Madre Terra con tutte le sue creature.
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Il concepimento: da donna a
mamma
Un attimo prima sei donna, moglie, compagna, un attimo dopo sei mamma!
Quell’attimo è un baleno, un lampo di chiarore fugace, quasi non te ne accorgi e dentro di
te sta avvenendo l’alchimia: un processo sacro a cui le vostre parti profonde hanno
concesso di manifestarsi, due cellule si uniscono per dare origine a una nuova vita, che da
subito si organizza, senza strepito e senza troppe richieste per crescere e svilupparsi.
Forse qualche richiesta c’è… le voglie! Le tanto temute voglie che, secondo la leggenda, se
non presto soddisfatte dai neo-papà, che scorrazzano a destra e a manca per trovare il
melone al 20 di novembre, rischiano di essere la causa di strane macchie sul corpo del
nascituro, ecc…
Andando oltre la leggenda, per una mamma che si ascolta, potrebbero essere invece le
richieste del tuo cucciolo che ti da dei suggerimenti riguardo agli alimenti da assumere in
base alla parte del corpo che sta sviluppando? Per esempio il salato e i sottaceti quando si
sta impostando il sistema osseo e il sistema cerebrale, gli zuccheri nella fase di
accrescimento, ecc.?
Per altri le voglie sono semplicemente il sollievo e “il premio” dopo lunghe ed estenuanti
nausee…
Ma cosa sono le nausee?
Può essere che quando non si vive completamente nella presenza, un evento così
importante, anche se desiderato e cercato, comunque destabilizzi? Alla fine non si è mai
completamente pronti, perché tra il desiderare, immaginare, volere, e poi il trovarsi al
100% in una nuova condizione non è forse disorientante?
Le certezze da sognatrice che avevi fino a un attimo prima cominciano a vacillare per
lasciare il posto alle paure e ai dubbi.
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Ecco che arriva la nausea, il non voler accettare qualcosa che adesso è dentro e che
inconsciamente si vorrebbe espellere, o meglio la sensazione di avere qualcosa lì, che però
non dovrebbe starci…
E pensare che le prime paure di mamma sono del tutto normali, anzi molto molto
benefiche per il neonato. Sia le paure durante la gravidanza sia le paure dei primi mesi
dopo la nascita.
Osserva la natura: come si atteggia la leonessa durante la gravidanza e nei primi giorni
dopo il parto? Forse fa entrare tutti nella sua tana? Forse si sollazza e si trastulla insieme a
tutti gli altri leoni e leonesse, magari al fiume insieme ad altri animali?
Oppure se ne sta in disparte, rallenta, è più vigile del solito e anche più “aggressiva” del
solito? Sì, perché mamma leonessa deve difendere la sua cucciolata, costi quello che costi,
perché il suo istinto sa che si tratta della continuazione della specie.
Così per la mamma del cucciolo d’uomo: le paure e “l’ansia che prova la madre durante i
primi mesi di vita del bambino sono un sentimento inevitabile, ma che sono funzionali per
esercitare quella protezione di cui il bambino necessita. A mano a mano che il bambino
cresce fisiologicamente, la madre avverte un senso di stanchezza e persino una sorta di
risentimento per la grande mole di lavoro che l’esigentissimo cucciolo la costringe a
svolgere. D’altra parte la donna sa, o meglio, sente dentro di sé, che il piccolo potrà
gradualmente fare a meno di certe attenzioni particolari, indispensabili solo nei primi mesi
di vita. Una volta ascoltato e accettato questo messaggio, esso la spingerebbe a
comportarsi con maggior disinvoltura e con una sorveglianza meno stretta nei confronti del
suo bambino” (tratto dall’eBook “Osserva il Bambino” di Angela Pedicone).
Peccato che a volte poi le mamme diventino servili verso quel senso di dovere estremo che
le rende eccessivamente chiocce, protettive e soffocanti, che non permette poi ai cuccioli
di “spiccare il volo”.
Ma torniamo a noi. Abbiamo visto che tutte queste paure inizialmente sono del tutto
fisiologiche: un leggero aumento di tensione, lo scattare anche alla minima cosa, il dormire
meno o comunque il sentirsi più vigili fa parte della difesa e protezione necessaria per far sì
che il miracolo continui.
Ho scritto dormire meno, nel senso di sentirsi più vigili, ma è anche vero che nei primi mesi
sei preda anche di una sorta di stanchezza sottile per cui vuoi rallentare, fare meno e fare
in modo diverso.
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Asseconda tutte queste sensazioni! Come fa del resto la tortorella a costruire il nido se è
sempre fuori a caccia di vermi o a tubare con le amiche? La tortorella tutte le sue energie
le mette per portare avanti e indietro piccoli rametti da intrecciare con sapienza e pazienza
nel punto che ha scelto per la cova e per lo svezzamento dei suoi piccoli.
Così anche per te questo senso di stanchezza e di spossatezza è un campanello che ti dice:
“Mamma riposati perché io ho bisogno delle tue energie per farmi grande”, e allo stesso
tempo nella calma e nella solitudine si ascolta meglio il proprio corpo, i suoi segnali e si
può avere più tempo per creare il nido anche fuori, l’ambiente che lo accoglierà una volta
venuto alla luce.
Quindi riposati, abbandonati e lascia che il tuo corpo faccia ciò che sa fare, spinto dalla
volontà forte e decisa del tuo cucciolo che vuole venire al mondo.
Questi momenti di riposo sono ottimi anche per entrare in contatto con il tuo cucciolo che
può venirti in sogno quando sei assopita, oppure puoi contattarlo con delle tecniche di
visualizzazione, oppure ancora potete concedervi momenti intimi di ascolto reciproco con
una musica rilassante o la tua preferita (meglio se non troppo forte) e qualche olio
essenziale diffuso nell’ambiente, per esempio arancio, neroli, melissa, incenso.
Durante la gravidanza leggi, informati, chiedi a chi ha già vissuto l’esperienza ma
soprattutto ascoltati, ascolta il tuo corpo, i tuoi desideri, le tue sensazioni, che non sono
solo tue ma anche quelle del tuo cucciolo, con la certezza che il tuo corpo e il tuo istinto
innato di mamma sanno perfettamente cosa sta accadendo, le trasformazioni, lo sviluppo
e sanno perfettamente che cosa è bene fare non tanto per essere mamme perfette,
quanto per dare e essere proprio quello che il tuo cucciolo desidera.
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Il parto secondo la comodità
della mamma
Per nove mesi ti prepari, leggi un sacco di articoli, frequenti con regolarità e attenzione
senza perderti una battuta il corso pre-parto, chiedi a tua mamma, a tua sorella, alle
amiche come sarà, che cosa sentirai, quando sarà il momento giusto, quando sarà davvero
il momento di fare arrivare l’ostetrica…
Ops! Sto dando per scontato che non sarai tu con il borsone… e il pancione, a doverti
spostare per andare in ospedale, ma che saranno le ostetriche a venire da te, al tuo nido,
per accompagnarti durante il parto nel tuo ambiente, che ti è familiare, comodo, dove ti
senti sicura, riconosci gli spazi, i colori, gli odori, e così sarà per il tuo bambino.
Dimentico che i parti in casa non sono ancora poi così numerosi e quindi nella maggior
parte delle volte davvero devi correre in ospedale con pancione e borsone e insieme anche
a tutti gli svantaggi del caso.
Infatti l’ospedale già solo perché si chiama ospedale non è casa, quindi un ambiente che
non è il tuo quotidiano dove comunque sia non puoi sentirti completamente a tuo agio.
Vuoi o non vuoi anche se non te ne accorgi, anche se le ostetriche sono come sorelle,
anche se il ginecologo ride sempre, anche se… anche se… anche se… comunque per
arrivarci esci da casa tua e questo per il tuo cervello vuol dire lontano dall’ambiente in cui
si ha il massimo della percezione di protezione e calore e sicurezza.
Inoltre in ospedale le modalità in cui si gestisce il parto non sono propriamente le più
naturali e fisiologiche. Ho sorriso poco tempo fa vedendo su di una rivista per le neo
mamme l’immagine di una camera da letto perfettamente allestita con lettone, comodini,
abat jour, tappetini, dipinti alle pareti, in un reparto di ospedale ovviamente,
perfettamente ricostruita per garantire ai neo-genitori l’intimità, la privacy e il calore di
casa per qualche ora dopo il parto. Ho sorriso perché mi sembra assurdo dover creare in
ospedale quello che esiste già, ed è inimitabile, in casa propria.
Per molte mamme partorire in ospedale è più sicuro… se succede qualcosa… e comunque
loro sono esperti, hanno studiato, ne hanno visti nascere tanti,… chi meglio di loro può?
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Purtroppo la nostra cultura occidentale ci ha abituati alla delega, al fatto che altri ne sanno
più di noi, soprattutto se hanno la laurea e soprattutto ci ha abituati a pensare che una
gravidanza fisiologica sia quasi una sorta di malattia per cui necessitino un sacco di
integratori e l’intervento di altri.
Questi altri ovviamente fanno il loro mestiere e fanno quello che hanno imparato e come
lo hanno imparato. Per cui in ospedale è normale far partorire alla fine la donna sul lettino,
questo consente al ginecologo una visuale migliore e più comoda e diretta. Ma scusate, in
quel preciso momento chi è che dovrebbe avere la posizione più comoda?!
Quando il bimbo esce dal canale del parto secondo voi che cosa desidera? Che cosa
desidera un guerriero quando torna vittorioso da un impresa eroica all’interno del suo
castello? Forse desidera essere accolto, riscaldato, nutrito… e poi anche festeggiato, non
certo essere preso per un piede in modo ben saldo, con la necessità di tagliare subito il
cordone perché bisogna pesare, misurare, lavare, siringare, ecc… ecc… ecc…
E potremmo dilungarci ancora volendo.
Comunque vien da sé che, nonostante non sia di moda e sembri anzi una cosa antiquata, il
parto in casa per una gravidanza fisiologica è la cosa più naturale e meravigliosa che due
genitori insieme al loro cucciolo possono donarsi.
A casa ci sono tutte le tue cose, i tuoi cuscini, le tue camere, i tuoi odori di sempre, la
temperatura che vuoi. A casa puoi stare in camera da letto, in soggiorno, in bagno, dove
vuoi, quando vuoi e come vuoi, senza fretta.
A casa puoi stare nuda o vestita, con quello con cui se più comoda.
A casa puoi scegliere davvero tu secondo i tuoi bisogni la posizione che preferisci quando
le contrazioni sono sempre più vicine, la dilatazione è completa e arriva il momento di
spingere: sdraiata, forse seduta, forse a carponi, forse accovacciata tra le braccia del tuo
compagno.
A casa tutto quello che contribuisce a rendere armonica questa meravigliosa danza si può.
A casa c’è silenzio e nel silenzio riesci a sentire il ritmo del tuo bimbo e accordarti con
esso.
A casa c’è tanto tempo per misurare e pesare, ci si pensa poi.
A casa la priorità è del cucciolo che puoi tenere tra le tue braccia subito, così che si senta
rassicurato riconoscendo il tuo odore e il ritmo del tuo battito.
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A casa non ci sono luci forti e tutto è fatto per prolungare quello stato ovattato che per 9
mesi ha accompagnato il piccolino, perché la vita sulla terra non è una guerra e può essere
la continuazione del paradiso…
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