Agorà
ANNO III N. 10. 16 DICEMBRE 2000. 2.500 LIRE
I vitelli dei luciesi
sono belli
Possiamo veramente fidarci della carne
che ogni giorno portiamo in tavola?
Quanto è distante da noi “bovinamente
parlando” la Francia? Il parere di chi
lavora a tu per tu con l’animale del
momento
Giuseppe Raffa
Dal Canada la voce
di un poeta luciese
16 dicembre 2000 AGORÀ • 1
IENA RIDENS
Senti da che prepuzio
mi viene la predica…
In occasione della fine dell’anno, vi proponiamo una carrellata di interviste dei
personaggi politici di Santa Lucia, che esprimono giudizi sull’operato del sommo artista
di Aci San Crispello, Mino Sproporzionato, già laureato in catapasmologia avanzata e
specializzato in scienza dei fusibili cerebrali. “Buttate tanta, tantissima pece” il suo
augurio per il 2001
Il sindaco, dott. San Pandolfo. “Devo riconoscere che il
suggerito al suo padrone di organizzare qualche convegno di
dottore Sproporzionato è veramente un superdotato intellettua- un certo spessore intellettuale, tanto per ravvivare un po’ l’atle. Ha un senso dell’arte molto grosso e carnoso, e ha una lun- mosfera, non so se mi spiego. Quindi, prima di inventarvi le
ga, lunghissima esperienza. Però devo anche dire che non mi notizie, ponetevi in essere un dito in una fessura del vostro
piace il suo modo di scrivere nei miei confronti, in quanto vi corpo a scelta. Viva e progredisca sempre io e Santa Lucia,
ha sempre fatto credere a tutti voi che sono un gran pupo di grazie.”
pezza, un tredicino in mezzo alla casa e, ultima ma non ultima,
una minchia materna. Io smento tutto ciò, accidenti. Non potrei Il consigliere Carmelino Bella. “Non mi capacito come si
fare il sindaco se fosse vero. Io non parlo e non protesto ogni possa scrivere un’intervista sul mio conto senza che io vengo
intervistato da nessuno. Qua si supera la
volta che leggo queste baccalarate sul
logica, si travalica il concetto di credibigiornaletto “àgora” solo perché ho prolità, si piscia fuori del rinale. Io sono
fonda stima e profondissimo rispetto per
fermamente amico di Mino Sproporzioquei quattro stirellati, lordi e figli di guanato, è vero. Ci conoscevamo quando
stata della redazione. Altrimenti aprirei le
abbiamo fatto parte dei “figli della lupa”
vie legali e illegali, per quanto è vera la
e, qualche annetto dopo, ci abbiamo rivivista dei miei occhi. Che altro aggiungesto a qualche riunione del Pci. Ma non
re? Sono riuscito a far passare la legge al
per questo vi autorizzo a scrivere queste
parlamento che dice che devo farvi il
palore che io non ho mai detto, e ora le
sindaco per un altro anno, e adesso spero
mie zollere sono girate troppamente.
di ottenere pure il si dalla regione e dall’Finiamola con lo scherzo, figlioletti belli.
Onu per impiantare una centrale termoVi amo, ciao.”
nucleare altamente radioattiva di faccia
alla porta del mio carissimo amico Pasqualino.”
IL BEL CARMELINO BELLA IN UNA
Consigliere grillo (notevolmente
agitato ed emozionato). “Di cui pure
RECENTE IMMAGINE
Il consigliere inteso Lino. “Come voi
anch’io mi associo al sentimento di dubtutti sapete, da tempo immemore ho posto in essere un atavico bievolezza del sovrastante collega Carmelino, in quanto neanodio verso questi piscialetto di giornalisti. Tanto è vero che che io sono stato mai intervistato da nessuno ma eppure increnon gli concedo assolutamente di intervistarmi. Infatti, per dibilmente le mie parole, di cui non le ho mai dette, adesso
scrivere queste parole, se le sono uscite dalla loro testa, in questi quattro nacchi me li scrivono in questo giornale, di cui
quanto io non ho mai avuto nessun incontro con loro. Per non ne mangio e/o bevo. Non so se mi capisco. Lo Sproporzioquanto riguarda lo Sproporzionato, è vero quanto egli dice: nato di cui è un grande professore, ma deve stare attento a se
sono in progetto delle armi biologiche, verosimilmente morta- stesso e a come parla, di cui non voglio aggiungere altra poleli, da parte di questo gruppo consiliare. Ma smento ufficial- mica e di cui mi avete capito in quello che vi ho voluto dire. O
mente che queste sono state usate su un nostro consigliere, al no? E poi io sono un consigliere che si fa gli affari miei e sono
quale, stando alle pretestuose parole del Mino, avremmo fatto facente parte di un consiglio comunale, di cui io faccio parte,
milioni di danno nel suo cervello. Per la precisione quelle armi insieme ad altri consiglieri, di minoranza e non, appoggiando
sono state date in pasto ai cani del marito dell’ assessoressa questa amministrazione. Di cui è comunale. O no? Scusate
dell’istruzione, che ancora ci ringrazia: grazie a queste sostan- l’intervento chiarificante di cui ho parlato, ma era doveroso
ze chimiche, sintetizzate presso il laboratorio segreto del pro- farlo. Poi vi spiego. Ho sudato. Poi mi passa, di cui già vi ho
fessor Angelo Bombetta, infatti, pare che i cani abbiano svi- detto. Non ci fate caso. Ho la macchina in quarta fila.”
luppato doti intellettive superiori, e pare ancora che avrebbero
2 • AGORÀ 16 dicembre 2000
Sommario
sabato 16 dicembre 2000
Agorà
periodico di politica
attualità cultura
COPERTINA
5
6
MUCCA PAZZA? UOMO SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI.
“Agorà” parla con due macellai luciesi
STATE TRANQUILLI, QUI È TUTTO BUONO. Cosa possiamo
leggere in questi giorni nelle macellerie
PIÙ CHE VIRUS, PRIONE. Cosa dice la scienza
ATTUALITÀ
Direttore responsabile:
Giuseppe Spadaro
Redazione: via Garibaldi, 19
98046 S. Lucia del Mela
13
14
Editore: associazione culturale Girasole
Presidente Francesco Carrozza
Via Garibaldi, 19 S. Lucia del Mela
POLITICA
Stampa: Girasole via Garibaldi, 19 S.
Lucia del Mela
10
11
Le opinioni espresse nei testi
pubblicati impegnano solo gli autori
dei medesimi
12
Reg. Trib. Barcellona n. 32/98
16
Anno III numero 10
16 dicembre 2000
In edicola a L. 2.500
Copie arretrate L. 3.000
Sulla spinta di esigenze che nessuno
mai probabilmente riuscirà a capire,
il nostro illustre collaboratore di Aci
San Crispello, il professore Mino
Sproporzionato, ha deciso di
realizzare un libro interamente
incentrato sui personaggi politici e
non di S. Lucia del Mela.
Gli interessati possono fin da ora
chiedere ulteriori informazioni
CONSIGLIO COMUNALE. Il solito, grazie
LETTERINA AGLI AMMINISTARTORI.
SANITÀ. Più igiene per l’asilo nido
UFFICI COMUNALI. Proroga per gli articolisti
L’ASSESTAMENTO DI BILANCIO
LA DESTINAZIONE DELL’AVANZO DI AMMINISTRAZIONE
1999
ELEZIONI NEL 2003. La nuova legge siciliana sugli enti locali
CULTURA
17
18
Chiuso in redazione il 13 dicembre 2000
Questo libro
mi cresce
di dentro di me
CONTRIBUTI. Capolavori a partecipazione controllata
CONTRIBUTI/PARLA UNO DEI COMMISSARI. Le mie
perplessità di Nino Mazzù
ORA SÌ CHE SONO CONTRIBUTI. Come è cambiata la
ripartizione dei fondi
UN SOCIALISMO DAL VOLTO UMANO. Il convegno su Carlo
Rosselli
GIUSEPPE RAFFA, POETA LUCIESE. Una vita in un libro di
poesie di Santo Brunetta
LA RECENSIONE. Poeta pavesiano d’America di Antonio
Catalfamo
RUBRICHE
2
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7
8
15
IENA RIDENS. Senti da che prepuzio mi viene la predica...
DIBATTITO. Perché non c’è posto per un assistente sociale?
BLOCK NOTES. Quelli di Belmonte / Una macchia, anzi: La
Macchia / Pulisce ancora la “Nuovo Avvenire” / I tesori di S.
Lucia / Come cambia in un anno la refezione scolastica /
Silvio, pensami / Quando Lenza taglia / Il male oscuro del
paese arabo
SE LO TENGA, ME LO DIA
LA BACHECA. Delibere di giunta
Pianta organica
Contributi
Perché non c’è posto per
un assistente sociale?
Le perplessità di un commissario
16 dicembre 2000 AGORÀ • 3
le voci della città
Perché non c’è posto
per un assistente sociale
g
“E
L’ASSISTENTE SOCIALE È PROPRIO QUELL’O-
peratore di frontiera che consente il legame tra i
bisogni di una comunità e le istituzioni locali, che
attiva la comunicazione e accorcia la distanza tra
chi vive e chi governa il disagio”. Sono, queste, parole di Isabella Mastropasqua, consigliere nazionale dell’Ordine degli assistenti sociali, contenute in una lettera apparsa su “la Repubblica
– Palermo” di venerdì 17 novembre.
A S. Lucia, chi vigila la frontiera tra bisogni e istituzioni? L’undici aprile di quest’anno la giunta comunale ha approvato una
delibera con la quale attribuiva per un periodo di nove mesi a
Donatella Bicchieri l’incarico di assistente sociale. La decisione era motivata nel seguente modo: “i servizi sociali vengono
erogati in condizione di precarietà a causa della mancata presenza della figura professionale dell’assistente sociale in pianta
organica”. Era una scelta importante perché per la prima volta, in
un paese in cui persone hanno costruito vere e proprie fortune
politiche spacciando il riconoscimento di un diritto legittimo per
privilegio ottenuto per intercessione della conoscenza giusta, il
Comune si è assunto il dovere di curare gli interessi dei più deboli. In questi mesi l’assistenza sociale ha lavorato e sta lavorando a contatto con persone che soffrono vari tipi di disagi. Certo
non sta facendo rivoluzioni, e lei per prima ha riconosciuto, per
esempio, nella relazione con cui proponeva la suddivisione dei
contributi per i bisognosi i limiti delle scelte adottate. Ma è pur
sempre un segnale interessante verso il cambiamento di una realtà squallida.
Del resto, il sindaco Santino Pandolfo in un’intervista rilasciataci un mese prima delle elezioni del 1998 aveva detto, parlando
di un suo attuale assessore: “ricopre degli spazi che altri, le istituzioni, hanno lasciato vuoti … sa essere a disposizione di molte
persone 365 giorni all’anno, cosa che altri dovrebbero fare, ma
che non fanno”.
Con il conferimento di quell’incarico, anche se solo per nove
mesi, la giunta di Pandolfo ha fatto (parzialmente) coprire al
Comune quegli spazi.
In quelle stesse settimane, però, il sindaco prendeva anche decisioni opposte a questa. Il 16 maggio, in una riunione con le organizzazioni sindacali che rappresentano gli impiegati comunali, di
fronte alla richiesta della responsabile dell’Ufficio servizi sociali,
si opponeva all’inserimento in pianta organica del posto di assi4 • AGORÀ 16 dicembre 2000
stente sociale. Cioè, stabiliva che gli spazi che il Comune deve
coprire, vanno lasciati ad altri. Ai soliti. Che significa tutto questo? Qual è la “ratio” in questo comportamento? Un assistente
sociale per nove mesi va bene, uno che (in un lontanissimo futuro, forse mai) stabilmente “attiva la comunicazione e accorcia la
distanza tra chi vive e chi governa il disagio” no. Perché?
L’inserimento in pianta organica della figura dell’assistente sociale sarebbe stata una scelta qualificante per un’ amministrazione che voglia estirpare uno dei più ignobili mercimoni che si
verifica in questo paese. Eppure dovremo tenerci tutto così com’è. Ma non solo. Se l’orientamento di lungo periodo dell’amministrazione è di non dare al Comune quella figura professionale che potrebbe analizzare e risolvere alcuni dei più tristi bisogni
dei suoi cittadini e offrire col tempo a questi e a tutti un punto di
riferimento costante nei rapporti con tutti i livelli della burocrazia, ne dobbiamo dedurre che l’incarico professionale di nove
mesi deciso ad aprile non è una scelta programmatica, ma solo il
favore fatto a qualcuno.
Peccato. Perché l’idea dell’assistente sociale non era affatto male, “perché — come dice ancora Isabella Mastropasqua — il non
riconoscere la necessità di uno spazio di lavoro dignitoso per
accogliere i cittadini, per ascoltarne i bisogni e le differenze, per
restituire dignità e appartenenza a una comunità in cui tutti hanno diritto di esserci e di essere garantiti e tutelati, prima che fatto
politico è fatto culturale. Di una cultura di servizio pubblico che
sappia riconoscere e proteggere il valore della persona nella sua
interezza, nella sua complessità, diversità e sofferenza.”
Può anche darsi che la scelta dell’amministrazione per la pianta
organica sia dovuta ai pessimi rapporti che si sono creati tra l’attuale assistente sociale e quell’assessore. Ma si tratta di un problema talmente serio che va oltre la singola persona, il singolo
assessore dal momento che sono in tanti a profittare di chi ha
bisogno.
Filippo De Mariano
P. S. Queste sono le osservazioni che noi ci sentiamo di fare al
nuovo regolamento degli uffici e dei servizi, non quelle dietrologiche che qualcuno ha voluto vedere nell’articolo pubblicato sul
numero scorso. Noi guardiamo la politica con questi occhi, forse
ingenui. Al limite potremmo metterci in lista per un trapianto di
cornee.
MUCCA PAZZA COPERTINA
ALLARME MUCCA PAZZA A S. LUCIA
Mucca pazza?
Uomo sull’orlo di una crisi di nervi
di Santina Mazzù
ra, “per ognuno di essi abbiamo tutta una diffidare di quelle carni che costano tropdocumentazione, un po’ come il libretto po poco”.
di circolazione di un’ autovettura; in pra- Abbiamo inoltre chiesto ai due macellai
N TUTTA EUROPA È ALLARME
“mucca pazza”. L’economia è in tica possiamo sapere tutto di loro, e anche come si sta comportando, in questa concrisi, il mercato della carne è in disfa- dei loro genitori. È impossibile avere dei giuntura, la loro clientela, e se ci sono
cimento, i macellai sono rovinati, dubbi circa la loro scarsa qualità”.
state delle ripercussioni sui loro affari.
aumenta il numero dei vegetariani. E dei Pippo D’Amico aggiunge dal canto suo
Entrambi ci dicono che la gente è molto
consumatori di pesce. Da giorni televisio- che di questi capi di bestiame, nati e cre- attenta al problema e chiede sempre rassini e giornali si interessano del problema e sciuti nella nostra isola, in diversi alleva- curazioni circa la provenienza della carne
ci tengono informati sugli sviluppi della menti dislocati tra Ragusa e Palermo si che compra. Riguardo invece al discorso
vicenda: decreti legge, riuniopuò essere veramente sicuri.
sulle vendite dei loro esercizi le risposte
ni straordinarie della commis“Si tratta di animali assoluta- divergono.
sione europea, controlli a tapmente sani, anche perché sono “Da quando c’è questa emergenza, e si è
peto su tutti i bovini continuanutriti con mangimi non peri- diffusa la paura che ci possa essere anche
no a rincorrersi incessantecolosi, e vengono costante- da noi della carne infetta, le vendite di
mente. Il pericolo, questa volmente seguiti fino al momento carne rossa si sono assai ridotte, direi
ta (se ne era già parlato anni
del loro abbattimento. Posso quasi del 50 per cento” afferma laconicafa a proposito dell’ InghilterIl marchio di
dire con certezza che pratica- mente Salvatore Ficarra e prosegue:
provenienza
ra), viene dalla Francia e ci
mente tutti i macellai qui a S. “tuttavia abbiamo notato che, d’altro candelle carni
riguarda molto da vicino,
Lucia acquistano questo tipo to, le vendite di carni bianche, soprattutto
siciliane
visto che l’Italia importa d’di vitelli, e molti, inoltre, pos- di pollo, sono cresciute notevolmente”.
Oltralpe almeno il 40 per censono fare affidamento anche Non tutti i mali vengono per nuocere.
to della carne bovina consumata giornal- su capi di bestiame di loro specifica pro- D’Amico parla, invece, in termini più
mente a tavola.
prietà”. E precisa: “Bisogna stare comun- positivi. “Ho notato un aumento delle
Ci siamo interessati, in particolare, alla que attenti ai prezzi, è ovvio: lo ha detto vendite, in questi fine settimana. Sopratsituazione che ci riguarda più da vicino: anche il ministro della Sanità che bisogna tutto mi sono accorto che non si è trattato
quella di S. Lucia del Mela. Abbiamo
chiesto a due macellai luciesi come stanno realmente le cose: Giuseppe D’Amico e Salvatore Ficarra.
Entrambi ci hanno rassicurato sull’ origiECCO COSA POTREMO LEGGERE IN QUESTI GIORNI, AFFISSO AI MURI,
ne della carne che mangiamo. Infatti tutti
NELLE NOSTRE MACELLERIE
i vitelli che comprano e poi vendono nelle
uesto esercizio sottopone tutti i prodotti alimentari a un sistema di
loro macellerie sono nati e cresciuti in
autocontrollo igienico-sanitario che segue l’alimento dal fornitore fino
Sicilia e sono seguiti in tutte le fasi della
al
consumatore.
Tutte le varie fasi del trasporto, immagazzinaggio, controllo
loro crescita da un’equipe di veterinari
del sangue, verifica dell’integrità delle confezioni e vendita, vengono accurache ne garantisce, al momento della matamente controllate mettendo in atto particolari procedure che assicurano in
cellazione, la piena salute, rilasciando un
ogni momento il più alto livello di sicurezza”.
apposito certificato. Su ogni bestia, inolAccanto all’avviso, il certificato di provenienza siciliana della carne, secondo
tre, viene apposto un marchio triangolare
i regolamenti Cee numero 1760/2000 e 1825/2000. Tutto per garantire, nel
modo più limpido e chiaro, la sicurezza del consumatore.
che ne precisa l’origine siciliana. “Sono
vitelli puramente nostrani” afferma Ficar-
I
State tranquilli, qui è tutto buono
“Q
16 dicembre 2000 AGORÀ • 5
COPERTINA MUCCA PAZZA
dei soliti clienti, ma ho notato anche dei
forestieri. Probabilmente hanno capito che
rifornirsi di carne nella piccola macelleria
di paese piuttosto che nei supermercati
possa essere più vantaggioso”. Proprio
secondo D’Amico, infatti, la gente sarebbe restia a comprare la carne dei grandi
supermercati della zona, proprio perché
ignora la provenienza di tale prodotto,
preferendo pertanto l’esercizio privato,
dove la qualità e la sicurezza sono certamente maggiori.
In effetti, i grandi market, che hanno una
vendita di centinaia di milioni di lire, in
genere acquistano merce importata che, a
pari quantità, rispetto alla merce locale,
costa evidentemente meno; così possono
fare quei notevoli sconti nella vendita al
dettaglio di cui sopra si parlava. Le macellerie invece, che hanno una vendita di
gran lunga inferiore, comprano in genere
bestie più piccole di provenienza locale,
puntando più sulla qualità della merce che
sul suo prezzo.
Questa è la dura legge del mercato. Ma la
legge ci insegna anche che convenienza
non significa quasi mai qualità e questo è
proprio il caso di rifletterci. Pertanto,
quando è in gioco la salute, anzi, in questo
caso, la stessa vita, è sempre meglio diffidare dei supersconti, e tornare ad affidarci
al caro vecchio macellaio di fiducia. E qui
a S. Lucia, per fortuna, ce ne sono.
(I macellai intervistati sono stati scelti solo per
fornire un campione attendibile non avendo noi il
tempo materiale di sentire tutti gli operatori del
settore presenti a S. Lucia)
satura
Dice che c’è un’epidemia detta “mucca
pazza”. Gli umani ci hanno contagiato
col mangime cannibale e adesso noi
contagiamo gli umani. Capito che
ipocriti, non chiamano il morbo
“allevatore pazzo” o “commerciante di
mangimi stronzo”, danno la colpa a noi!
Stefano Benni, “Memorie di una vacca
italiana”, in la Repubblica
del 21 novembre 2000
6 • AGORÀ 16 dicembre 2000
COSA DICE LA SCIENZA
Più che virus,
prione
S
E PENSIAMO AL VIRUS COME
a un complesso di mattoncini
(proteine) che formano una capsula, al cui interno si trova un
gomitolo di filo attorcigliato su se stesso
(il Dna o l’Rna), dobbiamo raffigurarci
mentalmente il prione piuttosto come di
qualcosa di molto più semplice ed essenziale. Qui, tanto per cominciare, abbiamo
solo i mattoncini, e manca il filo.
Si tratta, infatti, solo di una proteina la
quale, per meccanismi che ancora in larga
parte si sconoscono, sarebbe in grado, una
volta penetrata all’interno di una cellula
(prevalentemente cellule cerebrali, ma
anche di altri organi, quali fegato e midollo osseo), di realizzare tutta una serie di
modificazioni definite “metaboliche” che
poi, alla fine, si traducono nella degenerazione e, infine, nella morte di quella cellula colpita. Questo è quello che viene definito come “encefalopatia spongiforme”,
proprio quando tale processo distruttivo
colpisce il cervello, e “bovina” in quanto,
almeno inizialmente, questa patologia ha
interessato precipuamente mucche e vitelli. Che, gran lungi dall’essere “pazzi”
nell’accezione corrente del termine, finiscono col manifestare piuttosto tutta una
serie di disturbi di carattere nervoso, come difficoltà alla deambulazione, tremori,
paralisi diffuse, fino alla morte dell’animale.
Alla base di tutto, comunque, sarebbero i
tipi di alimenti dati in pasto negli allevamenti. In Francia, ma ancora più segnatamente e massicciamente in Inghilterra, da
molti anni, ormai, si utilizzerebbero i
mangimi più pericolosi, quelli, per intenderci, di origine animale. Il che, chiaramente, soltanto adesso che il danno
(enorme) è compiuto, appare finalmente
quella forzatura mostruosa che in realtà è:
i bovini sono erbivori, prima ancora che
“cannibali” o, più generalmente, carnivori. Ed è da ricercare proprio in questa aberrazione alimentare forzata la reale causa dello sviluppo della malattia, in un
primo tempo esclusivamente vaccina, e
adesso balzata agli
onori della cronaca per aver cominciato a
disturbare l’inquilino dell’ultimo piano
del palazzo della scala evolutiva, l’uomo
appunto. Le carcasse di animali utilizzate
per nutrire i capi di bestiame, dunque,
sarebbero state di animali (anche diversi
dalla mucca, magari capre o agnelli) a
loro tempo ammalatisi. Verosimilmente
della stessa letale malattia. Un boomerang
dalla capacità di ritorno formidabile. Se
vogliamo, una sorta di micidiale pena del
contrappasso per tutti coloro che avevano
creduto, anni addietro, in quella innovativa metodica zootecnica, con la quale si
sarebbero potuti “riciclare” i resti di animali morti, diciamo così, in circostanze
poco chiare per i tempi, al fine di ottenere
cibo per vitelli. Adesso, così, toccherebbe
all’uomo cibarsi proprio di quelle carni
che lui stesso aveva contribuito a rendere
off-limits, con tecniche che la natura non
avrebbe mai contemplato.
Come è stato più volte ribadito in questi
giorni, comunque, l’infezione da prioni si
trasmetterebbe con l’ingestione di alimenti nei quali questa proteina patogena – il
prione - alberga. Cervello, fegato, reni,
midollo. Di gran lunga minore, in effetti,
la concentrazione della proteina nel muscolo -la carne in senso stretto-, di fatto al
centro delle paure collettive di questi
giorni.
Non dimentichiamo, peraltro, un altro
particolare della biologia di questo nuovo
agente patogeno tutt’altro che secondario.
Si tratta, infatti, di una proteina capace di
dare si malattia, ma in tempi estremamente lunghi, non ancora quantizzati con precisione. Dieci, quindici, forse anche vent’anni. E non basta, fra l’altro, solo una
bistecca ai ferri per contrarre l’infezione,
ne un mese di dieta puramente
“carnivora”, anche se fatta a base di carne
per così dire “ a rischio”. Tant’è vero che
il ministro della Sanità, Veronesi, ha bandito le donazioni di sangue e midollo osseo solo da parte di quei soggetti che hanno soggiornato per un periodo di almeno
sei mesi in Inghilterra, uno dei Paesi sicuramente più interessati dal fenomeno di
diffusione del morbo.
Questo ci fa capire, in ogni caso, come
possa essere inverosimile che i recenti
casi di encefalopatia registrati nell’uomo
in questi giorni siano da riferire a ingestioni di carni infette avvenute solo qualche ora prima.
Block notes
fatti e personaggi
Quelli di
Belmonte/2
A
ggiornamento sui fratelli
Cavallotti, titolari della
Comest, ditta a cui tra la fine
del ’97 e l’inizio del ’98 è stata affidata la metanizzazione
di S. Lucia del Mela.
Il settimanale del Corriere
della Sera, “Sette”, nel numero
di giovedì 23 novembre ha
pubblicato un servizio di cinque pagine su Belmonte Mezzagno, il comune in cui ha
sede legale la Comest. Domenica 26 novembre a Belmonte
si sarebbe votato, ma nessun
partito ha presentato lista e
candidato a sindaco per protestare contro il livello della
criminalità mafiosa nell’area e
per la scarsa azione repressiva condotta dallo Stato.
Il comune controllato dal
(citiamo) “patriarca-fantasma
Bernardo Provenzano”, a pagina 49 viene definito “un feudo
dove quattro manovali erano
stati trasformati in facoltosi
imprenditori, i Cavallotti.”
INCARICHI PROFESSIONALI
Una macchia, anzi: La Macchia
I
l comune di S. Lucia chiederà un finanziamento di un miliardo e 50 milioni per il
recupero e l’ammodernamento del campo
sportivo di contrada Grazia. Il progetto di
massima dei lavori è stato approvato dalla
giunta il 10 novembre.
Non è questo il primo provvedimento che
l’amministrazione adotta nei confronti del
campo sportivo, anzi viene buon ultimo dopo cinque delibere approvate tra l’agosto ’99
e l’agosto 2000. Il 19 agosto ’99 furono decisi alcuni lavori di sistemazione per
1.550.000 lire, il 3 settembre furono impegnati 60 milioni per sistemare gli spogliatoi,
il 30 dicembre altri 3.200.000 lire per la collocazione di grate in ferro. Nel luglio 2000,
invece, la sostituzione della rete metallica di
recinzione è costata 6.500.000 lire. Il 1° agosto, infine, è stato affidato l’incarico di redazione del progetto di massima approvato poi
qualche settimana fa: sono altri 3.722.000
lire. In dodici mesi la giunta ha destinato
74.972.000 lire a un campo sportivo che ora,
nonostante ciò, va recuperato e ammodernato. Il caso vuole che la somma necessaria per
questi lavori sia pressoché identica a quella
necessaria per completare un’altra struttura
sportiva, la palestra della scuola elementare
AFFIDAMENTI ESTERNI
Pulisce ancora la
“Nuovo Avvenire”
A
lmeno fino alla fine dell’anno due
operai della cooperativa “Nuovo
Avvenire” di Barcellona continueranno a
coadiuvare gli operatori ecologici del
comune nella raccolta dei rifiuti e nella
pulizia delle strade. L’affidamento che era
scaduto il 7 novembre, infatti, è stato prorogato per altre 56 giornate lavorative.
La decisione di procedere a questo affidamento esterno era stata presa dalla giunta
poiché il recente pensionamento di due
netturbini ha creato carenze di organico
tra gli addetti al servizio.
STUDENTI
I tesori
di S. Lucia
I
l supplemento “Noi
Magazine” della Gazzetta del Sud del novembre, realizzato con la collaborazione
degli studenti delle scuole di Messina e
provincia, ha ospitato un articolo di Giu-
(1.011.850.000 lire è l’ammontare del finanziamento che andrebbe concesso per potere
ultimare l’opera).
Il professionista a cui l’amministrazione ha
affidato la redazione del progetto per il campo sportivo è l’architetto Benedetto La
Macchia, che è anche presidente della società consortile “Tirreno Ecosviluppo 2000”, di
cui fa parte anche il comune di S. Lucia.
Una domanda sorge spontanea. Se i consorzi
tra comuni per l’adesione a patti territoriali,
Prusst, Agenda 2000 e iniziative simili sono
l’alternativa moderna, al passo coi tempi,
“nuova” per ottenere fondi rispetto alle vecchie raccomandazioni presso l’onorevole del
proprio partito, possibile mai che alla prima
occasione, tra tanti architetti che ci sono al
mondo, venga scelto il presidente del consorzio di cui questo comune fa parte? Come
si spiega questo modo d’agire che ricorda
tanto le vecchie camarille, le consorterie in
cui gli amici e gli amici degli amici ottengono sempre qualcosa e gli sfigati che non hanno amici restano a contare le stelle? Possiamo dedurne che per l’ “ecosviluppo” dovremo attendere ancora un po’, quanto all’
“egosviluppo”, invece, ci siamo attrezzati a
dovere.
seppe Gitto, un ragazzo di S. Lucia che
frequenta il primo anno dell’Istituto tecnico industriale
“Ettore Majorana” di Milazzo.
Nello scritto
Giuseppe ha
parlato della
storia del suo
paese,
illustrandone
i
momenti più
salienti e dimostrando il suo orgoglio di cittadino
luciese.
16 dicembre 2000 AGORÀ • 7
Block notes
IERI E OGGI
Come cambia in un anno la refezione scolastica
Fornitura generi alimentari e carni
Servizio preparazione e distribuzione pasti
Spesa totale
1999/2000
45.100.000 lire
20.581.200 lire
65.681.200 lire
Se lo tenga
Seguendo le didascalie in senso antiorario (da –3 a 1
passando per 0) avrete quella che noi definiamo la
classifica “dall’ultima alla prima posizione” delle cose e
delle persone che popolano (alcune volte loro malgrado) S.
2000/2001
50.853.300 lire
66.316.900 lire
117.170.200 lire
Me lo dia
Lucia. Si tratta ovviamente di giudizi personali. La
classifica sarà aggiornata di volta in volta. E non è escluso
che si possa passare da una all’altra parte della freccia
Si torna a casa
Imbiancatemi quel
Donatello, please
1
Dopo molti anni finalmente gli
anziani della casa di riposo
Calderonio potranno ritornare nella
loro vecchia residenza di piazza San
Francesco. Finalmente ristrutturata.
Non ci soffermiamo sulla bellezza o
meno di quel corridoio di ferro che
circonda l’edificio dal lato valle (per
la verità, non è proprio un bijou):
l’importante è che le pastoie
burocratiche siano state
definitivamente superate.
-3
Pessimo è purtroppo lo stato
di alcune opere d’arte
conservate nella Cattedrale di S.
Lucia. In particolare, un nostro
recente sopralluogo aveva messo in
evidenza che un affresco era stato
addirittura coperto con una mano di
pittura. Se non è mancanza di
cultura artistica questa, spiegateci
voi per cosa ci si dovrebbe
meravigliare.
Fiat lux
2
State tranquilli: è nelle
nostre mani
-2
Solo che non sappiamo di chi
sono le mani che stanno
dietro questa strana sparizione.
Stiamo parlando della statua della
Madonnina che si trovava, da anni,
all’ingresso del paese. Adesso c’è
solo un vetro rotto. E un neon che, a
guardarlo bene, fa un certo effetto. Riti
satanici o teste che fischiano?
Tenetemi con un palo
-1
Sembra dire questo il povero arco
di San Michele, che pare aver
scommesso con se stesso di rimanere in
piedi più a lungo di quanto chiunque si
potesse aspettare. Amministratori vari
compresi. Che nel corso degli anni hanno
saputo solo contemplarlo. Da lontano,
perché la prudenza non è mai troppa.
8 • AGORÀ 16 dicembre 2000
Fermi che rovino tutto io
0
L’assessore allo sport Santino
Vaccarino ha osato l’impossibile
profanando il dogma della “democrazia
partecipativa”. Come i migliori capimastri ha spiegato ai suoi operai – i
componenti della commissione contributi
- che loro potevano decidere come
volevano, però secondo lui era meglio
fare in un certo modo. Almeno dall’estate
l’assessore non ne indovina più una.
Tempo fa, venendo da
Olivarella, S. Lucia appariva
come uno sciame di luci distribuite a
casaccio nel buio della sera, sotto
una luce più viva e arancione – il
castello -. Ora, lo sciame di luci non
è cambiato ma per fortuna ad esso si
sono aggiunte le coreografiche
illuminazioni dei monumenti
principali, sempre arancioni, che
almeno conferiscono quel tocco di non so
che certo non guasta.
Venghino, siore e siori
3
Alla mega-giostra delle iniziative
culturali aumentano le attrazioni.
Dopo Sciascia, le religioni monoteiste e
l’orchestra da camera della Lettonia, si
aprono spazi per Carlo Rosselli e
Giuseppe Dossetti. Gli appassionati si
affrettino prima che capiti un convegno su
qualche poeta arabo dell’XI secolo.
Block notes
RITORNI
A sinistra,
Francesco Paolo
Silvio, pensami
Fulci. Più in
basso nella
D
o you remember “l’uomo venuto
dall’Onu”? Sentite:
“Il combattivo Francesco Paolo Fulci,
ex rappresentante all’Onu autoproclamatosi eroe della battaglia per l’ingresso
dell’Italia ai piani alti del Palazzo di Vetro, ha invece stretto i rapporti con Berlusconi molto prima che i suoi iniziassero a
giurare sulla sua vittoria alle prossime
elezioni. Ma se avesse evitato di infierire
a mezzo stampa sul successore Sergio
Vento, forse, avrebbe dato di sé un’immagine più tranquillizzante”.
pagina, una
veduta del
centro storico e
Vincenzo Leanza
Così scrive “L’Espresso” del 30 novembre in un servizio dal titolo “Cavaliere,
conti su di noi” in cui Fulci è indicato tra
coloro che si sono proposti a Berlusconi
per occupare il posto di ministro degli
Esteri nel probabile prossimo governo del
Polo.
FONDI EX GESCAL
Quando Lenza taglia
N
el 1999 la Regione aveva concesso
al comune di S. Lucia un finanziamento di un miliardo nell’ambito dei fondi ex Gescal, riservati all’edilizia popolare. La somma era stata destinata alla realizzazione di opere di urbanizzazione nell’area in cui si trovano le case popolari di
via S. Michele. Il decreto di finanziamento prevedeva che i lavori dovevano iniziare entro il 3 aprile del 2000. La giunta,
alla fine del ’99, aveva affidato gli incarichi ai progettisti, l’ingegnere Santi De
Il male oscuro del paese arabo
di Francesco Carrozza
C’
è un paese arabo, a Santa Lucia del Mela. E’ un paese dimenticato, spesso. Lascia poco da
dire, a chi governa, a chi ha governato. A chi governerà, probabilmente.
Soprattutto lascia pochissimo da
dire a chi – da sempre - vi abita.
Perché ci si sente come facenti parte
di una realtà diversa. Dimenticati,
insomma.
C’è un paese arabo, a Santa Lucia.
Dimenticato.
Lo si può trovare imboccando la via
Garibaldi, quella tortuosissima riunione di blocchi di pietra, grandi e
piccoli, che fanno traballare le automobili che salgono e che scendono e
che ti fanno capire che il paese “che
conta” ormai te lo sei lasciato alle
spalle, e davanti hai soltanto il paese
che contava. Il paese delle chiese
medievali, delle torri triangolari, della cultura che è patrimonio inestimabile. Il paese dei Beati che ancora
non lo sono. Il paese della “Cona a
ghiazza” e del “Puzzolino”. Il paese
che rinasce, ogni quattro anni circa,
prima nelle intenzioni, poi nelle parole da comizio e nelle frasi fatte di
ogni candidato alla carica di sindaco
di questa città, ora come tesoro da
salvare, ora come risorsa da riscoprire. Salvo poi tornare a morire qualche giorno dopo, quando rimane
ormai inutile
insistere su
cose già dette da altri.
C’è un paese arabo. Che muore. E
solo perché, in realtà, è troppo vecchio. Perché, Santa Lucia, ormai,
tende a “scendere” a valle.
E in questo processo trasformativo è
inevitabile che accada quanto accade. Che le case abbandonate restino
abbandonate, e che le strade appena
percorribili, in alcuni tratti, persino a
piedi rimangano a doppio senso di
circolazione, per gli autoveicoli. Che
una coppa dell’olio di un’automobile
che si rompe, ad esempio, di domenica mattina, al centro della piazza,
proprio davanti al quel monumento
all’incontinenza urinaria infantile, e
che imbratta tutta la pavimentazione, neanche fossimo in un’autofficina, richiami l’attenzione di un vigile
urbano solo qualche giorno dopo.
E’ il prezzo che si paga, dunque.
Forse – forse - in tempi di federalismo usa e getta, reclamato da regioni, da province e da comuni, i tempi
si sono fatti maturi perché anche i
quartieri bistrattati reclamino, finalmente, un loro diritto al secessionismo. Ci pensate, alle prossime amministrative, votare per la lista
“Movimento per la liberazione del
Lavacro dei Saraceni”?
Gaetano e il geometra Ruggero Formica, al collaudatore amministrativo, al geo-
logo e al coordinatore per la sicurezza.
Nel frattempo però la delibera della giunta
regionale era stata sospesa dalla sezione
di Palermo del Tar a seguito di un ricorso
presentato dall’Istituto autonomo case
popolari (Iciap) e dal comune di Palermo.
Analoga impugnativa aveva poi avanzato
alla sezione di Catania del tribunale amministrativo il comune di Messina.
Il Tar di Palermo ha emesso una sentenza
con al quale riconosce i rilievi di Iacp e
comune capoluogo. A questo punto la
giunta regionale ha approvato una nuova
delibera, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana del 22 settembre, con la quale riformula la ripartizione dei fondi ex Gescal. Nel provvedimento del governo Leanza il finanziamento per il comune di S. Lucia è stato revocato. Ora la giunta ha proposto ricorso
contro la decisione del governo regionale
affidando la difesa dei propri interessi
all’avvocato messinese Arturo Merlo,
che si era già occupato di un precedente
ricorso presentato al Consiglio di giustizia
amministrativa e respinto.
16 dicembre 2000 AGORÀ • 9
POLITICA
CONSIGLIO COMUNALE
Il solito, grazie
La maggioranza approva le proposte. La minoranza si
oppone. L’una e l’altra litigano. Qualche volta si fa
ostruzionismo. Insomma, tutto già visto
di Filippo De Mariano
N
ON HA RISERVATO NESSU-
na novità il consiglio comunale del 29 novembre. Convocata per approvare l’assestamento di bilancio e alcune altre delibere, la
seduta si è aperta con le immancabili polemiche tra amministrazione, presidenza e
minoranza. Già da tempo il capogruppo
d’opposizione Lino Calderone protesta
perché all’apertura della discussione su
ogni punto dell’ordine del giorno il sindaco non illustra la proposta presentata dalla
giunta (vedere riquadro nella pagina seguente). La polemica si è ripetuta anche
nell’ultima seduta. Carmelo Bella non
deve essere molto attratto dalla cosa visto
che ha lasciato l’aula dopo nemmeno
mezz’ora dall’inizio dei lavori. Il consiglio ha fatto a meno di lui.
Primo punto all’ordine del giorno era la
destinazione dell’avanzo realizzato nel
conto consuntivo 1999. Lino Calderone
ha chiesto che la trattazione dell’argomento fosse rinviata in attesa che raggiungesse l’aula consiliare la ragioniera del
comune così che questa potesse esprimere
il parere contabile su eventuali proposte
di emendamento avanzate dalla minoranza. Il sindaco Pandolfo ha replicato che la
richiesta della minoranza è stata avanzata
perché tutti sapevano che la ragioniera era
fuori sede. Calderone ha fatto presente
che, proprio per queste evenienze, il sindaco ha nominato un sostituto della ragioniera, che però non era in aula. Pandolfo
ha affermato che per la discussione della
destinazione dell’avanzo del consuntivo
non è necessario nessun tecnico, poiché si
tratta di un atto esclusivamente politico
con il quale la giunta propone di indirizzare verso certi obiettivi le economie
dell’anno precedente.
La delibera è stata approvata con il voto
favorevole degli otto consiglieri di maggioranza (era assente D’Antoni), mentre i
quattro di minoranza (Calderone, Ragusa,
D’Amico e Marchese) si sono astenuti.
10 • AGORÀ 16 dicembre 2000
Durante il dibattito, Calderone ha chiesto
al sindaco chiarimenti sulla destinazione
di dieci milioni alla raccolta differenziata.
Pandolfo ha spiegato che, siccome nei
mesi scorsi è stata effettuata nel centro
storico la raccolta differenziata porta a
porta, l’ amministrazione intende riproporla nei limiti delle disponibilità del bilancio comunale. Quindi quei dieci milioni serviranno a ripristinare il servizio.
Angelo Ragusa si è augurato che con questa iniziativa non succeda quanto si è verificato con il cantiere di lavoro. E cioè
che la giunta ha già tutto pronto prima di
portare la proposta in consiglio. In particolare Ragusa ha auspicato che l’amministrazione non abbia già scelto la cooperativa cui affidare il servizio della raccolta
differenziata porta a porta. Lo stesso Ragusa ha chiesto chiarimenti sui fondi destinati alla costruzione di un muro in via
Rossellina. Il sindaco ha spiegato che nel
punto in cui la strada è molto stretta, questa sarà allargata (c’è già il consenso dei
proprietari dei terreni che andranno in
parte sbancati) e vi sarà costruito un muro
per frenare la caduta di pietrisco che già
ora si verifica. Ragusa ha ribattuto che la
scelta è discutibile poiché la caduta di
pietre proviene in gran parte dalla trazzera
della strada Roccazzone e non intervenendo su quella, col tempo si avrà solo un
muro sul quale una quantità crescente di
pietre eserciterà pressione.
Si è poi passati alla discussione sull’assestamento del bilancio di previsione 2000.
Anche in questo caso la minoranza ha
chiesto che l’ amministrazione illustrasse
la proposta e l’assessore Marcaione ha
letto i contenuti della manovra
(pubblicheremo questa e la destinazione
dell’avanzo del consuntivo ’99 nel prossimo numero). Anche per questa delibera la
minoranza si è astenuta.
Quarantadue milioni ottenuti dalla Regione nell’ambito del fondo per l’occupazione riservato ai comuni con popolazione
inferiore ai 15 mila abitanti saranno destinati alla realizzazione di un cantiere di
lavoro per la manutenzione di strade di
proprietà comunale. Così è stato deciso
all’unanimità con la terza proposta di
delibera sottoposta all’esame dell’aula. Il
cinque per cento della somma necessaria
– come è già avvenuto per il cantiere del
vico S. Maria dell’Arco - sarà a carico del
bilancio comunale.
Il consiglio ha poi approvato una delibera
con la quale viene chiesto alla Regione
siciliana di ricostituire le comunità mondane e di assegnare a queste i finanziamenti che ora vengono affidati alle province. Il sindaco ha spiegato che, con la
soppressione della personalità giuridica
delle comunità montane, la Provincia
gestisce autonomamente le somme che
nel bilancio regionale sono destinate alle
comunità montane senza che queste abbiano alcuna voce in capitolo. La richiesta
avanzata con la delibera dal nostro come
dagli altri comuni che rientravano nelle
comunità montane punta alla ricostituzione di queste ultime.
La seduta si è animata sul tardi, al momento di discutere l’adozione del regolamento per la gestione dei rifiuti solidi
urbani. Il capogruppo di minoranza Calderone ha chiesto che il punto venisse
rinviato perché il suo gruppo aveva ricevuto solo la sera prima il testo del regolamento, e non avendolo potuto esaminare
attentamente, non era in grado di formulare osservazioni o proposte di modifica. Il
sindaco ha spiegato che si trattava solo di
un regolamento che recepisce quasi integralmente le disposizioni emanate dalla
Regione con lo scopo di uniformare la
disciplina dei comuni siciliani in materia
di rifiuti solidi urbani. Quindi, secondo
Pandolfo, non era il caso di modificare il
testo predisposto dagli uffici perché ricalcava letteralmente il regolamento pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Regione
siciliana. Dopo una sospensione della
seduta perché la maggioranza decidesse
cosa fare, la richiesta di Calderone è stata
respinta. Il capogruppo di minoranza ha
lodato ironicamente l’alto senso di democrazia della maggioranza e, di fronte alla
replica risentita di Grillo che poco prima
aveva spiegato che il regolamento andava
approvato perché il suo gruppo ha fiducia
nell’azione dell’ amministrazione, ha
chiesto che venisse letto integralmente il
regolamento. A questo punto, poco prima
delle 22, li abbiamo lasciati. Effetto dissolvenza. Titoli di coda.
POLITICA
Letterina agli amministratori
C
ARI AMMINISTRATORI CHE PARTECIPATE ALLE SEDUTE DEL
consiglio comunale,
nell’ultima convocazione i consiglieri di minoranza hanno insistito più del
solito sull’opportunità che qualcuno di voi di volta in volta illustri le proposte che vengono discusse dal consiglio. Voi però avete solo mostrato fastidio
per questa richiesta, anche se, mentre il sindaco non ha spiegato nulla spontaneamente delle delibere poi approvate durante la seduta, l’assessore Marcaione ha offerto nientemeno che la lettura integrale della proposta di delibera sull’assestamento del bilancio.
Il comportamento dei due – Pandolfo e Marcatone - rappresentano gli estremi che questa amministrazione sembra disposta a concedere: o non spiegano
niente o leggono (o fanno leggere al presidente del consiglio) integralmente
la delibera da discutere.
Questo vostro modo di agire ci sembra che non vada bene per due motivi.
Uno metaforico e uno concreto.
Il primo è questo: quando a scuola un professore vuole fare danni, può scegliere due soluzioni semplicissime: non spiegare la lezione che lascia da studiare per la volta successiva oppure leggere quello che dice il libro senza
aggiungere o togliere nulla. Che senso ha fare così? E quindi: che senso ha
che voi non spieghiate ai consiglieri comunali in cosa consiste la vostra proposta, a cosa punta, perché è stata formulata in quel modo e non in un altro?
D’accordo, i consiglieri di maggioranza hanno già saputo la sera prima nella
consueta riunione pre-consiglio qual è il contenuto della delibera (qualcuno
magari lo conosceva già da prima ancora), ma in consiglio ci sono anche
quei signori che vi stanno un po’ antipatici che dovrebbero opporsi a voi.
Sono gli studenti più discoli, quelli che non studiano, che si presentano sempre impreparati. E voi, di fronte a loro cosa fate? Li snobbate. “Non avete
studiato? E io non vi spiego niente. Al limite vi leggo parola per parola quello che è scritto in queste carte”. Vi sembra modo? Andiamo!
Il secondo – ben più materiale - motivo per cui il vostro silenzio o la lettura
integrale sono disdicevoli è il seguente (e ve lo ha fatto notare pure Lino
Calderone, che in questo caso vi ha battuto e, diciamocelo pure, a voi che lì
siete gli insegnanti ha dato una lezione, l’alunno discolo – a Cesare quel che
è di Cesare): le sedute di consiglio comunale sono aperte al pubblico e di
solito, specialmente all’inizio, quattro-cinque persone che assistono ci sono.
Non pensate che man mano che viene affrontato l’ordine del giorno, quei
cittadini debbano essere informati in modo sintetico (ecco perché non va
bene la lettura integrale, che è quanto di più noioso si possa imporre) e completo (ecco perché non va bene il silenzio: è quanto di più incompleto e comodo si possa immaginare) sull’argomento e sulla proposta che voi avete
preparato e state sottoponendo al consiglio? Se partecipare alle sedute consiliari significa farsi parte della discussione politica (in realtà non è così, ma
facciamo finta che lo sia), interessarsi, conoscere i problemi della propria
comunità, cosa può imparare il pubblico? Ad alzare il dito a comando o a
fare ostruzionismo? Suvvia!
È un piccolo sforzo quello che vi chiediamo. La sera prima, preparatevi la
lezione, pensate quale sia il modo più coinvolgente per proporre ai vostri
concittadini gli argomenti che affrontate durante l’azione amministrativa. È
nel vostro interesse fare partecipi le persone, è nell’interesse di tutti diffondere conoscenze. Trasmettere intelligenza rende intelligenti, dice Domenico
Starnone. E allora cosa aspettate?
Senza rancore,
uno studente che sogna insegnanti più avvincenti
SANITÀ
Più igiene
per l’asilo nido
L
A GIUNTA COMUNALE HA AFFI-
dato al dottor Giuseppe Alibrando
l’incarico per l’ elaborazione e l’attuazione del piano di autocontrollo
Haccp previsto dal decreto legislativo n. 155/97 per l’asilo nido comunale. L’incarico ha
durata di 12 mesi (dicembre 2000-dicembre
2001, escluso agosto) e prevede l’indagine
sul locale, la redazione del manuale di corretta prassi igienica, nel quale tra l’altro saranno
identificati i limiti critici relativi ai valori di
temperatura, Ph, modalità di lavorazione,
soglie batteriche. Saranno inoltre consegnati
all’asilo nido comunale due “Registri di autocontrollo” nei quali saranno annotate tutte le
procedure effettuate al fine di garantire il
corretto funzionamento del monitoraggio dei
punti critici di controllo su prodotti acquistati, temperatura frigoriferi, controllo visivo
roditori, registrazione analisi cliniche.
L’incarico prevede anche l’istruzione del
personale, il controllo periodico del corretto
andamento delle procedure dell’ Haccp, l’esecuzione di “tamponi microbiologici” periodici per evidenziare eventuali malfunzionamenti, l’uso di analisi di laboratorio microbiologico.
UFFICI COMUNALI
Proroga
agli articolisti
G
LI EX ARTICOLISTI IN SERVI-
zio presso il comune di S. Lucia
hanno ricevuto una nuova proroga
fino al 30 aprile 2001, in attesa
che si sblocchino le procedure per l’avvio dei
contratti di diritto privato. Come sempre sul
bilancio comunale graveranno solo le somme
necessarie per gli oneri assicurativi contro
infortuni sul lavoro e responsabilità civile
verso terzi, pari a 1.125.000 lire. L’attività
dei 26 giovani riguarda il supporto ad attività
istituzionali: asilo nido, servizi assistenziali e
socio-culturali, tributi e commercio, servizio
area tecnica, segreteria, biblioteca, anagrafe.
16 dicembre 2000 AGORÀ • 11
L’assestamento di bilancio
Abbiamo raccolto i numeri relativi alla manovra di
assestamento del bilancio approvata dal consiglio comunale, di
cui abbiamo dato notizia nelle pagine precedenti, in alcuni
quadri che servono per orientarsi meglio nella messe di cifre
QUADRO A. MINORI INCASSI
Tassa posteggi mercato settimanale
–17.400.000
Trasferimenti dallo Stato per sviluppo
investimenti
-159.635.108
Proventi quote di frequenza e refezione
asilo nido
–8.900.000
QUADRO B. MINORI SPESE
Compensi al segretario per lavoro
straordinario
–8.000.000
Istituzione e attivazione servizi di controllo
e nuclei di valutazione
–8.000.000
Assistenza/ previdenza personale
–4.600.000
Autocontrollo Haccp
–6.500.000
Interessi passivi su mutui
–16.281.231
Spese per corsi di tiro a segno
–191.200
Refezione scuola materna,
quota a carico utenti
–36.928.400
Manutenzione e lavaggio cassonetti
–4.150.000
Quota a carico bilancio comunale progetto
lavori socialmente utili personale
ex articolo 23
–26.751.685
Trasporto urbano
–8.000.000
Arredo urbano
–5.800.000
Spese per lo sviluppo economico
–9.000.000
Compensi e rimborsi spesa ai revisori dei
conti
–1.000.000
Indennità di presenza agli amministratori
comunali
–4.250.974
Polizza assicurativa amministratori comunali –7.808.400
Spese per illuminazione pubblica
–7.762.572
Opere di urbanizzazione risanamento
complessi edilizi, acquisizione aree e
rimborso somme non dovute
–25.000.000
Lavoro straordinario dipendenti comunali –646.362
Fondo Contratto collettivo nazionali di
lavoro, articolo 15
–408.523
QUADRO C. MAGGIORI INCASSI
Tassa sulle concessioni comunali
5.546.578
Tassa smaltimento rifiuti
5.736.330
Trasferimenti correnti dallo Stato
143.345.105
Diritti di segreteria
5.000.000
Proventi dai servizi cimiteriali
28.901.000
Fondo di rotazione per la progettazione di
opere pubbliche (legge regionale n. 10/93,
articolo 21)
104.432.170
Proventi derivanti dal rilascio delle
concessioni in sanatoria
6.000.000
Addizionale comunale sul consumo
dell’energia elettrica
16.043.945
Fondo per l’occupazione 1998/99
67.750.920
12 • AGORÀ 16 dicembre 2000
Fondo per l’occupazione 2000
43.209.877
QUADRO D. MAGGIORI SPESE
Quota diritti di segreteria al segretario
comunale
5.000.000
Spese generali di funzionamento: acquisto
beni di consumo
3.000.000
Spese di funzionamento automezzi
5.723.101
Spese per partecipazione a convegni
di studio e aggiornamento
1.400.000
Spese varie d’ufficio per cancelleria
2.000.000
Quota diritti di segreteria allo Stato
500.000
Liti, arbitraggi, consulenza e risarcimento
danni
16.000.000
Manutenzione patrimonio comunale, fondo
Bucalossi
25.000.000
Energia elettrica per il civico acquedotto 53.926.000
Competenze al personale addetto alla
viabilità
400.000
Buoni libro
540.000
Fornitura autoparco
2.000.000
Manutenzione e riparazione autoparco 4.276.899
Fondo per l’occupazione, quota a carico
del bilancio comunale
160.493
Spese di funzionamento asilo nido
1.500.000
Fondo miglioramento servizi
2.800.000
Spese generali di funzionamento
3.522.608
Rimborso spese e missioni agli
amministratori comunali
1.500.000
Oneri finanziari per assenze dal lavoro
degli amministratori
3.000.000
Rimborso quota capitale mutui Cassa
depositi e prestiti
5.364.596
Fondo di rotazione per la progettazione di
opere pubbliche (legge regionale n. 10/93,
articolo 21)
104.432.170
Oneri accessori per la sanatoria degli
abusi edilizi
6.000.000
Ricovero anziani con fondi comunali
23.323.500
Restituzione al Ministero delle Finanze
per incassi Ici
15.000.000
Indennità di funzione responsabili Aree e
di posizione delle Aree organizzative
8.580.000
Fondo per l’occupazione 1998/99
67.750.920
Fondo per l’occupazione 2000
43.209.877
Rimborso spese utilizzo mezzo proprio
per servizio di messo comunale
1.200.000
Totale manovra di assestamento 230.030.817 lire
Destinazione avanzo
di amministrazione 1999
Avanzo realizzato nel consuntivo 1999
Così ripartito:
Raccolta differenziata
Attività turistico-ricreative
Costruzione muro Rossellina
Interventi igienico-sanitari
72.301.656
10.000.000
10.000.000
15.000.000
37.301.656
ATTUALITÀ
CONTRIBUTI
Capolavori a
partecipazione
controllata
L
A COMMISSIONE CONTRIBU-
ti riunione del 21 novembre ha
rivisto la precedente proposta di
ripartizione dei finanziamenti alle
associazioni culturali (anno solare
2000) e alle società sportive (stagione
agonistica 1999/2000) così come richiesto
dalla giunta con delibera n. 202 del 19
ottobre, che contestava l’ esclusione dai
finanziamenti della parrocchia Annunziata per la ristrutturazione dell’ ex chiesa
Candelora e la suddivisone dei 20 milioni
tra le società sportive (12 milioni alla
squadra di pallavolo e otto a quella di
calcio).
La nuova proposta della commissione,
approvata dalla giunta nella seduta del 28
novembre, assegna un milione alla parrocchia Annunziata, sottraendo 500 mila
lire ciascuno alle associazioni “Padre Parisi” e “Castello”. Per le società sportive,
invece, è prevista la concessione di dieci
milioni a testa alla Pro Mende e alla Polisportiva S. Lucia del Mela.
La commissione ha così deciso di rivedere la propria precedente scelta che, se
confermata, avrebbe portato a una nuova
opposizione della giunta e al passaggio
delle carte al consiglio comunale, che
avrebbe approvato una proposta di delibera redatta così come richiesto dagli amministratori. Un commissario, in verità, Fortunato Di Salvatore, si è dissociato dalla
scelta fatta dalla commissione.
Venendo alle motivazioni, il milione per
la parrocchia Annunziata è stato concesso
perché i lavori di ristrutturazione dell’ ex
chiesa Candelora sono finalizzati ad
“attività sociali e di recupero di minori a
rischio di devianza”. Colpisce come la
storia del “rischio di devianza” ormai,
lungi dall’essere una cosa seria, venga
servita in tutte le salse e per tutti gli scopi.
Meglio così.
L’uguale suddivisione dei fondi per le
società sportive è scaturita dalla considerazione che la Pro Mende ha giocato in un
campionato a 17 squadre e la Polisportiva
S. Lucia del Mela in uno a 12 squadre. Un
puro criterio quantitativo, quindi, con in
più il passaggio sotto silenzio di un secondo campionato di prima fascia disputato dalla squadra di pallavolo (la Seconda divisione maschile) con cinque società
partecipanti, che avrebbe eguagliato il
numero complessivo di gare disputate.
Non è un capolavoro di equanimità, ma
questo passa il convento.
Tanto vi dovevamo per la cronaca, per il
resto non vogliamo annoiare nessuno ripetendo sempre le stesse cose.
Filippo De Mariano
IL VERBALE
L’
anno duemila il giorno ventuno
del mese di novembre alle ore
17,00 in S. Lucia del Mela presso i
locali municipali di piazza Duomo si
riunisce, dietro regolare invito, la
commissione contributi nominata
con determinazione sindacale n. 39
del 10/7/1998, ai sensi del regolamento comunale approvato con delibera consiliare n. 83 del 3/12/1992
e successive modifiche e integrazioni.
Sono presenti: Vaccarino Santo, in
qualità di presidente, delegato dal
sindaco, Di Salvatore Fortunato,
componente, Mazzù Antonino, componente. Funge da segretaria la dottoressa Arizzi Carmela, funzionario
responsabile dell’area servizi sociali
e cultura.
Poiché sono presenti tutti i componenti, il presidente dichiara valida ed
aperta la seduta. Informa quindi i
componenti che la giunta comunale
con provvedimento n. 202 del 19/10/2000, esecutivo, ha richiesto
alla commissione il riesame della
proposta formulata per la concessione dei benefici economici con riferimento alla esclusione del contributo
della parrocchia S. Maria Annunziata
e alla ripartizione del contributo tra
la società Polisportiva di S. Lucia del
Mela e alla società sportiva Pol. Pro
Mende. Procede quindi alla lettura
delle motivazioni adottate dalla giunta municipale per il riesame della
proposta di concessione contributi
da parte della commissione.
La commissione presa in esame la
richiesta di contributi inoltrata dalla
parrocchia S. Maria Annunziata, considerato che i lavori di ristrutturazione si rendono necessari per l’espletamento di attività sociali e di recupero di minori a rischio di devianza,
propone di assegnare a favore della
suddetta parrocchia un contributo di
lire un milione decurtandolo per lire
500 mila dal contributo precedentemente assegnato all’ associazione
culturale Castello, e per lire 500 mila
dal contributo assegnato all’ associazione Padre Giovanni Parisi […]
Per quanto concerne le società sportive presenti sul territorio, la commissione dopo attenta analisi degli
atti prodotti a corredo dell’istanza,
pur riconoscendo che la società Polisportiva S. Lucia del Mela svolge la
propria attività in ambito regionale
come risulta dai calendari allegati,
rileva che la società suddetta effettua il proprio campionato serie D
girone D a 12 squadre.
Di contro la società sportiva Pol. Pro
Mende effettua il proprio campionato di Prima categoria girone C in ambito provinciale a 17 squadre, per
cui si ridetermina il contributo il lire
dieci milioni per la società Polisportiva S. Lucia del Mela e in lire dieci
milioni per la società Pol. Pro Mende.
A questo punto il componente Di
Salvatore Fortunato si dissocia dalla
proposta sopra formulata in quanto
la Polisportiva S. Lucia del Mela ha
disputato il campionato di Seconda
divisione maschile equivalente alla
Seconda categoria, pertanto le trasferte salgono a 17 come quelle di
calcio, per cui non vede l’equità dell’assegnazione disposta per le due
società.
La commissione propone che il presente verbale venga trasmesso alla
giunta municipale per i provvedimenti di competenza.
Il presidente
Santino Vaccarino
I componenti
Antonino Mazzù
Fortunato Di Salvatore
Il segretario
Carmela Arizzi
16 dicembre 2000 AGORÀ • 13
ATTUALITÀ
CONTRIBUTI / PARLA UNO DEI COMMISSARI
Le mie perplessità
di Nino Mazzù
C
ON UN MISTO FRA DELUSIONE E AMAREZZA HO
Il voler penalizzare per forza un’associazione perché è presiepartecipato alla riunione per l’assegnazione dei contri- duta, nella sostanza più che nella forma, da chi, nel bene o nel
buti a favore delle società sportive e delle associazioni
male, in consiglio attua tutte le tattiche possibili per creare proculturali. Premetto subito che io stesso faccio parte di blemi alla maggioranza, dimenticandosi che è l’unica associaziodetta commissione e la proposta che è stata portata alla giunta è ne che organizza una manifestazione che da un decennio riunisce
stata avallata anche con il mio voto favole famiglie dei vari rioni del nostro paese
revole. La commissione si riuniva per la
e richiama molti visitatori dai paesi limiPotrò anche sembrare
seconda volta sullo stesso argomento,
trofi, non è “di sinistra”. Oppure andare a
qualunquista, ma tengo
perché la prima deliberazione era stata
fare le pulci a una società sportiva, che
ancora all’Idea
rimandata dalla giunta per motivi più o
sopravvive per l’impegno di poche persomeno validi.
ne e che dà l’opportunità a tante ragazzine
Non scendo in particolari, perché non sono questi che mi hanno di potere impegnarsi nello sport agonistico, paragonandola ad
lasciato e mi continuano a lasciare a dir poco perplesso, ma è altre società dove oltre a esserci modi di autofinanziamento, ci
l’impostazione di base data alla suddivisione dei contributi che
sono i proventi degli incassi - pochi per quanto vogliamo ma pur
ha provocato la necessità di questa mia riflessione o sfogo.
sempre un aiuto nel sostenere le spese - mi sembra che anche
La mia ideologia e la mia impostazione politica mi lasciavano questa non sia quella che si dice politica sociale.
credere e sperare che, una volta che saremmo stati “noi” al goAttenzione: in quello che è successo non c’è niente di disonesto
verno, sia locale che nazionale, ci saremmo comportati in manie- o di poco chiaro. Quello che è successo è perfettamente legale e
ra diversa. Mi riferisco alla tanto deprecata e avversata logica logico. Ma in questo caso la logica fa a pugni con l’idea, e io
della vecchia Democrazia Cristiana, per intenderci, che badava potrò anche sembrare qualunquista ma all’Idea, io, ci tengo anmolto alla forma e alle amicizie nel decidere come gestire e am- cora.
ministrare la cosa pubblica. Invece mi sono trovato a sentire discorsi che tutto erano all’infuori che di sinistra.
L’autore è componente della commissione contributi
Ora sì che sono contributi
COME È CAMBIATA LA RIPARTIZIONE DEI FONDI
SECONDA PROPOSTA
PRIMA PROPOSTA
(accolta dalla giunta il 28 novembre)
(bocciata dalla giunta il 19 ottobre)
Banda musicale
12.000.000
Banda musicale
12.000.000
Ass. Padre Parisi
3.000.000
Ass. Padre Parisi
2.500.000
Ass. Castello
3.000.000
Ass. Castello
2.500.000
Ass. Piccolo Teatro
1.000.000
Ass. Piccolo Teatro
1.000.000
Basilica concattedrale
500.000
Basilica concattedrale
500.000
Comitato Mons. Antonio Franco
500.000
Comitato Mons. Antonio Franco
500.000
Parrocchia S. Maria Annunziata
Polisportiva Pro Mende
Polisportiva S. Lucia del Mela
14 • AGORÀ 16 dicembre 2000
0
8.000.000
12.000.000
Parrocchia S. Maria Annunziata
1.000.000
Polisportiva Pro Mende
10.000.000
Polisportiva S. Lucia del Mela
10.000.000
delibere di giunta
La bacheca
lire; manutenzione e riparazione autoparco 2.051.996 lire; manutenzione rete idrica 380.000 lire. Totale 11.706.107 lire.
GIUNTA DEL 19/10/2000
metra Daniela Trifirò.
204 Adesione proposta costituenda
associazione temporanea d’impresa
tra Sabibo srl e IT Service srl relativa a interventi di formazione e sostegno per la costituzione di sportelli unici per le imprese nell’ambito
del programma “Rap 1000”. Parteci-
211 Manutenzione impianti di riscaldamento edifici comunali. 5.560.000
213 Richiesta parere legale pratica
GIUNTA DEL 8/11/2000
pano i comuni di Milazzo, Barcellona e
gli aderenti al consorzio “Tirreno Ecosviluppo 2000”.
edilizia n. 13/A/91 ditta germani Rizzo
Salvatore, Francesco e Franco.
220 Prosecuzione progetto lavori
socialmente utili mese di novembre
2000 per utilizzazione dei lavoratori
GIUNTA DEL 31/10/2000
GIUNTA DEL 26/10/2000
214 Modifica delibera di giunta n.
187 del 9/10/2000.
prioritari di cui all’articolo 1 commi 2 e 3
della legge 21/12/1995 n. 85.
lire.
219 Quota associativa Anci e contributi Lega delle autonomie locali anno 2000. 1.887.740 lire (1.367.340 lire
212 Fornitura gasolio per impianti
di riscaldamento edifici comunali.
per l’Anci, 520.400 lire per la Lega delle
autonomie).
23.760.000 lire.
205 Autorizzazione al sindaco a proporre appello avverso la sentenza n. 160/2000 Tribunale Barcellona.
La causa per la quale il Comune è stato
condannato in primo grado riguarda la
richiesta di risarcimento danni presentata
dalla signora Maria Mendolia per l’occupazione di un suo terreno per la costruzione di un collettore primario e dell’impianto depurativo sul versante del torrente
Mela. Avvocato del Comune è Giuseppe
Sajtta. 1.500.000 lire come acconto per le
spese legali del giudizio d’appello.
206 Assegnazione somma al funzionario responsabile dell’Area servizi sociali e cultura per fornitura bombole di gas
liquido per refezione scolastica.
1.160.000 lire per venti bombole, presuntivamente necessarie per gli otto mesi in
cui funzionerà il servizio di refezione
scolastica.
207 Assegnazione somma al funzionario responsabile dell’Area servizi sociali e cultura per fornitura materiale di pulizia per le scuole. 2.467.100 lire per l’intero anno scolastico.
spese legali.
L’atto di precetto notificato il 6/10/2000
insieme al decreto ingiuntivo n. 92/00 del
9/8/2000 emesso dal Giudice del Tribunale di Barcellona sezione di Milazzo, intima il pagamento di 38.878.019 lire relativi alle spese sostenute per l’esecuzione
dei lavori descritti nella sentenza del giudice unico del Tribunale di Barcellona n.
9799 del 28/4-13/5/1999.
208 Impegno spesa servizio economato.
GIUNTA DEL 7/11/2000
Spese di rappresentanza un milione; spese
generali di funzionamento 7 milioni; manutenzione patrimonio comunale un milione; spese di funzionamento 842.000
lire.
209 Liquidazione spese e competenze Banco di Sicilia-Tesoriere comunale 2° e 3° trimestre 2000. 2.870.963
lire per il pagamento delle spese vive e
per le competenze maturate per l’utilizzo
dell’anticipazione di cassa nei due trimestri.
210 Nomina personale di direzione
del cantiere regionale di lavoro per
pavimentazione del vico S. Maria
dell’Arco. Geometra Piero Sergi e geo-
Nella causa intentata da Angela Grazia
Aragona era stato nominato difensore
degli interessi del Comune la dottoressa
Domenica Cicciarello. La delibera è modificata perché, secondo una nota fax della dottoressa Cicciarello, si può “giungere
a una richiesta di risarcimento danni allo
stato non determinata e di conseguenza
non configurabile con il mio status di
patrocinante avvocato è necessario sostituire il mio nominativo con il collega di
studio avvocato Mario Mancuso”.
215 Autorizzazione al sindaco a opporsi all’atto di precetto di Rappazzo Antonino. Un milione per acconto
216 Approvazione schema di contratto per fornitura materiale a piè d’ope-
ra cantiere regionale di lavoro per pavimentazione del vico S. Maria dell’Arco.
217 Approvazione schema di contratto per fornitura servizi trasporti e noli
cantiere regionale per pavimentazione del
vico S. Maria dell’Arco.
218 Approvazione rendiconto economato 5° bimestre 2000 e relativo
rimborso.
Spese di rappresentanza 405.000 lire;
spese generali di funzionamento
4.274.112 lire; spese varie d’ufficio
3.631.410 lire; manutenzione patrimonio
627.489 lire; spese di gestione 336.100
GIUNTA DEL 10/11/2000
221 Approvazione progetto di massima recupero e ammodernamento
campo di calcio comunale. Il progetto
è stato realizzato dall’architetto Benedetto
La Macchia. La somma necessaria per i
lavori è di un miliardo e 50 milioni, di cui
820 milioni per i lavori a base d’asta e
230 milioni come somme a disposizione
dell’amministrazione (vedere articolo in
questo numero).
222 Affidamento a cooperativa di
tipo B servizio raccolta rifiuti solidi
urbani e pulizia strade e piazze di
proprietà comunale, legge 381/91 e
successive modifiche e integrazioni
(vedere articolo in questo numero).
223 Conferimento incarico per redazione del piano di sicurezza cantiere regionale lavoro di pavimentazione del vico
S. Maria dell’Arco. 900 mila lire.
GIUNTA DEL 14/11/2000
224 Assegnazione somma per fornitura materiale e attrezzature di antinfortunistica, cantiere regionale di lavoro pavimentazione vico S. Maria dell’Arco.
1.255.000 lire.
225 Assegnazione somma al responsabile dell’Area amministrativa per liquidazione rimborso spese commissario ad
acta. 1.023.800 lire al dottor Salvatore
Roccapalumba, commissario ad acta per
l’individuazione delle aree pubbliche per
il commercio.
GIUNTA DEL 16/11/2000
226 Autorizzazione al sindaco a costituirsi nel procedimento ex articoli 669
bis e seguenti e articoli 700 e seguenti
codice procedura civile promosso dal
signor Merulla Fortunato.
La causa riguarda presunte infiltrazioni di
16 dicembre 2000 AGORÀ • 15
La bacheca
acqua e umidità in un fabbricato di proprietà del signor Merulla, che non sono
state riscontrate nel sopralluogo disposto
dall’ufficio tecnico del Comune. Impegnato un milione come acconto per le
spese legali.
GIUNTA DEL 21/11/2000
227 Conferimento incarico per pro-
porre ricorso avverso la delibera di giunta
regionale di programmazione dei fondi ex
Gescal pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale
della Regione Siciliana del 22/9/2000.
Impegnati due milioni come acconto spese legali per l’avvocato Arturo Merlo
(vedere articolo in questo numero).
228 Autorizzazione al sindaco a resistere nel giudizio promosso dalla signora
Calderone Domenica. Un milione come
acconto per le spese legali. La causa è
stata promossa per il risarcimento dei
danni subiti a seguito di un incidente avvenuto il 2 agosto a causa di una buca
presente nel manto stradale di via San
Rocco. Il Comune ha chiamato in giudizio anche l’assicurazione Fata, con la
quale ha stipulato una polizza assicurativa
di responsabilità civile.
GIUNTA DEL 24/11/2000
229 Integrazione somma assegnata all’economo comunale con delibera di giunta
municipale n. 85 del 17/5/2000 per attuazione conferenze. 550.000 lire per le conferenze del 25 novembre e del 2 dicembre
su Carlo Rosselli e Giuseppe Dossetti.
230 Assegnazione somma al funzionario responsabile dell’Area servizi sociali e cultura per pulizia locali comunali.
Preventivo di spesa di 48.312.247 più Iva
per il periodo di 22 mesi e 15 giorni. La
pulizia riguarda i locali di piazza Duomo
(circa 420 metri quadrati) e di via Pietro
Nenni (circa 530 metri quadrati).
GIUNTA DEL 28/11/2000
231 Contributi associazioni, enti,
comitati e società sportive.
232 Conferimento incarico dottor Giu-
seppe Alibrando per elaborazione e attuazione piano di autocontrollo Haccp
ai sensi del decreto legislativo n. 155/97
LA NUOVA LEGGE SICILIANA SUGLI ENTI LOCALI
Elezioni nel 2003
Il numero degli assessori
passa da quattro a cinque.
Raddoppiano le indennità.
Ma soprattutto il mandato di
sindaco e consiglio durerà
cinque anni. A cominciare da
quello in corso
A
VETE PRESENTI GLI ASSES-
sori di Santino Pandolfo? Aggiungetene un altro. Questa è
una delle conseguenze della
riforma degli enti locali approvata nella
scorsa settimana dall’assemblea regionale
siciliana, che recepisce una legge nazionale già in vigore nel resto d’Italia.
Il numero degli assessori, dicevamo. D’ora in poi sarà pari a un terzo dei consiglieri comunali. Nel caso di S. Lucia, quindi,
essendo il consiglio composto da 15 persone, gli assessori possono essere al mas-
16 • AGORÀ 16 dicembre 2000
simo cinque. Non si tratta però di un obbligo, ma solo di una facoltà. La scelta
finale spetta al sindaco, che, in un paese
piccolo come questo in cui non ci sono
segreterie di partito voraci, può anche
decidere di tenersi i quattro che ha. Ecco
quindi che agli attuali assessori possiamo
non aggiungerne un quinto (che in bilancio costerebbe dieci milioni e mezzo all’anno).
Capitolo indennità. Secondo la nuova
legge raddoppiano per tutti, sindaco, vice
sindaco, assessori e presidente del consiglio, consiglieri comunali. Anche questa
non è una prescrizione obbligatoria. Ogni
comune deve trovare nel proprio bilancio
il denaro per pagare le indennità agli amministratori, quindi è impensabile che a S.
Lucia venga esercitata la facoltà di raddoppiare gli stipendi.
Veniamo infine alle novità introdotte dalla legge di riforma degli enti locali che
valgono di sicuro anche per S. Lucia. Il
mandato di amministratori e consiglieri
per l’asilo nido comunale.
233 Prosecuzione progetto di lavori
socialmente utili fino ad aprile 2001
per l’utilizzazione dei lavoratori prioritari
di cui all’articolo 1 commi 2 e 3 della
legge 21 dicembre 1995 n. 85.
GIUNTA DEL 5/12/2000
234 Assegnazione somma per fornitu-
ra luminarie natalizie. 3.960.000 lire.
235 Assegnazione somma per collocazione luminarie natalizie. Tre milioni.
236 Fornitura prodotti farmaceutici
per asilo nido comunale anno 2001.
Preventivo di 2.441.100 lire.
237 Fornitura carne asilo nido comunale. Preventivo di 2.080.000 lire.
238 Somme non assoggettabili a esecuzione forzata in danno del Comune.
Per il semestre gennaio- giugno 2001 le
somme non pignorabili sono le seguenti:
retribuzione al personale 1.453.728.000
lire; rate mutui in scadenza nel semestre
211.399.221 lire; servizi locali indispensabili 1.341.236.526 lire. Totale
3.006.363.747 lire.
comunali è stato aumentato di un anno, da
quattro a cinque. La novità riguarda anche
amministratori e consiglieri attualmente
in carica. A S. Lucia, così, si tornerà a
votare nel 2003. E in un giorno compreso
tra il 15 aprile e il 30 giugno. D’ora in poi
infatti, la Regione di anno in anno convocherà le elezioni di tutti gli enti locali in
scadenza un uno stesso giorno, compreso
appunto tra quelle date. È il cosiddetto
“Election day”. Non è passata, invece, la
proposta, appoggiata per ultimi dai Ds, di
consentire ai sindaci di essere eletti per
tre mandati consecutivi. Il limite resta a
due. E se un sindaco viene sfiduciato durante il secondo di questi, non potrà più
ricandidarsi.
Si fanno più restrittive le norme per la
mozione di sfiducia al sindaco. Nei comuni più grossi la mozione dovrà essere votata dal 65 per cento dei consiglieri. In
quelli con meno di diecimila abitanti dai
quattro quinti dei componenti del consiglio. Così, a S. Lucia per sfiduciare il
sindaco occorrerà il voto favorevole di 12
consiglieri.
In caso di dimissione o revoca del sindaco, decadrà anche la giunta, mentre il
consiglio resterà in carica fino alle nuove
elezioni.
CULTURA
IL CONVEGNO SU CARLO ROSSELLI
Un socialismo dal volto umano
Il professore Furiozzi
dell’università di Perugia ha
illustrato in un convegno la
figura e il pensiero di Carlo
Rosselli, il padre del
“socialismo liberale”. Oggi
più che mai attuale
di Santina Mazzù
S
ABATO 25 NOVEMBRE NEL-
l’aula consiliare di via Pietro
Nenni, si è tenuto il convegno dal
titolo “Carlo Rosselli e il socialismo liberale”. Si trattava del primo di una
serie di incontri organizzati dall’assessorato alla Pubblica Istruzione, insieme al
comitato per la gestione della biblioteca
comunale, incentrati sulla figura di quei
personaggi che hanno avuto un ruolo molto importante nella formazione del pensiero dell’Italia democratica. Sono intervenuti il professore Campione dell’università di Messina, nella veste di moderatore, e il professore Furiozzi, ordinario di
storia contemporanea alla facoltà di
Scienze dell’educazione dell’università di
Perugia, che ha illustrato in modo esauriente i tratti generali della vita e del pensiero di Carlo Rosselli, sottolineandone in
particolare i punti di attualità e di modernità.
Carlo Rosselli si ricorda soprattutto per la
sua militanza antifascista. Nato nel 1889 a
Roma, nel 1925 fondò il primo giornaletto antifascista, dal titolo “Non mollare”,
nel ’26 istituì un’ organizzazione che aiutava i dissidenti a lasciare il paese (per
questa via riuscirono a sfuggire alle repressioni del regime nomi noti come Turati e Saragat); in Francia fondò il movimento “Giustizia e Libertà”, che ebbe un
ruolo importante nella diffusione di un
pensiero di opposizione alla dittatura.
Partecipò alla guerra di Spagna e nel ’37
venne assassinato da un gruppo terroristico incaricato da Galeazzo Ciano e dallo
stesso Mussolini. Ma Rosselli va ricordato anche come studioso e filosofo. Il suo
libro più importante è “Il socialismo liberale”, dove illustra compiutamente il suo
particolare tipo di socialismo, diverso per
molti aspetti dalla dottrina marxista, allora imperante, e che definisce proprio liberale perché in esso vuole conciliare il socialismo in senso stretto (uguaglianza di
tutti gli uomini) con il concetto di libertà,
tipico del liberalismo. Dal marxismo egli
si stacca quando afferma che il socialismo
non coincide necessariamente con esso,
guardando invece più volentieri all’esempio del liberalismo inglese (come Mazzini, tant’è vero che viene definito da alcuni
il Mazzini del ventesimo secolo). Ne capovolge addirittura i termini quando dice
che il socialismo è per prima cosa una
rivoluzione morale che si attua nella coscienza di tutti e solo dopo è una rivoluzione materiale, laddove il marxismo diceva esattamente il contrario. Lo rifiuta
quando dice che esso ostacola il cammino
del vero socialismo che, in realtà, è erede
del liberalismo. Soprattutto vede nel marxismo
la grande colpa di asservire il popolo, di renderlo schiavo, quando invece per lui la libertà dell’individuo è determinante per la libertà dello
stato. “Non c’è stato
libero” – egli diceva “senza uomini liberi”.
Il suo pensiero integra il
socialismo, dottrina materialistica per eccellenza, della dimensione
etica che non ha mai
avuto, e ne sottolinea
soprattutto questo aspetto. Da qui la novità del
suo pensiero nel contesto
storico-culturale in cui
visse, ma da qui anche la
sua modernità e attualità Carlo Rosselli
che hanno portato recentemente storici e
studiosi di tutto il mondo a riprenderlo e
studiarlo sotto una nuova luce, non più
solo come esponente di punta dell’antifascismo italiano, ma anche e soprattutto
come valido studioso e pensatore politico.
Aspramente criticato ai suoi tempi sia dai
comunisti che dai socialisti, la storia gli
ha poi dato ragione; infatti, da quando con
la caduta del muro di Berlino il comunismo di rigida ortodossia marxista è caduto, la sinistra, in crisi d’identità, ha cercato di ricostruirsi su nuove basi, attestandosi su posizioni più moderate. E oggi,
che si sente il bisogno di una nuova svolta
nel socialismo europeo, si parte proprio
dal socialismo liberale teorizzato quasi un
secolo fa da Carlo Rosselli.
Un uomo troppo avanti per i suoi tempi,
quindi. Troppo avanti non solo per quel
che concerne il socialismo etico, ma anche per altri aspetti del suo pensiero. Parla, ad esempio, della necessaria distinzione di due tipi di economi,a una pubblica e
una privata, cosa che trova attuazione
solo in questi tempi; insiste sul federalismo, sulla necessità di dare maggiore
autonomie a province e comuni, discussione oggi all’ordine del
giorno; incita alla formazione degli stati uniti
d’Europa e di una carta
dei diritti dei cittadini
europei, che proprio in
questi giorni sta per essere realizzata.
Tutto questo ci dimostra
come Rosselli ci sia molto vicino e sembra di
sentire il suo ammonimento, che ci incita a
scrollarci dalla nostra
“pigrizia morale”, a riprenderci la nostra libertà di pensiero e la nostra
dignità di uomini, a non
accettare dogmi e ideologie preconfezionate, per
essere veramente e finalmente liberi.
16 dicembre 2000 AGORÀ • 17
CULTURA
UNA VITA IN UN LIBRO DI POESIE
Giuseppe Raffa poeta luciese
di Santo Brunetta
R
La copertina di
“Dal Mela al
Thames” di
Giuseppe Raffa
ECENTEMENTE HO AVUTO
il piacere di leggere la raccolta
di poesie “Dal Mela al Thames.
Versi per continuare a vivere,
1967-1997”, di cui è autore Giuseppe
Raffa, un giovane luciese oggi residente
in America. Pur non essendo uno degli
Chi è Giuseppe Raffa
E’
nato a S. Lucia del Mela il 3
dicembre 1952. Nel 1970,
conseguito il diploma magistrale,
emigra in Canada, ove tuttora risiede. Laurea in lettere (1979),
University of Western Ontario, Ontario, Canada. Laurea in pedagogia
e biblioteconomia (1980), presso la
stessa università. Master of Arts, in
letteratrura
italiana
(1982),
University of Toronto, Ontario, Canada. È docente di lingua francese
alla W.E.S.E.S., West Lorne, Ontario,
Canada, e all’Istituto CFLL, London,
Ontario, e di lingua italiana presso
la University of Windsor, Canada.
Giuseppe Raffa si occupa di giornali letterari del Settecento. Al momento ha in cantiere l’Indice Bibliografico de “Il Giornale de Letterati
d’Italia” (1710-1740) di Apostolo
Zeno. Sue poesie sono state pubblicate su “Europa Oggi”, Antologia
di poeti contemporanei; “L’Anima
del Poeta”, Antologia di poeti italocanadesi; in lingua inglese nell’antologia “Walk Through Paradise: an
antology of poetry”. Un profilo biografico è apparso nel Dizionario
biografico degli autori italiani contemporanei. Ha inoltre scritto due
libretti d’opera: “Astolfo” e la traduzione dal francese di “Elisa ossia
il viaggio al Gran San Bernardo”.
Collabora al settimanale italiano
“La Gazzetta di Windsor e Detroit”.
È anche musicista e autore di canzoni.
18 • AGORÀ 16 dicembre 2000
addetti ai lavori,
mi sono reso
subito conto del
rilevante interesse del lavoro
poetico del Raffa. Ragion per cui ho deciso di sottoporre la raccolta suddetta all’attenzione di Antonio Catalfamo, poeta,
scrittore, critico letterario barcellonese
(già allievo del grande intellettuale che fu
l’onorevole professore Antonio Pino Balotta), il quale, dopo attento esame, ha
redatto una interessantissima recensione
che qui di seguito viene riportata.
Viene proposta anche all’attenzione dei
nostri lettori una significativa poesia di
Raffa dal titolo “La mia storia”. Viene,
infine, riportata la nota bibliografica dell’autor. Come lui stesso ci riferisce nella
poesia citata, ancora in tenera età ha subì-
to le conseguenze della povertà. Ad un
certo punto però, divenuto già in età adulta, ha avuto la forza di reagire al proprio
stato; e, senza esitare, ha deciso di andare
via da S. Lucia del Mela (“… presi i bagagli e la corriera e me ne andrai per la
mia strada”).E con le proprie forze, partendo da zero, è riuscito, negli anni, a
conseguire risultati eccellenti,. Soprattutto
sotto il profilo culturale. Risultati sicuramente non conseguibili nel proprio paese
natìo, anche perché sussistono a mio parere, qui da noi, condizioni socio-ambientali
tali da non aiutare i giovani come Raffa,
ricchi dentro, a valorizzare le proprie risorse. A tale riguardo mi viene in mente
un celebre detto latino che, non so perché,
un anziano sacerdote, un tempo mio insegnante, pronunciava spesso: “nihil propheta in patria tua”.
A distanza di tempo, però, riflettendoci
bene, anche alla luce della scelta coraggiosa di Raffa e di altri, debbo convenire
che padre D., oggi monsignore, aveva
ragione.
LA RECENSIONE
Poeta pavesiano d’America
di Antonio Catalfamo
G
IUSEPPE RAFFA È NATO A
S. Lucia del Mela, antico borgo rurale in provincia di Messina nel 1952, e vive in Canda,
dove insegna Lingua
Francese alla
W.E.S.E.S., West Lorne, Ontario, e Lingua italiana presso la University of Windsor. Nella plaquette “Dal Mela al Thames” raccoglie le poesie scritte dal 1967.
L’ampio arco temporale ci consente di
seguire la sua evoluzione poetica, dalla
produzione giovanile a quella più matura.
Parlerei di un “itinerario pavesiano”, perché non solo i temi e lo stile, ma anche la
scansione delle varie tappe ci rimanda
allo scrittore piemontese del quale ricorre
i questi mesi il cinquantesimo anniversario della tragica morte. Le poesie giovanili di Giuseppe Raffa ci ricordano le prime
poesie pavesiane, le “poesie del tormento”, come le definì efficacemente Massimo Mila, lette agli amici che costituivano
la cosiddetta “banda del D’Azeglio”, raccolta attorno al professore Augusto Monti. La donna è corpo, sangue, “grembo
ferale”, “vulva”, “dolce seno”, “essere
infernale”. L’amore è vissuto drammaticamente, lo stile è diretto, il ritmo convulso.
La produzione matura dimostra una maggiore consapevolezza del mito, del valore
archetipico della realtà, dell’eterno ripetersi dei comportamenti umani. La poesia
assume funzione conoscitiva dell’incon-
CULTURA
LA POESIA
La mia storia
Era d’inverno in quel paese, tanta la neve sulle case
quando un angelo passò.
La gente andava per le strade, con tanti doni nelle mani
per poi offrirli a chissà chi?
Mia madre lì piena d’orgoglio, d’aver avuto il suo bel figlio
qualcosa vera da mostrar.
Mentre mio padre poveretto, solo piangeva sotto il tetto
un’altra bocca da sfamar.
La mia storia cominciava così.
La mia storia cominciava così.
Passano gli anni in quel paese, porta l’estate tante cose
le ciliegie e il grano d’or.
E intanto andava la mia vita, come relitto alla deriva
senza speranza e senza amor.
Mai mi ricordo d’aver avuto, come regalo un bel vestito
o una torta da mangiar.
A piedi scalzi sempre nel fango, ed ogni giorno un ritornello
“oh figlio mio che ci puoi far!”
La mia storia cominciava così.
La mia storia cominciava così.
Quando tornò la primavera, presi i bagagli e la corriera
e me ne andai per la mia strada.
Attraversai montagne e strade, dormii sull’erba in mezzo ai prati
con la speranza d’arrivar.
Oggi che sono a diciott’anni, sono cadute anche le foglie
la primavera non c’è più.
Solo continuo in questo mondo che assomiglia al nostro inferno
senza speranza e senza amor.
La mia storia va avanti così.
La mia storia va avanti così.
Così continua la mia vita, di vagabondo e di poeta
e chissà quando finirà.
scio, del proprio passato, che è anche il
proprio presente e il proprio futuro. Non
stupisca, dunque, il sottotitolo della raccolta, “Versi per continuare a vivere”,
pensando alla tragica conclusione della
vicenda esistenziale pavesiana. Italo Calvino ci aveva già dato, in uno scritto che
risale a qualche anno dopo rispetto a tale
conclusione e che anticipa quanto lo stesso scriverà nel decimo anniversario nel
saggio “Pavese: essere e fare”, un’immagine di Pavese diversa da quella dominante nella critica – e riproposta in questi
giorni – di un uomo e di uno scrittore che
si piange addosso. Ci ha mostrato un Pavese dinamico, tutto immerso nel proprio
lavoro, innamorato della letteratura e della vita, al di la del tragico epilogo. Anche
per Giuseppe Raffa si può dire la stessa
cosa: partire dalla morte per recuperare la
vita, secondo quel principio fisico dell’
“inversamente proporzionale” che sta alla
base della letteratura sapienziale, ma anche leopardiana. La funzione conoscitiva
ch’egli attribuisce alla poesia emerge dalla ricerca delle proprie radici culturali, dal
ritorno, se non reale, letterario, alla “terra
dei padri”, alla sua Sicilia, in un “nòstos”
che ci ricorda quello di Vittorini in
“Conversazione in Sicilia”. Il ritorno è
fatale per tutti i siciliani e dimostra, come
ha scritto Giuseppe Zagarrio a proposito
di Quasimodo, che essi attribuiscono dimensione universale alla loro terra, sciascianamente “metafora della vita”. Il ritorno conoscitivo di Giuseppe Raffa e-
merge da poesie come “Natale ‘90”,
“Madre”, “Stretto di Messina”, “A mio
padre”, ma soprattutto da quelle in dialetto siciliano: “Eterno amuri”, “Non è piccatu”, “Me nonna”. E qui si pone lo spinoso problema della lingua. Giuseppe
Raffa ha preferito usare il dialetto della
“piccola patria”, il dialetto municipale,
non la “koiné” regionale, in linea con
quanto ha scritto Italo Calvino: il dialetto,
quando diventa “koiné”, si pone già sulla
difensiva, è un primo passo verso la lingua nazionale. E’ la “lingua della madre”
a riemergere, come nelle “Poesie a Casarsa” di Pasolini. L’uso della lingua viscerale testimonia ulteriormente la funzione
conoscitiva della poesia, il regredire verso
le radici ultime della propria storia di uomo. Ma la riflessione va estesa anche alla
lingua del poeta quando non usa il dialetto. Per Giuseppe Raffa si è posto il problema che si pone per ogni scrittore, specie meridionale, che ha un sostrato dialettale al quale si sovrappone un altro strato,
costituito dalla lingua che si impara a
scuola, cioè l’italiano della media borghesia, che diviene enfatico al massimo sulla
bocca degli insegnanti di paese, che di ciò
fanno elemento di distinzione dalla massa
incolta e di superiorità. Un ulteriore strato, per lo studioso, è rappresentato dalla
lingua della nostra letteratura
“consacrata”,
essenzialmente
“petrarchesca”, cioè “aulica”. Così è stato
anche per Gramsci. E la soluzione adottata da Giuseppe Raffa ci pare che si collochi proprio lungo la via Gramsci-Pasolini:
egli si è, infatti, liberato di ogni quoziente
retorico, ha preferito la “lingua della ragione” alla “lingua del sentimento”, richiamando anche l’ esperienza leopardiana, nonché pavesiana. Potremmo definire
la sua lingua poetica “orale-grafica”, ricalcata cioè sul parlato, con l’influsso
della struttura sintattica del dialetto. Il
sostrato dialettale non viene rimosso, ma
valorizzato, per conferire espressività, se
è vero, come è vero, che il dialetto ha
maggiore espressività della lingua nazionale, che, nell’era dei computer, si appresta a divenire semplicemente comunicativa. Una poesia dall’ “anima dialettale”,
dunque, quella di Giuseppe Raffa, fortemente conoscitiva ed evocativa, un nuovo
slang. In ciò sarà servita – credo – anche
la lettura di quegli stessi autori americani,
ai quali si richiamò Cesare Pavese.
16 dicembre 2000 AGORÀ • 19
BUONE FESTE
Ministro, questa
donna è di serie C?
la Repubblica, 2 dicembre 2000
Summum ius, summa iniuria. Così si
diceva una volta. Oggi, con quel minimo
di serenità che lascia la decisione del
Tribunale di sorveglianza, si può dire
che nei confronti di Silvia Baraldini c’è
stato un accanimento giudiziario neanche tanto strisciante, e continua ad esserci. Sarà la Corte costituzionale, tra qualche mese, a dire se il famoso-famigerato
accordo con gli Stati Uniti sia o no incostituzionale. Lo è, come hanno affermato nell’agosto scorso, quando la Baraldini tornò in Italia, giuristi di destra, di
centro e di sinistra. Lo è ed è già stato
violato più volte: quando la Baraldini ha
fatto visita alla madre, gravemente malata, e quando è entrata in ospedale (al
Gemelli) per essere operata. Gli Stati
Uniti, per dar l’idea di quanto gliene
importi, ormai, non hanno detto bah.
C’è un particolare che si può valutare, a
seconda dello stato d’animo, importante
o sordido. Nel maggio del ’99, a Danbury, la Baraldini si sottopose all’annuale esame radiografico di controllo, dopo
l’intervento del 1988 per neoplasia alla
cervice uterina. Intervento
di
bassa macelleria, secondo i chirurghi italiani,
ma lasciamo
stare.
La
lastra
del
maggio ’99 evidenziava calcificazioni
sospette alla mammella destra, particolare di cui nulla è stato detto né all’interessata né al governo italiano, durante le
trattative. E questo basterebbe, credo, a
invalidare l’accordo. Firmato anche dalla Baraldini, certo, ma da una Baraldini
convinta di star bene e ignara di covare
un tumore.
Adesso che sa di averlo, lo affronta con
lo stesso coraggio di sempre. Deve sottoporsi a lunghe terapie (raggi, chemio).
A Rebibbia non si può. E allora come,
dove, quando? Non si sa. Non può vivere in pianta stabile al Gemelli né andare
altrove. Per chi, come me, le ha fatto
visita con regolarità, in questi sedici
mesi italiani, c’è almeno un’immagine
da ribaltare: quella di una Baraldini detenuta privilegiata e coccolata. No: è
vessata e umiliata, anche in quest’ultimo
periodo più doloroso con le conseguenze
anche psicologiche che si possono facilmente immaginare in una donna di 52
anni che da 20 sta in galera. Come, da
noi, nemmeno uno sgozzatore di bambini. E per i mafiosi più feroci una decorrenza del termine salta spesso fuori. In
ospedale, la detenuta Baraldini, piantonata come un pericolo pubblico, deve
tenere la porta aperta quando va in bagno e non è possibile portarle non dico
una boccettina di profumo o due fiori,
ma neanche un cappuccino dal bar, in un
bicchiere di plastica. Queste cose, forse
piccole in una storia più drammatica, è
giusto che si sappiano.
Da un po’ pensavo che il caso Baraldini
fosse cautamente trattato come ordinaria
burocrazia carceraria, e non posso cambiare idea. Il tiepido ministro Fassino ci
dica se il caso Baraldini si risolve col
silenzio, anche definitivo da parte della
detenuta, oppure se la cittadina Baraldini è da considerare di serie C, anzi peggio perché la costituzione vale per tutti
tranne che per lei. Ci dica se le sarà riconosciuto il diritto a curarsi, in condizioni
meno angoscianti e precarie, o se ancora
per molto dovremo assistere allo spettacolo (non esaltante) di uno Stato che fa a
tira-e-molla e prende tempo sulla pelle
di una donna. Il tempo è quello di decidere, non di rinviare.
Il 26 dicembre mi ricoverarono di nuovo
perché la terapia doveva proseguire.
Avevo messo su quattro chili e i leucociti erano saliti a 4.100. Erano ben pochi i
pazienti costretti a restare in ospedale
durante il periodo delle feste, quindi ci
trasferirono in un altro reparto. Lì non
c’erano volti conosciuti, non avevo il
campanello e vedevo dei piccoli insetti
uscire dallo scarico; per giunta il cassetto del comodiono era bloccato […]. Il 31
dicembre le mie compagne di stanza
furono dimesse e rimasi da sola ad aspettare l’anno nuovo. La mamma parlò
con l’infermiera, chiedendo se poteva
lasciarla entrare nella mia stanza, visto
che ero del tutto sola, e lei infine acconsentì, purché non si facesse vedere da
nessuno. Così la mamma tornò ancora
una volta a casa, per preparare un cestino con la cena di San Silvestro da coninsieme.
Quando 2000
tornò insieme
20sumare
• AGORÀ
16 dicembre
con mia sorella, la sera tardi, era tutto
pronto: mangiammo un’insalata di pasta,
bevemmo il ponce natalizio e giocammo
con il piombo fuso da versare nell’acqua, ricavandone delle forme strane.
Per me era penoso trascorrere il Capodanno in ospedale; ripensavo a tutte le
volte che l’avevo festeggiato con i fuochi d’artificio e il cenone, insieme con
amici e conoscenti. Stavolta, invece,
eravamo soltanto noi tre in una gelida
stanza d’ospedale, a festeggiare l’anno
che finiva.
Se ne andarono poco prima di mezzanotte, perché mia sorella ci teneva molto a
far scoppiare un paio di “botti”. Ancora
un bacio, e restai di nuovo sola. Accesi
la televisione quando mancavano tre
minuti a mezzanotte: tutte quelle persone aspettavano l’arrivo dell’anno nuovo
felici e contenti, augurandosi buona fortuna e scambiandosi quadrifogli di buon
augurio. Mi avvicinai alla grande vetrata
della finestra che guardava la città, così
almeno potevo vedere i fuochi artificiali:
“dieci, nove, otto…” a quel punto sollevai la tazza di tè. “Tre, due, buon anno!
Felice anno nuovo!” si sentì gridare dalla televisione. Ai miei piedi, il cielo della città si illuminò a giorno di mille colori. Ammirai a lungo lo spettacolo in
silenzio; l’infermiera di turno venne a
farmi gli auguri… E alla fine scoppiai a
piangere. Mentre tutta la città festeggiava in compagnia, io sola dovevo restare
lassù, senza nessuno accanto. […] Che
cosa mi riservava l’anno nuovo? Un
anno prima non avrei mai immaginato di
potermi ammalare di cancro.
di Gianni Mura
Mavi Mohr, Un elefante mi ha preso
per mano, Tea 1999
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I vitelli dei luciesi sono belli