“P
ur ti miro…” – canta la seducente
Poppea rivolta ad un arcadico
azzimato Nerone, che riprende
il tema con un appassionato
“Pur ti godo”, una specie di irrituale “cabeçeo”
riconoscibile nella omonima “Incoronazione”
monteverdiana. Quasi l’antecedente barocco
della più pura tradizione argentina, che
pretende uno sguardo d’intesa con il partner
prima che ci si cali nell’estasi romantica di
una vorticosa tanda. Non risulta che l’augusta
coppia imperiale praticasse il “cabeçeo”, ma
qualche cenno deve essersi manifestato anche
nella celebre “domus” prima delle infauste
nozze. Per quanto riguarda le milonghe pare
che il codice tenda a cadere in desuetudine,
vuoi per oggettive difficoltà ambientali
vuoi per la sbrigatività degli inviti, sempre
meno ispirati ai codici popolari dei “barrios”
rioplatensi. Oggi si tende piuttosto ad una
soluzione rapida e pragmatica dell’aggancio
della malcapitata. È vero, qua e là si nota
un “revival”, almeno nelle intenzioni degli
organizzatori, di annunci che ripropongono
l’intesa propedeutica degli sguardi, ma spesso
continua a prevalere lo struscio circolare con
invito verbale diretto, a volte persino insistente,
o il ruvido trascinamento a rimorchio della
preda. Che cosa pretendere in tempi in cui è
la velocità la nota dominante e più efficace?
Certo è che un ritorno alle origini sarebbe
auspicabile, pur temendone l’inefficacia o
l’ambiguità, perché il gioco degli sguardi e dei
segni si presta a mille equivoci o fraitendimenti.
Così un’ irresistibile “mirada” rischia di perdersi
nel tumulto di concitate milonghe, la cui nota
dominante rimane un frastuono vagamente
mercantile. Ma non bisogna disperare. Anche
se “mirada” e “cabeçeo” finissero confinati in
cenacoli nostalgici, i codici verrebbero infine
preservati dall’oblio e potrebbero come la
fiamma di Olimpia venire riaccesi in qualche
milonga resuscitata e rivissuta nelle sue linee
verginali. Nel frattempo El Tanguero continuerà
da atipica vestale a custodire il fuoco della più
autentica tradizione tanguera ed a riproporla
nel suo spettro più largo, dalla musica al ballo,
dalla letteratura al folclore. Sapendo di poter
contare sulla passione e la benevola attenzione
dei suoi lettori meno distratti.
Pier Paolo Pedriali
5
El Tanguero
Anno V n°14
Aprile-Giugno 2014
Rivista periodica trimestrale
di cultura tanguera rioplatense
a cura dell’Associazione TangoJazz
Scaricabile online
Abbonamento annuale cartaceo €20
per 4 numeri
Editore
Associazione TangoJazz
Direttore editoriale
Andrea De Dominicis
Direttore artistico
Helga Corpora
Direttore responsabile
Pier Paolo Pedriali
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Redazione
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Collaboratori
Paolino Fierro
Mario Abbati
Memè
Vanna Gasparini
Zuleika Fusco
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Susanne Köb
Fiore Formisano
Cecilia Signorelli
Juan M. Lupin
Stampa
Poligrafica Srl
Via Friuli 29, Dalmine (BG)
Reg. al Tribunale di L’Aquila n°6/2010
del 21/07/2010
Iscrizione al ROC n°20287
del 08/11/10
www.eltanguero.it
Indice
il mondo del tango
Maestri di tango
pag 8
Fausto Carpino
e Stefanie Fesneau
Il valore della milonga
pag 20
Jorge Muscia
pag 22
A tu per tu…
Musicalizadores: Vivi La Falce
Organizzatori: Rosanna Pieruzzini,
Silverio di Scala e Mauro Arciduca
pag 34
pag 35
tango arts
Horacio Ferrer
pag 26
Roberto Rufino
pag 30
Confessioni di amore
per il Tango
El Pibe Terremoto
curiosando
News & Pillole
Tangueri impossibili
pag 16
Tango, percezione
ed evoluzione del sé
pag 36
Moira e altre storie
pag 38
Recensioni
pag 40
La rosa e il tango-boy
pag 29
/eltangueroII
Con il patrocinio della
Ambasciata Argentina
Con il patrocinio della
Ambasciata dell’Uruguay
tango agenda
pag 42
Festivalmap
Milonghe, eventi, scuole pag 44/46
ilmaestri
mondo
del
tango
di tango
&
Fausto Carpino
Stephanie Fesneau
La giovane coppia che sta conquistando l’Europa
U
na scia fluida e solare scorre dal centro della pista ai bordi in ombra, dove
file di tavolini occupati da tangueri attenti creano la giusta atmosfera. Il
rimbombo degli applausi, finita la musica, avvolge tutta la sala, come un
abbraccio caldo e accogliente. Durano tantissimo gli applausi per questa
giovane coppia che sta conquistando l’Europa, Fausto Carpino e Stephanie Fesneau
un’alchimia semplice e complessa, allegra e raffinata in un continuo scambio di accenti, di colori e di emozioni.
Un vero piacere intervistarli, una coppia molto giovane ma con le idee ben chiare, un
perfetto connubio italo-francese.
8
&
“Per noi il bello del tango
non è necessariamente legato
alla bravura dei ballerini,
ma alla voglia di ballare
con il partner.”
&
9
&
Fausto e Stephanie, due giovani talenti già sulla
cresta dell’onda, a cosa è dovuto il vostro successo?
F.: Che domandina, ci asteniamo dal rispondere!
Scherzo, in realtà crediamo che questa domanda
andrebbe fatta a chi ci segue. Da parte nostra cerchiamo solo di condividere al meglio tutto ciò che
circonda il Tango: il nostro piacere di ballare, insegnare, il come ascoltiamo la musica, cosa é per noi
il tango e ballare tango.
Come e quando avete incontrato il tango?
S: Io ballo da sempre, prima mi sfogavo in balli non
di coppia e poi ho cominciato a sperimentare i balli standard. Non ero però molto convinta, in più il
mio ballerino si ruppe quasi subito una gamba (non
sono stata io giuro!) e rimasi senza partner. Questa
occasione mi spinse a cercare un’altra potenziale
vittima (intendevo dire un altro partner) per ballare
rock and roll oppure salsa. Purtroppo, o per fortuna,
la mia preda non voleva saperne di rock e di salsa, ma mi diede un ultimatum: o tango argentino
o niente. Quindi io, sedicenne disperata, per non
lasciarmi scappare quel raro esemplare di giovane
maschietto disposto a ballare, mi sacrificai e provai
il tango. Il destino, a volte bizzarro, fece smettere lui
dopo qualche lezione (si ruppe la mandibola e giuro
che neanche questa volta sono stata io!) mentre io,
pazza per il tango, ho continuato tanto da ballarlo
giorno e notte.
F: Ballo da quando avevo 6 anni e per 12 anni ho
studiato, praticato e partecipato a molte competizioni di danza sportiva (liscio, standard e latino
americani). A 16 anni insieme a mia sorella, mio
cognato e il fratello del mio cognato decidemmo
di aprire una scuola di balli standard.
Dato che allora nella nostra città mancava una disciplina come il tango argentino e mia sorella aveva da poco preso alcune lezioni, si decise, per quel
poco che sapevamo, di aprire comunque un corso
di tango dove tutti e 4 collaboravamo per portare
avanti una classe di una disciplina nuova che in quel
momento era solo secondaria per l’associazione.
Durante i lavori di preparazione della scuola, a fine
serata, facendo coppia insieme al fratello di mio
cognato, da bravi tanguero e tanguera e viceversa,
iniziammo insieme il nostro breve percorso di apprendimento unicamente a fini didattici.
Con il tempo però cominciai ad affezionarmi tanto
da lasciare definitivamente i balli standard e il karate
(che da 11 anni facevo a livello agonistico), per dedicarmi a tempo pieno alla pratica e allo studio del
tango argentino.
10
Insieme dal 2011, raccontateci come vi siete conosciuti.
S.: In realtà ci siamo incontrati circa 5 anni fa, entrambi vivevamo a Parigi.
F.: Anche se non ci tenevamo assolutamente in considerazione, pensate che credevo proprio di starle
antipatico!
S.: In effetti… è vero, mi stava antipatico, ahaha
troppo casinaro!
F.: Diciamo che nel 2011 abbiamo iniziato a lavorare insieme, la volontà di entrambi era di separare
il lavoro dai sentimenti e proprio grazie a questo
motivo ci siamo trovati a praticare molte ore al giorno, partendo da zero e con obbiettivi comuni per
trovare la nostra dimensione nel tango, quello che,
continuiamo a fare tutt’ora.
Però praticando praticando, i sentimenti si sono
uniti al lavoro o sbaglio? Secondo voi è più facile
lavorare quando si è coppia anche nella vita? Quali
sono i pro e contro?
F.: No, non sbagli.
Quando abbiamo cominciato a ballare ci conoscevamo molto poco, ma con il passare del tempo e
come dici tu praticando praticando, abbiamo avuto
modo di conoscerci a fondo. Tra momenti belli, che
ci davano speranze e certezze e momenti brutti, che
ci univano sempre di più. Momenti che ci hanno
reso prima molto amici e successivamente coppia.
S.: Secondo noi lavorare insieme quando si e coppia
anche nella vita, può risultare positivo o negativo,
ma non di certo più facile. Dal lato professionale
&
“La milonga è come casa vostra,
se volete stare bene con i membri della
famiglia, rispettate tutti, sempre!”
può risultare più produttivo e quindi positivo, poiché da situazioni simili nasce un affiatamento molto
forte, cosa molto utile sia per la coppia che per il
tango. Di contro si corre inevitabilmente il rischio
di portarsi a casa il lavoro, togliendo così del tempo
alla coppia, per continuare a discutere dei problemi irrisolti, che come risultato creano tensioni nella
relazione ingigantendo ogni minimo problema. Dal
lato personale è sicuramente positivo perché si ha
il vantaggio di poter passare molto tempo insieme
viaggiando, conoscendo il mondo e tante nuove persone e di certo non mancano occasioni per
condividere momenti indimenticabili. Può risultare
negativo, però, quando non sapendo organizzare bene il proprio tempo, la continua presenza del
compagno/a comincia a pesare. Ognuno dovrebbe
concedersi dei momenti di sana solitudine dove
potersi concentrare esclusivamente su se stesso e
ritagliarsi spazi da utilizzare anche con amici.
In definitiva possiamo solo dire che, ci sentiamo felici e fortunati, cerchiamo di trovare sempre un punto di vista positivo, sapendo che i momenti peggiori
capitano a tutti, e che, se si vuole, si fanno andare
via in fretta.
Cosa contraddistingue il vostro tango?
F.: Credo che non sia facile spiegare cosa contraddistingue il nostro ‘’tango’’ da quello degli altri. Possiamo dire che ogni tipo di tango è personale. Noi ci
concentriamo molto su una connessione continua
e calma, nonostante i giochi ritmici, su dinamiche
semplici ma particolari, magari non comuni, su mu-
sica e con fluidità. Ovviamente ci sono tanti ballerini
che hanno le stesse priorità, in breve presumiamo
che quello che ci contraddistingue è ballare come
vediamo il tango, togliendo quello che per noi è superfluo e lasciando ciò che ci piace. Essendo tutti
diversi, ognuno ha un modo proprio di interpretare
le stesse cose, come balliamo, è il nostro modo.
E il vostro modo è improvvisato o coreografato?
Assolutamente improvvisato. Scegliamo i brani
poco prima di esibirci, in particolare prima di farci
la doccia ed andare in milonga! Fino ad ora come
tango interamente coreografato ne abbiamo creato solamente uno, creato ed interpretato insieme a
Claudio Forte e Barbara Carpino.
Molti artisti preferiscono proporre solo coreografie in esibizione, perché considerate più “sicure”.
Mentre l’improvvisazione ad alto livello come il
vostro ha molti rischi, come lavorate sull’improvvisazione per un’esibizione? Qual è il vostro approccio?
F.: Crediamo che la base dell’improvvisazione sia
una buona comunicazione e una connessione continua tra i due.
Proprio per questo la maggior parte del tempo durante i nostri allenamenti ci concentriamo su come
mantenere una connessione continua, per noi elemento che permette di avere più sicurezza, flessibilità e adattamento durante un ballo non preparato
precedentemente.
L’altra parte di allenamento consiste invece su lavorare tante altre cose, ad esempio, elasticità e reat-
11
tività del corpo, dinamiche nuove, sensibilità, etc…
Sono elementi dai risultati non direttamente visibili
a fine allenamento, ma che ci preparano fisicamente a movimenti generici di tipo tanguero, con diverse ritmiche, dal molto lento al molto ritmato, in
modo tale da dare più libertà al corpo, o meglio
alla coppia, di esprimersi durante un’improvvisazione. Libertà dalla quale nascono dinamiche nuove ed
interessanti che spesso torniamo a studiare intenzionalmente per capirne il funzionamento.
Il nostro approccio consiste nel mettersi in gioco ad
ogni esibizione cercando di dominare il mix di adrenalina e stress che a volte non ci fa godere il ballo,
ma che altre volte invece ci aiuta a dare più di quello
studiato e ristudiato, sentendo che si è creato qualcosa di unico fuori dai propri schemi, che ti da una
soddisfazione e un piacere immenso.
Guardando le vostre esibizioni non si può fare a
meno di notare i volti sorridenti che sprizzano
gioia ad ogni movimento, diremmo proprio che
la frase “Il Tango è un pensiero triste che si balla”
non vi si addice per niente!
F.: hahaha ma chi noi? scherzate? io sono serissimo! Ah ah ah… penso che il tango esprima quello
che ognuno ha dentro, principalmente in base a ciò
che si vive fuori o dentro il mondo tanguero. Probabilmente la frase a cui si riferiva Enrique Santos
Discépolo faceva riferimento al tango come musica
e come lui viveva il tango. Crediamo che non si possa riassumere e definirlo solo in una frase. Troppo
vasto, troppo intenso, ma sopratutto per certi versi
molto soggettivo.
Qual è lo stile che vi contraddistingue se di stili si
può parlare?
S.: Non ci sentiamo di far parte di uno stile in particolare, poiché ci piace prendere gli elementi per noi
più belli e caratteristici dei diversi stili, sempre se di
stili si può parlare, e creare un ballo in base a ciò che
più ci piace. Un tango duttile, capace di interpretare
in maniera per noi più completa le diversità musicali
riscontrabili nel tango, ma allo stesso tempo senza
snaturarlo.
Questa vostra risposta ci porta indietro nel tempo,
quando qualche numero fa abbiamo intervistato
una celebre coppia di maestri e ballerini argentini,
due pilastri del tango come Julio Balmaceda e Corina De La Rosa.
Parlando dei campionati del mondo di tango ci
dissero che non ne condividevano lo spirito, perché pur essendo spesso in giuria (Julio), non approvavano le “regole” che si imponevano ai partecipanti, non le condividevano poiché secondo
loro stavano creando un prototipo di coppia stereotipata. Ballerini che si vestivano e che ballavano
tutti uguali. E durante quel racconto fecero i vostri
12
nomi, dicendo che secondo loro eravate tra i giovani emergenti più bravi del panorama tanguero
ma che non avreste mai vinto un campionato proprio perché non eravate uguali agli altri. Cosa ne
pensate? (dei campionati intendo).
Concordiamo con Julio riguardo al non condividerne lo spirito, poiché mettere delle regole significa
standardizzare un ballo che non può essere standardizzato, un ballo interessante proprio perché
vario. Lo spirito del campionato dovrebbe secondo
noi incentivare l’originalità (con buon senso) e non
la copia di uno stereotipo o di qualcun’un altro, ma
essendo un campionato, per giudicare i partecipanti in maniera obbiettiva servirebbe standardizzarlo
comunque in qualche maniera. Quindi non vediamo come questo tipo di spirito e la competizione si
possano in qualche maniera unire.
Comunque sia, siamo sicuri che da parte dei partecipanti ci siano altri vantaggi ben più importanti,
tanto da reprimere il proprio tango prima e durante
il campionato pur di usufruirne.
Oggi è boom di eventi nel mondo del tango: festival, maratone e raduni. Quale sarà secondo voi il
futuro del tango?
Secondo noi il futuro del tango sarà uguale all’attuale scena tanguera. Probabilmente i festival cercheranno di ridurre i costi per rendersi più accessibili in questi tempi difficili. Le maratone e i raduni
più rinomati seguiranno sempre più una linea selettiva e su invito per differenziarsi dai nuovi eventi e
per mantenere la nomina di evento di un certo livello tanguero, anche se onestamente, non ci sembra
molto corretto, poiché crediamo sia bello trovare un
ambiente misto, più simile al concetto di milonga.
Per noi il bello del tango non è necessariamente legato alla bravura dei ballerini, ma alla voglia di ballare con il partner e sul come si condivide durante
il ballo, in breve la voglia che due persone hanno di
ballare insieme. Niente di più.
Siete continuamente in giro in tutta Europa per
eventi e festival, quali sono secondo voi le differenze, se ci sono, tra il modo di ballare e vivere il
tango nelle varie zone: Nord Europa, centro Europa, est Europa e sud Europa, Italia compresa?
S.: Di solito cerchiamo di evitare definizioni del genere per paura di generalizzare.
Le differenze che ci sono, secondo noi sono riconducibili al fatto che ogni paese vive il tango con i
propri occhi, gli occhi della propria cultura, per questo ogni paese lo vive intensamente ma in maniera
diversa dagli altri, e diversa dai porteños.
Quali sono i vostri progetti per il futuro vicino e
lontano?
S: Al momento la mia vita mi dà molte soddisfazioni, ma nonostante ciò ho tanti altri obiettivi futuri
in programma. Tra questi c’è ovviamente sfamare la
curiosità che ho per il tango, una continua evoluzione e investigazione sulle possibilità che questo ballo
ci offre. E poi vorrei parlare fluidamente dieci lingue,
per adesso sono alla sesta!
F: Risulterei materialista se dicessi: lavorare duro per
comprarmi una porsche? ahahhaha scherzo! anche
se sarebbe piacevole.
Attualmente, voglio percorrere tutte le strade che il
tango ha da offrirmi. Sono partito da un’associazione, al momento viaggiamo per festival e workshops,
magari più avanti, mi piacerebbe vedere il lato teatrale del tango per poi in un futuro avere una compagnia mia, successivamente diminuire i viaggi per
farmi una famiglia e riaprirmi una scuola.
Ah, nel frattempo mi piacerebbe imparare altri balli
e fare una ventina di altre cose che non elenco.
Un consiglio per tutti i giovani che si avvicinano al
tango per godere al meglio di questo splendido
ballo.
Secondo noi la cosa più importante rimane sempre
la stessa: auto criticarsi per migliorare, cercare di
divertirsi per mantenere la voglia di imparare
e ballare sempre al massimo.
Essere curiosi di sapere come funzionano le cose, fare domande e osservare
molto, gli occhi sono dei buoni insegnanti!
Trovate il vostro insegnate, uno
che vi stimoli e vi faccia appassionare sempre più al tango.
Imparare lo spagnolo (argentino), i testi dei tanghi sono incredibili, e andare a Buenos Aires di
tanto in tanto, fa bene respirare l’aria di lì.
Ovviamente studiare tanto, ma ballare di più, l’abilità permette di esprimersi e sentire meglio quello
che sta accadendo, scoprirete sempre più piccoli
ma nuovi piaceri che vi legheranno ancora di più
al tango.
Durante il ballo, prendetevi cura del vostro/a
compagno/a, più sta comoda/o più vi sentirete
bene anche voi.
Create gruppo con la classe, saranno i vostri migliori
amici e dividerete tanto tempo insieme, quindi sotto con le battute e i sorrisi.
La milonga è come casa vostra, se volete stare bene
con i membri della famiglia, rispettate tutti, sempre.
Non potevano terminare l’intervista con
una frase più azzeccata! Il rispetto è alla
base del divertimento di tutti.
Grazie Ragazzi!
Helga Corpora
e Andrea De Dominicis
curiosando
news & pillole
Tango, tango e montagna: connubio perfetto!
L’Abruzzo si sa, è un vero paradiso per gli amanti della montagna e del buon cibo!
È l’ideale per vivere a stretto contatto con la natura. Sensazioni, profumi e colori unici accompagnano i visitatori alla scoperta di sentieri, rifugi e romantici laghi di montagna, promettendo
esperienze veramente indimenticabili.
Aggiungete come ingredienti 4 coppie di grandi artisti, 7 tra i migliori musicalizador del panorama internazionale ed una location da sogno, il Gran Sasso d’Italia (a dieci chilometri da
L’Aquila) ed il gioco è fatto!
Quattro giorni di maratona con sette milonghe in programma, di cui una speciale in alta quota, un festival che prevede diciotto lezioni, uno speciale seminario sull’abbraccio, esibizioni
degli artisti tutte le sere e un pizzico di musica dal vivo.
Un mix esplosivo per trascorrere un weekend difficile da dimenticare!
È quello che ci aspetta quest’anno alla terza edizione dell’International L’Aquila Tango Festival & Marathon, nel ponte lungo 30 maggio - 2 giugno.
Il 29 maggio, sempre a L’Aquila, come anteprima del festival, tutti i maestri dell’evento - Neri
Piliu e Yanina Quiñones, Fausto Carpino e Stephanie Fesnau, Osvaldo Roldan e Anna Maria
Ferrara, Andrea De Dominicis ed Helga Corpora - si esibiranno nello spettacolo “Tango: il
quinto elemento”. Tutte le informazioni su: www.laquilatangofestival.com
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Omaggio al grande compositore Osvaldo Pugliese per le strade di Buenos Aires
Nel 2006 ci fu un dibattito circa il
nome della fermata della metropolitana “Malabia”, nome di un diplomatico boliviano. I residenti del “Barrio”
quartiere di Villa Crespo volevano che
il nome della stazione fosse Osvaldo
Pugliese.
La richiesta non venne accettata in
quanto il nome della stazione non
avrebbe avuto nessun collegamento
con i nomi di strade o punti di interesse nelle vicinanze. Nel 2009, però,
il nome della stazione fu modificato
in “Malabia-Osvaldo Pugliese”.
Nei pressi della fermata è anche sorto un tempio all’aperto in omaggio al
grande compositore. www.tangon.it
Muore una delle più belle voci del tango: Nelly Omar
Protagonista indiscussa della storia musicale argentina, Nilda Elvira Vattuone, attrice, compositrice e cantante si spegne all’età di 102 anni. Soprannominata la “Gardel con la gonna”,
Nelly inizia la sua carriera nel 1924 grazie alla sua potente voce e raggiunge l’apice della sua
carriera tra il 1930 e il 1940. Famosissime le sue versioni dei tanghi Callecita mía, Solo para
ti, Latido tras latido e Intriga y pasión. Legata sentimentalmente a Homero Manzi, autore di
innumerevoli brani di tango, sembra si stata l’ispiratrice del brano Malena. Amica del cuore
di Evita Peron, dovette lasciare l’Argentina nel 1955 a seguito del golpe di stato “Revolución
Libertadora” contro il generale Peron e si trasferì prima in Uruguay e dopo in Venezuela
dove visse fino a pochi anni fa. L’ultima volta che ha cantato su un palco è stata durante i
festeggiamenti dei suoi 100 anni, al Luna Park di Buenos Aires.
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Tango Libre - Il film
Una sceneggiatura bizzarra e imprevedibile quella dell’ultimo film di Frédéric Fonteyne proiettato
nelle sale cinematografiche italiane lo scorso febbraio. Di film che trattano il ballo, e anche il tango in particolare, siamo abituati a vederne, ma il cineasta belga sceglie una prospettiva diversa
con la quale inserire la danza nella storia. Qui infatti il tango non è la predominante, tanto quanto
il collante che unisce i personaggi e gli eventi dell’intera narrazione. Seguiamo così le vicende di
Alice, donna divisa tra l’amore per due uomini, entrambi in carcere per l’omicidio di un poliziotto.
Le cose si complicano quando al corso di tango da lei frequentato scopre che tra gli iscritti vi è
anche un secondino della prigione dove sono detenuti i suoi due amanti, innescando così un surreale menage a trois che non potrà non avere conseguenze sulle vite di tutti… Interessante perciò
la prospettiva del regista, che utilizza il tango sia come elemento di gelosia che come simbolo di
ritrovata solidarietà tra i carcerati, che danno il via a dei veri e propri corsi di ballo tenuti dal carcerato “argentino” interpretato da Mariano “Chicho” Frumboli perfettamente integrato nella parte.
I movimenti leggiadri e potenti, decisi e soavi di Mariano “Chicho” Frumboli insieme a Pablo Tegli
ci restituiscono il senso di una vita vissuta appieno ignorando le costrizioni del mondo, di una
passione che capovolge anche l’immaginario del carcere come luogo di degrado. È il potere di
tutte le passioni autentiche, del tango come dell’amore che fra imprevedibili fughe, imbranati
tentativi di approccio, visite che esplodono in rissa, varca la soglia del carcere, oltrepassa le sue
barriere di filo spinato e regala ai protagonisti del film una nuova possibilità.
A Roma l’anteprima del film, alla quale la redazione di El Tanguero era presente, è stata organizzata al cinema Lux dall’associazione Tango Eventi.
il valore della milonga
salon de baile
S
ono giunta ad una conclusione: se il tango è
patrimonio culturale immateriale dell’umanità, la milonga è patrimonio culturale materiale del tango, ovvero è il luogo dove tutto nasce, si crea, si trasforma.
Se dovessimo chiederci cosa serve per avere una
buona milonga, la risposta ne risulterebbe semplice
e lineare: un pavimento di qualità, una sala organizzata per agevolare la circolazione delle persone
senza disturbare la ronda dei ballerini, un eccellente
musicalizador, un alto livello di milongueros. Pochi
elementi, quasi ovvi anche a chi è poco avvezzo al
tango; asciutti, essenziali eppure, come nella cucina
dei grandi chef, il segreto risiede nel saperli mesco-
milonga, eppure vi approdano, poiché l’amore vero
per il tango, quello che ti fa decidere di cambiare la
tua vita, quello che rimarrà con te anche quando la
mattina maledici le tue tre ore scarse di sonno, quello che ti spinge a prendere un aereo per recarti in
un luogo geografico che ti era sconosciuto a milonguear, quello che ti fa usare il “castellano” con ogni
abitante del pianeta purché balli tango, ecco tutto
questo lo si deve alla milonga, al suo significato più
profondo, al suo valore primario di luogo dove si incontra una cultura, la si conosce, la si rispetta, la si
ama, la si abbraccia facendola propria.
È dunque imprescindibile capire a fondo questo micro-mondo, poter partecipare e godere della società
lare, nell’alchimia perfetta e misteriosa che unisce,
fonde e rende armoniosi questi elementi.
Creare la magia della milonga dunque, è tutta un’altra storia.
La maggior parte dei non-porteñi si avvicina al tango per vie differenti, che quasi mai partono dalla
perfetta che regna nella milonga, delle sue leggi, dei
suoi codici, per poterla dominare ed apprezzare appieno. Se vi fosse mai capitato di entrare in una milonga con un milonguero di lungo corso, con uno di
quei personaggi che hanno fatto la storia del tango,
avreste notato la sua arte nel leggere ad una prima
20
rapida occhiata tutto quanto si sta verificando nella
sala, chi è venuto con chi, quali tra i presenti merita
mirar e cabecear quella sera, la competenza musicale del dj, la qualità della ronda e dunque della serata
tutta.
Proviamo a porci una domanda: è possibile pensare
ad un tango senza milonga?
Il quesito nasce da una osservazione concreta, dalla
crescita inaspettata e rapidissima che il tango vive
in tutto il mondo, dal suo incontro con altre culture,
con nuove generazioni, con il fenomeno della globalizzazione che pure lo coinvolge, con la rapidità di
passaggio delle informazioni e delle immagini che ci
permettono in tempo reale di vedere cosa balla un
artista in qualsiasi parte del globo si stia esibendo.
In questa trama mobile sono nati fenomeni diversi
dalle milonghe, come luoghi dove svolgere il tango; si tratta di festival, maratone, raduni, eventi
riservati e su invito; realtà nuove, giovani, spesso
di grande contenuto qualitativo, organizzate in location di prestigio, in numerosissimi paesi europei
e che stanno dando vita ad una sorta di tango del
vecchio continente, che alle volte sembra volersi
libere o su invito, col dress code o proprio senza
dress.
Ecco, ho sempre pensato che il tango fosse un po’
come nella celebre poesia di Totò “‘A livella”; una
grande placenta culturale ricca di ingredienti non tutti dello stesso spessore, intimamente connessi con la
società e quindi anche contraddittori o geniali, ma comunque “con-viventi” e non “respingenti”. Per questo
ritengo in sinergia con lo spirito del tango che esso si
apra a nuove espressioni della sua comunità mondiale, della cui longevità e stabilità risponderà il tempo
galantuomo, ma non riesco ad ammettere l’impoverimento della milonga nelle sue diverse partizioni,
qualunque esse siano. Il milonguero può nascere e
crearsi tale solo in milonga, stimolato dalla migliore
musica, aiutato ad osservare e capire da chi possiede
maggiore esperienza e conoscenza di lui, influenzato
da questo luogo ad integrarsi alle regole non scritte
eppure chiarissime che lo governano; la milonga resta
il regno assoluto del ballo sociale, esuberante il luogo
fisico prescelto ed il suo valore va protetto da ogni
amante del tango, affinchè proprio il tango non si impoverisca sino a ridursi solo ad un ballo!
contrapporre allo schema tradizionale rioplatense
delle confiterias, milongas, salones de baile, club,
centri culturali, cambiando la fisionomia anche
di questi ultimi. Ci stiamo così abituando a veder
spuntare milonghe per giovani e per vecchi, cool o
underground, per principianti e per tangheri doc,
Comitato Intergovernativo dei Patrimoni intangibili dell’Unesco:
TANGO, inscribed in 2009 on the Representative List of the Intangible Cultural Heritage of Humanity Decision 4.COM 13.01
Il milonguero è una persona che passa il tempo ballando il tango seociale […] Il termine venne usato a partire dal 1870 per indicare un uomo che spende molto del suo
tempo ballando tango, di qualunque stile (trad. Dell’A.). Fonte: Wikipedia, the free
encyclopedia: http://en.wikipedia.org/wiki/Milonguero.
Un elenco esautivo ed assolutamente godibile di questi elementi è visionabile in un
breve video, al seguente indirizzo: http://www.youtube.com/watch?v=4ikWQzoom6M
Alessia Leoni
21
El fileteador del tango
C’è un quartiere a Buenos Aires, dove si rimane incantati per le tante botteghe di artigiani e artisti di
tutti i tipi. Il pittoresco e romantico quartiere di San
Telmo. Alcune di queste botteghe rappresentano la
casa dell’arte più popolare della città: il “fileteado”.
Chi cammina nella strada del tango si imbatterà prima o poi in questa particolare forma di espressione e
noi vogliamo raccontarvela attraverso la voce di Jorge
Muscia, uno dei più autentici cultori del fileteado.
Jorge che cos’è il fileteado porteño?
Il fileteado porteño è un arte popolare che nasce a
Buenos Aires tra la fine del XIX secolo e l’inizio del
XX secolo. Le sue origini ci riportano alle decorazioni
dei carretti dei fruttivendoli, lattai e panettieri estendendosi in seguito ai camion e ai bus. Solo recentemente si è utilizzato in architettura per decorare bar,
ristoranti, interni dei negozi, mobili ed oggetti. Alla
fine degli anni ‘60, insieme alla progressiva scomparsa del fileteado nei mezzi di trasporto, inizia ad
entrare nel circuito dell’arte e a rivalorizzarsi. Oggi è
sicuramente parte indiscussa dell’identità porteña, il
fratello del tango nell’arte plastica.
Che relazione c’è tra il fileteado e il tango?
La relazione artistica tra il tango e il fileteado esiste da sempre, basti pensare che le auto o i camion
spesso riportavano frasi e leggende, molte delle
quali tratte da tanghi famosi.
Anche Carlos Gardel veniva e viene più volte rappresentato con il fileteado. La sua immagine rappresenta il sogno dell’immigrante popolare che arrivò in
America alla ricerca di fortuna e nonostante la sua
immagine umile ha raggiunto il successo in tutto il
mondo. Per questo non deve sorprendere se anche
nei camion spesso troviamo il suo ritratto. Inoltre,
tango e fileteado, da sempre rappresentano l’identità del porteño (l’abitante di Buenos Aires).
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Come nasce e come si è evoluta la tua passione per
il fileteado?
Sicuramente da mio padre, da lui ho ereditato la
passione. Dal 1992 sono professore nell’Accademia
Nazionale di tango qui a Buenos Aires con la quale
collaboro in differenti progetti inerenti lo studio, la
ricerca, la pubblicazione e l’insegnamento.
Però il mio orgoglio più grande nel mio curriculum
tanguero è il tango “El Fileteador” che mi ha dedicato il poeta Horacio Ferrer, registrato nel 2005 all’interno del CD Diálogos de poeta y bandoneón con
musiche del Maestro Raúl Garello.
Verso gli anni ‘80 ho iniziato il mio lavoro di artista
plastico conciliando tango e fileteado, nelle realizzazioni di moltissime esposizioni in Argentina e in
tutto il mondo tra cui Roma, Mosca, Parigi, Londra,
Barcellona, Bilbao, Zurigo, Shanghai, Berlino e anche
Stati Uniti, Messico, Brasile, etc.
Quali sono stati i tuoi lavori più importanti?
Sicuramente il restauro dell’affresco ornamentale
della casa del governo della città, la Casa Rosada e
del Teatro Coliseo Podestá di La Plata.
Ma anche, come arte pubblica i grandi murales “La
Musa del Tango” nel Museo di Pompeya, l’omaggio
a Piazzolla di 15 metri per 4 e recentemente due murales in omaggio a Enrique Santos Discépolo realizzati nella stazione della metro a Buenos Aires.
Raccontaci com’è nata l’idea di filetear l’obelisco
di Buenos Aires.
Nel 1992 ho vinto la borsa di studio con il progetto Totem Porteño, che proponeva una ridefinizione
dell’Obelisco di Buenos Aires. Il progetto nacque
proprio con l’idea di valorizzare un simbolo della nostra identità, facendo un intervento artistico
sull’obelisco, “fileteando” sopra miti, simboli e personaggi che hanno fatto la storia della città. Dovrebbe essere realizzato su un supporto che ricoprirebbe
tutto il monumento, in modo da montarlo e smontarlo senza alterare la superficie originale.
Hai pubblicato il libro El Filete porteño, arte popular de Buenos Aires, di cosa si tratta? È una guida
per gli aspiranti fileteador?
Il libro fu pubblicato nel 1995 da un editore nord
americano. Con il patrocinio dell’Accademia Nazionale del tango e della Fondazione Nazionale delle
Arti. È stato dichiarato di interesse culturale da parte
del Consiglio della Città di Buenos Aires.
Pubblicato in inglese e in spagnolo, ha lo scopo di
far conoscere il “fileteado” in tutto il mondo. Lo stesso anno è stato presentato ad una conferenza di Pittura Decorativa a San Diego. Attualmente è esaurito.
Sicuramente un’arte affascinante che non si può far a
meno di notare quando si passeggia per le strade della città porteña. Ringraziamo Jorge per i suoi racconti,
per il buon vino e per l’ottima compagnia durante il
nostro soggiorno a Buenos Aires.
Helga Corpora e Andrea De Dominicis
il mondo
Confessioni di amore per il Tango
“
Il meglio è vivere e ascoltare il Tango a non piú di dieci metri di distanza - o di piú di diecimilla chilometri.
“
“Il canto drammatico”, dice Ferrer, “me lo ha insegnato mia madre e – in un momento più tardi – anche
Aníbal Troilo. Per questo so esattamente come cantare qualche verso per fare fondere il pubblico. Oltrecciò
il Tango è per me una forma d’essere, in un certo qual modo innato. Si deve vivere nell’ambiente per potere
esprimere. Si deve ascoltare e sentire, sentire che i tanghi sono come un battere d’ali, un battere d’ali per
tutte le cose semplici che mai avranno le ali.”
Con arditezza ricca di contenuto la poesia di Ferrer apre spazi nuovi, magici. Dal principio e ogni volta di
nuovo sorprende con una scala cromatica di pienezza lirica di suoni non conosciuta fino a questo momento,
arricchiscono le sue creazioni letterarie la base delle canzoni rioplatense, sopratutto le “Tango-Emozioni”.
Con riconoscimento, lo storico culturale Horacio Salas chiama questo molteplice miscuglio di immagini impressionistiche ed espressionistiche, realistiche e fantastiche, romantiche e metaforiche “Una linea poetica
che si concentra nel fare tintinnare le metafore sorprendenti”.
“Ovvio che non scrivo perché la gente comprenda semplicemente. Scrivo per esaltare emozionalmente.
Per questo,” dice Horacio Ferrer con rammarico, “per molta gente lo stile mio è troppo difficile, barocco,
surrealista. Semplicemente si tratta solo di un’altra forma di vedere. Tutti vedono il mondo in un modo ma
il mio punto di vista è differente ed è alla mia maniera. La poesia germina – secondo me – di tutte le maniere solamente dall’ambiguità; Sempre è uno smarrimento bello, un modo illusorio della realtà. Come se si
incendiasse il mondo.“
“Il mio primo contatto con il Tango lo ebbi subito, prima della nascita” racconta Ferrer, “nel grembo di mia
madre: Era carnevale e i miei genitori Alicia Escurra e Horiacio Ferrer Pérez gironzolavano per la strada
principale di Montevideo. Con loro c’era il mio nonno, un medico conosciuto, che dopo un numero considerevole di discendenti femminili, sperava in un erede maschio perché continuasse il nome di famiglia.
Improvvisamente risuonò una melodia travolgente “Varón”, che significa
essere maschio, e intuitivamente mio nonno fu convinto che sarebbe
nato un bambino.”
Il bambino chiamato Horacio Arturo Ferrer nato in Uruguay il
2 di giugno 1933, studiava architettura, si avvicinava al fenomeno del Tango e organizzava già a partire dal 1953 una
serie di conferenze e corsi con temi corrispondenti al tango nella Università di Montevideo e altre istituzioni scientifiche. “In quei tempi le opinioni predominanti dei critici
e scientifici della musica, degli storici della musica e del
pubblico dei concerti erano contradittori riguardo al
26
“
futuro del Tango, perduti e scorraggiati. Nel bar di
fronte alla Radio El Mundo si ascoltava una volta un
arrangiatore di orchestra melodica dire: ‘Ascoltare la
musica del Tango è come sporcarsi le mani con grasso nero del camion’.”
Non impressionato e convinto del suo impegno Ferrer fondò nel 1954, secondo il modello dei Club di
Jazz, il Club della Guardia Nueva come istituzione
di esplorazione, investigazione e studio del Tango.
Il Club pubblicava la rivista Tangueando e produceva la “Tangologia” come scienza del Tango che in
mezzo decennio scarso ha presentato circa mille
trattati. “I grandi di quel tempo ci sostenevano in
tutta la linea perché si accorgevano che qualcuno si
occupava della stilistica del Tango. Per questo con il
mio spirito d’azione giovanile partecipavo a un’evoluzione significativa e al tempo stesso stampavo il
concetto per un capitolo importante della storia di
questa musica.”
Da questo momento Ferrer si dedicò continuamente
alla vasta natura di questa musica speciale del Río
de la Plata, all’esame intenso, alla spiegazione sistematica, a tutte le sfaccetture della sua voluminosa
complessità; all’essere del Tango, alla sua forza sociale nelle epoche differenti, alla espressione della
disposizione d’animo, agli elementi reali e irreali della struttura del Tango, ai ritmi variabili storici, agli stili compositori e alle scuole, all’orchestrazione e alla
tecnica del suonare. Come musicista Ferrer aveva
studiato un po’ il bandoneón e la fisarmonica.
Come giornalista (fra gli altri per il periodico El País,
El Día, La Mañana) Ferrer redigeva numerosi articoli
e saggi, come pubblicista studi critici, trattati biografici e molti libri (El Tango su historia y evolución,
1959; El Siglo de Oro del Tango. Compendio ilustrado de su historia con CD: Historia sonora del Tango,
1996). Ha partecipato in gran misura alla costruzione
di una banca dati universale ed eccellente su Internet (che si può trovare su www.todotango.com) e si
impegnava dopo la stagnazione negli anni ‘60 per la
reattivazione del Tango. Anche come formatore delle serie della radio (a partire da 1961 El Tango y sus
estilos instrumentales, El tango y sus compositores o il
corso radiofonico Introduzione al Tango per la catena S.O.D.R.E.) e di film documentari per la televisione
è conoscuto il suo nome. (Milonguita, historia de la
orchesta típica o la serie Apuntes e imagenes para
una historia del Tango che fù nel 1963 insignita del
premio Ariel).
“Uno degli incontri piú importanti nella mia vita“, ricorda Ferrer, “fu con Aníbal Troilo all’età di 17 anni.
Homero Manzi morì poco prima e il grande Troilo
aveva composto un tango totalmente strumentale in
sua memoria. Durante la presentazione in un ballo,
mio fratello portò a Troilo un biglietto dove erano
annotati alcuni versi scritti da me. Troilo era confuso
e sorpreso. Mi diceva che non poteva utlizzare questi versi per la sua muscia però se ne avessi portati
altri li avrebbe utilizzati. Guardandomi sinceramente
negli occhi diceva: ‘Se non vieni a Buenos Aires per
vedermi, vengo io a Montevideo’. È stato incredibile.“
Incredibilmente fruttuosa era anche la collaborazione con Astor Piazzolla. “Sebbene eravamo amici da
molti anni, dal 1948, vicini o lontani, benché mantenevamo ancora una corrispondenza per carta durante i suoi studi a Parigi nei primi anni ‘50 e io come
organizzatore di concerti di tango aiutavo la sua carriera, l’idea per un’opera insieme nasceva solo nel
settembre del 1967.“
Ferrer si era stabilito a Buenos Aires definitivamente al principio dell’anno e allo stesso tempo aveva
pubblicato la sua prima parte di storie Romancero
Canyengue. L’effetto di questa poesia ispirò Piazzolla per la collaborazione definitiva con il suo amico
27
poeta, che dopo molti anni sciamava euforicamente:
“Dell’idea originaria, solamente abbozzata, sentivamo – con una allegria simile a un delirio entusiastico – che le note dell’uno e le parole dell’altro erano
state create per incontrarsi e capirsi reciprocamente.
Sentivamo che definivano dimensioni che erano piene della stessa lingua. Questa scoperta ispirava sia
l’un che l’altro, tanto che terminammo la musica e il
libretto.“ L’autore creò il libretto in 54 giorni, dal novembre al dicembre 1967, il compositore la musica
da gennaio a marzo 1968. Il risultato fu una operita,
un piccolo lavoro, la piccola opera Maria de Buenos
Aires, “una storia di passione situata nell’ambiente
secolare metropolitano del presente, che riflette
lo spirito della nostra città e del porteño di oggi”
(Piazzolla). La figura centrale personifica il Tango, inscritta nella storia sociale come la Capital Federal de
Buenos Aires che secondo Ferrer è femminile. L’8 di
maggio del 1968 si diede nel piccolo Teatro Planeta
la prima rappresentazione dell’opera. Ha la forma
di una cantata con due atti e otto quadri. Piazzolla
guidava la sua orchestra di nove voci, Amelita Baltar
interpretava Maria, Ferrer recitava la parte dello Spirito. Dopo 120 rappresentazioni uscì un disco con la
stessa distribuzione delle parti.
Per Ferrer, Piazolla è – adesso come prima – il “Mozart del Tango“ e i tanghi “come stelle composte dai
suoni dell’anima“. Insieme le due personalità composero a partire dalla fine degli anni ‘60 numerosi
canzoni, ballate e preludi che diventavano famosi
nazionalmente e internazionalmente, iniziavano un
giro nell’estetica della musica popolare del Rio de la
Plata, ottenendo un’apertura per la forma moderna
del Tango.
“Partecipavo all’avanguardia poetica“, riassume Ferrer, “che iniziava nel 1967 con il libretto per il lavoro
drammatico musicale di Astor. Dalla nostra lunga
amicizia e dalla nostra collaborazione ventennale
emersero 75 titoli“. Fra loro temi come Balada para
un loco (1969 interpretata la prima volta da Amelita
Baltar nel Festival de la Canción de Buenos Aires),
Balada para mi muerte, Balada para él o La última
grela, La bicicleta blanca, Chiquilín de Bachín e nel
1971 l’oratorio El Pueblo joven / Opera de Dos Mundos (rappresentata e trasmessa per la prima volta
nella televisione tedesca di Saarland).
Il 38 di giugno del 1990 si installava in Buenos Aires
l’Academia Nacional del Tango (ANDT), un’instituzione che si dedica alla ricerca e alla documentazione, all’insegnamento e all’educazione nel Tango.
Oggi dispone di un fondo di più di 15.000 documenti, prove, partiture, libri e dischi e alloggia al Museo
Nacional de Tango. Ferrer è stato uno degli iniziatori
e per molti anni anche il presidente, prima di ritirarsi
per ragioni di salute.
Sebbene continui con il suo lavoro, teorico e pratico, come archivista e autore, il suo lavoro letterario
totale – poemi, testi di canzoni e opere di teatro – fu
pubblicato nel 1991 in un’edizione di tre volumi con
il titolo Moriré en Buenos Aires. Nel 1996 uscì l’antologia Existir.
Per Astor Piazzolla, Horacio Ferrer era il poeta che
mancava: “Un classico della letteratura, un gigante
che sente Buenos Aires come nessuno”. Molta gente
in Argentina e nel mondo ha opinioni simili. Per questo ha ricevuto numerosi riconoscimenti: Nel 1991
la città di Buenos Aires lo ha eletto cittadino onorario. La Società di compositori ed autori argentini
(SADAIC) gli ha dato un premio d’onore, l’università
La Sorbona di Parigi nel 1998 la Medalla de Honor al
Mérito. Nel 2004, il “genio universale del tango rioplatense” fu proposto persino per il premio Nobel.
Copyright El Tango, Otto Eder, Vienna
Traduzione Susanne Köb e Fiore Formisano
c
curiosando
tangueri impossibili
La rosa e il Tango-boy
by Memè
E
ra la prima volta che andavo alla Milonga del
Rubino, stavo per sganciare un biglietto da
dieci.
«Oggi i tango-boy entrano gratis» mi ha anticipato la cassiera. «T’interessa?»
«Che cos’è un tango-boy.»
«Il nostro locale è frequentato per lo più da donne»
mi ha spiegato. «Spesso la sproporzione tra maschi e
femmine è mostruosa. Capita che molte di loro se ne
rimangano sedute tutta la sera senza ballare neanche
un tango. Siccome pensiamo che non sia giusto, ci
siamo inventati i tango-boy.»
«Come funziona?»
«Io ti do un segno distintivo. Tu entri. Le donne in sala
capiscono che sei un tango-boy e t’invitano a ballare.
Semplice, no? E se t’invitano, ovviamente, sei obbligato ad accettare.»
«Quale sarebbe il segno distintivo?»
La ragazza ha scostato la tovaglia che copriva la cassetta di legno là vicino. Rose, un fascio di rose color
sangue.
«Basta che ne infili una nell’occhiello della camicia.»
«Va bene» ho accettato con entusiasmo. «Dammi
questa rosa.»
La tipa aveva ragione, il locale era pieno di donne.
L’unico inconveniente è che la più giovane aveva l’età
di mia nonna. Eppure mi lanciavano sguardi ammiccanti, sorridevano. Tutta colpa della rosa, con la camicia
bianca sotto risaltava peggio di un faro abbagliante. Al
termine del giro di perlustrazione, l’entusiasmo si era
trasformato in ansia. Ho individuato le insegne della
toilette, mi sono chiuso dentro uno dei cubicoli, ho sfilato la rosa dalla camicia e l’ho gettata nella tazza.
Addio tango-boy…
Ho azionato lo sciacquone ma la rosa non andava giù.
Ci ho buttato sopra una pallottola di carta igienica
ma nemmeno la zavorra se la portava nelle fogne, ho
provato a spingerla con lo spazzolone, niente, ogni
volta quei petali tornavano a galla. Alla fine mi sono
arreso e l’ho abbandonata là.
Nella sala da ballo mi aspettava una sorpresa mozzafiato. Le nonnette erano scomparse, al posto loro una
legione di modelle superdotate che sembrava di stare
a una sfilata di Versace. Ne ho invitata una a caso ma
lei mi ha detto di no, ho provato con la seconda ma
lei si è girata dall’altra parte. Chiunque adocchiavo
rifiutava.
La rosa, era lei la causa del problema.
Mi sono fiondato nel bagno dove stavo prima, ho
sollevato il coperchio del water. Scomparsa. Ho ispe-
Foto: Laura Sabatino
zionato il pavimento, sbirciato dietro i sanitari. Nemmeno l’ombra di un fiore.
Sono uscito dal bagno che mi sentivo pavido e indeciso, ho rimediato un sedia nell’angolo più appartato
della milonga, mi sono messo a osservare con nostalgia la processione dei tango-boy che si spupazzavano per la sala quelle donne da oscar. Finché non si è
avvicinata una signora. Aveva i capelli di un bianco
accecante, raccolti in un codino. Indossava un lungo
abito rosso con la scollatura a petali, le scarpe a tacco
alto erano rosse come il vestito.
«Vuole ballare?» mi ha teso la mano.
«Vede, signora» le ho risposto con voce mogia. «Stasera mi hanno dato il potere di rendere felici tutte le
donne di questo locale. Io però l’ho usato male e il
dio del tango mi ha punito.»
«Non pensa che se vogliamo imparare qualcosa, nella
vita, a volte sia necessario commettere qualche sbaglio?» poi mi ha fissato con occhi severi. «Insomma, ci
balla o no insieme a me?»
Mi sono alzato, lei mi ha preso per mano. La tanda
era iniziata, ci siamo inseriti nella ruota dei ballerini.
«Non mi ha detto qual è il suo nome» le ho sussurrato prima di cingerla nell’abbraccio.
«Rosa» ha sorriso. «Mi chiamo Rosa.»
29
Roberto Rufino:
El Pibe Terremoto
R
oberto Goyeneche lo definì un Gran
Maestro, Alberto Podestà lo chiamava
“Rufinito” per l’affetto che gli trasmetteva l’amico-collega, Carlos Di Sarli gli
dedicò una foto che così recitava: “A Roberto
Rufino, futura stella del nostro tango”. Roberto
Rufino in arte “El Pibe del Abasto” o “El Pibe
Terremoto” per il suo temperamento inquieto di
eterno bambino è stato un punto di riferimento
nel panorama tanguero a partire dal 1939 fino
alla sua scomparsa avvenuta nel 1999.
musica
tango
arts
Anche se nacque sotto il segno del Capricorno, si può dire che tutta la sua vita fu segnata dal segno del “Abasto”, il suo quartiere, nel
quale visse a pochi metri dalla casa che Carlos Gardel acquistò per sua madre ed a poche
“quadras” dal famoso Cafè O’Rondenmann, il
bar dove el Zorzal Criollo soleva fare colazione
tutti i giorni.
30
Il 24 febbraio si è celebrato un nuovo anniversario (il quindicesimo) della morte di uno dei
più importanti interpreti del tango, Roberto
Rufino… il “Chiquilín”, “El terremoto”, “El nene”,
come viene affettuosamente chiamato dai suoi
colleghi. È stato più di un cantante, è stato un
bambino prodigio dotato di condizioni vocali
naturali e di una tenerezza nella voce incomparabile.
Gli piaceva ricordare che ancora molto piccolo,
appena 16 anni il sabato con l’amico Beltran si
appendeva ai tram che percorrevano l’Avenida
Corrientes, dal loro quartiere Abasto al Cafè
National Coffee. Giungeva la sera quando Antonio De Rosa, insieme al suo gruppo di tango,
provava con i ragazzi, cercando nuovi talenti in
cambio di una moneta di 10 centesimi, che lo
stesso musicista pagava loro.
Gli piaceva parlare della sua infanzia, dei suoi
inizi, quando imparava a memoria i testi, com-
preso quello di Milonguero Viejo, tango scritto
da Di Sarli in onore del suo maestro Fresedo.
Durante uno di questi sabati, era l’estate del
1938, parlarono del “El Pibe Terremoto“ al
grande maestro Carlos Di Sarli che corse al
Cafè Nacional per verificare personalmente le
meraviglie attribuite a questo giovane talento.
Fu tale l’impatto emotivo che ebbe su Di Sarli
vedere cantare in quel modo un ragazzino di
soli 16 anni, al di là di qualsivoglia aspettativa,
che rimase impietrito.
Chiaramente il bambino era un cantante di talento, il suo tono era angelico. Quando Rufino
finì di cantare, Di Sarli si rese conto che era nato
un nuovo idolo della canzone. Di Sarli non fu
immune a tale emozione, tanto che i suoi occhi
si riempirono di lacrime di gratitudine. Quando
si avvicinò per salutarlo, gli chiese: “Ragazzo,
vuoi cantare nella mia orchestra? Rufino ricorda che in quel momento davvero non sapeva
cosa volesse ma incuriosito rispose: “Y Bueno!”
Quel pomeriggio stesso, il Maestro lo porto
nel Bajo al Cabaret dove si esibiva. Voleva fare
una prova al pianoforte. Gli chiese: “Cosa vuoi
cantare?” E Rufino rispose “Alma de Bohemio”.
Di Sarli rispose: “Guarda è molto difficile” Rufino non gli rispose e fece spallucce, così l’insegnante interpretò il gesto come segno d’approvazione. Mise le mani sulla tastiera ed iniziò
a suonare le prime note. Quando il ragazzo
giunse alla prima parte del verso cantaaaaaaar
con tono sostenuto, il Maestro eccitato abbassò il coperchio del pianoforte e lo abbracciò
forte. In quel momento nacque una relazione
affettiva tra i due in cui il Maestro diventò quel
padre che Roberto non aveva mai avuto, una
guida spirituale e professionale
di cui il ragazzo aveva bisogno.
Un rapporto fatto di rispetto reciproco e un’amicizia che durò
fino al 12 gennaio 1960, data in
cui il maestro morì. Roberto proveniva da una casa umile, era un
ragazzo povero con i pantaloni
corti. Di Sarli gli comprò un abito
fatto su misura di colore blu con
strisce colorate.
La notte del debutto con l’Orchestra di Carlos Di Sarli, raccontava
Rufino, il Maestro rivolgendosi
al pubblico annunciò la sostituzione del cantante Agustín Volpe con Roberto El Pibe. Prese in
mano il microfono e disse loro
che avrebbero dovuto giudicare
la scelta fatta e che si sarebbe
reso conto del giudizio del pubblico dalla quantità di applausi
che avrebbe o meno ricevuto il
debuttante.
Questi avrebbe interpretato
Alma de Bohemio. Ad un tratto
un ragazzino apparve da dietro il
pianoforte e cominciò a cantare.
Quando il giovane Rufino finì la
sua interpretazione, la risposta
del pubblico fu impressionante,
un lungo applauso durato dieci
31
minuti fu seguito da un grido costante proveniente dalla platea che diceva: “Otra… Otra…
Otra”.
Il Maestro fece un sorriso di approvazione e ricominciò a suonare. Era nata una nuova stella
nel firmamento del tango di Buenos Aires.
Rufino registrò 45 brani con l’orchestra di Carlos Di Sarli tra il 1939 e il 1943, essendo la prima registrazione del tango “Corazon”, dell’11
dicembre 1939. Quello stesso giorno registrarono la Milonga del sentimiento. L’ultima registrazione del duo Di Sarli - Rufino è il tango
Boedo y San Juan del 17 dicembre 1943.
A quel tempo tutto l’ambiente del tango sapeva della vertiginosa carriera di Roberto Rufino
ed i grandi direttori, tra cui lo stesso Pichuco,
facevano a gara per contrattarlo nelle proprie formazioni. È stata una figura amabile, un
esempio di vita.
Quando il passare inevitabile del tempo stava
rovinando la brillantezza della sua voce, incominciò a “raccontare” il Tango, creando uno
nuovo stile canoro che piacque molto al pubblico dell’epoca. Dopo di lui questo nuovo stile
fu interpretato dai suoi migliori allievi Floreal
Ruiz e Roberto Goyeneche.
Ascoltare Roberto Rufino cantare Maria o La
novia ausente o Malena o qualsiasi dei tanghi che aveva scelto per il suo repertorio, era
come avvertire che il tango andava lentamente
disgregandosi e le parole giungevano all’orecchio separatamente. Era la sua interpretazione,
la sua forza interpretativa che dava un senso
alle parole e le integrava nel proprio contesto.
Rufino era un “decidor”, un artista del fraseggio, un interprete che conosceva bene il messaggio dei tanghi che cantava.
Nella lingua italiana non esiste il termine “decidor”. Per spiegare questo concetto mi piace
citare un altro grande artista argentino: Cacho
Castaña. Un autore ed un interprete straordinario. Il suo brano Cafè la humedad è stata interpretato da moltissimi artisti, tra cui lo
stesso Goyeneche. Bene, Cacho nel brano La
Gata Varela, dedicato ad Adriana Varela, cantante contemporanea, spiega come si canta un
tango ovvero: “Quelli che cantano gridando
continueranno ad essere apprendisti, perché il
canto non si canta, il canto si dice, con la pausa
ed il silenzio di cui parlano i poeti, piano piano
a poco a poco, perché il pubblico comprenda
il testo”. Ecco Rufino in questo era il migliore,
come raccontava Podestà aveva “El llanto” (il
pianto) nel suo modo di cantare, così come
Gardel, “però abusava un poco” continua Podestà, suo amico, ma anche rivale nell’orchestra di Di Sarli.
Dopo aver lasciato l’orchestra di Di Sarli nel
1943, Rufino ebbe una carriera straordinaria,
collaborando tra i tanti con Troilo, Francini,
Pontier e Miguel Calò oltre che una carriera da
solista che culminò nel 1999 con la sua scomparsa. Era dipendente dal palcoscenico, sembrava anche in tarda età un bimbo terribile, “El
pibe terremoto”.
Paolino Fierro – Salon Baires Napoli
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33
A tu per tu con... i Musicalizadores
Nome:
Viviana Andrea
La Falce
Età: 31
Quando e come hai iniziato a mettere musica?
Ho iniziato nel 2001 guidata dal Dj Daniel Borelli. Da sempre mi è interessata
la musica in generale e ho iniziato come
dj di altro genere, poi grazie a mio padre che ballava tango ho iniziato a inserirmi e a dedicarmi totalmente al tango.
Com’è maturato il tuo approccio alla consolle da allora?
Da allora è stato un crescendo poiché
le milonghe a Buenos Aires aumentavano
e io venivo chiamata sempre più spesso, e poter lavorare con continuità per
diversi anni in milonghe diverse mi ha
dato la possibilità di crescere professionalmente.
La tanda di tango del mese di Vivi La Falce.
I Tanghi di D’Arienzo del ‘38, sempre una tanda perfetta!
Tre orchestre che non possono mai mancare alle tue serate?
Sicuramente D’Arienzo, Di Sarli e Pugliese.
Cosa cerchi di trasmettere da dietro la consolle?
Cerco sempre di lavorare con rispetto, come dj posso piacere oppure no ma senza dubbio
sulla professionalità non si discute. La cosa più importante per me è mettere in chiaro che non sono un artista ma un animatrice, do un servizio e devo far in modo che la
gente balli e brilli. Da 13 anni mantengo sempre lo stesso atteggiamento e questo mi ha
permesso di restare con i piedi per terra in un ambiente in cui devi saperti muovere.
C’è una serata che ricordi in particolare o alla quale sei rimasto particolarmente legata?
Si, il Roma Tango Meeting, il mio primo festival in uno dei primi viaggi che ho fatto. Mi colpì tantissimo il luogo, la quantità di gente, la perfetta organizzazione.
Per me era tutto nuovo ed ero molto emozionata!
Un’ altro momento che non dimenticherò mai, avvenuto di recente, la milonga “El
Arranque” a Buenos Aires in una serata dedicata a Felix Picherna, sempre avevo sentito parlare di lui e sapevo che aveva lavorato con mio padre però non l’avevo mai
conosciuto di persona e mi sono emozionata nel conoscerlo e scoprirne una immensa
umiltà con tutto il suo sapere.
L’errore che un musicalizador non dovrebbe mai fare.
Io mai direi ad un altro musicalizador quello che dovrebbe fare… però credo che non sia
lo stesso mettere musica per diletto o professionalmente! L’errore più evidente che
succede in questo ambiente è auto assegnarsi il titolo di Dj o maestro per il semplice fatto di ballarlo, o di ascoltarlo, o di leggerlo, o di comprare cd con play list
già pronte da inserire nel computer e dove basta dare un invio per fare la serata di
tango. Alcuni pensano, visto che il Tango è una forma d’arte, di poterlo fare, però
essere professionali, farlo per lavoro è un’altra cosa. Non tutti possono occupare
qualsiasi ruolo, si deve sapere che c’è un metodo per mettere musica, c’è una logica, molto lavoro poco ballo! Purtroppo c’è molta gente che musicalizza ed è convinta
di essere un buon dj e poi magari non sa nulla di musica, non di tango… di musica! E
dall’altro lato spesso non si valorizza il lavoro di chi si dedica professionalmente
a questo, incluso notti e notti di lavoro, cercando musica, sistemandola, studiando
i giusti accostamenti. Però va bene, bisogna avere pazienza, e continuare il proprio
cammino nel modo corretto!
C’è differenza tra mettere musica in Italia e a Buenos Aires?
Musicalmente è lo stesso, quello che cambia secondo me è che secondo il livello di
ballo e la conoscenza che si ha del tango a Buenos Aires capiscono meglio le diverse
orchestre e di conseguenza cambia il modo di ballare, però ovunque ci sono milonghe
dove si balla bene e milonghe dove si balla male, tutto il mondo è paese!
34
A
A tu per tu con... gli organizzatori
1o Elba International Tango Festival 29 giugno – 6 luglio 2014. Come nasce l’idea del festival?
L’idea di creare all’Elba un evento di tango di portata internazionale è nata dalla
caparbietà di Rosanna che è anche il Presidente dell’Associazione “Elbailandotango”
sorta con lo scopo di curare l’immagine e la cultura del tango qui all’isola d’Elba.
Oltre ad una spettacolare location quali sono le novità di questa prima edizione?
L’ELBA, per la spettacolarità dei suoi paesaggi marini, è un forte fattore di attrazione per i tangueri che tutti gli anni vengono qui per fare vacanza e per ballare
nelle nostre milonghe estive ma, volendo creare, qui, un festival di Tango, volevamo
immettere una sferzata di novità. Abbiamo concepito l’Elba Festival come un momento
di vacanza e di aggregazione abbinato a tutte le attrattive spettacolari di un festival. Tutto si svolge in un raggio molto ristretto di 100 – 200 m. Le esibizioni
degli artisti saranno aperte a tutti, anche alla popolazione locale ed ai turisti
(che a luglio sono già numerosi sull’isola) e si svolgeranno, tutte, prima della
gran milonga serale. A dare un tono estivo al festival saranno le” milonghe aperitivo” e le “milonghe pareo” sulla spiaggia e a bordo piscina dell’hotel Select, il
più “chic” di Marina di Campo. Ma il punto nodale di questo festival è l’attenzione
che si è voluto dare alle ballerine che saranno presenti, sarà un festival tutto
incentrato sulle donne. Vogliamo farle ballare tutte ed in continuità per l’intera settimana dell’evento e sappiamo di poterci riuscire perché l’Elba è una realtà
tanghera “anomala”, dove i ballerini sono molto superiori in numero rispetto alle
ballerine.
Un festival è sempre un gran’evento a prescindere o ci sono dei fattori che lo rendono tale?
Un Festival, a mio avviso, va vissuto come una festa dove ci si possa divertire,
rilassare, stringere contatti e amicizie nuove, condividere sensazioni comuni tipiche del tango, dove l’organizzazione deve svolgere il suo ruolo al servizio dei
tangueri, dove il tango deve essere protagonista assoluto, sia quello esibito, sia
quello praticato in milonga, dove al momento dei saluti il corpo e lo spirito possano
essere entrambi appagati e dove tutti possano condividere la promessa di ritrovarsi
prima o poi.
3 ragioni per venire al 1o Elba Tango festival.
Per godere di una vacanza a 5 stelle al prezzo di due, per conoscere tangueri che
arriveranno da ogni parte del mondo e per godere del nostro mare insieme al piacere
di trovarsi tra persone di etnia e lingue diverse ma che condividono con noi l’emozione che solo l’abbraccio del tango può dare.
2 cose che vorreste si realizzassero quest’anno al festival.
Che questo 1° ELBA TANGO FESTIVAL possa servire da apripista per futuri eventi e per
altre iniziative rivolte più all’attenzione e alla cura di chi vi partecipa piuttosto
che alla cura della spettacolarità ed in questo senso attendiamo la partecipazione
di organizzatori di altri eventi di tango con cui condividere questa nostra visione,
affinché ogni festival possa diventare un evento veramente condiviso.
35
Tango,
percezione e
ngo,
percezione
L
a potenza del tango è fatto indiscusso… certamente, per tutte le sue implicazioni emotive e per una magia che non può spiegarsi,
poiché cattura sottilmente l’anima di chi scopre il piacere di farsene sedurre. Coinvolge talmente
tanto che alcuni parlano di ‘dipendenza da tango’,
oppure sostiene, aiuta nell’evoluzione personale,
cura. In altri termini esaspera i nostri limiti, costringendoci al muro della verità, così da farci diventare
caricature infelici di noi stessi o da accarezzarci con i
suoi terapeutici benefici.
Sicuramente è facile per tutti noi riscontrare che
questa danza-cultura innanzi tutto ci fa lavorare sulla relazione. Dovremmo però ricordare che ogni rapporto che l’essere umano istaura risente di un altro
rapporto unico e profondo. Quello con se stessi. Per
essere in armonia con gli altri, dobbiamo infatti conoscerci bene, accettarci e avere un certo equilibrio.
Quando proviamo a ballare in una condizione di malessere, la testa incide sull’esito dei passi e della relazione che istauriamo con l’altro. La qualità dell’energia cambia, spesso ostacolando la naturalezza e la
fluidità dei movimenti, del corpo, che, dotato di una
sua reale intelligenza, saprebbe bene cosa fare, se
non lo ostacolassimo con le nostre insicurezze.
Di fatto, come tante danze insegnano, la consapevolezza passa per il proprio centro. Quello che Battiato,
riprendendo dalla tradizione sufi, definiva l’oggetto
della sua ricerca di permanenza. Lo stesso che attivano i dervisci della danza mevleva, quando ballano facendo asse sulla propria gamba e roteando
su se stessi. Il centro è questione interiore, ma noi
non esistiamo senza termine di paragone, senza il
prossimo, quindi, che ci rimanda sempre a chi siamo.
Allora la prima forte attinenza del lavoro interiore
col tango è la coscienza di chi siamo realmente, di
quanto spazio occupiamo, di come siamo fisicamente e di che carattere abbiamo. Sembrerebbe fatto
scontato conoscere tutto ciò. Eppure non lo è, se
consideriamo che spesso non abbiamo una perce-
36
zione reale della nostra immagine. Ce lo dimostra
lo specchio, in cui ci guardiamo scoprendo di noi
difetti o pregi che non riconoscevamo pienamente.
Nel tango, come nella vita, il nostro specchio è l’altro, il partner di ballo, con cui condividiamo uno
spazio talmente intimo da costringerci a guardare a
noi stessi autenticamente. E la relazione con l’altro è
obbligatoria, se volgiamo ballare tango! Ne consegue che ogni indicazione, ogni stimolo, ogni com-
e ed evoluzione
del sé
one
ed evoluzion
ci percepisce chi balla con noi. In altre parole, attraverso il tango possiamo costruire un’immagine
veritiera di noi stessi, del nostro corpo, dello spazio
e del tempo proprio grazie alla relazione obbligata
con l’altro.
Il tango è quindi un progetto di relazione in cui,
proprio nella necessità di condividere, troviamo una
motivazione entusiasmante. La possibilità di costruire una percezione veritiera di noi stessi e di correggere distorsioni che attiviamo inconsciamente, spesso con lo scopo di proteggerci dai dolori del vivere.
E non c’è desiderio più naturale che quello di proteggersi. Ma l’eccesso di protezione diventa paralisi
e ci rende impossibile nutrirci e godere del Buono e
Bello. La vita, come il tango, è una danza sublime,
dove a ritmi diversi corrispondono movimenti diversi e dove a melodie diverse corrispondono modi
diversi di fare poesia. Non si balla tutto con lo stesso
passo né con la stessa energia. Non si balla con tutti
allo stesso modo. Ma al diritto di ballare corrisponde
il dovere di impegnarsi a ballare bene.
Allora approfittiamo della potenza del tango e del
suo insegnamento. Facciamo della nostra vita una
danza. Accogliamone i tempi, i modi e le emozioni
più varie. Diamo il meglio di noi e interpretiamola
offrendo i nostri aspetti più autentici. Scopriremo
che tutto si muove all’unisono con noi.
Zuleika Fusco
Counselor, tango-terapeuta
portamento e messaggio non verbale ci provenga
dal partner è una risposta a ciò che fisicamente ed
energeticamente manifestiamo, per cui non è trascurabile, perché ha il potere di rimandarci chi siamo
al di là della nostra convinzione.
Nel tango ci riveliamo dunque. Diamo spazio non
solo alle nostre emozioni, ma al conflitto profondo
tra come ci percepiamo e come siamo realmente. A
questo si aggiunge il fattore discriminante di come
“Al diritto
di ballare corrisponde
il dovere di impegnarsi
a ballare bene.”
37
Moira e altre storie
V
Vedi il tendone da qualche parte? I trapezisti? I leoni
nella gabbia col domatore?
No, allora non sei al circo…
Perché dunque il Moira look con quel vestito rosso
acceso, spacco ascellare, schiena nuda ricoperta da
lustrini e strass e scollatura fino all’inguine?
Sei venuta per ballare il tango con un comune mortale, non per volteggiare su un cavallo.
Ma ti invitano e mostri con orgoglio la calza a rete
con giarrettiera di pizzo e anche se fai fatica a stare
in piedi, non puoi rinunciare al tacco 12 “ton sur ton”.
Vicino a te è seduta l’amica smessa che ti guarda con
orgoglio ed invidia; il tuo capello cotonato contro i
suoi flosci e color cacca di cane.
Lei non si trucca per abitudine, tu hai sfoggiato i pezzi da novanta del make-up, ciglioni finti compresi.
Lei è debolmente deodorata, tu avvolta in una nuvola di intenso profumo alla moda che stordirà gli
astanti vicini e lontani.
Finalmente ti invita LUI, quello che non resiste alla
tua mirada da virago, LUI il maestro supremo, quello che due anni li ha ballati tutti, che alla vacanzatango ad Ischia c’era, che a Buenos Aires tre giorni
c’é stato e sa come va il mondo. Proprio LUI quello
che “se vuoi ti do lezioni private, costo poco e così
impari subito”.
Il nostro é membro onorario, nonché socio fondatore della famosa scuola QUELLI CHE IL GANCIO, così
dopo la prima pattinata sulla pista per farti capire
di che pasta é fatto, neanche te ne accorgi e lo trovi
imploso su se stesso in un carpiato, mentre con i
bicipiti fa leva e ti schiaccia forte tutte le vertebre per
un chiaro invito al famoso gancio.
Non importa se la tua gamba è lontana, anzi, si vedrà meglio il virtuosismo della giarrettiera!
Sei felice e il tuo cuore strizzato dal bustino di pizzo,
palpita riconoscente.
Ma LUI non è ancora soddisfatto, manca il vero colpo da Maestro, quello che ti farà letteralmente cadere ai suoi piedi. Così ti ritrovi in aria, gettata senza
scampo in un salto a gambe aperte.
Alla fine avrai il suo biglietto da visita con scritto in
chiare lettere Maestro di Tango e un appuntamento
per la tua prima lezione privata.
38
Il prossimo arriva da dietro e con un leggero tocco
sulla spalla, ti invita per una tanda di D’Arienzo; che
bello, tutto quel ritmo.
L’hanno soprannominato IL BRADIPO, l’uomo posa
piano.
La sala scorre ma lui è fermo nel suo abbraccio intenso, fa qualche timido accenno di passo poi ci ripensa e aspetta un attacco più deciso della musica.
E aspetta.
Sembra che si sia deciso, ma aspetta.
Ecco, adesso è partito, proprio mentre ti stavi addormentando sulla sua spalla.
Con calma si sta preparando al gran finale con un
bel passo avanti, tirato tirato.
Dopo la vorticosa performance vai al bar e incontri un paio di PERENNI INSODDISFATTE; quelle che
il pavimento è troppo duro, non mi invita nessuno,
fa troppo caldo, fa troppo freddo, la musica non mi
piace, la luce è bassa, c’è troppa luce, il livello è scarso, non ci sono i maestri, ho speso troppo, è tardi,
la milonga è lontana, domattina lavoro, fuori piove,
sono senza sigarette, ho male ai piedi, ho le scarpe
scomode, ho ballato con uno che puzzava, il bagno
è sporco, ho il trucco colato, qui non ci vengo più, da
domani corso di Zamba.
Nel mentre il Tj, musicalizador di grido, quello che
lo seguo ovunque vada, Oslo? Ci sarò. Serata a Canicattì in treno? Non posso perdermela.
Maratoncina sulle Alpi Svizzere? Compro i dopo sci
e ti raggiungo.
Fammi l’elenco di tutte le performances, che chiedo
le ferie.
Nel mentre il Tj, avvolto nel suo fascino debolmente illuminato dalla mela del Mac, attonito, lontano e
concentrato, scova gli ultimi reperti gracchianti anni
20 secondo trimestre e si stupisce se nessuno si alza
per ballare.
Solo il fan integerrimo non può stare a sedere, energia altissima, que buena onda, essaaaaa!
Racconto semi serio di Vanna Gasparini
in arte Jessica Flatcher, per simpatia col suo capello
cotonato.
39
curiosando
recensioni
libro • Il
Bazar degli abbracci
Guida tecnica ai fondamenti e analisi
di Sonia Abadi
Il libro, edito da Abrazos, attraverso una lettura coinvolgente
e intrigante, racconta l’esperienza di ballare il tango a Buenos
Aires, la relazione tra uomo e donna, la passione per il ballo. Attraverso storie che hanno per protagonisti i personaggi
del tango, con i loro codici e i loro aneddoti, mette in luce gli
aspetti socio-culturali della “danza dell’abbraccio”.
È un viaggio di milonga in milonga, un luogo dove le facce
di sempre si ritrovano con le facce nuove, dove la tranquillità
che garantisce ciò che è familiare si mescola all’emozione della
novità.
Un luogo dove uomini e donne diventano uno solo, corpo e
anima, dove la magia del tango li conduce all’estasi, dove convivono palpitando all’unisono.
Un “pronto soccorso permanente per i malati di tango, di vita,
di incontri, di sogni” dove accade qualcosa di inspiegabile: ci si
comincia a rendere conto che una volta entrati in questo mondo niente sarà più come prima. “Gli spazi che si sono aperti
nel corpo e nell’anima non potranno richiudersi, anche se si
arrivasse a decidere – a causa di un incomprensibile attacco di
follia – di smettere di ballare per sempre”.
www.abrazosbooks.com
libro • Il Tango e il Mare
di Monica Maria Fumagalli
La relazione tra Argentina e mare è antichissima e l’autrice in
questo libro ce la racconta in maniera fluida con l’ausilio di
disegni, documenti, note e un’interessante ricerca bibliografica
e discografica.
Tantissimi immigrati, verso la metà del 1800 hanno attraversato il mare, lasciando la loro patria per approdare a Buenos
Aires.
“Il tango è legato al mare perché ha tessuto la leggenda di
uomini il cui primo gesto eroico, in molti casi, fu proprio quello
di attraversare il mare, di arrivare ad un porto e di cominciare
da lì a ridisegnare la propria esistenza”.
Uomini partiti non per scelta ma per sfuggire alla miseria che
mantengono viva la nostalgia per la terra natia e stretto il rapporto proprio con quel mare che da essa li separa.
Attraverso una ricerca su testi, iconografia e alcune storie dei
protagonisti, l’autrice racconta di come questo rapporto così
intenso sia presente nel tango.
“Il mare, nei testi di tango, può essere il protagonista delle
loro vite, la forza occulta che determina il destino degli amori
o semplicemente uno sfondo davanti al quale la quotidianità
segue il suo corso”.
Il volume è il primo della collana Un paso más, che raccoglierà le conferenze tenute da Monica Maria Fumagalli in diversi
paesi del mondo e la documentazione scovata nei suoi viaggi.
www.abrazosbooks.com
40
42
43
milonghe ed eventi in italia
ABRUZZO
L’AQUILA
La milonga di Camila…
Domenica 20.30-02.00
@ Movi dance, Via B.Vecchioni 3,
Tel. 348.2915008
MONTESILVANO (PE)
La Milonga al Club La Balera
Venerdì 22.00-03.00
@ La balera, Via F. Cavallotti 9/B,
Tel. 340.3401442
MONTESILVANO (PE)
Tango Club
Sabato (a settimane alterne)
22.00-03.00 @ Via Verrotti 61,
Tel. 368.534592
PESCARA
Gricel
Domenica 21.00-02.00 @ Kidland,
Via Ravasco 7, Tel. 348.8979928
PESCARA
Milonga Popolare
della Tipografia
Giovedì 22.00-02.30 @ Circolo
Arci, Via Raiale 169,
Tel. 328.3514207
CALABRIA
REGGIO CALABRIA
(San Gregorio) – La milonga
di Reggiotango
Venerdì 21.30-01.00 @ Scuola da
ballo “Nuova fata morgana”, Via
delle Industrie 6, Tel. 338.9853711
CASTROLIBERO (CS)
Casita Calabriatango Milonga
Tradicional
Sabato 22.00-03.00 @ contradada
Motta 10, Tel. 338.4996611
CAMPANIA
SALERNO
La Milonguita
Giovedi 22.00-00.30 @ Corazon Al
Sur Tango Club, Via Petrosino 2,
Tel. 347.3591568
SALERNO
La Milonga Argentina
Sabato 22.00-02.00 @ Corazon Al
Sur Tango Club, Via Petrosino 2,
Tel. 347.3591568
Napoli
Salon Baires
Venerdì 22.30-03.30
@ Club Majestic, Via D.Padula 109,
Tel. 348.2622770
Napoli
Milonga Dominguera al Salone
Margherita
Domenica 21.30
@ Via Verdi 5, Tel. 081.426097
Napoli
La Milonga Porteña
Venerdì E Sabato 22.30 @ Via
G.Capuozzo 52, Tel. 081.2428567
Napoli
Milonga Al Quater
Venerdì 22.30-03.00
@ Quater, Via Diocleziano 400, Tel.
081.19570369
Napoli
Salon Baires La Tardecita
Domenica 20.00-01.30
44
@ Salon Baires, Via G.Piscicelli, 36
(Zona Chiaia), Tel. 348.2622770
Battipaglia (Sa)
El Abrazo
Sabato 22.00-02.30 @
Maminacafè, Tel. 393.388353799
Capua (Ce)
Milonga Di Casertango
Domenica (ultima del mese)
21.30-00.30 @ Ex-Libris, C.So Gran
Priorato Di Malta, Tel 0823.622924
NoLA (NA)
Milonga Bixelle
Mercoledì 21.30-00.30 @ Via
Polveriera 131, Tel. 333.7151952
EMILIA ROMAGNA
RIMINI
La maquina tanguera
Sabato o Domenica 22.00 @ Via P.
Ghinelli 5 Rivazzura di Rimini (RN)
Tel. 334.7693051
PARMA
Carmin Cafe’
Sabato 22.30 @ Via Meazza 23/A
Tel. 347.9658980
BOLOGNA
La fabrika del tango
Venerdì 21.30 @ Via Del Colle n.1
- San Lazzaro di Savena (Bo) Tel.
335.7032968
LIGURIA
GENOVA
Milonga Brava
Sabato 22.30-03.00 @ Via Sant’Ilario 108 nero, Tel. 349.3782539
LOMBARDIA
SOLA (BG)
Milonga Malena
Venerdi 22.00-02.00 @ Via Biagi,
Tel. 340.6053315
BERGAMO
Milonga de la Tarde
Domenica 20.30-02.00
@ Via Bergamo 64 ss Briantea
Cumo, Tel. 389.2716121
MARCHE
CASTEL DI LAMA (AP)
La milonga di tango Rodoldo
Domenica 21.00-01.00 @ Via 232/
ma - zona industriale
Campolungo Tel. 339.4868987
PESARO
La casa del tango
Venerdì 22.30-03.00 @ Via Cattabrighe 21, Tel. 333.4213403
PIEMONTE
ASTI
Milonga alma y pasion
Sabato 22.00-02.00 @
Via al Mulino 8, Tel. 347.8890073
PUGLIA
BARI
La Milonga del Giovedì
Giovedì 22.00-02.00 @ Reef
(ex Cafè del Mar) Via Alfredo
Giovine 60, Tel.333.2762572
GIOVINAZZO (BA)
La Reuniòn
Sabato 22.30-03.30 @ L’ancora,
Via Fossato 64, Tel. 333.9241820
SICILIA
PALERMO
Milonga dell’Accademia
di Danza
Sabato 21.30-02.00 @ Via
D.Trentacoste 36, Tel. 327.3474116
TOSCANA
FIRENZE
Bailongo Milonguero
Martedì 21.30-00.30 @ Via di
Brozzi 312, Tel. 055.340166
FIRENZE
La milonga del teatro
Affratellamento
Giovedì 21.30-01.30 @ Via Orsini
73, Tel. 055.340166
FIRENZE
Milonga delle Caldine
Sabato 22.30-03.00 @ Via Faentina
183, Tel. 055.340166
FIRENZE
Buenos Aires Tango Club
Domenica 21.30-01.30
@ Via Vittorio Emanuele 135,
Tel. 055.496670
MASSAROSA (LU)
La Chandelle
Domenica 19.00-02.00 @ Via Casa
Rossa 303, Tel. 333.7882977
FORTE DEI MARMI (LU)
La Milonga del Forte
(1° e 3° sabato del mese)
Mercoledì 22.00-02.00 @ Via G.
Montauti 6, Tel. 347.6565311
PONTELUNGO (PT)
Mas Tango circolo Arci
21.00-24.00 @ Via Lucchese 85,
Tel. 328.3119994
UMBRIA
PERUGIA
La Milonga di Alice
Sabato 22.00-04.00 @
Via Alessandro Arienti 3,
Tel. 340.4580573
PERUGIA
Milonga del Atardecer
Domenica 19.30-24.00 @ Via dei
mestieri 13, Tel. 348.8762534
PERUGIA
Music All
Domenica 21.00-00.30 @ Music
Hall, Via Ruggero D’Andreotto, 19
Tel. 348.7033658 - 349.3752408
TODI (PG)
Milonga a Todi
Sabato 21.30-03.00 @ Via Giuseppe Mazzini, Tel. 338.5281307
TERNI
Interamnatango
Domenica 21.30-01.30 @ strada di
sabbione 28b, Tel. 333.7825680
VENETO
SPINEA (VE)
Contatto
Sabato 22.00-03.00 @ Via del
Commercio 34/b, Tel. 340.7861032
SPINEA (VE)
Contatto
Domenica 20.00-01.00 @ Via del
Commercio 34/b, Tel. 340.7861032
VILLORBA (TV)
El Garufa tango club
Venerdi 22.00-02.00 @ Via Everardo 6/b, Tel. 349.8672866
a
9
-
di
2
2
-
partner della rivista El Tanguero
a
scuole di tango in italia,
6
LAZIO
Lezioni a Roma
Scuola Traspiè
Piazza San Pancrazio 7 con
Marco Evola e Paola Palaia
Martedì
20.00 – 2° livello; 21.15 – Intermedi
Giovedì
20.00 – Principianti assoluti
21.15 – Avanzati
Venerdì dalle 21.00 alle 23.00
Pratica/Seminario di Milonga
www.traspie.it
Scuola Royal Tango
con Roberto Castrucci e Alessia
Leoni
Lunedì c/o Via dell’Arcadia 108
21.00 – Intermedio II
Mercoledì c/o Via Santa Lucia
12/a – Bracciano
20.00 – Principianti assoluti
www.royaltango.it
Scuola Tango al Piso
con Pablo Moyano e Roberta
Beccarini
Lunedì c/o Via Donatello 20
20.30 – Principianti/Intermedi
21.45 – Avanzati
Martedì c/o Via Donatello 20
20.30 – Musicalità
21.45 – Tecnica Femminile
Mercoledì c/o Via Donatello 20
20.30 – Intermedi/Avanzati
21.45 – Lezione di Milonga
Giovedì c/o Circonvallazione
Appia 107
20.00 – Principianti Assoluti
Domenica c/o Via Fracassini 60
17.00 – Principianti assoluti
18.15 – Principianti Intermedi
www.robertabeccarini.com
Scuola Tanguedia
con Dario Pizzini ed Emanuela
Pansera
Lunedì c/o Via degli Olimpionici 7
19.30 – Principianti assoluti
20.45 – Intermedi 1
22.00 – Avanzati
Martedì c/o Via Angelo Battelli 6
19.30 – Principianti assoluti
20.45 – Intermedi 1
22.00 – Avanzati
Mercoledì c/o Via dei Cessati
Spiriti 89
20.00 – Intermedi 1
21.30 – Principianti assoluti
Domenica c/o Via Appia Nuova
665
16.45 – Principianti
18.00 – Intermedi 2
19.30 – Avanzati
www.tanguedia.net
Scuola Baile de Oro
con Massimo Pianelli ed Elena
Rojeva
Mercoledì c/o Via dei Piani di
Monte Savello, 48/b – Albano
Laziale
20.30 – Principianti
22.00 – Intermedi /Avanzati
Giovedì c/o Via Fratelli Wright,
47 – Ciampino
21.00 – Principianti
Venerdì c/o Piazzale delle Regioni, 19 – Pomezia
21.30 – Principianti
Sabato c/o Riviera Zanardelli, 76
– Anzio; 19.00 – Livello Unico
www.bailedeoro.com
Scuola Tango Allegria
con Fernando Serrano e Silvia
Colli
Martedì c/o via delle Milizie 40
20.00 – Principianti
Giovedì c/o via M. Mazzacurati 63
20.00 – Principianti/Intermedi 1
21.15 – Intermedi 2/Avanzati
Domenica c/o via M. Mazzacurati 63
18.00 Principianti assoluti
20.30 Open Class di Milonga/
Vals e Folklore
www.tangoallegria.it
LOMBARDIA
Lezioni a Milano
Escuela de Tango
con Cecilia Signorelli
c/o via Bizzozzera 3 - Cormano
Lunedì
21.00 – Principianti assoluti
22.00 – Intermedi
Scuola Attrazione Danza
c/o via Livatino 8 – Melzo
con Cecilia Signorelli e Massimo
Basilico
Mercoledì
20.00 – Tecnica individuale
21.15 – Principianti assoluti
Giovedì
19.30 – Tango junior
20.30 – Principianti assoluti
21.30 – Intermedi a seguire
pratica
www.attrazionedanza.it
Giovedì c/o Teatro Diana Zona
Vomero
20.30 – Principianti
21.45 – Intermedio
www.mujeresdeltango.it
ABRUZZO
Lezioni a L’Aquila
Scuola Istinto Tango
con Andrea De Dominicis e
Helga Corpora
Domenica c/o Via Rocco Carabba 17
17.00 – Principianti assoluti
18.30 – Intermedi I
Lunedì c/o Piazza San Bernardino 4
19.30 – Principianti assoluti
21.00 – Intermedi II/Avanzati
www.istintotango.it
Lezioni ad Avezzano (AQ)
Scuola Istinto Tango
con Andrea De Dominicis e
Helga Corpora
Martedì c/o Via Tiburtina Valeria
Km 111,500
19.30 – Principianti assoluti
21.00 – Intermedi /Avanzati
www.istintotango.it
CALABRIA
Lezioni a Rende (CS)
Scuola CalabriaTango
c/o Via Ungaretti 2
con Ciccio Aiello
Lunedì
20.00 – Intermedi
21.30 – Avanzati
Martedì
20.00 – Principianti 2/Intermedi
21.30 – Avanzati
Mercoledì
20.00 – Principianti 1
21.30 – Avanzati
Giovedì con Franco De Bonis e
Ida Luchetta
20:30 – Principianti 1
Venerdì
20.00 – Principianti assoluti
21.30 – Principianti 2
CAMPANIA
www.calabriatango.it
Lezioni a Salerno
Lezioni a Catanzaro
Accademia Corazon al Sur
con Ciccio Aiello
di Neri Piliu e Yanina Quiñones
Sabato c/o centro comm.le Valle
Via Nicola Petrosino 2
Lunedì
del Corace – Caraffa
15.30 – Principianti 1
20.00 – Principianti assoluti
21.30 – Avanzati
17.00 – Avanzati
18.30 – Intermedio
Martedì
21.00 – Tecnica Femminile
www.calabriatango.it” www.
calabriatango.it
Mercoledì
20.00 – Pratica Guidata
Lezioni a Reggio Calabria
21.00 – Intermedi
con Ciccio Aiello
Giovedì
Domenica (2 appuntamenti
21.00 – Lezione di Milonga
mensili)
Dalle 22.00 Milonguita
c/o Circolo Polimeni – Zona
www.corazonalsurtangoclub.com Pentimele
Lezioni a Napoli
17.00 – Intermedi
Mujeres del Tango
18.30 – Avanzati
con Ciccio Aiello e Paola Perez
www.calabriatango.it
45
milonghe a roma
LUNEDI’
La Pulperia
22.30-02.00
Via L. F. De Magistris 91
328.1249409
MARTEDI’
MILONGA DI TRASPIE’
22.30-01.00
P.zza San Pancrazio 7
339.7627738
SAN SALVADOR
21.00-02.00
Via dell’Oceano Atlantico 271
339.8209385
TANGOFFICINA
21.00-01.30
Via Cupa 5
338.1104076
MILONGA DOUBLEART
22.30-02.00
Via degli Ausoni 84
349.4018084
ELETTROTANGO@BAR
Milonga itinerante
21.00-03.00
335.5913434
MERCOLEDI’
MILONGA DEL BARRIO
22.30-02.00
Via di Pietralata 135
349.5629314
IL GIARDINO DEL TANGO
Milonga Sin Rumbo
22.30-03.00
Via degli Olimpionici 7
333.1881716
CAFETIN DE ROMA
22.00-01.30
Via Bordoni 50
347.6937644
GIOVEDI’
QUERER
22.00-02.00
P.le K. Adenauer 12 o
Via Ciro il Grande
348.3862271
IL GIARDINO DEL TANGO
Cachirulo
22.30-03.00
Via degli Olimpionici 7
333.1881716
KRIMINAL TANGO
(a giovedì alterni) c/o Spartaco
22.00-03.00
Via Selinunte 57
LA MILONGA DI FIUMICINO
La milonga di Angie
21.00-02.00
46
Via delle Conchiglie 23
Fiumicino. 06.65048150
VENERDI’
EL ARRABAL
22.30-03.00
Via Luigi Bombicci 60
392.8481847
MILONGA DEL BARRIO
22.30-03.00
Via di Pietralata 135
349.5629314
TANGUERA
22.30-03.00
Via degli Angeli 146
342.7719084
IL GIARDINO DEL TANGO
Milonga dell’Abbraccio
22.30-03.00
Via degli Olimpionici 7
333.1881716
LA MILONGA DELLE CILIEGIE
(4° venerdì del mese)
22.30-03.00
Via delle Ciliegie 42
328.1516410
MALQUERIDA
Milonga queer
22.30-03.00
Via Macerata 9
347.870 8871
SABATO
RECOLETA 44
22.30-03.00
Via Deserto Di Gobi 44
339.4366587
CONVENTILLO
c/o Arca Dancing
22.30-03.00
Via degli Angeli 146
335.435473
MILONGA DEL BARRIO
22.30-03.00
Via di Pietralata 135
349.5629314
MILONGA CLASSICA
c/o Spazio Diamante
22.30-03.00
Via Prenestina 230 B
346.3481823
IL GIARDINO DEL TANGO
La Milonga de los Artistas
22.30-03.00
Via degli Olimpionici 7
333.1881716
LA ROMANTICA
22.30-03.00
Via Cupa 5
339.5398682 - 360.602693
MIO TANGO - GRICEL
(2° e 4° sabato del mese)
22.00-02.30
Via Filoteo Alberini 53
329.9170544
LA MIRADA
22.30-04.00 c/o Los Latinos,
Via della Divina Provvidenza 90
06.66411175
ELETTROTANGO@BAR
Milonga itinerante
21.00-03.00
335.5913434
MILONGA DELLE CILIEGIE
(2° sabato del mese)
22.00-03.00
Via delle Ciliegie 42
328.1516410
DOMENICA
MILONGA ASSISI 33
20.00-01.00
Via Assisi 33
338.7440845
LA MILONGA PIGRA
17.30-23.30
Via Capistrano 36
LA MILONGA DEL BARRIO
21.30-02.00
Via di Pietralata 135
349.5629314
LA MILONGA
“BRUNCH TIME”
13.00-17.30
Via Romolo Gessi 6
335.5492512
TANGOFFICINA
Tè Tango
18.00-21.00 Via Cupa 5
338.1104076
La Milonga
di Areatango
21.00-01.00
Via della Batteria Nomentana 66
347.3902862
IL MITREO
21.30-01.30
Via M. Mazzacurati 63
333.5300844
TANGO BAR
18.30-23.00 Via Macerata 9
06.70301101
EL BESO
c/o Saturno dancing
19.00-22.00
Via Appia Nuova, Km 17.800
366.7178018
milonghe a milano
LUNEDI’
Puro Tango
21.30-01.30 @ Via Gallarate 200,
Tel. 334.9540036
COMoUNAvez
22.30-02.00 @ Via Parenzo 7, Tel.
329.6541562
MARTEDI’
Le Banque
19.00-02.00 @ Via Porrone Bassano 6,
Tel. 02.86996565
La milonga del Sio
22.00-02.00 @ Via Temolo 1,
Tel. 347.7588350
Arcibellezza
22.30-01.30 @ Via Bellezza 16/a,
Tel. 347.2446899
Maison Milano
22.30 @ Via Montegani 68,
Tel. 02.89540234
MERCOLEDI’
Cafè Caribe
22.30-02.00 @ Via Natale Battaglia 12,
Tel. 02.312922
La parada del miercoles
22.30 @ Shangai caffè,
Via Giovanni Battista Sammartini 124,
Tel. 333.6177426
GIOVEDI’
La Mariposa
22.00-02.00 @ Via Prandina 31,
Tel. 338.2877110
VENERDI’
Tangoy
22.30-02.00 @ Via Monza 140,
Tel. 334.5240235
La Liberty di Casa Cambalache
22.30 @ Largo Marinai d’Italia 1,
Tel. 333.4711727
Che Bailarin
22.00 @ Via G.Watt 5, Tel. 334.9837399
Milonga Melograno
21.30-02.30 @ Via Novara 25,
CASTELLANZA (VA) Tel. 331.632105
COMoUNAvez
22.30-03.00 @ Via Parenzo 7,
Tel. 329.6541562
SABATO
Milano Milonga
21.30 @ Via Riva Di Trento 5,
Tel. 333.3749663
La Mariposa
22.00-02.00 @ Via Prandina 31,
Tel. 338.2877110
Milonga de Las Brujas
22.00 @ Via Granelli 1, c/o Il Maglio,
SESTO SAN GIOVANNI
Tel. 339.6819769
Milonga Melograno
21.30-02.30 @ Via Novara 25,
CASTELLANZA (VA) Tel. 331.632105
Milonga Dorada
22.00 @ Via Amendola 21,
Paderno Dugnano - Tel. 339.3810993
COMoUNAvez
22.30-03.00 @ Via Parenzo 7,
Tel. 329.6541562
DOMENICA
Milonga Shuheta
18.30 @ Via R. Livatino 8 - Melzo,
Tel. 333.4393430
Milonga del Treno
21.30 @ Via San Gregorio 46,
Tel. 02.6700479
Sentimento Gaucho
21.30 @ c/o Principe - Viale Jenner 67,
Tel. 02.69018437
Milonga Pensalobien
19.00 @ Via Tito Speri
ang. Via Maroncelli 8
Milonga La Viruta
21.30 @ Via F.lli Gracchi, 39
Cinisello Balsamo, Tel. 340.6053416
Milonga Dorada
21.00 @ Via Amendola 21,
Paderno Dugnano
Tel. 339.3810993
Milonga La Baldosa
21.00 @ Via Albano 1
Cesano Maderno
Tel. 348.2791077
Tutti i dati riportati sulla tango agenda sono stati forniti (aggiornati al trimestre
in corso) dai diretti interessati. I dati verranno ricompilati da capo dal prossimo
numero. Chi non aggiornerà i dati verrà cancellato. La redazione non è pertanto
responsabile di eventuali cambiamenti e/o inesattezze. Per inserire e/o modificare
i dati scrivere a [email protected]
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El tanguero n° 14 - aprile