06 Per un orientamento narrativo Federico Batini, Renato Zaccaria Il volume, edito per Franco Angeli nel 2000, è distribuito gratuitamente per concessione di Federico Batini (Proprietario dei diritti di edizione) Associazione Pratika Piazza Risorgimento 8, 52100 Arezzo tel 0575 380468 - mail [email protected] www.pratika.net www.pratika.net Pratika opera da quasi 10 anni nel settore della formazione e dell'orientamento. Ogni giorno il rinnovato entusiasmo che applichiamo nel nostro agire garantisce una elevata qualità negli interventi formativi costantemente evidenziata dalle valutazioni degli allievi dei corsi offerti. Pratika affianca alla coerente attività formativa una intensa attività di ricerca che garantisce rinnovamento, attualità e forza alle attività corsuali. Pratika nasce con lʼesigenza di un livello qualitativo più alto negli interventi di formazione, consulenza ed orientamento e nella ricerca sulla formazione e l'orientamento stessi. Pratika vuole condividere e divulgare le proprie esperienze, i propri metodi, i propri sogni, attraverso una denominazione che diventi sinonimo di garanzia, attenzione personale e risultati per l'utente finale PER UN ORIENTAMENTO NARRATIVO Autori e curatori: Federico Batini, Renato Zaccaria Contributi: Duccio Demetrio Collana: Scienze della formazione - Ricerche Argomenti: Psicologia dello sviluppo e dellʼeducazione - Formazione professionale e degli adulti Livello: Studi, ricerche Dati: pp. 208, 1a edizione 2000 Codice ISBN 10: 8846421906 Codice ISBN 13: 9788846421906 Editore: Franco Angeli, Milano - www.francoangeli.it In copertina: Fotolinguaggio Associazione Pratika Piazza Risorgimento 8, 52100 Arezzo tel 0575 380468 - mail [email protected] www.pratika.net La presentazione nel sito di Franco Angeli: Globalizzazione, nomadicità, un'epoca nella quale cambiamento, flessibilità e mobilità sono parole all'ordine del giorno, intorno alle quali si è costruita una nuova retorica della formazione e della professionalità. Il lavoro diventa "i lavori", le storie personali si intrecciano, si complicano, i riti di passaggio si sfaldano, si perdono i riferimenti certi. In un momento storico nel quale le conoscenze crescono su se stesse e si diffondono con velocità inaudita si impone una riflessione sulla propria identità: identità personale, professionale, formativa, sociale. Quale mezzo migliore della narrazione che costruisce significati e non li spiega? Gli interventi di orientamento hanno come obiettivo l'empowerment del soggetto, le metodologie sono molteplici, ma spesso non sono centrate sulla peculiarità individuale. Questo libro assume questa prospettiva: fare orientamento significa innanzitutto riflettere sulla propria identità, costruire significati, progettare progettandosi. L'orientamento non può più limitarsi ad un'ottica informativa, né ridursi ad una generica prospettiva attitudinale e/o motivazionale. Il testo si propone, nel quadro di una contestualizzazione teorica, di narrare alcune esperienze, di suggerire percorsi e materiali per l'utilizzo di una nuova metodologia di orientamento: l'orientamento narrativo che fa riferimento ai paradigmi della pedagogia narrativa, della riflessività e dell'autobiografia. Gli autori: Federico Batini, ricercatore di pedagogia sperimentale presso lʼUniversità di Perugia, direttore dellʼagenzia formativa Pratika e dellʼassociazione culturale Nausika. Presidente nazionale di COFIR, dirige la Rivista Focus on Lifelong, Lifewide Learning (Transeuropa). Fondatore della metodologia dellʼorientamento narrativo, ha curato con Renato Zaccaria, Per un orientamento narrativo (Franco Angeli 2000) e Foto dal futuro (Zona, 2002). Tra le ultime pubblicazioni sullʼorientamento: con G. Del Sarto, Narrazioni di narrazioni (Erickson 2005), Manuale per orientatori (Erickson 2005), con S. Giusti e G. Del Sarto, Narrazione e invenzione (Erickson 2007) con G. Del Sarto, Raccontare storie. Politiche del lavoro e orientamento narrativo (Carocci, 2007), con S. Giusti Lʼorientamento narrativo a scuola (Erickson 2008), con M. Gadotti, P. Mayo, P. Reggio, A. Surian, Competenze e diritto allʼapprendimento (Transeuropa, 2008) ha scritto LʼIsola Sconosciuta (Pensa, 2008), con A. Surian, Storientando (Pensa, 2008) e con Maria DʼAmbrosio, Riscrivere la dispersione (Liguori, 2008). Renato Zaccaria, psicologo, psicoterapeuta, già docente presso alcune Università italiane e statunitensi, già ispettore centrale del Ministero della Pubblica Istruzione, consulente Unesco per l'educazione degli adulti, direttore del Servizio orientamento. Attualmente svolge attività di consulente ed è direttore scientifico di molti progetti regionali, nazionali ed internazionali sull'orientamento. Ha diretto la "Rivista dell'Istruzione". Associazione Pratika Piazza Risorgimento 8, 52100 Arezzo tel 0575 380468 - mail [email protected] www.pratika.net INDICE DELLE USCITE Vincenzo Ceccarelli, Prefazione Annamaria Di Paolo, Introduzione 1° USCITA 20 01 10 Duccio Demetrio, Presentazione. Un libro per gli spazi discorsivi del conoscere e del conoscersi Federico Batini, Orientamento narrativo: ragioni di un percorso (Vite, luoghi, tempi; Come fosse una storia) 2° USCITA 04 02 10 Brunetto Salvarani, Quale racconto salverà il mondo? Sulla riscoperta della narrazione in un'epoca post-narrativa (Dall'uomo "animale narrante" alla crisi del narrare; La riscoperta del racconto in una "teologia narrativa"; Narrazione e identità: verso una pedagogia narrativa; Per concludere aprendo...: un appello e un augurio) Bruno Rossi, Identità ed orientamento. Proposte pedagogiche (Per un'identità progettata; Formazione identitaria e autoorientamento; Processi orientativi ed educazione alla progettualità) 3° USCITA 12 02 10 Federico Batini, Per un orientamento narrativo (Una nuova concezione di orientamento; Identità, narrazione, orientamento; Vite a posteriori; Comunità di apprendimento) Loretta Fabbri, Didattiche narrative per l'orientamento (Ricerca didattica e prospettive narrative; Orizzonti di Sé. Senso e significato dei processi formativi) Federico Batini, Orientamento, metacognizione, autoefficacia, narrazione 4° USCITA 18 02 10 5° USCITA 25 02 10 Andrea Fontana, Orientamento ed autobiografia (Autobiografia: una storia tra le storie; Atteggiamento autobiografico e orientamento; Intimità storica e autoorientamento: divenire soggetti della formazione; Autobiografia e orientamento: alcuni strumenti; Orientamento e bioriferimenti; Pedagogia del lavoro, autobiografia, orientamento; Conclusioni: homo cum sapiens) Renato Zaccaria, L'identità nel labirinto delle scienze dell'uomo (La consapevolezza identitaria; Il territorio dell'identità; Identità individuale e identità collettiva) Renato Zaccaria, Materiali per un orientamento narrativo 6° USCITA 04 03 10 Federico Batini, Orientamento narrativo: percorsi (Ermeneutica microbiografica; Uso e consumo: come utilizzare i materiali proposti; Attività di presentazione e/o introduzione; Percorsi) Federico Batini, Brunetto Salvarani, Sostare, perdersi, narrarsi Cecilia Batini , Orientamento narrativo: un approccio estetico. Associazione Pratika Piazza Risorgimento 8, 52100 Arezzo tel 0575 380468 - mail [email protected] www.pratika.net 2 Percorsi di orientamento narrativo di Federico Batini «Datemi una barca, disse lʼuomo. E voi a che scopo volete una barca, si può sapere, domandò il re. Per andare alla ricerca dellʼisola sconosciuta, rispose lʼuomo. Sciocchezze, isole sconosciute non ce ne sono più. Sono tutte sulle carte. Sulle carte geografiche ci sono soltanto le isole conosciute. E qual è questʼisola sconosciuta di cui volete andare in cerca. Se ve lo potessi dire allora non sarebbe sconosciuta1 .» 2.1 Ermeneutica microbiografica: il perché di un percorso Il percorso che ha portato alla redazione di questo libro è iniziato oltre due anni fa. Le motivazioni che lʼhanno mosso sono di natura varia. Partito in ambito scolastico è stato poi applicato a vari contesti ed in varie situazioni, da quelle scolastico curricolari (addirittura con esperti in affiancamento ai docenti in alcuni casi, nelle normali ore di lezione ed inserendo il lavoro sulla propria identità allʼinterno del curricolo e della programmazione specifica dellʼinsegnante coinvolto direttamente) alle richieste individuali di azioni di counseling, ai semplici colloqui di orientamento, ai numerosi lavori di gruppo di orientamento, a quelle aziendali. - - - - - Chi è l'Animatore di Comunità: E' una professionalità che opera nel settore della sanità e dell'assistenza sociale. Promuove lo sviluppo della crescita personale, dell'inserimento e della partecipazione sociale dei s o g g e t t i . D e fi n i s c e i n t e r v e n t i educativi, sociali e culturali rispondenti ai bisogni e promuove momenti di animazione, c o m u n i c a z i o n e i n te r p e r s o n a l e , dinamica di gruppo, attività ludiche. Opera assumendo le responsabilità connesse al ruolo tecnico che svolge, ivi compreso il proprio aggiornamento professionale. (dal sito della Regione Lʼintuizione che ciò che conta non è facilitare le scelte, ma mettere in condizione di scegliere e che questo processo passa soprattutto per un lavoro sullʼidentità e sul significato da attribuire Toscana) alle cose; la necessità di rispondere ad esigenze e Chiedici informazioni sul corso per richieste delle scuole e di altri enti, istituzioni, Animatore di comunità agenzie, aziende, singoli individui, sempre più pressanti in termini di orientamento; il bisogno, avvertito di utilizzare metodologie che riuscissero a coinvolgere e motivare i partecipanti rispondendo al tempo stesso ai bisogni emersi e facilitando lʼemersione dei bisogni latenti; lʼanalisi dellʼattuale struttura del mercato del lavoro, caratterizzata dal mutamento, da flessibilità ed opportunità, per il quale si ritiene maggiormente opportuno un empowerment del soggetto piuttosto che unʼazione di collocamento; la consapevolezza del bisogno di fondatezza culturale dellʼidentità, nel dissolversi di molte categorie classificatorie usate in passato per costruire la propria identità o per attribuirla. In unʼottica siffatta la proposizione di modelli culturali che contribuiscano alla creazione, 1. J. Saramago (1998), Il racconto dellʼisola sconosciuta, trad. it., Einaudi, Torino, p. 8. Associazione Pratika Piazza Risorgimento 8, 52100 Arezzo tel 0575 380468 - mail [email protected] www.pratika.net attraverso rielaborazioni personali, individuali, di senso e significato, al di fuori di ogni localismo ed integralismo risultava prioritaria. La sperimentazione, biennale, ha prodotto una serie di risultati che abbiamo analizzato tramite valutazioni di tipo quantitativo e qualitativo. Tralasciando gli aspetti meramente quantitativi (citiamo solo la percentuale di Per la sua flessibilità, “soddisfazione completa” rispetto al capacità di adattarsi ai percorso, nellʼordine del 92%, dove i diversi contesti e restanti si dichiarano “molto soddisfatti” per situazioni personali il 4% e con valutazione intermedia o di mettendo a fuoco la gradimento sufficiente per un ulteriore 3% complessità e la varietà di sfaccettature che e solo un 1% si distribuisce dai “non costituiscono la persona, l'Orientamento soddisfatti” ai “per nulla soddisfatti”), si Narrativo continua a essere, ad oggi, uno degli evidenziano alcune ricorsività nelle strumenti più innovativi e importanti nati e valutazioni degli utenti raggruppabili come sviluppati sul territorio nazionale. segue (abbiamo saccheggiato qualche Ogni biennio esperti nazionali e internazionali frase dalle valutazioni espresse nei vari intervengono in una due giorni che prevede gruppi, prendendo ciò che definiva meglio laboratori e tavole rotonde, formazione e le ricorsività maggiormente insistenti): confronto. -non credevo di “essere tutte queste cose”; -mi sono divertito/a molto; - mi conosco meglio, ho visto di me cose che non conoscevo, credo che mi saranno molto utili; - allʼinizio credevo che avrei capito quello che devo fare, invece ho capito qualcosa su me, e da dove comincia la strada, forse già questo è molto, per il resto debbo iniziare a percorrerla; - adesso so che lʼimportante è ciò che io sono, indipendentemente da quello che sto facendo in quel momento; - ci sono tante cose da dire, credo che alcune le capirò strada facendo… - mi rende felice sapere di potermi “dire” in maniera così varia, mi ha aiutato nei miei rapporti con gli altri; - le informazioni non sono nemmeno paragonabili al lavoro che abbiamo fatto qui, non capisco perché a scuola non si lavora così, è così semplice che sembra lʼuovo di colombo, “bastava pensarci”. «Mi sento come un fuoco che arde, un fuoco che a volte stenta, non riesce ad accendersi, ma che sa dare calore a chi lo circonda ed a chi ha freddo. Un fuoco con le sue mille lingue, che trema ad ogni piccolo soffio e rischia di spegnersi se il soffio diventa un vento impetuoso, tempesta. Allora posso trasformarmi in un fiume in piena che si abbatte su di uno scoglio che non riesce a superare. Ma è anche un fuoco che illumina la notte e dice che io ci sono, e sono qui. Grazie 2.» 2.2 Uso e consumo: come utilizzare i materiali proposti I materiali proposti in questa sezione del libro vogliono rispondere ad una duplice funzione: quella di “rendere conto” delle procedure e degli strumenti utilizzati nei percorsi già realizzati e 2. Dalla valutazione di una ragazza dellʼI.T.C. “Fraʼ Luca Pacioli” di Sansepolcro. Associazione Pratika Piazza Risorgimento 8, 52100 Arezzo tel 0575 380468 - mail [email protected] www.pratika.net soprattutto quello di costituire una specie di microrepertorio al quale attingere, ma soprattutto dal quale prendere spunto per la realizzazione di materiali simili o, per contrasto, molto diversi3 . Le buone pratiche vanno salvate e diffuse, come le buone storie, ciò che, non per merito nostro, ma per coincidenze o collaborazione di altri, ha funzionato, desideriamo condividerlo. Tra i criteri seguiti cʼè quello della molteplicità di mediatori, in effetti, conseguenza logica delle ricerche sulle peculiarità apprenditive ed intellettivo-rappresentazionali con le conclusioni raggiunte sui diversi stili cognitivi, le intelligenze multiple ecc. è, come insegna la didattica mediale, lʼutilizzo di mediatori non soltanto verbali o logico-verbali come i sistemi di istruzione formale, soprattutto italiani, hanno fatto, ed in alcuni casi continuano a fare, per moltissimo tempo. Una suddivisione degli stessi (attività e materiali) si è creduto potesse facilitarne la lettura, la consultazione e, perché no, lʼutilizzo. - Attività di presentazione - Percorsi brevi 2.3 Attività di presentazione e/o introduzione Le attività di presentazione e/o di introduzione rivestono nei percorsi di orientamento narrativo unʼimportanza fondamentale, debbono servire a creare un clima, un contesto, a “rompere il ghiaccio” e nello stesso tempo a dare unʼidea di come si articolerà il percorso tramite un “assaggio”, cosa che le varie presentazioni teoriche non potranno mai fare. Nello snodarsi dei vari progetti abbiamo infatti constatato come anche in sede, a volte formale, di presentazione del progetto, sia bene introdurre una piccolissima attività che consenta di esperire direttamente come potrebbe strutturarsi il percorso. Questo non togli ovviamente importanza alla presentazione delle finalità, degli obiettivi, delle metodologie, alla presentazione dei “perché e per come” e, visto che di percorsi narrativi si tratta, anche la morfogenesi del progetto. Se quindi anche in fase di scelta, di adesione possono rivelarsi utili attività come quelle qui suggerite, o simili, senza dubbio sono indispensabili nel primo incontro. Altro dato interessante è la possibilità di ripetere la stessa attività allʼinizio ed alla fine del progetto per Pratika si è specializzata nei corsi di offrire la possibilità ai conduttori di una forma ulteriore formazione legati a quelle professioni di valutazione dellʼefficacia e ai soggetti di verificare le che guardano alle relazioni umane. competenze acquisite in ordine alla narrazione di sé, la Ai corsi che ogni anno attiviamo: maggior (auspicandosi che sia così) consapevolezza Esperto consulente di orientamento e identitaria, la facilità con la quale viene svolta Tecnico qualificato per lʼanimazione unʼattività che allʼinizio poteva sembrare di comunità si affianca unʼintensa particolarmente difficile o inusuale. attività di ricerca in unʼottica di Si noterà come in queste micro-proposte oltre al empowerment dei soggetti coinvolti. momento analitico, alla riflessione, allʼindagine è Pratika mette a disposizione sempre presente lʼorizzonte, il varco del possibile, la numerose pubblicazioni e a queste si soglia di quello che sarà o potrebbe essere. Questa affiancano risorse gratuite disponibili dimensione è essenziale per la fase della sul nostro sito. progettazione, si ritiene, confermati dalle esperienze fatte in proposito, che debba essere presenta sin 3. Come repertori di attività, giochi e/o percorsi segnaliamo, tra gli altri i seguenti testi: D. Demetrio (1997), Il gioco della vita, Guerini e Associati, Milano; R. Mantegazza (1999), Un tempo per narrare, Emi, Bologna. Associazione Pratika Piazza Risorgimento 8, 52100 Arezzo tel 0575 380468 - mail [email protected] www.pratika.net dallʼinizio un varco, una soglia che guardi alla possibilità, indipendentemente dallʼetà del gruppo con il quale si lavora. [A] “I dieci perché” Quali sono le dieci domande che mi pongo più spesso riguardo a me ed alle mie relazioni con gli altri, al mio passato, al mio presente, al mio futuro? Uno stimolo dunque semplicissimo, ma che consente già un primo confronto. In questa sede è bene non essere troppo insistenti nella lettura in assemblea, è anzi bene, ricordiamoci che siamo al primo incontro, precisare sin dallʼinizio come la successiva lettura in assemblea di ciò che si è scritto, sia totalmente volontaria. La stessa attività può essere ripetuta, in gruppi o individualmente, alla fine del percorso per osservare (e fare osservare) la comparsa di eventuali modificazioni. [B] “Se fossi” Si articola la presentazione distribuendo un foglio nel quale ognuno dei partecipanti trova modalità di presentazione non ortodosse, alcune piuttosto strutturate o comunque ben definite, altre che lasciano ampio spazio alla creatività individuale, del tipo: - Sei un libro, raccontati e convincici a leggerti Sei un viaggio, se vuoi sei lʼultimo viaggio che hai fatto che ti è piaciuto, perché? Sei un tuo desiderio… Sei un animale, quale e perché? Sei una stagione, quale e perché? Sei una canzone quale e perché? Sei una giornata … Sei un quadro, quale e perché? Sei ciò che ami di più, presentati. Sei una serata a teatro, al cinema, a… Sei un film, quale e perché? Sei un tuo ricordo… Sei quello che sarai tra dieci anni, presentati. Sei precisamente come vorresti essere. Sei una favola… Sei un tuo antenato… Sei un tuo discendente… Sei… I partecipanti comunicano la propria scelta e fanno la propria presentazione, solitamente questo momento comporta anche una certa dose di ilarità che favorisce la creazione di un clima adeguato. Si può anche chiedere di iniziare la presentazione senza rivelare quale alternativa si è scelta e chiedere, una volta terminata la presentazione, agli altri partecipanti di indovinare, per aggiungere un poʼ di giocosità in più, ma non è questʼultima una componente fondamentale. Ovviamente se ne possono inventare centinaia, e queste sono infatti solo alcune delle molte che abbiamo utilizzato, nel foglio di alternative è però bene inserirne non più di venti – trenta per non creare troppi imbarazzi nella scelta. Bisogna ricordare prima di iniziare con le presentazioni, dopo aver lasciato qualche minuto per scegliere ed iniziare, che occorre impersonarsi davvero nella presentazione, quindi parleremo così: Associazione Pratika Piazza Risorgimento 8, 52100 Arezzo tel 0575 380468 - mail [email protected] www.pratika.net Anche il/i conduttori debbono partecipare4. Eʼ comunque bene lasciare sempre anche alternative molto semplici per non mettere in difficoltà nessuno ed unʼalternativa completamente aperta, come lʼultimo esempio. In gruppi che hanno già un buon livello di confidenza e di conoscenza reciproca questʼesercizio può essere fatto anche con “doppio compito” cioè quello di scegliere una modalità per sé ed una per il vicino che sta alla propria destra (ovviamente motivando la scelta). [C] “Il portafoglio” Questʼattività è stata creata in situazione. Lavorando con un gruppo di apprendisti5 ai quali dovevo far creare una specie di libretto delle competenze. Il primo tentativo di scrivere, per inserirla allʼinizio del libretto, una presentazione personale, aveva suscitato, nella quasi totalità dei presenti un grado di resistenza e difficoltà molto grande, verbalizzata, in alcuni casi anche con esplicite manifestazioni di ostilità. Mentre cercavo, vanamente, di spiegare, teoricamente, come vi fossero moltissimi modi per presentarsi, per parlare di sé e leggevo negli sguardi la sensazione fortissima di noia, mi venne unʼidea. Interruppi nel bel mezzo la mia spiegazione ed esclamai: “Aspettate!” Misi in mezzo al ferro di cavallo che avevamo formato con i tavoli, ai quali erano seduti i ragazzi e le ragazze, un ulteriore tavolino, mi misi dietro al tavolino e tirai fuori il mio portafoglio. Notai che il livello di attenzione era aumentato notevolmente. Senza dare nessuna spiegazione ulteriore iniziai a svuotarlo ed a spiegare le varie cose che ne estraevo ed il significato che avevano per me, alcune poggiandole sul tavolino, altre facendole girare: foto, lettere, multe vecchie conservate, indirizzi, tessere di supermercati, di associazioni e club, patente, biglietti da visita… In pochi minuti sapevano di me moltissime cose, davano interpretazioni, facevano domande… Ogni mia ulteriore spiegazione sarebbe stata, a quel punto, ridondante, già i ragazzi stavano tirando fuori i loro portafogli e in tutta lʼaula passavano in giro piccoli oggetti di ogni tipo. Successivamente passare alla scrittura non comportò alcuna difficoltà. Beʼ raccontando come è nata, mi accorgo di aver già spiegato come può svolgersi unʼattività di questo tipo. Ovviamente questo può servire da spunto per creare altre attività del genere; varianti possibili si possono costruire facilmente utilizzando qualsiasi oggetto che possa essere spunto o mezzo per la presentazione di sé: la carta di identità metaforica ne può essere un esempio… [D] “Avvertenze e modalità dʼuso” Uno stimolo molto semplice, ma, generalmente, efficace è quello di chiedere di compilare un foglietto di istruzioni su se stessi, come quei foglietti che si trovano nelle medicine. Alcune delle voci possono essere utilizzate lasciandole proprio come sono: composizione, posologia, interazioni, precauzioni… Lʼattività offre lʼoccasione di un approccio ironico e non aggressivo. Una variante può essere la “ricetta”, attività nella quale si chiede ad ognuno di descrivere la ricetta tramite la quale si potrebbe “cucinare” il piatto che egli è. 4. Il problema della doppia conduzione non è stato per i progetti da noi condotti irrilevante, laddove vi erano le condizioni materiali (gruppo superiore alla decina di persone per non far prevalere troppo i conduttori, disponibilità economica, buona raggiungibilità della sede…) infatti abbiamo preferito la doppia conduzione che ha consentito una narrazione intrinseca alla conduzione, facilitante per il gruppo e per i conduttori stessi che riuscivano ad interagire in maniera dialogica tra loro e con il gruppo oltre ad avere unʼosservazione privilegiata. 5. Il riferimento è ad un Corso per apprendisti svoltosi a S. Giovanni Valdarno (AR) nel 1999/2000, gestito dallʼagenzia formativa SMILE Toscana. Associazione Pratika Piazza Risorgimento 8, 52100 Arezzo tel 0575 380468 - mail [email protected] www.pratika.net [E] “Oggetti significativi” Questa attività è stata sperimentata in più versioni. Le principali sono due: nella prima si utilizza come modalità di presentazione chiedendo quali sono gli oggetti che ci descrivono meglio (ci si può riferire ad oggetti che possediamo o ad oggetti utilizzati metaforicamente per raccontarsi, per descrivere la propria identità), ma si può anche chiedere la lista degli oggetti, ponendo un tetto Pratika si è specializzata nei corsi di numerico massimo, che per nessun motivo al mondo formazione legati a quelle professioni lasceremmo se dovessimo partire per sempre (o che guardano alle relazioni umane. andare su unʼisola deserta); nella seconda versione, Ai corsi che ogni anno attiviamo: utilizzata in fase conclusiva del percorso si chiede di Esperto consulente di orientamento e portare, fisicamente, tre nostri oggetti che, secondo Tecnico qualificato per lʼanimazione noi, sono i maggiormente significativi riguardo ai tre di comunità si affianca unʼintensa tempi: passato, presente, futuro (ovviamente per attività di ricerca in unʼottica di quello che riguarda il futuro lʼoggetto può anche essere empowerment dei soggetti coinvolti. soltanto descritto, disegnato o altro…) Pratika mette a disposizione numerose pubblicazioni e a queste si [F] “Una foto del futuro” affiancano risorse gratuite disponibili Unʼaltra modalità di presentazione, utilizzabile sul nostro sito. anche in fase di percorso, può essere quella di fare una foto al nostro futuro. Si danno cioè alcuni minuti per pensare e poi si chiede di descriversi in unʼimmagine tra dieci anni, come se guardassimo una foto. La nostra identità infatti, come sostiene anche Zaccaria nel suo contributo, può essere maggiormente definita da quelle che sono le nostre aspirazioni, da ciò che vorremmo e vorremo essere piuttosto che da ciò che siamo attualmente. [G] “Il re del mondo” Anche questo stimolo è molto semplice, ci si presenta dicendoci le cinque cose che farebbe tra le prime se fosse il re del mondo, con potere assoluto e assoluta disponibilità temporale, economica… nessun limite insomma. [H] “Specialità e disastri” Ci si presenta dicendo quali sono le due cose che veramente sappiamo fare molto bene, dandone anche una valutazione in termini di soddisfazione (cioè si tratta di cose che ci piacciono o no? Sono conosciute, riconosciute dagli altri? Ci servono? Ci procurano gioia?) e la stessa cosa la facciamo relativamente a due cose che proprio ameremmo saper fare, ma relativamente alle quali siamo, o ci riteniamo, veri e propri disastri6. 2.4 Percorsi 6. Si ricevono, con piacere, attività di presentazione e o di altro genere che sperimentate hanno funzionato, esse saranno raccolte, indicando sempre lʼautore. Associazione Pratika Piazza Risorgimento 8, 52100 Arezzo tel 0575 380468 - mail [email protected] www.pratika.net «Riscoprire attraverso la narrazione le proprie radici e i propri tratti distintivi, consapevoli del fatto che non può sorgere la domanda “Chi sei tu?” in chi non abbia le strutture mentali e materiali per poter almeno abbozzare una risposta alla questione “Chi sono io?” 7.» Percorsi composti da una serie di input, m o m e n t i d i r i fl e s s i o n e , e p o i d i s t i m o l o allʼautoproduzione creativa o semplicemente diaristica, personale o in gruppo sul passato, sul presente e sul futuro attraverso metafore “narrative” possono moltiplicare i propri significati, ne proponiamo due. 2.4.1. Sostare, perdersi, narrarsi8 di Federico Batini, Brunetto Salvarani Questo percorso è composto, prevalentemente, da stimoli, dopo ognuno di essi, somministrati in assemblea o a gruppi, in alcuni casi persino individualmente possono seguire momenti di riflessione, momenti di produzione libera, di scrittura creativa, oppure attività maggiormente strutturate tramite schede, videocamera, colori o altri materiali. Chi è il Consulente di Orientamento: E' una professionalità che opera nel settore dei servizi di ricerca, selezione e fornitura di personale. Interviene a supporto dei processi decisionali nelle scelte scolastico-formative e nella maturazione di progetti professionali verso o sul lavoro. Rielabora le storie formative/lavorative personali e prefigura le traiettorie di sviluppo secondo le opportunità lavorative e coerenti con l'identità del soggetto. Svolge il counselling orientativo, bilancio di competenze e counselling di carriera. (dal sito della Regione Toscana) Chiedici informazioni sul corso per Esperto consulente di orientamento SOSTARE: le storie della Memoria → educare alla ricerca di radici; Figura esemplare: Primo Levi (1919 – 1987) Lʼimportanza oggi di prendere una pausa, di fermarsi, di concedersi una “tregua”, di fronte allʼomologazione totalizzante; la possibilità di riprendere ad “ascoltare” lʼaltro, di rivalutare il tempo dellʼattesa… Eʼ lʼunico modo autentico, probabilmente, per “educare alla memoria”! Assumiamo, come figura esemplare del sostare, lo scrittore ebreo piemontese Primo Levi9 : deportato ad Auschwitz ed ivi “costretto a sostare” riflettendo sulla propria condizione di ebreo (Se questo è un uomo) casualmente “salvato” contro la maggioranza dei “sommersi” (I sommersi e i salvati), fermamente deciso ad accettare fino in fondo le proprie radici umane e culturali, intendendo la memoria come ricerca di sé (La ricerca delle radici), disposto a prendere sul serio ogni realtà, ogni situazione, ogni brandello di umanità esaltando il valore della laicità (Il sistema periodico, Lʼaltrui mestiere). Si Noti come la capacità di “sostare” e di “porsi in attesa” costituisca una virtù storicamente caratteristica peculiarmente della comunità ebraica, che durante la sua 7. R. Mantegazza (1998), Un tempo per narrare, cit., p. 11. 8. Si veda, per una introduzione maggiormente compiuta a questo percorso: F. Batini, B. Salvarani (1999), “La pedagogia della narrazione come strumento formativo”, in: Rivista dellʼIstruzione, 6: 769-783. 9. Ovviamente (per questa come per le altre) si tratta di scelta arbitraria che può essere sostituita da altre figure ritenute maggiormente adatte. Associazione Pratika Piazza Risorgimento 8, 52100 Arezzo tel 0575 380468 - mail [email protected] www.pratika.net bimillenaria diaspora ha dovuto apprenderla abbondantemente (cfr. poesia Pasqua nella raccolta Ad ora incerta)10. La memoria si giova particolarmente della narrazione, contro ogni presunzione di verità, di dogma storico «la comprensione, a differenza della spiegazione, non esercita nessun diritto di prelazione: unʼinterpretazione narrativa della decadenza di Roma non ne preclude altre. Né lʼinterpretazione di una particolare narrazione esclude altre interpretazioni. Perché le storie e le loro interpretazioni trattano i significati, e i significati sono intransigentemente multipli: la regola è la polisemia11 .» Stimoli “altri” utilizzabili: Lʼamico ritrovato di Fred Hulman (del quale è disponibile anche una versione cinematografica accattivante); Le confessioni di un malandrino, canzone di Angelo Branduardi dalla raccolta eponima; Utopia di un uomo che è stanco di Jorge Luis Borges (racconto incluso nella raccolta Venticinque agosto 1983 e altri racconti inediti12 ), fumetti di Andrea Pazienza (particolarmente Aficionados e Pompeo13); scelta di poesie dalla produzione di Giorgio Caproni14 , si consiglia di utilizzare particolarmente le raccolte Il seme del piangere e Il Franco cacciatore; … PERDERSI: le storie dellʼOggi → educare al rapporto con lʼaltro, che inevitabilmente mi plasma; Figura esemplare: Fabrizio de André (1940 – 1999). Lʼimportanza oggi di “smarrirsi”, di accettare lo smarrimento ed il dubbio, lʼavventura rischiosa e lʼerranza, lʼapertura al mistero, la virtù della leggerezza; il coraggio e persino il valore intrinsecamente etico di rifiutare la sottomissione alle “leggi del branco”. Eʼ lʼunico modo per “educare allʼidentità”, specchiarsi nellʼaltro per ritrovarsi maggiormente in profondità. «Se volessi scegliere un simbolo augurale per lʼaffacciarsi del nuovo millennio, sceglierei questo: lʼagile salto improvviso del poeta filosofo che si solleva sulla pesantezza del mondo, dimostrando che la sua gravità contiene il segreto della leggerezza, mentre quella che molti credono essere la vitalità dei tempi, rumorosa, aggressiva, scalpitante e rombante, appartiene al regno della morte, come un cimitero dʼautomobili arrugginite15.» Assumiamo come figura esemplare del “perdersi” il cantautore e poeta Fabrizio de André: in particolare per la sua straordinaria capacità di “perdersi” nelle vicende e nei volti altrui per ritrovarsi diversi (tra i mille esempi citiamo: La canzone di Marinella, La ballata del Miché, Il pescatore, Un matto, Andrea, Quello che non ho, Korakané…) per la sua disponibilità a cogliere lʼimportanza della materialità delle cose della vita ed una sorta di “santità” delle passioni (citiamo i versi di Via del Campo: «Dai diamanti non nasce niente / dal letame nascono i fior» e ricordiamo anche la 10. Bibliografia minima di riferimento per il “sostare”: G Grassano (1981), Primo Levi, La Nuova Italia, Firenze; P. Levi – T. Regge (1984), Dialogo, Edizioni di Comunità, Milano (nuova edizione: (1987), Einaudi, Torino.); F. Camon (a cura di, 1984), Autoritratto di Primo Levi, Edizioni Nord –Est, Milano; P. Levi (1987-1990, 3 volumi), Opera Omnia, Einaudi, Torino; M. Belpoliti (1997, a cura di), Conversazioni e interviste 1963-1987, Einaudi, Torino; B. Salvarani (1997), “La laicità radicale di Primo Levi”, in: B. Salvarani, Le storie di Dio. Dal grande codice alla teologia narrativa, EMI, Bologna; Annualità completa 1994/95 di CEM Mondialità: Sulle strade del desiderio. Sostare, perdersi, narrare, Brescia. 11. J. Bruner (1997), La cultura dellʼeducazione, Feltrinelli, Milano, p.103. 12. J. L. Borges (1990), Venticinque Agosto 1983 e altri racconti inediti, Oscar Mondadori, Milano. 13. A. Pazienza (1987), Pompeo, Editori del Grifo, Montepulciano (SI).; A. Pazienza (1993), Aficionados, Editori del Grifo, Montepulciano (SI). 14. G. Caproni (1989), Poesie 1932-1986, Garzanti, Milano. 15. I. Calvino (1988), Lezioni Americane, Garzanti, Milano, p. 13. Associazione Pratika Piazza Risorgimento 8, 52100 Arezzo tel 0575 380468 - mail [email protected] www.pratika.net canzone Bocca di rosa), per la radicale solidarietà con gli emarginati di ogni tipo, con coloro che non si dispongono a sottostare alle “leggi del branco”, con chi «viaggia in direzione ostinata e contraria/ col suo marchio speciale di speciale disperazione/ e tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi/ per consegnare alla morte una goccia di splendore/ di umanità, di verità16.» Si pensi anche allʼampio spettro linguistico cui de André ricorre, dal genovese al logudorese, dal portoghese al napoletano, dal latino allʼitaliano medievale, che conferma emblematicamente lʼapertura alla cultura altrui nei suoi mezzi espressivi fondamentali17 . Le storie dellʼoggi hanno inevitabilmente a che fare con il Senso, rispondono alle annoiate (in quanto ormai Il testo si troppo ripetute) domande del “che cosa faccio qui?” e r i v o l g e del “che senso ha tutto questo?”. In questa direzione di principalmente riflessione il rapporto con lʼaltro assolve ad una duplice agli operatori importantissima funzione: quella di proporre del settore che conoscenza come antidoto al mistero, allʼignoranza ed s t a n n o alla paura dellʼaltro (secondo la ben nota riflessione di completando Tzvetan Todorov) e quella di plasmare lʼidea della la propria storia personale, della costruzione della conoscenza formazione o come percorso peculiare e personalissimo. «Se che vogliono lʼinformazione fosse conoscenza, il WEB sarebbe la avere un caverna di Alì Babà per chi vuol imparare. Non è così. q u a d r o Perché mai? Perché …“Le risposte” …”devono essere sistematico e costruite, sono una sintesi a cui si arriva usando ogni riassuntivo degli «strumenti del tipo di risorse”. Esse non possono essere prese già mestiere». pronte nelle pagine del WEB. La conoscenza è unʼavventura personale, unʼesplorazione guidata dagli Manuale per orientatori, Batini, scopi delle persone… 18.» Erickson Editore, Trento, 2005. La tradizione millenaria indiana insegna dʼaltro canto come la risposta alla domanda sul proprio presente sul “chi sono” possa trovarsi nella “dilatazione della coscienza”, senza giungere a meditazioni di tipo religioso ci sembra comunque che il confronto con lʼalterità possa, in termini di analogia o di opposizione (in senso neutro non oppositivo) costituire un valido complemento al processo di costruzione dellʼidentità19 . NARRARE: le storie del Progetto → educare al sogno, alla fantasia, alla progettualità; Figura esemplare: Dylan Dog (1953 – “vivente”). 16. Da “Smisurata Preghiera”, in: Anime Salve. Si ricordino inoltre la straordinaria rilettura “anarchica” de La buona novella, e quella, personalissima, dellʼAntologia di Spoon River, di Edgar Lee Master in Non al denaro, non allʼamore né al cielo… 17. Bibliografia minima di riferimento per il “perdersi”: L. Granetto (1978, a cura di), Canzoni di Fabrizio de André, Lato Side Edizioni, Roma; C. G. Romana (1991), Amico fragile, Sperling & Kupfer, Milano; D. Fasoli (1995), Fabrizio de André. La cattiva strada da Carlo Martello a don Raffaé, Edizioni Associate, Roma; A. Gennari, F. de André (1996), Un destino ridicolo, Einaudi, Torino; A.A.V.V. (1997), Fabrizio de André. Accordi eretici, Euresis, Milano. 18. G. Mantovani (1998), Lʼelefante invisibile, Giunti, Firenze, p. 175. 19. Lʼatteggiamento empatico è un esempio molto pratico e quotidiano o quasi di come lʼaccoglienza di informazioni e “storie” relative allʼesperienza altrui possa costituire una espansione della propria identità. Associazione Pratika Piazza Risorgimento 8, 52100 Arezzo tel 0575 380468 - mail [email protected] www.pratika.net Lʼimportanza oggi di recuperare la capacità di “scambiarsi esperienze”, di dare voce ai piccoli ed agli oppressi, di proclamare, contro gli iperrealisti della globalizzazione imperante, i sacrosanti diritti del sogno e del fantastico, di recuperare le dimensioni del pensiero mitico e simbolico… Eʼ lʼunico modo per “educare al progetto”, ed al novum! Assumiamo “lʼindagatore dellʼincubo” creato dalla fantasia di Tiziano Sclavi per lʼeditore Sergio Bonelli, Dylan Dog, come figura esemplare del “narrare”: un antieroe del fumetto che ha saputo felicemente intercettare con “leggerezza” lʼodierno bisogno di narratività così sentito (e spesso così frustrato) nelle generazioni più giovani. «Le sue storie seguono solenni itinerari, oppure percorrono strade meschine, vanno a passeggio con Dante Alighieri ed ammiccano nel contempo a Paperino. Il risultato è un tessuto narrativo che sembra essere anche ritornato alle origini del racconto e, nello scenario metropolitano, nellʼimmaginario urbano e multimediale, Dylan Dog può anche risultare il più efficace sostituto degli antichi narratori dei caravan-serragli20 .» «Ormai ho imparato che non bisogna cercare il senso di qualcosa… -ammette emblematicamente Dylan Dog tra sé e sé- le cose esistono e basta, anche quelle inesistenti.» Perennemente a metà strada fra un “ghostbuster” ed un Philip Marlowe, Dylan Dog si trova regolarmente a che fare con gli abitanti di quella “soglia” che il critico letterario Tzvetan Todorov, nel suo saggio su La letteratura fantastica, descriveva come il luogo attraverso cui il soprannaturale e lʼimpossibile irrompono nella realtà del quotidiano, giungendo a distruggere lʼordine, solo apparentemente razionale, e la coerenza. Nella sua sceneggiatura Sclavi ricorre frequentemente alla sovrapposizione fra fabula ed “intreccio”, allʼuso del flash back ed allʼimmissione del sogno e del fantastico, spesso indistinguibili dalla realtà: ne risulta una sorta di “straniamento continuo”, di affascinante spaesamento, dovuto anche alla costante commistione tra elementi horror, talora addirittura splatter, ed elementi ludici, realistici ed onirici, in un susseguirsi di contaminazioni tra cultura “alta” e cultura “bassa”. Temi come: lʼaltrove, lʼallorquando, il rapporto complesso con la figura paterna assente o ambiguamente presente, la normalità borghese come “lʼinferno del quotidiano”, la capacità di vedere al di là della diversità psicofisica, il rapporto complesso e non risolto con la figura femminile, il tema del suicidio, la “fine dellʼadolescenza”… ed altri ancora risultano trattati più volte, il tutto sdrammatizzato continuamente dalla figura di Groucho (reincarnazione del maggiore dei Fratelli Marx) assistente logorroico che con battute, giochi di parole, calembours, tinge di ironia (percezione del limite) il mistero, il cupo e la serietà di molte vicende. In uno slogan: le narrazioni dylandoghiane sono, o possono risultare, “narrazioni terapeutiche21 .” c-bis) Figura esemplare: Calvin ed Hobbes (con un poʼ di sana ironia…); → Guardiamo: Alcune striscie 20. A. Faeti (1993), “Tra Dante e Paperino”, in Videonews, n. 5: 7. 21. Bibliografia minima di riferimento per il “narrare”: M. Masiero (1990), Raccontare Dylan Dog, Alessandro Distribuzioni, Bologna; A. Faeti (1992), “Diventare maturi senza trasformarsi in adulti”, in: Corriere della Sera (17/6/1992), p. 19; G. Origa (1993), I mondi di Dylan Dog, Unilito, Milano; E. Beseghi, A. Faeti (1993, a cura di), La scala a chioccciola, La Nuova Italia, Firenze; A. Nanni (1995), “Narrare, educare, sedurre”, in: A.A.V.V., Sulle strade del desiderio, Atti del 33° Convegno Nazionale CEM, CEM Mondialità, Brescia, pp. 7-11; R. Mantegazza, B. Salvarani (1998), Disturbo se fumetto? Dylan Dog e Martin Mystère, Tex Willer e Nathan Never, ipotesi per un uso “politicamente corretto”, Unicopli, Milano; G. M. Contro (1998), Il Mercato del terrore, Feltrinelli, Milano. Associazione Pratika Piazza Risorgimento 8, 52100 Arezzo tel 0575 380468 - mail [email protected] www.pratika.net Lʼimportanza oggi di recuperare la capacità di “ridere di sé”, di dare voce ai piccoli ed Per la sua flessibilità, allʼironia, alle domande grandi, ai perché, capacità di adattarsi ai alle domande sul senso, alle domande diversi contesti e inutili. Lo spazio del sogno contro lo spazio situazioni personali del bisogno da soddisfare subito, mettendo a fuoco la mercificato. complessità e la varietà di sfaccettature che Calvin ed Hobbes rappresentano lʼirruzione costituiscono la persona, l'Orientamento della fantasia, del progetto, nel quotidiano, Narrativo continua a essere, ad oggi, uno degli rappresentano la visione, la capacità di strumenti più innovativi e importanti nati e vedere oltre le apparenze ed i limiti sviluppati sul territorio nazionale. dellʼoggi. Ogni biennio esperti nazionali e internazionali Calvin è lʼunico in grado di vedere la tigre intervengono in una due giorni che prevede di pezza animarsi e questo gli permette di laboratori e tavole rotonde, formazione e costruirsi unʼesistenza, un non-luogo nel confronto. quale i suoi sogni e progetti hanno spazio agevole per costruirsi, Calvin tramite il dialogo con Hobbes, lʼamico immaginario dialoga con se stesso, costruisce significati e spiegazioni, costruisce una propria visione del mondo, fa centinaia e centinaia di progetti, impara a ridere di sé e a deridere il mondo degli adulti che si prendono troppo sul serio. La costanza di aspetti della realtà pone in effetti le basi per la costruzione di unʼinvarianza che abbiamo detto essere la sostanza dellʼidentità, pure «il sentimento di identità può andare incontro a evidenti modificazioni e a contrazioni o espansioni. Se cambiano i sostegni della stabilizzazione cambia anche il senso dellʼio, il sentimento della sua identità22 .» Il rischio che si pone oltre a quello, già avvertito, della mancanza di riferimenti per la costruzione di un identità è quello della eccessiva fissazione in un ruolo, la costruzione di un identità rigida (a scopo difensivo?), ancorata in una posizione socialmente definita o definibile, appartenente ad un gruppo con regole nette23… La narrazione del possibile, del progetto, del sogno e della fantasia offre una dimensione di “incertezza a basso rischio” che non può che favorire la capacità di stare in un mondo a tale livello di mutevolezza, con lʼaugurio di riuscire a realizzare ciò che può sembrare un ossimoro: un identità forte ed aperta. 2.4.2 Un percorso curricolare per la scuola Questo percorso è stato sperimentato in classi iniziali della Scuola Media superiore in modalità curricolare, legandolo allʼimpianto di programmazione dellʼinsegnante di materie letterarie. Il progetto si svolgeva nelle ore mattuttine, in compresenza con lʼinsegnante coinvolto, e la partecipazione dei ragazzi, nonostante la giovane età è stata fortissima. Visto il collegamento con il curricolo e con la programmazione dellʼinsegnante si rende necessaria una micro-progettazione in collaborazione con lʼinsegnante stesso: ogni classe avrà quindi un percorso a sé. Oltre ai guadagni in termini identitari si è osservato un miglioramento delle 22. R. Venturini (1995), Coscienza e cambiamento, Cittadella editrice, Assisi, p. 198. 23 Notiamo parenteticamente che forse proprio nella funzione di rassicurazione identitaria (identità in quanto appartenenza ad un sistema di regole ed in opposizione del tipo noi-mondo) va ricercata la motivazione del successo delle sette e delle nuove religioni. Associazione Pratika Piazza Risorgimento 8, 52100 Arezzo tel 0575 380468 - mail [email protected] www.pratika.net competenze narrative e di verbalizzazione dopo il progetto. Competenze progettuali e di utilizzo delle metodologie narrative sono in parte state trasferite agli insegnanti coinvolti. Allo svolgimento del progetto vero e proprio è seguita una fase laboratoriale tramite la quale i ragazzi Chi è il Consulente di hanno potuto costruire delle produzioni che Orientamento: E' una professionalità raccontassero la propria identità emulando alcune che opera nel settore dei servizi di delle modalità proposte (sia come metodo, come ricerca, selezione e fornitura di riflessioni, come contenuti, sia, soprattutto come personale. Interviene a supporto dei processi, come mediatori utilizzati) tramite gli stimoli processi decisionali nelle scelte oppure creandone di nuovi. Si è molto insistito scolastico-formative e nella sullʼaspetto della libertà assoluta e della non maturazione di progetti professionali valutazione delle “produzioni” finali e questo ha verso o sul lavoro. Rielabora le storie consentito, insieme ad una molteplicità di esempi e formative/lavorative personali e spunti di riflessione, la liberazione della creatività. prefigura le traiettorie di sviluppo I materiali così prodotti sono poi stati raccolti, secondo le opportunità lavorative e assieme a quelli di tutti i progetti svolti, in una mostra coerenti con l'identità del soggetto. allʼinterno della quale è stato effettuato anche un Svolge il counselling orientativo, convegno su questo tema ed è stato presentato questo bilancio di competenze e counselling testo. di carriera. (dal sito della Regione Toscana) Il progetto si centra sul percorso “La metamorfosi” Chiedici informazioni sul corso per adottando una traccia proposta dal libro di testo, la Esperto consulente di orientamento traccia sarà ripercorsa inquadrando il tema allʼinterno di un progetto che situi i tre momenti: passato, presente e futuro. La finalità del progetto è quello di promuovere lʼuso della narrazione come autoanalisi identitaria tramite processi di immedesimazione e confronto, utilizzando un percorso strettamente legato a quello curricolare ed ottenendo di conseguenza anche risultati sul piano dellʼapprendimento, sia al livello di processi che a quello di contenuti (in ottica interdisciplinare con prevalente interesse delle materie letterarie). Si è pensato ad un percorso di questo tipo: Introduzione: Letture e commento del brano tratto da Dr. Jackill e Mr. Hyde. Riflessione con produzione individuale di brevi scritture sul tema. Lettura e commento di un brano tratto da “Uno, nessuno e centomila” di L. Pirandello. Ascolto della canzone “Quello che non ho” di F. De Andreʼ. Il passato: 4 dicembre: Lettura e commento del mito di Narciso dalle Metamorfosi di Ovidio. Lavoro a piccoli gruppi con scheda legata alla “memoria”. Lettura e commento di “Il gatto” da “Lʼinventore dei sogni” di Ian MCEwan. Rilettura in funzione dellʼidentità passata in assemblea. Terzo incontro: Conclusione del percorso precedente tramite presentazione di un oggetto che appartiene al passato al quale si è legati (narrare la memoria attraverso quello che ci è caro, il “compito è stato assegnato la volta precedente). Il presente: il contrappasso dantesco e la pena dei suicidi, lettura e commento (legame tra passato e presente nel tema della metamorfosi). Lettura e commento di “Non chiederci la parola” di Montale. Brainstorming. Ascolto di “Ho perso le parole” e“Freccia” dalla colonna sonora del film Radiofreccia di Luciano Ligabue. Compito assegnato: lettura de “Il rinoceronte” di Ionesco o “Narciso e Boccadoro” di Herman Hesse, o”Non ora, non qui” di Erri De Luca, con produzione di materiali di autoriflessione. Associazione Pratika Piazza Risorgimento 8, 52100 Arezzo tel 0575 380468 - mail [email protected] www.pratika.net Il futuro: visione del film: “I 400 COLPI” di François Truffaut. Prime indicazioni sulla produzione definitiva Ognuno, dei materiali. g r a z i e Un altro modo di raccontarsi: visione di diapositive di a l l ʼoculata storia dellʼarte significative per i passaggi dal realismo, gestione delle allʼimpressionismo, fino allʼarte contemporanea. p r o p r i e Identità dellʼartista: immagine della realtà che cambia. narrazioni Il percorso si conclude con Duchamps, con la firma quotidiane e che rende un oggetto comune unʼopera dʼarte, grazie a affermazione massima dellʼidentità dellʼartista. La s p e c i fi c i prima visione delle diapositive viene fatta chiedendo i n t e r v e n t i semplicemente ai partecipanti di rintracciare i segni formativi, può dellʼidentità dellʼartista, come si esprime nelle sviluppare la figurazioni pittoriche. In una seconda visione si rende capacità di poi conto del percorso storico dei movimenti, tra otto e scegliere e di novecento, e delle varie rotture formali e della gestire le proprie scelte. concezione artistica per evidenziare come esistano passaggi fondamentali attraverso i quali lʼidentità Le storie siamo noi, Batini, Giusti, professionale si costruisce, individualmente e Jedlowski, Mantovani, Scarpa, socialmente. Smorti, Liguori Editore, Napoli, 2009. Unʼaltra possibilità, già ampiamente indagata, è quella di lavorare con una serie di ritratti ed autoritratti. Incontro conclusivo: conclusione, risistemazione dei materiali, valutazione dellʼesperienza, ipotesi per la mostra e per i laboratori. Ipotesi di prosecuzione di lavoro con la sola presenza dellʼinsegnante (ad esempio con la prosecuzione della trilogia di Truffaut). Associazione Pratika Piazza Risorgimento 8, 52100 Arezzo tel 0575 380468 - mail [email protected] www.pratika.net 3. Orientamento narrativo: un approccio estetico di Cecilia Batini «Il gesto creativo di un artista sarà un segnale per riguardare la nostra esistenza e farci vedere cose ormai dimenticate24.» Lʼassunto è questo: raccontare qualcosa è comunque, in certo modo, raccontarsi. Eʼ il gioco metaletterario che ha caratterizzato da sempre le più semplici e le più ardite invenzioni letterarie, ma anche artistiche nel senso stretto del termine, ognuna delle quali, è noto, ha un personale linguaggio con cui lʼautore, sia esso pittore, scultore o architetto, modella a suo piacere il proprio manufatto; ed a questʼarte gli storici, dellʼarte come di ogni altra disciplina, ma anche lʼosservatore da essi guidato riescono di volta in volta a ricavare un più o meno accentuato approccio con la società, ma anche, più da vicino, con lʼinteriorità fino a volte a carpire lo stato dʼanimo puntuale dellʼartista. In tal senso quindi lʼarte «comincia ad avere senso quando viene concepita come il tentativo più radicale di comprendere il significato della nostra esistenza mediante le forme, e i colori, e i movimenti che il senso della vista coglie e interpreta25.» A tal proposito non si può fare a meno di ricordare la non ininfluente polemica tra detrattori e fautori della riproducibilità dellʼopera dʼarte dove chi sostiene che lʼopera dʼarte sia il frutto di una kunstwollen26 si oppone a chi toglie invece allʼarte questo carattere di intenzionalità, rendendola una pura espressione, in qualche modo perfetta, di forma artistica o di perfezione tecnica o addirittura tecnicistica. Un dibattito che arriverà fino al nostro secolo, e probabilmente senza soluzione, che si confronta oggi più da vicino sulla riproducibilità dellʼopera dʼarte e sullʼeventuale valore artistico ed ermeneutico, ove esso ci sia, da attribuire ad unʼopera che si ripete sempre uguale a se stessa.27 Cambia così il momento del concepimento dellʼopera (è ormai un aneddoto quello secondo cui Moholy-Nagy nel 1922 dettava per telefono il progetto delle “forme” di alcune insegne), il modo di proporla e, per il fruitore, il modo di leggerla. Nel nostro percorso ci soccorre comunque unʼopera letteraria lontana nel tempo dalla contemporaneità, sincretismo di sensazioni, dove il colore è tangibile e il simbolo concretamente visibile, come si trattasse di arte grafica, i capitoli quasi sequenze di un cassone di nozze istoriato. Per chi lo ha conosciuto è difficile, a tal proposito, non ricordare quel piccolo gioiello di autore anonimo del Medioevo inglese che è Sir Gawain e il Cavaliere verde28; una sorta di magico e insieme realistico viaggio di due personaggi che in realtà si scoprirà essere uno soltanto, tra lʼavventura cortese e la ritualità magica del trascorrere del tempo e delle stagioni. Un piccolo 24. M. Dallari, C. Francucci (1998), Lʼesperienza pedagogica dellʼarte, La Nuova Italia, Firenze, p. 90. 25. R. Arnheim (1969), Verso una psicologia dellʼarte, Einaudi, Torino, p. 185. 26. “Volontà dʼarte” ovvero di carattere liberamente creativo e intenzionale. Il termine è del Riegl ; altri, tra il XIX e il XX secolo, ne arricchiscono il campo semantico. Ad esempio K. Annheim (1921-22), “Beitrage zur Theorie der weltanshaunung, Interpretation”, in Jahrbuch fur Kunstgeschichte, 1: 236-74 lo definisce “speciale visione generale che si documenta nellʼopera dʼarte”; A. Reigl. (1953), Industria artistica tardoromana, Firenze, pp. 383 e sgg. 27. Eʼ la tesi di: W. Benjamin. (1966), Lʼopera dʼarte nellʼepoca della sua riproducibilità tecnica. Arte e società di massa., Einaudi, Torino: unʼopera dʼarte estremamente contemporanea è il film; riproducibile, a differenza di una performance teatrale, sempre uguale a se stesso. Su di esso incombe il pericolo della eccessiva meccanizzazione dellʼinvenzione artistica. 28. Anonimo (1986), Sir Gawain e il Cavaliere Verde, Adelphi, Milano. Associazione Pratika Piazza Risorgimento 8, 52100 Arezzo tel 0575 380468 - mail [email protected] www.pratika.net romanzo che facilmente sa farsi accostare alle dimensioni che sono proprie di un manufatto artistico (come può essere un quadro): il rimando ad una lettura simbolica e, come accennato, ad una meta-lettura, è talmente immediato da sembrare obbligato. Ma cʼè qualcosa di più perché è il romanzo stesso lʼavventura, e ascoltandolo si diviene attori in prima persona dellʼavventura stessa. Ecco da dove nasce lʼidea del leggere unʼopera e, interpretandola, trovare una chiave, o almeno uno spunto, per la costruzione di sé ; o, almeno di un seʼ, perché (e proprio qui il “gioco” si fa interessante) il cavaliere si sdoppia e si ricongiunge misteriosamente, mostra due persone diverse, ma è una soltanto (a guisa di un Giano bifronte). Romanzo, dicevamo, ricco di spunti anche “figurativi”: il colore assurge a simbolo (il verde come Pratika si è specializzata nei corsi di rinascita), la cintura verde anchʼessa rappresentante formazione legati a quelle professioni lʼinfedeltà viene mutata in gioco; e ancora la che guardano alle relazioni umane. simbologia del numero, il cinque che è la perfezione, il Ai corsi che ogni anno attiviamo: ripetersi delle azioni che crea ritmi e strutture che si Esperto consulente di orientamento e reggono sul due e sul tre (si attraversano due Tecnico qualificato per lʼanimazione Capodanni, si assiste a due decapitazioni, tre sono le di comunità si affianca unʼintensa cacce, tre i baci con la Signora), fino alla più alta attività di ricerca in unʼottica di simbologia della vita e della morte. empowerment dei soggetti coinvolti. Ma ancor più interessante per il nostro approccio Pratika mette a disposizione sperimentale, secondo la lettura proposta da Piero numerose pubblicazioni e a queste si Boitani, nella sua introduzione al testo29 , è la lettura affiancano risorse gratuite disponibili trasversale dei tre tempi, cioè delle tre diverse sul nostro sito. dimensioni che lʼautore offre alla nostra riflessione: la dimensione della fantasia e del mito, che ci suggerisce lʼambiente dei cavalieri cortesi della Tavola Rotonda; la dimensione sopramenzionata della ritualità ciclica, del succedersi delle stagioni; e il tempo “normale”, il quotidiano scandito dai giorni e dalle rispettive notti, così sottolineato nella seconda parte del racconto. E ognuno di essi si arricchisce figurativamente dapprima di draghi e giganti, poi di elementi naturali ben individuati, infine di interni, di spazi dunque artificiali di umana creazione. Il Cavaliere e lʼuomo della contemporaneità: più distante temporalmente questo sprazzo di Medioevo, ma più vicino, in una vivace pluridimensionalità, dellʼuomo misura di tutte le cose di Leonardo da Vinci. La sensibilità del nostro tempo, sembra riportarci, diremmo, allʼesperienza del collage (ne è testimonianza negli stessi materiali utilizzati, lʼarte delle avanguardie ) piuttosto che a quella di una stabile rappresentazione. Lʼindividuazione di un percorso narrativo dellʼio attraverso lʼopera dʼarte andrà dunque strutturato tenendo ben presente questa possibilità e, vorremmo dire, necessità di pluridimensionalità. Si offre quindi al ricevente un messaggio di già filtrata possibilità di trovare dentro di sé non un io univoco, ma una pluralità di letture di sé, che sono poi in fondo le possibilità che hanno gli altri di esprimere giudizi su di noi e le possibilità di reinventarci; ecco dove lʼorientamento ci aiuta, non ad estraniarci da quello che pensiamo di noi stessi, ma a saperci leggere con creatività e rinnovata possibilità di mutamento. «Categorie come quelle della conquista e della scoperta sono fasi e tasselli di un costruire se stessi e di un costruire la conoscenza che comportano sempre rischio e fatica. Lʼautonomia […], non è certamente uno “stadio” a cui si perviene per 29. Ivi, pp.11-40. Associazione Pratika Piazza Risorgimento 8, 52100 Arezzo tel 0575 380468 - mail [email protected] www.pratika.net “maturazione” e che una volta raggiunto non si perde più; è invece una conquista costante e mai definitiva30 .» Questi gli obiettivi di un orientamento educativo tramite le produzioni artistiche; i percorsi operativi di lettura e interpretazione di opere dʼarte, su questa base, possono essere molteplici. Un percorso che si serva del collage - inteso operativamente come accostamento di più opere e dellʼimportantissimo uso del simbolo e del rimando che tanta importanza ha, tanto in letteratura, quanto nella storia dellʼarte, mi pare, in qualche modo, il più completo tentativo e quello che permette di rispettare il punto di vista multioculare cui accennavamo. Tre opere in sequenza quindi, a scelta del ricevente, ad illustrare tre delle possibili dimensioni in cui il tempo della nostra vita, che sia essa passata, attuale o futura, può essere letto : il mito dunque, e allora il sogno ; la ciclicità, ciò che accade e accade nuovamente; il tempo scandito cioè il tempo in qualche modo dellʼhomo faber e faber sui. Non quindi lʼio immediatamente rappresentato, ma lʼidentità mediata dalla propria concezione di queste tre dimensioni. E lʼaltro grande stimolo che lʼarte sa offrirci è la simbolicità : simboli che nascono nellʼartista ma che possono ri-nascere - decapitati e rinvigoriti da una nuova testa - nellʼimmaginario del nostro fruitore; vero è che il simbolo è il frutto anche di un non trascurabile legame semantico con un codice linguistico appartenente ad una precisa epoca storica e ad una precisa individualità. Ma è altrettanto vero che molti di questi simboli che lʼarte ha fatto suoi, stanno a buon diritto nellʼimmaginario collettivo di ogni tempo, legati come sono ad una eterna bellezza che lʼuomo fa sua. Le varie teorie dellʼinterpretazione hanno fissato canoni più o meno rigidi per la fruizione, ma in contesto orientativo e formativo si preferisce «ritenerci liberi rispetto a […]tassonomie e negoziare per lʼapproccio educativo allʼopera dʼarte e per il “lavoro” da fare con essa la scelta di direzioni di senso che abbiano a che fare, magari anche filologicamente, con il modo simbolico di manifestarsi dellʼopera, ma la cui scelta possa essere determinata da una contestualità e da unʼestemporaneità tali da consentire, non solo al soggetto in formazione ma anche al didatta, unʼermeneutica a sua volta creativa e personale31 .» Sarebbe quanto mai interessante condurre per mano i fruitori del progetto pedagogico di orientamento narrativo, rilevando, accentuandone gli estremi, come ad ognuna delle tre individuate dimensioni temporali di una possibile identificazione di sé, possa farsi corrispondere unʼampia corrente artistica o comunque una periodizzazione della storia dellʼarte, senza naturalmente pensare di incastonare ciascuna in una inverosimile staticità, né che tale sintesi possa essere frutto di unʼabominevole periodizzazione evoluzionistica ordinata32: lʼarte rinascimentale con il suo culto della prospettiva, dellʼuomo misura, il punto di vista scientifico e soprattutto con le sue proporzioni si avvicina molto a quel tempo così matematicamente scandito e così, in qualche modo, comune; lʼordinata facciata di una chiesa del XV secolo è equilibrio ed eurytmia che lʼuomoarchitetto propone allʼuomo comune come proprio del vissuto di entrambi. E un affresco della stessa cultura rinascimentale crea spazi prospettici assolutamente dominabili (e dominati allʼinterno del quadro) dallʼuomo stesso, impostati artificialmente33; gli sfondi 30. M. Dallari, C. Francucci (1998), Lʼesperienza pedagogica dellʼarte, cit., p. 83. 31. Ivi, pp. 44-45. 32. Non si può infatti naturalmente pensare ad un percorso né migliorativo, né tanto meno di depotenziamento dellʼarte stessa o dellʼinvenzione artistica, né si può pensare che questa proposta di lettura attraverso le opere dʼarte sia da considerarsi univoca. 33. Bertelli-Briganti (1990), Storia dellʼarte italiana, vol. II, Electa, Milano, pp.120-122. Associazione Pratika Piazza Risorgimento 8, 52100 Arezzo tel 0575 380468 - mail [email protected] www.pratika.net con edifici, parti di città sono allʼordine del giorno, esterni ma, nella fruizione, interni Per la sua flessibilità, perché completamente controllabili da capacità di adattarsi ai parte dellʼindividuo. diversi contesti e S i g n i fi c a t i v o c h e l e r a f fi g u r a z i o n i situazioni personali intimamente sacre, siano state così care al mettendo a fuoco la medioevo da esserne la parte complessità e la varietà di sfaccettature che preponderante; è il tempo ciclico, osiamo costituiscono la persona, l'Orientamento dire religioso, di cui si permea tale cultura. Narrativo continua a essere, ad oggi, uno degli Lʼuomo medievale che fu così legato al strumenti più innovativi e importanti nati e succedersi delle stagioni, al tempo di una sviluppati sul territorio nazionale. coltivazione che cresce, del buio e della Ogni biennio esperti nazionali e internazionali luce, del ripetersi rituale dei movimenti e di intervengono in una due giorni che prevede un continuum mai spezzato, mai di un solo laboratori e tavole rotonde, formazione e individuo, è solo una delle identità confronto. dellʼuomo moderno. Infine lo spazio per il sogno: oseremo accostare le “prime” con le “ultime” espressioni della storia dellʼarte. Ne sono emblemi le raffigurazioni mitologiche rosse e nere dei vasi greci (soprattutto di epoca proto-attica e classica) e le irreali, deformate immagini dellʼespressionismo, dove lʼimmaginario emozionale dellʼartista la fa da padrone. La stilizzazione essenziale e lʼastrazione interiorizzata, due estremi che, come in molti casi, si toccano concorrendo alla possibilità e al sempre attuale sforzo dellʼuomo di costruire se stesso. Associazione Pratika Piazza Risorgimento 8, 52100 Arezzo tel 0575 380468 - mail [email protected] www.pratika.net Bibliografia essenziale 34 a cura di Federico Batini AA.VV. (1983), Complessità sociale e identità, Angeli, Milano. AA.VV. (1997), Un volto o una maschera? I percorsi di costruzione dellʼidentità, Istituto degli Innocenti, Firenze. AA.VV. (1999), Il lavoro possibile. Nuove strategie per un sistema integrato di servizi per lʼorientamento e per le politiche attive del lavoro, Edizioni Cantagalli, Siena. Allport G. W. (1963), Divenire. Fondamenti di una psicologia della personalità, trad. it., GiuntiBarbera, Firenze. Allport G. W. (1977), Psicologia della personalità, trad. it., LAS, Roma. Ariosi V., Ciacco A., Pombeni M.L. 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Generalmente gli autori hanno indicato nelle note a piè di pagina i loro riferimenti bibliografici, si è voluto riepilogare, comunque, alla fine del volume soltanto quei testi che abbiamo considerato essenziali alla costruzione dellʼintero libro e quelli che non erano stati esplicitamente richiamati nelle note, ma che gli autori ci hanno indicato come testi di riferimento dei loro contributi o che comunque abbiamo ritenuto fondamentali per i temi trattati. Chiaramente si tratta di indicazioni parziali per il solo avvio di un percorso di ricerca bibliografica. Si ringrazia, in particolare, il Prof. Bruno Rossi per la particolare disponibilità e collaborazione alla stesura della bibliografia con le sue puntuali indicazioni. La responsabilità di eventuali mancanze ed incoerenze è comunque dello scrivente. Per i testi di autori stranieri, ove presente, si è sempre fatto riferimento allʼedizione italiana. Associazione Pratika Piazza Risorgimento 8, 52100 Arezzo tel 0575 380468 - mail [email protected] www.pratika.net Chi è l'Animatore di Comunità: E' una professionalità che opera nel settore della sanità e dell'assistenza sociale. Promuove lo sviluppo della crescita personale, dell'inserimento e della partecipazione sociale dei s o g g e t t i . D e fi n i s c e i n t e r v e n t i educativi, sociali e culturali rispondenti ai bisogni e promuove momenti di animazione, c o m u n i c a z i o n e i n te r p e r s o n a l e , dinamica di gruppo, attività ludiche. Opera assumendo le responsabilità connesse al ruolo tecnico che svolge, ivi compreso il proprio aggiornamento professionale. (dal sito della Regione Toscana) Chiedici informazioni sul corso per Animatore di comunità Callari Galli M., Ceruti M., Pievani T. (1998), Pensare la diversità. Per unʼeducazione alla complessità umana, Meltemi, Milano. Cambi F. (1986), Il congegno del discorso pedagogico. 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Andrea Fontana, dottorando di ricerca presso lʼUniversità di Bologna, collabora al Dipartimento di Epistemologia della Formazione dellʼUniversità Statale Bicocca di Milano. Svolge attività di formatore. Brunetto Salvarani, assessore alla cultura del Comune di Carpi, teologo, critico letterario, docente di italiano e latino nei licei, saggista, romanziere, ha diretto la Fondazione S. Carlo di Modena e la Rivista Qol. (Per le pubblicazioni cfr. bibliografia del volume). Chi è il Consulente di Orientamento: E' una professionalità che opera nel settore dei servizi di ricerca, selezione e fornitura di personale. Interviene a supporto dei processi decisionali nelle scelte scolastico-formative e nella maturazione di progetti professionali verso o sul lavoro. Rielabora le storie formative/lavorative personali e prefigura le traiettorie di sviluppo secondo le opportunità lavorative e coerenti con l'identità del soggetto. Svolge il counselling orientativo, bilancio di competenze e counselling di carriera. (dal sito della Regione Toscana) Chiedici informazioni sul corso per Esperto consulente di orientamento Bruno Rossi, professore ordinario di Pedagogia Generale presso lʼUniversità degli Studi di Siena. (Per le pubblicazioni cfr. bibliografia del volume). Renato Zaccaria psicologo clinico dellʼetà evolutiva. Ha istituito e diretto il C.O. S. P. di Arezzo (Centro Orientamento Scolastico e Professionale). Dirigente superiore del Ministero della Pubblica Istruzione in congedo. Dirige la Rivista dellʼIstruzione. Svolge attività di progettista e direttore di progetti di formazione ed orientamento. Annamaria Di Paolo, responsabile dellʼOrientamento per lʼAmm. Provinciale di Arezzo; Vincenzo Ceccarelli, Presidente dellʼAmm. Provinciale di Arezzo. Associazione Pratika Piazza Risorgimento 8, 52100 Arezzo tel 0575 380468 - mail [email protected] www.pratika.net Associazione Pratika GENESI & MODELLO ORGANIZZATIVO Pratika nasce dallʼesigenza di diffondere modelli di orientamento e formazione tesi ad aumentare il potere ed il controllo di ogni soggetto sulla propria vita e sulle proprie scelte indipendentemente dallo status economico, dalla provenienza geografica e culturale, dal genere, dallʼorientamento sessuale, dal ruolo sociale e da qualsiasi altra differenza per favorire una piena vita democratica in cui a ciascuno sia offerta la possibilità di una partecipazione attiva come cittadino/a. Per questo Pratika mette in campo orientamento, formazione, seminari, informazione, ricerche, pubblicazioni. Pratika vuole condividere e divulgare le proprie esperienze, i propri metodi, i propri sogni, allʼombra di un unico nome che possa divenire sinonimo di garanzia, sicurezza e risultati da parte dellʼutente finale che non può essere discriminato per nessuna caratteristica. Una particolare attenzione viene data da Pratika alle utenze svantaggiate in termini di competenze e discriminate a livello sociale. Modello organizzativo: Pratika ha circa 40 volontari attivi ogni anno e, nellʼanno 2009, ha raggiunto il numero di 62 associati (ogni associato ha pari diritti di elettorato attivo e passivo, non esistono differenziazioni tra associati). Pratika si giova anche di una struttura tecnica in relazione ai progetti finanziati messi in campo (con risorse FSE, MIUR ed altre risorse compatibili con le norme regolanti le associazioni di promozione sociale). I collaboratori di Pratika (co.co.pro) esercitano abitualmente attività di volontariato per la medesima associazione, unitamente agli altri volontari. I collaboratori di Pratika sono integrati, in occasione di particolari progetti da prestatori dʼopera occasionali che si riconoscono nella vision di Pratika e che garantiscono agli utenti un livello qualitativo alto ed hanno, come primo obiettivo, il loro sviluppo. I collaboratori a progetto sono in media, annualmente, sette. Pratika NON esercita alcuna attività commerciale. Il modello organizzativo in relazione ai progetti prevede la presenza di alcune figure chiave: direttore, amministratore, coordinatrice, responsabile relazioni esterne, orientatori, docenti. Pratika non ha dipendenti. Ambito di diffusione territoriale: Pratika è diffusa a livello regionale. La sede legale e la sede operativa sono ubicate ad Arezzo. Le attività si svolgono prevalentemente sul territorio regionale. Tutte le attività di Pratika interessano il settore educativo incrociando (per modalità ed utenze) il settore sociale. Le numerose attività di ricerca e di pubblicazioni sono svolte a titolo volontario così come i programmi di diffusione di una cultura della cittadinanza, le campagne informative per la prevenzione dellʼomofobia e tutte le attività non inserite in uno specifico progetto. Pratika coerentemente ai propri obiettivi ed alla propria mission mette a disposizione di tutti senza alcuna distinzione una grande quantità di risorse educative/orientative/formative gratuite nel proprio sito (area risorse). Associazione Pratika Piazza Risorgimento 8, 52100 Arezzo Tel. 0575 380468 www.pratika.net STATUS Pratika è unʼassociazione culturale senza fini di lucro. LʼAssociazione Pratika è iscritta, con provvedimento n.3093 del 03/06/2003, nellʼelenco comunale (Comune di Arezzo) delle libere forme associative. Pratika è accreditata presso la REGIONE TOSCANA come agenzia formativa per tutte le aree, ai sensi della delibera della Giunta Regionale Toscana 968/07, con decreto n. 373 del 06/02/2009, con codice n. AR0442 e certificata di qualità secondo la norma ISO 9001/UNI EN ISO 9001: 2000 per la progettazione ed erogazione di corsi di formazione e di orientamento finanziati e riconosciuti. Pratika è inoltre accreditata, con decreto del 10/07/2009 dal Ministero dellʼIstruzione, dellʼUniversità e della Ricerca, come soggetto qualificato per la formazione del personale della scuola. Le iniziative formative di Pratika sono quindi riconosciute a livello ministeriale e danno diritto, nei limiti previsti dalla normativa vigente, al riconoscimento dell'esonero dal servizio del personale della scuola che vi prende parte. MISSION & VISION LʼAssociazione Pratika ha per oggetto la diffusione di una cultura democratica dellʼorientamento, della ricerca e della formazione in cui gli scopi principali siano lʼempowerment ed i diritti civili. - - - Promuovere la diffusione della cultura della formazione continua come strumento di sviluppo dei soggetti e per aumentare la loro possibilità di partecipazione alla vita democratica come cittadini a pieno titolo; Sviluppare metodi inclusivi, partecipativi che mettano al centro il soggetto (Pratika è depositaria del metodo dellʼorientamento narrativo); Favorire lʼemersione di metodologie orientative e formative di qualità e di progetti sperimentali tesi a ridurre le disparità ed a considerare le differenze una ricchezza secondo una logica equitativa Contribuire alla ricerca ed allo sviluppo dellʼorientamento e della formazione. Promuovere la partecipazione dei soggetti normalmente esclusi dalle iniziative di formazione; Promuovere la formazione degli orientatori e dei formatori, lo sviluppo di unʼattenzione nei confronti delle microrealtà significative, lʼattenzione ai giovani formatori. Promuovere la democratizzazione del sistema formativo e lʼequa distribuzione delle risorse. Contribuire e sostenere lʼinnovazione e la ricerca nella formazione e nellʼorientamento Favorire i processi che consentano ad ogni cittadino/a di realizzarsi pienamente e di costruire la propria identità Rimuovere le discriminazioni per genere, orientamento sessuale, provenienza geografica e culturale, possibilità economiche e di altro tipo. LʼAssociazione Pratika aderisce, coerentemente ai propri scopi associativi, nei suoi componenti e come struttura, allʼassociazione COFIR (Consulenti, Orientatori, Formatori In Rete) che ha per scopo la diffusione dellʼapprendimento per tutti e la democrazia dellʼapprendimento. AREE D'INTERVENTO Le aree di intervento di Pratika sono: Associazione Pratika Piazza Risorgimento 8, 52100 Arezzo Tel. 0575 380468 www.pratika.net - - Consulenza, formazione ed orientamento per la SCUOLA (insegnanti, Dirigenti scolastici, alunni); FORMAZIONE SU FONDI PUBBLICI E PRIVATI (FSE, programmi comunitari, fondi regionali e fondi provinciali, fondi ministeriali, fondazioni etc...) compresi servizi di progettazione ed assistenza tecnica per conto di altre strutture; Consulenza, orientamento, formazione per enti pubblici; Comunicazione a tutti i livelli (interna, esterna, formazione alla comunicazione, consulenza per..); Progettazione, consulenza e servizi per agenzie formative, società di consulenza, studi; Formazione a figure di sistema: formatori, orientatori, progettisti, consulenti. Associazione Pratika Piazza Risorgimento 8, 52100 Arezzo Tel. 0575 380468 www.pratika.net