06
Per un orientamento narrativo
Federico Batini, Renato Zaccaria
Il volume, edito per Franco Angeli nel
2000, è distribuito gratuitamente per
concessione di Federico Batini
(Proprietario dei diritti di edizione)
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Pratika opera da quasi 10 anni nel settore della formazione e
dell'orientamento. Ogni giorno il rinnovato entusiasmo che
applichiamo nel nostro agire garantisce una elevata qualità negli
interventi formativi costantemente evidenziata dalle valutazioni
degli allievi dei corsi offerti. Pratika affianca alla coerente attività
formativa una intensa attività di ricerca che garantisce
rinnovamento, attualità e forza alle attività corsuali.
Pratika nasce con lʼesigenza di un livello qualitativo più alto
negli interventi di formazione, consulenza ed orientamento e
nella ricerca sulla formazione e l'orientamento stessi. Pratika
vuole condividere e divulgare le proprie esperienze, i propri
metodi, i propri sogni, attraverso una denominazione che diventi
sinonimo di garanzia, attenzione personale e risultati per l'utente
finale
PER UN ORIENTAMENTO NARRATIVO
Autori e curatori: Federico Batini, Renato Zaccaria
Contributi: Duccio Demetrio
Collana: Scienze della formazione - Ricerche
Argomenti: Psicologia dello sviluppo e dellʼeducazione - Formazione professionale e degli adulti
Livello: Studi, ricerche
Dati: pp. 208, 1a edizione 2000
Codice ISBN 10: 8846421906
Codice ISBN 13: 9788846421906
Editore: Franco Angeli, Milano - www.francoangeli.it
In copertina: Fotolinguaggio
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La presentazione nel sito di Franco Angeli:
Globalizzazione, nomadicità, un'epoca nella quale cambiamento, flessibilità e mobilità sono parole
all'ordine del giorno, intorno alle quali si è costruita una nuova retorica della formazione e della
professionalità.
Il lavoro diventa "i lavori", le storie personali si intrecciano, si complicano, i riti di passaggio si
sfaldano, si perdono i riferimenti certi. In un momento storico nel quale le conoscenze crescono su
se stesse e si diffondono con velocità inaudita si impone una riflessione sulla propria identità:
identità personale, professionale, formativa, sociale. Quale mezzo migliore della narrazione che
costruisce significati e non li spiega?
Gli interventi di orientamento hanno come obiettivo l'empowerment del soggetto, le metodologie
sono molteplici, ma spesso non sono centrate sulla peculiarità individuale.
Questo libro assume questa prospettiva: fare orientamento significa innanzitutto riflettere sulla
propria identità, costruire significati, progettare progettandosi.
L'orientamento non può più limitarsi ad un'ottica informativa, né ridursi ad una generica prospettiva
attitudinale e/o motivazionale.
Il testo si propone, nel quadro di una contestualizzazione teorica, di narrare alcune esperienze, di
suggerire percorsi e materiali per l'utilizzo di una nuova metodologia di orientamento:
l'orientamento narrativo che fa riferimento ai paradigmi della pedagogia narrativa, della riflessività
e dell'autobiografia.
Gli autori:
Federico Batini, ricercatore di pedagogia sperimentale presso lʼUniversità di Perugia, direttore
dellʼagenzia formativa Pratika e dellʼassociazione culturale Nausika. Presidente nazionale di
COFIR, dirige la Rivista Focus on Lifelong, Lifewide Learning (Transeuropa). Fondatore della
metodologia dellʼorientamento narrativo, ha curato con Renato Zaccaria, Per un orientamento
narrativo (Franco Angeli 2000) e Foto dal futuro (Zona, 2002). Tra le ultime pubblicazioni
sullʼorientamento: con G. Del Sarto, Narrazioni di narrazioni (Erickson 2005), Manuale per
orientatori (Erickson 2005), con S. Giusti e G. Del Sarto, Narrazione e invenzione (Erickson 2007)
con G. Del Sarto, Raccontare storie. Politiche del lavoro e orientamento narrativo (Carocci, 2007),
con S. Giusti Lʼorientamento narrativo a scuola (Erickson 2008), con M. Gadotti, P. Mayo, P.
Reggio, A. Surian, Competenze e diritto allʼapprendimento (Transeuropa, 2008) ha scritto LʼIsola
Sconosciuta (Pensa, 2008), con A. Surian, Storientando (Pensa, 2008) e con Maria DʼAmbrosio,
Riscrivere la dispersione (Liguori, 2008).
Renato Zaccaria, psicologo, psicoterapeuta, già docente presso alcune Università italiane e
statunitensi, già ispettore centrale del Ministero della Pubblica Istruzione, consulente Unesco per
l'educazione degli adulti, direttore del Servizio orientamento. Attualmente svolge attività di
consulente ed è direttore scientifico di molti progetti regionali, nazionali ed internazionali
sull'orientamento. Ha diretto la "Rivista dell'Istruzione".
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INDICE DELLE USCITE
Vincenzo Ceccarelli, Prefazione
Annamaria Di Paolo, Introduzione
1° USCITA
20 01 10
Duccio Demetrio, Presentazione. Un libro per gli spazi discorsivi del
conoscere e del conoscersi
Federico Batini, Orientamento narrativo: ragioni di un percorso (Vite,
luoghi, tempi; Come fosse una storia)
2° USCITA
04 02 10
Brunetto Salvarani, Quale racconto salverà il mondo? Sulla riscoperta
della narrazione in un'epoca post-narrativa (Dall'uomo "animale narrante"
alla crisi del narrare; La riscoperta del racconto in una "teologia narrativa";
Narrazione e identità: verso una pedagogia narrativa; Per concludere
aprendo...: un appello e un augurio)
Bruno Rossi, Identità ed orientamento. Proposte pedagogiche
(Per
un'identità progettata; Formazione identitaria e autoorientamento; Processi
orientativi ed educazione alla progettualità)
3° USCITA
12 02 10
Federico Batini, Per un orientamento narrativo (Una nuova concezione di
orientamento; Identità, narrazione, orientamento; Vite a posteriori;
Comunità di apprendimento)
Loretta Fabbri, Didattiche narrative per l'orientamento (Ricerca didattica e
prospettive narrative; Orizzonti di Sé. Senso e significato dei processi
formativi)
Federico Batini, Orientamento, metacognizione, autoefficacia, narrazione
4° USCITA
18 02 10
5° USCITA
25 02 10
Andrea Fontana, Orientamento ed autobiografia (Autobiografia: una storia
tra le storie; Atteggiamento autobiografico e orientamento; Intimità storica
e autoorientamento: divenire soggetti della formazione; Autobiografia e
orientamento: alcuni strumenti; Orientamento e bioriferimenti; Pedagogia
del lavoro, autobiografia, orientamento; Conclusioni: homo cum sapiens)
Renato Zaccaria, L'identità nel labirinto delle scienze dell'uomo (La
consapevolezza identitaria; Il territorio dell'identità; Identità individuale e
identità collettiva)
Renato Zaccaria, Materiali per un orientamento narrativo
6° USCITA
04 03 10
Federico Batini, Orientamento narrativo: percorsi (Ermeneutica
microbiografica; Uso e consumo: come utilizzare i materiali proposti;
Attività di presentazione e/o introduzione; Percorsi)
Federico Batini, Brunetto Salvarani, Sostare, perdersi, narrarsi
Cecilia Batini , Orientamento narrativo: un approccio estetico.
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2 Percorsi di orientamento narrativo
di Federico Batini
«Datemi una barca, disse lʼuomo.
E voi a che scopo volete una barca, si può sapere, domandò il re.
Per andare alla ricerca dellʼisola sconosciuta, rispose lʼuomo.
Sciocchezze, isole sconosciute non ce ne sono più. Sono tutte sulle carte.
Sulle carte geografiche ci sono soltanto le isole conosciute.
E qual è questʼisola sconosciuta di cui volete andare in cerca.
Se ve lo potessi dire allora non sarebbe sconosciuta1 .»
2.1 Ermeneutica microbiografica: il perché di un percorso
Il percorso che ha portato alla redazione di questo
libro è iniziato oltre due anni fa. Le motivazioni che
lʼhanno mosso sono di natura varia. Partito in ambito
scolastico è stato poi applicato a vari contesti ed in
varie situazioni, da quelle scolastico curricolari
(addirittura con esperti in affiancamento ai docenti in
alcuni casi, nelle normali ore di lezione ed inserendo il
lavoro sulla propria identità allʼinterno del curricolo e
della programmazione specifica dellʼinsegnante
coinvolto direttamente) alle richieste individuali di
azioni di counseling, ai semplici colloqui di
orientamento, ai numerosi lavori di gruppo di
orientamento, a quelle aziendali.
-
-
-
-
-
Chi è l'Animatore di Comunità: E'
una professionalità che opera nel
settore della sanità e dell'assistenza
sociale. Promuove lo sviluppo della
crescita personale, dell'inserimento e
della partecipazione sociale dei
s o g g e t t i . D e fi n i s c e i n t e r v e n t i
educativi, sociali e culturali
rispondenti ai bisogni e promuove
momenti di animazione,
c o m u n i c a z i o n e i n te r p e r s o n a l e ,
dinamica di gruppo, attività ludiche.
Opera assumendo le responsabilità
connesse al ruolo tecnico che svolge,
ivi compreso il proprio aggiornamento
professionale. (dal sito della Regione
Lʼintuizione che ciò che conta non è facilitare le
scelte, ma mettere in condizione di scegliere e
che questo processo passa soprattutto per un
lavoro sullʼidentità e sul significato da attribuire
Toscana)
alle cose;
la necessità di rispondere ad esigenze e
Chiedici informazioni sul corso per
richieste delle scuole e di altri enti, istituzioni,
Animatore di comunità
agenzie, aziende, singoli individui, sempre più
pressanti in termini di orientamento;
il bisogno, avvertito di utilizzare metodologie
che riuscissero a coinvolgere e motivare i partecipanti rispondendo al tempo stesso ai
bisogni emersi e facilitando lʼemersione dei bisogni latenti;
lʼanalisi dellʼattuale struttura del mercato del lavoro, caratterizzata dal mutamento, da
flessibilità ed opportunità, per il quale si ritiene maggiormente opportuno un empowerment
del soggetto piuttosto che unʼazione di collocamento;
la consapevolezza del bisogno di fondatezza culturale dellʼidentità, nel dissolversi di molte
categorie classificatorie usate in passato per costruire la propria identità o per attribuirla. In
unʼottica siffatta la proposizione di modelli culturali che contribuiscano alla creazione,
1. J. Saramago (1998), Il racconto dellʼisola sconosciuta, trad. it., Einaudi, Torino, p. 8.
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attraverso rielaborazioni personali, individuali, di senso e significato, al di fuori di ogni
localismo ed integralismo risultava prioritaria.
La sperimentazione, biennale, ha prodotto una serie di risultati che abbiamo analizzato tramite
valutazioni di tipo quantitativo e qualitativo.
Tralasciando gli aspetti meramente
quantitativi (citiamo solo la percentuale di
Per la sua flessibilità,
“soddisfazione completa” rispetto al
capacità di adattarsi ai
percorso, nellʼordine del 92%, dove i
diversi contesti e
restanti si dichiarano “molto soddisfatti” per
situazioni personali
il 4% e con valutazione intermedia o di
mettendo a fuoco la
gradimento sufficiente per un ulteriore 3%
complessità e la varietà di sfaccettature che
e solo un 1% si distribuisce dai “non
costituiscono la persona, l'Orientamento
soddisfatti” ai “per nulla soddisfatti”), si
Narrativo continua a essere, ad oggi, uno degli
evidenziano alcune ricorsività nelle
strumenti più innovativi e importanti nati e
valutazioni degli utenti raggruppabili come
sviluppati sul territorio nazionale. segue (abbiamo saccheggiato qualche
Ogni biennio esperti nazionali e internazionali
frase dalle valutazioni espresse nei vari
intervengono in una due giorni che prevede
gruppi, prendendo ciò che definiva meglio
laboratori e tavole rotonde, formazione e
le ricorsività maggiormente insistenti):
confronto.
-non credevo di “essere tutte queste cose”;
-mi sono divertito/a molto;
- mi conosco meglio, ho visto di me cose che non conoscevo, credo che mi saranno molto
utili;
- allʼinizio credevo che avrei capito quello che devo fare, invece ho capito qualcosa su me, e
da dove comincia la strada, forse già questo è molto, per il resto debbo iniziare a
percorrerla;
- adesso so che lʼimportante è ciò che io sono, indipendentemente da quello che sto facendo
in quel momento;
- ci sono tante cose da dire, credo che alcune le capirò strada facendo…
- mi rende felice sapere di potermi “dire” in maniera così varia, mi ha aiutato nei miei rapporti
con gli altri;
- le informazioni non sono nemmeno paragonabili al lavoro che abbiamo fatto qui, non
capisco perché a scuola non si lavora così, è così semplice che sembra lʼuovo di colombo,
“bastava pensarci”.
«Mi sento come un fuoco che arde, un fuoco che a volte stenta, non riesce ad accendersi, ma
che sa dare calore a chi lo circonda ed a chi ha freddo. Un fuoco con le sue mille lingue, che trema
ad ogni piccolo soffio e rischia di spegnersi se il soffio diventa un vento impetuoso, tempesta.
Allora posso trasformarmi in un fiume in piena che si abbatte su di uno scoglio che non riesce a
superare. Ma è anche un fuoco che illumina la notte e dice che io ci sono, e sono qui. Grazie 2.»
2.2 Uso e consumo: come utilizzare i materiali proposti
I materiali proposti in questa sezione del libro vogliono rispondere ad una duplice funzione:
quella di “rendere conto” delle procedure e degli strumenti utilizzati nei percorsi già realizzati e
2. Dalla valutazione di una ragazza dellʼI.T.C. “Fraʼ Luca Pacioli” di Sansepolcro.
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soprattutto quello di costituire una specie di microrepertorio al quale attingere, ma soprattutto dal
quale prendere spunto per la realizzazione di materiali simili o, per contrasto, molto diversi3 . Le
buone pratiche vanno salvate e diffuse, come le buone storie, ciò che, non per merito nostro, ma
per coincidenze o collaborazione di altri, ha funzionato, desideriamo condividerlo.
Tra i criteri seguiti cʼè quello della molteplicità di mediatori, in effetti, conseguenza logica delle
ricerche sulle peculiarità apprenditive ed intellettivo-rappresentazionali con le conclusioni raggiunte
sui diversi stili cognitivi, le intelligenze multiple ecc. è, come insegna la didattica mediale, lʼutilizzo
di mediatori non soltanto verbali o logico-verbali come i sistemi di istruzione formale, soprattutto
italiani, hanno fatto, ed in alcuni casi continuano a fare, per moltissimo tempo.
Una suddivisione degli stessi (attività e materiali) si è creduto potesse facilitarne la lettura, la
consultazione e, perché no, lʼutilizzo.
- Attività di presentazione
- Percorsi brevi
2.3 Attività di presentazione e/o introduzione
Le attività di presentazione e/o di introduzione rivestono nei percorsi di orientamento narrativo
unʼimportanza fondamentale, debbono servire a creare un clima, un contesto, a “rompere il
ghiaccio” e nello stesso tempo a dare unʼidea di come si articolerà il percorso tramite un
“assaggio”, cosa che le varie presentazioni teoriche non potranno mai fare.
Nello snodarsi dei vari progetti abbiamo infatti constatato come anche in sede, a volte formale,
di presentazione del progetto, sia bene introdurre una piccolissima attività che consenta di esperire
direttamente come potrebbe strutturarsi il percorso. Questo non togli ovviamente importanza alla
presentazione delle finalità, degli obiettivi, delle metodologie, alla presentazione dei “perché e per
come” e, visto che di percorsi narrativi si tratta, anche la morfogenesi del progetto. Se quindi anche
in fase di scelta, di adesione possono rivelarsi utili attività come quelle qui suggerite, o simili, senza
dubbio sono indispensabili nel primo incontro.
Altro dato interessante è la possibilità di ripetere la
stessa attività allʼinizio ed alla fine del progetto per
Pratika si è specializzata nei corsi di
offrire la possibilità ai conduttori di una forma ulteriore
formazione legati a quelle professioni
di valutazione dellʼefficacia e ai soggetti di verificare le
che guardano alle relazioni umane.
competenze acquisite in ordine alla narrazione di sé, la
Ai corsi che ogni anno attiviamo:
maggior (auspicandosi che sia così) consapevolezza
Esperto consulente di orientamento e
identitaria, la facilità con la quale viene svolta
Tecnico qualificato per lʼanimazione
unʼattività che allʼinizio poteva sembrare
di comunità si affianca unʼintensa
particolarmente difficile o inusuale.
attività di ricerca in unʼottica di
Si noterà come in queste micro-proposte oltre al
empowerment dei soggetti coinvolti.
momento analitico, alla riflessione, allʼindagine è
Pratika mette a disposizione
sempre presente lʼorizzonte, il varco del possibile, la
numerose pubblicazioni e a queste si
soglia di quello che sarà o potrebbe essere. Questa
affiancano risorse gratuite disponibili
dimensione è essenziale per la fase della
sul nostro sito.
progettazione, si ritiene, confermati dalle esperienze
fatte in proposito, che debba essere presenta sin
3. Come repertori di attività, giochi e/o percorsi segnaliamo, tra gli altri i seguenti testi: D. Demetrio (1997), Il gioco della
vita, Guerini e Associati, Milano; R. Mantegazza (1999), Un tempo per narrare, Emi, Bologna.
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dallʼinizio un varco, una soglia che guardi alla possibilità, indipendentemente dallʼetà del gruppo
con il quale si lavora.
[A] “I dieci perché”
Quali sono le dieci domande che mi pongo più spesso riguardo a me ed alle mie relazioni con
gli altri, al mio passato, al mio presente, al mio futuro?
Uno stimolo dunque semplicissimo, ma che consente già un primo confronto. In questa sede è
bene non essere troppo insistenti nella lettura in assemblea, è anzi bene, ricordiamoci che siamo
al primo incontro, precisare sin dallʼinizio come la successiva lettura in assemblea di ciò che si è
scritto, sia totalmente volontaria.
La stessa attività può essere ripetuta, in gruppi o individualmente, alla fine del percorso per
osservare (e fare osservare) la comparsa di eventuali modificazioni.
[B] “Se fossi”
Si articola la presentazione distribuendo un foglio nel quale ognuno dei partecipanti trova
modalità di presentazione non ortodosse, alcune piuttosto strutturate o comunque ben definite,
altre che lasciano ampio spazio alla creatività individuale, del tipo:
-
Sei un libro, raccontati e convincici a leggerti
Sei un viaggio, se vuoi sei lʼultimo viaggio che hai fatto che ti è piaciuto, perché?
Sei un tuo desiderio…
Sei un animale, quale e perché?
Sei una stagione, quale e perché?
Sei una canzone quale e perché?
Sei una giornata …
Sei un quadro, quale e perché?
Sei ciò che ami di più, presentati.
Sei una serata a teatro, al cinema, a…
Sei un film, quale e perché?
Sei un tuo ricordo…
Sei quello che sarai tra dieci anni, presentati.
Sei precisamente come vorresti essere.
Sei una favola…
Sei un tuo antenato…
Sei un tuo discendente…
Sei…
I partecipanti comunicano la propria scelta e fanno la propria presentazione, solitamente questo
momento comporta anche una certa dose di ilarità che favorisce la creazione di un clima
adeguato. Si può anche chiedere di iniziare la presentazione senza rivelare quale alternativa si è
scelta e chiedere, una volta terminata la presentazione, agli altri partecipanti di indovinare, per
aggiungere un poʼ di giocosità in più, ma non è questʼultima una componente fondamentale.
Ovviamente se ne possono inventare centinaia, e queste sono infatti solo alcune delle molte
che abbiamo utilizzato, nel foglio di alternative è però bene inserirne non più di venti – trenta per
non creare troppi imbarazzi nella scelta. Bisogna ricordare prima di iniziare con le presentazioni,
dopo aver lasciato qualche minuto per scegliere ed iniziare, che occorre impersonarsi davvero
nella presentazione, quindi parleremo così:
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Anche il/i conduttori debbono partecipare4.
Eʼ comunque bene lasciare sempre anche alternative molto semplici per non mettere in difficoltà
nessuno ed unʼalternativa completamente aperta, come lʼultimo esempio.
In gruppi che hanno già un buon livello di confidenza e di conoscenza reciproca questʼesercizio
può essere fatto anche con “doppio compito” cioè quello di scegliere una modalità per sé ed una
per il vicino che sta alla propria destra (ovviamente motivando la scelta).
[C] “Il portafoglio”
Questʼattività è stata creata in situazione. Lavorando con un gruppo di apprendisti5 ai quali
dovevo far creare una specie di libretto delle competenze. Il primo tentativo di scrivere, per
inserirla allʼinizio del libretto, una presentazione personale, aveva suscitato, nella quasi totalità dei
presenti un grado di resistenza e difficoltà molto grande, verbalizzata, in alcuni casi anche con
esplicite manifestazioni di ostilità.
Mentre cercavo, vanamente, di spiegare, teoricamente, come vi fossero moltissimi modi per
presentarsi, per parlare di sé e leggevo negli sguardi la sensazione fortissima di noia, mi venne
unʼidea. Interruppi nel bel mezzo la mia spiegazione ed esclamai: “Aspettate!”
Misi in mezzo al ferro di cavallo che avevamo formato con i tavoli, ai quali erano seduti i ragazzi
e le ragazze, un ulteriore tavolino, mi misi dietro al tavolino e tirai fuori il mio portafoglio. Notai che
il livello di attenzione era aumentato notevolmente. Senza dare nessuna spiegazione ulteriore
iniziai a svuotarlo ed a spiegare le varie cose che ne estraevo ed il significato che avevano per me,
alcune poggiandole sul tavolino, altre facendole girare: foto, lettere, multe vecchie conservate,
indirizzi, tessere di supermercati, di associazioni e club, patente, biglietti da visita… In pochi minuti
sapevano di me moltissime cose, davano interpretazioni, facevano domande… Ogni mia ulteriore
spiegazione sarebbe stata, a quel punto, ridondante, già i ragazzi stavano tirando fuori i loro
portafogli e in tutta lʼaula passavano in giro piccoli oggetti di ogni tipo. Successivamente passare
alla scrittura non comportò alcuna difficoltà.
Beʼ raccontando come è nata, mi accorgo di aver già spiegato come può svolgersi unʼattività di
questo tipo.
Ovviamente questo può servire da spunto per creare altre attività del genere; varianti possibili si
possono costruire facilmente utilizzando qualsiasi oggetto che possa essere spunto o mezzo per la
presentazione di sé: la carta di identità metaforica ne può essere un esempio…
[D] “Avvertenze e modalità dʼuso”
Uno stimolo molto semplice, ma, generalmente, efficace è quello di chiedere di compilare un
foglietto di istruzioni su se stessi, come quei foglietti che si trovano nelle medicine. Alcune delle
voci possono essere utilizzate lasciandole proprio come sono: composizione, posologia,
interazioni, precauzioni… Lʼattività offre lʼoccasione di un approccio ironico e non aggressivo.
Una variante può essere la “ricetta”, attività nella quale si chiede ad ognuno di descrivere la
ricetta tramite la quale si potrebbe “cucinare” il piatto che egli è.
4. Il problema della doppia conduzione non è stato per i progetti da noi condotti irrilevante, laddove vi erano le condizioni
materiali (gruppo superiore alla decina di persone per non far prevalere troppo i conduttori, disponibilità economica,
buona raggiungibilità della sede…) infatti abbiamo preferito la doppia conduzione che ha consentito una narrazione
intrinseca alla conduzione, facilitante per il gruppo e per i conduttori stessi che riuscivano ad interagire in maniera
dialogica tra loro e con il gruppo oltre ad avere unʼosservazione privilegiata.
5. Il riferimento è ad un Corso per apprendisti svoltosi a S. Giovanni Valdarno (AR) nel 1999/2000, gestito dallʼagenzia
formativa SMILE Toscana.
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[E] “Oggetti significativi”
Questa attività è stata sperimentata in più versioni. Le principali sono due: nella prima si utilizza
come modalità di presentazione chiedendo quali sono gli oggetti che ci descrivono meglio (ci si
può riferire ad oggetti che possediamo o ad oggetti utilizzati metaforicamente per raccontarsi, per
descrivere la propria identità), ma si può anche
chiedere la lista degli oggetti, ponendo un tetto
Pratika si è specializzata nei corsi di
numerico massimo, che per nessun motivo al mondo
formazione legati a quelle professioni
lasceremmo se dovessimo partire per sempre (o
che guardano alle relazioni umane.
andare su unʼisola deserta); nella seconda versione,
Ai corsi che ogni anno attiviamo:
utilizzata in fase conclusiva del percorso si chiede di
Esperto consulente di orientamento e
portare, fisicamente, tre nostri oggetti che, secondo
Tecnico qualificato per lʼanimazione
noi, sono i maggiormente significativi riguardo ai tre
di comunità si affianca unʼintensa
tempi: passato, presente, futuro (ovviamente per
attività di ricerca in unʼottica di
quello che riguarda il futuro lʼoggetto può anche essere
empowerment dei soggetti coinvolti.
soltanto descritto, disegnato o altro…)
Pratika mette a disposizione
numerose pubblicazioni e a queste si
[F] “Una foto del futuro”
affiancano risorse gratuite disponibili
Unʼaltra modalità di presentazione, utilizzabile
sul nostro sito.
anche in fase di percorso, può essere quella di fare
una foto al nostro futuro. Si danno cioè alcuni minuti
per pensare e poi si chiede di descriversi in unʼimmagine tra dieci anni, come se guardassimo una
foto. La nostra identità infatti, come sostiene anche Zaccaria nel suo contributo, può essere
maggiormente definita da quelle che sono le nostre aspirazioni, da ciò che vorremmo e vorremo
essere piuttosto che da ciò che siamo attualmente.
[G] “Il re del mondo”
Anche questo stimolo è molto semplice, ci si presenta dicendoci le cinque cose che farebbe tra
le prime se fosse il re del mondo, con potere assoluto e assoluta disponibilità temporale,
economica… nessun limite insomma.
[H] “Specialità e disastri”
Ci si presenta dicendo quali sono le due cose che veramente sappiamo fare molto bene,
dandone anche una valutazione in termini di soddisfazione (cioè si tratta di cose che ci piacciono o
no? Sono conosciute, riconosciute dagli altri? Ci servono? Ci procurano gioia?) e la stessa cosa la
facciamo relativamente a due cose che proprio ameremmo saper fare, ma relativamente alle quali
siamo, o ci riteniamo, veri e propri disastri6.
2.4 Percorsi
6. Si ricevono, con piacere, attività di presentazione e o di altro genere che sperimentate hanno funzionato, esse
saranno raccolte, indicando sempre lʼautore.
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«Riscoprire attraverso la narrazione le proprie radici
e i propri tratti distintivi, consapevoli del fatto che non
può sorgere la domanda “Chi sei tu?” in chi non abbia
le strutture mentali e materiali per poter almeno
abbozzare una risposta alla questione “Chi sono
io?” 7.» Percorsi composti da una serie di input,
m o m e n t i d i r i fl e s s i o n e , e p o i d i s t i m o l o
allʼautoproduzione creativa o semplicemente diaristica,
personale o in gruppo sul passato, sul presente e sul
futuro attraverso metafore “narrative” possono
moltiplicare i propri significati, ne proponiamo due.
2.4.1. Sostare, perdersi, narrarsi8
di Federico Batini, Brunetto Salvarani
Questo percorso è composto, prevalentemente, da
stimoli, dopo ognuno di essi, somministrati in
assemblea o a gruppi, in alcuni casi persino
individualmente possono seguire momenti di
riflessione, momenti di produzione libera, di scrittura
creativa, oppure attività maggiormente strutturate
tramite schede, videocamera, colori o altri materiali.
Chi è il Consulente di
Orientamento: E' una professionalità
che opera nel settore dei servizi di
ricerca, selezione e fornitura di
personale. Interviene a supporto dei
processi decisionali nelle scelte
scolastico-formative e nella
maturazione di progetti professionali
verso o sul lavoro. Rielabora le storie
formative/lavorative personali e
prefigura le traiettorie di sviluppo
secondo le opportunità lavorative e
coerenti con l'identità del soggetto.
Svolge il counselling orientativo,
bilancio di competenze e counselling
di carriera. (dal sito della Regione Toscana)
Chiedici informazioni sul corso per
Esperto consulente di orientamento
SOSTARE: le storie della Memoria → educare alla ricerca di radici;
Figura esemplare: Primo Levi (1919 – 1987)
Lʼimportanza oggi di prendere una pausa, di fermarsi, di concedersi una “tregua”, di fronte
allʼomologazione totalizzante; la possibilità di riprendere ad “ascoltare” lʼaltro, di rivalutare il tempo
dellʼattesa… Eʼ lʼunico modo autentico, probabilmente, per “educare alla memoria”!
Assumiamo, come figura esemplare del sostare, lo scrittore ebreo piemontese Primo Levi9 :
deportato ad Auschwitz ed ivi “costretto a sostare” riflettendo sulla propria condizione di ebreo (Se
questo è un uomo) casualmente “salvato” contro la maggioranza dei “sommersi” (I sommersi e i
salvati), fermamente deciso ad accettare fino in fondo le proprie radici umane e culturali,
intendendo la memoria come ricerca di sé (La ricerca delle radici), disposto a prendere sul serio
ogni realtà, ogni situazione, ogni brandello di umanità esaltando il valore della laicità (Il sistema
periodico, Lʼaltrui mestiere). Si Noti come la capacità di “sostare” e di “porsi in attesa” costituisca
una virtù storicamente caratteristica peculiarmente della comunità ebraica, che durante la sua
7. R. Mantegazza (1998), Un tempo per narrare, cit., p. 11.
8. Si veda, per una introduzione maggiormente compiuta a questo percorso: F. Batini, B. Salvarani (1999), “La
pedagogia della narrazione come strumento formativo”, in: Rivista dellʼIstruzione, 6: 769-783.
9. Ovviamente (per questa come per le altre) si tratta di scelta arbitraria che può essere sostituita da altre figure ritenute
maggiormente adatte.
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bimillenaria diaspora ha dovuto apprenderla abbondantemente (cfr. poesia Pasqua nella raccolta
Ad ora incerta)10.
La memoria si giova particolarmente della narrazione, contro ogni presunzione di verità, di
dogma storico «la comprensione, a differenza della spiegazione, non esercita nessun diritto di
prelazione: unʼinterpretazione narrativa della decadenza di Roma non ne preclude altre. Né
lʼinterpretazione di una particolare narrazione esclude altre interpretazioni. Perché le storie e le
loro interpretazioni trattano i significati, e i significati sono intransigentemente multipli: la regola è la
polisemia11 .»
Stimoli “altri” utilizzabili: Lʼamico ritrovato di Fred Hulman (del quale è disponibile anche una
versione cinematografica accattivante); Le confessioni di un malandrino, canzone di Angelo
Branduardi dalla raccolta eponima; Utopia di un uomo che è stanco di Jorge Luis Borges (racconto
incluso nella raccolta Venticinque agosto 1983 e altri racconti inediti12 ), fumetti di Andrea Pazienza
(particolarmente Aficionados e Pompeo13); scelta di poesie dalla produzione di Giorgio Caproni14 ,
si consiglia di utilizzare particolarmente le raccolte Il seme del piangere e Il Franco cacciatore; …
PERDERSI: le storie dellʼOggi → educare al rapporto con lʼaltro, che inevitabilmente mi plasma;
Figura esemplare: Fabrizio de André (1940 – 1999).
Lʼimportanza oggi di “smarrirsi”, di accettare lo smarrimento ed il dubbio, lʼavventura rischiosa e
lʼerranza, lʼapertura al mistero, la virtù della leggerezza; il coraggio e persino il valore
intrinsecamente etico di rifiutare la sottomissione alle “leggi del branco”. Eʼ lʼunico modo per
“educare allʼidentità”, specchiarsi nellʼaltro per ritrovarsi maggiormente in profondità.
«Se volessi scegliere un simbolo augurale per lʼaffacciarsi del nuovo millennio, sceglierei
questo: lʼagile salto improvviso del poeta filosofo che si solleva sulla pesantezza del mondo,
dimostrando che la sua gravità contiene il segreto della leggerezza, mentre quella che molti
credono essere la vitalità dei tempi, rumorosa, aggressiva, scalpitante e rombante, appartiene al
regno della morte, come un cimitero dʼautomobili arrugginite15.»
Assumiamo come figura esemplare del “perdersi” il cantautore e poeta Fabrizio de André: in
particolare per la sua straordinaria capacità di “perdersi” nelle vicende e nei volti altrui per ritrovarsi
diversi (tra i mille esempi citiamo: La canzone di Marinella, La ballata del Miché, Il pescatore, Un
matto, Andrea, Quello che non ho, Korakané…) per la sua disponibilità a cogliere lʼimportanza
della materialità delle cose della vita ed una sorta di “santità” delle passioni (citiamo i versi di Via
del Campo: «Dai diamanti non nasce niente / dal letame nascono i fior» e ricordiamo anche la
10. Bibliografia minima di riferimento per il “sostare”: G Grassano (1981), Primo Levi, La Nuova Italia, Firenze; P. Levi –
T. Regge (1984), Dialogo, Edizioni di Comunità, Milano (nuova edizione: (1987), Einaudi, Torino.); F. Camon (a cura di,
1984), Autoritratto di Primo Levi, Edizioni Nord –Est, Milano; P. Levi (1987-1990, 3 volumi), Opera Omnia, Einaudi,
Torino; M. Belpoliti (1997, a cura di), Conversazioni e interviste 1963-1987, Einaudi, Torino; B. Salvarani (1997), “La
laicità radicale di Primo Levi”, in: B. Salvarani, Le storie di Dio. Dal grande codice alla teologia narrativa, EMI, Bologna;
Annualità completa 1994/95 di CEM Mondialità: Sulle strade del desiderio. Sostare, perdersi, narrare, Brescia.
11. J. Bruner (1997), La cultura dellʼeducazione, Feltrinelli, Milano, p.103.
12. J. L. Borges (1990), Venticinque Agosto 1983 e altri racconti inediti, Oscar Mondadori, Milano.
13. A. Pazienza (1987), Pompeo, Editori del Grifo, Montepulciano (SI).; A. Pazienza (1993), Aficionados, Editori del Grifo,
Montepulciano (SI).
14. G. Caproni (1989), Poesie 1932-1986, Garzanti, Milano.
15. I. Calvino (1988), Lezioni Americane, Garzanti, Milano, p. 13.
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canzone Bocca di rosa), per la radicale solidarietà con gli emarginati di ogni tipo, con coloro che
non si dispongono a sottostare alle “leggi del branco”, con chi «viaggia in direzione ostinata e
contraria/ col suo marchio speciale di speciale disperazione/ e tra il vomito dei respinti muove gli
ultimi passi/ per consegnare alla morte una goccia di splendore/ di umanità, di verità16.»
Si pensi anche allʼampio spettro linguistico cui de André ricorre, dal genovese al logudorese, dal
portoghese al napoletano, dal latino allʼitaliano medievale, che conferma emblematicamente
lʼapertura alla cultura altrui nei suoi mezzi espressivi fondamentali17 .
Le storie dellʼoggi hanno inevitabilmente a che fare con
il Senso, rispondono alle annoiate (in quanto ormai
Il testo si
troppo ripetute) domande del “che cosa faccio qui?” e
r i v o l g e
del “che senso ha tutto questo?”. In questa direzione di
principalmente
riflessione il rapporto con lʼaltro assolve ad una duplice
agli operatori
importantissima funzione: quella di proporre
del settore che
conoscenza come antidoto al mistero, allʼignoranza ed
s t a n n o
alla paura dellʼaltro (secondo la ben nota riflessione di
completando
Tzvetan Todorov) e quella di plasmare lʼidea della
la propria
storia personale, della costruzione della conoscenza
formazione o
come percorso peculiare e personalissimo. «Se
che vogliono
lʼinformazione fosse conoscenza, il WEB sarebbe la
avere
un
caverna di Alì Babà per chi vuol imparare. Non è così.
q u a d r o
Perché mai? Perché …“Le risposte” …”devono essere
sistematico e
costruite, sono una sintesi a cui si arriva usando ogni
riassuntivo degli «strumenti del
tipo di risorse”. Esse non possono essere prese già
mestiere».
pronte nelle pagine del WEB. La conoscenza è
unʼavventura personale, unʼesplorazione guidata dagli
Manuale per orientatori, Batini,
scopi delle persone… 18.»
Erickson Editore, Trento, 2005.
La tradizione millenaria indiana insegna dʼaltro canto
come la risposta alla domanda sul proprio presente sul
“chi sono” possa trovarsi nella “dilatazione della coscienza”, senza giungere a meditazioni di tipo
religioso ci sembra comunque che il confronto con lʼalterità possa, in termini di analogia o di
opposizione (in senso neutro non oppositivo) costituire un valido complemento al processo di
costruzione dellʼidentità19 .
NARRARE: le storie del Progetto → educare al sogno, alla fantasia, alla progettualità;
Figura esemplare: Dylan Dog (1953 – “vivente”).
16. Da “Smisurata Preghiera”, in: Anime Salve.
Si ricordino inoltre la straordinaria rilettura “anarchica” de La buona novella, e quella, personalissima, dellʼAntologia di
Spoon River, di Edgar Lee Master in Non al denaro, non allʼamore né al cielo…
17. Bibliografia minima di riferimento per il “perdersi”: L. Granetto (1978, a cura di), Canzoni di Fabrizio de André, Lato
Side Edizioni, Roma; C. G. Romana (1991), Amico fragile, Sperling & Kupfer, Milano; D. Fasoli (1995), Fabrizio de
André. La cattiva strada da Carlo Martello a don Raffaé, Edizioni Associate, Roma; A. Gennari, F. de André (1996), Un
destino ridicolo, Einaudi, Torino; A.A.V.V. (1997), Fabrizio de André. Accordi eretici, Euresis, Milano.
18. G. Mantovani (1998), Lʼelefante invisibile, Giunti, Firenze, p. 175.
19. Lʼatteggiamento empatico è un esempio molto pratico e quotidiano o quasi di come lʼaccoglienza di informazioni e
“storie” relative allʼesperienza altrui possa costituire una espansione della propria identità.
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Lʼimportanza oggi di recuperare la capacità di “scambiarsi esperienze”, di dare voce ai piccoli
ed agli oppressi, di proclamare, contro gli iperrealisti della globalizzazione imperante, i sacrosanti
diritti del sogno e del fantastico, di recuperare le dimensioni del pensiero mitico e simbolico… Eʼ
lʼunico modo per “educare al progetto”, ed al novum!
Assumiamo “lʼindagatore dellʼincubo” creato dalla fantasia di Tiziano Sclavi per lʼeditore Sergio
Bonelli, Dylan Dog, come figura esemplare del “narrare”: un antieroe del fumetto che ha saputo
felicemente intercettare con “leggerezza” lʼodierno bisogno di narratività così sentito (e spesso così
frustrato) nelle generazioni più giovani.
«Le sue storie seguono solenni itinerari, oppure percorrono strade meschine, vanno a
passeggio con Dante Alighieri ed ammiccano nel contempo a Paperino. Il risultato è un tessuto
narrativo che sembra essere anche ritornato alle origini del racconto e, nello scenario
metropolitano, nellʼimmaginario urbano e multimediale, Dylan Dog può anche risultare il più
efficace sostituto degli antichi narratori dei caravan-serragli20 .»
«Ormai ho imparato che non bisogna cercare il senso di qualcosa… -ammette
emblematicamente Dylan Dog tra sé e sé- le cose esistono e basta, anche quelle inesistenti.»
Perennemente a metà strada fra un “ghostbuster” ed un Philip Marlowe, Dylan Dog si trova
regolarmente a che fare con gli abitanti di quella “soglia” che il critico letterario Tzvetan Todorov,
nel suo saggio su La letteratura fantastica, descriveva come il luogo attraverso cui il
soprannaturale e lʼimpossibile irrompono nella realtà del quotidiano, giungendo a distruggere
lʼordine, solo apparentemente razionale, e la coerenza. Nella sua sceneggiatura Sclavi ricorre
frequentemente alla sovrapposizione fra fabula ed “intreccio”, allʼuso del flash back ed
allʼimmissione del sogno e del fantastico, spesso indistinguibili dalla realtà: ne risulta una sorta di
“straniamento continuo”, di affascinante spaesamento, dovuto anche alla costante commistione tra
elementi horror, talora addirittura splatter, ed elementi ludici, realistici ed onirici, in un susseguirsi
di contaminazioni tra cultura “alta” e cultura “bassa”. Temi come: lʼaltrove, lʼallorquando, il rapporto
complesso con la figura paterna assente o ambiguamente presente, la normalità borghese come
“lʼinferno del quotidiano”, la capacità di vedere al di là della diversità psicofisica, il rapporto
complesso e non risolto con la figura femminile, il tema del suicidio, la “fine dellʼadolescenza”… ed
altri ancora risultano trattati più volte, il tutto sdrammatizzato continuamente dalla figura di Groucho
(reincarnazione del maggiore dei Fratelli Marx) assistente logorroico che con battute, giochi di
parole, calembours, tinge di ironia (percezione del limite) il mistero, il cupo e la serietà di molte
vicende.
In uno slogan: le narrazioni dylandoghiane sono, o possono risultare, “narrazioni
terapeutiche21 .”
c-bis) Figura esemplare: Calvin ed Hobbes (con un poʼ di sana ironia…); → Guardiamo: Alcune
striscie
20. A. Faeti (1993), “Tra Dante e Paperino”, in Videonews, n. 5: 7.
21. Bibliografia minima di riferimento per il “narrare”: M. Masiero (1990), Raccontare Dylan Dog, Alessandro
Distribuzioni, Bologna; A. Faeti (1992), “Diventare maturi senza trasformarsi in adulti”, in: Corriere della Sera (17/6/1992),
p. 19; G. Origa (1993), I mondi di Dylan Dog, Unilito, Milano; E. Beseghi, A. Faeti (1993, a cura di), La scala a
chioccciola, La Nuova Italia, Firenze; A. Nanni (1995), “Narrare, educare, sedurre”, in: A.A.V.V., Sulle strade del
desiderio, Atti del 33° Convegno Nazionale CEM, CEM Mondialità, Brescia, pp. 7-11; R. Mantegazza, B. Salvarani
(1998), Disturbo se fumetto? Dylan Dog e Martin Mystère, Tex Willer e Nathan Never, ipotesi per un uso “politicamente
corretto”, Unicopli, Milano; G. M. Contro (1998), Il Mercato del terrore, Feltrinelli, Milano.
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Lʼimportanza oggi di recuperare la capacità
di “ridere di sé”, di dare voce ai piccoli ed
Per la sua flessibilità,
allʼironia, alle domande grandi, ai perché,
capacità di adattarsi ai
alle domande sul senso, alle domande
diversi contesti e
inutili. Lo spazio del sogno contro lo spazio
situazioni personali
del bisogno da soddisfare subito,
mettendo a fuoco la
mercificato.
complessità e la varietà di sfaccettature che
Calvin ed Hobbes rappresentano lʼirruzione
costituiscono la persona, l'Orientamento
della fantasia, del progetto, nel quotidiano,
Narrativo continua a essere, ad oggi, uno degli
rappresentano la visione, la capacità di
strumenti più innovativi e importanti nati e
vedere oltre le apparenze ed i limiti
sviluppati sul territorio nazionale. dellʼoggi.
Ogni biennio esperti nazionali e internazionali
Calvin è lʼunico in grado di vedere la tigre
intervengono in una due giorni che prevede
di pezza animarsi e questo gli permette di
laboratori e tavole rotonde, formazione e
costruirsi unʼesistenza, un non-luogo nel
confronto.
quale i suoi sogni e progetti hanno spazio
agevole per costruirsi, Calvin tramite il
dialogo con Hobbes, lʼamico immaginario
dialoga con se stesso, costruisce significati e spiegazioni, costruisce una propria visione del
mondo, fa centinaia e centinaia di progetti, impara a ridere di sé e a deridere il mondo degli adulti
che si prendono troppo sul serio.
La costanza di aspetti della realtà pone in effetti le basi per la costruzione di unʼinvarianza che
abbiamo detto essere la sostanza dellʼidentità, pure «il sentimento di identità può andare incontro a
evidenti modificazioni e a contrazioni o espansioni. Se cambiano i sostegni della stabilizzazione
cambia anche il senso dellʼio, il sentimento della sua identità22 .»
Il rischio che si pone oltre a quello, già avvertito, della mancanza di riferimenti per la costruzione
di un identità è quello della eccessiva fissazione in un ruolo, la costruzione di un identità rigida (a
scopo difensivo?), ancorata in una posizione socialmente definita o definibile, appartenente ad un
gruppo con regole nette23…
La narrazione del possibile, del progetto, del sogno e della fantasia offre una dimensione di
“incertezza a basso rischio” che non può che favorire la capacità di stare in un mondo a tale livello
di mutevolezza, con lʼaugurio di riuscire a realizzare ciò che può sembrare un ossimoro: un identità
forte ed aperta.
2.4.2 Un percorso curricolare per la scuola
Questo percorso è stato sperimentato in classi iniziali della Scuola Media superiore in modalità
curricolare, legandolo allʼimpianto di programmazione dellʼinsegnante di materie letterarie. Il
progetto si svolgeva nelle ore mattuttine, in compresenza con lʼinsegnante coinvolto, e la
partecipazione dei ragazzi, nonostante la giovane età è stata fortissima.
Visto il collegamento con il curricolo e con la programmazione dellʼinsegnante si rende
necessaria una micro-progettazione in collaborazione con lʼinsegnante stesso: ogni classe avrà
quindi un percorso a sé. Oltre ai guadagni in termini identitari si è osservato un miglioramento delle
22. R. Venturini (1995), Coscienza e cambiamento, Cittadella editrice, Assisi, p. 198.
23 Notiamo parenteticamente che forse proprio nella funzione di rassicurazione identitaria (identità in quanto
appartenenza ad un sistema di regole ed in opposizione del tipo noi-mondo) va ricercata la motivazione del successo
delle sette e delle nuove religioni.
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competenze narrative e di verbalizzazione dopo il progetto. Competenze progettuali e di utilizzo
delle metodologie narrative sono in parte state trasferite agli insegnanti coinvolti.
Allo svolgimento del progetto vero e proprio è
seguita una fase laboratoriale tramite la quale i ragazzi
Chi è il Consulente di
hanno potuto costruire delle produzioni che
Orientamento: E' una professionalità
raccontassero la propria identità emulando alcune
che opera nel settore dei servizi di
delle modalità proposte (sia come metodo, come
ricerca, selezione e fornitura di
riflessioni, come contenuti, sia, soprattutto come
personale. Interviene a supporto dei
processi, come mediatori utilizzati) tramite gli stimoli
processi decisionali nelle scelte
oppure creandone di nuovi. Si è molto insistito
scolastico-formative e nella
sullʼaspetto della libertà assoluta e della non
maturazione di progetti professionali
valutazione delle “produzioni” finali e questo ha
verso o sul lavoro. Rielabora le storie
consentito, insieme ad una molteplicità di esempi e
formative/lavorative personali e
spunti di riflessione, la liberazione della creatività.
prefigura le traiettorie di sviluppo
I materiali così prodotti sono poi stati raccolti,
secondo le opportunità lavorative e
assieme a quelli di tutti i progetti svolti, in una mostra
coerenti con l'identità del soggetto.
allʼinterno della quale è stato effettuato anche un
Svolge il counselling orientativo,
convegno su questo tema ed è stato presentato questo
bilancio di competenze e counselling
testo.
di carriera. (dal sito della Regione Toscana)
Il progetto si centra sul percorso “La metamorfosi”
Chiedici informazioni sul corso per
adottando una traccia proposta dal libro di testo, la
Esperto consulente di orientamento
traccia sarà ripercorsa inquadrando il tema allʼinterno
di un progetto che situi i tre momenti: passato,
presente e futuro.
La finalità del progetto è quello di promuovere lʼuso della narrazione come autoanalisi identitaria
tramite processi di immedesimazione e confronto, utilizzando un percorso strettamente legato a
quello curricolare ed ottenendo di conseguenza anche risultati sul piano dellʼapprendimento, sia al
livello di processi che a quello di contenuti (in ottica interdisciplinare con prevalente interesse delle
materie letterarie).
Si è pensato ad un percorso di questo tipo:
Introduzione: Letture e commento del brano tratto da Dr. Jackill e Mr. Hyde. Riflessione con
produzione individuale di brevi scritture sul tema.
Lettura e commento di un brano tratto da “Uno, nessuno e centomila” di L. Pirandello. Ascolto della
canzone “Quello che non ho” di F. De Andreʼ.
Il passato: 4 dicembre: Lettura e commento del mito di Narciso dalle Metamorfosi di Ovidio. Lavoro
a piccoli gruppi con scheda legata alla “memoria”. Lettura e commento di “Il gatto” da “Lʼinventore
dei sogni” di Ian MCEwan. Rilettura in funzione dellʼidentità passata in assemblea.
Terzo incontro: Conclusione del percorso precedente tramite presentazione di un oggetto che
appartiene al passato al quale si è legati (narrare la memoria attraverso quello che ci è caro, il
“compito è stato assegnato la volta precedente).
Il presente: il contrappasso dantesco e la pena dei suicidi, lettura e commento (legame tra passato
e presente nel tema della metamorfosi). Lettura e commento di “Non chiederci la parola” di
Montale. Brainstorming. Ascolto di “Ho perso le parole” e“Freccia” dalla colonna sonora del film
Radiofreccia di Luciano Ligabue.
Compito assegnato: lettura de “Il rinoceronte” di Ionesco o “Narciso e Boccadoro” di Herman
Hesse, o”Non ora, non qui” di Erri De Luca, con produzione di materiali di autoriflessione.
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Il futuro: visione del film: “I 400 COLPI” di François
Truffaut. Prime indicazioni sulla produzione definitiva
Ognuno,
dei materiali.
g
r a z i e
Un altro modo di raccontarsi: visione di diapositive di
a
l
l
ʼoculata
storia dellʼarte significative per i passaggi dal realismo,
gestione delle
allʼimpressionismo, fino allʼarte contemporanea.
p r o p r i e
Identità dellʼartista: immagine della realtà che cambia.
narrazioni
Il percorso si conclude con Duchamps, con la firma
quotidiane e
che rende un oggetto comune unʼopera dʼarte,
grazie
a
affermazione massima dellʼidentità dellʼartista. La
s
p
e
c
i
fi
c
i
prima visione delle diapositive viene fatta chiedendo
i
n
t
e
r
v
e
n
t
i
semplicemente ai partecipanti di rintracciare i segni
formativi, può
dellʼidentità dellʼartista, come si esprime nelle
sviluppare la
figurazioni pittoriche. In una seconda visione si rende
capacità di
poi conto del percorso storico dei movimenti, tra otto e
scegliere
e di
novecento, e delle varie rotture formali e della
gestire
le
proprie
scelte.
concezione artistica per evidenziare come esistano
passaggi fondamentali attraverso i quali lʼidentità
Le storie siamo noi, Batini, Giusti,
professionale si costruisce, individualmente e
Jedlowski, Mantovani, Scarpa,
socialmente.
Smorti, Liguori Editore, Napoli, 2009.
Unʼaltra possibilità, già ampiamente indagata, è quella
di lavorare con una serie di ritratti ed autoritratti.
Incontro conclusivo: conclusione, risistemazione dei
materiali, valutazione dellʼesperienza, ipotesi per la mostra e per i laboratori. Ipotesi di
prosecuzione di lavoro con la sola presenza dellʼinsegnante (ad esempio con la prosecuzione della
trilogia di Truffaut).
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3. Orientamento narrativo: un approccio estetico
di Cecilia Batini
«Il gesto creativo di un artista sarà un segnale
per riguardare la nostra esistenza e farci vedere
cose ormai dimenticate24.»
Lʼassunto è questo: raccontare qualcosa è comunque, in certo modo, raccontarsi. Eʼ il gioco
metaletterario che ha caratterizzato da sempre le più semplici e le più ardite invenzioni letterarie,
ma anche artistiche nel senso stretto del termine, ognuna delle quali, è noto, ha un personale
linguaggio con cui lʼautore, sia esso pittore, scultore o architetto, modella a suo piacere il proprio
manufatto; ed a questʼarte gli storici, dellʼarte come di ogni altra disciplina, ma anche lʼosservatore
da essi guidato riescono di volta in volta a ricavare un più o meno accentuato approccio con la
società, ma anche, più da vicino, con lʼinteriorità fino a volte a carpire lo stato dʼanimo puntuale
dellʼartista. In tal senso quindi lʼarte «comincia ad avere senso quando viene concepita come il
tentativo più radicale di comprendere il significato della nostra esistenza mediante le forme, e i
colori, e i movimenti che il senso della vista coglie e interpreta25.» A tal proposito non si può fare a
meno di ricordare la non ininfluente polemica tra detrattori e fautori della riproducibilità dellʼopera
dʼarte dove chi sostiene che lʼopera dʼarte sia il frutto di una kunstwollen26 si oppone a chi toglie
invece allʼarte questo carattere di intenzionalità, rendendola una pura espressione, in qualche
modo perfetta, di forma artistica o di perfezione tecnica o addirittura tecnicistica. Un dibattito che
arriverà fino al nostro secolo, e probabilmente senza soluzione, che si confronta oggi più da vicino
sulla riproducibilità dellʼopera dʼarte e sullʼeventuale valore artistico ed ermeneutico, ove esso ci
sia, da attribuire ad unʼopera che si ripete sempre uguale a se stessa.27 Cambia così il momento
del concepimento dellʼopera (è ormai un aneddoto quello secondo cui Moholy-Nagy nel 1922
dettava per telefono il progetto delle “forme” di alcune insegne), il modo di proporla e, per il fruitore,
il modo di leggerla.
Nel nostro percorso ci soccorre comunque unʼopera letteraria lontana nel tempo dalla
contemporaneità, sincretismo di sensazioni, dove il colore è tangibile e il simbolo concretamente
visibile, come si trattasse di arte grafica, i capitoli quasi sequenze di un cassone di nozze istoriato.
Per chi lo ha conosciuto è difficile, a tal proposito, non ricordare quel piccolo gioiello di autore
anonimo del Medioevo inglese che è Sir Gawain e il Cavaliere verde28; una sorta di magico e
insieme realistico viaggio di due personaggi che in realtà si scoprirà essere uno soltanto, tra
lʼavventura cortese e la ritualità magica del trascorrere del tempo e delle stagioni. Un piccolo
24. M. Dallari, C. Francucci (1998), Lʼesperienza pedagogica dellʼarte, La Nuova Italia, Firenze, p. 90.
25. R. Arnheim (1969), Verso una psicologia dellʼarte, Einaudi, Torino, p. 185.
26. “Volontà dʼarte” ovvero di carattere liberamente creativo e intenzionale. Il termine è del Riegl ; altri, tra il XIX e il XX
secolo, ne arricchiscono il campo semantico. Ad esempio K. Annheim (1921-22), “Beitrage zur Theorie der
weltanshaunung, Interpretation”, in Jahrbuch fur Kunstgeschichte, 1: 236-74 lo definisce “speciale visione generale che
si documenta nellʼopera dʼarte”; A. Reigl. (1953), Industria artistica tardoromana, Firenze, pp. 383 e sgg.
27. Eʼ la tesi di: W. Benjamin. (1966), Lʼopera dʼarte nellʼepoca della sua riproducibilità tecnica. Arte e società di massa.,
Einaudi, Torino: unʼopera dʼarte estremamente contemporanea è il film; riproducibile, a differenza di una performance
teatrale, sempre uguale a se stesso. Su di esso incombe il pericolo della eccessiva meccanizzazione dellʼinvenzione
artistica.
28. Anonimo (1986), Sir Gawain e il Cavaliere Verde, Adelphi, Milano.
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romanzo che facilmente sa farsi accostare alle dimensioni che sono proprie di un manufatto
artistico (come può essere un quadro): il rimando ad una lettura simbolica e, come accennato, ad
una meta-lettura, è talmente immediato da sembrare obbligato. Ma cʼè qualcosa di più perché è il
romanzo stesso lʼavventura, e ascoltandolo si diviene attori in prima persona dellʼavventura stessa.
Ecco da dove nasce lʼidea del leggere unʼopera e, interpretandola, trovare una chiave, o almeno
uno spunto, per la costruzione di sé ; o, almeno di un seʼ, perché (e proprio qui il “gioco” si fa
interessante) il cavaliere si sdoppia e si ricongiunge misteriosamente, mostra due persone diverse,
ma è una soltanto (a guisa di un Giano bifronte).
Romanzo, dicevamo, ricco di spunti anche
“figurativi”: il colore assurge a simbolo (il verde come
Pratika si è specializzata nei corsi di
rinascita), la cintura verde anchʼessa rappresentante
formazione legati a quelle professioni
lʼinfedeltà viene mutata in gioco; e ancora la
che guardano alle relazioni umane.
simbologia del numero, il cinque che è la perfezione, il
Ai corsi che ogni anno attiviamo:
ripetersi delle azioni che crea ritmi e strutture che si
Esperto consulente di orientamento e
reggono sul due e sul tre (si attraversano due
Tecnico qualificato per lʼanimazione
Capodanni, si assiste a due decapitazioni, tre sono le
di comunità si affianca unʼintensa
cacce, tre i baci con la Signora), fino alla più alta
attività di ricerca in unʼottica di
simbologia della vita e della morte.
empowerment dei soggetti coinvolti.
Ma ancor più interessante per il nostro approccio
Pratika mette a disposizione
sperimentale, secondo la lettura proposta da Piero
numerose pubblicazioni e a queste si
Boitani, nella sua introduzione al testo29 , è la lettura
affiancano risorse gratuite disponibili
trasversale dei tre tempi, cioè delle tre diverse
sul nostro sito.
dimensioni che lʼautore offre alla nostra riflessione: la
dimensione della fantasia e del mito, che ci suggerisce
lʼambiente dei cavalieri cortesi della Tavola Rotonda; la
dimensione sopramenzionata della ritualità ciclica, del succedersi delle stagioni; e il tempo
“normale”, il quotidiano scandito dai giorni e dalle rispettive notti, così sottolineato nella seconda
parte del racconto. E ognuno di essi si arricchisce figurativamente dapprima di draghi e giganti, poi
di elementi naturali ben individuati, infine di interni, di spazi dunque artificiali di umana creazione.
Il Cavaliere e lʼuomo della contemporaneità: più distante temporalmente questo sprazzo di
Medioevo, ma più vicino, in una vivace pluridimensionalità, dellʼuomo misura di tutte le cose di
Leonardo da Vinci.
La sensibilità del nostro tempo, sembra riportarci, diremmo, allʼesperienza del collage (ne è
testimonianza negli stessi materiali utilizzati, lʼarte delle avanguardie ) piuttosto che a quella di una
stabile rappresentazione.
Lʼindividuazione di un percorso narrativo dellʼio attraverso lʼopera dʼarte andrà dunque
strutturato tenendo ben presente questa possibilità e, vorremmo dire, necessità di
pluridimensionalità.
Si offre quindi al ricevente un messaggio di già filtrata possibilità di trovare dentro di sé non un
io univoco, ma una pluralità di letture di sé, che sono poi in fondo le possibilità che hanno gli altri
di esprimere giudizi su di noi e le possibilità di reinventarci; ecco dove lʼorientamento ci aiuta, non
ad estraniarci da quello che pensiamo di noi stessi, ma a saperci leggere con creatività e
rinnovata possibilità di mutamento. «Categorie come quelle della conquista e della scoperta
sono fasi e tasselli di un costruire se stessi e di un costruire la conoscenza che comportano
sempre rischio e fatica. Lʼautonomia […], non è certamente uno “stadio” a cui si perviene per
29. Ivi, pp.11-40.
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“maturazione” e che una volta raggiunto non si perde più; è invece una conquista costante e mai
definitiva30 .»
Questi gli obiettivi di un orientamento educativo tramite le produzioni artistiche; i percorsi
operativi di lettura e interpretazione di opere dʼarte, su questa base, possono essere molteplici.
Un percorso che si serva del collage - inteso operativamente come accostamento di più opere e dellʼimportantissimo uso del simbolo e del rimando che tanta importanza ha, tanto in letteratura,
quanto nella storia dellʼarte, mi pare, in qualche modo, il più completo tentativo e quello che
permette di rispettare il punto di vista multioculare cui accennavamo. Tre opere in sequenza quindi,
a scelta del ricevente, ad illustrare tre delle possibili dimensioni in cui il tempo della nostra vita, che
sia essa passata, attuale o futura, può essere letto : il mito dunque, e allora il sogno ; la ciclicità,
ciò che accade e accade nuovamente; il tempo scandito cioè il tempo in qualche modo dellʼhomo
faber e faber sui. Non quindi lʼio immediatamente rappresentato, ma lʼidentità mediata dalla propria
concezione di queste tre dimensioni.
E lʼaltro grande stimolo che lʼarte sa offrirci è la simbolicità : simboli che nascono nellʼartista ma
che possono ri-nascere - decapitati e rinvigoriti da una nuova testa - nellʼimmaginario del nostro
fruitore; vero è che il simbolo è il frutto anche di un non trascurabile legame semantico con un
codice linguistico appartenente ad una precisa epoca storica e ad una precisa individualità. Ma è
altrettanto vero che molti di questi simboli che lʼarte ha fatto suoi, stanno a buon diritto
nellʼimmaginario collettivo di ogni tempo, legati come sono ad una eterna bellezza che lʼuomo fa
sua. Le varie teorie dellʼinterpretazione hanno fissato canoni più o meno rigidi per la fruizione, ma
in contesto orientativo e formativo si preferisce «ritenerci liberi rispetto a […]tassonomie e
negoziare per lʼapproccio educativo allʼopera dʼarte e per il “lavoro” da fare con essa la scelta di
direzioni di senso che abbiano a che fare, magari anche filologicamente, con il modo simbolico di
manifestarsi dellʼopera, ma la cui scelta possa essere determinata da una contestualità e da
unʼestemporaneità tali da consentire, non solo al soggetto in formazione ma anche al didatta,
unʼermeneutica a sua volta creativa e personale31 .»
Sarebbe quanto mai interessante condurre per mano i fruitori del progetto pedagogico di
orientamento narrativo, rilevando, accentuandone gli estremi, come ad ognuna delle tre individuate
dimensioni temporali di una possibile identificazione di sé, possa farsi corrispondere unʼampia
corrente artistica o comunque una periodizzazione della storia dellʼarte, senza naturalmente
pensare di incastonare ciascuna in una inverosimile staticità, né che tale sintesi possa essere
frutto di unʼabominevole periodizzazione evoluzionistica ordinata32: lʼarte rinascimentale con il suo
culto della prospettiva, dellʼuomo misura, il punto di vista scientifico e soprattutto con le sue
proporzioni si avvicina molto a quel tempo così matematicamente scandito e così, in qualche
modo, comune; lʼordinata facciata di una chiesa del XV secolo è equilibrio ed eurytmia che lʼuomoarchitetto propone allʼuomo comune come proprio del vissuto di entrambi.
E un affresco della stessa cultura rinascimentale crea spazi prospettici assolutamente
dominabili (e dominati allʼinterno del quadro) dallʼuomo stesso, impostati artificialmente33; gli sfondi
30. M. Dallari, C. Francucci (1998), Lʼesperienza pedagogica dellʼarte, cit., p. 83.
31. Ivi, pp. 44-45.
32. Non si può infatti naturalmente pensare ad un percorso né migliorativo, né tanto meno di depotenziamento dellʼarte
stessa o dellʼinvenzione artistica, né si può pensare che questa proposta di lettura attraverso le opere dʼarte sia da
considerarsi univoca.
33. Bertelli-Briganti (1990), Storia dellʼarte italiana, vol. II, Electa, Milano, pp.120-122.
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con edifici, parti di città sono allʼordine del
giorno, esterni ma, nella fruizione, interni
Per la sua flessibilità,
perché completamente controllabili da
capacità di adattarsi ai
parte dellʼindividuo.
diversi contesti e
S i g n i fi c a t i v o c h e l e r a f fi g u r a z i o n i
situazioni personali
intimamente sacre, siano state così care al
mettendo a fuoco la
medioevo da esserne la parte
complessità e la varietà di sfaccettature che
preponderante; è il tempo ciclico, osiamo
costituiscono la persona, l'Orientamento
dire religioso, di cui si permea tale cultura.
Narrativo continua a essere, ad oggi, uno degli
Lʼuomo medievale che fu così legato al
strumenti più innovativi e importanti nati e
succedersi delle stagioni, al tempo di una
sviluppati sul territorio nazionale. coltivazione che cresce, del buio e della
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luce, del ripetersi rituale dei movimenti e di
intervengono in una due giorni che prevede
un continuum mai spezzato, mai di un solo
laboratori e tavole rotonde, formazione e
individuo, è solo una delle identità
confronto.
dellʼuomo moderno.
Infine lo spazio per il sogno: oseremo
accostare le “prime” con le “ultime”
espressioni della storia dellʼarte. Ne sono emblemi le raffigurazioni mitologiche rosse e nere dei
vasi greci (soprattutto di epoca proto-attica e classica) e le irreali, deformate immagini
dellʼespressionismo, dove lʼimmaginario emozionale dellʼartista la fa da padrone. La stilizzazione
essenziale e lʼastrazione interiorizzata, due estremi che, come in molti casi, si toccano
concorrendo alla possibilità e al sempre attuale sforzo dellʼuomo di costruire se stesso.
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34. Generalmente gli autori hanno indicato nelle note a piè di pagina i loro riferimenti bibliografici, si è voluto riepilogare,
comunque, alla fine del volume soltanto quei testi che abbiamo considerato essenziali alla costruzione dellʼintero libro e
quelli che non erano stati esplicitamente richiamati nelle note, ma che gli autori ci hanno indicato come testi di
riferimento dei loro contributi o che comunque abbiamo ritenuto fondamentali per i temi trattati.
Chiaramente si tratta di indicazioni parziali per il solo avvio di un percorso di ricerca bibliografica. Si ringrazia, in
particolare, il Prof. Bruno Rossi per la particolare disponibilità e collaborazione alla stesura della bibliografia con le sue
puntuali indicazioni. La responsabilità di eventuali mancanze ed incoerenze è comunque dello scrivente.
Per i testi di autori stranieri, ove presente, si è sempre fatto riferimento allʼedizione italiana.
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crescita personale, dell'inserimento e
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educativi, sociali e culturali
rispondenti ai bisogni e promuove
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c o m u n i c a z i o n e i n te r p e r s o n a l e ,
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maturazione di progetti professionali
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Ricoeur P. (1987), Tempo e racconto. Volume 2. La
formative/lavorative personali e
configurazione nel racconto di finzione, trad. it., Jaca
prefigura le traiettorie di sviluppo
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Ricoeur P. (1988), Tempo e racconto. Volume 3. Il
coerenti con l'identità del soggetto.
tempo raccontato, trad. it., Jaca Book, Milano.
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Ricoeur P. (1989), Dal testo allʼazione. Saggi di
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ermeneutica, trad. it., Jaca Book, Milano.
di carriera. (dal sito della Regione Toscana)
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Gli autori
Cecilia Batini, esperta di storia dellʼarte.
Federico Batini, dottorando di ricerca presso
lʼUniversità degli Studi di Padova, collabora al
Dipartimento di Scienze Umane dellʼUniversità di
Siena. Svolge attività di orientatore, formatore,
counselor come free lance.
Duccio Demetrio, docente di Educazione degli
Adulti presso lʼUniversità Statale Bicocca di Milano,
Direttore della Libera Università Internazionale
dellʼAutobiografia, ha fondato e dirige la rivista Adultità.
(Per le pubblicazioni cfr. bibliografia del volume).
Loretta Fabbri, docente di Didattica Generale
presso lʼUniversità degli Studi di Siena. (Per le
pubblicazioni cfr. bibliografia del volume).
Andrea Fontana, dottorando di ricerca presso
lʼUniversità di Bologna, collabora al Dipartimento di
Epistemologia della Formazione dellʼUniversità Statale
Bicocca di Milano. Svolge attività di formatore.
Brunetto Salvarani, assessore alla cultura del
Comune di Carpi, teologo, critico letterario, docente di
italiano e latino nei licei, saggista, romanziere, ha
diretto la Fondazione S. Carlo di Modena e la Rivista
Qol. (Per le pubblicazioni cfr. bibliografia del volume).
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Bruno Rossi, professore ordinario di Pedagogia Generale presso lʼUniversità degli Studi di
Siena. (Per le pubblicazioni cfr. bibliografia del volume).
Renato Zaccaria psicologo clinico dellʼetà evolutiva. Ha istituito e diretto il C.O. S. P. di Arezzo
(Centro Orientamento Scolastico e Professionale). Dirigente superiore del Ministero della Pubblica
Istruzione in congedo. Dirige la Rivista dellʼIstruzione. Svolge attività di progettista e direttore di
progetti di formazione ed orientamento.
Annamaria Di Paolo, responsabile dellʼOrientamento per lʼAmm. Provinciale di Arezzo;
Vincenzo Ceccarelli, Presidente dellʼAmm. Provinciale di Arezzo.
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come cittadino/a. Per questo Pratika mette in campo orientamento, formazione, seminari,
informazione, ricerche, pubblicazioni. Pratika vuole condividere e divulgare le proprie esperienze, i
propri metodi, i propri sogni, allʼombra di un unico nome che possa divenire sinonimo di garanzia,
sicurezza e risultati da parte dellʼutente finale che non può essere discriminato per nessuna
caratteristica.
Una particolare attenzione viene data da Pratika alle utenze svantaggiate in termini di competenze
e discriminate a livello sociale.
Modello organizzativo: Pratika ha circa 40 volontari attivi ogni anno e, nellʼanno 2009, ha
raggiunto il numero di 62 associati (ogni associato ha pari diritti di elettorato attivo e passivo, non
esistono differenziazioni tra associati). Pratika si giova anche di una struttura tecnica in relazione ai
progetti finanziati messi in campo (con risorse FSE, MIUR ed altre risorse compatibili con le norme
regolanti le associazioni di promozione sociale). I collaboratori di Pratika (co.co.pro) esercitano
abitualmente attività di volontariato per la medesima associazione, unitamente agli altri volontari. I
collaboratori di Pratika sono integrati, in occasione di particolari progetti da prestatori dʼopera
occasionali che si riconoscono nella vision di Pratika e che garantiscono agli utenti un livello
qualitativo alto ed hanno, come primo obiettivo, il loro sviluppo. I collaboratori a progetto sono in
media, annualmente, sette. Pratika NON esercita alcuna attività commerciale.
Il modello organizzativo in relazione ai progetti prevede la presenza di alcune figure chiave:
direttore, amministratore, coordinatrice, responsabile relazioni esterne, orientatori, docenti. Pratika
non ha dipendenti.
Ambito di diffusione territoriale: Pratika è diffusa a livello regionale. La sede legale e la sede
operativa sono ubicate ad Arezzo. Le attività si svolgono prevalentemente sul territorio regionale.
Tutte le attività di Pratika interessano il settore educativo incrociando (per modalità ed utenze) il
settore sociale. Le numerose attività di ricerca e di pubblicazioni sono svolte a titolo volontario così
come i programmi di diffusione di una cultura della cittadinanza, le campagne informative per la
prevenzione dellʼomofobia e tutte le attività non inserite in uno specifico progetto.
Pratika coerentemente ai propri obiettivi ed alla propria mission mette a disposizione di tutti senza
alcuna distinzione una grande quantità di risorse educative/orientative/formative gratuite nel
proprio sito (area risorse).
Associazione Pratika
Piazza Risorgimento 8, 52100 Arezzo
Tel. 0575 380468
www.pratika.net
STATUS
Pratika è unʼassociazione culturale senza fini di lucro.
LʼAssociazione Pratika è iscritta, con provvedimento n.3093 del 03/06/2003, nellʼelenco comunale
(Comune di Arezzo) delle libere forme associative.
Pratika è accreditata presso la REGIONE TOSCANA come agenzia formativa per tutte le aree, ai
sensi della delibera della Giunta Regionale Toscana 968/07, con decreto n. 373 del 06/02/2009,
con codice n. AR0442 e certificata di qualità secondo la norma ISO 9001/UNI EN ISO 9001: 2000
per la progettazione ed erogazione di corsi di formazione e di orientamento finanziati e riconosciuti.
Pratika è inoltre accreditata, con decreto del 10/07/2009 dal Ministero dellʼIstruzione,
dellʼUniversità e della Ricerca, come soggetto qualificato per la formazione del personale della
scuola. Le iniziative formative di Pratika sono quindi riconosciute a livello ministeriale e danno
diritto, nei limiti previsti dalla normativa vigente, al riconoscimento dell'esonero dal servizio del
personale della scuola che vi prende parte.
MISSION & VISION
LʼAssociazione Pratika ha per oggetto la diffusione di una cultura democratica dellʼorientamento,
della ricerca e della formazione in cui gli scopi principali siano lʼempowerment ed i diritti civili.
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Promuovere la diffusione della cultura della formazione continua come strumento di
sviluppo dei soggetti e per aumentare la loro possibilità di partecipazione alla vita
democratica come cittadini a pieno titolo;
Sviluppare metodi inclusivi, partecipativi che mettano al centro il soggetto (Pratika è
depositaria del metodo dellʼorientamento narrativo);
Favorire lʼemersione di metodologie orientative e formative di qualità e di progetti
sperimentali tesi a ridurre le disparità ed a considerare le differenze una ricchezza secondo
una logica equitativa
Contribuire alla ricerca ed allo sviluppo dellʼorientamento e della formazione.
Promuovere la partecipazione dei soggetti normalmente esclusi dalle iniziative di
formazione;
Promuovere la formazione degli orientatori e dei formatori, lo sviluppo di unʼattenzione nei
confronti delle microrealtà significative, lʼattenzione ai giovani formatori.
Promuovere la democratizzazione del sistema formativo e lʼequa distribuzione delle risorse.
Contribuire e sostenere lʼinnovazione e la ricerca nella formazione e nellʼorientamento
Favorire i processi che consentano ad ogni cittadino/a di realizzarsi pienamente e di
costruire la propria identità
Rimuovere le discriminazioni per genere, orientamento sessuale, provenienza geografica e
culturale, possibilità economiche e di altro tipo.
LʼAssociazione Pratika aderisce, coerentemente ai propri scopi associativi, nei suoi componenti e
come struttura, allʼassociazione COFIR (Consulenti, Orientatori, Formatori In Rete) che ha per
scopo la diffusione dellʼapprendimento per tutti e la democrazia dellʼapprendimento.
AREE D'INTERVENTO
Le aree di intervento di Pratika sono:
Associazione Pratika
Piazza Risorgimento 8, 52100 Arezzo
Tel. 0575 380468
www.pratika.net
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Consulenza, formazione ed orientamento per la SCUOLA (insegnanti, Dirigenti scolastici,
alunni);
FORMAZIONE SU FONDI PUBBLICI E PRIVATI (FSE, programmi comunitari, fondi
regionali e fondi provinciali, fondi ministeriali, fondazioni etc...) compresi servizi di
progettazione ed assistenza tecnica per conto di altre strutture;
Consulenza, orientamento, formazione per enti pubblici;
Comunicazione a tutti i livelli (interna, esterna, formazione alla comunicazione, consulenza
per..);
Progettazione, consulenza e servizi per agenzie formative, società di consulenza, studi;
Formazione a figure di sistema: formatori, orientatori, progettisti, consulenti.
Associazione Pratika
Piazza Risorgimento 8, 52100 Arezzo
Tel. 0575 380468
www.pratika.net
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Per un orientamento narrativo - 06