SagrariaNews Numero 04 - Maggio 2015 Giornale di informazione, cultura e formazione dell’Associazione Amici della Sagraria Lavoro, condivisione, goliardia, fatica … e grandi risultati! Laura Boni Presidente associazione Amici della Sagraria Ed eccoci al consueto appuntamento con il Sagraria News, occasione per riflettere sui cambiamenti in atto. A un anno di distanza, l’associazione è cresciuta in termini organizzativi e di risultato: quest’anno abbiamo non solo centrato l’obiettivo di garantire i fondi necessari a sovvenzionare gli stage estivi, ma anche di permettere alla scuola di incrementarne il numero, garantendo così ad un maggior numero di ragazzi l’opportunità di sperimentare il lato più pratico del loro indirizzo di studio. Riteniamo questo risultato particolarmente importante in quanto la riforma dell’ordinamento scolastico ha fortemente penalizzato questo aspetto della formazione dei nostri ragazzi. Inoltre abbiamo, per la prima volta, sovvenzionato una borsa di studio per garantire a un ragazzo con particolari meriti scolastici la possibilità di poter fare un viaggio in Irlanda, altrimenti impossibile. Alcuni fondi, invece, sono stati investiti nell’attrezzatura necessaria a proseguire e migliorare la nostra attività. Tutto ciò è stato possibile solo grazie al continuo e costante impegno dei soci, che offrono il loro aiuto non solo durante le manifestazioni, ma anche in tutta quella parte organizzativa, invisibile, che sta dietro agli eventi. Fortunatamente, nuovi volontari, adulti e ragazzi, si affacciano alla porta della nostra cucina per offrire il loro aiuto, indispensabile, per continuare il lavoro svolto e il processo di crescita dell’associazione. Per questo, un ringraziamento va ai ragazzi, soprattutto di prima, che alla loro prima manifestazione, hanno lavorato bene e hanno contribuito a creare un buon clima, con l’augurio che presto portino nuove idee, particolarmente utili per noi e l’associazione. In merito ai ringraziamenti, un GRAZIE sentito e particolare va a chi ci coordina e richiama a tempi e ritmi ‘’ufficiali’’, mantiene una fitta e indispensabile rete che ci permette di comunicare, non solo tra noi, anche con la scuola e tutti coloro che collaborano con l’associazione durante le diverse manifestazioni, redige verbali e ci richiama ai doveri istituzionali … insomma, fa tutto quel lavoro sotterraneo, che poco appare, ma è indispensabile all’organizzazione per funzionare! L’auspicio maggiore rimane quello che i nostri ragazzi traggano il massimo beneficio da quello che facciamo e che l’operato dell’Associazione possa proseguire innovandosi e migliorando con i nuovi volti che vi si affacciano! Dallo storico al moderno Nell’anno 2014 è stato avviato il progetto della costruzione di una nuova sede dell’Istituto Tecnico Agrario Luigi Castiglioni, a causa di varie problematiche legate alla struttura della Villa Napoleonica, che da anni ospita gli studenti della Scuola di Agraria. È stato deciso il trasferimento innanzitutto per la salvaguardia dei ragazzi, dato che in alcuni punti della Villa, che ora prende il nome di Villa Pusterla, si staccano pezzi di intonaco dal soffitto e sembra che a volte esso abbia l’aria di crollare. Dobbiamo aggiungere che molte aule sono molto piccole e quando un alunno , a causa di un incidente, è costretto ad usare le stampelle, la classe deve essere spostata al piano terreno. Certamente se guadagneremo in comodità, molti sono gli aspetti che cambieranno, passando dallo storico al moderno. Scompaiono le macchie di umidità lasciate dal tempo sui muri e con esse l’atmosfera settecentesca creata dalle ampie scalinate, dal pavimento di marmo e dalle pareti ruvide al tatto, grazie ai mattoni. Per non parlare dei soffitti che han- Manca poco al trasferimento completo dell’Istituto Tecnico Agrario Luigi Castiglioni dalla sede storica di Villa Pusterla alla nuova e moderna sede, meno storica ma più tecnologica. Silvia Ceppi Classe 2AT Continua a pag. 2 Una favola di nome Gentiana Filippa Puglisi Ass. Tec. Lab. Meristematica Grazie ad un progetto sulla Biodiversità “piante da salvaguardare” della Prof.ssa R. Mantegazza, sono arrivati in laboratorio di Meristematica dei piccoli semi di Gentiana Pneumonanthe. Stupendo fiore blu di brughiera, in via di estinzione. Fiore la cui vita è strettamente legata ad una particolare farfalla blu (Maculinea alcon) e ad una laboriosa formica. Riuscire a riprodurre la Gentiana da seme, rappresentava la possibilità di salvaguardare un piccolo ecosistema. Sfida raccolta è vinta dal laboratorio di Meristematica. Quei piccoli semi oltre a germinare, grazie alla tecnica di micropropagazione in vitro, hanno dato vita a tante piante in grado di crescere, moltiplicarsi ed adattarsi nuovamente alle condizioni naturali. I risultati ottenuti, hanno richiamato l’attenzione del C.F.A. (Centro Flora Autoctona Regione Lombardia) che ha stilato un progetto avente come scopo quello di riprodurre in vitro piante di Gentiana, con le procedure e protocolli messi a punto nel nostro Laboratorio e restituirle al proprio Habitat. Il progetto, finanziato dalla Cariplo, vede coinvolti diversi enti: C.F.A: Regione Lombardia,Università di Milano, di Pavia, Il miele di castagno della Lunigiana e le api sono ancora le protagosite dell’IIS L. Castiglioni. A pag 3. Cos’è il laboratorio di Meristematica? Ve lo spiegano con dovizia di particolari due studenti di 4a. A pag. 4. 1 Bicocca, Parco delle Groane, Brughiera Briantea, Associazione Lipu e Istituto di Istruzione Superiore Luigi Castiglioni. Sua Maestà il Pollo Brianzolo, da un’accurata selezione è ora un vanto per il mondo allevatoriale. A pag. 6. Farina del nostro Numero 04 - Maggio 2015 Un progetto educativo fra Scuola primaria e secondaria volto a favorire la conoscenza reciproca e a creare un clima sereno di prima aggregazione Prof.ssa Caputo e Nicola Becci Il seguente progetto nasce da una semplice uscita sul territorio contemplata per tutti gli alunni delle classi prime della Scuola primaria “G. Verga” di Limbiate. Nello specifico la nostra scuola ha elaborato un percorso di accoglienza nuovi arrivati che riserva una giornata delle prime due settimane di scuola ad un momento di condivisione fuori dal contesto puramente scolastico per favorire la conoscenza reciproca e creare un clima sereno e di prima aggregazione. L’Istituto “L. Castiglioni” di Limbiate, nella persona del professor Becci, ha accolto e dilatato le nostre aspettative riservandoci un laboratorio strutturato nella direzione della ricerca-azione che ha entusiasmato i nostri studenti. I contenuti disciplinari appresi nella splendida cornice di Villa Crivelli-Pusterla che ospita la Scuola secondaria di secondo grado possono essere sintetizzati nel modo che segue: torio gli studenti hanno appreso come il mais o granoturco fosse una pianta molto antica giunta in Italia grazie a Cristoforo Colombo e come il mais che coltiviamo oggi sia molto diverso da quello portato dall’America perché con tecniche particolari l’uomo ha ottenuto piante più resistenti con frutti più abbondanti); Marzo-Aprile quando il terreno è umido e tiepido e relativa (dopo una settimana circa) rottura del rivestimento del chicco per lasciare uscire radichetta e piumetta; • Comparsa sulla sommità della pianta del pennacchio (più propriamente chiamato pannocchia, che è l’infiorescenza maschile) e a metà del fusto delle pannocchie • Prima diffusione del mais nel- (più propriamente chiamate spile regioni Balcaniche grazie alle ghe, l’infiorescenza femminile); condizioni climatiche che assicu- • Terminologia specifica: i chicchi ravano produzioni più che doppie o cariossidi continuano a crescerispetto ad altri cereali e successi- re sul tutolo; silomais o trinciato • Ciclo del mais e raccolta delle va diffusione in Italia; (ottenuto trinciando l’intera pianta pannocchie (nel corso del labora• Semina nel campo nei mesi di cioè tagliando a pezzettini l’intera Segue da pag. 1 no dato libertà alla fantasia di vari pittori, i quali ci hanno lasciato pregiati affreschi che possiamo ammirare ancora oggi. Se percorriamo qualche metro più in là, sul retro della Villa, possiamo scorgere il porticato giallo e grigio della nuova sede. Esso si affaccia su un piccolo bosco, che riesce ad attirare gli sguardi dei ragazzi, ormai quasi sempre fissi sul cellulare. È anche i più piccoli cambiamenti delle stagioni. È proprio il porticato, che dà riparo in caso di pioggia, pur permettendo di godersi fino all’ultimo l’aria aperta, ad accogliere di buon mattino il vociare dei ragazzi. Decine le voci, mille gli argomenti di cui si parla prima di fare ingresso nella nuova sede. Qui non ci sono gli affreschi, n’è l’atmosfera del tempo andato, ma spicca il colore blu vivace delle porte delle aule e ci si sente avvolti dalla luminosità degli ampi corridoi. Un’ala della nuova sede ospiterà la segreteria, i servizi e il bar, l’altra ospiterà le aule. Quest’ultima ha un aspetto architettonico molto “accademico”, quasi accattivante, che va a ricordare, se si vuole, i college americani. Essa è circondata da un parco immenso, come a sottolineare il superamento del contrasto tra architettura e natura, che in questo caso si sposano alla perfezione. Tra la prima e la seconda ala si trova un cortile su cui si affaccia una piccola cattedrale dedicata a San Francesco. Essa ha la forma di croce latina e sopra la porta d’ ingresso è raffigurata una donna in ginocchio che offre tre colombe a San Francesco e ai due francesca- 2 ni dietro di lui. Grazie Villa napoleonica per averci ospitati; ora finalmente potrai riposarti al sole e sarai pur sempre meta di visitatori, desiderosi di conoscere la tua storia e qualche curiosità su Napoleone e le sue sorelle. Dall’antico al moderno dobbiamo passare: pronti e carichi per il trasloco … una nuova avventura inizierà tra poco! pianta con un apposita macchina chiamata trincia. Alla maturazione della granella, cioè quando la cariosside ha una consistenza pastosa, il trinciato così ottenuto viene insilato cioè posto in un silos di stoccaggio e lasciato fermentare ben chiuso per 40 giorni, la maturazione permette di ottenere un alimento succulento molto apprezzato dai bovini); granella ( raccolta a Settembre quando le spighe sono mature con mietitrebbie che la separano dal tutolo che cadrà sul terreno e successivamente interrato con l’aratura, il resto della pianta rimane secco sul campo a formare gli stocchi, questi residui vengono imballati e portati in fattoria dove potranno essere usati come materiale da lettiera nel luogo di riposo del bestiame bovino); cariossidi di mais (se usate come mangime per gli animali, vengono ridotte in farina o in fiocchi o schiacciate. Il contadino prende un seme e cerca di scalfirlo con l’unghia, se il seme resiste e l’unghia non lascia alcun segno è proprio tempo di raccolta); • Tempo di raccolta (le pannocchie vengono staccate dal fusto (spannocchiatura), liberate dalle bratee (scartocciatura) e i chicchi vengono tolti dal tutolo (sgranatura)); • Trasformazione dei chicchi per ottenere sia farine più o meno grossolane che vengono largamente usate come cibo per gli animali negli allevamenti che farina gialla molto fine utilizzata per preparare squisite polente, nell’impasto di dolci o biscotti e solo dalle pannocchie di una varietà particolare di mais per ottenere chicchi che danno i pop-corn. Tutte queste preziose informazioni sono state apprese attraverso l’esperienza sul campo in piena sintonia con l’educazione in fattoria. Finalità educative Le finalità educative generali delle visite e dei laboratori didattici in fattoria possono essere così sintetizzati: • Educare i giovani a una sana alimentazione e a un consumo consapevole attraverso la comprensione delle relazioni esistenti tra tecniche produttive, qualità delle produzioni, tutela della salute e dell’ambiente; sacco • Far crescere l’attenzione per l’agricoltura a basso impatto ambientale e la tutela dell’ambiente stesso promuovendo comportamenti ecocompatibili e sostenibili; • Valorizzare il rapporto giovani-campagna, avvicinando i ragazzi ai valori culturali, storici, ambientali, produttivi del mondo rurale; • Favorire la conoscenza della storia locale e delle tradizioni legate ai cicli stagionali; • Educare all’uso dei sensi come strumenti di valutazione di quanto si osserva ed esperisce; • Far conoscere le produzioni tipiche del territorio e l’evoluzione delle tecniche di raccolta e trasformazione delle materie prime; • Far comprendere l’importanza dell’impiego anche “creativo” delle materie prime in base alle esigenze socio-culturali (pannocchie che diventavano bamboline per i bambini, bratee per riempire i materassi o utilizzate come “bigodini”). Da una pannocchia tanta fantasia L’idea che la didattica nasca dall’esperienza ha spinto gli insegnanti a valorizzare la ricerca personale, l’analisi dei cambiamenti e l’elabo- Numero 04 - Maggio 2015 e rendono protagonisti i nostri ragazzi; per contro la fruizione passiva che spegne l’intervento mentale e la curiosità a favore di una sempre maggiore fatica a pensare oltre ciò che è evidente è stata temporaneamente “emarginata”. Il risultato finale è stato davvero sorprendente: le pannocchie hanno animato un villaggio interamente realizzato con materiale di recupero dove tutto è stato riutilizzato perché la fantasia fosse l’unica energia in grado di definire paesaggio e animazione. La fattoria didattica dell’Istituto “L. Castiglioni” si è rivelata uno strumento educativo molto efficace privilegiando l’ approccio pedagogico attivo dell’imparare facendo. A supporto di quanto illustrato lo stesso PECUP (profilo educativo, culturale e professionale dello studente) al termine del primo ciclo razione critica delle conoscenze. In sintesi gli studenti hanno effettuato una ricerca sul gioco di una volta ragionando sul piano simbolico attivato da oggetti d’uso comune. Il mondo dei nonni è stato, per così dire,” sfogliato” dalle mani tecnologicamente abituate dei nostri alunni e la curiosità mista alla consapevolezza dei processi di lavorazione ha loro permesso di catapultarsi in un altro periodo storico e riflettere sulla fruizione passiva e la costruzione fantastica di oggetti che rimandano ad infinite possibilità ludiche. La trasformazione di una pannocchia in bambola, di uno stuzzicadenti in tetto o di un chicco in ghiaia ha attivato i processi di fantasia e dilatato le possibilità di immaginazione esigendo presenza, pensiero logico, illogiche relazioni tra oggetti e idee che si evolvono di istruzione sottolinea che: “Dal punto di vista educativo, non esistono età, né scuole, che non siano fondamentali per la costruzione del proprio progetto di vita. La necessità di conoscere, sperimentare e aprirsi a nuove esperienze formative accompagnano l’intera esistenza di una persona. In ogni età della vita, occorre stimolare l’individuo al meglio, tenendo conto delle sfaccettature della sua personalità e delle sue capacità, per trasformarle in vere e proprie competenze […] Il processo educativo individuale, infatti, ha inizio con la vita e cessa solo con essa, in una continua dinamica di conquiste e possibili involuzioni, sicché nulla è mai guadagnato una volta per tutte e nulla è mai perduto per sempre. Miele di Castagno della Lunigiana Quest’anno, se ci fosse stata la degustazione, ormai spero per gli affezionati sia una bella tradizione della nostra Sagraria, l’ospite d’eccezione sarebbe stato il miele di Castagno della Lunigiana (Ms). Eh sì, cari palati sopraffini avete letto bene: castagno dalla Lunigiana, da sempre terra di castanicoltori e di marroni, grossi così, buoni e pregiati. Parlando soprattutto di castagneti non posso non citare uno scritto molto bello quanto prezioso per i contributi degli alunni di qualche anno fa. Si tratta del libro dal titolo: “Da Lentate alle sorgenti del Seveso tra natura e storia” edito dalla Provincia di Milano. I contributi sono stati di pregevoli colleghi che ammiro per l’opera qualitativamente monumentale che hanno saputo realizzare, motivando i ragazzi che li hanno aiutati e seguiti nelle varie fasi della progettazione, realizzazione del progetto e della sua relativa scrittura in questo agile libretto, di cui consiglio la lettura. Come dicevo il libretto affronta vari temi, ma ad un certo punto racconta della “mitica” epoca di quando i castagni vennero piantati nelle nostre zone brianzole e affini per dare sostentamento alle famiglie nell’affrontare i rigidi inverni lombardi. Sono un nostalgico per natura sebbene non ho mai creduto “ai bei tempi andati”, preferisco vivere nella mia epoca. Ma non posso fare a meno di manifestarvi la mia gioia ogni qualvolta il laboratorio di analisi dei mieli rileva che ci sono tracce di polline di castagno (castanea sativa) nel mio miele millefiori o nel famoso (speriamo) miele di tiglio del Castiglioni. Mi ricorda proprio questa antica pagina del nostro passato. Pensate che ho scoperto che esistono diverse specie di castagno, e fin qui lo sapevate anche voi, non ci vuole un genio, ma la geniata è che per sapere quelle che sono state piantate dai nostri bisnonni tempi orsono basta chiedere ai nostri “vecchi”. Così stanno facendo ormai da anni le diverse associazioni di castanicoltori nate sul nostro territorio lombardo, in particolare nella fascia orobica. La più vicina a noi si trova presso il Lario Orientale ovvero da Lecco in su. Il loro lavoro consiste attualmente nel tentare di recuperare le essenze originali di almeno 50-60 anni fa e recuperare quelle selve (così si dovrebbe chiamare un “bosco” di soli castagni) che rischiano di andare perdute per sempre trasformate ormai solo in “selve oscure” dove non si distingue una pianta dall’altra e il bosco soffre perché non prende luce sufficiente per tutti. Vi sarete certamente accorti che da qualche anno i castagni sono in sofferenza a causa di un insetto parassita introdotto dall’estero dalla mano insipiente dell’uomo. L’insetto si chiama Cinipide del castagno è cinese ed è stato classificato e studiato per la prima volta in Giappone negli anni quaranta del novecento proprio a causa dei danni prodotti sui castagni giapponesi. Da noi il cinipide è stato un vero e proprio tzunami sui castagni di tutta Italia. Ma ecco una buona notizia: finalmente quest’anno si può affermare che siamo fuori dal tunnel e dovrebbero tornare le castagne nostrane. Concludendo vorrei citare per dovere di cronaca tutti quelli che hanno contribuito al libretto di cui avevo parlato all’inizio, mi sembra un tributo dovuto a chi ha restituito notizie preziose del nostro territorio mai conosciuto abbastanza. Li elenco sotto qualcuno leggendo vi troverà amici e conoscenti e ne parlerà. E’ lo scopo del mio scritto di quest’anno, far emergere le persone, che non sono le righe bianche dei libri di storia. Matteo Ballabio Prefessore apicoltore per passione I RAGAZZI DEL CASTIGLIONI: Aquino Davide, Baccolo Layla, Banfi Pietro, Bartolini Matteo, Begliomini Andrea, Bellasio Daniele, Bracchetti Damiano, Beretta Giosiana, Cimbro Marcello, Cappelleti Alice, Ceriani Jessica, Coniglio Matteo, Donadi Sara, De Regibus Raffaella, Esposito Martina, Fenderico Chiara, Federico Chiara, Fusi Riccardo, Ferrario Mitia, Forlani Chiara, Franchi Eric, Felloni Andrea, Finardi Fabio, Gaviraghi Andrea, Ghioni Gabriele, Giussani Gabriele, Guerra Alessandro, Giaconi Alessandra, Guerra Alessandro, Lodigiani Roberto, Loprieno Luca, Morandi Stefano, Maggioni Marco, Moretti Nakita, Moretti Davide, Minervino Davide, Marazzi Daniel, Marzorati Eliena, Manigrasso Edo, Meneghetti Federica, Morotti Andrea, Marson Emanuela, Masera Giorgia, Minervino Davide, Nipoti Elia, Pafundi Mattia, Pallavicini Mattia, Piciollo Maura, Piano Filippo, Princiotta Mario, Procida Miriam, Rimoldi Alice, Rinaldi Antonio, Rossini Luca, Rivolta Gianluca, Ronchi Massimiliano, Serri Francesco, Sessa Martina, Sanavio Riccardo, Sala Giulia, Turconi Andrea, Vastola Monica, Vecchietti Ilaria, Volpi Greta, Zappa Miriam. I PROF. DEL CASTIGLIONI: Mantegazza Lia, De Martino Antonio, Albala Leyla e Bisi Emilia. a cura di Cristina Andreotti Premio giornalistico a Sagraria News In concomitanza con la XXII edizione del Concorso Nazionale “Fare il Giornale nelle Scuole”, indetta dall’Ordine Nazionale dei Giornalisti, la nostra scuola è stata premiata per la sua partecipazione con il Giornalino annuale “Sagraria News”, che viene pubblicato dall’Associazione Amici della Sagraria in occasione della festa di fine anno. Nel 2015 arriveremo al quarto numero. Il concorso a cui abbiamo partecipato è un’iniziativa strategica per far nascere la passione e la curiosità di un’attività come il giornalismo, che spesso rimane solo un sogno intellettuale per molti ragazzi, ed è rivolto ai giovani che vogliono esprimere, attraverso la stesura di articoli, i loro sogni e le loro aspirazioni. Oggi l’informazione e la lettura sono sempre più importanti, e sono perciò qualità necessarie la curiosità di conoscere e il desiderio di immedesimarsi negli altri e di scoprire la loro storia mostrandola al mondo.Il premio e riconoscimento attribuito alla nostra scuola sono stati ritirati dalle redattrici Cristina Andreotti e Giorgia Roveda (5CTP) e dal profes- 3 sore Nicola Becci, che si sono personalmente recati a Benevento per partecipare alla cerimonia di premiazione. La premiazione si è svolta il giorno 30 Aprile 2015 al Teatro Massimo di Benevento con i rappresentanti del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e con la partecipazione del direttore de “Il Giorno” Giancarlo Mazzuca. Numero 04 - Maggio 2015 Esperienza dal laboratorio di meristematica La micropropagazione Due studenti di 4a spiegano una complessa tecnica di moltiplicazione vegetale dopo aver fatto un’esperienza diretta in laboratorio Marco Garnero e Matteo Gualeni Classe 4a DTG La micropropagazione si differenzia dagli altri sistemi di moltiplicazione vegetale (talea, propaggine, margotta, ecc.) per la sofisticata tecnica operativa, che permette la riproduzione di cloni esenti da infezioni virali; tale pratica permette inoltre, a partire da un espianto, di ottenere una enorme quantità di individui dotati dello stesso patrimonio genetico. Il tutto avviene in condizioni di sterilità. L’espianto può essere una porzione di foglia o una qualsiasi parte di pianta, che dopo il prelievo, verrà coltivato su un substrato artificiale. Questa tecnica di micropropagazione sfrut- ta la totipotenza cellulare, cioè l’attitudine delle cellule specializzate a regredire e a ridifferenziarsi sviluppando così una nuova piantina. Vantaggi della propagazione in vitro ► Elevato numero di piante, ottenute in breve tempo e conservate in un ambiente ristretto; ► Piante sane, esenti da virus; ► Possibilità di propagare le piante durante tutto l’anno; ► Possibilità di propagare piante difficilmente propagabili con le tecniche tradizionali; ► Miglioramento genetico. Svantaggi della propagazione in vitro ► Costi elevati; ► I laboratori devono essere affiancati da una serra; ► Difficile trovare il substrato adatto per ogni specie; ► Necessità di personale qualificato. Gli stadi della micropropagazione ► Selezione e preparazione di una pianta madre (noi abbiamo utilizzato come pianta madre il mirtillo gigante, varietà Bluetta); ► Preparazione substrato; ► Prelievo di un espianto; ► Impianto della coltura asettica; ► Fase di proliferazione degli espianti e loro moltiplicazione via sub-cultura; ► Radicazione; ► Acclimatamento e trasferimento in ambiente esterno. 4 Numero 04 - Maggio 2015 Le 4 fasi della micropropagazione in laboratorio 1 PREPARAZIONE DEL SUBSTRATO Il substrato è il terreno di coltura che ospiterà gli espianti, per questo motivo deve contenere tutti quegli elementi che sono necessari alla crescita e allo sviluppo della piantina. Per la preparazione di questo substrato si segue un protocollo specifico (che varia in base alla pianta da moltiplicare).Tutti gli elementi, dopo che vengono pesati sulla bilancia di precisione, vengono introdotti all’interno di un becher contenente acqua demineralizzata. Questa soluzione è posizionata sull’agitatore magnetico. Durante tutta l’operazione è fondamentale controllare il pH che, se necessario, va corretto. Su un fornelletto si scioglie l’Agar, un estratto di alghe, che verrà successivamente aggiunto alla soluzione. Una volta che la soluzione è completa di tutti gli elementi bisogna portarla a volume con acqua demineralizzata. L’ultima operazione di questa fase è la sterilizzazione in autoclave a 120 °C per 20 min. 2 PREPARAZIONE DELL’ESPIANTO L’espianto è una piccola parte prelevata dalla pianta madre. Con l’utilizzo di bisturi e pinzette si tagliano diverse porzioni dalla pianta madre che vengono immerse in un becher, su un agitatore magnetico, contenente ipoclorito di sodio. Il nostro gruppo stando alle caratteristiche e alla consistenza della piantina, ha stabilito che il tempo di sterilizzazione necessario fosse di circa 17 minuti. Sotto cappa gli espianti vengono sciacquati 3 volte, dopodiché si procede con il microtaleaggio e la messa in coltura di essi all’interno di un tubo green contenente substrato precedentemente preparato. Dopodiché si provvede a sigillarlo e ad etichettarlo. Espianto e subculture 3 PROLIFERAZIONE Quando la piantina raggiunge un certo sviluppo viene trasferita, dopo un primo frazionamento, all’interno dei vegetal boxes. Facendo si che il numero di piantine aumenti in modo esponenziale. Questa operazione può essere ripetuta numerose volte, in base a quante piantine si desidera produrre. Per eseguire questa fase di proliferazione si asportano dalla piantina il callo e le pseudo radici, dopodiché viene sezionata nuovamente in varie parti che vengono disposte nei vegetal boxes in modo ordinato su 4 file. Anche questa fase si esegue in condizioni di rigorosa sterilità. Vegetal Boxes 4 RADICAZIONE Da questo momento in poi le piantine inizieranno la fase di adattamento e quindi non vivranno più in un ambiente asettico, per questo motivo questa operazione non si svolgerà più sotto cappa. Le piantine sviluppate ora vengono estratte dalle vegetal boxes, vengono lavate e con delle forbici si asporta la base della piantina. Per mettere a radicare le piantine è ora necessario preparare dei contenitori alveolati che vanno riempiti con una miscela di torba al 70% e agriperlite, fatto questo l’estremità basale della piantina viene immersa in un ormone che favorisce la radicazione e quindi posizionata nell’alveolo del contenitore. Questi contenitori alveolati vengono disposti all’interno di piccole serre di acclimatazione a ventilazione controllata, dotate di piccole aperture. Dopo la radicazione avviene un altro invaso con il successivo spostamento della piantina in una vera e propria serra. Una volta terminata l’acclimatazione in serra le piante sono pronte per affrontare l’ambiente esterno riuscendo a sopravvivere alle nuove condizioni di vita. Mini serre a ventilazione controllata L’ENTUSIASMO DEGLI STUDENTI PER L’ESPERIENZA DI LABORATORIO Gli strumenti indispensabili ► Demineralizzatore ► Bilancia tecnica ► Agitatore magnetico ► pHmetro ► Lampada germicida a raggi UV ► Frigorifero ► Freezer ► Bilancia analitica di precisione ► Cella termostata (16 ore di luce, 8 ore di buio, 25°C) ► Vetreria ► Autoclave ► Cappa a flusso laminare orizzontale ► Bisturi, pinzette Ecco un breve commento espresso da uno dei due autori di questo articolo che ha vissuto direttamente l’esperienza del laboratorio di meristematica. «Personalmente sono rimasto piacevolmente colpito dall’esperienza di laboratorio. Avevo sentito parlare di una possibile propagazione a partire da una cellula madre,ma mettere in atto questa tecnica è tutta un’altra cosa! Non credevo che nella nostra scuola si potesse sfruttare una tecnica così interessante e raffinata. Mi ha colpito particolarmente la passione con cui gli insegnanti di laboratorio si applicano, nonostante i tempi siano limitati e gli strumenti ancora meno. Strumenti che richiedono mano d’opera, costi elevati e manutenzione. Nonostante questo ci siamo potuti approcciare ad un “mondo” che non conoscevamo nemmeno e ne siamo rimasti impressionati. Penso di poter parlare per la maggioranza della classe quando affermo che questa esperienza ha riscosso grande approvazione tra gli studenti ed un approfondimento o una nuova esperienza sarebbe ben accetta da noi». 5 Numero 04 - Maggio 2015 Conosciamo il Pollo Brianzolo Il 21 gennaio 2015 dall’Az. Agricola “San Francesco” di Cesano Maderno partono i sei soggetti di Pollo Brianzolo (tre galli – tre galline) con destinazione Reggio Emilia, XXI Campionati di Avicoltura, per essere presentati al Comitato Tecnico Scientifico e così incominciare l’iter di riconoscimento della razza. Insieme ai soggetti viene presentato al C.T.S. anche lo standard di razza formulata con gli altri allevatori dopo ore di studio e visione accurata dei soggetti allevati. La carta di identità del Pollo Brianzolo Generalità Origine: Italia settentrionale, razza italiana presente nella Brianza fin dai primi anni del 1900, ricostruita e selezionata a partire dal 2009 grazie all’impegno degli allevatori Vedani Antonio e Mazza Giovanni. Uovo: Peso minimo gr. 45 Colore del guscio: bianco. Anello: Gallo 20, Gallina 18 Tipologia ed indirizzi per la selezione Pollo massiccio e solido con la piacevole forma del pollo comune, portamento di media altezza con petto profondo e pieno. Coda portata mediamente alta con piumaggio medio; piumaggio tipico Argento a fiocchi neri; temperamento vivo, ma nonostante ciò il pollo risulta essere molto docile. Selezionare la spiccata duplice attitudine carne e uova. Standard Aspetto generale e caratteristiche della razza 1) Forma Tronco: tozzo, solido e largo, ben arrotondato nel petto. Testa: di media grandezza. Becco: abbastanza forte, di colore giallo (ammessa la parte superiore di color corno). Occhi: tondi, vispi di colore arancio. Cresta: semplice, di media grandezza, rossa, di tessitura fine, con un numero massimo di 7 denti e non inferiore a 4. Il lobo non si appoggia sulla nuca nel gallo, nella gallina dritta. Bargigli: rossi, di tessitura fine e leggermente allungati. Faccia: rossa, liscia, di tessitura fine, ammessa leggermente impiumata. Orecchioni: ovali, di media grandezza, di tessitura non liscia, bianchi (tollerata tonalità giallastra). Collo: di media lunghezza con un buon camaglio. Spalle: larghe e ben arrotondate. Dorso: di media lunghezza, piatto, ben impiumato, che sale dolcemente verso la coda. Ali: larghe e grandi, portate orizzontali, ben aderenti al corpo. Coda: di media altezza, con falciformi di media lunghezza. Petto: pieno, profondo e largo. Zampe: gambe mediamente lunghe, forti e ben impiumate; tarsi lisci di lunghezza media, forti, senza piume, gialli (ammessa qualche picchiettatura verde); quattro dita,unghie bianche. 6 gallo, disegno a perle nel petto dei giovani galli e nelle galline di tutte le età. Assenza di disegno nel Ventre: largo e pieno, specialmen- petto, barratura dilavata; disegno a ‘’ferro di cavallo’’ nelle galline, te nella gallina. camaglio fortemente disegnato nei Pelle: gialla soggetti giovani. 2) Pesi GALLO: kg. 3,3 – 3,5 Sei anni di duro lavoro GALLINA: kg. 2,0 – 2,3 e selezione Difetti gravi: corpo stretto, coda Per arrivare a questi risultati si è troppo rilevata o inclinata verso lavorato sodo per ben sei anni afil basso, ali cadenti, orecchioni frontando e superando una serie rossi o troppo marezzati, tarsi di- di difficoltà e incertezze proprio versi dal giallo, peso eccessivo o di allevamenti di selezione come leggero. il mio. 3) Piumaggio Purtroppo la lentezza burocratiConformazione: Abbondante, ab- ca occupa ogni spazio della nobastanza morbido e ben aderente. stra vita e anche in questo caso Colorazioni il C.T.S. non ha ancora avuto il Gallo: testa e mantellina bianco tempo di esprimere la sua opiniopuro, la presenza di un leggero di- ne, ma siamo in grado di offrirvi segno nella parte bassa del cama- il parere di un grande esperto, il glio non è da considerarsi difetto. Dott. Alessio Zanon, Veterinario e Spalle, dorso e groppa bianchi. Il membro di diverse associazioni ed disegno barrato si estende dalla parte superiore del petto, ai fianchi e al ventre. Colore di fondo bianco argenteo, con barre trasversali nere. Le barre nere nella parte alta del petto sono più larghe rispetto a quelle bianche, fanno apparire la colorazione maggiormente nera. Piume delle copritrici delle ali barrate trasversalmente con un forte riflesso verde brillante nella parte nera. Remiganti secondarie e primarie barrate nelle barbe esterne, barbe interne nere. Timoniere della coda nere, un leggero disegno non costituisce difetto. Grandi falciformi nere barrate con bordo barrato di bianco però falciformi interamente barrate non sono da considerare difetto. Piccole falesperto anche in avicoltura, che ci ciformi barrate trasversalmente, ha incontrato a Reggio Emilia e ha così come anche le copritrici della con noi discusso il risultato della coda. selezione di questo pollo: “Una Gallina: testa e parte alta del petto bella razza che unisce le caratteribianco argento. Mantellina bianco stiche genetiche del barrato legato argento, qualche sfumatura nella al sesso con il barrato autosomico. parte bassa della stessa non è da Questa interessante caratteristica considerare difetto. Il disegno barè presente in una sola altra razza rato inizia dalla metà inferiore del al mondo la Campbar. petto e si estende su tutto il corpo Ho trovato gli animali presentati con barre trasversali nere, le parti alle Nazionali di avicoltura di Regnere della barratura sono più largio Emilia estremamente belli ed ghe delle parti bianche. Il disegno uniformi nel manto e nelle carattedeve apparire più regolare posristiche somatiche. sibile sulle copritrici delle ali, sul Un vero vanto per il mondo allevadorso e sulle barbe esterne delle toriale italiano e specialmente per remiganti secondarie. La barratura la Regione Lombardia.” delle timoniere sfuma e si perde a cura di Luca De Ponti verso l’attaccatura della coda. Difetti Gravi: forti riflessi gialli nel Numero 04 - Maggio 2015 Credo di aver preso da mio nonno agricoltore e le cascine. Annesse alle cascine c’erano le stalle dove si potevano trovare: vacche, cavalli, maiali, pecore, animali da cortile come galline, conigli, oche, anatre, faraone, tacchini e galli. Si trovavano poi gli orti e piante da frutto per il sostentamento delle famiglie che vivevano nelle cascine. La maggior parte delle attività agricole consistevano nella semina delle colture classiche della Pianura Padana e cioè: orzo, segale, avena, frumento e granoturco e una parte degli appezzamenti a prato per produrre erba fresca e fieno per l’inverno, alla macellazione dei maiali e alla vendita del latte. Il ciclo produttivo della cascina era legato allo scorrere delle stagioni e il massimo del lavoro era concentrato durante l’estate. Prima della seconda metà degli anni 60, l’aratura, la semina, il raccolto, avvenivano con l’aiuto degli animali. Nella seconda metà degli anni 60 però iniziarono ad utilizzare i trattori, gli aratri, le mietitrebbie, le falciatrici e tutte le attrezzature meccaniche di quel periodo. In cascina anche i piccoli aiutavano: guidavano i trattori mentre gli adulti caricavano le balle di fieno, oppure aiutavano sotto i portici ad abbassare le montagne di frumento e passarci in mezzo a piedi nudi per eliminare l’umidità. Nella cascina si respirava un’aria gioiosa. Tutti i bambini della zona venivano a giocare, aiutare e vedere gli animali. Non venivano visti come un intralcio ma come una risorsa e questo aiutò tutti a crescere, capendo le fatiche di tutti. I prodotti raccolti venivano portati al consorzio agrario e venivano divisi con la mezzadria. La mezzadria ad un certo punto finì e i campi e la cascina venivano pagati solo tramite affitto. Mio nonno nel frattempo, insieme ai suoi fratelli, avevano comprato tutti gli attrezzi meccanici necessari e coltivavano altri campi. Sfortunatamente, ad un certo punto, quando l’attività raggiunse una certa floridità economica stabile, mio nonno e i suoi fratelli subirono l’esproprio della maggior parte dei terreni e della cascina, in quanto doveva passare una bretella che congiungeva Milano alla statale 36 valassina. Con il passare del tempo, tutto questo polmone verde si è esaurito. Mio nonno Luigi era un uomo alto, biondo con occhi azzurri. Era di corporatura magra, ma fisicamente forte. Era un uomo molto buono, semplice con una sensibilità particolare: sin da piccolo aveva scelto di curare di più la parte agricola perché per lui gli animali della cascina erano considerati animali da compagnia… infatti non trovava mai la forza di portarli al mattatoio. A ogni animale dava un nome, in particolare la sua cavalla era considerata come una sorella: si chiamava Moretta. Era un uomo particolare mio nonno… si svegliava tutte le mattine alle 4, indossava pantaloni, camicia con il nodo sulla vita, un fazzoletto sulla testa con 4 nodi che usava per proteggersi dal sole, un foulard al collo che metteva come protezione del viso, come una sorta di mascherina e stivali. La colazione era semplice ma nutriente: minestra, a volte riscaldata e latte e poi andava nei campi. A mezzogiorno si metteva sotto una pianta e mangiava pane e salumi e un bicchiere di buon vino. Finiva di lavorare alla sera tardi, tornava a casa, si lavava nella tinozza con sapone di Marsiglia, pigiama e stremato per la giornata andava a letto senza cena, non prima di aver salutato i suoi animali. Fu uno dei primi ad avere la televisione e questo era un modo per ritrovarsi con i suoi amici. Nel 1965 poi conobbe mia nonna, si sposarono e andarono a vivere in un appartamento vicino alla cascina. Per lui non fu facile, infatti per alcuni anni riuscì a mantenere ancora le sue vecchie abitudini della vita in cascina. Mio nonno non si è mai rassegnato dopo che perse la sua azienda… trovò una nuova occupazione presso un famoso floricoltore di Monza, ma per lui non fu mai la stessa cosa. Concludendo, la semplicità e l’umiltà che ha portato mio nonno a distinguersi da altre persone saranno per me un punto di riferimento. Il suo amore per la terra e per gli animali non verrà mai dimenticato. Giulia Caldarini, studentessa dell’IIS L. Castiglioni racconta la sua esperienza scolastica abbinandola al ricordo del nonno agricoltore brianzolo. Ecco! Finalmente sono in azienda! L’avevo già vista prima dell’inizio dell’anno scolastico all’open day ma adesso, che ci lavoro direttamente con le mie mani è ancora più bella. L’azienda nasce su una vecchia azienda agraria a indirizzo cerealicolo e zootecnico. Col tempo poi sono stati aggiunti i settori frutticolo, floricolo, orticolo e vivaistico. Inoltre ci fu un grande cambiamento nel settore zootecnico: gli animali passarono dall’essere legati tutto il giorno all’essere liberi e muoversi come vogliono in un ampio spazio diviso in corsia di riposo, paddock e corsia di alimentazione. Questo fu un vantaggio perché gli animali, con l’allevamento a stabulazione fissa, rimanevo sempre fermi e affaticavano le gambe e inoltre, credo, avevano una vita breve e noiosa. L’azienda comprende sei settori produttivi: Settore zootecnico, Settore frutticolo, Settore cerealicolo, Settore floricolo, Settore orticolo, Settore vivaistico. Il settore zootecnico si trova subito sotto la scuola ed è formato da un grande paddock per le manze di razza frisona italiana, un recinto per le galline, uno per le pecore brianzole e uno per gli asini. Il settore frutticolo si trova a est del settore zootecnico in cui si coltivano prevalentemente meli, peri e kiwi. Qui troviamo anche qualche pianta di una particolare varietà di mela chiamata “Pink Lady”, che appunto all’interno è di colore rosa. Il settore cerealicolo si trova a sud del settore frutticolo ed è formato da due grandi campi coltivati a piante foraggere, che servono a produrre foraggio per il bestiame. Il settore floricolo si trova a sud del settore cerealicolo e comprende 3 serre in cui vengono coltivate piante ornamentali da fiore e da foglia. Il settore orticolo e il settore vivaistico si trovano più o meno sullo stesso piano del settore floricolo. Nel primo si producono ortaggi mentre il secondo serve a produrre piante ornamentali da giardino che vengono commercializzate in azienda. Poi troviamo “il giardino dei semplici”. È la zona in cui passiamo molto tempo durante le ore di azienda. “Il giardino dei semplici” è un terreno diviso in 8 parcelle in cui coltiviamo le piante aromatiche. Qui troviamo anche 4 gelsi. Le piante aromatiche sono delle piante che emanano un buon profumo e sono ricche di oli essenziali. Possono essere usate in cucina, per uso farmacologico e cosmetico. Nel nostro giardino dei semplici troviamo: Origano, Lavanda, Rosmarino, Maggiorana, Erba cipollina, Menta, Timo, Melissa, Salvia, Dragoncello e Basilico. In questi primi mesi di scuola abbiamo fatto molte cose interessanti. Quasi sempre abbiamo lavorato in squadre da 4-5 alunni e credo di aver lavorato bene con la mia squadra, inoltre ci siamo divertiti molto. Abbiamo ripulito il giardino dei semplici dalle foglie e dalle erbe infestanti; erbe che tolgono nutrimento, spazio e luce alle piante aromatiche. Questo lavoro si chiama scerbatura e consiste nel togliere l’erba infestante con le mani prestando attenzione di non rovinare le piante coltivate. È stato faticoso ma ce l’abbiamo fatta. Poi abbiamo fatto la spigolatura. In pratica abbiamo raccolto a mano le pannocchie di mais rimaste a terra dopo la trebbiatura nel campo e le abbiamo messe sul carro trainato dal trattore. Poi abbiamo portato le balle di fieno nella stalla, abbiamo riordinato gli attrezzi e il prof ci ha spiegato il loro utilizzo e adesso stiamo lavorando su due parcelle che poi, i ragazzi di 4° superiore useranno per la semina delle piante da granella in cui in una metteranno il concime naturale mentre nell’altra effettueranno la concimazione minerale e la concimazione organica. Mi piace lavorare in azienda, mi piace stare con le mani nella terra. Credo di aver preso proprio da mio nonno e spero che adesso sia contento di me. Anche se non l’ho mai conosciuto so per certa che era una persona meravigliosa e spero, un giorno, di diventare una persona umile come lui. Mio nonno era un agricoltore di Muggiò. Lavorava in una cascina chiamata “la Giardina”, proprietà di un ricco personaggio milanese tale Sciur Brambilla, insieme a tanti appezzamenti adiacenti. La Giardina era abitata da 6 o 7 famiglie ed era strutturata con dei portici a pian terreno, delle cucine con i relativi camini e al piano superiore le camere. Nei primi tempi l’affitto della cascina e dei campi veniva pagato al proprietario con il contratto di mezzadria. La mezzadria è un contratto agrario d’associazione con il quale un proprietario di terreni e un coltivatore, si dividono normalmente a metà i prodotti e gli utili di un’azienda agricola. L’11 novembre, festa di San Martino, i contratti agricoli scadevano e bisognava rinnovarli, oppure lasciare i campi I protagonisti della grande guerra non sono re, imperatori, generali. Sono fanti e contadini: i nostri nonni In esposizione all’Istituto tecnico superiore Luigi Castiglioni, sede dell’istituto agrario di Limbiate, la Prima Guerra Mondiale, raccontata in una interessante mostra interattiva che ci presenta una serie di pannelli con illustrazioni, lettere, cartoline, filmati, musiche e una breve rappresentazione teatrale. Uno dei temi principali dell’esposizione è la comunicazione e il ruolo che essa ha svolto prima, durante e dopo lo scoppio del conflitto. La nascita della cosiddetta comunicazione di massa ha visto nella Prima Guerra Mondiale un momento fondamentale e con essa è avvenuto un cambiamento di prospettiva, di temi e di linguaggio. Il progetto è stato organizzato dalle insegnanti Leyla Albala e Alice Daghini; due insegnanti di lettere dell’istituto, e la sua realizzazione è stata resa possibile anche grazie alla partecipazione di altri insegnanti, alunni e collaboratori. Il progetto, ricordiamo, è stato realizzato per la ricorrenza del Centenario dell’ingresso dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale (l’Italia entra in guerra il 24 Maggio 1915). Fulcro della mostra sono le lettere, le cartoline e le fotografie esposte in un allestimento con pannelli ricchi di storia, aree multimediali e canti del tempo. La mostra avrà luogo nella nuova sede della scuola, situata vicino alla famosa Villa Pusterla. A presentare il percorso e i vari reperti ci saranno ragazzi e ragazze che hanno deciso di prendere parte al progetto, inoltre alcuni di loro ci delizieranno con una rappresentazione teatrale che farà rivivere ciò che avveniva in passato nell’istituto quando era utilizzato come ricovero per i reduci di guerra. Detto questo, vi invitiamo calorosamente a visitare la mostra che è stata creata con tanta motivazione e partecipazione. Saremo lieti di accompagnarvi in un viaggio nel passato per farvi scoprire la vita, la storia e i sentimenti provati dai soldati impegnati a comGiorgia Roveda 5a CTP battere al fronte. 7 L’asilo del cane L’”Asilo del cane” è un rifugio per cani e gatti abbandonati che fu realizzato dalla Signora Virginia Craia, che si dedicò a quest’opera con alcune collaboratrici e l’aiuto finanziario di personalità del mondo del teatro. Il rifugio occupava una villa sulla riva del Seveso, in Palazzolo Milanese. I cani ospitati erano, nei primi anni ‘60, alcune centinaia, ma il numero aumentò nel tempo, sicché divenne necessario trovare una nuova collocazione. Nel ‘70 venne acquistata, con l’aiuto di alcuni benefattori, l’area dove si trova attualmente il rifugio che arrivò ad ospitare oltre 1000 cani. Nel ‘77 la Signora Craia per motivi di salute lasciava la conduzione del rifugio e prendeva il suo posto la Signora Piera Bianca Luppi, sua principale collaboratrice, che successivamente provvedeva alla costituzione dell’Associazione Asilo del Cane di Palazzolo Milanese, all’acquisizione di un’area confinante per allargare il rifugio e alla costruzione di oltre 300 box in muratura. Venne anche realizzato un gattile (ora sono diventati 3). Alla scomparsa della Signora Bianca Luppi, nel 1991, l’Associazione ha proseguito la sua opera con la collaborazione di alcuni lavoratori dipendenti e di decine di volontari. Attualmente il rifugio ospita circa 190 cani e 50 gatti, tutti animali abbandonati, sterilizzati, vaccinati, nutriti e curati a spese dell’Associazione. Tra i collaboratori presenti tutti i giorni in canile c’è un veterinario. La movimentazione dei cani in entrata e in uscita riguarda circa 600 unità. Il solo sostentamento di questi cuccioli è la generosità umana, qualora voleste saperne di più potrete trovare maggiori informazioni sul sito web dell’associazione (www.asilodelcane.org), numerosi cuccioli aspettano soltanto di aver qualcuno da amare, che aspettate a recarvi da loro per scegliere il vostro futuro compagno di vita? Giuseppina Maria Pujia www.asilodelcane.org Numero 04 - Maggio 2015 FATTORIE DIDATTICHE Giuseppina Maria Pujia Tra le tante iniziative della nostra scuola che non in molti conoscono vi è anche una delle più importanti e appaganti: l’iniziativa chiamata “Fattorie didattiche”; essa consiste nel coinvolgimento di bambini che hanno un’età compresa tra i 3 e gli 11 anni in varie attività studiate apposta per loro, prima tra tutte la creazione di oggettini (come palline, fiori e farfalline) in feltro. Per feltro si intende il materiale ottenute mediante lavorazione di pelo di animale in cui le fibre ve ngono bagnate con acqua calda, intrise di sapone e manipolate (battute, sfregate, pressate) fino a ottenerne, con processi meccanici e chimici, l’infeltrimento. La loro legatura è data dalla compenetrazione delle microscopiche squame corticali che rivestono la superficie dei peli. Il processo è progressivo e irreversibile. Il feltro tradizionale è del colore dei peli usati, ma si può produrne di colorato utilizzando lana tinta in fiocco. Un’altra attività amata dai nostri ospiti è la visita all’azienda durante la quale si possono ammirare e accarezzare le nostre vacche di razza frisona (quelle pezzate nere) e, fino a qualche tempo fa, di razza varzese (dal pelo marroncino), le pecore di razza brianzola (razza in rischio estinzione e di cui noi siamo uno dei pochi allevatori rimasti) ed i nostri amatissimi asinelli Camilla, Martino, Mimosa e Agostino il più giovane nato a fine luglio, sì, non siete i soli a domandarvi il perchè di questo nome. Le fattorie didattiche, come dicevo prima, sono una delle attività più appaganti poichè ci permettono di venire a contatto con bambini che ti donano affetto e soddisfazioni. INVITO Presso ISTITUTO ISTRUZIONE SUPERIORE “ LUIGI CASTIGLIONI” Via G. Garibaldi 115 LIMBIATE Maggio Sabato 23 e Domenica 24 SABATO 23 Ore 10:00 - NUOVA SEDE ISTITUTO - Inaugurazione mostra: «1915-1918: l’Italia entra in guerra. Reduci a Mombello» Ore 10:30-12:00 - CAMPO SPORTIVO - Esercitazione unità cinofile di soccorso con i loro cani addestrati a cura del Gruppo Cinofilo Cinisellese Protezione Civile Ore 12:00 - 15:00 - 16:30 - VILLA (ritrovo presso gazebo dell’Istituto in Azienda) - Visite Recitate ‘’Le voci del tempo ritrovato. Villa Pusterla si racconta con i suoi protagonisti’’ (Su prenotazione, scrivendo a: [email protected]) Ore 15:30 “Erbe ed erbacce buone in cucina” Introduzione al tema dell’uso delle piante spontanee in cucina e riconoscimento delle specie più comuni della tradizione alimentare che crescono intorno a noi con gli esperti di piantespontaneeincucina.info® Iscrizioni presso gazebo dell’Istituto (max. 30 persone - durata circa 2 h - Costo: 5 € studenti; 10 € adulti) - L'appuntamento si svolgerà anche in caso di pioggia (al coperto). Ore 16:30 - CAMPO FRUTTETO - Bimbi: “Vecchi giochi dell’aia” Ore 20:00 - AIA - C ENA a basso impatto ambientale (con posate, piatti e bicchieri tutti compostabili) Ore 21:00 - AIA - Serata DISCO in Azienda con DJ dell’Istituto e direttamente da TOP DJ FEDERICK LOOP Termine manifestazione ore 23:00 DOMENICA 24 Percorso museale aperto al pubblico - NUOVA SEDE ISTITUTO «1915-1918: l’Italia entra in guerra. Reduci a Mombello» *** 10:00-18:00 Estemporanea di Pittura – AZIENDA AGRARIA E VILLA «Natura, angoli e colori» *** Ore 9:00 - (Partenza dall’AIA – Arrivo in VILLA) “S TRA S AGRARIA ” manifestazione podistica nel parco di Mombello, aperta a studenti, docenti e genitori degli Istituti Superiori di Mombello Ore 11:00 - CAMPO SPORTIVO - Incontro di calcio Alunni vs Insegnanti ! Ore 12:00 - AIA - P RANZO a basso impatto ambientale (con posate, piatti e bicchieri tutti compostabili) Ore 15:00 - 16:30 - VILLA (ritrovo presso gazebo dell’Istituto in Azienda) Visite Recitate ‘’Le voci del tempo ritrovato. Villa Pusterla si racconta con i suoi protagonisti ’’ (Su prenotazione, scrivendo a: [email protected]) Ore 16:00 - CAMPO SPORTIVO - Dimostrazione di “Dog-agility” Ore 16:30 - CAMPO FRUTTETO - Bimbi: “Vecchi giochi dell’aia” Ore 19:00 - VILLA - Aperitivo per ex-alunni e professori Ore 20:00 - AIA - Cena a basso impatto ambientale (con posate, piatti e bicchieri tutti compostabili) Ore 21:00 - AIA - Serata DISCO in Azienda con DJ dell’Istituto e direttamente da TOP DJ FEDERICK LOOP Termine manifestazione ore 23:00 Con il patrocinio di In collaborazione con Una dedica importante Questo fascicolo di Sagraria News 2015 è dedicato al ricordo di Daniela Butti, bibliotecaria dell’Istituto Agrario “L. Castiglioni”, e Anna Frontera, collaboratrice scolastica. Persone speciali recentemente scomparse che hanno dedicato la loro vita professionale alla scuola, agli studenti e alla voglia di vivere. Dirigente, Docenti, Personale Ata e Alunni dell’Istituto L.Castiglioni le ricorda con affetto. PROGRAMMA Sagraria News è una iniziativa d’informazione, cultura e formazione dell’Associazione “Amici della Sagraria”, curato e realizzato dagli studenti dell’IIS Luigi Castiglioni di Limbiate. Si ringrazia la collaborazione di: Silvia Ceppi, Filippa Puglisi, Laura Boni, Nicola Becci, Prof.ssa Caputo, Matteo Ballabio, Marco Garnero, Matteo Gualeni, Luca De Ponti, Giuseppina Maria Pujia, Cristina Andreotti, Giulia Caldarini, Giorgia Roveda, Giancarlo Bianchi, Alessandro Garnero. Un ringraziamento particolare va alle aziende che hanno sostenuto questa iniziativa. Sostengono 8 SagrariaNews