SagrariaNews
Numero 04 - Maggio 2015
Giornale di informazione, cultura e formazione dell’Associazione Amici della Sagraria
Lavoro, condivisione,
goliardia, fatica … e
grandi risultati!
Laura Boni
Presidente associazione Amici della Sagraria
Ed eccoci al consueto appuntamento con il
Sagraria News, occasione per riflettere sui
cambiamenti in atto. A un anno di distanza,
l’associazione è cresciuta in termini organizzativi e di risultato: quest’anno abbiamo
non solo centrato l’obiettivo di garantire i
fondi necessari a sovvenzionare gli stage
estivi, ma anche di permettere alla scuola
di incrementarne il numero, garantendo
così ad un maggior numero di ragazzi l’opportunità di sperimentare il lato più pratico
del loro indirizzo di studio.
Riteniamo questo risultato particolarmente
importante in quanto la riforma dell’ordinamento scolastico ha fortemente penalizzato questo aspetto della formazione dei nostri ragazzi. Inoltre abbiamo, per la prima
volta, sovvenzionato una borsa di studio
per garantire a un ragazzo con particolari
meriti scolastici la possibilità di poter fare
un viaggio in Irlanda, altrimenti impossibile.
Alcuni fondi, invece, sono stati investiti
nell’attrezzatura necessaria a proseguire e
migliorare la nostra attività.
Tutto ciò è stato possibile solo grazie al
continuo e costante impegno dei soci, che
offrono il loro aiuto non solo durante le manifestazioni, ma anche in tutta quella parte
organizzativa, invisibile, che sta dietro agli
eventi. Fortunatamente, nuovi volontari,
adulti e ragazzi, si affacciano alla porta
della nostra cucina per offrire il loro aiuto,
indispensabile, per continuare il lavoro
svolto e il processo di crescita dell’associazione. Per questo, un ringraziamento
va ai ragazzi, soprattutto di prima, che alla
loro prima manifestazione, hanno lavorato
bene e hanno contribuito a creare un buon
clima, con l’augurio che presto portino
nuove idee, particolarmente utili per noi e
l’associazione.
In merito ai ringraziamenti, un GRAZIE
sentito e particolare va a chi ci coordina
e richiama a tempi e ritmi ‘’ufficiali’’, mantiene una fitta e indispensabile rete che
ci permette di comunicare, non solo tra
noi, anche con la scuola e tutti coloro che
collaborano con l’associazione durante le
diverse manifestazioni, redige verbali e ci
richiama ai doveri istituzionali … insomma,
fa tutto quel lavoro sotterraneo, che poco
appare, ma è indispensabile all’organizzazione per funzionare!
L’auspicio maggiore rimane quello che i
nostri ragazzi traggano il massimo beneficio da quello che facciamo e che l’operato
dell’Associazione possa proseguire innovandosi e migliorando con i nuovi volti che
vi si affacciano!
Dallo storico
al moderno
Nell’anno 2014 è stato avviato il
progetto della costruzione di una
nuova sede dell’Istituto Tecnico
Agrario Luigi Castiglioni, a causa
di varie problematiche legate alla
struttura della Villa Napoleonica,
che da anni ospita gli studenti della
Scuola di Agraria.
È stato deciso il trasferimento innanzitutto per la salvaguardia dei
ragazzi, dato che in alcuni punti della Villa, che ora prende il nome di
Villa Pusterla, si staccano pezzi di
intonaco dal soffitto e sembra che
a volte esso abbia l’aria di crollare.
Dobbiamo aggiungere che molte
aule sono molto piccole e quando
un alunno , a causa di un incidente,
è costretto ad usare le stampelle,
la classe deve essere spostata al
piano terreno. Certamente se guadagneremo in comodità, molti sono
gli aspetti che cambieranno, passando dallo storico al moderno.
Scompaiono le macchie di umidità
lasciate dal tempo sui muri e con
esse l’atmosfera settecentesca
creata dalle ampie scalinate, dal
pavimento di marmo e dalle pareti ruvide al tatto, grazie ai mattoni.
Per non parlare dei soffitti che han-
Manca poco al trasferimento completo dell’Istituto Tecnico Agrario Luigi Castiglioni dalla sede
storica di Villa Pusterla alla nuova e moderna
sede, meno storica ma più tecnologica.
Silvia Ceppi Classe 2AT
Continua a pag. 2
Una favola
di nome Gentiana
Filippa Puglisi
Ass. Tec. Lab.
Meristematica
Grazie ad un progetto sulla Biodiversità
“piante da salvaguardare” della Prof.ssa
R. Mantegazza, sono arrivati in laboratorio di Meristematica dei piccoli semi di
Gentiana Pneumonanthe. Stupendo fiore
blu di brughiera, in via di estinzione. Fiore
la cui vita è strettamente legata ad una
particolare farfalla blu (Maculinea alcon) e
ad una laboriosa formica. Riuscire a riprodurre la Gentiana da seme, rappresentava
la possibilità di salvaguardare un piccolo
ecosistema. Sfida raccolta è vinta dal
laboratorio di Meristematica. Quei piccoli
semi oltre a germinare, grazie alla tecnica
di micropropagazione in vitro, hanno dato
vita a tante piante in grado di crescere,
moltiplicarsi ed adattarsi nuovamente alle
condizioni naturali. I risultati ottenuti, hanno richiamato l’attenzione del C.F.A. (Centro Flora Autoctona Regione Lombardia)
che ha stilato un progetto avente come
scopo quello di riprodurre in vitro piante
di Gentiana, con le procedure e protocolli
messi a punto nel nostro Laboratorio e
restituirle al proprio Habitat.
Il progetto, finanziato dalla Cariplo, vede
coinvolti diversi enti: C.F.A: Regione
Lombardia,Università di Milano, di Pavia,
Il miele di castagno della
Lunigiana e le api sono ancora le protagosite dell’IIS
L. Castiglioni. A pag 3.
Cos’è il laboratorio di Meristematica? Ve lo spiegano
con dovizia di particolari
due studenti di 4a. A pag. 4.
1
Bicocca, Parco delle Groane, Brughiera
Briantea, Associazione Lipu e Istituto di
Istruzione Superiore Luigi Castiglioni.
Sua Maestà il Pollo Brianzolo, da un’accurata selezione
è ora un vanto per il mondo
allevatoriale. A pag. 6.
Farina del nostro
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Un progetto educativo fra Scuola primaria e secondaria volto
a favorire la conoscenza reciproca e a creare un clima sereno
di prima aggregazione
Prof.ssa Caputo
e Nicola Becci
Il seguente progetto nasce da una
semplice uscita sul territorio contemplata per tutti gli alunni delle
classi prime della Scuola primaria
“G. Verga” di Limbiate. Nello specifico la nostra scuola ha elaborato
un percorso di accoglienza nuovi
arrivati che riserva una giornata
delle prime due settimane di scuola ad un momento di condivisione
fuori dal contesto puramente scolastico per favorire la conoscenza
reciproca e creare un clima sereno
e di prima aggregazione.
L’Istituto “L. Castiglioni” di Limbiate, nella persona del professor
Becci, ha accolto e dilatato le nostre aspettative riservandoci un
laboratorio strutturato nella direzione della ricerca-azione che ha
entusiasmato i nostri studenti.
I contenuti disciplinari appresi
nella splendida cornice di Villa Crivelli-Pusterla che ospita la Scuola
secondaria di secondo grado possono essere sintetizzati nel modo
che segue:
torio gli studenti hanno appreso
come il mais o granoturco fosse
una pianta molto antica giunta in
Italia grazie a Cristoforo Colombo
e come il mais che coltiviamo oggi
sia molto diverso da quello portato dall’America perché con tecniche particolari l’uomo ha ottenuto
piante più resistenti con frutti più
abbondanti);
Marzo-Aprile quando il terreno è
umido e tiepido e relativa (dopo
una settimana circa) rottura del rivestimento del chicco per lasciare
uscire radichetta e piumetta;
• Comparsa sulla sommità della
pianta del pennacchio (più propriamente chiamato pannocchia,
che è l’infiorescenza maschile) e
a metà del fusto delle pannocchie
• Prima diffusione del mais nel- (più propriamente chiamate spile regioni Balcaniche grazie alle ghe, l’infiorescenza femminile);
condizioni climatiche che assicu- • Terminologia specifica: i chicchi
ravano produzioni più che doppie o cariossidi continuano a crescerispetto ad altri cereali e successi- re sul tutolo; silomais o trinciato
• Ciclo del mais e raccolta delle va diffusione in Italia;
(ottenuto trinciando l’intera pianta
pannocchie (nel corso del labora• Semina nel campo nei mesi di cioè tagliando a pezzettini l’intera
Segue da pag. 1
no dato libertà alla fantasia di vari
pittori, i quali ci hanno lasciato
pregiati affreschi che possiamo
ammirare ancora oggi.
Se percorriamo qualche metro
più in là, sul retro della Villa, possiamo scorgere il porticato giallo
e grigio della nuova sede. Esso si
affaccia su un piccolo bosco, che
riesce ad attirare gli sguardi dei
ragazzi, ormai quasi sempre fissi
sul cellulare. È anche i più piccoli
cambiamenti delle stagioni.
È proprio il porticato, che dà riparo in caso di pioggia, pur permettendo di godersi fino all’ultimo l’aria aperta, ad accogliere di buon
mattino il vociare dei ragazzi. Decine le voci, mille gli argomenti di
cui si parla prima di fare ingresso
nella nuova sede.
Qui non ci sono gli affreschi, n’è
l’atmosfera del tempo andato, ma
spicca il colore blu vivace delle
porte delle aule e ci si sente avvolti
dalla luminosità degli ampi corridoi.
Un’ala della nuova sede ospiterà
la segreteria, i servizi e il bar, l’altra
ospiterà le aule. Quest’ultima ha un
aspetto architettonico molto “accademico”, quasi accattivante, che va
a ricordare, se si vuole, i college
americani. Essa è circondata da un
parco immenso, come a sottolineare il superamento del contrasto tra
architettura e natura, che in questo
caso si sposano alla perfezione.
Tra la prima e la seconda ala si
trova un cortile su cui si affaccia
una piccola cattedrale dedicata a
San Francesco. Essa ha la forma
di croce latina e sopra la porta d’
ingresso è raffigurata una donna in
ginocchio che offre tre colombe a
San Francesco e ai due francesca-
2
ni dietro di lui.
Grazie Villa napoleonica per
averci ospitati; ora finalmente
potrai riposarti al sole e sarai
pur sempre meta di visitatori,
desiderosi di conoscere la tua
storia e qualche curiosità su Napoleone e le sue sorelle.
Dall’antico al moderno dobbiamo passare: pronti e carichi per
il trasloco … una nuova avventura inizierà tra poco!
pianta con un apposita macchina
chiamata trincia. Alla maturazione della granella, cioè quando la
cariosside ha una consistenza pastosa, il trinciato così ottenuto viene insilato cioè posto in un silos di
stoccaggio e lasciato fermentare
ben chiuso per 40 giorni, la maturazione permette di ottenere un alimento succulento molto apprezzato dai bovini); granella ( raccolta a
Settembre quando le spighe sono
mature con mietitrebbie che la separano dal tutolo che cadrà sul terreno e successivamente interrato
con l’aratura, il resto della pianta
rimane secco sul campo a formare
gli stocchi, questi residui vengono
imballati e portati in fattoria dove
potranno essere usati come materiale da lettiera nel luogo di riposo
del bestiame bovino); cariossidi
di mais (se usate come mangime
per gli animali, vengono ridotte in
farina o in fiocchi o schiacciate. Il
contadino prende un seme e cerca
di scalfirlo con l’unghia, se il seme
resiste e l’unghia non lascia alcun
segno è proprio tempo di raccolta);
• Tempo di raccolta (le pannocchie
vengono staccate dal fusto (spannocchiatura), liberate dalle bratee
(scartocciatura) e i chicchi vengono tolti dal tutolo (sgranatura));
• Trasformazione dei chicchi per
ottenere sia farine più o meno
grossolane che vengono largamente usate come cibo per gli
animali negli allevamenti che farina gialla molto fine utilizzata per
preparare squisite polente, nell’impasto di dolci o biscotti e solo dalle
pannocchie di una varietà particolare di mais per ottenere chicchi
che danno i pop-corn.
Tutte queste preziose informazioni
sono state apprese attraverso l’esperienza sul campo in piena sintonia con l’educazione in fattoria.
Finalità educative
Le finalità educative generali delle
visite e dei laboratori didattici in
fattoria possono essere così sintetizzati:
• Educare i giovani a una sana alimentazione e a un consumo consapevole attraverso
la comprensione delle relazioni esistenti tra
tecniche produttive, qualità delle produzioni, tutela della salute e dell’ambiente;
sacco
• Far crescere l’attenzione per l’agricoltura a basso impatto ambientale e la tutela
dell’ambiente stesso promuovendo comportamenti ecocompatibili e sostenibili;
• Valorizzare il rapporto giovani-campagna,
avvicinando i ragazzi ai valori culturali, storici, ambientali, produttivi del mondo rurale;
• Favorire la conoscenza della storia locale
e delle tradizioni legate ai cicli stagionali;
• Educare all’uso dei sensi come strumenti di valutazione di quanto si osserva ed
esperisce;
• Far conoscere le produzioni tipiche del
territorio e l’evoluzione delle tecniche di
raccolta e trasformazione delle materie
prime;
• Far comprendere l’importanza dell’impiego anche “creativo” delle materie prime
in base alle esigenze socio-culturali (pannocchie che diventavano bamboline per i
bambini, bratee per riempire i materassi o
utilizzate come “bigodini”).
Da una pannocchia
tanta fantasia
L’idea che la didattica nasca dall’esperienza ha spinto gli insegnanti
a valorizzare la ricerca personale,
l’analisi dei cambiamenti e l’elabo-
Numero 04 - Maggio 2015
e rendono protagonisti i nostri ragazzi; per contro la fruizione passiva che spegne l’intervento mentale e la curiosità a favore di una
sempre maggiore fatica a pensare
oltre ciò che è evidente è stata
temporaneamente “emarginata”.
Il risultato finale è stato davvero sorprendente: le pannocchie
hanno animato un villaggio interamente realizzato con materiale
di recupero dove tutto è stato riutilizzato perché la fantasia fosse
l’unica energia in grado di definire
paesaggio e animazione.
La fattoria didattica dell’Istituto “L.
Castiglioni” si è rivelata uno strumento educativo molto efficace
privilegiando l’ approccio pedagogico attivo dell’imparare facendo.
A supporto di quanto illustrato lo
stesso PECUP (profilo educativo,
culturale e professionale dello studente) al termine del primo ciclo
razione critica delle conoscenze.
In sintesi gli studenti hanno effettuato una ricerca sul gioco di una
volta ragionando sul piano simbolico attivato da oggetti d’uso comune. Il mondo dei nonni è stato,
per così dire,” sfogliato” dalle mani
tecnologicamente abituate dei
nostri alunni e la curiosità mista
alla consapevolezza dei processi
di lavorazione ha loro permesso
di catapultarsi in un altro periodo
storico e riflettere sulla fruizione
passiva e la costruzione fantastica
di oggetti che rimandano ad infinite possibilità ludiche.
La trasformazione di una pannocchia in bambola, di uno stuzzicadenti in tetto o di un chicco in
ghiaia ha attivato i processi di fantasia e dilatato le possibilità di immaginazione esigendo presenza,
pensiero logico, illogiche relazioni
tra oggetti e idee che si evolvono
di istruzione sottolinea che: “Dal
punto di vista educativo, non esistono età, né scuole, che non siano fondamentali per la costruzione
del proprio progetto di vita. La
necessità di conoscere, sperimentare e aprirsi a nuove esperienze
formative accompagnano l’intera
esistenza di una persona. In ogni
età della vita, occorre stimolare l’individuo al meglio, tenendo
conto delle sfaccettature della sua
personalità e delle sue capacità,
per trasformarle in vere e proprie
competenze […] Il processo educativo individuale, infatti, ha inizio
con la vita e cessa solo con essa,
in una continua dinamica di conquiste e possibili involuzioni, sicché nulla è mai guadagnato una
volta per tutte e nulla è mai perduto per sempre.
Miele di Castagno della Lunigiana
Quest’anno, se ci fosse stata la degustazione, ormai spero per gli affezionati sia una bella
tradizione della nostra Sagraria, l’ospite d’eccezione sarebbe stato il miele di Castagno
della Lunigiana (Ms). Eh sì, cari palati sopraffini avete letto bene: castagno dalla Lunigiana, da sempre terra di castanicoltori e di marroni, grossi così, buoni e pregiati. Parlando
soprattutto di castagneti non posso non citare uno scritto molto bello quanto prezioso
per i contributi degli alunni di qualche anno fa. Si tratta del libro dal titolo: “Da Lentate
alle sorgenti del Seveso tra natura e storia” edito dalla Provincia di Milano. I contributi
sono stati di pregevoli colleghi che ammiro per l’opera qualitativamente monumentale
che hanno saputo realizzare, motivando i ragazzi che li hanno aiutati e seguiti nelle varie
fasi della progettazione, realizzazione del progetto e della sua relativa scrittura in questo
agile libretto, di cui consiglio la lettura. Come dicevo il libretto affronta vari temi, ma ad
un certo punto racconta della “mitica” epoca di quando i castagni vennero piantati nelle
nostre zone brianzole e affini per dare sostentamento alle famiglie nell’affrontare i rigidi
inverni lombardi. Sono un nostalgico per natura sebbene non ho mai creduto “ai bei tempi
andati”, preferisco vivere nella mia epoca. Ma non posso fare a meno di manifestarvi la
mia gioia ogni qualvolta il laboratorio di analisi dei mieli rileva che ci sono tracce di polline
di castagno (castanea sativa) nel mio miele millefiori o nel famoso (speriamo) miele di
tiglio del Castiglioni. Mi ricorda proprio questa antica pagina del nostro passato. Pensate
che ho scoperto che esistono diverse specie di castagno, e fin qui lo sapevate anche voi,
non ci vuole un genio, ma la geniata è che per sapere quelle che sono state piantate dai
nostri bisnonni tempi orsono basta chiedere ai nostri “vecchi”. Così stanno facendo ormai
da anni le diverse associazioni di castanicoltori nate sul nostro territorio lombardo, in
particolare nella fascia orobica. La più vicina a noi si trova presso il Lario Orientale ovvero
da Lecco in su. Il loro lavoro consiste attualmente nel tentare di recuperare le essenze
originali di almeno 50-60 anni fa e recuperare quelle selve (così si dovrebbe chiamare un
“bosco” di soli castagni) che rischiano di andare perdute per sempre trasformate ormai
solo in “selve oscure” dove non si distingue una pianta dall’altra e il bosco soffre perché
non prende luce sufficiente per tutti.
Vi sarete certamente accorti che da qualche anno i castagni sono in sofferenza a causa
di un insetto parassita introdotto dall’estero dalla mano insipiente dell’uomo. L’insetto si
chiama Cinipide del castagno è cinese ed è stato classificato e studiato per la prima volta
in Giappone negli anni quaranta del novecento proprio a causa dei danni prodotti sui
castagni giapponesi. Da noi il cinipide è stato un vero e proprio tzunami sui castagni di
tutta Italia. Ma ecco una buona notizia: finalmente quest’anno si può affermare che siamo
fuori dal tunnel e dovrebbero tornare le castagne nostrane. Concludendo vorrei citare per
dovere di cronaca tutti quelli che hanno contribuito al libretto di cui avevo parlato all’inizio,
mi sembra un tributo dovuto a chi ha restituito notizie preziose del nostro territorio mai
conosciuto abbastanza. Li elenco sotto qualcuno leggendo vi troverà amici e conoscenti
e ne parlerà. E’ lo scopo del mio scritto di quest’anno, far emergere le persone, che non
sono le righe bianche dei libri di storia.
Matteo Ballabio Prefessore apicoltore per passione
I RAGAZZI DEL CASTIGLIONI: Aquino Davide, Baccolo Layla, Banfi Pietro, Bartolini Matteo, Begliomini Andrea, Bellasio Daniele, Bracchetti Damiano, Beretta Giosiana, Cimbro Marcello, Cappelleti Alice, Ceriani Jessica, Coniglio Matteo,
Donadi Sara, De Regibus Raffaella, Esposito Martina, Fenderico Chiara, Federico Chiara, Fusi Riccardo, Ferrario Mitia,
Forlani Chiara, Franchi Eric, Felloni Andrea, Finardi Fabio, Gaviraghi Andrea, Ghioni Gabriele, Giussani Gabriele,
Guerra Alessandro, Giaconi Alessandra, Guerra Alessandro, Lodigiani Roberto, Loprieno Luca, Morandi Stefano,
Maggioni Marco, Moretti Nakita, Moretti Davide, Minervino Davide, Marazzi Daniel, Marzorati Eliena, Manigrasso Edo,
Meneghetti Federica, Morotti Andrea, Marson Emanuela, Masera Giorgia, Minervino Davide, Nipoti Elia, Pafundi Mattia, Pallavicini Mattia, Piciollo Maura, Piano Filippo, Princiotta Mario, Procida Miriam, Rimoldi Alice,
Rinaldi Antonio, Rossini Luca, Rivolta Gianluca, Ronchi Massimiliano, Serri Francesco, Sessa
Martina, Sanavio Riccardo, Sala Giulia, Turconi Andrea, Vastola Monica, Vecchietti Ilaria, Volpi
Greta, Zappa Miriam.
I PROF. DEL CASTIGLIONI: Mantegazza Lia, De Martino Antonio, Albala Leyla e Bisi Emilia.
a cura di Cristina Andreotti
Premio giornalistico a Sagraria News
In concomitanza con la XXII edizione del Concorso Nazionale “Fare il Giornale nelle Scuole”, indetta dall’Ordine
Nazionale dei Giornalisti, la nostra scuola è stata premiata
per la sua partecipazione con il Giornalino annuale “Sagraria News”, che viene pubblicato dall’Associazione Amici
della Sagraria in occasione della festa di fine anno. Nel
2015 arriveremo al quarto numero. Il concorso a cui abbiamo partecipato è un’iniziativa strategica per far nascere
la passione e la curiosità di un’attività come il giornalismo,
che spesso rimane solo un sogno intellettuale per molti ragazzi, ed è rivolto ai giovani che vogliono esprimere, attraverso la stesura di articoli, i loro sogni e le loro aspirazioni.
Oggi l’informazione e la lettura sono sempre più importanti,
e sono perciò qualità necessarie la curiosità di conoscere e
il desiderio di immedesimarsi negli altri e di scoprire la loro
storia mostrandola al mondo.Il premio e riconoscimento
attribuito alla nostra scuola sono stati ritirati dalle redattrici
Cristina Andreotti e Giorgia Roveda (5CTP) e dal profes-
3
sore Nicola Becci, che si sono personalmente recati a
Benevento per partecipare alla cerimonia di premiazione.
La premiazione si è svolta il giorno 30 Aprile 2015 al Teatro
Massimo di Benevento con i rappresentanti del Consiglio
Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e con la partecipazione del direttore de “Il Giorno” Giancarlo Mazzuca.
Numero 04 - Maggio 2015
Esperienza dal laboratorio di meristematica
La micropropagazione
Due studenti di 4a spiegano una complessa tecnica di moltiplicazione vegetale dopo aver fatto un’esperienza diretta in laboratorio
Marco Garnero e Matteo Gualeni
Classe 4a DTG
La micropropagazione
si differenzia dagli altri
sistemi di moltiplicazione vegetale (talea,
propaggine, margotta,
ecc.) per la sofisticata
tecnica operativa, che
permette la riproduzione di cloni esenti da
infezioni virali; tale pratica permette inoltre, a
partire da un espianto,
di ottenere una enorme
quantità di individui dotati dello stesso patrimonio genetico.
Il tutto avviene in condizioni di sterilità.
L’espianto può essere
una porzione di foglia
o una qualsiasi parte di
pianta, che dopo il prelievo, verrà coltivato su
un substrato artificiale.
Questa tecnica di micropropagazione sfrut-
ta la totipotenza cellulare, cioè l’attitudine delle
cellule specializzate a
regredire e a ridifferenziarsi sviluppando così
una nuova piantina.
Vantaggi della propagazione in vitro
► Elevato numero di piante, ottenute in breve tempo e conservate
in un ambiente ristretto;
► Piante sane, esenti da virus;
► Possibilità di propagare le piante durante tutto l’anno;
► Possibilità di propagare piante difficilmente propagabili con le
tecniche tradizionali;
► Miglioramento genetico.
Svantaggi della propagazione in vitro
► Costi elevati;
► I laboratori devono essere affiancati da una serra;
► Difficile trovare il substrato
adatto per ogni specie;
► Necessità di personale qualificato.
Gli stadi della micropropagazione
► Selezione e preparazione di
una pianta madre (noi abbiamo
utilizzato come pianta madre il
mirtillo gigante, varietà Bluetta);
► Preparazione substrato;
► Prelievo di un espianto;
► Impianto della coltura asettica;
► Fase di proliferazione degli
espianti e loro moltiplicazione via
sub-cultura;
► Radicazione;
► Acclimatamento e trasferimento in ambiente esterno.
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Numero 04 - Maggio 2015
Le 4 fasi della micropropagazione in laboratorio
1 PREPARAZIONE DEL SUBSTRATO
Il substrato è il terreno di coltura che ospiterà gli espianti, per questo motivo deve contenere tutti quegli elementi che sono necessari alla crescita e allo sviluppo della piantina. Per la
preparazione di questo substrato si segue un protocollo specifico (che varia in base alla pianta da moltiplicare).Tutti gli elementi, dopo che vengono pesati sulla bilancia di precisione,
vengono introdotti all’interno di un becher contenente acqua demineralizzata. Questa soluzione è posizionata sull’agitatore magnetico. Durante tutta l’operazione è fondamentale
controllare il pH che, se necessario, va corretto. Su un fornelletto si scioglie l’Agar, un estratto di alghe, che verrà successivamente aggiunto alla soluzione. Una volta che la soluzione
è completa di tutti gli elementi bisogna portarla a volume con acqua demineralizzata. L’ultima operazione di questa fase è la sterilizzazione in autoclave a 120 °C per 20 min.
2 PREPARAZIONE DELL’ESPIANTO
L’espianto è una piccola parte prelevata dalla pianta madre. Con l’utilizzo di bisturi e pinzette si tagliano diverse porzioni dalla
pianta madre che vengono immerse in un becher, su un agitatore magnetico, contenente ipoclorito di sodio. Il nostro gruppo
stando alle caratteristiche e alla consistenza della piantina, ha stabilito che il tempo di sterilizzazione necessario fosse di circa 17
minuti. Sotto cappa gli espianti vengono sciacquati 3 volte, dopodiché si procede con il microtaleaggio e la messa in coltura di essi
all’interno di un tubo green contenente substrato precedentemente preparato. Dopodiché si provvede a sigillarlo e ad etichettarlo.
Espianto e subculture
3 PROLIFERAZIONE
Quando la piantina raggiunge un certo sviluppo viene trasferita, dopo un primo frazionamento, all’interno dei vegetal boxes. Facendo si che il numero di piantine aumenti in modo esponenziale. Questa
operazione può essere ripetuta numerose volte, in base a quante piantine si desidera produrre. Per
eseguire questa fase di proliferazione si asportano dalla piantina il callo e le pseudo radici, dopodiché
viene sezionata nuovamente in varie parti che vengono disposte nei vegetal boxes in modo ordinato
su 4 file. Anche questa fase si esegue in condizioni di rigorosa sterilità.
Vegetal Boxes
4 RADICAZIONE
Da questo momento in poi le piantine inizieranno la fase di adattamento e quindi non vivranno più in un ambiente asettico, per questo
motivo questa operazione non si svolgerà più sotto cappa. Le piantine sviluppate ora vengono estratte dalle vegetal boxes, vengono
lavate e con delle forbici si asporta la base della piantina. Per mettere a radicare le piantine è ora necessario preparare dei contenitori
alveolati che vanno riempiti con una miscela di torba al 70% e agriperlite, fatto questo l’estremità basale della piantina viene immersa
in un ormone che favorisce la radicazione e quindi posizionata nell’alveolo del contenitore. Questi contenitori alveolati vengono disposti
all’interno di piccole serre di acclimatazione a ventilazione controllata, dotate di piccole aperture. Dopo la radicazione avviene un altro
invaso con il successivo spostamento della piantina in una vera e propria serra. Una volta terminata l’acclimatazione in serra le piante
sono pronte per affrontare l’ambiente esterno riuscendo a sopravvivere alle nuove condizioni di vita.
Mini serre a
ventilazione controllata
L’ENTUSIASMO DEGLI STUDENTI
PER L’ESPERIENZA DI LABORATORIO
Gli strumenti indispensabili
► Demineralizzatore
► Bilancia tecnica
► Agitatore magnetico
► pHmetro
► Lampada germicida a raggi UV
► Frigorifero
► Freezer
► Bilancia analitica di precisione
► Cella termostata (16 ore di luce, 8 ore di buio, 25°C)
► Vetreria
► Autoclave
► Cappa a flusso laminare orizzontale
► Bisturi, pinzette
Ecco un breve commento espresso da uno dei due
autori di questo articolo che ha vissuto direttamente
l’esperienza del laboratorio di meristematica.
«Personalmente sono rimasto piacevolmente colpito
dall’esperienza di laboratorio. Avevo sentito parlare
di una possibile propagazione a partire da una cellula madre,ma mettere in atto questa tecnica è tutta
un’altra cosa!
Non credevo che nella nostra scuola si potesse sfruttare una tecnica così interessante e raffinata. Mi ha
colpito particolarmente la passione con cui gli insegnanti di laboratorio si applicano, nonostante i tempi
siano limitati e gli strumenti ancora meno. Strumenti che richiedono mano d’opera, costi
elevati e manutenzione.
Nonostante questo ci siamo potuti approcciare ad un “mondo” che non conoscevamo nemmeno e ne siamo rimasti
impressionati. Penso di poter parlare
per la maggioranza della classe quando affermo che questa esperienza ha
riscosso grande approvazione tra gli
studenti ed un approfondimento o una
nuova esperienza sarebbe ben accetta da noi».
5
Numero 04 - Maggio 2015
Conosciamo il Pollo Brianzolo
Il 21 gennaio 2015 dall’Az. Agricola “San Francesco” di Cesano
Maderno partono i sei soggetti
di Pollo Brianzolo (tre galli – tre
galline) con destinazione Reggio
Emilia, XXI Campionati di Avicoltura, per essere presentati al Comitato Tecnico Scientifico e così incominciare l’iter di riconoscimento
della razza.
Insieme ai soggetti viene presentato al C.T.S. anche lo standard di
razza formulata con gli altri allevatori dopo ore di studio e visione
accurata dei soggetti allevati.
La carta di identità del
Pollo Brianzolo
Generalità
Origine: Italia settentrionale, razza italiana presente nella Brianza
fin dai primi anni del 1900, ricostruita e selezionata a partire dal
2009 grazie all’impegno degli allevatori Vedani Antonio e Mazza
Giovanni.
Uovo: Peso minimo gr. 45
Colore del guscio: bianco.
Anello: Gallo 20, Gallina 18
Tipologia ed indirizzi
per la selezione
Pollo massiccio e solido con la
piacevole forma del pollo comune, portamento di media altezza
con petto profondo e pieno. Coda
portata mediamente alta con piumaggio medio; piumaggio tipico
Argento a fiocchi neri; temperamento vivo, ma nonostante ciò il
pollo risulta essere molto docile.
Selezionare la spiccata duplice
attitudine carne e uova.
Standard
Aspetto generale e caratteristiche della razza
1) Forma
Tronco: tozzo, solido e largo, ben
arrotondato nel petto.
Testa: di media grandezza.
Becco: abbastanza forte, di colore
giallo (ammessa la parte superiore
di color corno).
Occhi: tondi, vispi di colore arancio.
Cresta: semplice, di media grandezza, rossa, di tessitura fine, con
un numero massimo di 7 denti e
non inferiore a 4. Il lobo non si appoggia sulla nuca nel gallo, nella
gallina dritta.
Bargigli: rossi, di tessitura fine e
leggermente allungati.
Faccia: rossa, liscia, di tessitura
fine, ammessa leggermente impiumata.
Orecchioni: ovali, di media grandezza, di tessitura non liscia, bianchi (tollerata tonalità giallastra).
Collo: di media lunghezza con un
buon camaglio.
Spalle: larghe e ben arrotondate.
Dorso: di media lunghezza, piatto,
ben impiumato, che sale dolcemente verso la coda.
Ali: larghe e grandi, portate orizzontali, ben aderenti al corpo.
Coda: di media altezza, con falciformi di media lunghezza.
Petto: pieno, profondo e largo.
Zampe: gambe mediamente lunghe, forti e ben impiumate; tarsi
lisci di lunghezza media, forti, senza piume, gialli (ammessa qualche picchiettatura verde); quattro
dita,unghie bianche.
6
gallo, disegno a perle nel petto dei
giovani galli e nelle galline di tutte le età. Assenza di disegno nel
Ventre: largo e pieno, specialmen- petto, barratura dilavata; disegno
a ‘’ferro di cavallo’’ nelle galline,
te nella gallina.
camaglio fortemente disegnato nei
Pelle: gialla
soggetti giovani.
2) Pesi
GALLO: kg. 3,3 – 3,5
Sei anni di duro lavoro
GALLINA: kg. 2,0 – 2,3
e selezione
Difetti gravi: corpo stretto, coda Per arrivare a questi risultati si è
troppo rilevata o inclinata verso lavorato sodo per ben sei anni afil basso, ali cadenti, orecchioni frontando e superando una serie
rossi o troppo marezzati, tarsi di- di difficoltà e incertezze proprio
versi dal giallo, peso eccessivo o di allevamenti di selezione come
leggero.
il mio.
3) Piumaggio
Purtroppo la lentezza burocratiConformazione: Abbondante, ab- ca occupa ogni spazio della nobastanza morbido e ben aderente. stra vita e anche in questo caso
Colorazioni
il C.T.S. non ha ancora avuto il
Gallo: testa e mantellina bianco tempo di esprimere la sua opiniopuro, la presenza di un leggero di- ne, ma siamo in grado di offrirvi
segno nella parte bassa del cama- il parere di un grande esperto, il
glio non è da considerarsi difetto. Dott. Alessio Zanon, Veterinario e
Spalle, dorso e groppa bianchi. Il membro di diverse associazioni ed
disegno barrato si estende dalla
parte superiore del petto, ai fianchi
e al ventre. Colore di fondo bianco argenteo, con barre trasversali
nere. Le barre nere nella parte alta
del petto sono più larghe rispetto a
quelle bianche, fanno apparire la
colorazione maggiormente nera.
Piume delle copritrici delle ali barrate trasversalmente con un forte
riflesso verde brillante nella parte
nera. Remiganti secondarie e primarie barrate nelle barbe esterne,
barbe interne nere. Timoniere della coda nere, un leggero disegno
non costituisce difetto. Grandi
falciformi nere barrate con bordo
barrato di bianco però falciformi
interamente barrate non sono da
considerare difetto. Piccole falesperto anche in avicoltura, che ci
ciformi barrate trasversalmente,
ha incontrato a Reggio Emilia e ha
così come anche le copritrici della
con noi discusso il risultato della
coda.
selezione di questo pollo: “Una
Gallina: testa e parte alta del petto
bella razza che unisce le caratteribianco argento. Mantellina bianco
stiche genetiche del barrato legato
argento, qualche sfumatura nella
al sesso con il barrato autosomico.
parte bassa della stessa non è da
Questa interessante caratteristica
considerare difetto. Il disegno barè presente in una sola altra razza
rato inizia dalla metà inferiore del
al mondo la Campbar.
petto e si estende su tutto il corpo
Ho trovato gli animali presentati
con barre trasversali nere, le parti
alle Nazionali di avicoltura di Regnere della barratura sono più largio Emilia estremamente belli ed
ghe delle parti bianche. Il disegno
uniformi nel manto e nelle carattedeve apparire più regolare posristiche somatiche.
sibile sulle copritrici delle ali, sul
Un vero vanto per il mondo allevadorso e sulle barbe esterne delle
toriale italiano e specialmente per
remiganti secondarie. La barratura
la Regione Lombardia.”
delle timoniere sfuma e si perde
a cura di Luca De Ponti
verso l’attaccatura della coda.
Difetti Gravi: forti riflessi gialli nel
Numero 04 - Maggio 2015
Credo di aver preso da mio nonno agricoltore
e le cascine. Annesse alle cascine c’erano le stalle dove si potevano trovare: vacche, cavalli,
maiali, pecore, animali da cortile come galline, conigli, oche, anatre, faraone, tacchini e galli. Si trovavano poi gli orti e piante da frutto per il sostentamento delle famiglie che vivevano nelle cascine.
La maggior parte delle attività agricole consistevano nella semina delle colture classiche della Pianura Padana e cioè: orzo, segale, avena, frumento e granoturco e una parte degli appezzamenti a
prato per produrre erba fresca e fieno per l’inverno, alla macellazione dei maiali e alla vendita del
latte. Il ciclo produttivo della cascina era legato allo scorrere delle stagioni e il massimo del lavoro
era concentrato durante l’estate. Prima della seconda metà degli anni 60, l’aratura, la semina, il
raccolto, avvenivano con l’aiuto degli animali. Nella seconda metà degli anni 60 però iniziarono ad
utilizzare i trattori, gli aratri, le mietitrebbie, le falciatrici e tutte le attrezzature meccaniche di quel
periodo. In cascina anche i piccoli aiutavano: guidavano i trattori mentre gli adulti caricavano le
balle di fieno, oppure aiutavano sotto i portici ad abbassare le montagne di frumento e passarci in
mezzo a piedi nudi per eliminare l’umidità. Nella cascina si respirava un’aria gioiosa. Tutti i bambini
della zona venivano a giocare, aiutare e vedere gli animali. Non venivano visti come un intralcio
ma come una risorsa e questo aiutò tutti a crescere, capendo le fatiche di tutti. I prodotti raccolti
venivano portati al consorzio agrario e venivano divisi con la mezzadria. La mezzadria ad un certo
punto finì e i campi e la cascina venivano pagati solo tramite affitto. Mio nonno nel frattempo,
insieme ai suoi fratelli, avevano comprato tutti gli attrezzi meccanici necessari e coltivavano altri
campi. Sfortunatamente, ad un certo punto, quando l’attività raggiunse una certa floridità economica stabile, mio nonno e i suoi fratelli subirono l’esproprio della maggior parte dei terreni e della
cascina, in quanto doveva passare una bretella che congiungeva Milano alla statale 36 valassina.
Con il passare del tempo, tutto questo polmone verde si è esaurito. Mio nonno Luigi era un uomo
alto, biondo con occhi azzurri. Era di corporatura magra, ma fisicamente forte. Era un uomo molto
buono, semplice con una sensibilità particolare: sin da piccolo aveva scelto di curare di più la parte
agricola perché per lui gli animali della cascina erano considerati animali da compagnia… infatti
non trovava mai la forza di portarli al mattatoio. A ogni animale dava un nome, in particolare la
sua cavalla era considerata come una sorella: si chiamava Moretta. Era un uomo particolare mio
nonno… si svegliava tutte le mattine alle 4, indossava pantaloni, camicia con il nodo sulla vita, un
fazzoletto sulla testa con 4 nodi che usava per proteggersi dal sole, un foulard al collo che metteva
come protezione del viso, come una sorta di mascherina e stivali. La colazione era semplice ma
nutriente: minestra, a volte riscaldata e latte e poi andava nei campi. A mezzogiorno si metteva
sotto una pianta e mangiava pane e salumi e un bicchiere di buon vino. Finiva di lavorare alla
sera tardi, tornava a casa, si lavava nella tinozza con sapone di Marsiglia, pigiama e stremato
per la giornata andava a letto senza cena, non prima di aver salutato i suoi animali. Fu uno dei
primi ad avere la televisione e questo era un modo per ritrovarsi con i suoi amici. Nel 1965 poi
conobbe mia nonna, si sposarono e andarono a vivere in un appartamento vicino alla cascina.
Per lui non fu facile, infatti per alcuni anni riuscì a mantenere ancora le sue vecchie abitudini della
vita in cascina. Mio nonno non si è mai rassegnato dopo che perse la sua azienda… trovò una
nuova occupazione presso un famoso floricoltore di Monza, ma per lui non fu mai la stessa cosa.
Concludendo, la semplicità e l’umiltà che ha portato mio nonno a distinguersi da altre persone
saranno per me un punto di riferimento. Il suo
amore per la terra e per gli animali non verrà
mai dimenticato.
Giulia Caldarini, studentessa dell’IIS L. Castiglioni racconta la sua esperienza
scolastica abbinandola al ricordo del nonno agricoltore brianzolo.
Ecco! Finalmente sono in azienda! L’avevo già vista prima dell’inizio dell’anno scolastico all’open
day ma adesso, che ci lavoro direttamente con le mie mani è ancora più bella. L’azienda nasce su
una vecchia azienda agraria a indirizzo cerealicolo e zootecnico. Col tempo poi sono stati aggiunti
i settori frutticolo, floricolo, orticolo e vivaistico. Inoltre ci fu un grande cambiamento nel settore
zootecnico: gli animali passarono dall’essere legati tutto il giorno all’essere liberi e muoversi come
vogliono in un ampio spazio diviso in corsia di riposo, paddock e corsia di alimentazione. Questo
fu un vantaggio perché gli animali, con l’allevamento a stabulazione fissa, rimanevo sempre fermi
e affaticavano le gambe e inoltre, credo, avevano una vita breve e noiosa. L’azienda comprende
sei settori produttivi: Settore zootecnico, Settore frutticolo, Settore cerealicolo, Settore floricolo,
Settore orticolo, Settore vivaistico.
Il settore zootecnico si trova subito sotto la scuola ed è formato da un grande paddock per le manze di razza frisona italiana, un recinto per le galline, uno per le pecore brianzole e uno per gli asini.
Il settore frutticolo si trova a est del settore zootecnico in cui si coltivano prevalentemente meli, peri
e kiwi. Qui troviamo anche qualche pianta di una particolare varietà di mela chiamata “Pink Lady”,
che appunto all’interno è di colore rosa. Il settore cerealicolo si trova a sud del settore frutticolo
ed è formato da due grandi campi coltivati a piante foraggere, che servono a produrre foraggio
per il bestiame. Il settore floricolo si trova a sud del settore cerealicolo e comprende 3 serre in cui
vengono coltivate piante ornamentali da fiore e da foglia. Il settore orticolo e il settore vivaistico si
trovano più o meno sullo stesso piano del settore floricolo. Nel primo si producono ortaggi mentre il
secondo serve a produrre piante ornamentali da giardino che vengono commercializzate in azienda. Poi troviamo “il giardino dei semplici”. È la zona in cui passiamo molto tempo durante le ore di
azienda. “Il giardino dei semplici” è un terreno diviso in 8 parcelle in cui coltiviamo le piante aromatiche. Qui troviamo anche 4 gelsi. Le piante aromatiche sono delle piante che emanano un buon
profumo e sono ricche di oli essenziali. Possono essere usate in cucina, per uso farmacologico e
cosmetico. Nel nostro giardino dei semplici troviamo: Origano, Lavanda, Rosmarino, Maggiorana,
Erba cipollina, Menta, Timo, Melissa, Salvia, Dragoncello e Basilico.
In questi primi mesi di scuola abbiamo fatto molte cose interessanti. Quasi sempre abbiamo lavorato in squadre da 4-5 alunni e credo di aver lavorato bene con la mia squadra, inoltre ci siamo
divertiti molto. Abbiamo ripulito il giardino dei semplici dalle foglie e dalle erbe infestanti; erbe che
tolgono nutrimento, spazio e luce alle piante aromatiche. Questo lavoro si chiama scerbatura e
consiste nel togliere l’erba infestante con le mani prestando attenzione di non rovinare le piante
coltivate. È stato faticoso ma ce l’abbiamo fatta. Poi abbiamo fatto la spigolatura. In pratica abbiamo raccolto a mano le pannocchie di mais rimaste a terra dopo la trebbiatura nel campo e le
abbiamo messe sul carro trainato dal trattore. Poi abbiamo portato le balle di fieno nella stalla,
abbiamo riordinato gli attrezzi e il prof ci ha spiegato il loro utilizzo e adesso stiamo lavorando su
due parcelle che poi, i ragazzi di 4° superiore useranno per la semina delle piante da granella in
cui in una metteranno il concime naturale mentre nell’altra effettueranno la concimazione minerale
e la concimazione organica. Mi piace lavorare in azienda, mi piace stare con le mani nella terra.
Credo di aver preso proprio da mio nonno e spero che adesso sia contento di me. Anche se non
l’ho mai conosciuto so per certa che era una persona meravigliosa e spero, un giorno, di diventare
una persona umile come lui. Mio nonno era un agricoltore di Muggiò. Lavorava in una cascina
chiamata “la Giardina”, proprietà di un ricco personaggio milanese tale Sciur Brambilla, insieme a
tanti appezzamenti adiacenti. La Giardina era abitata da 6 o 7 famiglie ed era strutturata con dei
portici a pian terreno, delle cucine con i relativi camini e al piano superiore le camere. Nei primi
tempi l’affitto della cascina e dei campi veniva pagato al proprietario con il contratto di mezzadria.
La mezzadria è un contratto agrario d’associazione con il quale un proprietario di terreni e un coltivatore, si dividono normalmente a metà i prodotti e gli utili di un’azienda agricola. L’11 novembre,
festa di San Martino, i contratti agricoli scadevano e bisognava rinnovarli, oppure lasciare i campi
I protagonisti della grande guerra non
sono re, imperatori, generali. Sono
fanti e contadini: i nostri nonni
In esposizione all’Istituto tecnico superiore Luigi Castiglioni, sede dell’istituto agrario di Limbiate, la Prima Guerra Mondiale, raccontata in una
interessante mostra interattiva che ci presenta una serie di pannelli con
illustrazioni, lettere, cartoline, filmati, musiche e una breve rappresentazione teatrale. Uno dei temi principali dell’esposizione è la comunicazione e il ruolo che essa ha svolto prima, durante e dopo lo scoppio del
conflitto. La nascita della cosiddetta comunicazione di massa ha visto
nella Prima Guerra Mondiale un momento fondamentale e con essa è
avvenuto un cambiamento di prospettiva, di temi e di linguaggio.
Il progetto è stato organizzato dalle insegnanti Leyla Albala e Alice Daghini; due insegnanti di lettere dell’istituto, e la sua realizzazione è stata
resa possibile anche grazie alla partecipazione di altri insegnanti, alunni
e collaboratori. Il progetto, ricordiamo, è stato realizzato per la ricorrenza del Centenario dell’ingresso dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale
(l’Italia entra in guerra il 24 Maggio 1915).
Fulcro della mostra sono le lettere, le cartoline e le fotografie esposte
in un allestimento con pannelli ricchi di storia, aree multimediali e canti
del tempo. La mostra avrà luogo nella nuova sede della scuola, situata
vicino alla famosa Villa Pusterla. A presentare il percorso e i vari reperti
ci saranno ragazzi e ragazze che hanno deciso di prendere parte al
progetto, inoltre alcuni di loro ci delizieranno con una rappresentazione
teatrale che farà rivivere ciò che avveniva in passato nell’istituto quando
era utilizzato come ricovero per i reduci di guerra.
Detto questo, vi invitiamo calorosamente a visitare la mostra che è stata
creata con tanta motivazione e partecipazione.
Saremo lieti di accompagnarvi in un viaggio nel passato per farvi scoprire la vita, la storia e i sentimenti provati dai soldati impegnati a comGiorgia Roveda 5a CTP
battere al fronte.
7
L’asilo del cane
L’”Asilo del cane” è un rifugio per cani e gatti abbandonati che fu
realizzato dalla Signora Virginia Craia, che si dedicò a quest’opera
con alcune collaboratrici e l’aiuto finanziario di personalità del mondo del teatro. Il rifugio occupava una villa sulla riva del Seveso, in
Palazzolo Milanese. I cani ospitati erano, nei primi anni ‘60, alcune
centinaia, ma il numero aumentò nel tempo, sicché divenne necessario trovare una nuova collocazione. Nel ‘70 venne acquistata, con
l’aiuto di alcuni benefattori, l’area dove si trova attualmente il rifugio
che arrivò ad ospitare oltre 1000 cani. Nel ‘77 la Signora Craia per
motivi di salute lasciava la conduzione del rifugio e prendeva il suo
posto la Signora Piera Bianca Luppi, sua principale collaboratrice,
che successivamente provvedeva alla costituzione dell’Associazione Asilo del Cane di Palazzolo Milanese, all’acquisizione di un’area
confinante per allargare il rifugio e alla costruzione di oltre 300 box
in muratura. Venne anche realizzato un gattile (ora sono diventati 3).
Alla scomparsa della Signora Bianca Luppi, nel 1991, l’Associazione
ha proseguito la sua opera con la collaborazione di alcuni lavoratori
dipendenti e di decine di volontari. Attualmente il rifugio ospita circa
190 cani e 50 gatti, tutti animali abbandonati, sterilizzati, vaccinati,
nutriti e curati a spese dell’Associazione. Tra i collaboratori presenti
tutti i giorni in canile c’è un veterinario. La movimentazione dei cani
in entrata e in uscita riguarda circa 600 unità. Il solo sostentamento di
questi cuccioli è la generosità umana, qualora voleste saperne di più
potrete trovare maggiori informazioni sul sito web dell’associazione
(www.asilodelcane.org), numerosi cuccioli aspettano soltanto di aver
qualcuno da amare, che aspettate a recarvi da loro per scegliere il
vostro futuro compagno di vita?
Giuseppina Maria Pujia
www.asilodelcane.org
Numero 04 - Maggio 2015
FATTORIE
DIDATTICHE
Giuseppina Maria Pujia
Tra le tante iniziative della nostra
scuola che non in molti conoscono
vi è anche una delle più importanti e
appaganti: l’iniziativa chiamata “Fattorie didattiche”; essa consiste nel
coinvolgimento di bambini che hanno
un’età compresa tra i 3 e gli 11 anni in
varie attività studiate apposta per loro,
prima tra tutte la creazione di oggettini
(come palline, fiori e farfalline) in feltro.
Per feltro si intende il materiale ottenute mediante lavorazione di pelo di animale in cui le fibre ve ngono bagnate
con acqua calda, intrise di sapone e
manipolate (battute, sfregate, pressate) fino a ottenerne, con processi meccanici e chimici, l’infeltrimento. La loro
legatura è data dalla compenetrazione
delle microscopiche squame corticali
che rivestono la superficie dei peli. Il
processo è progressivo e irreversibile.
Il feltro tradizionale è del colore dei
peli usati, ma si può produrne di colorato utilizzando lana tinta in fiocco.
Un’altra attività amata dai nostri ospiti
è la visita all’azienda durante la quale
si possono ammirare e accarezzare le
nostre vacche di razza frisona (quelle
pezzate nere) e, fino a qualche tempo
fa, di razza varzese (dal pelo marroncino), le pecore di razza brianzola
(razza in rischio estinzione e di cui noi
siamo uno dei pochi allevatori rimasti)
ed i nostri amatissimi asinelli Camilla,
Martino, Mimosa e Agostino il più giovane nato a fine luglio, sì, non siete i
soli a domandarvi il perchè di questo
nome. Le fattorie didattiche, come
dicevo prima, sono una delle attività
più appaganti poichè ci permettono
di venire a contatto con bambini che ti
donano affetto e soddisfazioni.
INVITO
Presso
ISTITUTO ISTRUZIONE SUPERIORE “ LUIGI CASTIGLIONI”
Via G. Garibaldi 115
LIMBIATE
Maggio
Sabato 23 e Domenica 24
SABATO 23
Ore 10:00 - NUOVA SEDE ISTITUTO - Inaugurazione mostra:
«1915-1918: l’Italia entra in guerra.
Reduci a Mombello»
Ore 10:30-12:00 - CAMPO SPORTIVO - Esercitazione unità
cinofile di soccorso con i loro cani addestrati
a cura del Gruppo Cinofilo Cinisellese Protezione Civile
Ore 12:00 - 15:00 - 16:30 - VILLA (ritrovo presso gazebo dell’Istituto
in Azienda) - Visite Recitate ‘’Le voci del tempo ritrovato.
Villa Pusterla si racconta con i suoi protagonisti’’
(Su prenotazione, scrivendo a: [email protected])
Ore 15:30 “Erbe ed erbacce buone in cucina” Introduzione
al tema dell’uso delle piante spontanee in cucina e riconoscimento delle
specie più comuni della tradizione alimentare che crescono intorno a noi
con gli esperti di piantespontaneeincucina.info® Iscrizioni presso gazebo
dell’Istituto (max. 30 persone - durata circa 2 h - Costo: 5 € studenti; 10 €
adulti) - L'appuntamento si svolgerà anche in caso di pioggia (al coperto).
Ore 16:30 - CAMPO FRUTTETO - Bimbi: “Vecchi giochi dell’aia”
Ore 20:00 - AIA - C ENA a basso impatto ambientale
(con posate, piatti e bicchieri tutti compostabili)
Ore 21:00 - AIA - Serata
DISCO in Azienda con
DJ dell’Istituto e direttamente da TOP DJ
FEDERICK LOOP
Termine manifestazione ore 23:00
DOMENICA 24
Percorso museale aperto al pubblico - NUOVA SEDE ISTITUTO
«1915-1918: l’Italia entra in guerra. Reduci a Mombello»
***
10:00-18:00 Estemporanea di Pittura – AZIENDA AGRARIA E VILLA
«Natura, angoli e colori»
***
Ore 9:00 - (Partenza dall’AIA – Arrivo in VILLA)
“S TRA S AGRARIA ” manifestazione podistica nel parco di Mombello,
aperta a studenti, docenti e genitori degli Istituti Superiori di Mombello
Ore 11:00 - CAMPO SPORTIVO - Incontro di calcio
Alunni vs Insegnanti !
Ore 12:00 - AIA - P RANZO a basso impatto ambientale
(con posate, piatti e bicchieri tutti compostabili)
Ore 15:00 - 16:30 - VILLA (ritrovo presso gazebo dell’Istituto in Azienda)
Visite Recitate ‘’Le voci del tempo ritrovato.
Villa Pusterla si racconta con i suoi protagonisti ’’
(Su prenotazione, scrivendo a: [email protected])
Ore 16:00 - CAMPO SPORTIVO - Dimostrazione di “Dog-agility”
Ore 16:30 - CAMPO FRUTTETO - Bimbi: “Vecchi giochi dell’aia”
Ore 19:00 - VILLA - Aperitivo per ex-alunni e professori
Ore 20:00 - AIA - Cena a basso impatto ambientale
(con posate, piatti e bicchieri tutti compostabili)
Ore 21:00 - AIA - Serata
DISCO in Azienda con
DJ dell’Istituto e direttamente da TOP DJ
FEDERICK LOOP
Termine manifestazione ore 23:00
Con il patrocinio di
In collaborazione con
Una dedica importante
Questo fascicolo di Sagraria News
2015 è dedicato al ricordo di Daniela Butti, bibliotecaria dell’Istituto
Agrario “L. Castiglioni”, e Anna
Frontera, collaboratrice scolastica.
Persone speciali recentemente
scomparse che hanno dedicato la
loro vita professionale alla scuola,
agli studenti e alla voglia di vivere.
Dirigente, Docenti, Personale Ata e
Alunni dell’Istituto L.Castiglioni le
ricorda con affetto.
PROGRAMMA
Sagraria News è una iniziativa d’informazione, cultura e formazione dell’Associazione “Amici della Sagraria”, curato e realizzato dagli studenti dell’IIS Luigi Castiglioni di Limbiate.
Si ringrazia la collaborazione di: Silvia Ceppi, Filippa Puglisi, Laura Boni, Nicola Becci, Prof.ssa Caputo,
Matteo Ballabio, Marco Garnero, Matteo Gualeni, Luca De Ponti, Giuseppina Maria Pujia, Cristina Andreotti,
Giulia Caldarini, Giorgia Roveda, Giancarlo Bianchi, Alessandro Garnero.
Un ringraziamento particolare va alle aziende che hanno sostenuto questa iniziativa.
Sostengono
8
SagrariaNews
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sagraria news 2015 - Istituto d`Istruzione Superiore