Tecniche di valutazione e programmazione urbanistica Introduzione al corso Trasformazione urbana e strumenti di attuazione del piano urbanistico Riqualificazione e qualità urbana A partire dalla fine degli anni 80 le città hanno smesso di crescere con il ritmo del dopoguerra. Si è passati a riempire i vuoti rimasti, a densificare le periferie e soprattutto a sostituire edifici e aree produttive abbandonate, le rovine della città industriale: interi settori urbani in cui la progressiva perdita di funzioni genera altri vuoti urbanizzati. Il primo obiettivo della riqualificazione è riutilizzare questi vuoti urbani, convertendoli a nuove funzioni connesse alla residenza, ricostruendo la città su se stessa anziché invadere nuovo territorio. Il secondo è quello di promuovere un miglioramento complessivo della qualità urbana della città consolidata. Centro e periferia La separazione tra centro storico e periferia si è accentuata nell'ultimo mezzo secolo con la politica dello zooning che ha generato nelle periferie quartieri monofunzionali, e anonimi centri direzionali lasciando al centro le funzioni più attrattive. La politica di conservazione dei centri storici, pur tutelandone il patrimonio, non ha impedito la trasformazione dei tessuti urbani del centro, che si sono anch'essi specializzati in alcune funzioni ricche (finanza, cultura, intrattenimento) perdendo quelle residenziali e quelle tradizionali come l'artigianato e il piccolo commercio. Oggi per salvaguardare i centri storici senza trasformarli in museo si attuano politiche di trasformazione concertata, tra centro e periferia, tra pubblico e privato, che si concretizzano in "progetti urbani". I progetti urbani Si intende con questo termine individuare la dimensione urbana negli interventi di trasformazione che ripropongono l’obiettivo della centralità come requisito di qualità urbana per tutto il territorio edificato: interventi strategici e non semplicemente incrementali, ovvero di razionalizzazione dell'esistente. Interventi che si situano in continuità tra il piano urbanistico e il progetto di architettura su una dimensione di comparto o "ambito" che è significativa per poter ottenere effetti duraturi di trasformazione e di riassetto di parti di città dotate di una propria fisionomia. Sono stati definiti come progetti urbani quegli interventi che traducono (integrandoli) orientamenti di sviluppo economico, sociale e politico in assetto spaziale e progetto sociale. Caratteristico di questi progetti è la ricerca di una complessità di funzioni urbane integrate, contrapposta alla univocità degli interventi di recupero edilizio, che non hanno di per sé la capacità di innescare trasformazioni se non sono integrati in programmi complessi di riqualificazione. Superando il giudizio a priori su ciò che è da trasformare e ciò che è da conservare, il progetto urbano persegue la trasformazione nella continuità con la città storica. La città pubblica Gli interventi di riqualificazione urbana sono l'occasione per ridisegnare gli spazi pubblici, arricchire la dotazione dei servizi e migliorare le infrastrutture. Anche le infrastrutture urbane (strade, attraversamenti, sottopassaggi, stazioni, parcheggi intermodali) da ostacoli, barriere, fratture possono diventare segni della modernità che recuperano tracciati e luoghi, creando nuove polarità urbane. Gli interventi di recupero delle aree dismesse possono essere l'occasione per dare continuità alla città pubblica in nuove centralità che si configurano come i luoghi pubblici della città postindustriale, luoghi della vita civile in cui i cittadini possano ritrovare elementi simbolici di appartenenza in cui riconoscere la propria comunità.Questo effetto, riconoscibile in molti "progetti urbani" come quelli di Barcellona, Berlino, Lione ed altre città europee è il prodotto di interventi di riqualificazione sostenuti e promossi sia dal pubblico che dal privato, in un disegno concertato che sviluppa le potenzialità esistenti garantendo un percorso attuativo tempestivo e coordinato. Il risultato di questa cooperazione è molteplice: produce una reale integrazione delle funzioni, e consente la contemporanea attuazione di interventi pubblici e privati, in un bilanciamento economico e sociale tra remunerazione degli investimenti privati e contropartite di interesse pubblico. Negoziazione e concertazione I luoghi urbani degradati e le aree dismesse coprono ormai dimensioni talmente vaste da non consentire una loro immissione nel mercato delle aree senza una strategia preordinata che ne consenta l'assorbimento. Ciò comporta l'assunzione di una regia complessiva che deve essere presa in carico dalla pubblica amministrazione attraverso una pianificazione strategica degli interventi di trasformazione. In questa azione di coordinamento vi debbono essere due momenti separati: l'uno nel quale si definiscono gli obiettivi, in termini di risultati da ottenere sul piano della città "pubblica" e si individuano le aree (ambiti di trasformazione) secondo una gerarchia di priorità e di fattibilità concreta; l'altro in cui, sulla base di precise regole perequative degli indici di edificabilità, si entra in un processo di negoziazione con i proprietari di tali aree, prima che le potenzialità edificatorie siano definite in forma di "diritti". E' sulla base del "disegno concertato" che si definiscono le funzioni e le destinazioni d'uso possibili per le aree da riqualificare, chiedendo in contropartita ai proprietari sia quote di aree su cui realizzare le infrastrutture e i servizi della città pubblica, sia un impegno diretto, in termini finanziari, per la sostenibilità della parte pubblica degli interventi. Su queste basi si raggiunge un "accordo di programma". Accordi di programma Tra Comuni, Provincie, regioni e altri soggetti pubblici come le Ferrovie, il Demanio, le Aziende e gli Enti statali, hanno lo scopo di assicurare il coordinamento delle azioni e determinare i tempi, le modalità, le risorse per l'attuazione di opere e di programmi di intervento che richiedono l'azione integrata di più istituzioni interessate. Possono essere finalizzati anche all'attuazione di opere e di programmi di intervento che richiedono l'azione integrata di istituzioni pubbliche e di operatori privati interessati. L'attuazione di un accordo di programma può prevedere la convocazione di una "conferenza dei servizi" per acquisire contestualmente pareri e autorizzazioni de diversi enti preposti e comporta la assunzione da parte dei contraenti di un impegno reciproco alla realizzazione integrale del programma. Partecipazione dei cittadini I programmi di riqualificazione urbana sono uno dei temi su cui si intrecciano esperienze di progettazione partecipata: infatti ogni progetto di trasformazione della città esistente per essere efficace deve trovare una condivisione da parte dei cittadini. La prima forma elementare di partecipazione consiste nel garantire agli interessati l’accesso alle informazioni, perciò è molto importante che il processo di formazione e approvazione dei programmi sia trasparente. Ma perché la partecipazione si attui in forma attiva traducendosi in concorso dei cittadini alla formazione delle decisioni sulle questioni che li riguardano più da vicino, occorre costruire le occasioni e le sedi per l’esercizio di questa attività in modo strettamente correlato alla dimensione dei problemi e alla loro articolazione sul territorio. Ogni trasformazione è traumatica e, anche se frutto di una scelta condivisa, comporta sacrifici e a volte produce conflitti: pertanto ogni intervento di riqualificazione dovrà essere accompagnato, nel corso della sua realizzazione, da una serie di azioni partecipate dagli abitanti per la mitigazione degli inevitabili disagi. La valutazione La pratica valutativa deve necessariamente articolarsi in fasi diverse, fra loro complementari, relative a momenti diversi dell’evoluzione progettuale e attuativa degli interventi. Esse possono così riassumersi: La valutazione EX-ANTE ha un significato di aiuto alla decisione,cioè consente al decisore di migliorare la sua condotta , individuare e se necessario trasformare le ipotesi di intervento . La valutazione IN-ITINERE ha per obiettivo lo studio del processo di implementazione degli interventi, attraverso il riscontro degli stadi attuativi delle opere, in rapporto ai tempi, risorse e livelli qualitativi previsti. Le analisi in tempo reale rendono possibile la eventuale rimodulazione dei contenuti di progetto. La valutazione EX-POST è finalizzata a valutare il risultato a regime delle operazioni di trasformazione urbana e territoriale mediante la misura della efficienza/efficacia delle azioni attuate . Impatti (effetti a lungo termine) Risultati (effetti diretti e immediati) Realizzazioni (beni e servizi prodotti dal programma) Risorse Operazioni del programma Obiettivi globali Obiettivi specifici Obiettivi operativi Obiettivi del programma • • • • • I Piani dei Servizi La valutazione (ex ante, in itinere, ex post) si avvale degli indicatori di risultato che servono sia a dimensionare gli obiettivi che a valutare gli impatti della trasformazione, con riferimento ai diversi sistemi (insediativo, ambientale, della mobilità, dei servizi, ecc.) in funzione di una possibile misurazione dei parametri specifici di qualità di ciascun ambito . Il Piano dei Servizi è uno strumento di valutazione della qualità degli ambiti consolidati della città che consente alla amministrazione di analizzare lo stato dei servizi pubblici e delle aspettative dei cittadini. E’ uno strumento di bilancio delle situazioni urbane, come il Documento Programmatico per la Qualità Urbana (L.R. 19/98), che contiene gli obiettivi di riallineamento funzionale e qualitativo che costituiscono le priorità di interesse pubblico a cui subordinare le procedure attuative: . Dotazione funzionale (piano dei servizi) · Impianto urbanistico (forma della città) · Ecosistema urbano (sostenibilità ambientale) Conclusione: per un decalogo della qualità urbana Per un corretto bilancio tra domanda e offerta di nuova qualità nei servizi della città pubblica, occorre l’intermediazione di progetti urbani che interpretino e diano forma urbana alle trasformazioni ipotizzate, anche con il concorso dei privati: non basta una previsione quantitativa in termini di dotazioni territoriali ma servono modelli integrati di intervento alla scala appropriata agli ambiti di trasformazione. 2) Per una obiettiva valutazione dei singoli progetti urbani proposti - anche in confronto concorrenziale – è necessario tornare alla scala del piano strutturale per una verifica delle coerenze con l’impianto generale, soprattutto in relazione al sistema delle funzioni strategiche e delle infrastrutture essenziali per il funzionamento complessivo della città. 3) Il sistema dei trasporti pubblici e il piano della mobilità rappresentano in questo quadro valutativo il criterio esigenziale prioritario, perché è la mobilità e l’accessibilità che possono garantire la vitalità dei singoli ambiti urbani e caratterizzarli in una rete policentrica di cui il trasporto pubblico è il sistema connettivo. 4) La qualità urbana deve diffondersi dal centro alla periferia attraverso un progetto integrato degli spazi pubblici, la cui immagine coordinata costituisce un importante elemento identitario che può indurre un positivo processo di identificazione e di partecipazione da parte dei cittadini; essi possono così contribuire alla cura degli spazi di cui sono al tempo stesso fruitori e custodi. 1) 1. 5) Perché lo spazio pubblico acquisisca e conservi nel tempo una vivacità sufficiente a produrre la massa critica di presenze necessarie a rendere vitale un luogo occorre analizzare preventivamente le attività che vi si possono insediare coinvolgendo nel progetto gli operatori commerciali, i gestori degli esercizi pubblici, le associazioni ricreative e in generale le rappresentanze dei cittadini interessati a definire una mappa delle funzioni e dei relativi orari di attività distribuite nelle strade e nelle piazze che attraversano l’ambito urbano. 2. 6) Solo un approccio integrato alle trasformazioni urbane, tale da coinvolgere tutti gli aspetti del sociale, può generare una sostanziale permanenza del tessuto urbano originario e conferire coesione sociale ai contesti riqualificati. Per allontanare il rischio di insicurezza dei cittadini e del degrado come effetto della diffusione di comportamenti antisociali, va attentamente controllato il rapporto tra spazio pubblico e spazio privato, per promuovere il controllo spontaneo dei luoghi pubblici da parte dei residenti. 3. 7) La qualità urbana è fortemente influenzata da un corretto rapporto con l’ambiente e il territorio. Ogni progetto urbano deve porsi obiettivi di sostenibilità e perseguire il riequilibrio dei fattori ambientali . Anche la progettazione degli spazi verdi e delle fasce boscate può contribuire alla sostenibilità ambientale, ma occorre superare il concetto risarcitorio degli standard, in quanto non ci consegna un progetto complessivo del verde ma solo una sequela di spazi la cui sommatoria rispetta i livelli quantitativi: servono anche le aiuole, ma non bastano a garantire la qualità. 1. 8) La qualità del paesaggio è la risultante della convergenza di fattori diversi in cui le preesistenze storiche, i beni ambientali e il patrimonio architettonico sono valorizzati per essere fruiti e percepiti dai cittadini come parti di un tutto in cui l’ambiente si fonde con il costruito in un progetto di contemporaneità. 2. 9) Il fattore della densità, della compattezza non garantisce di per sé la qualità urbana, ma al di sotto di un certo rapporto abitanti/mq non si crea l’effetto urbano perché non si raggiunge la massa critica necessaria alla vivacità di un contesto costruito. Il progetto urbano deve individuare soluzioni di volta in volta appropriate, partendo dal disegno dello spazio pubblico come tessuto connettivo che deve reggere l’impatto dei nuovi insediamenti modellando i percorsi, i traffici, gli spazi di aggregazione, i punti nodali. 3. 10) La densità urbana deve essere temperata da una giusta mixitè sociale e da una pluralità di funzioni urbane. Il progetto complessivo della forma urbana trae origine dal tracciato ordinatore del suo tessuto connettivo e diventa progetto strategico se, liberato dalle logiche della zonizzazione, utilizza lo strumento perequativo per conferire equità non solo ai diritti edificatori ma anche ai diritti della collettività.