notare quella che viene espressa con l e parole « dummodo
invitati
ac rogati (i sacerdoti dinanzi ai quali e c c . ) et neque vi neque metu
gravi constricti
requirant
excipiantque
eontrahentium
consensum».
Caratteristica del persistente matrimonio clandestino era appunto quella dell'essere il parroco o i l sacerdote « de eius vel de Ordinarli
lieentia»
né invitatus né rogatus, ma sorpreso dalla sua buonafede e costretto,
suo m a l g r a d o , ad ascoltare « corani testlbus » la formula sacramentale
che, pronunciata dai contraenti, i quali, come si sa, sono essi a n o h e i « ministri » del sacramento, rendeva v a l i d o i l matrimonio stesso,
anche « omissis denunciationibus » . « I l curato non è necessario che
v o g l i a ; basta che ci sia » così ragionava, a m o d o suo, A g n e s e con
B e n z o e L u c i a , e r a g i o n a v a praticamente bene.
I l matrimonio clandestino ebbe sempre anche in Calabria una
risonanza n o t e v o l e negli usi popolari, ; fu detto matrimonio
candestrinu, donde cannestrinu e cannistrinu
(e l'espressione
spusari
cannistrinu
o 'ncannistrinu),
il che fece d i v a g a r e qualche inesperto
verso etimologie e interpretazioni del t u t t o inconsistenti. V e d i a
questo proposito i l libretto di E . L o m b a r d i - S a t r i a n o , Il concetto
del matrimonio
clandestino per il popolo calabrese, Laureana di B o r rello 1928, o v e l ' A . ha anche t r o p p o facile giuoco di r i m e t t e r e a posto
le cose.
I l terzo documento, di carattere del tutto p r i v a t o e personale,
fornito pure d a l l ' A v v . D e N o b i l i , si commenta da sé n e l l ' a r g u z i a
bonaria del racconto e delle sue notazioni sull'ospitahtà alberghiera
paesana di t e m p i lontani.
G . ISNAKDI
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notare quella che viene espressa con le parole « dummodo invitati