Progetto di Legge “Norm e sul sistema educativo di istruzione e formazione della Reg ione Lomba rdia” Le osservazioni della Cisl Lombardia Sesto San Giovanni, 22.06.2007
CONTESTO Il contesto normativo in cui ci troviamo, pone dei nodi sulle competenze all’applicazione delle
norme contenute nel Titolo V della Costituzione.
Le iniziative legislative poste in essere dal livello nazionale con la finanziaria 2007 e l’approvazione
in Giunta regionale lombarda del progetto di legge regionale sul sistema educativo lombardo, e
l’abbandono di una direzione unitaria nella ricerca di convergenze, fa emergere massimalismi che,
anziché essere condizioni funzionali al percorso da intraprendere, ostacolano e rendono incerto il
divenire del sistema.
Auspichiamo che Governo regionale e nazionale trovino la necessaria intesa potendo così superare
l’ingorgo istituzionale nella consapevolezza che per il bene comune la legge sul sistema educativo,
deve garantire riposte formative alle richieste delle famiglie e funzionalità del servizio, anche
prevedendo tempi più lunghi per l’approvazione della Legge Regionale affinché si possa arrivare ad
un provvedimento legislativo unitario che dia risposte alle esigenze delle famiglie.
Alla Regione è data l’opportunità di assumere la gestione della istruzione e formazione
professionale, in parte già sperimentata attraverso la triennalità realizzata dai CFP, offrendo uno
strumento decisivo per lo sviluppo anche al proprio sistema produttivo.
I PERCORSI D’ISTRUZIONE E FORMAZIONE La centralità della persona e della libera scelta non può essere disgiunta dal dovere delle istituzioni
e quindi dai conseguenti adempimenti, di garantire pari opportunità per il conseguimento
dell’obbligo di istruzione e di quello formativo.
L’Unione europea riconosce l’acquisizione di una qualifica professionale al termine di un percorso
triennale.
Riteniamo corretto che il sistema, unitario ed articolato all’interno in una pluralità di scelte con
terminalità proprie di ogni percorso, preveda la concorrenza alla realizzazione dell’obbligo
d’istruzione di un servizio pubblico, in Lombardia di grande tradizione e radicamento sociale, come
la Formazione Professionale.
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Progetto di Legge - "Norme sul sistema educativo di istruzione e formazione della Regione Lombardia"
Le osservazioni della Cisl Lombardia
Il sistema dell’IFP affidato in via esclusiva alle Regioni deve continuare a garantire un percorso di
prima formazione che veda la sua naturale prosecuzione nelle scuole di alta professionalità. In ogni
caso deve garantire titoli professionalizzanti anche in un percorso a più uscite: i livelli previsti
dall’Unione europea con i relativi tempi di percorrenza devono costituire un riferimento essenziale.
La domanda di formazione ed istruzione è sicuramente un diritto della persona, ma non è un
semplice fatto individuale; il contesto sociale nel quale ciascuno è inserito, ne fa un cittadino e la
risposta di servizio in campo educativo è un dovere delle Istituzioni: più l’offerta è stabile e
continua, maggiore è l’efficacia e l’efficienza che ne consegue.
GOVERNANCE DEL SISTEMA Lo spirito di riforma deve essere improntato alla condivisione con tutte le istituzioni interessate,
per fare questo è importante l’azione integrata dei diversi soggetti con l’autonomia delle Istituzioni
scolastiche.
Le azioni di partenariato e la collaborazione istituzionale sono strumento essenziale da una parte
perché il Piano dell’Offerta Formativa diventi sempre più espressone di scelte culturali, attraverso
la progettazione di azioni, nel rispetto dei ruoli, delle responsabilità e delle professionalità, per il
futuro del Paese e per la qualità della vita dei giovani; dall’altra la governance è elemento essenziale
per la determinazione e la costituzione di ambiti territoriali entro i quali la lettura condivisa di
queste realtà, proponga un’offerta formativa coerente e attraverso la corresponsabilità diffusa
tenda ad una nuova e più funzionale gestione delle risorse finanziarie e del capitale umano.
CONDIZIONI DI ESIGIBILITA’ A garanzia di un’esigibilità del diritto all’istruzione e alla formazione è necessario:
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riconoscere che la gestione dei percorsi triennali di formazione professionale abbiano la
validità per l’assolvimento dell’obbligo di istruzione (16 anni), un 4° anno che garantisca il
rilascio di un diploma professionale dando la possibilità di accedere ad una offerta di alta
specializzazione;
definire le risorse che la Regione intende investire e come distribuirle sul territorio
assicurando, attraverso correttivi e deroghe al principio della “quota capitaria”, la
possibilità di garantire per tutto il territorio della Lombardia il funzionamento operativo del
sistema scolastico; non è infatti condivisibile che l’unica leva finanziaria sia collegata con i
FONDI SOCIALI EUROPEI; tale forma di finanziamento risulta essere altamente incerta
nel tempo. Occorre pertanto prevedere come in prospettiva si potranno consolidare le
forme già presenti di finanziamento con risorse proprie regionali;
il “buono scuola” non può continuare ad essere solo il rimborso delle rette escludendo
tipologie di spesa che tutte le famiglie affrontano per garantire percorsi scolastici ai propri
figli;
le regole dell’accreditamento regionale devono prevedere anche la formazione come scopo
esclusivo e il non scopo di lucro per i soggetti che si candidano a svolgere l’obbligo di
istruzione;
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Le osservazioni della Cisl Lombardia
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salvaguardare l’inclusione sociale, con una lotta innovativa alla dispersione scolastica;
prevedere la spendibilità dei titoli conseguiti in ambito nazionale ed europeo;
garantire ai lavoratori degli enti accreditati, l’applicazione del contratto di lavoro della
categoria di riferimento;
prevedere il raccordo con la legge 22 per il riconoscimento della formazione agli
apprendisti, anche con l’istituzione del libretto formativo individuale che dovrebbe
accompagnare qualsiasi lavoratore nei processi di formazione lungo tutto l’arco della vita;
prevedere il sistema di governace regionale (raccordo con gli organismi di concertazione
della legge 22) e territoriale definendo ambiti e procedure al fine di assegnare ai territori
(intesi nella accezione istituzionale, sociale ed economica) la lettura dei fabbisogni, la
definizione dell’offerta formativa e degli ambiti entro cui allocarla;
normare gli ambiti di formazione professionale di esclusiva competenza regionale:
formazione per gli adulti, formazione permanente, formazione continua che risultano
incompleti nel testo del PdL (sono negli art. 8 bis-sexies che contengono le sole definizioni);
definire i raccordi con i fondi interprofessionali e gli enti bilaterali in materia di formazione
continua.
Si sottolinea come di particolare efficacia debba essere la previsione di un nuovo sistema di
accreditamento delle strutture formative, il quale si qualifica per:
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la presenza di team stabili;
di idonee strutture radicate e riconoscibili nel territorio;
percorsi completi caratterizzati da proprie terminalità;
l’applicazione del CCNL della Formazione Professionale.
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