LUNGO
LA VIA
NON
SMARRITE
LA PATRIA
.
SUSSIDIO PER GLI ANIMATORI
AVVENTO-NATALE 2014
DIOCESI DI PIACENZA-BOBBIO
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Bernardino Lanzani,
Natività con San Colombano e San Benedetto, particolare.
Archivio Abbazia di San Colombano in Bobbio
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CANTO: Tu quando verrai
Il Signore passa
sul nostro cammino:
a noi viandanti
affaticati viene
incontro,
con un pezzo di pane
e con la borraccia
dell’acqua, a rendere
meno duro il nostro
pellegrinare.
Tu, quando verrai, Signore Gesù,
quel giorno sarai un sole per noi.
Un libero canto da noi nascerà
e come una danza il cielo sarà.
Tu, quando verrai, Signore Gesù,
insieme vorrai far festa con noi.
E senza tramonto la festa sarà,
perché finalmente saremo con te.
Tu, quando verrai, Signore Gesù,
per sempre dirai: «Gioite con me!».
Noi ora sappiamo che il Regno verrà:
nel breve passaggio viviamo di te.
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Signore, donami, ti prego,
nel nome di Gesù Cristo Figlio tuo e Dio mio,
quella carità che non viene mai meno,
perché la mia lucerna sia in grado di accendersi, ma non di spegnersi,
arda per me, brilli per gli altri.
Dona, o Gesù mio, la tua luce alla mia lucerna,
perché al suo splendore mi si sveli quel santuario celeste.
Il tuo amore pervada tutto il nostro essere e ci faccia totalmente tuoi.
La tua carità riempia tutti i nostri sensi,
di modo che non sappiamo amare altro
all’infuori di te, che sei eterno.
Amen.
(Colombano, Istruzioni, XII, 3, pp. 253-255)
Al Padre, che nel Figlio amato ha illuminato il cammino degli uomini,
eleviamo la nostra fiduciosa preghiera:
padre nostro
Benediciamo il Signore.
Rendiamo grazie a Dio.
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Talvolta apparecchia per noi
una tavola e con il vino dona
gioia al nostro cuore; soste
piene di grazia e di armonia, a
vincere il frastuono dei giorni
che spesso riempie il cuore di
oppressione. Ma la visita del
Signore non è mai piena, non
diventa mai definitiva. La sosta
finisce; riprendiamo il cammino, tappa dopo tappa.
A farci camminare provvede
non solo la forza che abbiamo
ricevuto, ma anche la speranza
che tutta la fatica finirà, il cammino approderà alla meta, e
sarà una realtà fatta solo di gioia, di libertà, di luce. Quello che
oggi intravediamo, quello che
riusciamo solo a sognare e a
cantare, diventerà l’unica realtà: l’orizzonte sarà senza nubi,
la terra senza ombre, gli occhi
senza lacrime, le mani senza
armi, i piedi senza piaghe. Deporremo le nostre bisacce e ci
metteremo tutti insieme a ballare, cantando la felicità senza
fine nel giardino di Dio.
Questa speranza ci abita, e si
nutre dei segni, grandi e piccoli, della presenza del Signore: solo occhi attenti e orecchi
aperti possono cogliere i segni
che sorreggono il nostro pellegrinaggio. E la provvisorietà che abitiamo, vissuta con
questa speranza, ci permette
di guadagnare una libertà straordinaria, dentro a una sempre più grande gratitudine per
i doni ricevuti.
Il tempo d’Avvento è proprio un
invito a lasciarci guidare dalla speranza: “Il Signore viene!”
Possiamo vivere i nostri giorni
con questo sentimento di “attesa del Signore”.
Nel tempo di Avvento abitualmente siamo concentrati sulla
memoria della nascita di Gesù,
sulla sua prima venuta nella
carne. Una memoria viva, capace di riconoscere e di annunciare che Gesù continua a
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Le suggestioni della Parola nel nostro cuore (ognuno può ripetere
una breve frase del brano ad alta voce)
lectio
nascere oggi, in noi, nel mondo. Contempliamo così il mistero dell’Incarnazione, del farsi
uomo da parte di Dio.
Più difficile ci risulta l’annuncio
del ritorno di Cristo, della “seconda venuta” con la promessa
delle “cose ultime” che è legata
al ritorno del Signore. Eppure si
tratta di una dimensione vivissima della nostra esistenza, che
ne caratterizza il senso. Che
cosa significa vivere nell’attesa
di Cristo nella sua venuta definitiva, nel suo ultimo avvento?
In quest’apertura sull’eterno
possiamo ritrovare la grandezza del pellegrino Colombano
che per noi diventa invito a vivere, guardare, sentire le cose
e le esperienze di ogni giorno
nel ‘respiro di Dio’, un respiro aperto, lungimirante, libero
dalle strettoie dei risentimenti e
delle bramosie.
Camminiamo, con una patria
nel cuore. Cosa vuol dire? Forse una nostalgia? Un’attesa? Un
desiderio? Certamente nella
vita si può camminare in modi
diversi, vagando senza meta
oppure mai stanchi di cercare
sulla strada le orme dell’Eterno.
Poi ci sono esperienze ed
eventi che accendono, talvolta
in modo bruciante, la domanda. Chi accoglie i frammenti
della nostra esistenza, i desideri
incompiuti, le storie? Ci affacciamo sul nulla o incontriamo
un abbraccio?
Forse è inconsueto un Avvento
così ma può provocarci su un
terreno nuovo.
Gesù Cristo che per la fede abita in noi, nella nostra carne, non
è forse la patria, la casa buona
dove esistiamo in verità, dove
siamo circondati di amore?
invocazioni
Rit. Vieni Signore, non tardare.
Vieni, Signore Gesù, e insegnaci a cercarti e trovarti in tutte le cose.
Vieni, Signore Gesù, e aiutaci a lasciarti entrare nelle paure che mi
paralizzano.
Vieni, Signore Gesù, e donaci di percorrere vie di riconciliazione e
di pace.
Vieni, Signore Gesù, e liberaci dalla superficialità che m’impedisce
di ascoltare le profondità del cuore.
Vieni, Signore Gesù, e donaci la vigilanza per resistere alle tentazioni lungo la via.
Vieni, Signore Gesù, e vinci con la tua dolcezza ogni nostra resistenza al tuo desiderio di amore.
Vieni, Signore Gesù, e aprici alle necessità dei fratelli.
… Preghiere spontanee …
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Preghiamo.
Donaci, o Padre,
di accogliere con la semplicità dei pastori
il tuo Figlio che nasce
perché splenda anche su di noi la stella della speranza
che si manifesterà un giorno nella gioia del regno di Dio.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
la parola di dio
Dal libro del profeta Isaìa
Is 63,16-17.19; 64,2-7
Tu, Signore, sei nostro padre, da sempre ti chiami nostro redentore. Perché, Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie e lasci
indurire il nostro cuore, cosi che non ti tema? Ritorna per amore
dei tuoi servi, per amore delle tribù, tua eredità. Se tu squarciassi i
cieli e scendessi! Davanti a te sussulterebbero i monti. Quando tu
compivi cose terribili che non attendevamo, tu scendesti e davanti a te sussultarono i monti. Mai si udì parlare da tempi lontani,
orecchio non ha sentito, occhio non ha visto che un Dio, fuori di te,
abbia fatto tanto per chi confida in lui. Tu vai incontro a quelli che
praticano con gioia la giustizia e si ricordano delle tue vie. Ecco, tu
sei adirato perché abbiamo peccato contro di te da lungo tempo
e siamo stati ribelli. Siamo divenuti tutti come una cosa impura, e
come panno immondo sono tutti i nostri atti di giustizia; tutti siamo
avvizziti come foglie, le nostre iniquità ci hanno portato via come
il vento. Nessuno invocava il tuo nome, nessuno si risvegliava per
stringersi a te; perché tu avevi nascosto da noi il tuo volto, ci avevi
messo in balìa della nostra iniquità. Ma, Signore, tu sei nostro padre; noi siamo argilla e tu colui che ci plasma, tutti noi siamo opera
delle tue mani.
Parola di Dio.
Rendiamo grazie a Dio.
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Ritrovare Dio,
camminare di nuovo
verso la patria è anche
sempre ritrovare se
stessi e gli altri.
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il percorso
delle quattro domeniche
di avvento
preghiera di introduzione
al tempo di avvento
CANTO: Noi veglieremo
L’idea del cammino, del pellegrinare, ben si addice all’Avvento,
da sempre indicato dalla Chiesa come il tempo dell’attesa e della
speranza. Anche la liturgia – sempre molto ricca di messaggi molteplici – accompagna la nostra riflessione su questi temi, domenica
dopo domenica.
prima domenica (30 novembre)
Anzitutto, ci fa compagnia la figura di quell’uomo che, nella parabola di Gesù, ha lasciato la propria casa affidandola ai servi (Prima Domenica, Mc 13,33-37). Una casa, quindi, in cui il padrone è
assente, ma che, secondo l’invito di Gesù, è dominata dall’attesa
di lui, del suo ritorno. Anche a noi la casa della vita può sembrare abbandonata o senza guida; anche a noi il cammino dei giorni
sempre uguali del vivere può apparire segnato da un’assenza e da
una mancanza. Il Vangelo ci invita, invece, in qualsiasi circostanza
ci possiamo trovare, a vedere l’assenza non come un vuoto, ma
come un’attesa. Il padrone non c’è, ma tornerà; non sappiamo
quando, ma tornerà. Le parole di Gesù indicano una certezza:
Egli, che è venuto a segnare la via, non ci ha lasciati soli nel nostro
cammino.
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Nella notte, o Dio, noi veglieremo
con le lampade, vestiti a festa:
presto arriverai e sarà giorno.
Rallegratevi in attesa del Signore:
improvvisa giungerà la sua voce.
Quando Lui verrà sarete pronti
e vi chiamerà amici per sempre.
Raccogliete per il giorno della vita,
dove tutto sarà giovane in eterno.
Quando Lui verrà sarete pronti
e vi chiamerà amici per sempre.
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.
Il Signore Gesù, che era, che è e che viene
sia con tutti voi.
E con il tuo spirito.
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Con tutta evidenza la carità è qualcosa di più della Caritas e la Caritas non è soltanto generi alimentari e guardaroba.
La Caritas ha la funzione prioritaria di animare la comunità, con l’obiettivo di aiutare tutti a vivere la testimonianza della carità, non solo
come fatto privato, ma come esperienza comunitaria, costitutiva
della Chiesa. La Caritas è costituita sia dal fare (i gesti, le opere, le
azioni) ma soprattutto dall’essere (l’animare, lo stimolare, il provocare). In questa direzione nessuno può sentirsi escluso, c’è spazio
per tutti e bisogno di tutti, ognuno secondo i propri doni.
seconda domenica (7 dicembre)
Il cammino della vita, lo sappiamo, non si può mai dire concluso,
perché realmente ogni giorno può riservare sorprese e suscitare attese. Anche se, ci insegna il Vangelo (Seconda Domenica, Mc 1,1-8),
la sorpresa più grande, la notizia inaudita tra tutte è già stata data,
secondo l’annuncio del Battista: «Viene dopo di me colui che è più
forte di me». E il Battista invita, davanti a questo annuncio, a preparare la via. La via di ciascuno, la via una vita che, ora, va giocata
interamente davanti a quell’uomo “più forte” che torna sui nostri
passi anche oggi. Perché è realmente così: la grande venuta di Dio,
già accaduta nella storia dell’uomo, va continuamente attesa; Dio
non è venuto una volta per tutte, ma viene ogni volta per me: sta
a me, anche in questo nuovo oggi che è dato al mio cammino, preparare di nuovo la via.
terza domenica (14 dicembre)
Il cammino della fede è lungo quanto la storia di un popolo, del
popolo che da secoli attendeva una luce nuova su di sé. Così
il Vangelo (Terza Domenica, Gv 1,6-8.19-28) riporta le domande
ansiose rivolte al Battista: «Sei tu il profeta?... Sei tu Elia?». Il lungo
cammino del popolo si era fatto attesa, attesa di secoli e generazioni, e la stessa attesa che abita il cuore dell’uomo. È sempre un
desiderio a suscitare i passi dell’uomo, nel suo cammino verso la
patria (si pensi al santo monaco Colombano, pellegrino dall’Irlanda fino alle nostre terre). Ma occorre poi una presenza, occorre il
buon annuncio del Vangelo, accolto nel cuore, perché ciascuno si
possa rimettere in cammino. Che è sempre cammino di popolo,
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perché il desiderio e l’attesa rendono compagni l’uno all’altro: non
siamo più soli, la strada è comune.
quarta domenica (21 dicembre)
«Un angelo fu mandato da Dio in una città della Galilea» (Quarta
Domenica, Lc 1,26-38); giunti alla fine dell’Avvento, ecco che il Vangelo mostra il momento in cui il cammino di Dio si è incrociato con
il cammino degli uomini. Novità delle novità, quell’angelo inviato
a Maria, annuncio inaudito, quel Figlio che è concepito. Da allora
la via degli uomini non è più la stessa, perché i passi di Dio hanno
percorso le strade degli uomini, perché davvero la via dell’uomo è
ora anche la via di Dio. Abbiamo la strada, abbiamo la mèta, abbiamo un compagno di strada che non ci abbandonerà mai. Insieme a
Maria, la prima che ha detto il suo sì al nuovo cammino dell’uomo,
possiamo allora procedere lieti, confidando nel Dio-fatto-uomo,
che percorre la sua strada con noi.
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do i suoi ritmi reali. Da una parrocchia centrata su se stessa occorre passare ad una parrocchia che scopre le proprie “periferie“, i
luoghi in cui la gente vive.
Come non ricordare il passo: “I poveri li avete sempre con voi”
(Gv. 12,8). I poveri non sono una fatalità storica, ma sono sempre lì
accanto a noi … L’indicativo di Gesù è la profezia che ci consegna i
poveri come appello, compito e vocazione (Franco Giulio Brambilla).
L’Eucaristia è la sorgente di questa vita di carità. Ma essa va anche
testimoniata nella vita di ogni giorno, sulle strade del mondo, incontrando gli altri, che devono diventare nostro prossimo. La carità
cristiana ci propone questa scelta che è impegnativa ed affascinante insieme: riconoscere nell’altro che incontriamo il prossimo
che vuole condividere il nostro cammino e che ci chiede di non
passare oltre, come ci insegna la parabola del Samaritano (Lc 10).
Ma di quale carità stiamo parlando? Quando utilizziamo il termine
carità non possiamo riferirlo solo agli atti buoni e solidali, ma anche
e soprattutto alla forma relazionale che assume la fede quando
si incontra con la realtà degli altri. Carità significa allora aiutare
l’intera comunità a mettere la carità al centro della testimonianza
cristiana, aiutare a superare la mentalità egoistica e privatistica per
aprirsi alla carità evangelica in termini di prossimità e condivisione,
significa progettare cammini educativi che attuano il passaggio dai
gesti occasionali alla scelta di condivisione e di stili di vita rinnovati,
puntare a uno stile di prossimità che privilegia la relazione umana,
la compagnia, la presa in carico, l’empatia, la condivisione come
traduzione della legge dell’incarnazione infine significa sostenere la
cura delle relazioni familiari, amicali, di buon vicinato, di appartenenza sociale e culturale.
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la via
della carità
i sussidi
… il Signore passa sul nostro cammino: a noi viandanti affaticati
viene incontro, con un pezzo di pane e con la borraccia dell’acqua, a rendere meno duro il nostro pellegrinare … il tempo d’Avvento è proprio un invito a lasciarci guidare dalla speranza: “Il
Signore viene!” … in quest’apertura sull’eterno possiamo ritrovare
la grandezza del pellegrino Colombano che per noi diventa invito
a vivere, guardare, sentire le cose e le esperienze di ogni giorno
nel ‘respiro di Dio’, un respiro aperto, lungimirante, libero dalle
strettoie dei risentimenti e delle bramosie … Forse è inconsueto un
Avvento così ma può provocarci su un terreno nuovo … Ritrovare
Dio, camminare di nuovo verso la patria è anche sempre ritrovare
se stessi e gli altri. (dal sussidio d’avvento 2014)
La dimensione dell’amore (declinata nell’accoglienza e nella fraternità) è, infatti, una delle tre caratteristiche qualificanti la vita della
comunità: liturgia, catechesi e appunto carità. Senza carità non vi
può essere autentica vita cristiana. La carità vissuta nell’incontro
autentico con chi mi è vicino diventa il segno caratterizzante la
comunità dei credenti.
L’accoglienza è il tratto distintivo di ogni comunità: ogni parrocchia
deve aiutare chiunque ad essa si rivolga a sentirsi come in casa
propria, facendosi porta aperta.
Una parrocchia missionaria è allora chiamata a mettersi in ascolto
delle domande reali della gente e ad accompagnarne la vita secon-
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Il poster con l’immagine dell’Avvento.
Supporto realizzato in cartonato rigido. Da interno.
Costo: 12 euro
Il libretto per la preghiera personale e in famiglia
Un versetto del Vangelo del giorno, una meditazione, un’immagine
e una breve preghiera accompagnano il cammino nei giorni feriali;
nelle domeniche e feste una preghiera da fare insieme alla famiglia.
Da prenotare.
Fino a 50 copie: 2 euro l’uno
Da 50 a 100 copie: 1,80 euro l’uno
Oltre le 100 copie: 1,50 euro l’uno
Lucerna a sostegno delle opere della Caritas diocesana
Un sacchetto traforato di carta ignifuga contenente un piccolo cero.
Da accendere in famiglia nei momenti di preghiera.
Si consiglia di distribuirla in occasione della veglia d’Avvento e nella
prima domenica di Avvento.
Il costo è di 3 euro (più della metà sarà devoluto alla caritas).
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gli appuntamenti
I sussidi on-line scaricabili sul sito
www.diocesipiacenzabobbio.org
Sabato 29 novembre
La Veglia di inizio Avvento nelle parrocchie.
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Venerdì 12 dicembre
Collegiata di Fiorenzuola d’Arda
ore 21.00
Veglia dei giovani di Avvento con il Vescovo
la traccia per il percorso dei ragazzi
la traccia per il cammino dei giovani
le schede per i gruppi degli adulti
alcuni materiali utili per la veglia di inizio Avvento
una proposta per vivere la liturgia delle domeniche e feste
Nell’anno del XIV centenario della morte di San Colombano la nostra Diocesi ha pubblicato un libretto con gli scritti più significativi di
Colombano (lettere, istruzioni, regola dei monaci).
La pubblicazione, a carattere divulgativo e dal costo contenuto, sarà
disponibile dal 23 novembre presso gli uffici pastorali della Curia.
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Domenica 14 dicembre
Avvento di Carità – giornata di motivazione alla Carità e a sostegno
della Caritas diocesana
Ritiro di Natale
Nelle parrocchie o nell’Unità pastorale è proposto di vivere un
tempo di “ritiro”
(Dal sussidio pastorale dell’anno, pag. 80)
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lungo la via non smarrite la patria - Diocesi di Piacenza