Nota Pastorale
ORIENTAMENTI PASTORALI
RIGUARDO LA CELEBRAZIONE
DEL BATTESIMO DEI BAMBINI
Premessa:
Sono stato invitato dalla Commissione diocesana per la pastorale familiare e dagli
Uffici diocesani della Catechesi e della Liturgia a presentare una proposta chiara e
precisa che aiuti i genitori che chiedono il Battesimo per i propri figli ad una
preparazione che li renda consapevoli del significato ecclesiale del sacramento e
dell'impegno che si assumono.
Nell’aprile di quest’anno i Vescovi dell’Emilia Romagna hanno pubblicato gli
Orientamenti liturgico-pastorali per la nostra Regione con l’invito ai presbiteri e ai
diaconi e a tutti i fratelli e sorelle di attuare queste indicazioni pastorali perché la
liturgia sia la prima e fondamentale via di evangelizzazione. Applicando questi
Orientamenti alla nostra Chiesa locale per quanto riguarda la celebrazione del Battesimo
ai bambini sono a chiedere ai Sacerdoti, ai diaconi, ai religiosi e a tutti i laici di
essere ancora più attenti ad una graduale e sapiente attuazione di queste
indicazioni nella pastorale del Battesimo.
I. IL BATTESIMO: INIZIO DI UN VERO CAMMINO DI FEDE
I
1. Noi sacerdoti non possiamo mai rifiutare il battesimo a chi ce lo chiede. Ma
chi ce lo domanda ha il diritto e il dovere di conoscere nel modo migliore che cosa
chiede, quindi ha il dovere e il diritto di essere illuminato sulla necessità di fare una
scelta di fede e un cammino di fede con la possibilità sua di dire che non se la sente e
quindi di esprimere lui un rifiuto del battesimo.
Il battesimo infatti dice riferimento e ordine all'inizio di un cammino di fede che
deve decisamente coinvolgere e scuotere i genitori del bambino: è nella loro fede che
si battezza il figlio, ed è sul loro impegno di credenti che si assicura la crescita del
figlio nella fede. Cammino di fede da iniziarsi e da compiere, nella consapevolezza di
appartenere ad una Parrocchia, iniziando a condividere la vita della comunità
cristiana nella quale sentirsi corresponsabili (cfr. n. 48 degli Orientamenti liturgico – pastorali della
Conf. Ep. Regionale: “L’Eucaristia e la liturgia”).
1
2. E' importante il dopo battesimo! Afferma S.Ambrogio nel suo trattato "Sui
misteri": "Ora è venuto il tempo di parlare dei misteri e di spiegare la natura dei
sacramenti. Se lo avessi fatto prima del battesimo ai non iniziati, avrei piuttosto tradito
che spiegato questa dottrina. C'è anche da aggiungere che la luce dei misteri riesce più
penetrante se colpisce di sorpresa anziché arrivare dopo le prime avvisaglie di qualche
sommaria trattazione previa". S.Ambrogio afferma con queste parole la necessità
della Catechesi come Mistagogia, cioè illuminazione sul sacramento ricevuto,
spiegando con calore e con efficacia il valore dell’ "Effatà, cioè: Apriti!"; la portata
delle rinunce a Satana e alle sue opere; l'importanza dell'atto di fede, della luce del
cero pasquale, della veste candida, della amicizia con il Signore e della vita di grazia,
dell'amore e del perdono dei fratelli nella comunità cristiana.
3. La richiesta del battesimo da parte dei genitori è una preziosa occasione
di nuova evangelizzazione. E' di grande responsabilità per il sacerdote e per le
persone incaricate per la catechesi prebattesimale il primo contatto con i genitori che
chiedono il battesimo dei figli.
Non li si può sbrigare sveltamente, nella fretta o presentando una serie di
prescrizioni e condizioni che possono sapere più dì "realtà burocratiche" che di un
evento di fede, di un incontro con il Signore, di una occasione di vera e autentica
iniziazione alla fede. Dalla capacità di ascolto e di paternità del sacerdote si può
iniziare una vera evangelizzazione :
- Attraverso la richiesta del battesimo, s'incontra la realtà più svariata della
parrocchia: coppie non praticanti e coppie indifferenti per le quali il fatto religioso non
costituisce il fondamento della vita, infine coppie che si sforzano di vivere e
testimoniare la loro fede.
- Dalla richiesta del battesimo per il figlio, si può proporre con sapienza e
delicatezza una forma di evangelizzazione mirata, semplice, spontanea, che favorisce
un annuncio, che si cala nella realtà propria della vita di ogni famiglia.
4. La nascita di un figlio è normalmente per la coppia un evento gioioso e
atteso, che di per sé sollecita le grandi domande sul senso della vita e interpella la fede
stessa degli sposi che chiedono il battesimo per il figlio.
E' segno di rispetto, di responsabilità, di attenzione per i genitori aiutarli a capire
e comprendere il senso e il significato del sacramento e delle conseguenze che
comporta.
II. NECESSITÀ DI UNA PREPARAZIONE
PERSONALE E COMUNITARIA
2
1. II battesimo dei figli rappresenta per i genitori una preziosa occasione per
riaccendere, se spenta, la propria fede, o ravvivarla, rinvigorirla e approfondirla.
Anche se finora, il più delle volte, si è trattato di pochi incontri, che a malapena sono
riusciti a far percepire ai genitori il significato teologico del battesimo e gli impegni
educativi che ne conseguono, ora occorre fare un salto di qualità e adoperarci tutti
per uno sforzo di vero cammino di fede personale e comunitario dei genitori.
2. Nel Catechismo dei bambini si afferma con chiarezza: "La chiesa
condivide con i genitori la responsabilità della scelta di battezzare i bambini e di
educarli cristianamente. Tuttavia, essa avverte l'esigenza e il dovere di dialogare con i
genitori per aiutarli a maturare la volontà di battezzare come vera scelta di fede.
La comunità che ascolta i genitori ha il dovere di annunciare loro il messaggio
della Chiesa e di aiutarli perché l'ambiente familiare diventi sempre più aperto alla
fede e all’amore " (Catechismo dei bambini “Lasciate che i bambini vengano a me” numeri 72-73).
3. Il Parroco è chiamato sia a verificare gli atteggiamenti e le motivazioni dei
genitori nella richiesta del Battesimo per il figlio, sia a rivedere la capacità e la bontà del
servizio pastorale che la comunità parrocchiale offre ai genitori in queste circostanze.
Per questo si ritiene necessario preparare seriamente i catechisti della catechesi
prebattesimale e accompagnarli, con incontri periodici di verifica, di valutazione, di
formazione permanente appropriata, di scambio di esperienze.
III. LA CATECHESI BATTESIMALE DENTRO
UN CAMMINO PERMANENTE DI FEDE
1. La catechesi svolta in preparazione al Battesimo sarà tanto più efficace
quanto più sarà inserita in un cammino di fede ampio ed esteso alle famiglie e all'intera
comunità cristiana.
La catechesi prebattesimale infatti, deve diventare all'interno dell'itinerario di
formazione cristiana della famiglia, una "tappa" del cammino di fede che va dalla
preparazione della coppia al matrimonio all'iniziazione cristiana dei figli.
Perciò l'itinerario battesimale deve iniziare con la preparazione dei giovani
al matrimonio, continuare nell’accompagnare le giovani coppie, nell’aiutare a
vivere l’attesa di un figlio, nella catechesi di preparazione al battesimo e
proseguire, dopo la celebrazione del Battesimo dei figli, nella comunità e all'interno
di rapporti costruttivi tra famiglie e comunità parrocchiale ( cfr. Orientamenti liturgico
pastorali della Conf. Ep. Regionale “L’Eucaristia e la liturgia” n. 48 ultimo comma lettera a).
2. La catechesi battesimale sia impostata come esperienza di fede vissuta. La
catechesi battesimale non può limitarsi a "far capire", ma deve puntare a "far
vivere" esperienze di fede e a trasformare il modo di pensare e vivere.
"Per quanto è possibile essa, oltre ai momenti di incontro personale, preveda
anche momenti comunitari, nel quale siano coinvolte insieme più coppie di sposi "
3
(Direttorio Pastorale Familiare 105)
In particolare è opportuno valorizzare il rapporto tra catechesi e liturgia: gli
incontri in famiglia o in parrocchia possono essere alternati a momenti liturgici da
vivere con l'intera comunità parrocchiale.
- A questo riguardo si propone di:
- iniziare il cammino di preparazione immediata al Battesimo, quando è
possibile, durante il tempo della gravidanza, "perché in un momento così singolare e
significativo i genitori siano aiutati a vivere la maternità e la paternità come
coronamento della loro risposta a una vocazione di amore ed accogliere nella fede il
dono che Dio sta affidando alla loro responsabilità " (DPF 105);
- ampliare il cammino della catechesi battesimale, continuando anche dopo
la celebrazione del sacramento, all'interno della comunità parrocchiale;
- articolare il cammino in più tappe, in stretto rapporto con i momenti forti
dell'anno liturgico (Avvento -Natale; Quaresima-Pasqua-Pentecoste);
- unire alla catechesi orale esperienze di vita cristiana.
3. La catechesi sia impostata anche come esperienza di incontro, di dialogo e
di ricerca. Molti genitori quando iniziano questi incontri di catechesi manifestano
pregiudizi verso la Chiesa, indifferenza religiosa, lontananza dalla pratica religiosa e
dalla vita ecclesiale, difficoltà di partecipazione a causa del lavoro e della cura del
neonato.
Perciò è necessario portare innanzitutto un atteggiamento comprensivo; occorre
far sentire che la Chiesa va loro incontro attraverso i catechisti che entrano nelle loro
case. Occorre che il Sacerdote prima e i catechisti dopo ascoltino i genitori con
pazienza e rispetto, valorizzino gli aspetti positivi che essi presentano, diano
motivazioni, suscitino la voglia di Dio e la gioia di ricevere il battesimo.
Gli incontri, sia nelle case che in parrocchia, si svolgano in un clima sereno di
dialogo e offrano ai genitori la possibilità di presentare i loro problemi e attese e di
vivere un'esperienza di Chiesa, fatta di fraternità e solidarietà sincera.
"Qualora la richiesta del battesimo fosse avanzata da genitori che vivono in una
situazione matrimoniale irregolare, si dovrà verificare se ci sono le condizioni che ne
rendono possibile la celebrazione e se esiste la fondata speranza che il figlio riceverà
una vera educazione cristiana. Si viva perciò questo momento come un “importante
occasione per evangelizzare questi genitori, per aiutarli a riflettere sulla loro vita alla
luce del Vangelo e invitarli alla conversione" (DPF 106).
4. La necessità della collaborazione di catechisti preparati e testimoni di
fede. In questo impegno di evangelizzazione battesimale si deve poter contare sulla
collaborazione di cristiani maturi, capaci di stabilire un buon contatto personale e di
4
seguire il cammino di fede dei genitori e dei familiari che chiedono il Battesimo per un
bambino.
C'è quindi bisogno, oggi più che mai, sia per l'iniziazione cristiana che per la
catechesi ai fanciulli e agli adulti, di animatori e catechisti seriamente preparati. Non
basta la buona volontà o la disponibilità, anche se è già tanto: occorre una specifica
preparazione dottrinale e spirituale e una forte coscienza ecclesiale. E’necessario
formarli e accompagnarli con fiducia, costanza, pazienza e gradualità
C'è bisogno di adulti profondamente maturati nella fede, veramente
"evangelizzati", cioè che si sono lasciati conquistare da Cristo, che sono innamorati, e
che quindi sono in grado di evangelizzare e di trasmettere ad altri il dono della fede
ricevuto. E’importante che le coppie che partecipano ai gruppi sposi parrocchiali si
rendano disponibili a comunicare quanto hanno ricevuto (cfr. n. 42 degli Orientamenti liturgico –
pastorali della Conf .Ep. Regionale).
L'iniziazione e la catechesi hanno bisogno di testimoni che siano anche maestri.
E in questo cammino è fondamentale la testimonianza e la vicinanza della
comunità. Perciò il parroco con il consiglio pastorale parrocchiale avrà cura di
formare un gruppo di cristiani, composto preferibilmente da coppie di sposi, ma
anche da singole persone debitamente preparate, in grado di animare l'itinerario di
rievangelizzazione e di catechesi con i genitori, i padrini e i familiari del battezzando.
5. Contenuti della catechesi battesimale. Il Direttorio di pastorale familiare
raccomanda che mediante la catechesi battesimale "vengano favoriti in tutti coloro che
vi partecipano un risveglio, una verifica, un approfondimento della loro fede e della
loro vocazione" (DPF 105).
Pertanto i genitori vanno aiutati ad aprirsi al senso religioso, a riscoprire il
significato vitale della fede cristiana, a riconoscere il valore dell'appartenenza alla
comunità ecclesiale. Quindi vanno aiutati ad approfondire il significato del Battesimo
come sacramento della fede, come nascita alla vita di figli di Dio, configurazione al
Cristo morto e risorto e come inserimento nella vita della Chiesa.
6. Contenuto essenziale della catechesi battesimale è il dono del Battesimo,
come segno, manifestazione e comunicazione dell'amore gratuito e preveniente di Dio,
che si offre ad ogni uomo in Cristo morto e risorto per la nostra salvezza.
Ad esso deve accompagnarsi la riscoperta della dimensione ecclesiale della fede e
il tema dell'appartenenza ecclesiale.
Questa catechesi, infine, deve educare i genitori ad un'interpretazione cristiana del
nascere e del crescere, e a recuperare il senso dello stupore e dell'accoglienza di fronte
al dono della vita stessa.
7. Importanza del Catechismo dei bambini: per questa catechesi si utilizzi il
Catechismo dei bambini "Lasciate che i bambini vengano a me". "Lo si consegni ai
genitori durante la preparazione del battesimo dei figli o almeno in occasione di esso:
se ne raccomandi lo studio e la traduzione operativa da parte dei giovani sposi; si studi
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l'opportunità di prevedere momenti comunitari di ripresa dello stesso testo per
favorirne un utilizzo più adeguato'' (DPF 105).
I catechisti, tenendo conto degli obiettivi della catechesi battesimale sopra
ricordati, coglieranno nel catechismo i contenuti che meglio rispondono alle necessità
spirituali dei genitori e li proporranno tenendo conto dei loro diversi atteggiamenti
religiosi e delle loro diverse "condizioni" culturali. A modo di esempio, si propone
questa sequenza:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Il volto di Dio e di Gesù, a partire dai bambini (nn. 21-34).
La fede della Chiesa riassunta nel Credo (n. 133).
La famiglia, chiesa domestica, nella comunità parrocchiale (nn. 92-101).
La vita dei genitori apre all'incontro con Dio (nn. 54-65).
Il Battesimo segno dell'amore del Padre (nn. 66-74).
La celebrazione del Battesimo (nn. 75-91).
8. Il Vangelo interpreta la vita. La nascita di un bambino è 1' "avvenimento"
che interpella papà e mamma come sposi e come genitori. La catechesi battesimale deve
aiutarli a contemplare questo avvenimento come credenti in Cristo. E' da questo evento
che deve partire la catechesi, per interpretarlo alla luce del Vangelo.
Ogni incontro deve partire da ciò che gli sposi-genitori vedono, sperimentano,
provano: è nato un loro figlio; l'hanno accolto; gli hanno dato un nome; sono cambiati i
loro ritmi di vita; egli è nelle loro mani; li preoccupa il suo futuro ... La Parola di Dio
deve aiutarli a cogliere il senso profondo di questi avvenimenti e a scoprirvi la presenza
e l'azione di Dio-con-noi, del Dio-che-salva; deve aiutarli a cogliere le meraviglie che
Dio compie anche oggi in loro e per loro e che danno un senso nuovo anche alla loro
vita.
IV. COME IMPOSTARE I PRIMI INCONTRI
DI CATECHESI CON I GENITORI
“E' sempre più necessario che si arrivi a prevedere almeno tre o quattro
incontri con i genitori che chiedono il battesimo per i propri figli prima della
celebrazione stessa” (n 48 degli Orientamenti liturgico pastorali della Conf. Episc. Emilia-Romagna
del 23/7/2007). Questi incontri possono essere tenuti a casa di ogni battezzando per
meglio sottolineare che ogni famiglia è “piccola chiesa” o, nelle parrocchie grandi, in
parrocchia, per formare una piccola comunità che condividerà poi nel futuro altri
momenti insieme.
UN PRIMO INCONTRO:
RISCOPRIRE E APPROFONDIRE IL MESSAGGIO CRISTIANO
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E' bene che a questo incontro siano mandati, quando possibile, una coppia di
sposi o comunque non un solo catechista anche per meglio rappresentare la comunità
cristiana e le famiglie della parrocchia. L'esperienza insegna che essere in due facilita il
dialogo e la accoglienza da parte dei genitori del battezzando. E' altresì auspicabile
fossero presenti anche i padrini, naturalmente quando possibile.
Il battesimo dei figli può rappresentare per i genitori una preziosa occasione
per riscoprire e approfondire il messaggio cristiano. Quando si coglie questo
interesse è importantissimo non abbandonarli a loro stessi, ma è opportuno instaurare un
rapporto di fiducia che permetta il verificarsi di ulteriori incontri dopo il battesimo sia a
casa che in parrocchia.
1. L'attenzione all'ascolto.
L'incontro con i genitori non è una lezione cattedratica, ma un dialogo sereno.
Ora la prima legge del dialogo è ascoltare: "Occorre che i catechisti ascoltino i genitori
con calma e rispetto, valorizzino gli aspetti positivi che essi presentano, diano
motivazioni, suscitino la voglia di Dio " (Catechesi con la famiglia p. 56).
Il dialogo può iniziare in tanti modi. Naturalmente si può rompere il ghiaccio
chiedendo notizie sulla gravidanza, sul parto, sul lavoro che fanno, sulla situazione
sociale ... Se i catechisti sono sposati con figli potranno a loro volta comunicare le loro
esperienze e come sono state superate le prime difficoltà. Ciò aiuta, chi ascolta, a capire
che "si è tutti sulla stessa barca". In questo modo gli animi si aprono e i catechisti
offriranno "ai genitori la possibilità di presentare i loro problemi ed attese e di vivere
un'esperienza di Chiesa, fatta di fraternità e solidarietà sincera" (CcF p. 56).
E' importante, fin dall'inizio, creare un clima accogliente per mettere le basi di
una vera amicizia fondata sulla fiducia, sulla sincerità e la reciproca credibilità.
A questo riguardo è d'obbligo entrare nello specifico delle motivazioni che li
hanno spinti a chiedere per il loro figlio il battesimo. Spesso le motivazioni sono di
tipo sociale e non di fede.
Per non pochi: è un modo per "solennizzare l'evento importante e gioioso della
nascita e per introdurre con un rito tradizionale e sacro il bambino nell’ambiente
sociale dei parenti e degli amici " (CcF p. 52).
2. Il dialogo della verifica.
Perciò la prima cosa che i catechisti, a nome della Chiesa, debbono fare, è
riflettere assieme ai genitori per chiarire con loro le motivazioni che li hanno condotti a
richiedere il Battesimo.
Essenziale è non dare al dialogo di coscientizzazione un tono inquisitorio o
fiscale, ma di sincera ricerca della verità. Dialogo difficile e delicato perché
coinvolge le persone nelle loro convinzioni profonde e nelle loro intime scelte.
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E' chiaro che qui determinante è il ruolo che rivestono i catechisti. Tutto è
affidato alla loro preparazione, alla loro sensibilità e delicatezza, al loro intuito,
alla loro fede e alla loro testimonianza di vita.
E' fondamentale ricordare che non sempre (o quasi mai) le condizioni sono
favorevoli per un ragionamento come sopra ricordato. Sarebbe bello che lo fosse, ma la
realtà purtroppo non è come la si vorrebbe.
Siccome, in ogni caso, è raro che si giunga alla negazione del Battesimo, tutta la
conversazione deve essere orientata al positivo, al momento dell'annuncio del
significato del sacramento. Importante è fare sorgere il desiderio di un dialogo
approfondito di fede con le singole coppie di genitori.
UN SECONDO INCONTRO
LA CONSEGNA DEL CATECHISMO DEI BAMBINI.
In molte parrocchie è abitudine regalare ai genitori del bimbo battezzato una
copia del catechismo Lasciate che i bambini vengano a me dopo la liturgia del
sacramento. Sarebbe opportuno che questo regalo venisse anticipato ad un incontro a
casa del battezzando (o in parrocchia se i battesimi da preparare sono molti) perché
questo potrebbe essere occasione e spunto di dialogo, soprattutto quando gli
argomenti di conversazione stentano a prodursi e può rivelarsi utile sfogliarlo insieme
ai catechisti per capire l'uso e le finalità che sono quelle della crescita della fede del
fanciullo.
- Qualora lo si ritenga opportuno si potrebbe vedere assieme la videocassetta e
dare il libro: Nascere due volte... per comprendere il Battesimo Ed. San Paolo. E’ uno
strumento moderno e stimolante: si potrebbe vedere insieme la cassetta (assieme anche
ai padrini) e incominciare a discutere anche sulle domande (tutte pertinenti e concrete)
che il filmato propone negli appena 15 minuti di durata. E' un altro modo per rompere il
ghiaccio.
- E' poi opportuno, al termine del secondo incontro soprattutto quando i genitori
non sono frequentatori abituali della parrocchia, presentare loro la realtà parrocchiale:
come si caratterizza per le attenzioni verso le coppie (dove esistono gruppi sposi), verso
i fanciulli (gruppi associativi specie Azione Cattolica Ragazzi e Agesci, catechismo,
oratorio), verso i poveri (caritas, centri di ascolto) mettendo in evidenza l'alto valore
spirituale della vita associativa emersa negli ultimi anni nella nostra Chiesa, come pure
sottolineando la funzione intermedia dei gruppi in ordine a tutta la comunità.
UN TERZO INCONTRO:
IL RITO DEL BATTESIMO
Il terzo incontro dovrebbe vedere la presenza contemporanea dei genitori del
battezzando, del parroco e dei catechisti che hanno incontrato i genitori nel primo
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incontro, e dovrebbe vertere sui singoli aspetti e segni della liturgia del battesimo. I
possibili obbiettivi, come ampiamente indicato nel Direttorio di pastorale familiare,
sono:
•
istruire i genitori sul significato del sacramento e circa gli obblighi a esso inerenti
(CDC, can. 851,2);
• approfondire la motivazione dei genitori nella richiesta del battesimo per il proprio
figlio, ricordando che essa si giustifica solo in una prospettiva di fede e se è
accompagnata dalla loro decisione di dare ai figli un'educazione cristiana (CDC can. 868,2);
• evangelizzare le coppie che vivono in una situazione irregolare e aiutare a
regolarizzare la loro situazione;
• proporre ai genitori non praticanti o assenti dalla vita della comunità cristiana un
cammino di riscoperta e valorizzazione della fede e della pratica cristiana;
• sottolineare l'importanza della preghiera nella preparazione della celebrazione del
battesimo;
• stimolare i genitori alla scelta privilegiata di celebrare il battesimo durante l'Eucaristia
domenicale, che coinvolga così la comunità nel cammino di fede della coppia; non è
infatti la celebrazione del battesimo un fatto privato, ma l’inserimento in una comunità
di fede;
• spiegare il rito del battesimo non solo da un punto di vista pratico, ma soprattutto dal
punto di vista della simbologia dei vari segni presenti nella celebrazione.
Alcune proposte operative:
1. Valorizzare gli incontri dal punto di vista spirituale, dedicando alla preghiera
uno spazio importante e proponendo ai genitori un percorso di preghiera da fare a casa
in preparazione del battesimo del figlio.
2. Invitare i genitori a un momento di preghiera comune, in preparazione della
celebrazione del battesimo, con altre famiglie di battezzandi estendendo l'invito ai
padrini e/o madrine e al resto della famiglia.
3. Attualizzare i segni contenuti nel battesimo, indicando gesti che richiamino
quotidianamente il dono del battesimo (ad esempio la benedizione del bambino con il
segno della croce, che i genitori compiono sulla fronte del bambino ogni mattina e ogni
sera).
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Importante: Sarebbe auspicabile un quarto incontro dopo il Battesimo, come
momento di condivisione e di fede della comunità cristiana con tutte le famiglie che
hanno celebrato il battesimo del figlio, da rinnovare ogni anno riprendendo gli
impegni del battesimo e favorendo una conoscenza e una amicizia fra i genitori.
V. IL COINVOLGIMENTO DELLA COMUNITÀ' CRISTIANA
E LUOGO E TEMPI DELLA CELEBRAZIONE
Con il battesimo la "Chiesa madre" genera i suoi figli alla vita di fede, li fa
diventare suoi membri e si assume l'impegno di nutrirli e di educarli nella fede insieme
ai genitori e ai padrini.
Perciò occorre che il Battesimo sia recepito in tutta la sua portata dall'intera
comunità parrocchiale e sia celebrato sempre e solo nella propria Chiesa
parrocchiale (cfr. Decreto del Vescovo di Carpi del 28/X/06).
• A questo scopo si privilegi, per la celebrazione del Battesimo, l'Eucaristia
domenicale della parrocchia in tempi stabiliti, in particolare nella veglia pasquale e
nella domenica del Battesimo di Gesù. E’ importante prevedere alcune celebrazioni
che favoriscano la possibilità di formare dei gruppi e di seguirli adeguatamente.
La celebrazione del Battesimo sia preannunciata a tutta la comunità in modo che
tutti vi partecipino come ad una festa di famiglia, assumendo la responsabilità e
l'impegno di accogliere un nuovo figlio di Dio e un nuovo membro della comunità
aiutandolo a crescere nella fede e a maturare la sua coscienza cristiana.
• In casi eccezionali da valutare insieme con il parroco, il battesimo può
essere conferito in un'altra chiesa parrocchiale.
• La comunità parrocchiale deve diventare partecipe del cammino di fede delle
famiglie dei battezzandi e deve collaborare con la testimonianza cristiana e la solidarietà
fraterna all'educazione cristiana dei figli. Questa solidarietà deve essere assicurata in
modo speciale a quelle famiglie che hanno figli portatori di handicap o che attraversano
momenti di difficoltà.
• La parrocchia offrirà la sua collaborazione soprattutto attraverso l'impegno
formativo di alcune coppie di sposi debitamente preparate a svolgere la catechesi
battesimale e attraverso la scelta di padrini (Cfr. Can. 872 del Codice di Diritto Canonico)
che possano realmente affiancare i genitori non praticanti nell'educazione cristiana
dei figli.
• E' opportuno e importante fare presente ai genitori che si imponga al
proprio figlio un nome cristiano.
Se si volesse imporre da parte dei genitori un nome non attinente al senso
cristiano, si abbia la premura e la cura di suggerire un secondo nome cristiano,
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facendo cogliere l'importanza di un patrono che illumini la vita del futuro battezzato
(canone 855).
Infine è necessario che tutti i cristiani, di anno in anno, siano aiutati a
riscoprire il Battesimo ricevuto, per viverlo coerentemente. A questo scopo la
comunità parrocchiale valorizzerà il tempo liturgico della Quaresima come tempo forte
dell'itinerario battesimale, facendolo diventare un cammino annuale di conversione per
tutti i fedeli della parrocchia.
VI. CRITERI E CONDIZIONI PER IL BATTESIMO
• E’ questo un punto particolarmente importante, che, se gestito con cura e
amorevolezza, potrebbe contribuire ad una svolta nel cammino di fede dei genitori.
Allo stato attuale la prima cosa che viene decisa quando una coppia chiede il
Battesimo del proprio bambino, è la data della celebrazione. Non è corretto!
In realtà la cosa più corretta sarebbe che una coppia chiedesse di inserirsi in un
cammino di preparazione al Battesimo, e che la data venisse decisa insieme
durante il cammino, almeno dopo il primo incontro.
Propongo di seguire questo cammino:
- I genitori chiedono come prima cosa di iniziare un cammino battesimale, e non
potrebbe essere diversamente, perché nella maggioranza dei casi si presentano con una
visione “privata”, che deve essere integrata con una visione “dialogata e comunitaria” di
quello che avviene con la celebrazione del Battesimo.
- Dopo il primo incontro, durante il quale sono stati evidenziati almeno i
significati delle “Promesse Battesimali” (con le implicazioni di “stile di vita”, di
“impegno concreto”, di partecipazione agli incontri post-Battesimo che perfezionano e
indirizzano sempre più il cammino) viene concordata la data della celebrazione del
Battesimo del bambino (Cfr. “L’Eucaristia e la Liturgia – Orientamenti liturgico pastorali” della Conf.
Episc. Reg. n. 48).
- In questo modo il Battesimo può davvero suscitare e sollecitare il ruolo attivo,
responsabile e comunitario dei genitori nella consapevolezza che, in quanto segni e gesti
della fede, i sacramenti dei figli, ancora incapaci di un giudizio e di una decisione
autonomi, sono da celebrarsi nella fede della Chiesa. Fede che può essere presente
anche nei genitori che vivono in situazione irregolare: in tal caso si proceda alla
celebrazione del Battesimo a condizione che ambedue i genitori, o almeno uno di essi,
garantiscano di dare ai loro figli una vera educazione cristiana.
In caso di dubbio o di incertezza circa la volontà e la disponibilità dei
genitori a dare tale educazione, si valorizzi il ruolo dei "padrini", scelti con
attenzione e oculatezza. Si celebri comunque il Battesimo se, con il consenso dei
•
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genitori, l'impegno di educare cristianamente il bambino viene assunto dal padrino o
dalla madrina o da un parente prossimo ad esempio i nonni o una zia ecc., come pure
da una persona qualificata della comunità cristiana.
Nel caso di genitori conviventi o sposati solo civilmente, ai quali nulla
impedisce di "regolarizzare" la loro posizione, di fronte alla richiesta del Battesimo
per i figli, il sacerdote non tralasci una così importante occasione per
evangelizzarli e proporre il matrimonio-sacramento. Mostri loro come ci sia
contraddizione tra la domanda del Battesimo per il figlio e la loro situazione di
conviventi o di sposati solo civilmente: tale stato di vita, infatti, rifiuta di vivere da
battezzati l'amore coniugale e, in profondità, mette in discussione il significato del
Battesimo che chiede ai due battezzati anche la celebrazione del sacramento del
matrimonio. Di conseguenza, prima di procedere, con le necessarie garanzie di
educazione cristiana, al battesimo del figlio, vigilando per evitare ogni
atteggiamento ricattatorio o apparentemente tale, li inviti a sistemare la loro
posizione, o almeno a intraprendere il cammino e a fare i passi necessari per
arrivare a tale regolarizzazione.
•
VII. LA FIGURA DEL PADRINO E DELLA MADRINA
Fin dall'antichità, in questo cammino, sono state importanti le figure del padrino
e della madrina: essi erano e sono il segno concreto della maternità della Chiesa.
Affiancandosi ad adulti, giovani, adolescenti, devono accompagnare questi fratelli e
sorelle a conoscere meglio il Signore e a condividere la vita della comunità.
Per l'accettazione di un padrino e una madrina non è più sufficiente, dunque,
un puro espletamento burocratico e rispetto delle note canoniche: essere cattolico;
avere ricevuto i sacramenti dell'iniziazione cristiana; condurre una vita conforme alla
fede cristiana e all'incarico che si assume; avere compiuto 16 anni; non essere in
situazione di irregolarità nella vita matrimoniale: non essere convivente, non essere
sposato solo civilmente, non essere divorziato risposato (cfr. Codice Diritto Canonico canoni
872 – 874).
L'osservanza delle norme sia unita ad una attenta e delicata spiegazione che
illustri il vero senso delle figure dei padrini e delle madrine. Nei confronti delle
persone che desiderano ricoprire il ruolo di padrino o madrina e non lo possono fare,
perché non in sintonia con le norme canoniche, si abbia la delicatezza di aiutarle a
comprendere come l'esclusione non significhi un giudizio nei loro confronti, ma
una coerenza della Chiesa con la fede che custodisce e che vive come Madre ed
educatrice.
VIII. DOPO IL BATTESIMO
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1. L'obiettivo degli incontri di preparazione al Battesimo è quella di far cogliere
che il Battesimo è "l'inizio di un cammino" e che con la celebrazione liturgica non è
tutto finito come spesso accade, ma anzi le Promesse battesimali fatte nel corso della
celebrazione dovranno essere alimentate da incontri almeno annuali che le
rafforzino, le motivino e le si realizzino.
2. In questo senso, è da proporre con persuasione un incontro dopo il Battesimo
come momento di condivisione e di fede della comunità cristiana, con tutte le
famiglie dei battezzati per rilanciare un cammino che dovrà essere di ben più larga
portata per essere efficace, dilatandosi almeno fino all'età della Scuola dell’infanzia.
3. Allo stato attuale si ritiene sia doveroso e possibile fissare un minimo di
cammino con i genitori dei battezzati per almeno tre incontri dopo il Battesimo,
con possibilità di dilatarlo ancora maggiormente, fino a portarlo alla soglia del
terzo anno di età del bambino.
Man mano ci si avvicina al terzo anno di età del bambino, sarà importante aiutare
ogni famiglia a fare scelte coerenti migliori possibili per l'ingresso del figlio nella sua
prima piccola comunità, possibilmente di Scuola d’Infanzia parrocchiale se c'è nella
parrocchia, o in una parrocchia vicina.
4. Nella Scuola dell’Infanzia parrocchiale, favorire una forte collaborazione
tra Scuola (Suore e Maestre), parrocchia e famiglie, con almeno tre incontri annuali
(all'inizio - per Natale e per Pasqua) con i genitori dei bambini di 3 anni, di 4 anni, di 5
anni, distinti per anno, cercando di aiutare ogni coppia di genitori a prendere
coscienza della propria responsabilità educativa, ricordando che educare è compito
di ambedue i genitori che continuano, nell'educazione, a generare assieme i propri
figli con ruoli diversi e complementari e trattando una serie di tematiche relative
all'educazione dei figli nelle diverse età, anche mediante un uso intelligente e proprio
del Catechismo dei bambini. Gli incontri, potrebbero prevedere una riflessione con i
genitori e la cena assieme con i bambini in tavoli distinti per loro e per i genitori in
modo da favorire il dialogo e la conoscenza dei genitori. E' un metodo sperimentato
molto positivamente in qualche Scuola dell’Infanzia con esito lodevole. Iniziative di
questo tipo possono favorire la conoscenza, l'amicizia e il dialogo educativo fra le
coppie dei genitori che possono avere un luogo nel quale esprimere i propri dubbi,
problemi, difficoltà, trovando soluzioni, sostegno, confronto.
5. Per i genitori che non hanno bambini in una Scuola d’Infanzia
Parrocchiale, è doveroso per la Parrocchia o per la zona pastorale approntare gli
incontri annuali suggeriti al punto 4, in modo da accompagnare i genitori nel loro
compito educativo dai tre anni in poi.
L’Azione Cattolica diocesana si è resa disponibile, a questo proposito, ad iniziare
entro il prossimo Avvento in ogni parrocchia un gruppo di ‘Piccolissimi’ in età
prescolare (4-5 anni) con l’intento di supportare le famiglie che hanno battezzato un
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figlio nell’opera di prima alfabetizzazione religiosa. Sono pronte schede per genitori ed
educatori dei bambini 4-5 anni contenute nel libretto “… Mi basti tu!” (Azione
Cattolica Ragazzi 2008-2009 ed. Ave).
Mi sembrerebbe un bel segno e una bella opportunità che, oltre a lamentarci di
quello che manca, approfittassimo di questa iniziativa soprattutto coinvolgendo
attivamente le famiglie che sappiamo avere bimbi in questa fascia di età e legandole in
questo modo più strettamente alla vita della comunità.
6. Puntare al cammino catechistico dai 6 anni in poi in Parrocchia con un
ruolo dei genitori meno "delegante", coinvolgendoli come i primi educatori alla fede dei
loro figli accanto ai catechisti e con loro.
Conclusione
Affido queste indicazioni e riflessioni alla attenzione e allo zelo dei miei carissimi
Sacerdoti e Parroci, alle Commissioni Diocesane per la Pastorale familiare, per la
Catechesi, per la Liturgia e alle coppie della catechesi prebattesimale.
Ai catechisti dei Corsi per i fidanzati, raccomando fortemente di fare
cogliere ai futuri sposi la bellezza e la gioia di una cammino di fede che inizia con il
sacramento del matrimonio vissuto nella Chiesa e che ha un successivo sviluppo nel
dono dei figli e nel chiedere responsabilmente per loro il battesimo, educandoli alla vita,
alla fede, alla Chiesa e al senso evangelico dell'esistenza in collaborazione e dentro la
famiglia della Comunità Parrocchiale.
Interessante l’esperienza della Pastorale Familiare parrocchiale di Mirandola, che
prevede un accompagnamento dei giovani sposi dopo il Matrimonio, proseguendo nel
periodo dell’attesa dei figli, della preparazione al Battesimo e della crescita dei figli da 0
a 6 anni. E’ una esperienza vissuta da un certo numero di coppie che stanno vivendo dei
percorsi a tappe che vanno dagli incontri in preparazione al Matrimonio fino all’inizio
del Catechismo dei Bambini. E’ utile come idea e come risposta pastorale alle
esigenze delle giovani coppie (cfr. Orientamenti Pastorali Conf. Episc. Reg. n. 48 ultimo comma lettera
a). Le coppie di sposi che stanno guidando questa esperienza sono a disposizione per
favorire un itinerario simile anche in altre parrocchie con l’apporto dell’Ufficio
Diocesano di Pastorale Familiare.
Auguro a tutti di vivere e realizzare con gioia, con pazienza benevola e
comprensiva, con mitezza ogni tipo di richiesta di battesimo, per continuare a favorire la
santità in noi e nelle coppie oggi più che mai bisognose di essere accompagnate. Il
Signore benedica e incrementi di frutti duraturi l'impegno e la missione di ciascuno.
Cordialmente,
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Carpi, settembre 2008
+ Elio Tinti, Vescovo
ALLEGATO
Decreto sul luogo di celebrazione del battesimo
Avendo appreso che da qualche tempo è invalsa la consuetudine di amministrare il sacramento
del Battesimo in chiese non parrocchiali ed oratori, venendo meno al significato dell'incorporazione
del catecumeno nella comunità ecclesiale concreta, la parrocchia, la quale assume la responsabilità e
l'impegno di aiutare il battezzato a crescere nella fede e a maturare una coscienza cristiana;
considerato, pertanto, che il conferimento del Battesimo deve avvenire nella chiesa parrocchiale
dell'adulto o in quella propria dei genitori se si tratta di bambini;
visti i cann. 857,858,859 del Codice di Diritto Canonico;
con il presente Atto
DISPONGO
che nella Diocesi di Carpi il sacramento del Battesimo venga amministrato nella propria chiesa
parrocchiale dotata di Fonte Battesimale, proibendo in tal modo lo svolgimento del rito in oratori e
chiese non parrocchiali.
Qualora, per motivi particolari, si scegliesse di celebrare il Battesimo in altra chiesa
parrocchiale, occorre sempre il consenso del proprio Parroco assicurando una congrua preparazione
spirituale-catechetica alla celebrazione.
Carpi, 28 ottobre 2006
+ Elio Tinti, Vescovo
A commento del decreto sul luogo
di celebrazione del battesimo
Il Vescovo ha disposto con Decreto Vescovile Prot. n. 636 in data 28 ottobre 2006 che il
battesimo di un bambino o di un adulto venga celebrato solo nella propria Chiesa parrocchiale o in
altra Chiesa parrocchiale per un giusto motivo, sempre con il consenso del proprio parroco. Ha quindi
vietato la celebrazione dei battesimi nelle Chiese non parrocchiali e negli Oratori.
II Battesimo è il primo sacramento della Chiesa, mediante il quale il bambino o l'adulto nasce
alla vita di Dio, diventa suo figlio, partecipe della sua vita eterna, membro vivo della Chiesa e fratello
di ogni battezzato e quindi incorporato nella Chiesa mediante una comunità parrocchiale concreta, che
è la parrocchia, la quale assume la responsabilità e l'impegno di accogliere questo nuovo figlio di Dio e
questo nuovo suo membro aiutandolo a crescere nella fede e a maturare la sua coscienza cristiana.
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Per questo il conferimento del battesimo deve avere luogo nella chiesa parrocchiale propria
del battezzando, se si tratta di un adulto; in quella propria dei genitori, se si tratta di un bambino
(canoni 857§2 e 858§1).
Per questo ogni chiesa parrocchiale è provvista di un proprio fonte battesimale e solo nelle
chiese parrocchiali si celebra la solenne liturgia della Veglia Pasquale con la benedizione dell'acqua
battesimale e la celebrazione dei battesimi.
Per il tempo della celebrazione, secondo il canone 856, il battesimo può essere conferito in
qualsiasi giorno. E' opportuno comunque che venga celebrato, ordinariamente, di domenica e, se
è possibile, durante la veglia pasquale, in modo che si renda più manifesto il suo stretto rapporto col
mistero di Cristo risorto.
Dal "Rito del Battesimo dei bambini" si suggerisce con forza che:
Il battesimo si celebri, per quanto è possibile, di domenica, giorno in cui la Chiesa ricorda il
mistero pasquale. Conviene che la celebrazione sia comunitaria per tutti i neonati, con la presenza e
la partecipazione attiva di un buon numero di fedeli, o almeno dei parenti, amici e vicini (n. 32).
Per quanto è possibile, tutti i bambini nati entro un dato periodo di tempo siano battezzati
nello stesso giorno con una sola celebrazione comune. Non si celebri due volte il sacramento nella
medesima chiesa e nello stesso giorno, se non per una giusta causa (n. 27 delle "Premesse").
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orientamenti pastorali riguardo la celebrazione del battesimo dei