[email protected] Sommario In questo numero: ✔ ✔ ✔ ✔ ✔ ✔ ✔ ✔ ✔ ✔ ✔ ✔ ✔ ✔ ✔ ✔ ✔ ✔ La parola a … pagg. 1-2 L'Editoriale pag. 2 Lettera aperta pagg. 2-3 Rubrica: La Posta del Cuore pagg. 3-4 Lettere al Sig. Sindaco pagg. 4-5 LA NOSTRA DIRIGENTE Lettera alla Preside pg. 5 Le Pagine della Mia Vita: Autobiografia di Adriano, Una scuola giunglesca, L'immigrato E’ giunto il nostro momento! Finalmente anche ha il volto di mio padre pgg. 6-8 Un diario per amico pg. 8 Noi e la Mitologia: sopravvivenze mitiche pg. 9 Il settimo senso: Spazio alla Poesia.pg. 9 Tempo libero e barzellette pg. 10-11 CreATTIVAmente pg. 11 Pensiero in movimento pg. 12-14 Attualità: Città. Regione, Mondo pg 1415 Appuntamento al cinema pgg. 15-16 Laboratorio teatrale pgg. 16-17 Interviste dal mondo pgg. 17-21 Bibliotecando pg. 21 Comitato di redazione: Prof.ssa Rosa Cervino, Prof. Umberto Medicamento Piazza Risorgimento, 70010 Cellammare (Bari) tel. 080.465.69.69 Scrivici o inviaci i tuoi contributi all'indirizzo il nostro Istituto si presenta al mondo con un giornale pubblicato in Internet, sul nostro sito ufficiale www.istitutoronchi.it. Questo giornale, che rappresenta la voce della nostra scuola, vuole portare a conoscenza dei lettori, in sintesi, i lavori più significativi scaturiti dalle attività didattiche e laboratoriali curate e realizzate dai docenti con la fattiva partecipazione degli alunni e con la collaborazione attiva di tutto il personale dell’Istituzione Scolastica. Lungo il mio breve, ma intenso cammino, durato cinque anni al timone dell’I.C. di Cellamare, desidero ringraziare, attraverso le righe di questo giornale, quanti, in questi non facili anni di rinnovamento della scuola italiana, hanno condiviso le scelte strategiche per far fronte agli inevitabili ma auspicabili cambiamenti della Scuola. Al grande eco di rinnovamento, si sa, non sempre fa seguito un adeguato investimento di risorse economiche; tuttavia, desidero sottolineare che gli accorgimenti adottati dalla nostra Istituzione Scolastica per l’attuazione del POF hanno consentito la diversificazione di un’offerta pagina 1 di 22 poche scuole in provincia – e in regione – hanno uno strumento del genere. Con il giornale potrete comunicare con chiunque vogliate, sta a voi rendere la comunicazione interessante e lavorare per diffondere questa piccola grande voce. Più impegno profonderete, più sarete convincenti. Più sarete convincenti, più sarete considerati. Vi assicuriamo che col tempo, questa diventa davvero una bella sensazione! Raccontare agli altri le vostre esperienze a scuola, dimostrare che in un piccolo paese di provincia si possa fare molto meglio che nelle grandi città, sono solo alcune delle opportunità che un giornale vi offre. Scrivere vuol dire impegno, carattere, ma anche un gesto d'amore. Amore verso voi stessi, verso i lettori, verso la scuola che – vi assicuriamo – é felicissima dell'impegno e delle capacità che ogni giorno dimostrate di avere. Inoltre, non dimenticate, mantenere in vita questo piccolo giornale é un gesto d'amore verso chi verrà dopo di voi e verso la piccola comunità a cui appartenete, e a cui apparterrete sempre, per quanto lontani potrete andare. Per cui, lasciamo un segno del nostro passaggio poiché “siamo come nani sulle spalle La Dirigente dei giand Prof.ssa Isabella Miccolis Credeteci! E ricordate che il futuro (anche di questo giornalino) é nelle vostre mani! formativa che in alcuni casi, è andata a compensare la carenza storica delle strutture formative del nostro territorio. In modo particolare il mio pensiero va ai docenti e al personale ATA, che con notevoli energie e con il loro lavoro quotidiano hanno reso possibile realizzare le finalità che l’Istituzione Scolastica si è prefissata, dimostrando competenza, senso di responsabilità, abnegazione e professionalità nello svolgimento del loro lavoro; i miei rallegramenti vanno anche agli alunni per l’accurato e ottimo lavoro prodotto. L’augurio è che attraverso il giornale del nostro Istituto si possa sempre di più esprimere e manifestare la realtà locale, riscoprendo le tradizioni che hanno rappresentato e rappresentano la cultura di questo ospitale e ridente paese. Sento infine il bisogno di ringraziare anche l’Amministrazione Comunale per la sua collaborazione nel venire incontro ai bisogni degli alunni e dell’Istituzione Scolastica, con l’auspicio che essa possa rispondere con sempre maggiore attenzione e sollecitudine alle nuove esigenze della scuola, per una proficua ed efficace azione delle attività educative e didattiche e per la formazione civile e sociale dei ragazzi. Lettera Aperta In questi ultimi anni, nelle scuole si è verificato il fenomeno del bullismo che spaventa molti ragazzini soprattutto se ne sono vittime. Illustrazione 1: L'ingresso della scuola secondaria di primo grado Nicola Ronchi Editoriale Ragazzi, quest'anno potrete dire di essere stati i primi a far nascere il giornale ufficiale della scuola media statale del vostro paese. Questa é la voce dei ragazzi di Cellammare, Le cause che spingono gli adolescenti ad avere questi atteggiamenti sono varie, ma le più certe sono: - i ragazzi si fanno trascinare troppo dalle compagnie "sbagliate" che li inducono a comportarsi come tali; pagina 2 di 22 - la seconda ragione è che alcuni ragazzini, nell'età della crescita, vogliono farsi notare e cercano di mettersi in mostra e crearsi così una reputazione. Le vittime di questo problema, purtroppo, sono tante e per molte ragioni, minacciate dal bullo di turno, non aprono bocca e rimangono in silenzio. Questo atteggiamento diffuso di paura è sbagliato, perchè così "la diamo vinta al bullo" e quindi è sempre meglio riferire tutto all'insegnante. Per fortuna, nella nostra scuola non si verificano episodi eclatanti di bullismo, perché gli insegnanti intervengono subito con le dovute punizioni. Noi giovani dobbiamo imparare a denunciare ogni atto di bullismo, perchè la paura e l'indifferenza sono il male di questo secolo e non santificano e non liberano dall'errore. Anna Losurdo, II B a cura della classe II A Chiunque voglia scrivere alla redazione della Posta del Cuore, dando voce alle proprie emozioni può farlo inviando le lettere al caporedattore della II A oppure inviando le mail all'indirizzo [email protected] LETTERA N.1 Da un po’ di tempo Giulia non è più lei. Eppure siamo compagne sin dall’asilo ed è sempre stata la mia amica del cuore. Ci siamo sempre dette i nostri segreti …. Ma adesso mi evita, viene a scuola tutta truccata e si dà arie di donna vissuta. Ieri l’ho invitata ad andare insieme al centro commerciale ma ha rifiutato dicendo che doveva studiare per il compito di recupero di inglese (!), proprio lei che non studia mai. Tornando a casa, l’ho vista nella nuova sala giochi e sembrava divertirsi molto. Bea, 12 La nostra risposta: Carissima Bea, abbiamo letto la tua lettera e siamo molto dispiaciuti per quello che stai vivendo con la tua amica Giulia. Vorremmo darti qualche consiglio per aiutarti a superare questa difficile situazione. Per prima cosa dovresti chiarire i fatti con la tua amica e, nel caso non andasse bene, faresti meglio a lasciarla perdere per non seguire le sue orme. Potresti anche provare a cercare una nuova amica, migliore di Giulia (naturalmente non dovrà tradirti come ha fatto lei con te). Noi crediamo in te e speriamo che ascolterai i nostri consigli. Un saluto da tutti noi dalla redazione della Posta del Cuore. LETTERA N. 2 Non ne posso più di questi maledetti brufoli, le ho provate tutte le creme e le cure speciali. La mia pelle sembra una buccia di arancia e poi mi obbligano a portare quel maledetto apparecchio per raddrizzare i denti. E mi accorgo benissimo dei sorrisetti delle mie amiche e degli sguardi dei ragazzi. E allora che cosa faccio? Mangio, mi rimpinzo di cioccolata, merendine, snacks, dolci di tutti i tipi oppure apro il frigo e …. Dai! E così peggioro le cose, lo so e si vede! Neanche a parlarne di entrare nei jeans. Deborah, 12 pagina 3 di 22 La nostra risposta: Cara Deborah, dopo aver letto attentamente la tua lettera, abbiamo percepito la tua insicurezza e così abbiamo deciso di darti dei suggerimenti. Per prima cosa non ti devi adirare per il tuo aspetto fisico: i brufoli compaiono con lo sviluppo e con il tempo svaniranno. Invece per l’apparecchio devi pensare che è una cosa bella, perché potrà migliorare il tuo aspetto e non avrai più quei fastidiosi e irritanti denti storti. Abbuffarsi come un animale non serve a niente, ti porterà solo guai, perché se continui così, potrai essere soggetta ad alcune malattie come la bulimia o il diabete. Quindi finché sei in tempo smettila di abbuffarti e fatti visitare da un dottore. Se le tue compagne ti isolano, non preoccuparti più di tanto, sono solo gelose di te. Spero che ti sarai calmata con queste nostre parole e ricorda di non farti mai mettere i piedi in testa da nessuno. Un caro saluto dalla redazione della Posta del Cuore. LETTERE AL SINDACO permettono di giocare. Gentilmente potrebbe assumere un sorvegliante che tenga aperto il campetto nelle ore prestabilite e che controlli noi ragazzi? Un altro problema è la mancanza di una piscina comunale. Noi vorremmo che fosse costruita a Cellamare per non spostarci nei paesi limitrofi e per dare la possibilità a coloro che non possono recarsi al mare in estate di divertirsi e distrarsi .Non é forse vero che il nuoto é lo sport più completo, perché permette di stare in forma, di rigenerarsi e di placare tutti gli stress? Inoltre la sua realizzazione darebbe lavoro a molti. Un altro problema riguarda la farmacia. Essa é poco aperta durante il giorno, apre tardi e chiude presto. Quindi , se si verifica un' emergenza e la farmacia é chiusa, saremmo costretti a recarci in farmacie di altri paesi. Potrebbe fare qualcosa? Sappiamo che prenderà a cuore le nostre richieste, pertanto in attesa di una Sua risposta . Le porgiamo Distinti Saluti, Vito Anelli, Alessandro Bottalico, Maurizio Prudente, Graziana Sivo, Micaela Sivo dalla classe IIC. Cellamare, 25/02/2012 Cellamare, 16/02 /2012 Egregio Sig. Sindaco, siamo gli studenti e i cittadini di Cellamare e Le scriviamo per illustrarLe alcuni problemi presenti nel nostro paese. Innanzitutto la prima questione: i campi da calcio. Noi disponiamo di due campi che non sono in perfette condizioni. Il campo più grande ha una base di ghiaia e cemento armato che può far male, se si cade. L'infortunato potrebbe procurarsi delle ferite profonde o addirittura delle infezioni. Perché non mettere un tappeto d' erba? Per quanto riguarda il campetto, noi ragazzi lo troviamo sempre chiuso, anche quando dovrebbe essere aperto. Inoltre spesso succede che vi troviamo ragazzi più grandi che non ci Egregio signor sindaco Michele Laporta, la ringraziamo infinitamente per aver avviato in questi giorni la tanto attesa raccolta differenziata e la conseguente e definitiva eliminazione dei cassonetti dell'immondizia in mezzo alla strada. Dopo questo atteso traguardo ci auguriamo che presto si possano raggiungere altri obiettivi, come la realizzazione di una pista ciclabile che unisca Cellamare a Capurso, una piscina comunale e un piccolo cinema. Per migliorare il sistema dei trasporti potrebbe essere ideale la costruzione di una stazione ferroviaria, ma se ciò non fosse possibile si potrebbero cambiare gli orari dell'arrivo dei pullman rendendoli più efficienti per le varie esigenze di chi deve spostarsi, così da ridurre l'inquinamento autostradale. Un altro problema molto importante sono i parcheggi delle auto e per questo pensiamo che se il comune assegnasse i pagina 4 di 22 posti si eviterebbero spiacevoli incomprensioni tra vicini. Per la nostra scuola vorremmo che la palestra fosse dotata di attrezzi ginnici, mentre per i più piccoli sarebbe bello attrezzare il parco di nuovi giochi e giostrine. Nella speranza che Lei possa soddisfare tutte le nostre richieste, Le inviamo i nostri migliori saluti. Fabrizio Petrolla Alessandro Pavone dalla classe IIA Per l'occasione le ragazze indosseranno jeans aderenti, magliette con le bretelline fuxsia e sandali di vario genere come le scarpe Bikerstoc e alla schiava. I ragazzi, invece, indosseranno bermuda e una t-shirt blu con le scarpe “superga”. Organizzare questa festa sarebbe un modo per mostrare le nostre capacità intellettive e creative. Questo evento avrà fini sia didattici sia educativi ed, inoltre, potrebbe darci la possibilità di dimostrare che, se vogliamo, siamo responsabili e maturi. Cellamare, 16/02/2012 Sperando che Lei prenda in considerazione la nostra richiesta, Le porgiamo distinti saluti. Gli alunni della II C Lettera alla Preside Alla c.a. della Signora Preside Lucrezia Spinelli, Francesca Lenoci, Agnese Iacobellis, Margherita Caputi, Iris Salerno, Vito Di Gennaro, Noemi Bellomo, Mara Loiotile Professoressa Isabella Miccolis Istituto comprensivo “Nicola Ronchi” Gentilissima Signora Preside, siamo la classe 2C e Le scriviamo, per farLe una richiesta. Noi vorremmo organizzare una festa a fine anno scolastico che coinvolga tutto l'istituto. Le chiediamo ciò per una serie di motivazioni. Innanzitutto come premio, dopo aver vissuto un anno fatto di studio, di impegno e di partecipazione a tutte le attività didattiche; per salutarsi prima delle vacanze e per concludere l'anno scolastico in allegria; per incontrare i ragazzi delle altre classi e socializzare con loro; per conoscere meglio i professori non solo della nostra classe, ma anche delle altre classi e scoprire alcuni aspetti nascosti del loro carattere. Lei non deve preoccuparsi assolutamente di nulla. Saremo noi ad occuparci dei preparativi, a pulire prima l'ambiente scelto e a lasciarlo in ordine alla fine. Vorremmo svolgere la festa in palestra, allestendola con palloncini di vario colore e festoni. Ci occuperemo di acquistare panini, patatine, stuzzichini di diverso genere, focaccine e bevande, che disporremo su alcuni banchi collocati ai lati della palestra. Al centro, invece, lasceremo molto spazio per ballare, cantare, svolgere qualche gioco e, infine, recitare. pagina 5 di 22 SPAZIO SPONSOR LE PAGINE DELLA MIA VITA AUTOBIOGRAFIA DI ADRIANO Non credo di essere capace di raccontare la mia vita da quando sono nato, quindi la racconterò da un po’ più avanti. Ad un anno e mezzo mi trovavo nel Nord Italia, in Friuli Venezia Giulia, più precisamente a Trieste, ma l’indirizzo non me lo ricordo. Io, in realtà, sono nato a Bari e sono andato a vivere subito in Friuli. Insomma, sono nordico d’accento, terrone d’animo. Sono felice di non essere cresciuto al Nord, altrimenti avrei avuto la prepotenza di Nicola o, come lo chiamo io, Nicolaia. Mia madre aveva deciso di ritornare in Puglia e comprarsi una villa nel residence “Parchitello”, presso Torre a Mare. Mio nonno materno, che è un megalomane, sadico, pieno di sé (mio nonno non è Berlusconi), appena seppe che dovevamo ritornare in Puglia, voleva che andassimo a vivere vicino a lui nel come lo chiama Francesco Abbinante, “Castello abbandonato”, invece di andare a Torre a Mare. A Torre a Mare, al contrario della casa attuale, c’era una piscina funzionante, priva di nonnino pazzoide e con persone normali; non come un signore che ogni giorno dal balcone gridava sempre: “Anna, Anna! a mangiare!”, e lei che rispondeva: ”Arrivo tra un attimo, ora sto giocando dietro la via con Ida, Francesco Abbinante, Fiammifero e Arsale”. Michele, il mio compagno di classe, farebbe di tutto, persino fingere morto suo nonno per non fare i compiti; io, invece, ucciderei mio nonno per riuscire almeno un volta a fare i compiti. All’asilo di Bari riuscivo sempre a mandare in tilt la maestra. Sto per raccontare tre esempi accaduti realmente. Il “tilt di livello uno” è stato quando mi infilai sotto la cattedra e, appena si sedette la maestra le feci: ”Booh”, da sotto la gonna. Il “tilt di livello due” si è realizzato quando, con un pallone, ruppi una finestra della classe. Il “tilt di livello tre” è stato a dir poco disastroso. Mentre la maestra spiegava, io sgattaiolai via dalla classe, scappai dalla scuola e andai all’ufficio di mia madre che stava lavorando. Mia madre appena se ne accorse, rimase sbalordita e mi riportò subito all’asilo. La maestra, nel frattempo, era scappata anche lei, sì, in sala rianimazione, perché ebbe un infarto appena non mi trovò più. Ogni volta all’asilo non permettevo mai a nessuno di usare la cucina giocattolo, anche quando non ci giocavo io. Volevo cucinare solo io. Alla nascita di mio fratello, a tre anni, ero il bambino più felice del mondo, ma appena divenne cosciente, diventai il più triste. Io, a mio fratello, lo mettevo sempre nel passeggino e lo facevo quasi vomitare alla velocità con cui lo facevo correre. Lui diceva sempre: “Più veloce, più veloce!”, e mamma: “Adriano, che se vola via dal passeggino, l’altro non te lo faccio!”. Il passaggio dall’asilo alla scuola pagina 6 di 22 elementare è stato tragico. Mi mettevo sempre con il banco e la sedia nel corridoio a studiare; non per punizione, ma di mia spontanea volontà. Per la prima volta nella mia vita avrei studiato e mi sarei dovuto impegnare ad andare avanti. L’idea di arrivare in prima media mi aveva emozionato sin dall’inizio, ma quando arrivai dissi: “Che noia!!!”. Le insegnanti erano più giovani di quelle delle elementari, ma comunque vecchie. Fino ad oggi la mia vita è stata uno spasso e scrivere questa autobiografia mi ha fatto sfogare magnificamente! Passo e chiudo. Ah, ah, ah! Scusate! seduta sulla cattedra che aspettava che gli alunni facessero silenzio. Pasquale invece era un pesce; era il più calmo di tutti e da una vaschetta impolverata faceva capolino nell'acqua. Ma le cose non erano finite qui. In fondo all'aula in un angolo, c'era Isabella che sembrava una farfalla che non riusciva a volare; alla sua destra c'era Annamaria che si era trasformata in un ippopotamo e non riusciva a stare in equilibrio su una palla ed infatti cadeva in continuazione su Francesco, ormai schiacciato. La voce della professoressa mi risvegliò: la giornata era finita. Tornando a casa pensai che più o meno una scuola giunglesca non sarebbe stata male. Federica Volpe, classe I B Adriano Marra, classe II A LA BIOGRAFIA DI UN PAPA' RACCONTATA DAL FIGLIO L’immigrato ha il volto di mio padre Una scuola giunglesca Quella mattina mi alzai prestissimo: erano le sette e con la fretta più sfrenata, andando a scuola, lasciai la cartella a casa. Arrivata a scuola i miei compagni mi guardarono in un modo strano come se mi volessero mangiare. Al suono della campanella tutti entrarono in classe ed ancora quegli sguardi puntati su di me. La professoressa entrò in aula e con voce rauca e forte disse agli alunni di prendere dallo zaino il libro di lettere. Fu in quel momento che tutto diventò così "giunglesco" …. mi sembrava di essere in una giungla. Tutti diventarono animali, persino la professoressa. Provai a mettere il piede per terra e vidi una zampa con uno zoccolo. I miei compagni mi avvicinarono un secchio d'acqua e mi consigliarono di specchiarmi e vidi una giraffa. Subito caddi a terra, ma alla mia sinistra c'era Terry, la rana, che saltellava su Arianna, un cavalluccio marino. Mi alzai e da lontano vidi la professoressa foca Si è sempre tanto parlato dell’immigrazione clandestina e dell’esodo degli albanesi che, ad ondate, in tempi non troppo lontani, hanno abbandonato quella terra che dalla Puglia si incontra attraversando l’Adriatico. Io, invece, questo racconto l’ho sentito dalla viva voce di mio padre che è stato uno di quei tanti giovani in fuga dall’Albania. Non voleva più vivere in un paese comunista in cui ogni libertà veniva negata. Così un giorno, sapendo che c’era la possibilità di imbarcarsi per l’Italia, scappò di casa per andare al porto. Erano le 12.20. Alle 13.30 salì su di una nave che, al momento della partenza, cioè alle 20.30, si bloccò nel porto stesso fra gli scogli. Mio padre fu costretto a scendere per cercare di prendere un’altra nave. Finalmente trovò questa seconda imbarcazione, si intrufolò a bordo e, dopo una notte di attesa, alle 8.30 del mattino partì. Qui incontrò anche due suoi amici. Alle 3.00 del mattino la nave giunse in vista della costa pugliese, ma non potè entrare nel porto se non dopo altre dodici ore. pagina 7 di 22 Infine, i clandestini furono fatti sbarcare e mio padre ricorda di aver dormito per un giorno intero su di una panchina del porto di Brindisi. Il giorno dopo vennero condotti tutti dalle forze dell’ordine in una vecchia scuola non in uso e alloggiati lì. La mattina veniva portato loro latte e biscotti, mentre a pranzo pane e tonno. Dopo cinque giorni le forze dell’ordine smistarono i clandestini e mio padre fu trasportato con un pullman alla stazione di Brindisi dove prese un treno per andare a Palermo. Una volta giunto lì fu sistemato in un campo gestito dai militari a Campo Felice. In questo posto aveva da mangiare ed era libero di uscire. Alla fine, però, egli decise, insieme ad amici e parenti con cui si era ritrovato, di recarsi a Bari per trovare lavoro. Tale scelta gli permise di costruirsi un futuro migliore e di avere un lavoro ed una famiglia: la mia! Gianluca Mema , classe III B da un grande team di professori più o meno simpatici. Molti di loro ci sono vicini, ci aiutano, ci capiscono e fanno di tutto per guidarci in questo difficile periodo della nostra vita. Adesso basta con i sentimentalismi! Torno a raccontarti circa le attività della scuola. Finalmente i professori hanno deciso di utilizzare le ore pomeridiane per svolgere un progetto teatrale, “Migranti” . Eravamo stanchi al sol pensiero di ritornare il pomeriggio e continuare a studiare, tornare a casa e ancora studiare...il martedì e il giovedì diventano un inferno e tutti la pensano come me!!! Spero che questa esperienza possa ripetersi anche l'anno prossimo. Penso che per oggi i miei racconti possano bastarti, domani sarà un altro giorno, io sarò ancora qui con te a raccontarti Caro diario, della mia vita, dei miei sentimenti e … dei miei sogni. Marta Abbaticchio, classe II B Caro diario, eccomi qui! Puntuale come un orologio svizzero per raccontarti tutte le mie esperienze, le mie vicissitudini, le mie emozioni. La cosa che mi piace di te è che mi ascolti sempre senza annoiarti, ma soprattutto senza interrompermi. Cosa posso raccontarti oggi? Fammi un po' pensare a cosa mi è successo...ah, sì, ti parlerò della mia scuola. Eh, certo, di cos'altro parlarti, è lì che passo la maggior parte del mio tempo. Tra studio, amici, professori è lì che mi diverto di più. Frequento la seconda media e la mia classe è molto varia, mi sembra una ricca macedonia dove ogni frutto ha un sapore diverso, ma tutto insieme diventa meravigliosamente gustosa. È così che siamo noi! Ognuno con la propria personalità, col proprio carattere, ma tutti insieme formiamo una grande squadra guidata pagina 8 di 22 SPAZIO SPONSOR A cura della classe I A pagina 9 di 22 – alla TEMPO LIBERO E BARZELLETTE P Il professor Ventola per fare un dispetto collega di religione racconta: Un angioletto, pieno d'ansia e d'apprensione, si rivolge a Dio: – Signore, hanno scoperto i codici del genoma umano – E Dio: – Benedetti hacker, devo cambiare la password! ierino al compagno alla fine del compito in classe: "Come è andata?". "Male, ho consegnato il foglio in bianco!" l professore di scienze e il pescatore "Maledizione anch'io! La maestra penserà che Il professore Canna da mezz'ora guarda un abbiamo copiato!". I pescatore che si sposta continuamente da uno scoglio all'altro. – Infine, incuriosito, gli chiede: ierino in classe: "Signora maestra ho buttato – Mi scusi, signore, perché lei cambia della carta dalla finestra". sempre posto? "Va bene, Pierino, ma non lo fare più'". – Toh! per non farmi riconoscere dai pesci Poco dopo entra in classe un bambino tutto P sanguinante. La maestra: "E tu chi sei?". "Io sono Della Carta". Due prof. ubriachi Il professore di Scienze, Merlot, e quello di Tecnica, Barbera, sono due a cui non dispiace farsi qualche bicchiere di buon vino. ierino alzati! E' ora di andare a scuola". Una sera, dopo avere gustato una bottiglia "Mamma, oggi non ho voglia di andarci". "Su alzati, lo sai che ci devi andare: hai 47 anni e ciascuno, si avviano a casa con l'auto. Incontrano una pattuglia della stradale che li sei il Preside". ferma. Merlot dice a Barbera: – Stai zitto che sei troppo ubriaco, parlo io – Buoooona seeera aaagente.... rofessore: "Chi sa cos'e' l'H2SO4?". E l'agente della stradale: Studente: "Io lo so e'...e'... ce l'ho sulla punta – Buona sera, patente e libretto... della lingua...". – Una vampata alcolica fuoriesce Professore: "E allora, imbecille, sputalo, che e' dall'abitacolo dell'auto e assale il acido solforico...". poliziotto che esclama: - Aahh ...abbiamo bevuto! … "P P Mamma, mamma, il limone ha il becco? No, Merlot non si trattiene e risponde: – Aaaanche nooi ... – Ho una sola possibilità per essere promosso quest’anno.. – Studiare? he cosa fa una giocatrice di pallavolo in un – No, sposare la figlia del preside teatro?La battuta. figlio mio. Ooopss, allora ho spremuto un canarino c – Il professore di informatica pagina 10 di 22 Pierino vede una Zebra ed esclama: "Questa sì Una maestra dice ad un alunno : io devo che è una vera ultras juventina!!!" dividere una torta in 31 parti come si chiama questa frazione ? Il ragazzo dice : tirchieria signora maestra! CREATTIVA ATTIVAMENTE: rubrica dedicata all'arte e alla creatività fantasiosa di tutti gli studenti. Illustrazione 2: Donna somala con gli occhi azzurri. PROGETTO MIGRANTI - Illustrazione 3: Disegni di nature morte su sfondo geometrico della classe I A Domenico Lovicario (III B) Illustrazione 5: Donna Somala con il braccio dietro la nuca: – PROGETTO MIGRANTI Illustrazione 4: PROGETTO: LA LOGICA DEL RICICLO. Oggetti in materiali riciclati prodotti dai ragazzi - Portacarte in plastica riciclata. Nicola Positano (III B) Edoardo Ponzio (III B) pagina 11 di 22 Commento articolo 21 della Costituzione Italiana “ Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.” Nel passato la libertà è stata spesso negata, non si avevano diritti, persino il voto non era per tutti: solo i ceti sociali più elevati potevano eleggere i loro rappresentanti. Anche per le donne non è stato facile nel corso della storia. Non avevano voce in capitolo nel lavoro e nella società e molto spesso erano costrette a sposare una persona sconosciuta e a subire maltrattamenti ed ingiustizie. Oggi le cose sono cambiate: la libertà di pensiero, di stampa e di opinione è un punto di forza dell'uomo che può esprimere le proprie opinioni senza timori. Tutti i cittadini hanno diritto di esprimere quello che pensano rispettando la dignità degli altri, creando un mondo più giusto ed assumendosi la responsabilità di quello che si dice. Federica Barnaba, classe III A IL TELEDRAMMA Signori e buona gente venite ad ascoltare: un caso sorprendente andremo a raccontare. E’ successo a Milano e tratta di un dottore che è caduto nel video cel suo televisore. Con qualsiasi tempo, ad ogni trasmissione egli stava in poltrona a guardare la televisione. Incurante dei figli pagina 12 di 22 non c’è verso di risolvere il drammatico telecaso. Andrà in Eurovisione? Diventerà pastore di quei greggi di pecore che sfilano per ore? Riceverà i malati Da quella scatoletta? Come farà dopo la visita a scrivere la ricetta? Ma tra poco, purtroppo, la trasmissione finisce: e se il video si spegne, il misero dove finisce? Fortuna che il suo figliolo studioso di magnetismo, per ripescarlo escogita un abile meccanismo. Compra un altro televisore e glielo mette davanti; il dottore ci si specchia e dopo pochi istanti per forza d’attrazione schizza fuori da quello vecchio e già sta per tuffarsi nel secondo apparecchio. Ma nel momento preciso che galleggia nell’aria, più veloce di gabbiano pagina 13 di 22 cartoni animati. Questo non è molto educativo, perché durante le ore di sonno potrebbero fare brutti sogni e quindi non riposerebbero tranquillamente. La televisione è caratterizzata da uno scorrere veloce di immagini e suoni: la pubblicità. Essa ci bombarda di inutili consigli per gli acquisti (a volte anche esagerati), interrompendo sistematicamente la visione di una gradita programmazione e prolungandone la Successivamente incontrerà suo padre che crede di aver perso una sera quando, a causa di una tempesta, finge di affogare opprimendo così il senso di avventura di Truman che aveva fin da piccolo. Egli però non si arrenderà e farà tutto il possibile per fuggire da quel posto (il set televisivo) e ritornare nella vita reale, dalla quale è strappato inconsapevolmente. Alla fine del film Truman riesce a spuntarla e Cristof si arrenderà; Truman dovrà scegliere se avere fama e rimanere in quel mondo ovattato, ma piatto e semre fine. Se sta accesa per molto tempo influenza le uguale, o se vivere nella realtà che può anche nostre abitudini di vita, le nostre idee, il nostro essere crudele. linguaggio e il nostro comportamento Alla conclusione del film molti alunni hanno diventando una ladra di tempo e di opinione. espresso il loro commento molto positivo, Tuttavia questo può succedere soltanto quando è perché ridestati alla realtà hanno capito fino a utilizzata male sia da parte di chi comunica, sia che punto può arrivare la televisione, privando da parte di chi riceve. La TV può essere una persona della proprio intimità e succhiandone la realtà. Gli attori hanno recitato importante, ma facciamone buon uso! bene veicolando il messaggio del regista alla Alessandra Luisi, classe III A perfezione: non tutto quello che la televisione ci mostra può essere vero e perciò dobbiamo cercare sempre la verità. THE TRUMAN SHOW: UNA VITA REALE IN UNA FINZIONE TELEVISIVA Roberta De Lellis, classe III A Sabato 3 marzo gli alunni della classe 3A hanno assistito alla visione del film “The Truman Show”. Il film è inserito a pieno titolo in una delle attività relative al percorso Tecnologia e Mass Media. Noi ragazzi ci siamo chiesti, vivendo in una società altamente tecnologica, se la televisione influenza negativamente le nostre vite. Il film parla di un uomo, Truman, che ha trent’anni e vive in un set televisvo con milioni di attori dove tutti sanno la verità tranne lui. Egli come ogni mattina saluta i vicini, compra il giornale e si reca al lavoro. Ben presto, dopo molti eventi, come un faro che cade dal cielo, lui capirà che si trova in un mondo non reale creato dal regista Cristof, che cercherà in tutti i modi di ostacolare la sua fuga per poter mantenere alti gli ascolti televisivi e il tanto sospirato audience. Truman, l’uomo vero, però ha un obiettivo: ritrovare il suo vero amore che gli è stato sottratto nel tentativo di spiegare tutta la verità. SPAZIO SPONSOR ATTUALITA': CITTA', REGIONE, MONDO Cellamare pronto per il “porta a porta” Verso la fine di Settembre, il sindaco di Cellamare, Michele Laporta, a causa della chiusura della discarica di cui Cellamare si serviva, ha inviato una lettera d’avviso agli abitanti di questo paese, per attuare una nuova organizzazione ambientale. Si tratta di esercitare la raccolta differenziata che verrà spiegata e pagina 14 di 22 chiarita a tutti i cittadini dai “Facilitatori ambientali” della Lombardi Ecologia. Verrà consegnato ad ogni condominio o azienda, il kit per la differenziata che prevede l’uso di buste APPUNTAMENTO AL ... apposite e di un nuovo calendario con informazioni utili sul nuovo servizio. Ognuno ha ricevuto dal comune tre bidoni di diversa grandezza e delle buste apposite. I tre contenitori sono: • Per l’INDIFFERENZIATO-colore grigio; • Per l’UMIDO-colore marrone. • Le buste che sono state consegnate sono: • Per il VETRO-in iuta; L’Olocausto visto • Per la PLASTICA-in plastica, colore PLASTICA gialla; con gli occhi dei bambini • Per la CARTA-in plastica, colore bianca. Ciò renderà Cellamare il primo paese in Puglia per il rispetto ambientale e per la pulizia. Crediamo che sia una buona idea abituare i cittadini a questo nuovo impegno che presto e nel tempo diventerà un dovere. Ringraziano: Il Comandante della Polizia Municipale, L’Assessore all’ambiente e il Sindaco. GENERE: Drammatico, Storico REGIA: Roselyne Bosch Vento di Primavera SCENEGGIATURA: Roselyne Bosch ATTORI: Jean Reno, Mélanie Laurent, GadElmaleh, Hugo Leverdez, Joseph Weismann, Oliver Cywie, Mathieu Di Concerto, Romain Di Concerto, Sylvie Testud, Anne Brochet, Jean-Michel Noirey, Roland Copé, RaphaëlleAgogué TRAMA DEL FILM VENTO DI PRIMAVERA: La Francia è sotto l'occupazione tedesca. pagina 15 di 22 Gli ebrei vengono prima costretti a portare la stella gialla, poi vengono allontanati da ogni luogo pubblico, dal loro impiego, dalle scuole. Nel quartiere di Montmartre vivono molte famiglie ebree tra cui quella di Joseph, 10 anni. Nella notte tra il 15 e il 16 Luglio, oltre 13.000 ebrei furono arrestati a Parigi. Vennero divisi in 2 categorie: le famiglie con figli e le persone nubili. Le prime, radunate nello stadio del velodromo d’inverno, il Vel d’Hiv di Parigi. I secondi smistati nel campo di Drancy, alla periferia della capitale francese, in attesa di essere deportati ad Auschwitz. Ma un mattino Joseph e gli altri bambini vengono separati dai genitori... Recensione Scena iniziale: Joseph, un bambino di dieci anni deve andare a scuola; porta cucita sul petto una stella gialla. E' una mattina di giugno. In quella stella gialla c’è già tutto il dolore che dovranno patire gli ebrei, c’è già il presentimento delle atrocità. Però nel buio di ogni grande sventura c’è sempre una flebile luce che dà speranza. Infatti il film prende avvio proprio dall’ evento traumatico del rastrellamento avvenuto a Parigi, nella zona “non libera” tra il 15 e il 16 luglio, mettendo in evidenza subito la figura dell’infermiera Annette, che farà tutto il possibile per aiutare Joseph e gli altri bambini ebrei, e del dottore Sheinbaum . Nel Velodromo, dove vengono radunati gli ebrei, le condizioni di vita sono precarie, non c’è acqua ed il cibo è razionato. Una mattina i pompieri addirittura simulano un incendio per dissetare i malcapitati. Alcuni giorni dopo i “prigionieri” vengono portati in un campo di concentramento nel dipartimento della Loira. Qui gli ebrei devono continuare a fronteggiare fame e sete. In un secondo momento, poi, i genitori ed i figli più grandi vengono condotti al campo di sterminio di Auschwitz, mentre i più giovani restano. E’ a questo punto che Joseph mette in atto gli ultimi consigli di sua madre dandosi alla fuga insieme ad un suo compagno. Purtroppo non può portare con sé il suo migliore amico, perché è impossibilitato a camminare velocemente per un’ernia. Joseph si salva ed alla fine della guerra ritrova Annette in un hotel parigino, dove venivano accolti i sopravvissuti dei campi di concentramento. L’intera vicenda è narrata dal punto di vista del bambino che intreccia la propria terribile storia personale con quella corale di milioni di ebrei. La regista, infine, mette a confronto le due realtà che fanno da sfondo alla “retata”: da un lato i francesi che vogliono proteggere gli ebrei e fanno di tutto per nasconderli e aiutarli, dall’altro un governo “collaborazionista” che li tratta al pari di “cose”. Il film, perciò, svela complicità e conflitti, diventando una sorta di atto di accusa. a cura di Francesco Di Natale (III B) LABORATORIO TEATRALE Prove tecniche di……..teatro! Il teatro fa parte da sempre delle attività importanti della nostra scuola. Quest’anno il progetto d’istituto porta il titolo “Migranti” e prevede l’allestimento di un recital sulla tematica delle migrazioni che da sempre hanno interessato i Paesi di tutto il mondo per molteplici motivi. Dovreste vederci!! Salperemo su di una nave per l’America insieme con gli emigranti italiani e viaggeremo in terza classe, lasciando sul molo le madri ed i figli piangenti; ma saremo anche su di una “Carretta del mare” con i profughi africani, e pagina 16 di 22 avremo paura, sbalzati di qua e di là dal mare in tempesta. Insomma, stiamo cercando di calarci nei personaggi ed alterniamo momenti di serietà a momenti di divertimento. Molti dei ragazzi coinvolti si stanno cimentando anche in balletti e originali coreografie e addirittura stanno imparando il... valzer! Stanno nascendo anche nuove amicizie tra di noi. Molti hanno scoperto una vera e propria passione per il canto, la recitazione e il ballo, cosa che non avrebbero mai immaginato prima! Comunque, anche se i neo-ballerini si pestano continuamente i piedi a vicenda ed i neo-attori non si ricordano bene a memoria la parte, tutti stiamo dando il meglio di noi stessi. Nonostante le paure iniziali, perché temevamo di non riuscire a stare sulla scena, ognuno ha avuto la parte a seconda delle proprie capacità. Perciò ci basta un copione tra le mani per sognare di essere attori provetti. Naturalmente per l’allestimento dello spettacolo utilizziamo le ore pomeridiane del tempo prolungato, che ben si presta all’attività laboratoriale. In conclusione, per me il teatro è un'ottima occasione per stare insieme e collaborare con gli altri. Si scoprono nuove passioni e doti rimaste nascoste. Insomma, c'è del talento in ognuno di noi. A volte basta impegnarsi per farlo emergere! Giada Mancini, classe IIIB C'è un po' di terra del mio villaggio, per non restare solo in viaggio … un vestito, un pane, un frutto, e questo è tutto. Ma il cuore no, non l'ho portato: nella valigia non c'è entrato. Troppa pena aveva a partire, oltre il mare non vuol venire. Lui resta, fedele come un cane, nella terra che non mi dà pane: un piccolo campo, proprio lassù … Ma il treno corre: non si vede più. In occasione della nascita del giornalino scolastico IL GRILLO PARLANTE, noi alunni della III B, della scuola media statale “N. Ronchi”, abbiamo voluto intervistare la nostra dirigente scolastica, Isabella Miccolis, per conoscerla meglio e, soprattutto, per poterne fare un ritratto inedito, che la raffigurasse al di fuori della sua veste istituzionale. Infatti le abbiamo rivolto sia domande riguardanti il suo ruolo di Preside, sia domande prettamente personali. A voi le nostre domande e le sue risposte. DOMANDA: Le piace fare la Preside? RISPOSTA: Posso dire senz’altro di sì! D. Perché ha scelto questo lavoro? R. Sono partita facendo la psicologa, lavorando nelle ASL. Poi, avendo una laurea in IL TRENO DEGLI EMIGRANTI Filosofia ho potuto insegnare. Infine, ho di Gianni Rodari partecipato al concorso a Preside e l’ho superato. Il mio primo incarico è stato proprio qui a Non è grossa, non è pesante Cellamare. Ho scelto questo paese perché ritengo che in una realtà piccola come questa si la valigia dell'emigrante … pagina 17 di 22 media. E’ commovente assistere alla vostra formazione, ai vostri cambiamenti. C’è chi era timido ed ora è diventato più estroverso, chi era polemico ed esuberante ed ora è più composto. Qualcuno di voi non si staccava dal il “ciuccio” Inoltre, la scuola e voi alunni mi avete dato quando l’ho visto per la prima volta ed ora è un molto in questi anni. Infatti nel mio lavoro non si ragazzone alto e forte. smette mai di imparare, di aggiornarsi ed io ritengo di stare ancora imparando. Ho avuto D. Che cosa ne pensa dei ragazzi di oggi? sempre il senso del dovere e ogni giorno mi R. Penso che siano un po’ troppo superficiali, concentro per adempiere al meglio ai compiti del poiché sono presi dalla fretta e dalla frenesia di dirigente, anche se sono molto critica con me fare tante cose e non si soffermano, in realtà, a stessa e spero di dare sempre di più. riflettere su nessuna. Purtroppo è la nostra possa lavorare bene , grazie alla collaborazione di tutte le figure istituzionali e non, presenti sul territorio, dal Sindaco al Parroco, al Comandante dei Carabinieri. D. Il suo lavoro è faticoso? società supertecnologica e massmediatica che velocizza tutto ed influenza queste nuove R. Ci sono momenti di gratificazione, come generazioni. quando riusciamo ad ottenere risultati D. Quando lei era un’alunna quali erano le soddisfacenti dagli alunni. Perciò io mi sento come “un mattoncino che serve a costruire un sue materie preferite? palazzo” e che, sebbene sia piccolo, dà il suo R. La matematica alle scuole elementari, la contributo non facendolo crollare. filosofia e la storia alla scuola superiore. D. I problemi lavorativi influenzano la sua vita D. Aveva paura di sostenere l’esame di terza privata? media? R. Fortunatamente le preoccupazioni della vita R. Sì, avevo paura, anche se avevo studiato e scolastica riesco a non portarle a casa. Ho, mi ero preparata. infatti, la capacità di non trasmettere ai miei D. Il mondo della scuola è cambiato rispetto familiari inquietudine per i problemi del mio lavoro. A loro volta, gli eventuali problemi a quando lei era una studentessa? familiari non interferiscono con il lavoro R. Sì, era molto diverso. C’era maggiore scolastico. Posso dire che riesco a “staccare la distacco tra docenti e studenti , ma direi che era spina” e a mantenere la sfera scolastica separata maggiore il rispetto da parte di questi ultimi e da quella familiare. delle loro famiglie. Anzi, c’era notevole collaborazione da parte delle famiglie. I genitori D. Qual è l’aspetto più bello del suo lavoro? erano molto più severi nei confronti dei figli ed R. L’aspetto più bello è quello della relazione, il ruolo dell’insegnante non veniva mai dello stare a contatto con le persone. Infatti io sminuito,assumendo, quindi, un diverso cerco di mettermi, quanto più possibile, nei prestigio. Oggi, invece, gli studenti sono distratti panni delle altre persone e dei loro problemi, e attratti da altro e dedicano poco tempo allo facendomene carico come se fossero i miei. studio che invece li dovrebbe formare per la vita. Ricordatevi, ragazzi, che questi sono gli anni più D. E qual è l’aspetto più brutto? fruttuosi per l’apprendimento! R. Direi la parte amministrativa, perché toglie D. Ha qualche sogno che vorrebbe realizzare del tempo prezioso ad un dirigente che vuole far sentire costantemente la propria presenza ed il in questa scuola? proprio sostegno agli alunni. R. Se tutto va bene dovremmo riuscire a D. Qual è l’esperienza più bella fatta in questa migliorare gli spazi interni ed esterni della palestra. I lavori di ristrutturazione dovrebbero scuola? partire quest’estate e…. per la gioia dei ragazzi R. L’esperienza più bella è quella di potervi si sistemerà anche un campo di erba sintetica. vedere crescere, dalla scuola materna alla scuola pagina 18 di 22 D. Noi ragazzi di III B abbiamo potuto sperimentare i vantaggi del tempo prolungato. Ci siamo resi conto che attività come “il giornalino della scuola”, il recital e i vari progetti d’istituto sono realizzabili proprio grazie alle ore supplementari. Lei cosa ne pensa? in particolar modo l’Italia sono costrette ad affrontare. Non è facile: da un lato si vorrebbe tendere volentieri una mano a questi fratelli e queste sorelle meno fortunati di noi, dall’altro ci si trova dinanzi ad un esodo che si fa fatica a contenere. Non va, però, dimenticato che fino a poco tempo fa eravamo noi italiani a portare in mano la valigia di cartone dell’emigrante. E’ per questo che il desiderio di “capire” mi ha spinto ad intervistare, tramite Internet, una giovane extracomunitaria fuggita nel nostro Paese. R. Io ho sempre insistito affinchè le famiglie scegliessero il tempo prolungato. La scuola può offrirvi questa opportunità che serve proprio ad approfondire la vostra cultura, facendovi lavorare insieme anche in maniera divertente. Perché non approfittarne? Forse adesso non lo Giada – Come era la vita che conducevi nel capite, ma ,una volta adulti, ricorderete con gioia queste esperienze, che costituiranno la ricchezza tuo Paese fino al giorno in cui hai deciso di partire? – del vostro bagaglio culturale. D. Secondo lei quali sono i vantaggi Fortune – In Somalia la mia vita era dell’Istituto comprensivo? meravigliosa: mio padre faceva parte del R. Innanzi tutto nell’Istituto comprensivo c’è Ministero degli Esteri, quindi avevamo la maggiore raccordo fra i docenti e poi, non vorrei possibilità di andare ovunque volessimo. Mia ripetermi, qui è possibile seguire l’intero madre era imprenditrice. Purtroppo, però, nel percorso formativo dell’individuo, dalla materna 1991 in questo Paese è divampata la guerra alla media. civile.D. Quale consiglio vuole dare ai ragazzi che Giada – Quali sono le cause che ti hanno leggeranno l’intervista? spinta a partire? R. Quello di essere solidali tra loro, di Fortune – Nel ’92, quando avevo solo dieci volersi bene e di rispettarsi in ogni momento. Inoltre, mi raccomando ragazzi, abbiate sempre anni, hanno assassinato mia madre.– il senso del dovere! Giada – Chi ti ha fatto venire e con quale L’intera classe III B ringrazia la dirigente mezzo sei arrivata in Italia? Isabella Miccolis per il tempo che ci ha dedicato e per i preziosi insegnamenti che ha voluto darci Fortune - Essendo molta piccola per rimanere da sola, mia zia mi ha fatto venire in Italia, con un visto per famiglia. Sono arrivata con l'Air France. - Immigrazione: il rovescio della medaglia (quando una ragazza non si sente integrata) L’immigrazione clandestina e non, dai Paesi del Terzo mondo e dalle zone del Pianeta tormentate dalla guerra, è una delle problematiche che da sempre l’intera Europa ed Giada – Che accoglienza hai ricevuto in Italia? Fortune - All'inizio, se devo essere sincera, mi sono trovata sia bene sia male. Anche se parlavo correttamente l’arabo, il somalo, l’inglese, in meno di sei mesi ho dovuto imparare la lingua italiana e l’ho saputo fare così in fretta che, quando ho fatto l’esame di terza media, i miei insegnanti sono rimasti a bocca aperta. Nonostante tutto ho subito delle discriminazioni pagina 19 di 22 da parte dei professori, perché, anziché, premiarmi, per lo sforzo fatto, mi dicevano che non conoscevo ancora la lingua italiana a sufficienza.Giada - Cosa stai facendo in questo periodo?Fortune - Attualmente, mi sto semitrasferendo in Inghilterra, dove c'è il resto della mia famiglia, perché in Italia le cose non migliorano, ma peggiorano giorno dopo giorno. E questo è dovuto soprattutto alla gente che governa, perché loro non sanno neanche come vive la gente italiana, se ce la fa ad arrivare alla fine del mese, figuriamoci se comprendono i bisogni degli immigrati! - Illustrazione 6: volto di donna somala con velo giallo, disegnata da Lucrezia Quarto III B PROGETTO MIGRANTI Giada – Perché hai scelto l’Italia?Fortune - Non l'ho scelta io, sono stata costretta a viverci. -. Giada – Secondo te, in Italia, c’è vera integrazione? Fortune – Secondo me no, perché l’immigrato è trattato sempre da extracomunitario anche se ha la cittadinanza. Questo non avviene negli altri stati europei. Quindi, finché c'è questa mentalità in Italia, uno straniero non potrà mai, dico mai, avere un futuro sereno e tranquillo..Giada – Grazie!- Le origini di molti ragazzi italiani spesso possono essere ricondotte a Giada Mancini,classe III B Paesi extraeuropei. Io sono uno di quelli ed il mio cognome, ElWardany, rimanda ad un popolo che vive sulle sponde dell’Africa settentrionale: quello egiziano. Mio padre venne in Italia all’età di diciannove anni per motivi di studio, perché voleva migliorare la sua vita. Alessandro- Papà, quale era la tua condizione di vita in Egitto? – Padre – Lì era difficile trovare lavoro persino con un titolo di studio. Alessandro – Tu lavoravi?Padre – Sì, io lavoravo nella fabbrica di ghiaccio di famiglia che, ad un certo pagina 20 di 22 punto, ha avuto un problema finanziario ed è stata costretta a chiudere. Così io ho voluto dedicarmi allo studio e sono venuto in Italia. tutto l'istituto è raffigurata una piccola Rom che sbuca da dietro un drappo appeso, sembra voler invitare il lettore alla scoperta di un mondo sconosciuto, ma spesso additato. La dedica fa tornare alla mente immagini Alessandro – Dove sei andato, commentate con occhi lucidi e grande all’inizio? – indignazione nel cuore Padre – Prima sono stato a Milano, Cristina e Violetta, dove ho fatto il cameriere in un “A della nostra indifferenza”. ristorante, per poter comprare i libri per vittime Questo libro parla con parole semplici che studiare, visto che erano costosi. arrivano non solo al cuore dei ragazzi, ma anche Alessandro- E tu non avevi già un quello degli adulti, facili prede di pregiudizi, titolo di studio?indifferenza e intolleranza. Padre- Sì, ma poiché il mio titolo di Sevla, la bambina rom protagonista del racconto, studio non era valido in Italia, volevo ci fa conoscere i sentimenti, le umiliazioni di chi sa di essere diverso; si sente e si rende invisibile prendere il diploma italiano.tra la gente, la quale è pronta a giudicare il suo Alessandro – E poi, dove sei aspetto, il suo mondo, i suoi valori. andato?Tra queste pagine emerge lo stato d’animo della Padre – A venti anni sono arrivato a protagonista, messa all’angolo dai compagni di Bari. Qui ho conosciuto tua madre e classe, ma anche la sua forza nel contrapporsi ai di coetanei prepotenti. l’ho sposata. Ho avuto te e le tue soprusi In queste pagine la cronaca fa da sfondo: sorelle.intolleranza ai campi Rom, azioni di bullismo; Alessandro- Sei soddisfatto adesso povertà degradante e la mancanza di lavoro della tua vita?dignitoso, trampolini verso droga, alcolismo, Padre – Sì, abbastanzadelinquenza e lo smembramento del nucleo familiare. Alessandro ElWardany, classe III B Emergono due figure femminili importanti: Vanda, una donna strana, provata dalle vicissitudini della vita e la Maricucci, una professoressa che crede nel suo lavoro e sa avvicinarsi alla protagonista senza giudicare. Dolcissima e saggia la figura di Papo Mirko, fondamentale per la giovane Rom, rappresenta la saggezza, la tradizione, il mondo ancorato ai valori della vita. Le descrizioni dei personaggi sono particolareggiate più a livello introspettivo che dal punto di vista fisico, ma questa è una prerogativa dell’autrice. Riesce a dipingere con le parole i sentimenti, le sensazioni, le intime ansie dei suoi personaggi e intrappola il lettore in una dimensione, viva, vera, senza sofisticazioni; le descrizioni dei luoghi sono vere finestre in quel mondo, racchiuso in questo scrigno da leggere tutto d’un fiato. Il nostro presidio del libro: Ancora un problema sociale alla base di una sua I bambini invisibili opera, trattato con la semplicità richiesta per Sulla copertina del libro che abbiamo letto in pagina 21 di 22 avvicinarsi al mondo dei ragazzi, ma con la profondità di una professionista di grande talento, quale è Pina Varriale. pagina 22 di 22 Deborah Carlucci, classe II B