AXA 2-2015_inserto 15-07-2015 9:10 Pagina I SP EC IA LE 200Anni OPERA S. DOROTEA CALCINATE 1815 2015 AXA 2-2015_inserto 15-07-2015 9:10 Pagina II AXA 2-2015_inserto 15-07-2015 9:10 Pagina III 200 anni OSD Saluto della Superiora generale Madre Marialuisa Bergomi III È dono e benedizione del Signore commemorare i 200 anni dell’Opera di Santa Dorotea, in questo luogo in cui essa ha avuto le sue origini e i suoi primi sviluppi. Celebrare questa “memoria” nella liturgia eucaristica ci fa sentire in relazione con la Chiesa, commensali al banchetto del Regno. Sono con noi, in questo momento carico di gratitudine e di lode, la Famiglia dorotea presente in Italia e nel mondo; le persone che ci hanno preceduto, e che oggi avvertiamo vitalmente presenti; i giovani, destinatari privilegiati dell’Opera e, in modo particolarissimo, il beato Luca Passi, sacerdote di questa Chiesa che è in Bergamo, qui rappresentata dal Vicario generale Mons. Davide Pelucchi che ringrazio di cuore, per aver accolto l’invito a presiedere la celebrazione. Il Bene che di generazione in generazione ci ha raggiunto, oggi, prende il volto concreto di numerosi laici e suore dorotee chiamati a continuare, insieme, l’Opera di Carità spirituale che Dio Padre ha suscitato nel cuore del Beato Luca e che è giunta fino a noi. Un grazie vivissimo al Parroco, Don Davide Gregis, ai sacerdoti, al Sindaco, al gruppo dei Cooperatori, alle mie consorelle che saluto cordialmente, e alla popolazione di Calcinate che ci ha riservato la sua calorosa accoglienza. AXA 2-2015_inserto 15-07-2015 9:11 Pagina IV IV Duecento passi e molti di più No, sarebbero stati molti di più i passi che avresti dovuto fare per partecipare a tutte le iniziative organizzate per i 200 anni dell’Opera di S. Dorotea. Molte iniziative? Io sapevo che questo era il titolo di uno spettacolo. Ti spiego: a Calcinate domenica 14 giugno pomeriggio, in un teatro davvero gremito, mi sono proprio goduta la rilettura dei passaggi chiave dell’intuizione pastorale-educativa di don Luca Passi. Ah, sì la Pia Opera che, per esempio, Serafina Regis ha sostenuto e diffuso in Val Trompia. Serafina, una donna semplice, ma davvero robusta nella fede e nella capacità di coinvolgere molte donne nel compiere il bene. Ne hanno parlato in un incontro interessante tenutosi a Carcina il 26 aprile 2015. Ok, anche nello spettacolo di cui ti parlavo è emersa la preziosità del ruolo della donna, come colei che promuove la vita della persona con un tocco di bellezza e di tenacia, perché capace di guardare oltre, di custodire i semi del fiore che ancora non si vede. Le donne povere e quelle benestanti della Brescia del 1800 non sempre sono riportate dai libri di storia, ma hanno contribuito in modo significativo a tessere il contesto sociale ed ecclesiale della città lombarda che in quel tempo contava non poche situazioni problematiche! Mi ha colpito molto la mostra allestita nella Parrocchia di s. Giovanni, in città, dove l’Opera si sviluppò con straordinaria vitalità. Nello spettacolo ho visto spesso la figura della suora coinvolta in ambito parrocchiale, ma ho sentito che le Dorotee sono impegnate anche in campo scolastico. Appunto! Se tu i 200 passi li avessi fatti davvero, ti saresti potuto godere la festa dei 50 anni della Scuola Materna Paolo VI a Brescia: un arcobaleno di colori e un arcobaleno di volti vispi e sbarazzini, e quella della scuola di Thiene: foto, parole sapienti e le belle voci del coro, in cui si sono lasciati coinvolgere anche i genitori. Ah, beh, allora se vogliamo dirla tutta, anche nel mio spettacolo ci si spostava da Calcinate al mondo intero. Abbiamo visto AXA 2-2015_inserto 15-07-2015 9:11 Pagina V V scorrere volti e paesaggi dell’Africa, dell’Albania, dell’America Latina dove suore e laici promuovono il bene di bambini e ragazzi, spinti dall’invito forte di don Luca: mettete fuoco d’amor di Dio e non stancatevi mai! Hai ragione! Sul mio computer ho salvato alcune mail “dorotee” che mi sono arrivate da mezzo mondo. Anche là don Luca e la sua intuizione sono stati festeggiati con suoni e colori e con il desiderio di essere, in mezzo alla gente, sempre più come lui e Dio ci vuole. Un dubbio: ho intravisto nella carrellata diverse foto di Venezia, ma le suore ci sono anche lì? Certo. A Venezia c’è la Casa Madre, perché l’Istituto delle Suore è nato lì nel 1838. Il 18 aprile si è tenuto un incontro interessante, in cui abbiamo potuto riscoprire figure ed eventi importanti e riascoltare pensieri e riflessioni, che guidano sapientemente i nostri PASSI! Ho capito! due, duecento, duemila passi. Non è il numero che importa, ma la loro direzione e il loro scopo: avvicinare l’uomo a Dio per tessere trame di fede luminosa, carità ardente, speranza audace. Suor Elena Palazzi Un giorno di metà Giugno a Calcinate E poi un giorno di metà giugno ti ritrovi a correre sotto una pioggia battente con il cielo quasi nero e il vento che rimarca il fastidio. L’acqua ti sbatte sul volto e penetra tutti i tuoi vestiti. Per quei cinque lunghi quasi interminabili minuti è come se tutta la tua vita ti scorresse davanti agli occhi. Corre con te nella tua mente. E così ripensi a tutte quelle corse che hai affrontato. A quei momenti in cui la cosa che ti importava era correre anche senza un motivo preciso, anche senza sapere bene la tua metà. L’importante era correre! Ripensi a quelle corse che spesso ti hanno tolto il fiato, che lì per lì, ti facevano sentire appagata ma che dopo non lasciavano niente in te. Mentre corri qualcuno che ti conosce grida il tuo nome ma tu non hai il tempo di capire chi è. E continui a correre. E ripensi, quindi, a tutte quelle persone che sono passate nella tua vita, che hanno creduto anche per un solo piccolissimo istante in te. I loro volti si accendono nella mente, così come ritornano quelle tracce di bene che vi hanno lasciato. AXA 2-2015_inserto 15-07-2015 9:11 Pagina VI VI E mentre continui la corsa può capitare di sfiorarti con quelle persone che ti hanno sempre incoraggiata, sostenuta, guidata, aiutata. Per un istante ti giri in cerca del loro sguardo: loro ci sono e con i loro sorrisi sono lì a confermartelo. La corsa continua anche se non sai bene dove stai andando. Ma ti fidi di chi ti sta precedendo. Il cuore è in gola, batte forte. Ma hai ancora un istante per pensare a quelle domande che erano depositate nella tua mente e nel tuo cuore e che ora si rimettono in circolo e con loro viene fuori tutto l’amore che fino a quel momento ha fatto vibrare la tua esistenza. E così la corsa termina davanti ad una grande sala adibita a festa, zeppa di tavoli che di li a poco si riempiranno. E ti guardi in giro e pensi che è stata proprio una grazia esserci in questo “qui” e “ora”. Capisci che la vita è davvero una festa nonostante gli imprevisti. Pensi che la vita deve essere condivisione di quel poco che si è, altrimenti quel sedersi uno a fianco all’altro per gioire insieme non ha significato. Ti accorgi di quanto bene è passato nella tua vita in questi anni. Di quante persone che ti stimano, ti vogliono bene sono lì con te per cantare, ringraziare, annunciare. Ti sorprendi davanti ai prodigi di Dio e ti meravigli davanti a chi nella vecchiaia continua a dare frutti verdi e rigogliosi. Ti lasci inondare dalla fiducia di quei volti gioiosi per uscire da tutto ciò che ti blocca, da tutto ciò che bagna fastidiosamente la tua vita (oltre ai tuoi vestiti). Rifletti sui semi gettati sul terreno della tua esistenza: a quanti germogli andati avanti o lasciati volutamente seccare o nati spontaneamente. Ti vengono in mente anche tanti piccoli frutti che con pazienza e tenacia hai raccolto e quelli che stai per raccogliere. Immagini quel seme che è stato preso e piantato in questa terra bergamasca. Come in duecento anni è cresciuto, fortificato, diramato. Pensi a come ciascuno con la propria storia e per un motivo diverso ha saputo posarsi su questi rami, a come ha trovato dimora e ristoro, conforto e coraggio, rifugio e forza. E riaffiora nella tua mente il momento quando anche tu sei “uscita fuori” e finalmente hai potuto ammirare e gustare la sua bellezza, la sua semplicità, il suo riparo. Pensi a come un piccolo seme gettato duecento anni fa sia cresciuto nel corso degli anni e sia divenuto sempre più grande nonostante l’alternarsi delle stagioni, delle persone. Oggi quel piccolo seme è un albero forte alla cui ombra ci sono tavole piene di persone contente. La tua corsa riprende ma con uno spirito nuovo, diverso. Nuove motivazioni spingono sulle tue gambe. Inattese vibrazioni fanno pulsare il tuo cuore. E una vocina ti sussurra: il maestro è qua ti benedirà puoi esibirti, sbizzarrirti. È il momento tuo; lanciati così, butta fuori il meglio adesso, sì l’anima ce l’hai, conta su di lei, puoi sfidare il mondo adesso, o mai! Giusy Canino AXA 2-2015_inserto 15-07-2015 9:11 Pagina VII Brescia Un punto fermo da cui ripartire VII Raccontare la propria storia è indispensabile per tenere viva l’identità… Non si tratta di coltivare inutili nostalgie quanto di percorrere il cammino delle generazioni passate per cogliere in esso la scintilla ispiratrice, le idealità, i progetti… Prendere coscienza di come è stato vissuto il carisma, quale creatività ha sprigionato, quali difficoltà ha dovuto affrontare il Fondatore e come sono state superate… (Papa Francesco Lettera apostolica ai consacrati). Sembrava impossibile poter condurre un lavoro di ricerca in una realtà piccola, fragile e frammentata come la nostra. Ma, come spesso accade, abbiamo realizzato un massimo di vita in un minimo di struttura. Il passato Don Luca Passi venne a Brescia, per la prima volta, a predicare le Missioni presso la Basilica delle Grazie, nel 1820, chiamato dal Vescovo Gabrio Maria Nava con il quale aveva rapporti di amicizia. Nel libro “La città dolente” di Sergio Onger (pag. 222) si legge che nel 1820 il Vescovo aveva affidato al prevosto della parrocchia di S. Giovanni, Faustino Rossini, supportato da alcune “pie donne”, la direzione di un ospizio denominato “Pia Casa delle povere figlie abbandonate e pericolanti”. Venivano accolte ragazze di età compresa tra i 12 e i 16 anni: “erano più povere e abbandonate che pericolanti, più bisognose di sussistenza che di tutela dell’onore”. Don Luca Passi rivolse l’attenzione alle “pie donne”, ma anche al contesto di “sostanziale sfiducia verso le ragazze di basso livello sociale” e alla “totale assenza di una pedagogia positiva che facesse intravedere un futuro diverso”. Nel 1815 egli aveva dato avvio, nella parrocchia di Calcinate (BG), all’esperienza dell’Opera di S. Dorotea, diretta a “istillare nei cuori di alcune poche fanciulle, il timor santo di Dio e formarle al buon costume”. A Brescia conobbe l’abate Antonio AXA 2-2015_inserto 15-07-2015 9:11 Pagina VIII perché possa servir di modello”, scriveva alla Marini. L’Opera di S. Dorotea a Brescia ebbe una sorprendente accoglienza: nel 1828 era interparrocchiale con presidente la contessa Alessandra Gambara, vice presidente la nobile Elena Girelli, cancelliera la giovane maestra Marina Marini sulla quale si era posato lo sguardo paterno di don Luca per dare continuità al carisma e all’Opera da esso generata. VIII Fontana, Paola di Rosa, Lodovico Pavoni, Giacinto Mompiani, Clemente di Rosa, i Padri della Pace, un laicato e un clero che, stimolati dal vescovo Gabrio Nava, seppero creare una rete di carità operosa e rivitalizzare alcune strutture, abbandonate a seguito dei decreti napoleonici e dell’Impero austro-ungarico. Le opere socio-educative sorte a Brescia nella prima metà dell’Ottocento sono la testimonianza che l’educazione era la principale espressione di carità. “Brescia, scrive il Dentella, è una città che attirò la predilezione di don Luca. In Brescia egli parlava di porre il quartiere generale dell’Opera; per qui erigere una casa del suo Istituto scrisse un rilevante numero di lettere; qui veniva spesso a predicare missioni e Esercizi, qui si recò con frequenza a visitare, ordinare, disporre quanto concerneva le sue opere… qui poté raggiungere il desiderato intento di piantarvi una delle dilette case dell’Istituto”. “Vi raccomando di organizzare bene la parrocchia di San Giovanni, proprio secondo la regola, Il presente La mostra, allestita in via Capriolo, 36, con schede storiche e 350 disegni dei ragazzi delle scuole statali e paritarie e di alcune studenti dell’Accademia “S. Giulia”, ha raccontato il passato e risvegliato la consapevolezza che i giovani hanno bisogno di adulti credibili capaci di condurre ogni esistenza fuori dal guscio perché possa diventare un bene per se stessa e per la società. La legalità, anello che salda la responsabilità individuale alla giustizia sociale, è stato il tema trattato dall’avv. Sabrina Baglioni la sera del 13 aprile, nella sala civica “San Carlino”, mentre la mattina del 14 è esplosa la festa con i ragazzi coinvolti nel progetto, accolti dall’assessore alla Scuola del Comune di Brescia, signora Roberta Morelli. 200 palloncini hanno colorato l’azzurro del cielo di Brescia e sono stati il segno visibile che il passato, non si può trattenere, ma deve sollecitare a “osare strade nuove” da percorrere “con” i giovani. Il futuro “Le Radici del nostro futuro: preludio per una rinascita”, titolo del progetto, tracciava la strada: fedeltà e creatività, aperti al futuro. “Decentrati”, come disse Papa Francesco, e “ricentrati” sull’essenziale. Ora tocca a noi essere “il fiore di mandorlo” nelle periferie, geografiche ed esistenziali, per diffondere il tesoro carismatico che ci è stato affidato: un punto fermo da cui ripartire. Il lavoro, oltre a contenere i germi di una svolta, ha suscitato un sentimento di gratitudine non per un passato, ma per qualcosa che c’è, che è vivo e che aiuta a vivere. Suor Veritas Caset AXA 2-2015_inserto 15-07-2015 9:11 Pagina IX The Europe day IX La Festa dell’Europa di quest’anno è stata connotata dall’avvenimento dell’EXPO, e soprattutto dal suo tema guida: nutrire il pianeta. Energia per la vita. Nella mattinata i bambini delle elementari e i ragazzi delle medie hanno così presentato, e a volte anche fatto gustare! ricette tipiche di alcuni paesi europei che via via andavano a colorare una grande cartina. La colonna sonora dell’Eurovisione accompagnava questi gesti. Si intrecciavano nel frattempo canzoni cantate e mimate dagli alunni, che evidenziavano l’importanza di mangiare sano, di mangiare piano, l’indispensabilità dell’attività fisica. Canzoni che provenivano dall’Inghilterra, dalla Spagna, dal mondo tedesco, così che le competenze linguistiche si consolidano e le distanze si accorciano. Le parole rivolte agli alunni dal Presidente del Consiglio di Istituto e la preghiera fatta insieme hanno dato spazio anche alle sollecitazioni di Papa Francesco a guardare alle opere ma soprattutto ai volti del nostro mondo, per imparare a costruire un’Europa solidale anche con chi ha meno prospettive di futuro e, magari, bussa alla sua porta. English drama The Wizard of Oz Hai mai desiderato andare lontano? Lasciare i soliti volti cari ma a volte noiosi? Seguici allora nel viaggio più travolgente e colorato: volti nuovi e perenni timori; la lotta dove il bene vince sempre con forza e dolcezza e ti riporta più sorridente che mai nella tua terra, nella tua vita, nel profondo del tuo cuore dove brilla un luccicante sentiero dorato! Queste le parole con cui veniva introdotto lo spettacolo teatrale The Wizard of Oz, un’esperienza importante che quest’anno è stata proposta agli alunni della scuola Media e a quelli di quarta e quinta delle Elementari. Gli alunni, una ventina, hanno lavorato sodo da ottobre a maggio e quindi si sono cimentati nella recitazione in lingua inglese (che è risultata al pubblico fluida e ben impostata) e nelle diverse performance loro richieste. C’era infatti chi cantava come solista o in gruppo e chi AXA 2-2015_inserto 15-07-2015 9:11 Pagina X X impersonava simpatici folletti, che sapevano accompagnare i momenti più felici, ma anche quelli di maggior trepidazione all’arrivo della strega cattiva! Insomma, tutti abbiamo accompagnato Dorothy nel suo viaggio e l’abbiamo piacevolmente sostenuta nel ritrovare nel suo mondo, a casa sua, tra i suoi cari il tesoro che la sapeva rendere felice. Suor Angela Gheda Venezia Sui passi del Beato Luca La sfida da affrontare era parlare del passato ma per far circolare un messaggio – proposta per l’oggi. L’organizzazione vi è riuscita, offrendo alla declamazione e ascolto, accompagnato dalle note del clavicembalo, alcuni brani significativi, densi di memoria ma evocativi: dalla “Prima lettera sulla educazione cristiana delle fanciulle”; un passaggio del testo: “Sulla vita della saggia e virtuosa Teresa Algarotti di Calcinate; una serie di citazioni prese dal Libretto “Pia Opera di S. Dorotea”. I testi, pur con il linguaggio dell’Ottocento, sono riusciti a parlare perché incastonati in una serie di canti-messaggio, proposti dalla corale giovanile “Figli di un re Maggiore” della parrocchia San Marco di Camposampiero (PD). Il clima che si è creato è stato subito intenso, propositivo; ha suscitato una calda risonanza partecipativa da parte del pubblico, in una Sala Pio X della Casa madre di Venezia, stracolma più di quanto potesse contenere. Laici convenuti e suore hanno potuto vivere un momento sereno, d’intensa emozione e godimento spirituale. A conclusione, il canto corale al Beato Luca ha raccolto la preghiera e la gioia di sentirci insieme, laici e suore, a rendere lode e ringraziare per questa “Opera di carità spirituale”, ancor oggi, dopo 200 AXA 2-2015_inserto 15-07-2015 9:11 Pagina XI XI anni, piccolo seme che può germogliare e diventare albero grande che dà ristoro e protegge. Grazie al Beato Luca e alla sua Opera, tuttora seme di bene da difendere, proteggere, innaffiare, per la quale ancora appassionarsi! Lettera prima sull’educazione delle fanciulle in alcuni villaggi della Svizzera “Era il sedici di settembre, la mattina era bellissima; e già si apprestava il mezzogiorno. Io saliva passo passo le ridenti colline, che levansi a ponente dell’antichissimo borgo di Mendrisio. La bell’ombra di un castagno mi invitò a sedere, e mentre correva collo sguardo la soggetta valle, e più oltre la fertilissima campagna, e quindi le collinette fiorenti di ubertosi vigneti, sentomi vicino un gruppo di fanciullette, che intese alla cura delle giovenche eransi quivi raccolte all’ombra. Una foltissima siepe ci separava. Esse perciò senz’altro pensiero, credendosi sole, ragionavano sicure, e io udiva ogni loro parola. Leggevano un librettino in cui erano esposte le vite di alcune contadinelle, le quali si distinsero per pietà, per obbedienza, per allegra rassegnazione nella povertà, e nelle fatiche, per candor di costumi illibatissimi, e per tutte le altre più belle virtù convenevoli al loro stato. Il libriccino girava di mano in mano, ed ora leggeva l’una, ed or l’altra. Quelle fanciulle avevano da dieci in dodici anni. Tutte erano assai povere, come appariva dagli abiti, e dalla cura a cui attendevano. Cominciai dunque a considerare meco stesso come avessero potuto quelle fanciullette imparare tutte sì bene a leggere. Questo pensiero mi rese più attento alla loro innocente conversazione. Le riflessioni che esse venivano facendo sulle cose lette crebbero più ancora la mia sorpresa, perocchè mi parevano superiori alla loro età e alla loro condizione. Osservava io pure come a confermare quelle loro riflessioni recavan sempre l’autorità di una direttrice e di alcune assistenti. Mi parea che, gli insegnamenti, e i consigli di quelle donne fossero profondamente impressi nelle tenere menti, ed avessero piegato ad una soave pietà i nascenti affetti di quegli innocenti cuori”. Da “Lettere sull’istituto della educazione cristiana delle fanciulle ossia sulla Pia Opera di S. Dorotea dedicate all’illustriss. e reverendiss. Mons. Giuseppe Grasser vescovo di Verona”, 5 ed., Verona, AXA 2-2015_inserto 15-07-2015 9:11 Pagina XII XII Tipografia Tommasi, 1831 (p. 7 - 9). Questa pagina induce a sostare e immaginare il quadro sociale e storico in cui l’Opera si è inserita e diffusa duecento anni fa, attraverso la presentazione di un ambiente bucolico, ordinato, pacificato che pone l’interrogativo: da dove viene il sapere e la conoscenza, ciò di cui si parla ed è oggetto di conversazione da parte di quelle fanciulle… Fa emergere il riferimento all’autorità di una o più persone di fiducia, capaci di far entrare nella mente pensieri e muovere nel cuore affetti e sentimenti. È un rimando alle relazioni buone, alle amicizie costruttive, al frutto della compagnia di guide sicure, di sguardi attenti e comprensivi… Dove le relazioni sono vere e libere, si produce una corrente di bene. Così fin dagli inizi… Ma richiede una condizione: Farsi servi per amore. Il canto interpreta una proposta e insieme una preghiera… Teresa eletta superiora della Pia Opera “Nell’anno 1811 venne stabilita dal M. R. Parroco di Calcinate, il Sig. Vallaperta, la Confraternita del SS. Sacramento anche per le donne, nella quale ad esempio delle Congregazioni Mariane, vennero scelte alcune maestre a disporre le fanciulle ai SS. Sacramenti. Ma osservato che tali donne, appunto perché maestre di tutte, il più delle volte non si prestavano per alcuna, nell’anno 1815, trasportato all’insigne Parrocchia di Almenno S. Salvatore il sullodato R. Parroco, e succedutogli il M. R. Sig. don Giambattista Fenaroli, ed essendo direttore della Confraternita il Nob. Rev. Conte Luca Passi, si venne alla determinazione di assegnare a ciascuna un determinato numero di fanciulle. Consiglio che tornò più vantaggioso, perché non solo furono meglio assistite nell’accostarsi ai SS. Sacramenti, ma trovarono anche in esse le cure più amorose e concordi onde formarle alla pietà. Cinque furono le scelte a tal uopo, e prima di esse la nostra Teresa; alla quale come a peritissima nell’arte di dirigere lo spirito delle fanciulle ricorrevano le altre onde avere consigli e schiarimenti; riconoscendola così colla più perfetta e volontaria e libera sommissione come loro maestra. Fu qui dove il grano di senape della Pia Opera di S. Dorotea venne affidato al terreno, quel grano di senape che poi cresciuto in pianta larghissima e AXA 2-2015_inserto 15-07-2015 9:11 Pagina XIII XIII robusta accoglie al presente sotto i suoi rami benefici sì gran numero di fanciulle delle più celebri città d’Italia”. Da Gio. Maria Gelmi, “Sulla vita della saggia e virtuosa Teresa Algarotti di Calcinate prima fra le istitutrici della Pia Opera di S. Dorotea”, Tipografia Vescovile, Brescia, 1851, pp. 16 - 17). La seconda pagina vuole fare contatto con una Cooperatrice della Pia Opera della primissima ora. Il testo pone alcune suggestioni. La Pia Opera, come grano di senape affidato alla terra! Richiama il linguaggio di Gesù nel Vangelo! Da piccolo arbusto la pianta cresce e diventa grande e i suoi rami danno ospitalità e protezione a molte fanciulle in numerose città e villaggi e l’opera si dilata, si diffonde. E cosa fa Teresa? Teresa fa piccole cose: offre amicizia, consigli, incoraggiamento, conforto e così fa crescere il bene, dilatare il Regno di Dio, fa percepire a quanti incontra e avvicina che è possibile spendere la propria vita sulla scia di Gesù. Aggiunge il biografo Gelmi, precettore in casa Passi: “Erano le sue parole così aggiustate e piene di sapienza, che facevano una forte impressione sovra chiunque avesse il bene di ascoltarla”. Le nostre parole, i nostri pensieri… L’Opera da Calcinate si è diffusa ovunque in Italia e non solo. In molte città, per lunghi anni ha accompagnato la formazione cristiana e la crescita di centinaia e migliaia di ragazzine, come pure di maschi attraverso la parallela Opera di San Raffaele. In particolare a Venezia essa ha conosciuto un’intensa fioritura e la documentazione che possediamo ce ne dà notizia e conferma. Per camminare fisicamente lungo le calli ed entrare nelle chiese che Don Luca ha visitato e nelle quali ha fatto risuonare la Parola di Dio, è stato predisposto un piccolo dossier sul quale c’è l’intenzione di sostare nei prossimi incontri futuri. Essere come Don Luca ha pensato: Suore e Cooperatori dell’Opera nasce da una chiamata… e ogni chiamata ci precede… Lo ricorda il canto Vocazione! Il terzo ascolto ha messo a contatto con espressioni tratte dal libretto “Pia Opera”. “Bisogna usare la carità non solo di procurare ai nostri fratelli i mezzi di salute, ma animarli ancora a servirsene. E questa è la differenza che passa tra la carità corporale e la spirituale; che trattandosi della prima, basta essere disposti ad usarla per essere ricevuta, qualora non ne siamo AXA 2-2015_inserto 15-07-2015 9:11 Pagina XIV XIV anche prevenuti; per la spirituale invece non basta sovente la disposizione di usarla, bisogna anco sollecitare a riceverla, servendosi fino dell’importunità, almeno se desideriamo che la nostra carità abbia il suo effetto” (Pia Opera, p. 32; 45). “E’ espediente, essendo questa un’opera puramente spirituale, lasciarla nella sua spiritualità, molto più che vi sono tanti altri istituti, stabiliti all’oggetto di provvedere ai bisogni temporali” (p. 134). “E come accade degli alberi, che sono i piccoli rami che danno i frutti; così in questa Pia Opera, nella quale non viene impiegato altro mezzo che una santa amicizia, sono appunto le giovinette assistenti, che divenendo altrettanto amiche delle loro allieve ottengono dalle fanciulle meravigliosi frutti di opere virtuose” (Pia Opera, p. 23). “La Pia Opera a somiglianza del fuoco in una selva si comporta secondo il detto di Gesù: ‘Io sono venuto a portare il fuoco sulla terra; ed altro non voglio, se non che si accenda’ (p. 99). La Pia Opera è come il lievito che fermenta tutta la pasta (p. 129). “Un campo sterile, coltivato con diligenza straordinaria, non rende di subito il frutto corrispondente alle cure del sollecito agricoltore, ma viene quel momento, che quasi senza avvedersene, l’agricoltore istesso lo trova, da sterile che egli era, cambiato in terreno il più fertile. E poi qualche volta vi vogliono proprio degli anni” (p. 131). “Perché tutta la Pia Opera non sostenendosi che coll’esercizio della carità più perfetta verso del prossimo, quale si è la spirituale; e questa non potendo sussistere senza una carità grande verso Dio, ed un fervido zelo della sua gloria, ne viene, che le persone interessate nella medesima o divengono fervorose o l’abbandonano” (p. 133). “Se tre o quattro persone sole avessero a scopare le contrade di una città intera, sarebbe impresa non solo difficile ma quasi impossibile; ma fate il cambio che ognuno scopi avanti alla sua casa, che voi vedete in poco d’ora scopata la città la più vasta senza grande incomodo di alcuno, siccome infatti si vede coltivata, per dir così, tutta la superficie della terra, coltivando solo ciascun agricoltore il proprio suo campo”. Il linguaggio di Don Luca si rivela semplice, concreto. Le affermazioni che egli fa vanno nella direzione delle possibilità a nostra portata; parla di cose fattibili, ordinarie, molto quotidiane, quelle che possiamo permetterci, ma attraversate da un forte impulso, da una fiducia nel bene coltivata e agita dalla profondità del cuore, oltre e contro la rassegnazione, lo scoraggiamento, la pigrizia. Scaturisce un invito ad accogliere il dono di questa Opera di carità spirituale con umiltà e gratitudine, accompagnando i giovani nella pratica della vita cristiana, sostenendoli e orientandoli al e nel confronto con un mondo di proposte, di idee, di offerte che la cultura attuale loro propina, sottraendo o allentando la capacità di giudizio, di confronto, di scelta. Anche per questo, più di sempre, è pressante l’invito a trovare slancio e fiducia, facendo memoria dell’amore di Dio per ciascuno, rivelato e donato attraverso Gesù. Lo esprime il canto: Il tuo amore per me. E alla conclusione, Il canto al Beato Luca. suor Emmarosa Trovò AXA 2-2015_inserto 15-07-2015 9:11 Pagina XV Forlì “Smettila e sii felice” XV Forlì, in dialogo con Paolo Gambi. Per i giovani di ogni età, un incontro che è anche l’opportunità di un arricchimento della propria persona, che sogna e desidera tanto essere felice e trovare la chiave per non perdere la felicità. In un pomeriggio di primavera, nell’antico, prezioso salone dell’Istituto S. Dorotea noi cooperatori abbiamo organizzato l’evento per celebrare i duecento anni dell’Opera. Quando ci siamo domandati come festeggiare e chi volevamo raggiungere la risposta è venuta immediata: la nostra “missione” è la vicinanza ai giovani, ma l’invito è rivolto a tutti: a chi crede e vive un momento di smarrimento, avvolto nella attuale atmosfera di pessimismo e a chi non crede e non sa dove rivolgere lo sguardo, al quale vogliamo lasciare un messaggio di speranza. Il libro “smettila e sii felice” mi aveva già colpito e interessato, e il giovane scrittore, psicologo e life coach Paolo Gambi ci è sembrato la persona giusta per il nostro incontro, per i suoi studi e i numerosi scritti (alcuni in collaborazione con il Cardinale Tonini definito “il comunicatore di Dio”), incentrati sul tema della spiritualità cristiana sospesa tra passato e futuro e all’energia di amare come naturale propensione dell’essere umano. Anche la Diocesi è d’accordo e inserisce l’evento tra quelli del biennio della Pastorale giovanile. Sotto la guida di Suor Liviana Poma, che coordina tutte le nostre riunioni, partiamo con l’organizzazione: locandine, volantini, contatti diretti con educatori di scuole e associazioni, inviti agli ex alunni, scelta del gruppo musicale di intrattenimento finale e preparazione del menu per l’aperitivo, ricerca del fotografo e del tecnico riprese, creazione di nostri segnalibri con la frase di don Luca “Voler sperare contro ogni speranza è la maniera più sicura per tutto ottenere” da donare a tutti gli intervenuti. Verso le ore 17, il salone rinasce a nuova vita e si riempie di persone di ogni età, tra cui molti giovani. Suor Emmarosa Trovò, postulatrice, vera e propria “enciclopedia dell’Opera”, apre l’incontro facendo comprendere in breve le vicende storiche e i tempi che hanno portato prima alla nascita dell’Opera, poi dell’Istituto delle suore e, in seguito, dell’associazione dei Cooperatori laici. AXA 2-2015_inserto 15-07-2015 9:11 Pagina XVI XVI Sottolinea anche le parole importanti presenti nel DNA dell’Opera e in tutte le sue manifestazioni. Ci mettiamo quindi in ascolto sulla dinamica dell’essere, dopo l’invito di Francesca Gardini (assessore comunale di Forlì ed ex alunna della Scuola S. Dorotea) rivolto a Paolo Gambi sulla domanda: nella nostra epoca, come è possibile essere felici? Come si fa a trasmettere e ad educare alla felicità? Paolo Gambi stupisce subito, perché riporta un’espressione di don Luca Passi, che noi cooperatori conosciamo bene: “chi non arde non accende” e definisce il nostro Fondatore un pioniere della psicologia, perché pensa che abbia anticipato di almeno un secolo alcune tecniche della psicologia contemporanea. Chiarisce il riferimento dicendo che la felicità non può essere qualcosa da tenere chiusa in casa, da coltivare da soli, ma ha sempre a che fare con la relazione e la relazione significa essere capaci di vivere e di trasmettere felicità e saperla condividere con gli altri. La felicità non è fuori, la felicità è nella scelta che noi facciamo in ogni istante di essere felici, indipendentemente da quello che succede fuori. Infatti, finché mettiamo una condizione: sono felice se… non avremo mai la felicità, perché quel “se” è continuamente in cambiamento, fuori dal nostro controllo. Ci parla delle sei emozioni di base: rabbia, paura, tristezza, sorpresa, disgusto e allegria, le quali a loro volta generano innumerevoli altre emozioni, come le note musicali generano sinfonie infinite. Ogni emozione che abbiamo è uno strumento straordinario che ci spinge ad agire. Il loro compito, tutt’altro che negativo, è quello di segnalarci un bisogno per soddisfarlo e ristabilire un equilibrio interiore, ma troppo spesso le emozioni governano il nostro essere senza che noi riusciamo ad ascoltarle e dominarle. Dobbiamo quindi imparare a trasformarle senza tendere a miticizzarle, perché in realtà la parte più importante che abbiamo e dobbiamo riscoprire è quella spirituale. Significa prendere coscienza di tanti pensieri che abbiamo e di cui non abbiamo consapevolezza, cominciando a scegliere quali tenere. Ci parla di libertà, che non sappiamo esercitare e con la quale invece potremmo scegliere i nostri pensieri. Si tratta di fare un viaggio dentro la mente. Eliminare i falsi idoli. È un cammino che ci conduce al “mistero”. Dobbiamo riappropriarci dei nostri pensieri, del nostro corpo, delle nostre emozioni, compiere un viaggio nel nostro essere relazione e allora avremo la AXA 2-2015_inserto 15-07-2015 9:11 Pagina XVII XVII capacità piena di abbracciarci nel profondo, di abbracciarci in quella parte dove si specchia Dio, dove noi incontriamo i misteri dell’Universo, fare l’esperienza dello Spirito. È nella parte interiore dell’uomo che abita la verità. Sant’Agostino diceva: non andare fuori, torna dentro di te. Tutte le volte che cristallizziamo un pensiero, fermiamo il cambiamento. Tutte le volte che fermiamo un pensiero non siamo più capaci di adattarci alla realtà e stiamo male. Ci rammenta poi un’espressione bellissima del profeta Isaia: “forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci”. Trasformare cioè strumenti di guerra, talvolta anche verso se stessi, in strumenti di lavoro, di costruzione, utili al cambiamento. Paolo Gambi continua e ci riporta quella pagina bellissima in cui San Francesco durante una camminata con Frate Leone, mentre stava andando da Perugia ad Assisi, chiede a Frate Leone: “dimmi che cos’è la perfetta letizia, cioè la vera felicità?”. Quando, le circostanze non sono fortunate e tutto concorre a metterci in difficoltà, come nel caso descritto da San Francesco, ecco la sua risposta: “Se tutto questo noi sopporteremo con pazienza, allegria e buon umore, allora caro frate Leone scrivi che questa è perfetta letizia”. Ecco dove si trova una letizia perfetta, certamente non nella soddisfazione di ciò a cui aspiriamo, ma neppure nella situazione di difficoltà e sofferenza in sé, ma nel modo in cui la si affronta. San Francesco ci vuole dire che, quando finalmente riusciremo a trovare noi stessi, quando ci apriremo al mistero, sapremo che in nessun modo ci può essere tolta la gioia di essere in Cristo, nessuna situazione esterna, seppur dolorosa e penosa, può rimuoverla. Ecco come la letizia diventa perfetta. Allo stesso modo anche la Carità, cioè fare di sé un dono per gli altri, diventa sorgente di felicità, perché modifica il nostro atteggiamento ed allora diventa più facile anche perdonare, essere gioiosi e trasmettere la gioia ad altri. Deduco che non bisogna preoccuparsi troppo di se stessi, ma lasciare spazio alla Parola e alla gioia. Si apre così un bel dialogo con il pubblico, anche i giovani si sentono sollecitati e intervengono spontaneamente, Paolo Gambi risponde in maniera semplice e chiara alle varie domande. Il tempo vola e alla fine, volgendo lo sguardo all’immagine di don Luca, penso, in cuor mio, al futuro di questi giovani, alla turbolenza di questi tempi incerti, alla difficoltà di fare progetti e trovare risposte. Non erano forse tempi difficili anche quelli di don Luca? Questi 200 anni si sono tramandati però il suo sorriso che emerge dall’operatività e dalla speranza, dal suo atteggiamento sempre positivo e AXA 2-2015_inserto 15-07-2015 9:11 Pagina XVIII XVIII costruttivo. Quel sorriso che penetra nel cuore, sul quale si sofferma lo sguardo, al quale si chiede il dono della fede, la grazia di un cammino coerente e condiviso che porta ad uscire dalla posizione statica di semplici osservatori. Si conclude la serata col buffet, ove la torta con l’immagine del “nostro veliero” fa bella mostra sul tavolo degli aperitivi e la musica dal vivo dei ragazzi del gruppo “Night in Fargo” rallegra i numerosi giovani intervenuti. Daniela Boccalatte Il veliero simbolo dei Cooperatori di Forlì Veleggia il veliero dell’Opera di S. Dorotea! Avanza sfruttando, come ogni veliero, l’azione del vento e dei flutti del mare, tuttavia la vera forza propulsiva del nostro veliero è l’amore. Quell’amore particolare che arde dentro ogni cuore doroteo, quell’amore che incendia e che, ancora oggi, ogni suora di Santa Dorotea sa diffondere silenziosamente, fedele a quelle suore che per prime diedero, sotto l’impulso di don Luca Passi, le vele ai venti per andare incontro al fratello, al più debole, al più fragile, al più bisognoso ed offrire a lui una santa amicizia. Dall’albero maestro del veliero partono le vele dei Cooperatori, di accoglienza, condivisione, dialogo, ascolto, sotto la guida amorosa di chi sa stare accanto per creare ovunque relazioni significative, in reciproco e sincero abbandono. Valentina Silvestri Ostuni L’intuizione di don Luca Passi Lucia Tramonte Questo è stato il titolo della conferenza tenuta il 26 maggio a Ostuni da suor Assunta Tonini davanti ad un numeroso pubblico di cooperatori, amici e simpatizzanti. Anche la terra di Puglia con le comunità di Brindisi, Ostuni, Carovigno, San Michele Salentino ha voluto celebrare l’evento del bicentenario per ripercorrere le tappe di una storia lunga 200 anni, ma soprattutto per individuare nella trama delle date, dei luoghi, dei nomi, delle circostanze, quel filo rosso che tiene insieme il tutto conferendogli il senso della presenza provvidenziale dello Spirito che opera nella storia attraverso uomini e donne di buona volontà e di animo generoso. Suor Assunta ci ha condotti in questo percorso con cuore entusiasta, con lo sguardo al passato ma con i piedi ben saldi nel tempo odierno che ci interpella e ci sfida chiedendo di esserci, come Opera di AXA 2-2015_inserto 15-07-2015 9:11 Pagina XIX XIX S. Dorotea, per continuare a offrire al mondo, quello giovanile soprattutto, una proposta di vita buona. La relatrice ha messo in evidenza alcune caratteristiche dell’intuizione pedagogica e pastorale del Beato Luca Passi ancora estremamente attuali e quindi praticabili nel mondo di oggi: la forza delle buone relazioni, l’impegno di un laicato responsabile, i talenti femminili, la flessibilità e semplicità di un’Opera che non richiede grandi investimenti di denaro ma solo disponibilità del cuore. La serata ha avuto un momento di intensa partecipazione quando dalla sala si sono levate alcune voci che hanno narrato la concretezza dell’Opera attraverso tante esperienze piccole ma significative vissute da alcuni cooperatori; dall’accompagnamento di ragazzi provenienti da esperienze di detenzione, all’animazione dei gruppi giovanili parrocchiali, dalla testimonianza nel cammino di preparazione dei giovani sposi, al servizio in un centro di accoglienza per persone in difficoltà. Tante storie che dicono la presenza attenta, amorosa, rispettosa, fraterna dei cooperatori nel tessuto della vita di tutti i giorni per essere quel “lievito nella massa” che il Fondatore ci invita ad essere. Dopo la celebrazione eucaristica presieduta da Mons. Angelo Ciccarese, la serata si è conclusa con un momento di condivisione fraterna all’insegna dell’amicizia e della gioia che deriva dal sentirsi “insieme” in una unità profonda che nasce dalla comune appartenenza. Il futuro che si apre davanti all’Opera di S. Dorotea oggi è nelle nostre mani. Se sapremo essere nuovi pur nella fedeltà al Carisma, entusiasti nonostante le difficoltà del tempo presente, fiduciosi nello Spirito che ci accompagna ma determinati nell’investire tutti i nostri talenti, qualcun altro potrà raccontare, anche domani, le meraviglie che il Signore compie. AXA 2-2015_inserto 15-07-2015 9:11 Pagina XX Sarezzo Noi siamo il futuro La gioia di realizzare lo spettacolo XX Noi Suore Dorotee abbiamo avuto un’occasione singolare per ricordare, con gioia, il bicentenario della fondazione dell’Opera di S. Dorotea, nella Parrocchia di Sarezzo. Don Emanuele ci disse che dovevamo osare qualcosa di nuovo per il gruppo del catechismo di II e III media dell’Oratorio di Sarezzo, magari coinvolgendoli in un recital. Così è nata un’idea, si è cercato un copione, una persona capace di far recitare, un’altra di danzare e un’altra ancora di cantare, infine un tecnico per l’uso del PC, ecc. Con meraviglia, nel giro di 30 giorni, la Compagnia teatrale era pronta per partire. Le persone contattate, Anna, Silvia, Morgana, Franco, avevano accettano e, insieme alle tre catechiste, Rita, Sabina e Sara, si è potuto iniziare l’avventura. Ovviamente con il consenso dei genitori, ai quali era stata comunicata la novità del percorso. Poi la prova del fuoco! Ai ragazzi è stata fatta la proposta del recital, il cui messaggio fondamentale dei protagonisti era la fede e la carità di Dio. Con sorpresa, abbiamo visto una calorosa accoglienza. Il testo del recital narrava un dialogo tra i ragazzi d’oggi e i personaggi dell’800 raccolti da un ritratto della Madonna dell’Opera di Johann Pock. Un quadro caro al beato Luca Passi, perché rappresentava l’Opera di S. Dorotea. Intuire l’anima del personaggio, immedesimarsi, interpretarlo, richiedeva ai ragazzi la capacità di uscire da se stessi per accogliere l’altro. Certo, c’è voluta la pazienza e la passione di Anna per far sì che i nostri “attori” scoprissero i volti di don Luca, don Marco, Madre Rachele, Serafina Regis, la Marchesa Barolo, la contadina. Queste donne e uomini sono stati protagonisti nella Chiesa del loro tempo, nella testimonianza della fede e della carità, trasmessa per contagio, nelle circostanze della vita quotidiana. Dopo prova su prova, i balletti finalmente prendevano forma e movimento. Con la creatività e la determinazione di Silvia, i ragazzi hanno imparato a esprimere, con il linguaggio corporeo, il senso delle parole del canto. Il canto delle soliste, pian piano si è fatto più sicuro, melodioso, grazie all’aiuto di Morgana e all’incoraggiamento di Paola. AXA 2-2015_inserto 15-07-2015 9:11 Pagina XXI XXI E che dire del nostro tecnico Franco? Insieme ai tre ragazzi aiutanti ha creato lo sfondo delle scene, la musica, ha procurato la grande cornice per il quadro e ha realizzato con il video, la simpatica presentazione finale dei ragazzi. Le catechiste Rita, Sabina e Sara sono sempre state presenti: pronte con il cellulare a chiamare gli assenti o a mandare messaggi di avviso, di cambio di orari. Conoscendo bene il gruppo favorivano la continuità e l’integrazione. Il debutto: sabato sera 23 maggio al teatro S. Faustino. Un successo strepitoso! Il giorno lo spettacolo è continuato presso le Suore di Villa S. Giuseppe a Brescia. Anche qui i pre-adolescenti hanno regalato una gioia grande alle suore, ai genitori e agli amici. In questa esperienza il valore dell’amicizia cristiana è stato una dimensione importante. Ragazzi e educatori hanno accettato la sfida dell’incontro e della crescita e avuto occasione di conoscersi meglio, di tessere amicizie nuove, di aprirsi alla realtà spirituale immedesimandosi in uomini e/o donne che avevano trovato la compagnia di Dio nella loro vita. Nella verifica, il gruppo comunicava che era stata un’esperienza indimenticabile, meravigliosa, educativa, emozionante, nella quale si erano divertiti e impegnati, sentiti bene nel realizzare una cosa tutta insieme. Alcuni ragazzi hanno scritto: Mi ha fatto piacere passare del tempo e condividere questa esperienza con i miei amici e impegnarmi nella riuscita di questa esperienza nuova. Ho capito che se vuoi fare una cosa fatta bene, devi impegnarti. Ho apprezzato la positività e la determinazione di Madre Rachele nel convincere i ragazzi/e a credere sempre in Dio. Ho capito che bisogna sempre aiutare il prossimo e conoscere prima di giudicare. Don Luca mi ha insegnato che impegnandosi si possono realizzare i propri sogni. Non serve essere ricco o aver studiato, Dio dà l’amore agli umili. Dio ci ha dato la gioia di fare questo recital. Ho capito che si può amare anche lo spirito e le emozioni. Ho intuito cos’è la carità spirituale, cioè l’amore di Dio. Altri hanno ricordato delle frasi scritte nel copione gli “amici veri si riconoscono nel momento del bisogno”; “I bambini sono il sorriso di Dio per gli uomini”. Il messaggio cristiano ha toccato i loro cuori? Sembrerebbe di sì, se consideriamo le loro risonanze. “Le cose più grandi cominciano talvolta con niente” diceva don Luca Passi. Ed è stato proprio così. Suor Celina Zanetti AXA 2-2015_inserto 15-07-2015 9:12 Pagina XXII San Zenone Il lievito dell’amicizia XXII Una bella esperienza educativa e di “S. Amicizia”, articolata in tre incontri pomeridiani, è stata vissuta dagli animatori di San Zenone degli Ezzelini in preparazione al Grest estivo 2015, guidati in modo sapiente da suor Lisa Trentin, della comunità di Asolo. In una società in cui sembra prevalere l’egoismo e la diffidenza verso il prossimo, gli animatori hanno accolto l’invito dell’Opera ad aprirsi alla dimensione del “vicino”, imparando a costruire legami significativi e di cura con i bambini e i ragazzi che frequentano l’ambiente della parrocchia. L’idea di coinvolgerli è nata dai cooperatori in occasione dei 200 anni della fondazione dell’Opera di S. Dorotea, con l’obiettivo di far conoscere sia la figura del Beato Don Luca sia la struttura e lo stile dell’Opera, attraverso attività personali e di gruppo, letture, video, bans e brani musicali. Il primo incontro, tenutosi il 21 marzo scorso, ha visto la partecipazione di una quarantina di ragazzi accompagnati da alcune cooperatrici, da un gruppo di mamme, che hanno partecipato agli incontri formativi mensili dei cooperatori, e da Suor Paola Maistrello. Dopo un iniziale momento conoscitivo attraverso giochi e attività, gli animatori sono stati chiamati a descrivere l’aspetto dell’Opera che sentono più vitale nel loro quotidiano cammino. Questo momento è stato molto rilevante perché i ragazzi sono stati stimolati a guardarsi “dentro”, domandandosi come è possibile vivere ancora oggi “lo stile doroteo”. La serata si è conclusa con la partecipazione alla S. Messa e con una bella pizza in compagnia. Nel secondo incontro, preludio della festa conclusiva, la finalità è stata quella di scoprire che ogni persona può mettersi “al passo” dell’altro condividendo il Dono speciale e unico che possiede. Ogni ragazzo ha materialmente scritto il proprio Dono in un pezzo di stoffa che poi è stato cucito insieme agli altri formando una particolarissima tovaglia utilizzata per la cena conclusiva: “l’unicità” del dono viene condiviso e diventa “molteplicità” a servizio del prossimo. Nel momento di approfondimento si sono poi scoperti alcuni atteggiamenti da vivere nelle relazioni approfondendo quattro verbi tratti dalla Evangelii Gaudium di Papa Francesco: “Prendere l’iniziativa, AXA 2-2015_inserto 15-07-2015 9:12 Pagina XXIII XXIII coinvolgersi, accompagnare, fruttificare”. Solamente comprendendo e vivendo questi atteggiamenti si può arrivare a “far festa vera”. La “Festa vera” degli animatori si é svolta nel terzo incontro, sabato 11 aprile, dove i protagonisti sono stati proprio i ragazzi impegnati a preparare e a servire la cena dal primo all’ultimo piatto. La serata è stata un successo, allietata di canti, bans e allegria. Grazie a questi incontri gli animatori hanno avuto l’opportunità di conoscersi meglio, sperimentando la bellezza dell’amicizia come dono di Dio e come valore da proteggere e far crescere. Il 14 giugno a Calcinate, per i 200 anni dell’Opera di S. Dorotea, abbiamo portato il simbolo del percorso fatto con Suor Lisa: la tovaglia dei doni. Sonia e Michela Quinto Festa per tutti Il gruppo dei Cooperatori di Quinto, con la guida e l’aiuto discreto e concreto delle Suore, si è impegnato a celebrare solennemente i 200 anni della fondazione dell’Opera di S. Dorotea. Dopo vari incontri e il continuo impegno siamo arrivati a Domenica 31 Maggio per celebrare la festa. Il salone era stato preparato come un percorso da fare, perché entrando si facessero i “passi” utili a portarci davanti al volto del Beato Don Luca, per poi avvicinarci al fuoco espressione del motto dell’Opera: “Ardere per accendere” e inoltre rendere manifeste le numerose attività parrocchiali in cui i cooperatori sono impegnati. Non uno sterile elenco od una esposizione autocelebrativa, ma piccole o grandi proposte in cui è stato possibile mettersi al servizio di tutti. Dopo il saluto di benvenuto e la presentazione del percorso, la lettura di alcune lettere del Beato Don Luca ci ha fatto entrare nella serena atmosfera del suo ricordo e della sua Opera. Suor Dora ci ha regalato alcune riflessioni riguardo l’OSD ricordandoci l’impegno ad essere amorevoli guide e compagni di cammino nella storia contemporanea per ogni persona che avviciniamo, facendoci attenti alle AXA 2-2015_inserto 15-07-2015 9:12 Pagina XXIV XXIV differenti possibilità di ognuno, per farci vicini con cura, con amorevolezza, con simpatici atteggiamenti. Il tempo dedicato alla riflessione in gruppo, ci ha fatto porre attenzione ad alcune parole che spesso prendiamo con leggerezza: Guida. Nessuno si senta superiore al suo vicino, ma i Cooperatori sono chiamati ad accompagnare ogni persona nelle varie situazioni in cui si trova. Confidenza. Parola obsoleta ma che oggi si rivela attuale e ricca di significato perché ci richiama a scegliere la fiducia, l’affidamento all’altro, alle situazioni. Aprire il proprio cuore. Vale a dire non temere di consegnarsi all’altro giocando la propria vita in modo gratuito e consapevole. Don Luca, anche oggi, ci sollecita ad essere presenze che vivono la passione per la Parola “Chi non arde non incendia”. Appassionarsi alla sua Parola, cioè ardere credendo nella sua forza trasformante per la vita dell’uomo. Basta poco per cominciare a costruire un percorso che ci porti a creare un clima confidenziale: un saluto, un sorriso, una parola, un invito, l’attenzione e la comprensione della difficoltà di chi sta o ci abita vicino, la preghiera, l’ascolto della Parola di Dio. Quando c’è confidenza, si riesce a vivere meglio, ci si aiuta, si percorre assieme un tratto di storia, si fa meno fatica, si affrontano assieme le varie difficoltà. Responsabilità: “correggi” da “cum-regere” ci sprona ad essere responsabilmente pronti a capire e sostenere chi soffre, chi fatica, chi sbaglia, senza giudicare, ma aiutando a riprendere il giusto cammino. Non è impresa da poco, ma questo dobbiamo fare se veramente diamo senso alla parola: “fratello”. Sono solo alcune delle impressioni che sono risuonate nel salone allestito con gusto e ricco di simboli significativi. Il momento conclusivo di convivialità ci ha fatto rivivere un clima di “festa” perché è stata un’occasione per ritrovarci, ripensare il nostro cammino di battezzati, senza lasciarci piegare o abbattere dal vento della fatica, dei giudizi e delle incomprensioni, ma imparando a rendere “festa” ogni momento che ci è donato. Ed allora… diciamo convinti: Che la festa continui, per tutti! Gianni AXA 2-2015_inserto 15-07-2015 9:12 Pagina XXV Brescia - Scuola “Paolo VI” Cinquant’anni di storia… insieme! XXV Cinquant’anni e non sentirli, questo potrebbe essere il life motive della nostra scuola dell’Infanzia “Paolo VI”, di Brescia; ebbene sì, correva l’anno scolastico 1964/1965 quando per la prima volta apriva in via Torricella di Sopra la scuola materna e da allora di cose ne sono accadute molte... Oggi, a distanza di mezzo secolo, si è voluto organizzare un momento di incontro e di festa per ricordare e soprattutto per augurarsi altri cinquant’anni. Sabato 18 Aprile, festa liturgica del beato don Luca Passi, già dalle ore 8.00 del mattino diversi genitori e alcune maestre stavano predisponendo gli ultimi ritocchi, prima dell’inizio dell’evento “dell’anno”. La messa è iniziata puntualissima, con la preoccupazione del tempo incerto che, fino all’ultimo ha fatto preoccupare gli organizzatori. Puntualissimo, come da scaletta, alle ore 10.30 faceva il suo ingresso S.E. Rev.ma Card. Giovanni Battista Re, già Prefetto della Congregazione per i Vescovi, camuno e soprattutto amante dei bambini e delle famiglie. Nell’omelia il Cardinale Re ha ricordato come la scuola dell’infanzia “sia il primo e più importante gradino per una crescita umana”; si è soffermato sulle insegnanti ricordando come “grazie a loro cresceranno i ragazzi e le ragazze del domani”. Al termine della concelebrazione eucaristica, prima della benedizione della nuova statua della Madonna posizionata nel bellissimo parco a disposizione dei bambini sul retro della scuola, il Presidente del Consiglio di Amministrazione, Natale Gardoni, ha portato il saluto suo personale e quello di tutti i consiglieri, ricordando come “la presenza di tante persone sia la dimostrazione che la scuola ancora oggi è luogo di crescita umana e luogo di educazione”. Il sindaco di Brescia, on. Emilio Del Bono, si è soffermato nel suo saluto sull’importanza di una struttura che, in gestione laico-religiosa convenzionata con il Comune, “riesce a realizzare un servizio di elevato spessore per tutta la collettività ed è punto di riferimento per l’Amministrazione”. La festa è stata sentita da tutti i bambini e dai propri parenti, tant’è che v’erano presenti più di settecento persone insieme ai centosettanta bambini che, aiutati dalle loro maestre, hanno allietato la funzione religiosa. Dopo i saluti di rito c’è stato un piccolo momento conviviale nel quale oltre a stare insieme, si sono potute salutare le tante autorità presenti. Al termine della mattinata, tutti hanno visitato la piccola mostra realizzata nella palestra della scuola, nella quale erano presenti le fotografie che rappresentano la storia dei 50 della scuola appunto! Si è trattato di un momento vissuto da tutti come speciale, nel quale oltre a salutarsi, le persone si soffermavano su quanto ricordato e su quanto detto dai vari relatori. Per noi genitori, oltre che un modo per dire AXA 2-2015_inserto 15-07-2015 9:12 Pagina XXVI XXVI grazie a suor Clara Zanardelli e a Natale Gardoni per quanto fanno quotidianamente per i nostri figli, è stato un dirci grazie, per ciò che ognuno di noi ha fatto, sì perché l’impegno preso da tutti era quello di essere parte attiva della festa, curando insieme alle maestre tutti gli aspetti tecnici, burocratici, gestionali. Una festa, in conclusione, che non potrà non essere ricordata da tutti, non solo per il sole che ha “baciato” la giornata rendendola ancora più bella, ma perché una così ampia partecipazione, ci ha dimostrato nuovamente come la Scuola dell’Infanzia Paolo VI non sia solo un luogo di educazione, ma sia, soprattutto, “palestra di vita umana e cristiana”. E allora: “ad multos annos”! Flavio Bonardi Bolivia COMUNIDAD DE COLOMI Los amiguitos de Jesus, ahijados del P. Lucas I piccoli amici di Gesù, i figliocci di Don Luca En estos 200 años de celebración de la Obra de S. Dorotea, agradecidas al Señor por confiarnos la obra, queremos compartir nuestras experiencias de vida sobre la obra, llegado hasta estos lugares de Bolivia-Colomi, a través de nuestras primeras hermanas misioneras. Los sábados nos reunimos con los amiguitos de Jesús, (niños y adolescentes apadrinados), para una formación integral y especifico en el carisma de la Obra de nuestro Beato Padre Lucas Passi, que nos ha dejado como una huella marcada en la Iglesia y como alma a las hermanas. El 18 de Abril hemos tenido la alegría de celebrar la Eucaristía, como acción de gracias con todos los grupos de la parroquia, Nella ricorrenza dei 200 anni dell’Opera di S. Dorotea, ringraziamo il Signore per confermare l’Opera. Vogliamo condividere la nostra esperienza di vita: l’opera è arrivata fino a questi luoghi di Bolivia - AXA 2-2015_inserto 15-07-2015 9:12 Pagina XXVII resaltando los 200 años de la OSD y la figura de Nuestro Fundador, teniendo como ejemplo su ardiente celo apostólico, que hasta hoy sigue perdurando allí donde está la presencia de las hermanas Doroteas y los cooperadores de la Obra. Aprovechamos este medio, para transmitir que los niños y adolescente, agradecen infinitamente su generosidad de ayuda que reciben de los benefactores Italianos y a todas las hermanas que promueven esta solidaridad generosa y se comprometen a seguir orando por ellos y por todas las necesidades de la Iglesia y del Instituto. Y al mismo tiempo poner empeño en conocer, y amar más a Jesús y hacer conocer y amar a otros a Jesús. Les saludamos con afecto. Hna Josefina Becerra Colomi attraverso le prime suore dorotee missionarie. Ogni sabato ci riuniamo, noi i piccoli amici di Gesù (bambini e adolescenti), per ricevere una formazione integrale e specifica nel carisma dell’OSD del Beato Luca Passi, che ha lasciato le suore come ‘anima’. Esse hanno tracciato un’orma ben visibile nella parrocchia di Colomi. Il 18 aprile abbiamo avuto la gioia di celebrare l’Eucarestia in rendimento di grazia con tutti i gruppi della parrocchia, mettendo in risalto la figura del nostro Fondatore e i 200 anni dell’Opera da lui fondata. Il suo ardente zelo apostolico si mantiene vivo lì dove vivono e operano le suore dorotee e i cooperatori. Approfittiamo lo spazio nella nostra rivista per trasmettere il grazie di bambini e adolescenti per il generoso aiuto che ricevono dai benefattori italiani. Grazie anche alle suore che sostengono le iniziative di solidarietà e si impegnano a pregare. Pure i bambini si impegnano a pregare per voi e a continuare a conoscere e amare sempre di più Gesù. Vi salutiamo con tanto affetto. Cooperadores de Colomi Tenemos el gusto y la alegría de poderles compartir nuestro camino de experiencia que estamos haciendo en la obra de OSD. Somos los cooperadores de la obra, aquí en la localidad de Colomi, nos reunimos, el segundo martes de cada mes, para una formación, celebración y conocer más la figura de nuestro Beato Padre Lucas Passi, bajo la amorosa guía de las hermanas que nos orientan en este camino. Todos los años celebramos las fiestas de Santa Dorotea y la figura de nuestra Beato Lucas, pero este año fue una celebración especial puesto que recordábamos los 200 años de la OSD, tuvimos encuentros de reflexión y compartimos la obra como era antes cuando nació y ahora como nos llegó y Abbiamo il piacere e la gioia di poter condividere il nostro cammino e l’esperienza che stiamo facendo nell’OSD. Siamo i Cooperatori OSD della località di Colomi. Ci ritroviamo ogni secondo martedì del mese per la formazione, per conoscere XXVII AXA 2-2015_inserto 15-07-2015 9:12 Pagina XXVIII XXVIII seguimos bendecidos por este carisma, que es actual que nos ayuda a vivir la corrección fraterna, en el medio donde nos encontramos. Queremos hacer llegar a todos los cooperadores y hermanas de Santa Dorotea nuestras felicitaciones y buenos deseos de seguir haciendo camino. Hermanas y Cooperadores Colomi sempre più la figura del Beato Luca Passi e per le celebrazioni. Le suore ci orientano e ci guidano in questo cammino. Ogni anno celebriamo la festa di S. Dorotea e del Beato Luca Passi. Quest’anno la celebrazione ha assunto un colore speciale dal momento che ricordiamo i 200 anni dell’OSD. Negli incontri di riflessione abbiamo condiviso come è nata e come era l’Opera un tempo, come è arrivata fino a noi. Benediciamo questo carisma che è ancora attuale e ci dà la forza di vivere la Correzione evangelica negli ambienti dove ci troviamo. Vogliamo far giungere a tutti i cooperatori e alle suore dorotee i nostri auguri e il buon desiderio di continuare insieme il cammino.