L’ABBIGLIAMENTO La moda detta anche costume, nasce solo in parte dalla necessità umana correlata alla sopravvivenza di coprirsi con tessuti pelli, o materiali lavorati per essere indossati. Dal XIV secolo in poi si cominciarono a creare abiti aderenti al corpo. Quello del sarto, non era un mestiere indipendente, era un servitore delle grandi signorie, viveva e lavorava presso la corte di un signore. Era una professione preclusa alle donne che come sarte avevano compiti minori o si applicavano maggiormente al telaio e al ricamo. Non esistevano le taglie, quindi ogni vestito era un pezzo unico, realizzato su misura del cliente. Anche alcuni artisti, come Giotto e Antonio del Pollaiolo, crearono modelli di abiti e tessuti. Dal XIX secolo si iniziano a distinguere i primi stilisti, che creavano nuovi tagli, nuove stoffe e nuovi canoni nel modo di abbigliarsi, con l’adozione di nuovi abiti femminili, quali il tailleur inventato alla fine del secolo dall’inglese Redfern. La rivoluzione industriale nata in Inghilterra ,alla fine del XVIII secolo, creò nel campo della moda e della tessitura, macchine che permettevano di tessere, tagliare e cucire con rapidità e a basso costo. Tuttavia la moda si avvicinò alla massa solo verso la metà dell’Ottocento, grazie all’invenzione di macchine per tagliare le pezze di tessuto e all’introduzione del telaio meccanico jaguard. All’inizio tali tecniche furono applicate soprattutto alle uniformi militari, con la nascita in Francia dei grandi magazzini, i prezzi degli abiti confezionati in serie si abbassarono notevolmente. Le nuove tecniche della chimica e l’invenzione dell’acciaio, introdussero materiali meno costosi: la tessitura meccanica accelerò la produzione di stoffa, così come la stampa delle decorazioni, con coloranti industriali; i busti e le sottogonne non furono più rinforzati da stecche di balena, ma di metallo, facilmente riproducibile in serie. La crinolina, la sottogonna a cupola diffusa durante il periodo del romanticismo; fu per la prima volta indossata anche dalle donne del popolo. Nel cinquecento cominciarono a diffondersi le pupe, bambole di piccole dimensioni vestite all’ultima moda e curate nei minimi dettagli. Nel bacino del mar Mediterraneo, popolazioni come etruschi, greci, romani si vestirono coi medesimi capi. Si indossava una veste che variava di lunghezza a seconda del genere, chiamata in Grecia chitone e a Roma tunica. In epoca arcaica le donne greche indossavano anche il peplo ripiegato nella parte alta, creando una mantellina lunga fino alla vita. Gli etruschi indossavano come mantello la tebenna ovale da cui si pensi derivi la toga romana. Solitamente allacciata con una fibula su una spalla, nell’ultimo periodo fu avvolta attorno al corpo lasciando un braccio libero. In generale i vestiti etruschi erano caratterizzati da colori molto brillanti. IL NOVECENTO La moda del novecento è sempre veicolata dai mezzi di comunicazione e dalle novità tecniche che si affermano col cinema, con la fotografia, con i giornali e la televisione. Intorno al 1910 il sarto più in vista e scandaloso fu Paul Poiret figlio di un mercante di stoffe. Dal 1903 aprì una boutique e in breve divenne un dittatore della moda. GLI ANNI CINQUANTA La seconda guerra mondiale si distingue per l’influenza di vita americana su tutti i vari stati, comprese le nuove mode (teen-agers). In Europa erano gli anni della ricostruzione, la gente si arricchiva e pretendeva di accedere alle nuove tecnologie. Si sviluppò sempre più la moda per il tempo libero. Sulle spiagge fece la sua prima comparsa il Bikini, costume da bagno in due pezzi. GLI ANNI SESSANTA Nonostante il benessere economico, gruppi di giovani, misero sotto critica la società patriarcale e dei consumi proponendo nuovi modelli. In California un gruppo di giovani crearono una nuova filosofia di vita, basata sulla ricerca della libertà. In Inghilterra lo stesso fenomeno fu diversamente interpretato la musica Beat, rappresentata dai Beatles e dai Rolling Stones. I Beatles indossavano pantaloni stretti e corti. GLI ANNI SETTANTA In Italia entrava in vigore la legge sul divorzio, sintomo di un evidente e profondo cambiamento culturale. La moda degli anni settanta assunse la forma di un vero e proprio movimento. Gli Hippy indossarono camicioni larghi e lunghi, fiori giganti. Anche il movimento femminista si identificò con le gonne lunghe, gli abiti acquistati per pochi spiccioli, ai mercatini dell’usato, gli zoccoli. GLI ANNI OTTANTA Negli anni ottanta non bastava più essere artigiano e creare capi, di ottima fattura e qualità. La moda degli anni ottanta, fu caratterizzata dal culto del successo e dell’efficienza. Si sviluppò la corsa alla forma fisica, anche per persone non più giovani si crearono indumenti casual, presi dall’abbigliamento sportivo. MUSEI DELLA MODA A Firenze è presente uno dei più importanti musei, italiani dedicati alla moda, la Galleria del costume. ABBIGLIAMENTO DA LAVORO POMPIERE: INFERMIERA/E: POLIZIOTTA/O: CAMERIERA/E: CHEF: Le foto illustrate rappresentano i vari abbigliamento da lavoro come lo chef, la cameriera/e, il poliziotto, l’infermiere e il pompiere. ABBIGLIAMENTI STRANIERI Gli abiti per la maggior parte vengono indicati per la cultura del proprio paese e avvolte hanno diverse tradizioni. Ad esempio nell’immagine illustrata sopra con il volto coperto quelli sono abiti di tradizione soprattutto Afghanistana. ABBIGLIAMENTO D’OGGI ABBIGLIAMENTO SPOSA ABBIGLIAMENTI SPORTIVI Ogni sport ha il suo proprio abito che da un vero look.