Conferimento della Laurea honoris causa
in Società, culture e storia del mondo antico
a Jean-Marie Durand
lunedì 28 novembre 2011 - ore 10.30
Aula Magna del Rettorato
Conferimento
della Laurea honoris causa
in Società, culture
e storia del mondo antico
a Jean-Marie Durand
lunedì 28 novembre 2011
ore 10.30
Aula Magna del Rettorato
Piazzale Aldo Moro 5, Roma
Programma
Prolusione del Magnifico Rettore
Luigi Frati
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Allocuzione del Preside
della Facoltà di Filosofia, Lettere,
Scienze umanistiche e Studi orientali
Marta Fattori
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Elogio di Jean-Marie Durand
Mario Liverani
11
Lectio magistralis
L’Assyriologie et les tablettes de Mari
Jean-Marie Durand
15
Jean-Marie Durand è tra i massimi
orientalisti mondiali e il maggior esperto
delle culture della Siria del periodo
preclassico. Dal 1982 direttore dell’équipe
francese per lo studio delle tavolette in
scrittura cuneiforme degli archivi reali di
Mari (circa 20000 tavolette) ha fatto emergere
i caratteri originali della civiltà siriana
rispetto alla civiltà mesopotamica.
È professore di Assyriologie all’Ecole
pratique des Hautes Etudes a Parigi;
dal 2001 al 2011 è stato professore di
Assyriologie al Collège de France e i suoi
corsi hanno avuto un enorme successo
di pubblico. Ha pubblicato molti volumi
di edizioni di testi della serie Archives Royales
de Mari e volumi miscellanei di articoli
sulla civiltà siriana. Compiendo un lavoro
colossale ha pubblicato in tre grandi volumi
la traduzione di tutte le lettere degli archivi
reali di Mari.
Prolusione del Magnifico Rettore
Luigi Frati
Autorità, Colleghi, Studenti,
Signore e Signori,
Sapienza Università di Roma ha oggi il
piacere di conferire a Jean-Marie Durand
la laurea honoris causa in Società, culture e
storia del mondo antico, con la seguente
motivazione: «Indiscusso maestro
internazionale, ha saputo unire una
VWUDRUGLQDULDFDSDFLWjÀORORJLFDHGHVHJHWLFD
dei testi cuneiformi, ad una visione storicoculturale di grande ampiezza e profondità».
Sul piano istituzionale importanti rapporti
di lunga durata collegano la Sapienza
Università di Roma con le Università della
)UDQFLDHSDUWLFRODULOHJDPLVFLHQWLÀFLH
umani, sussistono tra il nostro Ateneo, che
ha di recente celebrato il suo settecentesimo
anniversario, e la più illustre istituzione
accademica francese, il Collège de France.
È in quest’ambito più circoscritto di rapporti
tra le due gloriose istituzioni universitarie
di Roma e di Parigi che si sono sviluppate
da diversi anni intense e fruttuose relazioni
di ricerca e di studio particolarmente
nell’ambito degli studi umanistici nei settori
dell’antichistica e dell’orientalistica.
Questi rapporti, ricchi di scambi di docenti,
con seminari, cicli di lezioni e conferenze, e
di scambi di ricercatori impegnati in studi
SDUDOOHOLVRSUDWWXWWRÀORORJLFLHVWRULFLPD
anche archeologici, sono sorti e si sono
moltiplicati in virtù del fatto che le due
Istituzioni sono le sedi dove svolgono
l’insegnamento e la ricerca i maggiori
UHVSRQVDELOLVFLHQWLÀFLGHOORVWXGLRGHJOL
VWUDRUGLQDULWHVRULHSLJUDÀFLGLGXHGHOOH
maggiori scoperte archeologiche del
Novecento nell’area del Vicino Oriente,
in particolare in Siria. Infatti, la scoperta
francese degli Archivi Reali di Mari, nella
valle dell’Eufrate, nella prima metà del
secolo e la scoperta italiana degli Archivi
Reali di Ebla, nella regione di Aleppo,
nella seconda metà del secolo hanno
profondamente segnato e profondamente
innovato, in modo parallelo a distanza di
alcuni decenni, le conoscenze storiche non
solo certo della Siria in particolare, ma
anche dell’Oriente antico in generale, con
una massa sterminata di testi cuneiformi
che, localizzati soprattutto, ma non soltanto,
rispettivamente nel XIX-XVIII secolo a.C. e
nel XXIV secolo a.C., sono stati una grande
rivelazione delle incredibili potenzialità
dell’Archeologia Orientale.
Al Collège de France, istituzione di
JUDQGLVVLPRSUHVWLJLRFXOWXUDOHHVFLHQWLÀFR
l’Assiriologia ha una lunga tradizione:
VXOSLDQRÀORORJLFRHVVDFRUULVSRQGH
dell’ancor più antica e illustre tradizione
francese sul piano archeologico; in
quest’ultima può vantare la prima, in
assoluto, impresa di scavo nel Vicino Oriente.
Impresa che, non si può non ricordare,
fu condotta da un diplomatico francoSLHPRQWHVH3DXO(PLOH%RWWDÀJOLRGLXQ
7
illustre intellettuale torinese entusiasta
della Rivoluzione e rifugiato in Francia, ed
ebbe come scenario la collina di Khorsabad,
il luogo di una delle capitali dell’impero
d’Assiria. È da questa tradizione gloriosa
degli studi assiriologici della Francia che
proviene lo studioso cui oggi la Sapienza
Università di Roma è lieta di conferire la
laurea honoris causa in Società, culture e storia
del mondo antico.
Il Professor Jean-Marie Durand questo alto
riconoscimento ha pienamente meritato per il
suo lungo impegno negli studi assiriologici,
per la sua straordinaria e infaticabile attività
di editore di testi paleobabilonesi, per la
sua incomparabile conoscenza della storia,
delle istituzioni, della religione, della
società, dell’economia della Mari dell’età di
Hammurabi, per la sua indiscussa autorità
linguistica della fase più classica dello
sviluppo storico dell’accadico, per la sua
eccezionale opera di maestro di almeno due
generazioni di eccellenti assiriologi, non solo
francesi, ma europei.
Attento a coniugare nella maniera più
RULJLQDOHLOULJRUHGHOODGRWWULQDÀORORJLFD
con l’alta divulgazione, il Professor Durand
si è distinto anche per il suo talento nel
fornire una serie di interpretazioni nuove
della storia orientale antica, fondate su
conoscenze parimenti approfondite delle
evidenze testuali e delle documentazioni
DUFKHRORJLFKHËFHUWRFKHFRQODÀJXUD
di studioso di Jean-Marie Durand
nell’orientalismo francese è emersa, ancora
una volta, una personalità di grande spicco
per metodo, rigore, innovazione e capacità
interpretativa, che lascia un’impronta
di primo piano negli studi umanistici
dell’Europa.
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Allocuzione del Preside
della Facoltà di Filosofia, Lettere,
Scienze umanistiche e Studi orientali
Marta Fattori
0DJQLÀFR5HWWRUH$XWRULWj&ROOHJKL
Studenti, Signore e Signori,
Jean-Marie Durand – professore al Collège
de France , membro corrispondente
dell’Académie des Inscriptions et
Belles-Lettres (Institut de France), membro
onorario dell’American Oriental Society e
vice-presidente della Société Asiatique, dopo
essere stato professore all’Ecole des Hautes
Etudes e all’Università di Paris Sorbonne –
è il massimo assiriologo francese e uno
dei più eminenti specialisti di Assiriologia
sullo scenario mondiale. Unanimemente
riconosciuto da tutti e ovunque come un
insigne conoscitore della fase classica dello
sviluppo linguistico dell’akkadico, l’età
paleobabilonese di Hammurabi di Babilonia.
Jean-Marie Durand si inserisce a pieno
titolo nella grande tradizione francese
dell’Assiriologia, che nel Novecento ha dato
SURÀOLHÀJXUHGLHFFH]LRQHGLSUH]LRVRH
riconosciuto valore: da François
Thureau-Dangin a Jean Nougayrol, da
René Labat a Jean Bottéro, e Paul Garelli: a
quest’ultimo nel 2001 è succeduto al Collège
de France.
3URGLJLRVDODVXDSURGX]LRQHVFLHQWLÀFDÀOR
conduttore e risultato del suo intensissimo
LPSHJQRVFLHQWLÀFRJUDQSDUWHGHOODVXDYLWD
di studioso è stata dedicata alla trascrizione,
alla lettura, all’interpretazione e allo studio
delle migliaia di tavolette (si pensa che
VLDQRFLUFDGDOODÀQHGHO;,;DJOLLQL]L
del XVIII secolo a.c.) degli Archivi Reali
di Mari (Siria, valle dell’Eufrate): scoperti,
quest’ultimi, in gran parte , tra il 1934 e il
1936, da André Parrot, Conservateur en chef
dei Musées nationaux nel 1946 e nel 1968
Direttore del Musée du Louvre.
Jean-Marie Durand coordina da oltre un
trentennio l’eccellente équipe francese
che costituisce la terza generazione di
studiosi impegnata nello studio di questo
straordinario archivio. Se questa è stata la
sua maggiore attività, riconosciuta in tutto
il mondo, non minore impegno, con non
minore merito, ha rivolto alla ricostruzione
storica dell’età di Hammurabi (che verso
il 1760 a.c. distrusse Mari permettendo
fortunatamente la conservazione delle
tavolette degli Archivi) e allo studio di ogni
aspetto della società paleobabilonese, dalla
religione, all’amministrazione, all’economia,
al diritto.
Filologo di straordinario rigore, specialista
senza pari dei celeberrimi testi di Mari,
VWRULFRGLJUDQGHÀQH]]DODVXDÀJXUDGL
9
studioso si caratterizza anche, e si completa,
per le sue doti rare e preziose di formare
studiosi di alto livello: due generazioni di
eccellenti assiriologi francesi sono il risultato
non secondario della sua institutio e i suoi
allievi stanno oggi creando una nuova
tradizione assiriologica in Paesi importanti
che ne erano quasi sprovvisti, come
la Russia.
Jean-Marie Durand è studioso di sicura e
UDIÀQDWDDFULELDFULWLFDQHOO·LQWHUSUHWD]LRQH
dei testi, in particolare paleobabilonesi, ma
con amplissime conoscenze sia nell’ambito
dell’akkadico che del sumerico; i suoi studi
KDQQRULQQRYDWRÀQGDOOHUDGLFLOHQRVWUH
conoscenze storiche dell’età paleobabilonese,
con una rara capacità di analisi e con una
non meno rara attitudine a concepire
sintesi di grande originalità. I tre volumi
di traduzioni e commenti sulle Littératures
Anciennes du Proche-Orient sono un esemplare
risultato di altissima divulgazione. Per la sua
DWWLYLWjVFLHQWLÀFDO·HFFHOOHQ]DQHOPHWRGR
e nell’interpretazione, per la sua dedizione
esemplare alla formazione dei giovani,
M. Jean-Marie Durand è un vero Maestro,
sempre attentissimo ai più diversi versanti
dei progressi della disciplina assiriologica,
soprattutto a seguito di scoperte importanti,
pur distanti cronologicamente dall’età
paleobabilonese. L’interesse con cui ha
VHPSUHVHJXLWRÀQGDJOLLQL]LOHVFRSHUWH
di Ebla, i suoi acuti interventi anche
nell’ambito dell’eblaitologia, la sua recente
scelta di indirizzare giovani della sua
scuola allo studio dei testi di Ebla sono una
testimonianza dell’apertura di un grande
specialista anche alle più rivoluzionarie
scoperte dell’archeologia contemporanea e
creano un legame particolare fra lo studioso
e la scuola orientalistica romana. Forse non
10
DFDVRRYHVLULÁHWWDFKHOHSULPHPHQ]LRQL
storiche della città di Mari si trovano in testi
del XXIV secolo a.C. rinvenuti nel sito di
Ebla, quando i sovrani eblaiti erano tributari
di Mari, prima di conquistare l’indipendenza.
Elogio a Jean-Marie Durand
Mario Liverani
0DJQLÀFR5HWWRUHLOOXVWUL&ROOHJKL
Signore e Signori,
siamo qui riuniti per celebrare e onorare
il nostro carissimo amico Jean-Marie
Durand, professore di Assiriologia al
Collège de France (da quest’anno emerito),
Directeur d’Études all’École Pratique des
Hautes Études (Sciences Historiques et
Philologiques), membro corrispondente
dell’Académie des Inscriptions et BellesLettres, membro onorario dell’American
Oriental Society, Vice-Presidente della Société
Asiatique, Chevalier de la Légion d’Honneur,
e chissà quant’altro ancora.
Ma io, pur consapevole che in questo genere
letterario della laudatio non si usa farlo,
vorrei iniziare da un aneddoto personale, che
credo stupirà lo stesso nostro ospite. Quando
la Sapienza decise – credo fosse il 1978 – di
istituire il “Comitato Internazionale dei Testi
di Ebla”, dove la Francia era rappresentata
da Paul Garelli, e Paolo Matthiae ne convocò
la prima riunione, mi recai all’aeroporto ad
accogliere l’amico Garelli. E questi, nel dirsi
ovviamente onorato per la nomina, mi fece
notare come lui, specialista di antico-assiro e
neo-assiro, avrebbe potuto poco contribuire
alla pubblicazione dei testi, e invece suggerì
il nome di Jean-Marie Durand come la
persona più adatta. Io rimasi sorpreso: non
conoscevo allora il professore, che aveva
pubblicato all’epoca solo alcuni contributi
ÀORORJLFLDOWDPHQWHVSHFLDOLVWLFLHFRPXQTXH
feci presente che il Comitato aveva una
funzione essenziale di supervisione, liberi
poi i membri di contribuire o meno al lavoro
SUDWLFRGLHGL]LRQH/DFRVDÀQuOuPDFUHGR
di essere qui l’unico a sapere e a poter
testimoniare che in quel fatale 1978 Jean0DULH'XUDQGVHQ]DVDSHUORVÀRUzSHUXQ
pelo l’inserimento a pieno titolo nelle attività
ÀORORJLFKHGHOOD0LVVLRQHGL(EOD
Un paio di anni dopo (credo fosse appunto
il 1980) Jean-Marie Durand fu inserito
nell’équipe incaricata della pubblicazione
dei testi di Mari, e ben presto ne divenne
coordinatore responsabile, e si gettò a capo
ÀWWRLQTXHVWDQXRYDLQFRPEHQ]DFRQOD
determinazione e la capacità organizzativa,
unite a una rara competenza e acribia
ÀORORJLFDFKHWXWWLJOLULFRQRVFLDPR,QL]Lz
FRVuTXHOODFKHSRVVLDPRGHÀQLUHODVWRULD
parallela di due città (A Tale of Two Cities, se
Dickens permette), non intendo dire Parigi e
Roma, bensì Mari ed Ebla. Due città antiche
GHOOD6LULDHQWUDPEHÀRULWHVRSUDWWXWWRLQ
due fasi, quella del Bronzo Antico maturo
(intorno al XXIII secolo a.C.) e quella del
Medio Bronzo (intorno al XVIII secolo
a.C.), ed entrambe illuminate dalla scoperta
di due grandi archivi, quello di Ebla nel
primo periodo, quello di Mari nel secondo.
Durante tutto il corso degli ultimi trent’anni
la pubblicazione dei due archivi è proceduta
in parallelo, con continui scambi di inviti e
di interventi: e in questo Jean-Marie Durand
è stato assai più attivo nell’organizzare
11
convegni, e assai più generoso nel dare
(molti di noi hanno passato periodi
IHOLFLHSURÀFXLDO&ROOqJHGH)UDQFHR
hanno partecipato a convegni e seminari
parigini) di quanto noi siamo stati capaci
di ricambiare – sicché la cerimonia odierna
cerca in qualche modo di riequilibrare,
almeno in parte, i conti.
La pubblicazione dei testi di Mari è
stata concepita da Jean-Marie Durand
FRPHXQSURJHWWRVFLHQWLÀFRGLDPSLD
ricostruzione storica in tutti gli aspetti
(sociali e religiosi, oltre che politici
HGHFRQRPLFL$WDOÀQHDIÀDQFDWR
dall’amico fraterno Dominique Charpin, ha
costituito un’ampia e validissima équipe
di ricerca, ha formato numerosi allievi
(francesi e non, dalla Germania all’Italia,
dalla Spagna alla Russia), allievi subito
lanciati in tesi dottorali e in pubblicazioni
autonome ma accuratamente e severamente
supervisionate. Ha iniziato serie editoriali
VSHFLÀFKHVLDSHULRGLFKHGDOODSRGHURVD
serie MARI, all’agile utilissimo NABU) sia
PRQRJUDÀFKHArchives Epistolaires de Mari,
Amurru, Florilegium Marianum, Mémoires de
Nabu), ha organizzato convegni e seminari
(come le Journées d’Étude Syro-Françaises,
giunte all’ottava edizione), ha intessuto
SURÀFXLUDSSRUWLFRQWXWWLLFHQWULGLULFHUFD
internazionalmente validi. La sua attività è
di tale intensità e di tale livello qualitativo
da non conoscere l’eguale nel settore degli
VWXGLVXOODVWRULDHODÀORORJLDGHOO·DQWLFR
2ULHQWH/DVXDSHUVRQDOHELEOLRJUDÀD
testimonia di un’attività indefessa, e di una
tensione senza cedimenti, che si concretizza
in pubblicazioni di ogni genere: volumi
GLWHVWLLQHGLWLDPSLHPRQRJUDÀHVX
soggetti particolari, volumi editi in onore
di colleghi o atti di congressi e convegni,
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in fondamentali e corposi articoli, ma anche
brevi note e micidiali recensioni. Dovendo
limitarmi a citare una sola opera, scelgo i tre
volumi dei Documents épistolaires du palais de
Mari, Paris 1997-2000, che sotto l’apparenza
di una traduzione commentata dei testi
nascondono un’incredibile messe di nuove
letture, di nuove proposte esegetiche, di
nuove idee.
Il periodo storico sul quale i testi di Mari
gettano una luce documentaria senza pari
per tutto il periodo dell’antichità pre-classica
nella zona a cavallo tra Siria e Mesopotamia,
era stato etichettato come “l’età di Mari” già
prima che Durand se ne occupasse (a fare il
paio con “l’età di Ebla” di mezzo millennio
prima). Ma il contributo di Durand, da
solo o in associazione con Charpin, è stato
fondamentale e innovativo su tutta una serie
di questioni essenziali: la struttura dello stato
dell’Alta Mesopotamia, gli organi collegiali,
il funzionamento del palazzo, i rapporti tra
nomadi e sedentari, i contrasti tra le due
grandi confederazioni pastorali (e l’origine
della dinastia di Mari da una di esse), i
risvolti politici del culto e della mitologia, la
posizione della donna, e tanti altri argomenti
FKHIDQQRGL-HDQ0DULH'XUDQGÀORORJR
UDIÀQDWRSHUYRFD]LRQHHSHUFRPSHWHQ]D
al tempo stesso uno storico di vaglia. E del
resto, se il punto focale dell’attività di JeanMarie Durand resta ovviamente l’età di Mari,
numerosi sono i suoi interventi su altre zone
e su altri periodi storici, indietro nel tempo
(seguendo anche la documentazione della
stessa Mari, per il periodo degli shakkanakku)
VLDLQDYDQWLÀQRDOO·HWjQHRDVVLUD
e neo-babilonese.
Se solo si prova a fare un bilancio della sua
attività, a stabilire un rapporto tra il tempo
disponibile e i risultati conseguiti (e il
livello ineccepibile della loro elaborazione),
si resta sbigottiti. Ci auguriamo tutti che
Jean-Marie continui a darci ancora per tanti
anni il frutto della sua intelligenza e della
sua volontà: ne abbiamo davvero bisogno,
HVSHULDPRFKHTXHVWDQRVWUDRQRULÀFHQ]D
che vuole testimoniare non solo la stima ma
anche l’affetto, lo aiuti ad andare avanti con
LPPXWDWDHIÀFDFLDHGHWHUPLQD]LRQHSXU
tra i tanti ostacoli che la vita riserva a
ciascuno di noi.
Mario Liverani
Professore emerito
di Storia del Vicino Oriente antico
alla Sapienza Università di Roma
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Lectio magistralis
di Jean-Marie Durand
L’Assyriologie et les tablettes de Mari
L’Assiriologia e le tavolette di Mari
Monsieur le Recteur, Cher(e)s Collègues,
Mesdames et Messieurs, chers étudiants,
0DJQLÀFR5HWWRUHLOOXVWUL&ROOHJKH
e Colleghi, Signore e Signori, cari Studenti,
je voudrais commencer ces quelques mots
en rendant d’abord hommage à ceux qui ont
permis cet incroyable honneur que vous me
faites aujourd’hui en m’accueillant dans l’une
des plus prestigieuses universités de l’Europe.
vorrei iniziare il mio intervento rendendo
omaggio a quelli che mi hanno permesso
di giungere a questo incredibile onore che
mi fate oggi accogliendomi in una delle più
prestigiose Università d’Europa.
Il me faut d’abord mentionner nos pères
fondateurs, Georges Dossin et Jean-Robert
Kupper, professeurs à Liège, qui se sont
affrontés les premiers, avec le succès que
O·RQVDLWDX[GLIÀFXOWpVGHOHFWXUHGXORW
documentaire nouveau que leur avait
procuré André Parrot, l’heureux découvreur
de l’antique Mari au Tell Hariri, sur les
bords du Moyen-Euphrate syrien; ensuite,
je n’aurai garde d’oublier les collaborateurs
irremplaçables, Dominique Charpin depuis
toujours, et une équipe sans cesse renouvelée
et rajeunie, mais où des chercheurs comme
Nele Ziegler ou Michaël Guichard ont
désormais trouvé une place qui nous rassure.
Si mes travaux ont eu des résultats c’est en
bonne partie parce que je n’ai jamais voulu
WUDYDLOOHUVHXOXQHDXWUHSDLUHG·\HX[YpULÀH
deux imaginations se complètent.
Devo innanzitutto ricordare i nostri padri
fondatori, Georges Dossin e Jean-Robert
Kupper, professori a Liegi, che si sono per
primi confrontati, e con il successo che è
EHQQRWRFRQODGLIÀFROWjGLOHWWXUDGLXQ
lotto di documenti nuovi che erano stati
procurati loro da André Parrot, il fortunato
scopritore dell’antica Mari nel sito di Tell
Hariri, sulla riva del Medio Eufrate siriano; e
poi non vorrei certo scordare i collaboratori
insostituibili, Dominique Charpin, da
sempre, e una équipe rinnovata senza sosta
e ringiovanita, ma dove dei ricercatori come
Nele Ziegler o Michael Guichard hanno
ormai trovato un posto che ci rassicura. Se
i miei lavori hanno avuto dei risultati è in
buona parte perché io non ho mai voluto
lavorare da solo: un altro paio di occhi
YHULÀFDGXHLPPDJLQD]LRQLVLFRPSOHWDQR
C’est la bonté du sol qui permet la richesse
de la récolte; il faut avouer que les tablettes
de Mari, cuites involontairement par les
Babyloniens au XVIIIe siècle avant notre ère,
È la bontà del suolo che permette la ricchezza
del raccolto. Bisogna ammettere che le
tavolette di Mari, cotte involontariamente dai
Babilonesi nel XVIII secolo a.C., nel momento
15
lors de l’incendie du palais du roi
Zimrî-Lîm, en nous gardant l’intégralité de
ce qui a été détruit dans les autres capitales,
nous ont permis de faire des gens dont nous
lisons les lettres nos contemporains. Nous
arrivons ainsi à une connaissance précise
des humeurs et des tempéraments
de l’époque qui va bien plus loin que la
simple collection des titres et des fonctions
dell’incendio del palazzo del re Zimri-Lim,
conservandoci integralmente tutto quello che
è invece andato distrutto in altre capitali, ci
ha permesso di rendere nostre contemporanee
le persone delle quali noi ora leggiamo le
lettere. Arriviamo quindi a una conoscenza
precisa degli umori e dei temperamenti delle
persone dell’epoca, conoscenza che va ben
al di là dei semplici elenchi dei titoli e delle
que procurent les documents d’autres sites.
Plus d’une fois l’Histoire se pare ainsi
pour nous de l’attrait du discours
romanesque.
funzioni, che ci forniscono invece documenti
di altri siti archeologici. Più di una volta la
Storia si presenta per noi con l’attrattiva di un
discorso romanzesco
Pouvons-nous parler de gains substantiels
dans la connaissance des événements
historiques? Indéniablement, vu le nombre
de royaumes inconnus et de têtes
couronnées oubliées dont nous avons
enrichi les index assyriologiques. Pour
une bonne part, cependant, cela vient trop
tard: c’est par A!!ur et Babylone que la
redécouverte du Proche-Orient s’est opérée
au XIXe, puis au XXe siècle: Mari restera
toujours connue comme la conquête de
Hammu-rabi de Babylone, fondateur d’un
empire; ce n’est pas, en revanche, la prise
de Mari qui fait aujourd’hui la gloire de cet
Hammu-rabi.
On pourrait rêver à ce que serait aujourd’hui
l’Assyriologie si les fouilles avaient commencé
par Mari et non par Tello, au lointain pays
de Sumer. Assurément, la fermeture de l’Iraq
a été une catastrophe terrible, humaine et
DXVVLHQFHTXLQRXVFRQFHUQHVFLHQWLÀTXH
elle a permis cependant à la Syrie de
retrouver plus vite sa juste place dans
l’histoire de l’humanité.
Cependant la gloire étincelante de la grande
Ébla sollicite aujourd’hui l’attention plus vers la
région d’Alep que vers les bords de l’Euphrate.
Les découvertes colossales de l’équipe italienne
Possiamo parlare di progressi sostanziali
nella conoscenza degli avvenimenti storici?
Questo è innegabile, considerato il numero
di regni sconosciuti e di teste coronate
dimenticate di cui abbiamo arricchito
gli indici assiriologici. In un certo senso
però questo è avvenuto troppo tardi. È
attraverso Assur e Babilonia che è avvenuta
la riscoperta del Vicino Oriente nel XIX
secolo e poi nel XX secolo. Mari resterà per
sempre conosciuta come la città conquistata
da Hammu-rabi di Babilonia, fondatore di
un impero. Invece non è più la conquista di
Mari ciò che costituisce la gloria di questo
Hammu-rabi.
Si potrebbe immaginare cosa sarebbe al
giorno d’oggi l’Assiriologia se gli scavi
fossero cominciati a Mari e non a Tello, nel
lontano paese di Sumer. Sicuramente la
guerra in Iraq è stata una catastrofe terribile,
umana e anche, per quello che ci concerne,
VFLHQWLÀFDHVVDKDSHUPHVVRSHUzDOOD6LULDGL
ritrovare più presto il suo giusto posto nella
storia dell’umanità.
E così la gloria sfolgorante della grande Ebla
sollecita l’attenzione più verso la regione
di Aleppo che verso i bordi dell’Eufrate.
Le scoperte colossali dell’équipe italiana
16
conduite par Paolo Matthiae à Tell Mardikh
et le traitement de ses fabuleuses archives
par des savants comme Maria Giovanna Biga
et Alfonso Archi se sont assurés aujourd’hui
une place majeure dans le monde savant.
condotta da Paolo Matthiae a Tell Mardikh e
lo studio dei suoi favolosi archivi intrapreso
da studiosi quali Maria Giovanna Biga e
Alfonso Archi si sono assicurati ormai un
posto di spicco nel mondo della scienza.
Les archives de Mari, mieux datables
que celles d’Ébla, ont néanmoins permis
l’établissement de «modèles» pour la
Gli archivi di Mari, meglio databili di quelli
di Ebla, hanno ormai permesso di stabilire dei
“modelli” per la comprensione dell’antichità
compréhension de l’antiquité
proche-orientale. Pour ce genre d’approche
j’avais eu personnellement le privilège
d’entendre à Paris en 1974. un jeune homme
talentueux et à l’époque moins connu, qui
faisait, à mon étonnement, une comparaison
éblouissante entre Idrimi, un obscur prince
syrien auteur cependant d’une intéressante
inscription, avec la grande Athalie, qui est
depuis Racine une héroïne française. Si nous
QHVRPPHVSDVUHVWpVVXIÀVDPPHQWVDJHV
pour nous en tenir à l’imitation de celui qui
était devenu entretemps une des lumières
de la Sapienza, le professeur Mario Liverani,
c’est que la richesse de la documentation de
Mari, mieux inventoriée et mise en ordre que
du temps des Fondateurs, nous a conduits
vers des problématiques autres.
Comment vous présenter cette
documentation autrement qu’en vous
disant qu’elle est de l’ordre de l’enquête
journalistique? Les lettres adressées au roi
GH0DULVRQWFRPPHOHVÁDVKHVTXLWRPEHQW
aujourd’hui sur les télescripteurs, à ceci près,
malheureusement, que le suivi n’est pas
toujours assuré et que, surtout, nous n’avons
pas toujours les démentis, les «réajustements
de nouvelles», que les présentateurs de nos
journaux télévisés pratiquent à l’occasion,
même si Dominique Charpin a publié une
lettre où l’informateur s’excuse: la tablette
HVWSDUWLHWURSYLWHDYDQWYpULÀFDWLRQ/D
nouvelle était fausse: ce n’est que d’un petit
vicino-orientale. Per questo genere di
approccio io avevo avuto personalmente
il privilegio di ascoltare a Parigi, nel 1974,
un giovane di talento, e all’epoca meno
conosciuto, che faceva, con mio grande
stupore, un paragone stupefacente tra
Idrimi, un oscuro principe siriano autore
di una interessante iscrizione, e la grande
Atalìa, che è grazie a Racine divenuta una
eroina francese. Se noi non siamo stati
VXIÀFLHQWHPHQWHVDJJLGDFRQWLQXDUHD
seguire quello che era nel frattempo divenuto
uno dei luminari della Sapienza, il professor
Mario Liverani, è perché la ricchezza della
documentazione di Mari, meglio sistemata e
messa in ordine di quanto non lo fosse stata
ai tempi dei Fondatori, ci ha condotti verso
altre problematiche.
Come presentarvi questa documentazione
se non dicendovi che essa è dell’ordine
dell’inchiesta giornalistica? Le lettere
indirizzate al re di Mari sono come i
ÁDVKHVFKHDUULYDQRDOJLRUQRG·RJJL
sulle telescriventi; ma il seguito non è
malauguratamente sempre assicurato e
soprattutto non abbiamo sempre le smentite,
gli “aggiustamenti delle notizie” che i
presentatori del nostri telegiornali praticano
in certe occasioni, anche se Dominique
Charpin ha pubblicato una lettera nella quale
l’informatore si scusa: la tavoletta è partita
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contenuto. La notizia era falsa: il nemico si è
17
village dont l’ennemi s’était emparé, non
d’une grande citadelle.
impadronito solo di un piccolo villaggio, non
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L’intérêt des textes de Mari tient bien
sûr à la possibilité de dépasser l’histoire
des rois et de leurs conquêtes, ce par
quoi les potentats orientaux ont trop
marqué l’Histoire. Les princes d’Assyrie
et de Babylone sont allés jusqu’aux portes
L’interesse dei testi di Mari sta nel fatto che
offrono la possibilità di andare oltre alla
storia dei re e delle loro conquiste, conquiste
per le quali i potentati orientali hanno anche
troppo segnato la Storia. I principi di Assiria
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de Samarie ou de Jérusalem qu’ils ont
enfoncées; ils ont mis à sac les grands ports
méditerranéens: là, ils ont marqué par
leur terreur les Occidentaux qui arrivaient
jusqu’à ces régions. Ils se sont acquis
surtout l’immortalité par leur insertion
dans l’Histoire Sainte, ce qui les eut fort
étonnés, car leurs principaux et prestigieux
adversaires étaient alors bien autres.
De fait, les archives de Mari ont fourni
des sujets nouveaux: nous y avons
découvert le monde des campagnes; tout
particulièrement les Bédouins: des gens
instables, très désireux de s’établir mais
toujours prêts à repartir. Le vocabulaire de
leurs institutions, leurs façons de dire ont
trouvé des échos dans le monde bédouin
pré-islamique, même si le vocabulaire a,
deux millénaires et demi après!, beaucoup
changé; les comparaisons avec eux sont
cependant plus intéressantes pour nos
recherches qu’avec le monde biblique dont
les termes sont très ressemblants à ceux
de Mari mais dont le genre de vie est aux
antipodes.
di Samaria o di Gerusalemme e le hanno
abbattute; essi hanno saccheggiato i grandi
porti del Mediterraneo; là hanno sparso il
terrore tra gli Occidentali che arrivavano
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conquistati l’immortalità grazie al fatto che
sono stati ricordati nella Storia Sacra della
Bibbia, cosa che li avrebbe fortemente stupiti
dato che i loro principali e più prestigiosi
avversari erano ben altri.
In effetti, gli archivi di Mari hanno offerto
dei soggetti di studio nuovi: noi vi abbiamo
scoperto il mondo delle campagne, in
particolar modo il mondo dei Beduini: genti
irrequiete, molto desiderose di stabilizzarsi
ma sempre pronte a ripartire. Il vocabolario
delle loro istituzioni, i loro modi di dire
hanno trovato un’eco nel mondo beduino
preislamico, anche se il vocabolario è
molto cambiato, dato che erano passati due
millenni e mezzo! Per le nostre ricerche però i
paragoni con loro sono molto più interessanti
che quelli con il mondo biblico, i cui termini
sono molto simili a quelli dei testi di Mari ma
il cui genere di vita è agli antipodi.
De la même façon, c’est désormais l’intérieur
des palais qui s’offre à notre indiscrétion:
les couloirs de celui de Babylone où
Dominique Charpin a pu espionner les
manigances de Hammu-rabi, ou le harem
de celui de Mari dont Nele Ziegler connaît
désormais toutes les dames, avec autant de
Ugualmente è ormai l’interno dei palazzi che
si offre alla nostra indiscrezione: i corridoi
del palazzo di Babilonia dove Dominique
Charpin ha potuto spiare gli intrighi di
Hammu-rabi, o l’harem del palazzo di Mari
di cui Nele Ziegler conosce ormai tutte le
dame con tanti dettagli quanti ne conosce
18
détails que Maria Giovanna Biga pour ce
qui est des habitantes du palais d’Ébla. Et
surtout, les textes nous venant de partout,
nous avons plusieurs siècles à l’avance
des renseignements sur des endroits
documentés bien plus récemment: Alep,
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pour le XVIIIe siècle avant notre ère, la
Haute-Djéziré, vaste no man’s land à toute
Maria Giovanna Biga per gli abitanti del
palazzo di Ebla. E soprattutto, dal momento
che i testi ci vengono da molte città diverse,
noi abbiamo notizie, databili a parecchi
secoli prima, di luoghi documentati ben più
recentemente: Aleppo, Qatna, Carchemish,
Assur, Ninive. Per il XVIII secolo a.C. l’
Alta Gezira, grande no man’s land (terra
di nessuno) per tutto il periodo, è ormai a
époque, est désormais petit à petit grâce
aux travaux de Michaël Guichard de plus
en plus connue.
J’ai souvent rêvé que, les progrès
techniques permettant de mieux en
mieux de connaître le moment précis des
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premier texte permettrait de savoir la
date de naissance, voire même le signe
astrologique, de dame Clio, marquant de
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et le début de l’ère historique. En réalité,
pendant longtemps, la documentation
épigraphique ne fait qu’en doubler d’autres,
peut-être mêmes plus informatives pour ces
époques; elles représentent les différents
secteurs de l’archéométrie ou de l’histoire
de l’Art, pointes de l’archéologie actuelle
pour les hautes époques. L’information
épigraphique n’apporte pendant longtemps,
quasiment tout le IIIe millénaire, que des
données philologiques qui doublent l’étude
de la poterie ou celle des artefacts, sans les
dépasser.
C’est ma conviction cependant, que ce
rôle d’auxiliaire de l’Histoire cesse avec
les archives de Mari où, pour une période
limitée certes, mais décisive, les textes
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sur les sociétés et le monde d’alors. En un
certain sens, pour parodier un titre (trop)
célèbre, l’Histoire commence bien pour
nous à Mari.
poco a poco, grazie agli studi di Michael
Guichard, sempre più conosciuta.
Ho sovente sognato che, dal momento
che i progressi della tecnica permettono
di meglio conoscere il momento preciso
GHLGRFXPHQWLODGDWDLQÀQHÀVVDWDGHO
primo testo permettesse di conoscere la
data di nascita, e anche il segno astrologico,
della signora Clio, segnando in maniera
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l’inizio dell’era storica. In realtà, da lungo
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anche più informative, per queste epoche;
esse rappresentano i diversi settori
dell’archeometria o della storia dell’Arte,
punti sui quali si concentra l’interesse
dell’archeologia attuale per le epoche più
DQWLFKH/·LQIRUPD]LRQHHSLJUDÀFDQRQ
apporta per molto tempo, per quasi tutto
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FKHDIÀDQFDQRORVWXGLRGHOODFHUDPLFDR
quello dei manufatti, senza consentire di
andare oltre.
È mia convinzione pertanto che questo
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gli archivi di Mari dove, per un periodo
certamente limitato ma decisivo, i testi
permettono di costruire un discorso
completo sulle società e il mondo d’allora.
In un certo senso, per ricalcare un titolo
(troppo) celebre, la Storia comincia per noi
proprio a Mari.
19
Qu’espérer du futur de nos études? Nous
nous sommes plus d’une fois dit avec mes
collaborateurs que si jamais on trouvait
une autre Mari, c’est-à-dire un lot de
textes aussi riche, c’est-à-dire conservé de
la même façon, il nous faudrait changer
beaucoup de nos évidences. J’ai moi-même
déjà senti cette nouveauté dans les regards
neufs portés sur des dossiers que nous
Che cosa sperare per il futuro dei nostri
studi? Ci siamo più di una volta detti
con i miei collaboratori che se per caso
si trovasse un‘altra Mari, cioè un lotto di
testi così ricco, e conservato allo stesso
modo, ci troveremo costretti a cambiare
molte delle nostre convinzioni. Io stesso ho
già percepito questa novità negli sguardi
nuovi, rivolti ai dossiers che noi avevamo
avions patiemment reconstitués, de la part
de chercheurs plus jeunes ou même suite
à nos propres relectures, plus informées
il est vrai. On peut naturellement penser
que le changement n’est pas toujours
facteur de progrés. Il est facile, trop facile,
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avons nous-mêmes cédé, quittes à faire nos
mea culpa. De toute façon, dire le contraire
d’une erreur n’est pas ipso facto accéder à
la vérité. Le fracas risque de tourner court.
Mais, plutôt que de me cantonner dans
l’attitude qui est celle du laudator temporis
acti, je pense profondément que c’est dans
cette versatilité de la recherche que réside la
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discipline.
J’ai terminé mes cours au Collège de
France en disant que, si j’avais devant
moi une fée, je veux dire une vraie fée,
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lui demanderai certes pas une nouvelle
jeunesse: il faudrait tout recommencer!
Ni la fortune: ceux qui pratiquent ce que
l’on appelle la «recherche dans les sciences
humaines» savent que leur meilleur mécène
est bien leur enthousiasme: nous portons
en nous-mêmes nos cyclotrons et nos
télescopes géants; c’est pour cela que nous
pouvons regarder avec détachement tous
les réajustements ou raccourcissements
de crédits qui se sont abattus sur nos
disciplines, ou dont on nous menace encore.
pazientemente ricostruito, da parte di
ricercatori più giovani e anche in seguito a
nostre stesse riletture, dopo che avevamo più
informazioni. Si può naturalmente pensare
che il cambiamento non è sempre fattore di
progresso. È facile, troppo facile, disfare, più
GLIÀFLOHDJJLXQJHUHQRLVWHVVLYLDEELDPR
ceduto, salvo poi fare il nostro mea culpa.
In ogni caso, dire il contrario di un errore
QRQVLJQLÀFDLSVRIDFWRDFFHGHUHDOODYHULWj
Del resto il frastuono causato da questa
eventuale scoperta potrebbe anche rischiare
di non portare tutte le novità attese. Ma,
piuttosto che mettermi nell’attitudine del
laudator temporis acti, penso veramente che è
proprio in questa versatilità della ricerca che
può albergare la più ferma consapevolezza
del futuro della nostra disciplina.
Ho terminato i miei corsi al Collège de
France dicendo che, se avessi davanti a me
una fata, voglio dire una vera fata, con una
EDFFKHWWDPDJLFDHIÀFDFHLRQRQOHFKLHGHUHL
certo una nuova giovinezza: bisognerebbe
ricominciare tutto! Né le chiederei la fortuna:
quelli che praticano quella che si chiama “la
ricerca nelle scienze umane” sanno che il
loro miglior protettore è il loro entusiasmo:
noi portiamo in noi stessi i nostri ciclotroni
e i nostri telescopi giganti; è per questo che
noi possiamo guardare con distacco tutti gli
aggiustamenti o i tagli di fondi che si sono
abbattuti sulle nostre discipline o dei quali
ancora siamo minacciati.
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Je demanderais plutôt à cette bienveillante et
puissante fée de pouvoir jeter simplement un
regard sur la table des matières d’un ouvrage
écrit dans 20 ou 30 ans par un de ces jeunes
impatients qui nous entourent pour savoir
ce que, longtemps après moi, la Recherche
dirait avec une assurance, certainement,
renouvelée.
Io chiederei piuttosto a questa benevola e
potente fata di poter gettare semplicemente
uno sguardo sull’indice degli argomenti di
un ‘opera scritta tra 20 o 30 anni da uno di
questi giovani impazienti che ci circondano,
per sapere quello che, molto tempo dopo
di me, la Ricerca dirà con una sicurezza
certamente rinnovata.
Depuis toujours «savoir» est un besoin
incoercible, qui peut être contrarié certes
mais non aboli. Dans ce domaine, je dois
vous avouer que les tablettes de Mari m’ont
apporté beaucoup de satisfactions, ce à quoi
l’honneur, certainement immérité, que vous
me faites aujourd’hui, ajoute encore plus.
Da sempre “sapere” è un bisogno incoercibile
che può essere contrastato certamente, ma
non soppresso. Per questo io devo ammettere
che le tavolette di Mari mi hanno portato
molte soddisfazioni alle quali si aggiunge
l’onore, certamente immeritato, che voi mi
fate oggi.
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COORDINAMENTO ORGANIZZATIVO:
Cerimoniale
T (+39) 06 49910291-0385-0541
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RELAZIONI CON LA STAMPA:
Ufficio Stampa e Comunicazione
T (+39) 06 49910034-0035
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