Conferimento della Laurea honoris causa in Società, culture e storia del mondo antico a Jean-Marie Durand lunedì 28 novembre 2011 - ore 10.30 Aula Magna del Rettorato Conferimento della Laurea honoris causa in Società, culture e storia del mondo antico a Jean-Marie Durand lunedì 28 novembre 2011 ore 10.30 Aula Magna del Rettorato Piazzale Aldo Moro 5, Roma Programma Prolusione del Magnifico Rettore Luigi Frati 7 Allocuzione del Preside della Facoltà di Filosofia, Lettere, Scienze umanistiche e Studi orientali Marta Fattori 9 Elogio di Jean-Marie Durand Mario Liverani 11 Lectio magistralis L’Assyriologie et les tablettes de Mari Jean-Marie Durand 15 Jean-Marie Durand è tra i massimi orientalisti mondiali e il maggior esperto delle culture della Siria del periodo preclassico. Dal 1982 direttore dell’équipe francese per lo studio delle tavolette in scrittura cuneiforme degli archivi reali di Mari (circa 20000 tavolette) ha fatto emergere i caratteri originali della civiltà siriana rispetto alla civiltà mesopotamica. È professore di Assyriologie all’Ecole pratique des Hautes Etudes a Parigi; dal 2001 al 2011 è stato professore di Assyriologie al Collège de France e i suoi corsi hanno avuto un enorme successo di pubblico. Ha pubblicato molti volumi di edizioni di testi della serie Archives Royales de Mari e volumi miscellanei di articoli sulla civiltà siriana. Compiendo un lavoro colossale ha pubblicato in tre grandi volumi la traduzione di tutte le lettere degli archivi reali di Mari. Prolusione del Magnifico Rettore Luigi Frati Autorità, Colleghi, Studenti, Signore e Signori, Sapienza Università di Roma ha oggi il piacere di conferire a Jean-Marie Durand la laurea honoris causa in Società, culture e storia del mondo antico, con la seguente motivazione: «Indiscusso maestro internazionale, ha saputo unire una VWUDRUGLQDULDFDSDFLWjÀORORJLFDHGHVHJHWLFD dei testi cuneiformi, ad una visione storicoculturale di grande ampiezza e profondità». Sul piano istituzionale importanti rapporti di lunga durata collegano la Sapienza Università di Roma con le Università della )UDQFLDHSDUWLFRODULOHJDPLVFLHQWLÀFLH umani, sussistono tra il nostro Ateneo, che ha di recente celebrato il suo settecentesimo anniversario, e la più illustre istituzione accademica francese, il Collège de France. È in quest’ambito più circoscritto di rapporti tra le due gloriose istituzioni universitarie di Roma e di Parigi che si sono sviluppate da diversi anni intense e fruttuose relazioni di ricerca e di studio particolarmente nell’ambito degli studi umanistici nei settori dell’antichistica e dell’orientalistica. Questi rapporti, ricchi di scambi di docenti, con seminari, cicli di lezioni e conferenze, e di scambi di ricercatori impegnati in studi SDUDOOHOLVRSUDWWXWWRÀORORJLFLHVWRULFLPD anche archeologici, sono sorti e si sono moltiplicati in virtù del fatto che le due Istituzioni sono le sedi dove svolgono l’insegnamento e la ricerca i maggiori UHVSRQVDELOLVFLHQWLÀFLGHOORVWXGLRGHJOL VWUDRUGLQDULWHVRULHSLJUDÀFLGLGXHGHOOH maggiori scoperte archeologiche del Novecento nell’area del Vicino Oriente, in particolare in Siria. Infatti, la scoperta francese degli Archivi Reali di Mari, nella valle dell’Eufrate, nella prima metà del secolo e la scoperta italiana degli Archivi Reali di Ebla, nella regione di Aleppo, nella seconda metà del secolo hanno profondamente segnato e profondamente innovato, in modo parallelo a distanza di alcuni decenni, le conoscenze storiche non solo certo della Siria in particolare, ma anche dell’Oriente antico in generale, con una massa sterminata di testi cuneiformi che, localizzati soprattutto, ma non soltanto, rispettivamente nel XIX-XVIII secolo a.C. e nel XXIV secolo a.C., sono stati una grande rivelazione delle incredibili potenzialità dell’Archeologia Orientale. Al Collège de France, istituzione di JUDQGLVVLPRSUHVWLJLRFXOWXUDOHHVFLHQWLÀFR l’Assiriologia ha una lunga tradizione: VXOSLDQRÀORORJLFRHVVDFRUULVSRQGH dell’ancor più antica e illustre tradizione francese sul piano archeologico; in quest’ultima può vantare la prima, in assoluto, impresa di scavo nel Vicino Oriente. Impresa che, non si può non ricordare, fu condotta da un diplomatico francoSLHPRQWHVH3DXO(PLOH%RWWDÀJOLRGLXQ 7 illustre intellettuale torinese entusiasta della Rivoluzione e rifugiato in Francia, ed ebbe come scenario la collina di Khorsabad, il luogo di una delle capitali dell’impero d’Assiria. È da questa tradizione gloriosa degli studi assiriologici della Francia che proviene lo studioso cui oggi la Sapienza Università di Roma è lieta di conferire la laurea honoris causa in Società, culture e storia del mondo antico. Il Professor Jean-Marie Durand questo alto riconoscimento ha pienamente meritato per il suo lungo impegno negli studi assiriologici, per la sua straordinaria e infaticabile attività di editore di testi paleobabilonesi, per la sua incomparabile conoscenza della storia, delle istituzioni, della religione, della società, dell’economia della Mari dell’età di Hammurabi, per la sua indiscussa autorità linguistica della fase più classica dello sviluppo storico dell’accadico, per la sua eccezionale opera di maestro di almeno due generazioni di eccellenti assiriologi, non solo francesi, ma europei. Attento a coniugare nella maniera più RULJLQDOHLOULJRUHGHOODGRWWULQDÀORORJLFD con l’alta divulgazione, il Professor Durand si è distinto anche per il suo talento nel fornire una serie di interpretazioni nuove della storia orientale antica, fondate su conoscenze parimenti approfondite delle evidenze testuali e delle documentazioni DUFKHRORJLFKHËFHUWRFKHFRQODÀJXUD di studioso di Jean-Marie Durand nell’orientalismo francese è emersa, ancora una volta, una personalità di grande spicco per metodo, rigore, innovazione e capacità interpretativa, che lascia un’impronta di primo piano negli studi umanistici dell’Europa. 8 Allocuzione del Preside della Facoltà di Filosofia, Lettere, Scienze umanistiche e Studi orientali Marta Fattori 0DJQLÀFR5HWWRUH$XWRULWj&ROOHJKL Studenti, Signore e Signori, Jean-Marie Durand – professore al Collège de France , membro corrispondente dell’Académie des Inscriptions et Belles-Lettres (Institut de France), membro onorario dell’American Oriental Society e vice-presidente della Société Asiatique, dopo essere stato professore all’Ecole des Hautes Etudes e all’Università di Paris Sorbonne – è il massimo assiriologo francese e uno dei più eminenti specialisti di Assiriologia sullo scenario mondiale. Unanimemente riconosciuto da tutti e ovunque come un insigne conoscitore della fase classica dello sviluppo linguistico dell’akkadico, l’età paleobabilonese di Hammurabi di Babilonia. Jean-Marie Durand si inserisce a pieno titolo nella grande tradizione francese dell’Assiriologia, che nel Novecento ha dato SURÀOLHÀJXUHGLHFFH]LRQHGLSUH]LRVRH riconosciuto valore: da François Thureau-Dangin a Jean Nougayrol, da René Labat a Jean Bottéro, e Paul Garelli: a quest’ultimo nel 2001 è succeduto al Collège de France. 3URGLJLRVDODVXDSURGX]LRQHVFLHQWLÀFDÀOR conduttore e risultato del suo intensissimo LPSHJQRVFLHQWLÀFRJUDQSDUWHGHOODVXDYLWD di studioso è stata dedicata alla trascrizione, alla lettura, all’interpretazione e allo studio delle migliaia di tavolette (si pensa che VLDQRFLUFDGDOODÀQHGHO;,;DJOLLQL]L del XVIII secolo a.c.) degli Archivi Reali di Mari (Siria, valle dell’Eufrate): scoperti, quest’ultimi, in gran parte , tra il 1934 e il 1936, da André Parrot, Conservateur en chef dei Musées nationaux nel 1946 e nel 1968 Direttore del Musée du Louvre. Jean-Marie Durand coordina da oltre un trentennio l’eccellente équipe francese che costituisce la terza generazione di studiosi impegnata nello studio di questo straordinario archivio. Se questa è stata la sua maggiore attività, riconosciuta in tutto il mondo, non minore impegno, con non minore merito, ha rivolto alla ricostruzione storica dell’età di Hammurabi (che verso il 1760 a.c. distrusse Mari permettendo fortunatamente la conservazione delle tavolette degli Archivi) e allo studio di ogni aspetto della società paleobabilonese, dalla religione, all’amministrazione, all’economia, al diritto. Filologo di straordinario rigore, specialista senza pari dei celeberrimi testi di Mari, VWRULFRGLJUDQGHÀQH]]DODVXDÀJXUDGL 9 studioso si caratterizza anche, e si completa, per le sue doti rare e preziose di formare studiosi di alto livello: due generazioni di eccellenti assiriologi francesi sono il risultato non secondario della sua institutio e i suoi allievi stanno oggi creando una nuova tradizione assiriologica in Paesi importanti che ne erano quasi sprovvisti, come la Russia. Jean-Marie Durand è studioso di sicura e UDIÀQDWDDFULELDFULWLFDQHOO·LQWHUSUHWD]LRQH dei testi, in particolare paleobabilonesi, ma con amplissime conoscenze sia nell’ambito dell’akkadico che del sumerico; i suoi studi KDQQRULQQRYDWRÀQGDOOHUDGLFLOHQRVWUH conoscenze storiche dell’età paleobabilonese, con una rara capacità di analisi e con una non meno rara attitudine a concepire sintesi di grande originalità. I tre volumi di traduzioni e commenti sulle Littératures Anciennes du Proche-Orient sono un esemplare risultato di altissima divulgazione. Per la sua DWWLYLWjVFLHQWLÀFDO·HFFHOOHQ]DQHOPHWRGR e nell’interpretazione, per la sua dedizione esemplare alla formazione dei giovani, M. Jean-Marie Durand è un vero Maestro, sempre attentissimo ai più diversi versanti dei progressi della disciplina assiriologica, soprattutto a seguito di scoperte importanti, pur distanti cronologicamente dall’età paleobabilonese. L’interesse con cui ha VHPSUHVHJXLWRÀQGDJOLLQL]LOHVFRSHUWH di Ebla, i suoi acuti interventi anche nell’ambito dell’eblaitologia, la sua recente scelta di indirizzare giovani della sua scuola allo studio dei testi di Ebla sono una testimonianza dell’apertura di un grande specialista anche alle più rivoluzionarie scoperte dell’archeologia contemporanea e creano un legame particolare fra lo studioso e la scuola orientalistica romana. Forse non 10 DFDVRRYHVLULÁHWWDFKHOHSULPHPHQ]LRQL storiche della città di Mari si trovano in testi del XXIV secolo a.C. rinvenuti nel sito di Ebla, quando i sovrani eblaiti erano tributari di Mari, prima di conquistare l’indipendenza. Elogio a Jean-Marie Durand Mario Liverani 0DJQLÀFR5HWWRUHLOOXVWUL&ROOHJKL Signore e Signori, siamo qui riuniti per celebrare e onorare il nostro carissimo amico Jean-Marie Durand, professore di Assiriologia al Collège de France (da quest’anno emerito), Directeur d’Études all’École Pratique des Hautes Études (Sciences Historiques et Philologiques), membro corrispondente dell’Académie des Inscriptions et BellesLettres, membro onorario dell’American Oriental Society, Vice-Presidente della Société Asiatique, Chevalier de la Légion d’Honneur, e chissà quant’altro ancora. Ma io, pur consapevole che in questo genere letterario della laudatio non si usa farlo, vorrei iniziare da un aneddoto personale, che credo stupirà lo stesso nostro ospite. Quando la Sapienza decise – credo fosse il 1978 – di istituire il “Comitato Internazionale dei Testi di Ebla”, dove la Francia era rappresentata da Paul Garelli, e Paolo Matthiae ne convocò la prima riunione, mi recai all’aeroporto ad accogliere l’amico Garelli. E questi, nel dirsi ovviamente onorato per la nomina, mi fece notare come lui, specialista di antico-assiro e neo-assiro, avrebbe potuto poco contribuire alla pubblicazione dei testi, e invece suggerì il nome di Jean-Marie Durand come la persona più adatta. Io rimasi sorpreso: non conoscevo allora il professore, che aveva pubblicato all’epoca solo alcuni contributi ÀORORJLFLDOWDPHQWHVSHFLDOLVWLFLHFRPXQTXH feci presente che il Comitato aveva una funzione essenziale di supervisione, liberi poi i membri di contribuire o meno al lavoro SUDWLFRGLHGL]LRQH/DFRVDÀQuOuPDFUHGR di essere qui l’unico a sapere e a poter testimoniare che in quel fatale 1978 Jean0DULH'XUDQGVHQ]DVDSHUORVÀRUzSHUXQ pelo l’inserimento a pieno titolo nelle attività ÀORORJLFKHGHOOD0LVVLRQHGL(EOD Un paio di anni dopo (credo fosse appunto il 1980) Jean-Marie Durand fu inserito nell’équipe incaricata della pubblicazione dei testi di Mari, e ben presto ne divenne coordinatore responsabile, e si gettò a capo ÀWWRLQTXHVWDQXRYDLQFRPEHQ]DFRQOD determinazione e la capacità organizzativa, unite a una rara competenza e acribia ÀORORJLFDFKHWXWWLJOLULFRQRVFLDPR,QL]Lz FRVuTXHOODFKHSRVVLDPRGHÀQLUHODVWRULD parallela di due città (A Tale of Two Cities, se Dickens permette), non intendo dire Parigi e Roma, bensì Mari ed Ebla. Due città antiche GHOOD6LULDHQWUDPEHÀRULWHVRSUDWWXWWRLQ due fasi, quella del Bronzo Antico maturo (intorno al XXIII secolo a.C.) e quella del Medio Bronzo (intorno al XVIII secolo a.C.), ed entrambe illuminate dalla scoperta di due grandi archivi, quello di Ebla nel primo periodo, quello di Mari nel secondo. Durante tutto il corso degli ultimi trent’anni la pubblicazione dei due archivi è proceduta in parallelo, con continui scambi di inviti e di interventi: e in questo Jean-Marie Durand è stato assai più attivo nell’organizzare 11 convegni, e assai più generoso nel dare (molti di noi hanno passato periodi IHOLFLHSURÀFXLDO&ROOqJHGH)UDQFHR hanno partecipato a convegni e seminari parigini) di quanto noi siamo stati capaci di ricambiare – sicché la cerimonia odierna cerca in qualche modo di riequilibrare, almeno in parte, i conti. La pubblicazione dei testi di Mari è stata concepita da Jean-Marie Durand FRPHXQSURJHWWRVFLHQWLÀFRGLDPSLD ricostruzione storica in tutti gli aspetti (sociali e religiosi, oltre che politici HGHFRQRPLFL$WDOÀQHDIÀDQFDWR dall’amico fraterno Dominique Charpin, ha costituito un’ampia e validissima équipe di ricerca, ha formato numerosi allievi (francesi e non, dalla Germania all’Italia, dalla Spagna alla Russia), allievi subito lanciati in tesi dottorali e in pubblicazioni autonome ma accuratamente e severamente supervisionate. Ha iniziato serie editoriali VSHFLÀFKHVLDSHULRGLFKHGDOODSRGHURVD serie MARI, all’agile utilissimo NABU) sia PRQRJUDÀFKHArchives Epistolaires de Mari, Amurru, Florilegium Marianum, Mémoires de Nabu), ha organizzato convegni e seminari (come le Journées d’Étude Syro-Françaises, giunte all’ottava edizione), ha intessuto SURÀFXLUDSSRUWLFRQWXWWLLFHQWULGLULFHUFD internazionalmente validi. La sua attività è di tale intensità e di tale livello qualitativo da non conoscere l’eguale nel settore degli VWXGLVXOODVWRULDHODÀORORJLDGHOO·DQWLFR 2ULHQWH/DVXDSHUVRQDOHELEOLRJUDÀD testimonia di un’attività indefessa, e di una tensione senza cedimenti, che si concretizza in pubblicazioni di ogni genere: volumi GLWHVWLLQHGLWLDPSLHPRQRJUDÀHVX soggetti particolari, volumi editi in onore di colleghi o atti di congressi e convegni, 12 in fondamentali e corposi articoli, ma anche brevi note e micidiali recensioni. Dovendo limitarmi a citare una sola opera, scelgo i tre volumi dei Documents épistolaires du palais de Mari, Paris 1997-2000, che sotto l’apparenza di una traduzione commentata dei testi nascondono un’incredibile messe di nuove letture, di nuove proposte esegetiche, di nuove idee. Il periodo storico sul quale i testi di Mari gettano una luce documentaria senza pari per tutto il periodo dell’antichità pre-classica nella zona a cavallo tra Siria e Mesopotamia, era stato etichettato come “l’età di Mari” già prima che Durand se ne occupasse (a fare il paio con “l’età di Ebla” di mezzo millennio prima). Ma il contributo di Durand, da solo o in associazione con Charpin, è stato fondamentale e innovativo su tutta una serie di questioni essenziali: la struttura dello stato dell’Alta Mesopotamia, gli organi collegiali, il funzionamento del palazzo, i rapporti tra nomadi e sedentari, i contrasti tra le due grandi confederazioni pastorali (e l’origine della dinastia di Mari da una di esse), i risvolti politici del culto e della mitologia, la posizione della donna, e tanti altri argomenti FKHIDQQRGL-HDQ0DULH'XUDQGÀORORJR UDIÀQDWRSHUYRFD]LRQHHSHUFRPSHWHQ]D al tempo stesso uno storico di vaglia. E del resto, se il punto focale dell’attività di JeanMarie Durand resta ovviamente l’età di Mari, numerosi sono i suoi interventi su altre zone e su altri periodi storici, indietro nel tempo (seguendo anche la documentazione della stessa Mari, per il periodo degli shakkanakku) VLDLQDYDQWLÀQRDOO·HWjQHRDVVLUD e neo-babilonese. Se solo si prova a fare un bilancio della sua attività, a stabilire un rapporto tra il tempo disponibile e i risultati conseguiti (e il livello ineccepibile della loro elaborazione), si resta sbigottiti. Ci auguriamo tutti che Jean-Marie continui a darci ancora per tanti anni il frutto della sua intelligenza e della sua volontà: ne abbiamo davvero bisogno, HVSHULDPRFKHTXHVWDQRVWUDRQRULÀFHQ]D che vuole testimoniare non solo la stima ma anche l’affetto, lo aiuti ad andare avanti con LPPXWDWDHIÀFDFLDHGHWHUPLQD]LRQHSXU tra i tanti ostacoli che la vita riserva a ciascuno di noi. Mario Liverani Professore emerito di Storia del Vicino Oriente antico alla Sapienza Università di Roma 13 Lectio magistralis di Jean-Marie Durand L’Assyriologie et les tablettes de Mari L’Assiriologia e le tavolette di Mari Monsieur le Recteur, Cher(e)s Collègues, Mesdames et Messieurs, chers étudiants, 0DJQLÀFR5HWWRUHLOOXVWUL&ROOHJKH e Colleghi, Signore e Signori, cari Studenti, je voudrais commencer ces quelques mots en rendant d’abord hommage à ceux qui ont permis cet incroyable honneur que vous me faites aujourd’hui en m’accueillant dans l’une des plus prestigieuses universités de l’Europe. vorrei iniziare il mio intervento rendendo omaggio a quelli che mi hanno permesso di giungere a questo incredibile onore che mi fate oggi accogliendomi in una delle più prestigiose Università d’Europa. Il me faut d’abord mentionner nos pères fondateurs, Georges Dossin et Jean-Robert Kupper, professeurs à Liège, qui se sont affrontés les premiers, avec le succès que O·RQVDLWDX[GLIÀFXOWpVGHOHFWXUHGXORW documentaire nouveau que leur avait procuré André Parrot, l’heureux découvreur de l’antique Mari au Tell Hariri, sur les bords du Moyen-Euphrate syrien; ensuite, je n’aurai garde d’oublier les collaborateurs irremplaçables, Dominique Charpin depuis toujours, et une équipe sans cesse renouvelée et rajeunie, mais où des chercheurs comme Nele Ziegler ou Michaël Guichard ont désormais trouvé une place qui nous rassure. Si mes travaux ont eu des résultats c’est en bonne partie parce que je n’ai jamais voulu WUDYDLOOHUVHXOXQHDXWUHSDLUHG·\HX[YpULÀH deux imaginations se complètent. Devo innanzitutto ricordare i nostri padri fondatori, Georges Dossin e Jean-Robert Kupper, professori a Liegi, che si sono per primi confrontati, e con il successo che è EHQQRWRFRQODGLIÀFROWjGLOHWWXUDGLXQ lotto di documenti nuovi che erano stati procurati loro da André Parrot, il fortunato scopritore dell’antica Mari nel sito di Tell Hariri, sulla riva del Medio Eufrate siriano; e poi non vorrei certo scordare i collaboratori insostituibili, Dominique Charpin, da sempre, e una équipe rinnovata senza sosta e ringiovanita, ma dove dei ricercatori come Nele Ziegler o Michael Guichard hanno ormai trovato un posto che ci rassicura. Se i miei lavori hanno avuto dei risultati è in buona parte perché io non ho mai voluto lavorare da solo: un altro paio di occhi YHULÀFDGXHLPPDJLQD]LRQLVLFRPSOHWDQR C’est la bonté du sol qui permet la richesse de la récolte; il faut avouer que les tablettes de Mari, cuites involontairement par les Babyloniens au XVIIIe siècle avant notre ère, È la bontà del suolo che permette la ricchezza del raccolto. Bisogna ammettere che le tavolette di Mari, cotte involontariamente dai Babilonesi nel XVIII secolo a.C., nel momento 15 lors de l’incendie du palais du roi Zimrî-Lîm, en nous gardant l’intégralité de ce qui a été détruit dans les autres capitales, nous ont permis de faire des gens dont nous lisons les lettres nos contemporains. Nous arrivons ainsi à une connaissance précise des humeurs et des tempéraments de l’époque qui va bien plus loin que la simple collection des titres et des fonctions dell’incendio del palazzo del re Zimri-Lim, conservandoci integralmente tutto quello che è invece andato distrutto in altre capitali, ci ha permesso di rendere nostre contemporanee le persone delle quali noi ora leggiamo le lettere. Arriviamo quindi a una conoscenza precisa degli umori e dei temperamenti delle persone dell’epoca, conoscenza che va ben al di là dei semplici elenchi dei titoli e delle que procurent les documents d’autres sites. Plus d’une fois l’Histoire se pare ainsi pour nous de l’attrait du discours romanesque. funzioni, che ci forniscono invece documenti di altri siti archeologici. Più di una volta la Storia si presenta per noi con l’attrattiva di un discorso romanzesco Pouvons-nous parler de gains substantiels dans la connaissance des événements historiques? Indéniablement, vu le nombre de royaumes inconnus et de têtes couronnées oubliées dont nous avons enrichi les index assyriologiques. Pour une bonne part, cependant, cela vient trop tard: c’est par A!!ur et Babylone que la redécouverte du Proche-Orient s’est opérée au XIXe, puis au XXe siècle: Mari restera toujours connue comme la conquête de Hammu-rabi de Babylone, fondateur d’un empire; ce n’est pas, en revanche, la prise de Mari qui fait aujourd’hui la gloire de cet Hammu-rabi. On pourrait rêver à ce que serait aujourd’hui l’Assyriologie si les fouilles avaient commencé par Mari et non par Tello, au lointain pays de Sumer. Assurément, la fermeture de l’Iraq a été une catastrophe terrible, humaine et DXVVLHQFHTXLQRXVFRQFHUQHVFLHQWLÀTXH elle a permis cependant à la Syrie de retrouver plus vite sa juste place dans l’histoire de l’humanité. Cependant la gloire étincelante de la grande Ébla sollicite aujourd’hui l’attention plus vers la région d’Alep que vers les bords de l’Euphrate. Les découvertes colossales de l’équipe italienne Possiamo parlare di progressi sostanziali nella conoscenza degli avvenimenti storici? Questo è innegabile, considerato il numero di regni sconosciuti e di teste coronate dimenticate di cui abbiamo arricchito gli indici assiriologici. In un certo senso però questo è avvenuto troppo tardi. È attraverso Assur e Babilonia che è avvenuta la riscoperta del Vicino Oriente nel XIX secolo e poi nel XX secolo. Mari resterà per sempre conosciuta come la città conquistata da Hammu-rabi di Babilonia, fondatore di un impero. Invece non è più la conquista di Mari ciò che costituisce la gloria di questo Hammu-rabi. Si potrebbe immaginare cosa sarebbe al giorno d’oggi l’Assiriologia se gli scavi fossero cominciati a Mari e non a Tello, nel lontano paese di Sumer. Sicuramente la guerra in Iraq è stata una catastrofe terribile, umana e anche, per quello che ci concerne, VFLHQWLÀFDHVVDKDSHUPHVVRSHUzDOOD6LULDGL ritrovare più presto il suo giusto posto nella storia dell’umanità. E così la gloria sfolgorante della grande Ebla sollecita l’attenzione più verso la regione di Aleppo che verso i bordi dell’Eufrate. Le scoperte colossali dell’équipe italiana 16 conduite par Paolo Matthiae à Tell Mardikh et le traitement de ses fabuleuses archives par des savants comme Maria Giovanna Biga et Alfonso Archi se sont assurés aujourd’hui une place majeure dans le monde savant. condotta da Paolo Matthiae a Tell Mardikh e lo studio dei suoi favolosi archivi intrapreso da studiosi quali Maria Giovanna Biga e Alfonso Archi si sono assicurati ormai un posto di spicco nel mondo della scienza. Les archives de Mari, mieux datables que celles d’Ébla, ont néanmoins permis l’établissement de «modèles» pour la Gli archivi di Mari, meglio databili di quelli di Ebla, hanno ormai permesso di stabilire dei “modelli” per la comprensione dell’antichità compréhension de l’antiquité proche-orientale. Pour ce genre d’approche j’avais eu personnellement le privilège d’entendre à Paris en 1974. un jeune homme talentueux et à l’époque moins connu, qui faisait, à mon étonnement, une comparaison éblouissante entre Idrimi, un obscur prince syrien auteur cependant d’une intéressante inscription, avec la grande Athalie, qui est depuis Racine une héroïne française. Si nous QHVRPPHVSDVUHVWpVVXIÀVDPPHQWVDJHV pour nous en tenir à l’imitation de celui qui était devenu entretemps une des lumières de la Sapienza, le professeur Mario Liverani, c’est que la richesse de la documentation de Mari, mieux inventoriée et mise en ordre que du temps des Fondateurs, nous a conduits vers des problématiques autres. Comment vous présenter cette documentation autrement qu’en vous disant qu’elle est de l’ordre de l’enquête journalistique? Les lettres adressées au roi GH0DULVRQWFRPPHOHVÁDVKHVTXLWRPEHQW aujourd’hui sur les télescripteurs, à ceci près, malheureusement, que le suivi n’est pas toujours assuré et que, surtout, nous n’avons pas toujours les démentis, les «réajustements de nouvelles», que les présentateurs de nos journaux télévisés pratiquent à l’occasion, même si Dominique Charpin a publié une lettre où l’informateur s’excuse: la tablette HVWSDUWLHWURSYLWHDYDQWYpULÀFDWLRQ/D nouvelle était fausse: ce n’est que d’un petit vicino-orientale. Per questo genere di approccio io avevo avuto personalmente il privilegio di ascoltare a Parigi, nel 1974, un giovane di talento, e all’epoca meno conosciuto, che faceva, con mio grande stupore, un paragone stupefacente tra Idrimi, un oscuro principe siriano autore di una interessante iscrizione, e la grande Atalìa, che è grazie a Racine divenuta una eroina francese. Se noi non siamo stati VXIÀFLHQWHPHQWHVDJJLGDFRQWLQXDUHD seguire quello che era nel frattempo divenuto uno dei luminari della Sapienza, il professor Mario Liverani, è perché la ricchezza della documentazione di Mari, meglio sistemata e messa in ordine di quanto non lo fosse stata ai tempi dei Fondatori, ci ha condotti verso altre problematiche. Come presentarvi questa documentazione se non dicendovi che essa è dell’ordine dell’inchiesta giornalistica? Le lettere indirizzate al re di Mari sono come i ÁDVKHVFKHDUULYDQRDOJLRUQRG·RJJL sulle telescriventi; ma il seguito non è malauguratamente sempre assicurato e soprattutto non abbiamo sempre le smentite, gli “aggiustamenti delle notizie” che i presentatori del nostri telegiornali praticano in certe occasioni, anche se Dominique Charpin ha pubblicato una lettera nella quale l’informatore si scusa: la tavoletta è partita WURSSRLQIUHWWDSULPDFKHIRVVHYHULÀFDWDQHO contenuto. La notizia era falsa: il nemico si è 17 village dont l’ennemi s’était emparé, non d’une grande citadelle. impadronito solo di un piccolo villaggio, non GLXQDJUDQGHFLWWjIRUWLÀFDWD L’intérêt des textes de Mari tient bien sûr à la possibilité de dépasser l’histoire des rois et de leurs conquêtes, ce par quoi les potentats orientaux ont trop marqué l’Histoire. Les princes d’Assyrie et de Babylone sont allés jusqu’aux portes L’interesse dei testi di Mari sta nel fatto che offrono la possibilità di andare oltre alla storia dei re e delle loro conquiste, conquiste per le quali i potentati orientali hanno anche troppo segnato la Storia. I principi di Assiria HGL%DELORQLDVRQRDQGDWLÀQRDOOHSRUWH de Samarie ou de Jérusalem qu’ils ont enfoncées; ils ont mis à sac les grands ports méditerranéens: là, ils ont marqué par leur terreur les Occidentaux qui arrivaient jusqu’à ces régions. Ils se sont acquis surtout l’immortalité par leur insertion dans l’Histoire Sainte, ce qui les eut fort étonnés, car leurs principaux et prestigieux adversaires étaient alors bien autres. De fait, les archives de Mari ont fourni des sujets nouveaux: nous y avons découvert le monde des campagnes; tout particulièrement les Bédouins: des gens instables, très désireux de s’établir mais toujours prêts à repartir. Le vocabulaire de leurs institutions, leurs façons de dire ont trouvé des échos dans le monde bédouin pré-islamique, même si le vocabulaire a, deux millénaires et demi après!, beaucoup changé; les comparaisons avec eux sont cependant plus intéressantes pour nos recherches qu’avec le monde biblique dont les termes sont très ressemblants à ceux de Mari mais dont le genre de vie est aux antipodes. di Samaria o di Gerusalemme e le hanno abbattute; essi hanno saccheggiato i grandi porti del Mediterraneo; là hanno sparso il terrore tra gli Occidentali che arrivavano ÀQRDTXHVWHUHJLRQL6LVRQRVRSUDWWXWWR conquistati l’immortalità grazie al fatto che sono stati ricordati nella Storia Sacra della Bibbia, cosa che li avrebbe fortemente stupiti dato che i loro principali e più prestigiosi avversari erano ben altri. In effetti, gli archivi di Mari hanno offerto dei soggetti di studio nuovi: noi vi abbiamo scoperto il mondo delle campagne, in particolar modo il mondo dei Beduini: genti irrequiete, molto desiderose di stabilizzarsi ma sempre pronte a ripartire. Il vocabolario delle loro istituzioni, i loro modi di dire hanno trovato un’eco nel mondo beduino preislamico, anche se il vocabolario è molto cambiato, dato che erano passati due millenni e mezzo! Per le nostre ricerche però i paragoni con loro sono molto più interessanti che quelli con il mondo biblico, i cui termini sono molto simili a quelli dei testi di Mari ma il cui genere di vita è agli antipodi. De la même façon, c’est désormais l’intérieur des palais qui s’offre à notre indiscrétion: les couloirs de celui de Babylone où Dominique Charpin a pu espionner les manigances de Hammu-rabi, ou le harem de celui de Mari dont Nele Ziegler connaît désormais toutes les dames, avec autant de Ugualmente è ormai l’interno dei palazzi che si offre alla nostra indiscrezione: i corridoi del palazzo di Babilonia dove Dominique Charpin ha potuto spiare gli intrighi di Hammu-rabi, o l’harem del palazzo di Mari di cui Nele Ziegler conosce ormai tutte le dame con tanti dettagli quanti ne conosce 18 détails que Maria Giovanna Biga pour ce qui est des habitantes du palais d’Ébla. Et surtout, les textes nous venant de partout, nous avons plusieurs siècles à l’avance des renseignements sur des endroits documentés bien plus récemment: Alep, 4DʵQD&DUNpPLVK$ååXU1LQLYH pour le XVIIIe siècle avant notre ère, la Haute-Djéziré, vaste no man’s land à toute Maria Giovanna Biga per gli abitanti del palazzo di Ebla. E soprattutto, dal momento che i testi ci vengono da molte città diverse, noi abbiamo notizie, databili a parecchi secoli prima, di luoghi documentati ben più recentemente: Aleppo, Qatna, Carchemish, Assur, Ninive. Per il XVIII secolo a.C. l’ Alta Gezira, grande no man’s land (terra di nessuno) per tutto il periodo, è ormai a époque, est désormais petit à petit grâce aux travaux de Michaël Guichard de plus en plus connue. J’ai souvent rêvé que, les progrès techniques permettant de mieux en mieux de connaître le moment précis des GRFXPHQWVODGDWHHQÀQÀ[pHGXWRXW premier texte permettrait de savoir la date de naissance, voire même le signe astrologique, de dame Clio, marquant de IDoRQLUUpPpGLDEOHODÀQGHODSUpKLVWRLUH et le début de l’ère historique. En réalité, pendant longtemps, la documentation épigraphique ne fait qu’en doubler d’autres, peut-être mêmes plus informatives pour ces époques; elles représentent les différents secteurs de l’archéométrie ou de l’histoire de l’Art, pointes de l’archéologie actuelle pour les hautes époques. L’information épigraphique n’apporte pendant longtemps, quasiment tout le IIIe millénaire, que des données philologiques qui doublent l’étude de la poterie ou celle des artefacts, sans les dépasser. C’est ma conviction cependant, que ce rôle d’auxiliaire de l’Histoire cesse avec les archives de Mari où, pour une période limitée certes, mais décisive, les textes SHUPHWWHQWHQÀQGHWHQLUXQGLVFRXUVVXLYL sur les sociétés et le monde d’alors. En un certain sens, pour parodier un titre (trop) célèbre, l’Histoire commence bien pour nous à Mari. poco a poco, grazie agli studi di Michael Guichard, sempre più conosciuta. Ho sovente sognato che, dal momento che i progressi della tecnica permettono di meglio conoscere il momento preciso GHLGRFXPHQWLODGDWDLQÀQHÀVVDWDGHO primo testo permettesse di conoscere la data di nascita, e anche il segno astrologico, della signora Clio, segnando in maniera LUULPHGLDELOHODÀQHGHOODSUHLVWRULDH l’inizio dell’era storica. In realtà, da lungo WHPSRODGRFXPHQWD]LRQHHSLJUDÀFD QRQIDFKHDIÀDQFDUQHGHOOHDOWUHIRUVH anche più informative, per queste epoche; esse rappresentano i diversi settori dell’archeometria o della storia dell’Arte, punti sui quali si concentra l’interesse dell’archeologia attuale per le epoche più DQWLFKH/·LQIRUPD]LRQHHSLJUDÀFDQRQ apporta per molto tempo, per quasi tutto LOWHU]RPLOOHQQLRDOWURFKHLGDWLÀORORJLFL FKHDIÀDQFDQRORVWXGLRGHOODFHUDPLFDR quello dei manufatti, senza consentire di andare oltre. È mia convinzione pertanto che questo UXRORDXVLOLDULRGHOOD6WRULDÀQLVFDFRQ gli archivi di Mari dove, per un periodo certamente limitato ma decisivo, i testi permettono di costruire un discorso completo sulle società e il mondo d’allora. In un certo senso, per ricalcare un titolo (troppo) celebre, la Storia comincia per noi proprio a Mari. 19 Qu’espérer du futur de nos études? Nous nous sommes plus d’une fois dit avec mes collaborateurs que si jamais on trouvait une autre Mari, c’est-à-dire un lot de textes aussi riche, c’est-à-dire conservé de la même façon, il nous faudrait changer beaucoup de nos évidences. J’ai moi-même déjà senti cette nouveauté dans les regards neufs portés sur des dossiers que nous Che cosa sperare per il futuro dei nostri studi? Ci siamo più di una volta detti con i miei collaboratori che se per caso si trovasse un‘altra Mari, cioè un lotto di testi così ricco, e conservato allo stesso modo, ci troveremo costretti a cambiare molte delle nostre convinzioni. Io stesso ho già percepito questa novità negli sguardi nuovi, rivolti ai dossiers che noi avevamo avions patiemment reconstitués, de la part de chercheurs plus jeunes ou même suite à nos propres relectures, plus informées il est vrai. On peut naturellement penser que le changement n’est pas toujours facteur de progrés. Il est facile, trop facile, GHGpIDLUHSOXVGLIÀFLOHG·DMRXWHUQRXV\ avons nous-mêmes cédé, quittes à faire nos mea culpa. De toute façon, dire le contraire d’une erreur n’est pas ipso facto accéder à la vérité. Le fracas risque de tourner court. Mais, plutôt que de me cantonner dans l’attitude qui est celle du laudator temporis acti, je pense profondément que c’est dans cette versatilité de la recherche que réside la SOXVIHUPHFRQÀDQFHGDQVOHIXWXUGHQRWUH discipline. J’ai terminé mes cours au Collège de France en disant que, si j’avais devant moi une fée, je veux dire une vraie fée, DYHFXQHEDJXHWWHPDJLTXHHIÀFDFHMHQH lui demanderai certes pas une nouvelle jeunesse: il faudrait tout recommencer! Ni la fortune: ceux qui pratiquent ce que l’on appelle la «recherche dans les sciences humaines» savent que leur meilleur mécène est bien leur enthousiasme: nous portons en nous-mêmes nos cyclotrons et nos télescopes géants; c’est pour cela que nous pouvons regarder avec détachement tous les réajustements ou raccourcissements de crédits qui se sont abattus sur nos disciplines, ou dont on nous menace encore. pazientemente ricostruito, da parte di ricercatori più giovani e anche in seguito a nostre stesse riletture, dopo che avevamo più informazioni. Si può naturalmente pensare che il cambiamento non è sempre fattore di progresso. È facile, troppo facile, disfare, più GLIÀFLOHDJJLXQJHUHQRLVWHVVLYLDEELDPR ceduto, salvo poi fare il nostro mea culpa. In ogni caso, dire il contrario di un errore QRQVLJQLÀFDLSVRIDFWRDFFHGHUHDOODYHULWj Del resto il frastuono causato da questa eventuale scoperta potrebbe anche rischiare di non portare tutte le novità attese. Ma, piuttosto che mettermi nell’attitudine del laudator temporis acti, penso veramente che è proprio in questa versatilità della ricerca che può albergare la più ferma consapevolezza del futuro della nostra disciplina. Ho terminato i miei corsi al Collège de France dicendo che, se avessi davanti a me una fata, voglio dire una vera fata, con una EDFFKHWWDPDJLFDHIÀFDFHLRQRQOHFKLHGHUHL certo una nuova giovinezza: bisognerebbe ricominciare tutto! Né le chiederei la fortuna: quelli che praticano quella che si chiama “la ricerca nelle scienze umane” sanno che il loro miglior protettore è il loro entusiasmo: noi portiamo in noi stessi i nostri ciclotroni e i nostri telescopi giganti; è per questo che noi possiamo guardare con distacco tutti gli aggiustamenti o i tagli di fondi che si sono abbattuti sulle nostre discipline o dei quali ancora siamo minacciati. 20 Je demanderais plutôt à cette bienveillante et puissante fée de pouvoir jeter simplement un regard sur la table des matières d’un ouvrage écrit dans 20 ou 30 ans par un de ces jeunes impatients qui nous entourent pour savoir ce que, longtemps après moi, la Recherche dirait avec une assurance, certainement, renouvelée. Io chiederei piuttosto a questa benevola e potente fata di poter gettare semplicemente uno sguardo sull’indice degli argomenti di un ‘opera scritta tra 20 o 30 anni da uno di questi giovani impazienti che ci circondano, per sapere quello che, molto tempo dopo di me, la Ricerca dirà con una sicurezza certamente rinnovata. Depuis toujours «savoir» est un besoin incoercible, qui peut être contrarié certes mais non aboli. Dans ce domaine, je dois vous avouer que les tablettes de Mari m’ont apporté beaucoup de satisfactions, ce à quoi l’honneur, certainement immérité, que vous me faites aujourd’hui, ajoute encore plus. Da sempre “sapere” è un bisogno incoercibile che può essere contrastato certamente, ma non soppresso. Per questo io devo ammettere che le tavolette di Mari mi hanno portato molte soddisfazioni alle quali si aggiunge l’onore, certamente immeritato, che voi mi fate oggi. 21 COORDINAMENTO ORGANIZZATIVO: Cerimoniale T (+39) 06 49910291-0385-0541 [email protected] RELAZIONI CON LA STAMPA: Ufficio Stampa e Comunicazione T (+39) 06 49910034-0035 [email protected]