L E STORIE DI S AN S ILVESTRO U NA S ACRA R APPRESENTAZIONE Parole, suoni e visioni per gli affreschi di Maso di Banco nella Cappella Bardi di Vernio – Basilica di Santa Croce DOMENICA 27 SETTEMBRE, ORE 21 BASILICA DI SANTA CROCE FIRENZE * I BARDI DI VERNIO IN SANTA CROCE Una produzione COMUNE DI VERNIO - CENTRO BARDI OPERA DI DI VERNIO SANTA CROCE in collaborazione con PROVINCIA DI PRATO REGIONE TOSCANA CAMERA DI COMMERCIO DI PRATO BIBLIOTECA MARUCELLIANA DI FIRENZE Adonella Monaco Attrice Claudia Marie-Thérèse Hasslinger Mezzosoprano Daniel Stratznig Fisarmonica 1 Braulio Vidile Fisarmonica 2 Progetto e Composizione musiche originali Alessandro Magini Scene Tobia e Sandro Bertini Ricerche storiche e testuali Annamaria Testaverde e Silvia Castelli Progetto luci Roberto Innocenti Progettol suono Giuseppe Scali Fonico Marco Cardone Macchinista Tobia Grassi Testo a cura di Alessandro Magini (Accademia Nazionale d’Arte Drammatica, Roma) Silvia Castelli (Biblioteca Marucelliana, Firenze) Annamaria Testaverde (Università di Bergamo) Il testo è tratto da LA RAPPRESENTAZIONE DI COSTANTINO IMPERATORE, E DI SAN SILVESTRO PAPA, ET DI SANTA HELENA IMPERATRICE, STAMPATA IN FIRENZE APPRESSO GIOVANNI BALENI L’ANNO 1588. (Copia consultata presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze) JACOPO DA VARAZZE, Legenda Aurea, a cura di Alessandro Lucetta-Vitale Brovarone, Torino, Einaudi 1995, pp. 84-94. * Il testo originale e ulteriori notizie storiche si trovano nel sito del Comune di Vernio (www.comune.vernio.po.it) alla voce “Progetto Bardi” della home page. I BARDI DI VERNIO IN SANTA CROCE LE STORIE DI SAN SILVESTRO Basilica di Santa Croce (Cappella Bardi di Vernio)- Affreschi di Maso di Banco Nella storia politica, culturale e artistica di Firenze e della Toscana, i Bardi hanno avuto, fin dal XIII secolo, un ruolo di grande rilievo e le tracce della loro potenza sono ancora visibili in numerosi luoghi della regione - a partire dall’antico feudo imperiale di Vernio - e nei più importanti monumenti fiorentini: Santa Maria Novella, Santo Spirito, Chiesa Borgo Ognissanti, Santa Maria Maddalena de’Pazzi, Palazzo Bardi via de’ Benci ecc.; in particolare la Basilica di Santa Croce conserva numerose memorie del casato Bardi, che contribuì ad arricchire la chiesa con eccezionali opere d’arte. Il nome di Vernio è collegato infatti ad uno dei più importanti cicli di affreschi della Basilica fiorentina e della storia dell’arte trecentesca. La quinta cappella a sinistra del coro di Santa Croce, che ha il nome degli antichi patroni – i Bardi di Vernio – e custodisce i loro sepolcri, è decorata di affreschi che illustrano, in cinque vasti riquadri, le storie di San Silvestro vescovo di Roma e dell’imperatore Costantino. Sono opera di Maso di Banco, la più importante di quelle sicuramente attribuibili a questo grande maestro, fra i giotteschi della prima generazione. Dai documenti oggi conosciuti, sappiamo che furono dipinti nel secondo quarto del Trecento forse, iniziati quando Giotto era ancora vivo e da non molto aveva ultimato la vicina cappella Peruzzi, e terminati poco dopo il 1340. Con questa iniziativa il Comune di Vernio e il Centro Bardi - in collaborazione con l’Opera e la Basilica di Santa Croce, la Biblioteca Marucelliana, la Regione Toscana, la Provincia e la Camera di Commercio di Prato – intendono presentare ad un vasto pubblico questa grande opera d’arte legata alla storia della famiglia Bardi di Vernio. A tal fine è stato ideato uno spettacolo fatto di immagini, suoni e parole per raccontare le “storie di San Silvestro” nella forma di una sacra rappresentazione che avrà luogo a Vernio (3 luglio – Meucci – ore 21.30) e in Santa Croce a Firenze (25 settembre ore 21). Alessandro Magini ha ideato il progetto e composto le musiche originali che saranno eseguite da Claudia Marie-Thérèse Hasslinger (Austria, mezzosoprano), da Daniel Stratzing (Austria) e da Braulio Vidile (Brasile) alle fisarmoniche. Adonella Monaco reciterà e interpreterà il racconto delle storie di San Silvestro, interagendo con le immagini, il canto e le musiche. Tobia e Sandro Bertini hanno ideato il progetto scenico che si sviluppa intorno agli affreschi di Maso di Banco, virtualmente scomposti e ricostruiti secondo un’originale “drammaturgia visiva” che apparirà su un grande schermo al centro della scena. Alessandro Magini (Accademia Nazionale d’Arte Dramatica di Roma), Silvia Castelli (Biblioteca Marucelliana di FIrenze) e Annamaria Testaverde (Università di Bergamo) hanno elaborato il testo. Il progetto si è potuto realizzare grazie alla fondamentale collaborazione dell’Opera e della Basilica di Santa Croce; un grazie particolare alla Prof.ssa Stefania Fuscagni, al Dott. Giuseppe De Micheli e al Padre Antonio Di Marcantonio. Lo spettacolo darà infine vita alla produzione di un video sulla Sacra Rappresentazione e sulla storia dei Bardi in Toscana, da Vernio a Santa Croce. SINOSSI PERSONE DELLA SACRA RAPPRESENTAZIONE San Silvestro Tarquinio, prefetto romano Lo scalco Costantino, Imperatore romano Le madri Pietro e Paolo, apostoli Elena, madre di Costantino Dottori ebrei Cratone e Zenofilo, giudici pagani Zambri mago ebreo Due maghi ebrei Il dragone * Si racconta come San Silvestro convertì l’imperatore Costantino al cristianesimo Antefatto Silvestro nato da Giusta, giusta di nome e di fatto, fu educato dal prete Cirino. La sua generosità nell’ospitalità era grandissima. Accolse presso di sé Timoteo, un fervente cristiano, che tutti gli altri cercavano di evitare per timore delle persecuzioni. Questo Timoteo riuscì a predicare per un anno e tre mesi, e poi ottenne la corona del martirio mentre predicava impavidamente la fede di Cristo. Il prefetto Tarquinio (detto anche Quirino), nella convinzione che Timoteo fosse ricchissimo, cercava di farsi dare da Silvestro le sue sostanze, minacciandolo anche di morte. Quando però Tarquinio si convinse che le ricchezze di Timoteo non erano quelle che credeva, ingiunse a Silvestro di far sacrifici agli idoli e di sottoporlo alle più tremende torture se avesse rifiutato. Ma Silvestro rispose a Tarquinio predicendo la sua morte con queste parole: “ Sciocco, questa notte tu morrai e avrai torture eterne e, che tu voglia o no, riconoscerai che il Dio che noi adoriamo è quello vero”. Vicenda Silvestro viene dunque messo in prigione, mentre Tarquinio partecipa ad un banchetto durante il quale una lisca di pesce lo soffoca mortalmente; inutili sono i tentativi dello scalco di guarire il prefetto con formule magiche. Si riconosce la giustezza della predizione di Silvestro che viene così liberato. Dopo aver vinto Massenzio a Ponte Milvio, Costantino diviene imperatore dei romani e promuove aspre persecuzioni contro i cristiani accusati di tramare contro Roma. Ma un’incurabile lebbra colpisce Costantino; per tentare di guarirlo, su consiglio del sacerdote pagano, si decide di uccidere tremila fanciulli e di immergere l’imperatore nel loro sangue. Mentre si sta per approntare il bagno di sangue, le madri dei fanciulli si fanno incontro a Costantino con urla strazianti implorando pietà. L’imperatore si commuove e decide di restituire i figli alle madri, rinunciando così alla speranza di guarigione. La notte seguente gli apostoli Pietro e Paolo appaiono in sogno a Costantino e, per premiarlo del suo atto di clemenza gli rivelano come sconfiggere la lebbra: manderà a chiamare Silvestro – nascosto con altri cristiani sul monte Soratte – il quale gli indicherà una santa piscina dove dovrà immergersi per il battesimo che lo guarirà nel corpo e nell’anima. Al suo risveglio Costantino invia i soldati da Silvestro il quale, in un primo momento, pensa di essere giunto al momento del martirio; ma, arrivato a palazzo, viene ben accolto e informato del sogno. Si procede dunque al battesimo in mezzo ad un brillio di luci. Quando Elena, la madre di Costantino, in quell’epoca a Betania, viene a sapere dell’ accaduto, scrive al figlio elogiandolo per aver rinunciato al culto degli idoli, ma rimproverandolo al tempo stesso per essersi fatto cristiano e non ebreo. Costantino le risponde di portare con sé i maestri dei giudei, cui avrebbe contrapposto i sapienti cristiani, di modo che dalla loro discussione potesse emergere la vera fede. Si presentano dunque davanti all’imperatore Silvestro e i suoi chierici e centosessantuno ebrei di grande erudizione per disputare al suo cospetto: di comune accordo scelgono due giudici pagani sapientissimi, Cratone e Zenofilo, ai quali viene affidato il compito di giudicare. Molte difficili questioni sono discusse e risolte sempre con la vittoria della sapiente eloquenza di San Silvestro. Indignato, il mago ebreo Zambri esclama: “Mi stupisco che voi, giudici sapientissimi, crediate a questi giochi di parole e pensiate che l’onnipotenza di Dio possa essere compresa dalla ragione umana. Ma ora basta con le parole e veniamo ai fatti: sono troppo sciocchi quelli che adorano un crocifisso. Io invece conosco il nome dell’onnipotente: la sua forza vince ogni roccia e non vi è creatura che possa udirlo senza morire. Per provarvi che ho ragione mi si porti un toro e non appena le sue orecchie udranno questo nome, immediatamente cadrà morto.” Viene portato un toro ferocissimo tenuto a stento da cento uomini fortissimi. Ma appena Zambri gli sussurra il nome divino all’orecchio il toro gira gli occhi e muore. Tutti i giudei acclamano Zambri e insultano San Silvestro, ma egli ribatte: “Non è il vero nome di Dio che ha pronunciato, ma il nome del più tremendo demonio. Se Zambri vuol dimostrare di non aver pronunciato il nome del demonio, lo dica di nuovo e faccia resuscitare ciò che ha ucciso. Se non ci riuscirà, sarà evidente che era il nome del demonio quello pronunciato; il demonio infatti può togliere la vita a chi vive, ma non ridarla a chi è morto.” Ma Zambri replica: “Lo resusciti Silvestro in nome di Gesù il Galileo e tutti gli crederemo.” San Silvestro, invocando il Signore, ordina al toro di alzarsi. Subito il toro si alza e mansueto se ne va. Allora Elena, la madre di Costantino, si converte con tutti i Giudei . Poi parte alla ricerca della Santa Croce, sepolta per più di duecento anni sottoterra. Una volta ritrovato il prezioso legno, Elena ne invia una parte a Roma al figlio Costantino. Dopo qualche tempo i sacerdoti pagani vanno dall’imperatore per dirgli che, da quando si è convertito alla fede di Cristo, un terribile drago uccide col suo fiato pestifero più di trecento uomini ogni giorno. Costantino si consiglia con San Silvestro che promette di impedire al drago, con l’aiuto di Cristo, di nuocere ancora. I sacerdoti giurano di convertirsi se si avvererà quanto San Silvestro promette. Silvestro si avvicina al dragone tenendo in mano la Croce ritrovata da Elena e con quella riesce a chiedere la bocca del mostro per farlo morire di fame. Mentre San Silvestro torna sui suoi passi, incontra due maghi ebrei che lo avevano seguito per controllare se fosse davvero sceso fino al drago; i due maghi però muoiono per il fetore, ma Silvestro riesce a rianimarli e a portare anche loro in salvo. Così il popolo romano viene liberato dal pericolo di una doppia morte: il culto del demonio e il veleno del drago.