la Repubblica
VENERDÌ 27 GENNAIO 2012
LA
CRISI FINANZIARIA
ECONOMIA
■2
Oggi Palazzo Chigi vara il
provvedimento che alleggerisce i
meccanismi della burocrazia italiana
Sempre più spazio al ruolo di Internet
Passera: raccolti i suggerimenti delle
aziende e dei consumatori
IL DOSSIER. Le misure del governo
Il decreto
Certificati in tempo reale
Via oltre 300 leggi inutili
e torna la “social card”
Semplificata così la vita di cittadini e imprese
LUISA GRION
Dopo una consultazione lampo
con i consumatori e le aziende, il
governo è pronto a varare il decreto
che dovrebbe semplificare, liberare
la vita degli italiani. Monti punta
sulla Rete. Chi vorrà partecipare ad
un concorso manderà la candidatura
via Internet, il docente verbalizzerà
per via telematica l’esame dello
studente. Ma anche gli uffici
pubblici saranno tenuti ad un
dialogo digitale, così da accelerare
la concessone dei certificati come
residenza o matrimonio. Spazzate
via 333 leggi inutili se non dannose
(alcune del 1947, altre relative ai
rapporti tra Italia e Zimbawe). Sarà
possibile vendere il pane fresco la
domenica e guidare il proprio Tir di
sabato (via i divieti). In tempi di
vacche magrissime, il decreto trova
50 milioni per rifinanziare la
“social card”. Più agevole per le
piccole aziende ottenere il “bollino
verde”, mentre le automobili
rinnoveranno quello blu solo in
coincidenza con la revisione
Il web
Università, libretto online
domanda web per i concorsi
LA STRADA per battere la burocrazia ed eliminare lunghi e inutili passaggi passa attraverso la Rete. E online infatti la parola magica sulla quale il governo punta per avviare la
semplificazione delle procedure. Una delle
misure più importanti prevede che tutte la
trasmissione di dati fra enti pubblici avvenga «esclusivamente
tramite modalità telematica».
Telematico sarà anche il libretto
universitario, visto che la trascrizione dei risultati dell’esame sarà
online. Un salto tecnologico è richiesto anche ai candidati dei concorsi pubblici banditi dalla amministrazioni dall’entrata in vigore del decreto: addio cartelle e
foglietti, tutta la documentazione richiesta
per avervi accesso dovrà essere trasmessa
alla amministrazione solo per via telematica. Stessa procedura per le prove selettive.
Anche alle imprese sarà richiesto di adeguarsi in fretta ai nuovi canali: entro il 30 giugno di quest’anno, se già non lo hanno fatto,
dovranno dotarsi di un indirizzo di posta
elettronica certificata al registro delle imprese.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I certificati
Imprese e lavoro
Le panetterie
Stato civile e residenza
documenti senza attese
Lavoratori extra-comunitari
l’assunzione è velocizzata
Pane fresco la domenica
salta l’obbligo di chiusura
UN TAGLIO netto ai certificati: ci avevano
provato diversi anni fa i decreti Bassanini, ora
il governo torna all’attacco con una nuova
ondata di semplificazioni.
Il fatto che le singole amministrazioni debbano dialogare in rete permetterà di eliminare i tempi di attesa per certificati di
matrimonio, residenza e
quant’altro. Ci sarà meno burocrazia per le persone disabili: il decreto elimina inutili duplicazioni
di documenti e di adempimenti
nelle certificazioni sanitarie per
l'accesso ai vari benefici. Si accorciano i tempi per ottenere il cambio di residenza: il passaggio, grazie alla comunicazione informatica fra le amministrazioni, avverrà in tempo
reale e quindi sarà reso immediatamente applicabile.
Più facile anche ricordarsi di rinnovare il
proprio documento di identità, perché basterà far riferimento al compleanno: la carta
avrà infatti una validità maggiore rispetto ad
oggi, la scadenza sarà estesa fino alla data di
nascita del titolare nell’anno successivo.
LE IMPRESE avranno un anno di tempo per
attivare percorsi sperimentali di semplificazione amministrativa, ma la partecipazione è
volontaria e riguarderà ambiti delimitati. Le
aziende coinvolte in un progetto di ricerca
potranno individuare una “capofila”, una
sorta di regista, che rappresenta le
altre nei rapporti con la Pubblica
Amministrazione. In materia di
appalti, arriva poi la “responsabilità solidale” tra datore di lavoro,
appaltatore ed eventuali subappaltatori. Mentre le piccole e medie aziende potranno avvalersi della dichiarazione unica ambientale. Controlli meno
asfissianti e soprattutto più trasparenti: le
amministrazioni dovranno pubblicare sul
proprio
sito
e
su
www.impresainungiorno.gov.it la lista dei
controlli a cui sono assoggettate le imprese.
Si semplifica la procedura per l’astensione
anticipata delle donne dal lavoro in caso di
gravidanze più complesse. Così come le procedure per l’assunzione di lavoratori extraeuropei.
PANE e panettieri liberati. L’obbligo di
chiusura domenicale, che ci toglieva il
piacere della pagnotta fragrante nella
giornata della festa, viene a cadere. E non
solo. Sarà anche più facile vendere cibi e
bevande alle sagre di paese. L’avvio delle attività commerciali – in occasione proprio di feste e sagre
– viene profondamente liberalizzato. Per questi particolari
eventi, il provvedimento del
governo Monti cancella l’articolo 71 di un decreto legislativo del 2010 (il numero 59). L’effetto è che
anche «delinquenti abituali», condannati per delitto non colposo grave, ricettatori, rapinatori potranno esercitare
«l’attività commerciale di vendita e somministrazione». Resta da capire, adesso,
se siano autorizzati ad aprire un chiosco
o un bancarella nel paesini due categoria
di ex malfattori: i pluri condannati per
frode nella preparazione o nel commercio degli alimenti e i responsabili di reati
contro l’igiene e la sanità pubblica.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica
@
VENERDÌ 27 GENNAIO 2012
PER SAPERNE DI PIÙ
www.governo.it
www.funzionepubblica.gov.it
■3
Patroni Griffi: il provvedimento va
alla Camera per evitare interferenze
con quello sulle liberalizzazioni
La social card
ELLEKAPPA
Stanziati 50 milioni di euro
per aiutare i meno abbienti
Patroni Griffi
Il ministro della
Funzione Pubblica: “Lo
scambio dei dati tra le
amministrazioni per via
telematica consentirà
di avere in tempo reale
alcuni importanti
certificati, come ad
esempio il cambio di
residenza”
TORNA la «social card»: la carta acquisti,
messa a disposizione dei meno abbienti per
contrastare il fenomeno della povertà in crescita, sarà di nuovo «sperimentata», per 12
mesi, nei Comuni con più di 250 mila abitanti. Il progetto sarà finanziato con 50 milioni di
euro. Entro novanta giorni dalla
entrata in vigore del decreto il
Ministero del Lavoro assieme a
quello dell’Economia dovrà stabilire i criteri per identificare chi
- attraverso i Comuni - avrà diritto all’aiuto. Un decreto varato ad
hoc stabilirà anche il valore della carta stessa;
le modalità attraverso le quali le amministrazioni potranno distribuirla; la data di avvio
della sperimentazione. L’anno in cui lo strumento resterà in vigore permetterà al governo di capire se la social card potrà essere in futuro «generalizzata» come strumento di contrasto alla povertà assoluta. Per valutarne il
funzionamento è previsto che i Comuni raccolgano informazioni sull’uso e effettuino
controlli sui beneficiari. Il progetto ha come
fine anche l’inclusione sociale del titolare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Le leggi
Passera
Secondo il ministro
dello Sviluppo
Economico, “con il
decreto semplificazioni
verrà resa più facile la
vita a cittadini e
imprese. Tutti i
ministeri hanno dato il
loro contributo”
Profumo
Per il ministro
dell’Istruzione,
Francesco Profumo, il
decreto servirà tra l’altro
“a sburocratizzare, a
rendere l'Italia un Paese
normale in grado di
confrontarsi con i
competitors più alti”
Cancellate norme senza senso
la più vecchia è del 1947
IL DECRETO sulle semplificazioni che oggi sarà
varato dal governo mette in conto di tagliare 333
leggi considerate ormai inutili. Fra quelle destinate a scomparire - nella bozza in 66 articoli che
entrerà stamattina al Consiglio dei ministri - la
più “vecchia” risulterebbe essere una datata al
1946, che dettava «disposizioni concernenti l'Ente nazionale di previdenza e di assistenza per i lavoratori dello spettacolo». L’abrogazione
più recente riguarderebbe invece
un provvedimento entrato in vigore
solo cinque anni fa, nel 2006, riguardante «la convocazione dei comizi per le elezioni di Camera e Senato». Il pacchetto di tagli voluto dal ministro della Semplificazione Patroni
Griffi va ad aggiungersi a quello dettato dall’ex
ministro Calderoli. Molti dei tagli riguardano la
burocrazia legata all’attività imprenditoriale, al
lavoro e all’artigianato. Si cancellano anche
norme che abrogavano altre norme. Come, ad
esempio, il decreto del '79 che cancellava un altro decreto che proibiva rapporti economici con
l’attuale Zimbabwe. «Abbiamo raschiato il fondo del barile», ha commentato il ministro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I Tir
L’ambiente
La scuola
Il commissario
Camion, anche di sabato
libertà di circolazione
Per le piccole aziende
agevole il bollino verde
Atenei, iscrizione telematica
pagelle per tutte le Facoltà
Un controllore ad hoc
contro i ritardi degli uffici
TIR sulle autostrade anche di sabato, anche di lunedì. Il decreto del governo
Monti cancella il divieto che impediva ai
camion di viaggiare il giorno prima e il
giorno dopo il festivo. Le aziende del trasporto potranno organizzare diversamente il loro lavoro, le autostrade saranno forse meno sicure in quelle giornate. Novità
anche per il “bollino blu” delle
auto. Oggi questo lasciapassare ecologico – rilasciato dalle
officine autorizzate - è obbligatorio ogni anno. Va rifatto, insomma,
ogni 12 mesi a scadenza. E tanti cittadini
lo richiedono per ottenere delle agevolazioni (come il permesso di parcheggiare
sotto casa, rilasciato dal Comune). Una
volta approvato il decreto del nuovo governo, il “bollino blu” andrà fatto solo al
momento della revisione della macchina. La vettura nuova, in base alle norme
del Codice della Strada, è tenuta alla prima revisione dopo i primi 4 anni di vita.
Poi la revisione diventa biennale.
SARÀ più facile e meno costoso per le piccole e medie imprese ottenere la certificazione ambientale. Un regolamento del governo, da adottare entro sei mesi, disciplinerà “l’autorizzazione unica ambientale”
che dovrà essere rilasciata da un unico ente e non più da una serie di burocrazie.
Inoltre l’autorizzazione sostituirà ogni altro «atto di comunicazione notifica ed autorizzazione previsto dalla legislazione
ambientale vigente» e al tempo
stesso il nuovo regolamento abolirà tutte le
norme e le leggi collegate finora in vigore.
Un occhio anche ai tempi e ai costi per le
Pmi devono sostenere per adeguarsi alle
norme ambientali: le richieste della pubblica amministrazione devono essere
«proporzionali» alle dimensioni delle imprese e non prevedere nuovi oneri. Semplificazioni anche per settori “inquinanti”
come i produttori di olii usati e di pneumatici il cui sistema autorizzativo viene delegato alle regioni
UNA buona parte del decreto sulle semplificazioni riguarda la materia scolastica: il
valore legale delle lauree sarà ridotto (non
del tutto annullato), il che significa - in concreto - che nei concorsi pubblici sarà attribuito minor peso al voto conseguito o che
cadranno le distinzioni fra lauree
dello stesso genere (per esempio
potranno essere ammessi alle
stesse prove sia i laureati in scienze politiche che quelli in giurisprudenza). L’iscrizione all’Università potrà avvenire usando solo per via telematica. Grazie ad un sistema di
valutazione mutuato dall’«Invalsi» sarà
possibile stilare una graduatoria sulla qualità degli atenei. Novità per il corpo docente:
nelle scuole sarà introdotta una dotazione
extra di «organico di rete» composta da supplenti o docenti di sostegno messi a disposizione di più istituti. Previsti anche interventi a sostegno dell’edilizia scolastica: le imprese private potranno ristrutturare edifici
in disuso e metterli a reddito fornendo in
cambio alle scuole nuove strutture.
LA BUROCRAZIA, si sa, è dura a morire: per
evitare che, come già avvenuto in passato le
buone intenzioni vadano ad infrangersi
contro il muro dell’indifferenza e dell’ignoranza delle novità introdotte, il decreto prevede un organo di controllo ad hoc messo a
disposizione del cittadino. In caso di lungaggini ingiustificate da
parte della amministrazione il
privato «vessato» potrà infatti rivolgersi ad un commissario.
Sotto controllo saranno anche le singole amministrazioni:
l’articolo 3 della bozza di decreto che entra
oggi al Consiglio dei ministri prevede infatti che entro il 31 gennaio di ogni anno gli enti debbano trasmettere a Palazzo Chigi una
relazione «sul bilancio complessivo degli
oneri amministrativi, a carico di cittadini e
imprese, introdotti o eliminati» nell’anno
precedente. Ciò permetterà di monitorare
- e controllare se siano o meno indispensabili - le richieste fatte in termini di «produzione, trasmissione e conservazione dei
dati richiesti».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica
VENERDÌ 27 GENNAIO 2012
@
LA
CRISI FINANZIARIA
ECONOMIA
■4
Nel 2011 aumenti medi in busta paga
all’1,8%. Nello stesso periodo il costo
della vita è cresciuto del 2,8%
PER SAPERNE DI PIÙ
www.istat.it
www.cgiamestre.com
Gli italiani lavorano sempre di più solo
per coprire le spese base: casa, auto,
bollette e alimentari
IL DOSSIER. Il potere d’acquisto degli italiani
Il reddito
Divario salari-prezzi al record dal 1995
le retribuzioni sono ai minimi da 12 anni
cessione. Le imprese chiudono
e licenziano. Salari e consumi
fermi. Una situazione meglio
assimilabile alla fine degli anni
’70, allo shock energetico».
VALENTINA CONTE
SALARI che crescono poco.
Prezzi che crescono troppo. E
lo “spread” che si allarga fino ad
arrivare ai livelli degli anni ’90
quando c’era la lira, l’Italia rischiava il default, i conti erano
disastrati e le manovre “lacrime e sangue” mettevano le mani nelle tasche (e nei conti correnti) degli italiani. Situazione
non così lontana dall’Italia di
oggi che l’Eurispes ritrae come
un Paese “depresso”.
SALARI TROPPO BASSI
Negli ultimi sedici anni, in
realtà lo “spread” retribuzioniprezzi ha colpito poco. Solo nei
primi anni duemila (dal 2000 al
2003) la forbice si è invertita a
sfavore dei lavoratori, ma di pochi decimali di punto. Grazie
all’euro, l’inflazione è stata domata e le buste paga in media
sono cresciute del 3% e dunque
il potere d’acquisto preservato,
seppur senza sfarzo. Poi la crisi
ha cambiato tutto e ci ha riportati al 1995, quando i prezzi correvano del 5,4%, ben più dei salari. Anno che ora addirittura
superiamo. Non sono i prezzi
oggi, quindi, a decidere la partita. Quanto gli stipendi sempre più bassi. Che giustificano
l’indicatore della fiducia dei
consumatori stabile a 91,6 a
gennaio (come dicembre), il
valore più basso dal 1996.
DIVARIO RECORD
Buste paga sempre più povere e inflazione galoppante ci riportano dunque indietro di tre
lustri. E’ tutto nei numeri diffusi ieri dall’Istat. Nel mese di dicembre le retribuzioni, ferme
rispetto a novembre, salgono
solo dell’1,4% rispetto allo stesso mese del 2010, più che doppiate dai prezzi (+3,3%), la distanza maggiore dall’agosto
del 1995. La musica non cambia se si considera l’intero anno: in tutto il 2011 i salari aumentano di appena l’1,8% sul
2010, mai così poco dagli albori del Giubileo (1999), mentre
l’inflazione beatamente si impenna del 2,8%, segnando anche in questo caso uno scarto
record tra salari-prezzi, più forte di quello registrato nel 1995.
ESEMPI
La Cgia di Mestre ha confrontato due anni chiave (1995
e 2011) per valutare l’impatto
del “costo della vita” sulle decisioni di spesa degli italiani, ovvero quanti giorni o mensilità
di reddito occorrono per comprare le “cose”. Il risultato (vedi
grafico in pagina) è abbastanza
confortante per quanto riguarda il carrello della spesa, le bollette, abbigliamento e calzatu-
POTERE D’ACQUISTO AI MINIMI
Cosa significa tutto questo?
Quale impatto sulla vita di tutti
i giorni? Innanzitutto, una for-
te erosione di potere d’acquisto e dunque la possibilità di
comprare meno cose con lo
stesso stipendio. Come conseguenza, consumi ancora più
depressi, Pil ancora più basso,
ammontare di debito pubblico
più difficile da scalfire. «L’inflazione è molto elevata per la forte componente energetica. E’
questo che genera la forbice. E
in un anno di recessione, come
il 2012, mi aspetto che le retribuzioni crescano ancora meno», spiega Luigi Guiso, economista e docente allo European
University Institute di Firenze.
«Ma attenzione. Il paragone
con il 1995 regge fino a un certo
punto. In comune c’è la forte
inflazione determinata da uno
shock esterno: lì dovuta alla
svalutazione del cambio (che
però ci aiutava nelle esportazioni), ora tassa occulta pagata
ai Paesi produttori di petrolio.
Ma nel 1995 uscivamo da una
grave crisi, già avviati verso la
ripresa. Qui usciamo dalla stagnazione per rituffarci nella re-
re, istruzione. Meno su altre voci. Ad esempio nel 2011 occorrono 5,3 paghe mensili in media per acquistare un’utilitaria
contro le 4,8 nel 1995. Mentre
servono 80 mensilità, quasi sette anni, rispetto alle 55 degli anni Novanta per un appartamento di circa 90 metri quadri.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica
VENERDÌ 27 GENNAIO 2012
LA
RIVOLTA DEI CAMIONISTI
CRONACA
■ 10
La Fiat ferma per il terzo giorno.
Bloccati anche gli stabilimenti
al Sud di Barilla e Coca-Cola
Da Roma a Napoli, aumenti
ingiustificati del carburante:
il diesel arriva a due euro
IL DOSSIER. Le conseguenze dello stop
La protesta
Tir, chiudono le fabbriche
e sui prezzi di frutta e benzina
ora dilaga la speculazione
PAOLO BERIZZI
Fabbriche chiuse e lavoratori in
cassa integrazione, rincari di
frutta e benzina con speculazione,
truffe, denunce delle associazioni
dei consumatori e interventi della
Guardia di Finanza. Banchi vuoti
nei mercati ortofrutticoli e scaffali
sguarniti nei supermercati di tutta
Italia. Rifiuti in strada a Napoli. È
l’effetto a catena della protesta
degli autotrasportatori. Quasi tutti
i blocchi autostradali sono stati
sciolti o sgomberati, ma molti Tir
restano fermi e la mancanza di
materie prime mette in crisi molti
settori dell’economia. In
particolare quello degli alimenti.
Interviene la Finanza. Banchi vuoti nei mercati
SARÀ il vuoto intorno e l’aria da vita sospesa che si
respira tra i padiglioni. Sarà che le poche cassette
che arrivano, sopravvissute ai forconi, alla trincee
autostradali, ai bestioni ancora accasciati sui caselli – e comunque la merce proviene in larga parte dal
Nord – vengono accolte come fossero scorte di cui
fare incetta: i blocchi dei Tir sono in via di scioglimento o di sgombero, è vero, ma non sai ancora come andrà a finire e l’Italia, al quarto giorno di proteste, è un Paese sotto sopra. Un’immagine del caos
sono i box mezzi deserti e i bancali sguarniti dell’Ortomercato di Milano, il più grande d’Italia coi
suoi 120 grossisti e i 300 camion che ogni giorno si
infilano in questo gigantesco suk dove in 72 ore è
stato bruciato un milione di euro. Hanno contato 70
Tir in due giorni, roba da minimo storico, frutta e
verdura sono rimaste al Sud, bloccate dall’embargo imposto dagli autotrasportatori. Che adesso rilascia tutto il suo effetto impazzito: supermercati e
negozi sguarniti e prezzi dei prodotti alimentari alle stelle; pompe di benzina a secco con code, incidenti e truffe diffuse a macchia di leopardo; grandi
aziende ferme; nuova emergenza rifiuti per la mancata raccolta e lo smaltimento a singhiozzo. I disagi
riguardano soprattutto il Sud, ma la paralisi dei collegamenti e lo stop delle merci hanno messo in seria difficoltà anche le regioni del Nord. «La situazione si sta lentamente risolvendo, in due giorni si tornerà alla normalità», fa sapere Federdistribuzione.
Quella di ieri, però, è stata un’altra giornata critica.
I FURBETTI DELLA BENZINA
Uno dei problemi maggiori riguarda le scorte di
carburante. La carenza provocata dallo sciopero
dei Tir ha innescato il tipico effetto domino con
conseguenze da sciopero selvaggio: lunghe code di
automobilisti per fare rifornimento alle pompe di
benzina. E speculazioni da parte di alcuni benzinai
che hanno approfittato della situazione per alzare
Gli arresti
Rifornimenti ridotti
13
Diminuita del 40 %
la distribuzione di prodotti
deperibili (carne, ortofrutta,
formaggi) ai supermercati
Gli arresti tra gli autotrasportatori
nelle ultime 48 ore, 5 le denunce
I danni economici
200 milioni
Il danno all'intera
filiera
agroalimentare
per lo sciopero
dei tir
1 milione
Le perdite
quotidiane
al Porto
di Genova
30%
Il rincaro medio dei prodotti
ortofrutticoli nei mercati
Produzioni ferme
100 mila
I lavoratori impegnati nella raccolta,
nel confezionamento e nel magazzinaggio
rimasti a casa
30 milioni
il valore delle retribuzioni perse
Coca-Cola HBC e FIAT
hanno fermato o ridotto la produzione
il prezzo del carburante. Su richiesta del Codacons
la Guardia di Finanza è intervenuta in diverse città,
pizzicando e multando i furbetti. C’è chi ha venduto la benzina anche a 2 euro al litro (Roma e provincia, Massa Carrara e Napoli) e chi ha aperto depositi abusivi con prezzi scontati (Caiazzo, nel casertano). Riscontrate mediamente differenze di 4-5 centesimi tra le tariffe esposte sui cartelli e quelle sulle
pompe. Il prefetto di Crotone – in Calabria le riserve di carburante sono al minimo – con un’ordinanza ha dovuto riservare un deposito per permettere
ai mezzi delle forze dell’ordine e di soccorso di potersi rifornire. A Catanzaro le Poste hanno messo in
congedo parte del personale perché non arriva corrispondenza. Scorte della polizia per le cisterne di
carburante in viaggio a Napoli e provincia, mentre
a Catania e Palermo due persone sono rimaste
29 distributori
su 124 controllati a Roma
scoperti a vendere benzina
a prezzi più alti di quelli indicati
ustionate per l’esplosione di scorte di benzina.
GLI SCAFFALI VUOTI
Molti prodotti di largo consumo sono spariti dagli scaffali di negozi e supermercati: sia al Nord che
al Sud. Soprattutto uova, farina, e altri prodotti deperibili come carne e formaggi. Per tutti gli altri generi alimentari non ci sono garanzie di rimpiazzi a
breve termine. banchi di frutta e verdura, in molti
esercizi di Napoli, sono vuoti. Scarseggia anche il
latte fresco. A Roma si teme che le derrate alimentari nei magazzini di piccoli e grandi punti vendita
non possano bastare a coprire il week end. Altrovei
disagi sono più limitati: la consegna delle merci nei
negozi di Coop adriatica, ad esempio, è tornata
quasi alla normalità. Sono stati ripristinati i rifornimenti nei 171 tra ipercoop e supermercati in Emilia
Romagna, Veneto, Marche e Abruzzo. I blocchi ancora attivi o parzialmente attivi riguardano soprattutto il centro Italia – che danneggia anche parte del
la Repubblica
@
VENERDÌ 27 GENNAIO 2012
PER SAPERNE DI PIÙ
www.mit.gov.it/mit/site.php
www.repubblica.it
Spariti dagli scaffali uova, farina,
latte e formaggi. A Firenze
listini ritoccati del 30 per cento
Il caso
Federdistribuzione: situazione migliore, due giorni per tornare alla normalità
L’Ue: l’Italia risolva il problema
oggi sciopero dei mezzi pubblici
FABIO TONACCI
ROMA — L’Italia è a un passo
dall’apertura di una procedura
d’infrazione da parte dell’Unione Europea. «Intervenite
subito per risolvere rapidamente il problema e assicurare
la libera circolazione delle
merci», ha detto ieri il vicepresidente della Commissione
Antonio Tajani al ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri in una telefonata, la seconda dall’inizio della protesta dei
tir. Bruxelles alza la voce dopo
quattro giorni di manifestazioni. È vero che i disagi alla circolazione, Sud a parte, si stanno
affievolendo, ma rimangono
gravi gli effetti: fabbriche ferme, arresti ai presidi (13 negli
ultimi due giorni), carenze di
carburante, prezzi gonfiati. «In
un paio di giorni — prevede Federdistribuzione, l’associazione che sta monitorando l’andamento della consegna delle
I SUPERMERCATI
Nella grande distribuzione
mancano soprattutto
beni deperibili come
frutta, verdura, carne
e latte fresco
Nord – e la Liguria: in particolare il porto di Genova
dove le perdite si aggirano sul milione al giorno. «Il
danno all’economia portuale avrà conseguenze
per diversi giorni», denuncia il presidente dell’Autorità portuale di Genova, Luigi Merlo. Il Codacons
intanto lancia l’allarme-prezzi. «In tutto il Paese –
spiega Carlo Rienzi – registriamo aumenti anomali
dei listini al dettaglio del settore alimentare, con incrementi che raggiungono anche il 50% in più».
prodotti deperibili come i fiori e la frutta e la verdura che non hanno potuto recarsi al lavoro a causa del
blocco della circolazione. Al danno economico –
aggiunge – salito a 150 milioni per l’agroalimentare
Made In Italy, si aggiunge quello occupazionale che
colpisce particolarmente giovani e immigrati, ovvero buona parte dei lavoratori impegnati nel settore, a tempo determinato».
LO STOP DELLE GRANDI AZIENDE
Cinquantamila tonnellate di prodotti alimentari
deperibili che rischiano di essere buttati, ogni giorno, perché rimangono fermi nei camion, nei campi, nelle stalle, nei magazzini delle industri e dei
mercati generali. Sono le stime che Colidiretti fa
dell’effetto stop-trasporti. Nei principali mercati
ortofrutticoli italiani – Milano, Fondi, Vittoria per
citarne solo alcuni – a causa del blocco dei Tir le consegne di frutta e verdura sono crollate del 40-60%. Il
che, ovviamente, ha fatto lievitare i prezzi. Al mercato di Firenze aumenti medi del 30%. Così come a
Milano e Vittoria. Nel caos generale c’è da registrare che il mercato di Fondi da ieri è tornato alla normalità. In tutto, secondo la Cia (Confederazione italiana agricoltori), i danni per il settore agroalimentare ammonterebbero a 200milioni.
L’ondata di proteste e di blocchi forzati degli autotreni si sta ripercuotendo anche sulle grandi
aziende. Gli stabilimenti Fiat di Melfi, Cassino, Pomigliano Mirafiori e Sevel sono stati fermi anche ieri (terzo giorno di stop) e lo saranno anche oggi, al
primo turno. La mancata consegna dei componenti da assemblare nelle linee di produzione ha avuto
effetti pesanti: in tutto sono 12.600 le auto non prodotte in questi giorni di stop forzato. Si ferma anche
Coca-Cola Hbc Italia: bloccati gli impianti di Marcianise (Caserta) e Rionero in Volture (Potenza),
130 dipendenti, perché i blocchi sulla Napoli-Brindisi impediscono l’arrivo delle materie prime.
Un’altra industria in forte difficoltà è Barilla: in tutti i nove stabilimenti si va a rilento, soprattutto al
Sud. Produzione bloccata a Melfi e a Foggia. Nella
città pugliese e anche a Caserta l’azienda è stata costretta a avviare le procedure di cassa integrazione
per i lavoratori (su Melfi si deciderà nei prossimi
giorni). E comunque: se i Tir continueranno a scarseggiare – fanno sapere dalla sede di Barilla – si potrebbe arrivare anche al blocco di tutti i siti produttivi.
In generale, le ripercussioni di Tir Selvaggio sui
lavoratori sono decisamente pesanti. In particolare nel settore alimentare. Dice Sergio Marini, presidente di Coldiretti: «Sono almeno 100mila gli addetti impegnati nella raccolta, nel confezionamento, nel magazzinaggio e nella trasformazione dei
A RISCHIO FRUTTA E VERDURA
I RIFIUTI IN STRADA A NAPOLI
Rifiuti fermi in strada, smaltimento a rilento: la
nuova emergenza (che nuova non è), adesso, soprattutto a Napoli e provincia, potrebbe essere
quella della monnezza. In città non sono state raccolte 600 tonnellate di rifiuti e 50 sono gli autocompattatori in coda in attesa di scaricare agli impianti
(22 mezzi lunedì scorso hanno subito il taglio delle
gomme). Il Comune ha previsto un piano straordinario di raccolta per riuscire a recuperare le quantità rimaste sull’asfalto da quando i Tir hanno iniziato la loro protesta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il ministro Cancellieri
merci — si tornerà alla normalità».
Il terreno di scontro si sposta
dalle autostrade alla politica. Il
segretario della Cgil Susanna
Camusso invita tutti a «ragionare con serenità sul fatto che
la protesta è giusta e legittima,
ma i modi devono sempre essere rispettosi dell’esistenza
collettiva del Paese». La Lega
Nord fa un passo verso gli autotrasportatori in rivolta. Alla Ca-
mera Umberto Bossi si è incontrato con una delegazione di
camionisti di Trasportounito.
Sarà costituito un tavolo tecnico e la Lega «si farà portatrice —
si legge nel comunicato emesso dopo l’incontro — degli
emendamenti della conversione del decreto per risolvere i
problemi dell’autotrasporto in
Italia ed in Padania».
Oggi, in concomitanza con
lo sciopero generale di 24 ore
proclamato dai sindacati di base (disagi previsti nel trasporto
pubblico, metropolitane e autobus), dovrebbe essere l’ultima giornata di mobilitazione
dei tir. Anche se Trasportounito, con un comunicato sibillino, lascia intendere qualcos’altro: «Faremo il possibile perché
il fermo rientri — scrivono —
ma quello che succederà per
strada non lo sappiamo perché
questo Governo non ha avuto il
buon senso di ascoltarci».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica
VENERDÌ 27 GENNAIO 2012
@
I COSTI DELLA POLITICA
La riduzione colpirà inizialmente chi
incassa per le presidenze delle varie
commissioni da 1000 a 4000 euro
PER SAPERNE DI PIÙ
www.repubblica.it
www.camera.it
■ 13
Evitato il paradosso dell’aumento
di stipendio netto legato al passaggio
dal vitalizio al sistema contributivo
IL DOSSIER. Le misure
Il Parlamento
Taglio del 15% alle indennità di 200 onorevoli vip
ma ora il deputato non vuole più finanziare il partito
CARMELO LOPAPA
Doppi incarichi
Taglio del 15% per tutte le indennità
aggiuntive percepite da circa 200
parlamentari, tra componenti degli uffici di
presidenza di Camera e Senato, presidenti,
vice e segretari di commissioni e giunte.
L’input di Gianfranco Fini ieri pomeriggio è
stato recepito dai collegi dei questori dei due
rami del Parlamento, riuniti per mettere a
punto le misure che lunedì saranno varate in
via definitiva. Si parte da subito col taglio ai
più privilegiati tra i privilegiati (da mille a 4
mila euro al mese in più). Ma nel vertice è
stato anche deciso che il rimborso per il
“portaborse” resterà forfettario per il 50 per
cento, senza bisogno di alcuna «pezza
giustificativa». Nonostante la marcia indietro
rispetto alla stretta iniziale, in Transatlantico
monta il malessere in tutti i gruppi. Perché a
quel budget i deputati hanno attinto finora
per versare il contributo ai rispettivi partiti.
Ora che duemila euro andranno coperti da
contratti e bollette “veri”, gli onorevoli non
vogliono più devolvere i restanti 1.800 ai loro
tesorieri. Confermato invece il passaggio dal
vitalizio al sistema contributivo, evitando
però il conseguente aumento del netto in
busta paga che già più di un imbarazzo stava
provocando in tempi di magra. Il varo
ufficiale a Montecitorio è previsto lunedì, a
Palazzo Madama slitta a martedì.
Presidenti, questori, segretari
ecco la sforbiciata sugli extra
È LA novità delle ultime ore nella cura dimagrante pianificata da Montecitorio e Palazzo
Madama, in procinto di essere varata e annunciata in pompa magna la prossima settimana. Taglio con ogni probabilità del 15 per
cento per i 140 deputati e cento senatori che ricoprono cariche particolari nelle due Camere.
Costituiscono il 20 per
cento del totale e incassano tra i mille euro mensili di un segretario di com240
missione e i 4 mila di un
presidente di Camera e
I GRADUATI
Senato. Rientrano nel noSono 140 alla
vero infatti, oltre alla seCamera e circa
conda e terza carica dello
100 al Senato i
Stato, anche gli otto viceparlamentari con
presidenti, i sei questori, i
cariche e indennità
25 segretari. E poi i presiaggiuntive, dai
denti, i vice e i segretari
mille ai 4 mila euro
delle 28 commissioni dei
due rami, i vertici delle tre
bicamerali e delle cinque giunte. Un esercito.
A Palazzo Madama avrebbero preferito limitare per ora il taglio ai soli componenti del
consiglio di presidenza e rinviare per le commissioni. L’accelerazione di Montecitorio (e
di Fini) ha avuto la meglio. Non fosse altro perché si tratta di colpi di forbici da 250 a 500-600
euro al massimo, commisurati all’indennità
aggiuntiva e non al totale della retribuzione
del parlamentare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Le quote ai partiti
I vitalizi
Nelle commissioni
L’effetto-Irpef
Calano i contributi per i portaborse
e in molti si ribellano alla “tassa”
Sistema contributivo per tutti
ed età pensionabile a 65 anni
Diaria solo con presenza firmata
il Senato si adegua alla Camera
Con le imposte limitate all’indennità
prelievo sul lordo ridotto del 53%
I PARLAMENTARI del Pd versano ogni mese
1.500 euro al partito. Come i loro colleghi dell’Udc. Alla Lega la quota sale a 1.800 euro. Più
light la “tassa” nel Pdl, 800 euro solo su base
volontaria. Ora però la scure sul contributo
per il “portaborse”, divenuto contributo per
l’esercizio del mandato (3.690 euro alla Camera, 4.100 al Senato), sta
per spaccare parlamentari e loro gruppi di apIl taglio alla
1.500euro partenenza.
fine sarà inferiore al previsto, gli onorevoli doAI GRUPPI
vranno giustificare con
È quanto versano
contratti e bollette solo la
ai gruppi i
parlamentari di Pd metà di quel budget, dunque continueranno a ese Udc (nella Lega
1.800), attingendo sere corrisposti loro a forfait tra i 1800 e i 2000 euro
al budget per i
al mese. Ma è poco più
portaborse
della cifra che dovrebbero continuare a corrispondere ai loro partiti. Molti sono pronti ad
aprire il caso. Intanto, come spiega il questore
del Senato Benedetto Adragna, la figura del
portaborse sarà disciplinata da un ddl messo
a punto dagli stessi questori o dagli uffici di
presidenza, non da iniziative individuali (vedi
Moffa). In ogni caso, sarà esclusa la possibilità
di ricorrere al giudice del lavoro per i collaboratori ai quali non viene rinnovato il contratto.
I QUESTORI di Camera e Senato hanno
confermato l’adeguamento delle nuove
pensioni (col sistema contributivo e non
più vitalizi) alle figure «non contrattualizzate» della pubblica amministrazione. Ovvero a magistrati, prefetti e generali dell’esercito. Come pure viene confermato lo slittamento dell’età pensionabile ai 60 anni (con
più legislature) o 65 (con
una sola) sia nell’uno
18
che nell’altro ramo del
Parlamento. Misura
RICORSI
drastica che fa scivolare
Sono i ricorsi
anche di un decennio la
contro la
quiescenza per una gecancellazione del
nerazione di cinquanvitalizio presentati
tenni. Infatti alla Camealla Camera.
Saranno esaminati ra pendono già 18 ricorsi che il Consiglio di giuil primo febbraio
risdizione interna, presieduto da Giuseppe
Consolo (Fli), esaminerà il primo febbraio.
Se i ricorsi, per lo più di ex parlamentari, saranno accolti, altre decine se non centinaia
ne seguiranno.
I collegi dei questori hanno messo nero su
bianco anche il passaggio al sistema contributivo per tutto il personale delle rispettive
amministrazioni. Il presidente del Senato
Schifani ha già varato un decreto in materia.
DEPUTATI e senatori continueranno a percepire i loro 3.500 euro netti mensili a titolo di
diaria, per le spese di mantenimento a Roma.
Adesso anche il Senato, come già la Camera da
qualche mese, introduce il registro delle presenze che consentirà di penalizzare con una
decurtazione da 200-300 euro ogni assenza del
parlamentare in commissione. Finora la penalità era in vigore solo per
quelle in aula. Il nuovo si3.500
stema entrerà in vigore a
febbraio e comporterà
MENSILI
La somma prevista anche a Palazzo Madama
il ricorso appunto a un recome diaria per il
soggiorno a Roma. gistro da firmare. Da
quando il meccanismo è
Ne hanno diritto
stato adottato a Montecianche quanti
torio, in autunno, le prerisiedono
senze alle riunioni di
nella capitale
commissione fino ad allora al lumicino sono aumentate in misura esponenziale. Molto probabile che il fenomeno si ripeta al Senato. Così come la diaria, anche l’indennità netta di circa 5 mila euro mensili resta comunque intatta.
Voci che sommate alla quota forfaittaria rimasta a titolo di rimborso per il portaborse (1.800
alla Camera, 2000 al Senato), compongono
uno “stipendio” netto che per gli onorevoli si
aggirerà adesso attorno ai 10.300-10.500 euro.
DIARIA e rimborso spese esentasse. Deputai
e senatori pagano l’Irpef solo sull’indennità
in senso stretto, una delle tre voci del loro
“stipendio”. Di conseguenza, si avvantaggiano di un risparmio del 53 per cento rispetto agli altri contribuenti. La stima è stata
elaborata da Fiscoequo.it, sito dell’associazione per la legalità e l’equità fiscale. «Per i parlamentari — si legge nello
studio — il benefit è
sempre esentasse. Gra44.600
zie ad una interpretazioTASSAZIONE
ne estensiva della norUn deputato versa ma da parte dei due rami
di Irpef 44.600
del Parlamento ogni aneuro. Se fossero
no deputati e senatori
tassate anche le
incassano circa 110.000
somme extra
euro senza pagare l’Irsi arriverebbe
pef, con un risparmio
a oltre
d’imposta di circa
95 mila euro
50.000 euro. Il deputato
tipo riceve in un anno
complessivamente 246.295 euro (indennità
lorda annua di 135.400 euro e altri benefits
pari a 110.895) e subisce una tassazione ai fini Irpef pari a 44.628 Euro. Se le stesse somme, a titolo di stipendio e di benefit, fossero
corrisposte a qualsiasi altro cittadino, manager o alto dirigente, l’imposta Irpef dovuta
ammonterebbe a 95.031 Euro». Conclusione: «Un risparmio di imposta di 50.403 euro».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
la Repubblica
VENERDI 27 GENNAIO 2012
@
POLITICA E
GIUSTIZIA
INTERNA
■ 14
Il primo presidente Lupo: “È venuto
meno il malcelato intento di ridurre
il controllo di legalità sul potere”
PER SAPERNE DI PIÙ
www.cortedicassazione.it
www.anm.it
“Arduo accertare responsabilità penali
prima che i tempi scadano, anche per
reati che creano grave allarme sociale”
IL DOSSIER. I dati della Cassazione
L’annogiudiziario
“Prescrizione più lunga, carcere extrema ratio”
L’apertura dei magistrati: c’è un clima nuovo
PRESCRIZIONE troppo breve e carcere
disumano. Due gravi falle della giustizia
italiana. Il primo presidente della
Cassazione Ernesto Lupo apre l’anno
giudiziario, in un’impeccabile aula
magna della Suprema Corte, davanti a
Napolitano e Monti. La sua è una
denuncia ferma: «È arduo accertare le
responsabilità penali con sentenza
definitiva di condanna prima che maturi
la prescrizione per molti reati anche di
grave allarme sociale». A Repubblica
il vice presidente del Csm Michele Vietti
ha dichiarato: «La prescrizione è una
sconfitta dello Stato». Berlusconi è alle
spalle, l’Anm vede «un clima nuovo»,
Lupo plaude alla Costituzione «in salvo».
L’ARRETRATO
LA PRESCRIZIONE
I numeri
Quei nove milioni di processi
che “schiacciano i giudici”
SONO ben nove milioni i processi penali (5,5) e civili
(3,4) che, al 30 giugno del 2011, secondo le statistiche,
gravavano sui giudici italiani. «Una montagna che li
schiaccia», secondo il primo presidente Ernesto Lupo, nonostante essi «detengano primati di produttività più alti tra i loro colleghi europei». Questo risulta,
come ha scritto il vice presidente del Csm Michele
Vietti, dal rapporto della Commissione europea per
l’efficienza della giustizia (Cepej) che documenta come, nel 2008, essi abbiano smaltito «un milione di processi in più rispetto ai colleghi francesi e spagnoli».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
IL CARCERE
Stipati 68 mila in celle per 45 mila
così viene violata la Costituzione
VA CONTRO l’articolo 27 della Costituzione, che vieta «trattamenti contrari al senso di umanità», e alla
Convenzione per i diritti umani, «stipare 68mila detenuti in condizioni logistiche adeguate per 45mila
persone». Questo denuncia Lupo, per il quale «siamo
di fronte a un limite che attiene al senso di umanità e,
dunque, a quel minimo che va rispettato perché il nostro Paese conservi il suo posto tra le nazioni civili».
La colpa del legislatore sta in una «concezione “panpenalistica” che assegna alla risposta penale la sanzione di ogni comportamento deviante».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
GLI AVVOCATI
240 mila legali sono troppi
incentivano il contenzioso
UN’ANOMALIA italiana. Il presidente Lupo definisce così
la presenza in Italia di ben 240 mila avvocati: è il numero più
alto in Europa se paragonato a quello degli abitanti. Di questi ben 50 mila sono anche abilitati ad esercitare in Cassazione. Il numero, come rivelano le statistiche, cresce ogni
anno. Secondo Lupo «questo numero esorbitante, se non
costituisce un diretto fattore di incentivazione del contenzioso, certamente non contribuisce a deflazionarlo, giacché risulta del tutto insufficiente l’attività di filtro della classe forense». Il dubbio da chiarire è se effettivamente questo numero risponda a una reale esigenza di giustizia.
1.375
208.182.306
MAGISTRATI MANCANTI
LEGGE PINTO
Su un organico sulla carta
di 10.109 magistrati, quelli
mancanti sono ben 1.375,
di cui 1.146 negli uffici
giudiziari. Idem per gli
amministrativi, 39.198
rispetto ai 46.220 del ‘90
A 208 milioni ammonta, a
giugno 2011, il debito dello
Stato per indennizzare
chi ha subito un processo
irragionevolmente lungo
e ha fatto causa. Ma sono
solo 20 i milioni disponibili
51.921
1.780
MEDIAZIONE
NOTIZIE DISCIPLINARI
Dal marzo a novembre 2011
tanti sono stati i casi di
mediazione civile. 32.685
definiti. Ne restano 19.978.
5.886 contrasti di locazione,
4.757 bancari, 4.221
sulle assicurazioni
Tante sono le segnalazioni
giunte al pg della Suprema
corte per possibili
comportamenti anomali
delle toghe. Il 93% è stato
archiviato. Il 7% va sotto
processo disciplinare
IL GOVERNO RISPONDA SUBITO
LIANA MILELLA
E ADESSO, sulla prescrizione, bisogna passare subito dalle parole ai fatti.
Senza perdere un giorno, visto che proprio ogni giorno “muoiono” per scadenza della prescrizione decine e decine di processi. Due istituzioni, il Csm
e la Cassazione, hanno parlato con una voce sola, che è poi quella dell’Europa. L’Italia, se vuole garantire l’esercizio dell’azione penale, deve congelare, o quantomeno allungare, i termini della prescrizione. Che, tocca ricordarlo, furono dimezzati da Berlusconi con la legge Cirielli del 2005.
Adesso urge una marcia indietro. Il “contenitore” è già disponibile: il ddl anti corruzione, firmato da Alfano ma nel freezer da due anni, può essere
emendato. Il Pd ha già proposto come farlo. Manca all’appello solo la volontà politica.
E qui i segnali si fanno inquietanti. Il governo invece di tacere, si muova.
Anziché considerare la giustizia soltanto un terreno su cui non andare allo
scontro, prenda atto dell’emergenza. La Severino, invece, sembra non voler prendere ancora posizione. Riservatamente si accapiglia con il collega
Patroni Griffi, “reo” di aver promosso una commissione per rendere il ddl
anticorruzione non un vuoto simulacro, ma uno strumento idoneo a contrastare un’antica e costante piaga italiana. La commissione chiude i lavori e propone di allungare la prescrizione, visto che per reati scoperti a distanza di molto tempo la prescrizione breve equivale a un’impunità permanente. Ma poi l’idea scompare. Invece ora è tempo di mettere le carte sul
tavolo e dire subito un sì o un no. Altrimenti parlare di «clima nuovo sulla
giustizia» e «di sintonia tra governo e toghe» significa solo fare propaganda.
Italia contro gli standard Ue
grave anomalia delle leggi
QUANDO ogni anno vanno in fumo 169mila processi
vuol dire che c’è «un’ulteriore anomalia negativa nell’ordinamento italiano». Lupo cita espressamente la
legge Cirielli del 5 dicembre 2005, che ha tagliato a metà
i tempi della prescrizione. Ma una sentenza della Corte dei diritti umani del marzo 2011 affronta «la compatibilità del sistema italiano di prescrizione dei reati con
gli standard internazionali di tutela dei diritti fondamentali» e rileva l’anomalia del nostro Paese. L’Ocse, il
12 gennaio 2011, ci raccomanda di «realizzare un adeguato prolungamento dei termini della prescrizione».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I PROCESSI
Tanti 3 milioni, urge depenalizzare
di più ne celebra solo la Russia
IL DATO è scioccante. In Italia 50 milioni di abitanti, in
Russia 143 milioni. Ma il nostro Paese è al secondo posto dopo la Russia per il numero di processi che sopravvengono in primo grado. Ecco le cifre: poco più di
dieci milioni in Russia, quasi tre milioni in Italia. Il Rapporto Cepej del 2010 ci assegna il secondo posto. Colpa
di una mancata e adeguata depenalizzazione che adesso viene invocata come assolutamente indispensabile
dal vice presidente Vietti, il quale si augura che venga
messa da parte l’idea che «introdurre nuovi reati sia l’unica risposta per far fronte all’emergenza totale».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
GLI UFFICI
Duemila sedi, un costo alto
che lo Stato non può reggere
SARÀ la sfida prossima ventura del Guardasigilli Paola Severino. Trasformare la mappa della geografia giudiziaria
italiana e ridurre gli uffici. Dice Vietti: «Duemila uffici ospitati in tremila edifici rappresentano un costo insostenibile». Si augura Lupo: «L’interesse generale alle resistenze localistiche che non mancheranno da parte di ambienti politici, forensi e anche giudiziari non sia anteposto al mantenere l’impegno». La Severino promette che «entro pochi
mesi la nuova geografia prenderà il via con l’esercizio della delega per ridurre e razionalizzare gli uffici». Ma il Parlamento molti parlamentari scalpitano e si oppongono.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Scarica

Certificati in tempo reale Via oltre 300 leggi inutili e torna la “social