Università Vita e Salute Corso di Oncologia Milano, 14 gennaio 2010 Melanoma Prof. Giorgio Parmiani, Unità di ImmunoBioterapia del melanoma e dei Tumori Solidi 1.Introduzione • Importanza dello studio del melanoma (prognosi) • Diagnosi, trattamento, curabilità • Interdisciplinarietà (epidemiologo/genetista, dermatologo, chirurgo, patologo tradizionale e molecolare, oncologo medico, radioterapista) • Sperimentazioni cliniche 2. Definizione • Melanoma è un tumore maligno che origina dai melanociti. • Durante il primo trimestre di vita fetale, precursori dei melanociti si formano nella cresta neurale (ectoderma). • Durante lo sviluppo del feto, queste cellule migrano a differenti siti come la cute, uvea, coroide, leptomeningi e membrane mucose (es. esofago, vulva, ano). • Per questo motivo il melanoma può originare in tutte queste aree, sebbene il melanoma cutaneo sia di gran lunga il più frequente. 2. Definizione (cont.) • Sebbene rappresenti solo il 5% to 7% di tutti i tumori maligni della cute (vedi Figura), il melanoma è il tumore cutaneo più letale e causa circa il 75% di tutti i decessi per tumore cutaneo. Insieme all’aumento della incidenza e alla resistenza alle terapie convenzionali, ciò rende il melanoma una delle maggiori sfide nella ricerca oncologica. • La diagnosi precoce è la “miglior terapia” oggi disponibile mentre la malattia avanzata è associata a prognosi infausta nonostante i molti sforzi della ricerca clinica. Tipi di tumori cutanei e relativa frequenza • 2. Definizione (cont.) • Negli ultimi dieci anni sostanziali progressi sono stati fatti nelle conoscenze della biologia e nella genetica del melanoma (sviluppo, progressione, resistenza alla terapia medica). • Tuttavia la applicazione clinica dei principi di medicina molecolare (es. biomarcatori prognostici specifici e terapie moleculari) è solo agli inizi e molto lavoro è necessario per arrivare ad una terapia personalizzata e con bersagli molecolari nel melanoma. 3. Epidemiologia o Il melanoma uno dei tumori con il più rapido aumento di incidenza negli ultimi decenni (aumento annuo del 3% negli ultimi 30 anni) o Dati epidemiologici italiani o A differenza di altri tumori colpisce una popolazione relativamente giovane ed è noto per la tendenza a metastatizzare, con risposte molto limitate alle terapie attualmente disponibili o Anche se rappresenta solo il 4% delle neoplasie cutanee, causa il 79% delle morti legate a tumori della pelle, con una mortalità annua di 2.3/100 000 casi. o Tuttavia, quando diagnosticato in fase precoce il melanoma può essere curato nel 95% dei casi mediante excisione chirurgica. o Infatti, nonostante l’aumentata incidenza negli ultimi decenni la mortalità non è aumentata con la stessa velocità, grazie ai miglioramenti in termini di diagnosi precoce. Incidenza/Mortalità 3. Epidemiologia oL’incidenza del melanoma è comparabile nel genere maschile e in quello femminile oEtà media di comparsa: 50 anni oLa frequenza del melanoma nelle popolazioni a pelle scura è almeno di un ordine di grandezza inferiore rispetto agli individui a pelle chiara Survival curves for local melanoma (stage I–II), regional melanoma (stage III) and distant (visceral) metastases (stage IV) Balch CM et al, J Clin Oncol 2001;19:3635–48; Gimotty PA et al, J Clin Oncol 2007;25:1129-34. 4. Eziopatogenesi del melanoma 3.1 Raggi UV 3.2 Fattori di rischio e melanoma familiare (510%) 3.3 Geni della suscettibilità al melanoma 4.1 Luce solare (raggi UV) e melanoma • I raggi UV causano alterazioni genetiche nella cute, riducono la risposta immune cutanea, incrementano la produzione locale di fattori di crescita, e causano la formazione di reactive oxygen species (ROS) che danneggiano il DNA di cheratinociti e melanociti. 4.1 Luce solare (raggi UV) e melanoma (cont.) • La risposta abbronzante è una reazione difensiva in cui i melanociti sintetizzano melanina e la trasferiscono ai cheratinociti, dove essa assorbe e dissipa l’energia UV. • Variazioni nella pigmentazione e risposta abbronzante agli UV sono associate con variazioni nella suscettibilità al melanoma. 4 .1 Luce solare (raggi UV) e melanoma (cont.) • La pigmentazione cutanea è aumentata in parte dall’azione di α-melanocyte-stimulating hormone (α-MSH) che si lega al suo recettore melanocortin receptor 1 (MCR1). • Questo legame causa un segnale intracellulare nei melanociti che determina un aumento di enzimi coinvolti nella produzione di melanina (es. tirosinasi) (vedi figura). • In soggetti con cute chiara la base biologica/genetica dell’aumentata suscettibilità al melanoma è una riduzione nella produzione della melanina, la principale difesa contro le radiazioni UV. αMSH=melanocyte stimulating hormone MC1R=Melanocortin receptor AC= adenyl cyclase MITF=microftalmia transcription factor 4.2 Fattori di rischio: Interazione ambiente/genetica • [1] Esposizione solare [2] Nevi displastici [3] Età [4] Etnicità [5] Storia personale o familiare di melanoma [6] Fototipo [7] Xeroderma pigmentosum [8] Sindrome di Li-Fraumeni [9] Retinoblastoma ereditario [10] Immuno-soppressione 4.2.1 Luce solare (raggi UV) e melanoma (cont.) • Il melanoma si manifesta più frequentemente dopo esposizione intermittente a UV e in soggetti con frequenti eritemi (scottature) solari. • L’esposizione cronica o debole a UV induce protezione contro il danno al DNA, mentre l’esposizione intensa, intermittente causa il danno genetico. 4.2.1. Esposizione solare Studi in modelli animali e di popolazione indicano i raggi solari UV-B come il più importante fattore causale esogeno. C’è anche evidenza che i soggetti con melanoma sono più frequenti utilizzatori di UV artificiali in confronto con la popolazione generale (ma non c’è un consenso completo su questo punto). Tuttavia la correlazione tra esposizione a UVB e incidenza di melanoma non è del tutto chiara, come suggerito dal fatto che il melanoma non compare in prevalenza sulla cute esposta al sole come invece accade per le altre neoplasie cutanee. Per la relazione tra l’uso di creme solari e rischio di melanoma, i risultati di studi epidemiologici non sostengono un loro effetto protettivo. 4.2.2. Nevi displastici • Nevi displastici sono caratterizzati dalla presenza di un disordine architetturale e di una discontinua atipia nucleare dei melanociti (vedi patologia). Individui con nevi displastici possono essere a maggior rischio di sviluppare un melanoma, che non si genera necessariamente nel nevo ma può comparire nella cute normale. • I nevi displastici possono essere considerati dei marcatori che consentono l’identificazione di individuai ad aumentato rischio di melanoma. • 4.2.3. Età • Il melanoma colpisce soprattutto giovani e produttivi membri della società, con un quarto dei casi diagnosticati nei paesi dell’Europa occidentale che si manifestano in individui sotto i 40 anni. • Sebbene tutte le età siano a rischio, il melanoma è raro prima della pubertà; successivamente l’incidenza cresce con l’età, l’età mediana della diagnosi oscillando tra 45 e 55 anni. 4.2.4. Etnicità (Razza!?) • Il melanoma è più frequente nei bianchi, la proporzione tra Caucasici e popolazione nera/asiatica essendo 20 : 1. Nei non-bianchi il melanoma è raro e confinato ai siti non pigmentati quali le regioni sub-ungueali, il palmo delle mani e dei piedi (melanoma acrale) . • Sebbene l’incidenza sia bassa, la mortalità nei nonbianchi è più alta, forse a causa della diagnosi tardiva. 4.2.5. Storia personale o familiare del melanoma • I pazienti con melanoma hanno un rischio aumentato di sviluppare un secondo melanoma. L’incidenza di melanomi primari multipli risulta tra 1.3% e 8.0%. • Persone con parenti di primo grado affetti da melanoma sono a maggior rischio di sviluppare un melanoma. 4.2.6. Fototipo • Individui con pelle chiara, occhi blu, grigi o verdi, capelli rossi o biondi e molte lentiggini sono a rischio maggiore di sviluppare un melanoma in confronto a soggetti con altri tipi di cute. • Poiché il rischio correla con la facilità alle scottature solari e la difficoltà ad abbronzare, gli esperti hanno proposto una classificazione che tiene conto di queste caratteristiche. • 4.2.7. Xeroderma pigmentosum • Xeroderma pigmentosum (XP) è una rara malattia genetica recessiva autosomica . XP è caratterizzata da sensibilità al sole, danni oculari e da un rischio 1,000-volte aumentato di sviluppare neoplasie cutanee (basal cell carcinoma, squamous carcinoma, melanoma) ed oculari. • XP è associato a mutazioni in geni differenti (es.XPA e XPC). Queste alterazioni genetiche sono responsabili di una riduzione della capacità di riparare alterazioni di DNA mediante escissione, ciò conduce ad instabilità genomica e mutazioni cancerogene dopo il danno al DNA causato da radiazioni UV. • Non ci sono cure per XP; il danno al DNA è cumulativo e irreversibile. Occorre evitare l’esposizione solare e usare misure protettive restando al chiuso, indossando vestiario protettivo, occhiali da sole, ecc. 4.2.8. Li Fraumeni syndrome • TP53 codifica per p53, il cosiddetto “guardiano del genoma " per il suo ruolo di arresto del ciclo cellulare in caso di danno del DNA, che difende la cellula dal propagare gli errori del suo genoma. Mutazioni somatiche di questo gene sono presenti nel 50% di tutti i tumori sporadici . • Inoltre le mutazioni germinali di TP53 sono ritrovabili nella sindrome di Li-Fraumeni (LFS), una sindrome neoplastica caratterizzata da predisposizione a sviluppare diversi tipi tumorali. La LFS è definita da: 1) un probando con sarcoma diagnosticato prima dei 45 anni; 2) un parente di primo grado di meno di 45 anni con qualsiasi tipo di tumore; 3) un altro parente di primo o secondo grado nella stessa famiglia con qualsiasi tumore e con meno di 45 anni o con sarcoma a qualsiasi età.. • 4.2.8. Li Fraumeni syndrome • Mutazioni di TP53 sono presenti in 77% delle classiche famiglie con LFS. Molti studi hanno indicato un’associazione con un ampia varietà di tumori, inclusi melanoma, ma poichè il numero assoluto di casi di melanoma è limitato, c’è incertezza sul fatto che il melanoma sia una vera manifestazione di LFS. 4.2.9. Retinoblastoma • Il gene del RB1 è stato il primo gene onco-soppressore clonato. • La penetranza di questo gene come mutazione germinale è di circa 90%, e i tumori sono generalmente bilaterali. • Il RB ereditario si osserva nell’infanzia e la sopravvivenza a 5anni è di circa il 90% se il tumore è diagnosticato quando ancora confinato all’occhio. L’attività della proteina retinoblastoma (pRb) – un inibitore del ciclo cellulare - è regolata da p16INK4A tramite il suo effetto negativo sui complessi di ciclina D-CDK4/CDK6, che fosforilano e quindi inattivano la funzione di soppressione della trascrizione di pRb. 4.2.9 Retinoblastoma (cont.) • Un aumentato rischio di cancro oltre al retinoblastoma, è stato riportato nei portatori di mutazione germinale di RB, con un’incidenza cumulativa di tumori dell’adulto di circa il 70%. • Oltre ad un aumentato rischio di tumori epiteliali in adulti anziani, questo valore è largamente dovuto alla precoce insorgenza di sarcomi e melanoma: in particolare, il melanoma comprende circa il 7-8% di neoplasie nonretinoblastoma in questa popolazione suscettibile al cancro. 4.2.10. Immuno suppressione • Come per altre neoplasie, c’è evidenza che lo sviluppo del melanoma può essere favorito da una riduzione della funzione del sistema immune. Ciò è particolarmente evidente in pazienti cronicamnete immunosoppressi per trapianti d’organo. 4.3 Geni coinvolti nella suscettibilità al melanoma e nella sua genesi* • • • • • • p16 or BRAF, NRAS, MEK p14ARF and p53 CDNKN2A, INK4, Rb PTEN and AKT MSH, MITF Cell Adhesion Molecules *vedi Miller and Mihm, NEJM 2006 5. Formazione e progressione del melanoma Il Melanoma e’ una complessa malattia genetica: Nevo RGP VGP Melanoma Metastatico La possibilita’ di applicare strategie molecolari combinate come l’ibridazione genica comparativa e l’analisi di mutazione ha consentito di identificare meccanismi di “cell-signalling” cruciali per questa malattia. Mutazioni in geni critici che regolano la proliferazione cellulare; produzione di fattori di crescita autocrini; perdita o espressione difettiva dei recettori di adesione cellulare. 5. Identificazione di gruppi di alterazioni genetiche nel melanoma Caratterizzazione del profilo genomico mediante “array-based comparative genomic hybridization” di melanomi con origini diverse e diversi gradi di esposizione a UV. Curtin et al. NEJM, 2005. Alterazioni genetiche distinte nello sviluppo del melanoma in funzione della localizzazione e del grado di esposizione al sole. Il melanoma è un insieme di diverse malattie. By Meltzer et al, NEJM 2005 Meccanismi di trasduzione del segnale proteina chinasi-dipendenti attivati da mitogeni Melanocytes: MAPK SCF; FGF; HGF Fecher L.A., et al. J.C.O. 2007 The mitogen-activated protein kinase (MAPK) signaling cascade. Growth factor binding to receptor tyrosine kinases (RTKs) or integrin adhesion to extracellular matrix (ECM) activates RAS, initiating the RAF/MEK/ERK phosphorylation cascade. EGFR, epidermal growth factor receptor; VEGFR, vascular endothelial growth factor; PDGFR, platelet-derived growth factor receptor; FGFR, fibroblast growth factor receptor; FLT-3, fms-related tyrosine kinase 3; SHC, src homologous and collagen; GRB2, growth factor receptor-bound protein 2; SOS, son of sevenless; FAK, focal adhesion kinase; STAT, signal transducers and activators of transcription; HIF-1 , hypoxia-inducible factor-1 alpha; MITF, microphthalmia-associated transcription factor; BIM, bcl-2 interacting mediator of cell death. 5. Alcuni esempi dei geni più frequentemente alterati nel melanoma Gray-Schopfer V. et al., Nature, 2007 BRAF La maggior frequenza di alterazioni geniche e’ associata a BRAF (50-70 % dei melanomi). BRAF mutato induce attivazione costitutiva di ERK: stimolazione della proliferazione e della sopravvivenza. BRAF ha anche un’azione come fattore di neo-angiogenesi stimolando la produzione autocrina di VEGF. BRAF regola anche le funzioni della ciclina D1 (CDK4) e di p16INK4a (regolatori del ciclo cellulare), l’enzima metalloproteasi-1 e diversi fattori di trascrizione (MITF, microphthalmia transcription factor). Mutazioni in BRAF, NRAS e CDK4 non sono mai concomitanti. In casi di melanoma associati ad esposizione cronica al sole mutazioni in BRAF sono rare mentre sono comuni le amplificazioni di CDK4. Mentre nei casi di melanoma senza esposizione cronica (esposizione acuta) mutazioni di BRAF con perdita di PTEN sono comuni. MITF • • • • • MITF, fattore di trascrizione associato alla microftalmia, rappresenta il principale regolatore della biologia dei melanociti; regola l’espressione di proteine melanogeniche (tirosinasi, GP100, MART-1), la sopravvivenza dei melanoblasti, il differenziamento dei melanociti. MITF e’ espresso nella maggior parte dei melanomi, i geni bersaglio sono marcatori diagnostici per la malattia ed e’ essenziale per la proliferazione delle cellule di melanoma. Il livello di espressione della proteina subisce uno stretto controllo e MITF mostra livelli inferiori nelle cellule di melanoma rispetto ai melanociti. Alti livelli di MITF inducono differenziamento cellulare e arresto del ciclo cellulare. Collabora insieme a BRAF mutato al processo di trasformazione. L’attivazione costitutiva di ERK da parte di BRAF mutato risulta nella riduzione costitutiva dell’epressione di MITF. Referenze • Chin L. The genetics of malignant melanoma: Lessons from mouse and man. Nature Rev Cancer 2003; 3: 559-70. • Miller AJ, Mihm M. Mechanism of disease: Melanoma. NEJM 2006; 355: 51-65 • Melanoma Molecular Maps Project (www.mmmp.org) • Balch CM et al. (Eds.), Cutaneous melanoma. Quality Medical Publishing 2003 (4th edition) • Thompson JF et al, Cutaneous melanoma. Lancet 2005, 365: 687-701 • Tsao H et al, Management of cutaneous melanoma. N Engl J Med 2004, 351: 998-1012 • Fecher L.A., et al. JCO 2007; …….. 6. PATOGENESI • Il melanoma é un tumore maligno che origina dai • • melanociti I melanociti si trovano nella giunzione dermoepidermica intersparsi fra 5-10 cheratinociti basali a cui distribuiscono il pigmento della melanina, che li protegge dai raggi UV Nonostante l’epidermide sia un tessuto in continuo rinnovamento, la sopravvivenza dei melanociti, la loro capacità di crescere, differenziarsi e migrare sono finemente regolate dall’espressione di determinanti molecolari specifici espressi dai melanociti stessi, dalle cellule contigue e dalla matrice extracellulare 6.1 Cute sana Epidermide Derma Cheratinociti Ipoderma Melanociti 6.2 Patogenesi Nevo Fase di crescita radiale RGP molecolare del melanoma Fase di cescita verticale VGP Melanoma metastatico 7. Prevenzione oL’unico dei fattori che può essere ridotto per diminuire il rischio di sviluppare melanoma è l’ESPOSIZIONE ai RAGGI UV, di origine sia naturale che artificiale: - evitare l’esposizione solare tra le 11 e le 15 - protezione con indumenti - creme protettive con fattore >15 (controverso) 7.1 Screening oAuto-esame: - circa il 50% dei melanomi viene identificato dal paziente stesso (soprattutto le donne) o dai famigliari - i pazienti che praticano l’auto-esame identificano i melanomi ad uno stadio più precoce - l’auto-esame può essere fatto con l’aiuto di una seconda persona per l’esame delle regioni dorsali 7.1.1 Screening Escissione dei nevi atipici: -Non è approccio consigliato di routine per ridurre il rischio di sviluppare melanoma, in quanto, anche nei pazienti con nevi atipici spesso il melanoma origina de novo in altre zone della pelle -Il 25-50% dei melanomi origina dai nevi pre-esistenti; tale percentuale sale al 70% nei casi di melanoma familiare - Le lesioni con caratteristiche sospette al di sopra di una certa soglia andrebbero valutate istopatologicamente. Tale soglia varia fra i vari specialisti, ma tiene conto soprattutto delle caratteristiche del melanoma e degli eventuali cambiamenti morfologici osservati. L’analisi istopatologica va ripetuta su sezioni seriali per valutare zone diverse della stessa lesione. 8. Caratteristiche cliniche del melanoma La caratteristica clinica determinante del melanoma cutaneo è la presenza di macchie pigmentate che cambiano visibilmente nel corso di mesi o anni. Tale cambiamento a volte è talmente graduale da essere impercettibile. Tuttavia, ogni volta si notino cambiamenti di colore, forma, dimensioni o spessore è opportuno un esame clinico accurato Altri sintomi associati al melanoma comprendono sanguinamento, prurito, consistenza molle e ulcerazione Il dermatoscopio generalmente permette di individure lesioni sospette sulla base delle suddette caratteristiche morfologiche 8.1 Esame clinico • • • • • • • L’esame della cute richiede l’esame dell’intera superficie corporea con una buona illuminazione e nel caso ci sia un medico esperto, con il dermatoscopio. La maggior parte dei melanomi presenta un’iniziale fase di crescita di fase piatta e le caratteristiche di questi melanomi possono essere riassunti con le seguenti caratteristiche ABCDE A: Asimmetria B: Bordi irregolari C: Colore: variazione D: Diametro (largo e in aumento) E: Evoluzione 8.1.1 Diagnosi con tecniche non invasive Sono state sviluppate diverse tecnologie che migliorano l’analisi visiva dei nevi, grazie ai dei sistemi di lenti che consentono di evidenziare il profilo e la distribuzione del pigmento (irregolare=tendente alla malignità) Dermatoscopio 8.2 Diagnosi Varianti cliniche di melanoma • • • • • Melanoma a diffusione superficiale Lentigo Maligna Melanoma Acrale Melanoma Nodulare Melanoma Desmoplastico Diagnosi MELANOMA A DIFFUSIONE SUPERFICIALE - Rappresenta il 70% dei melanomi diagnosticati nella popolazione con pelle bianca - Sono di questo tipo i melanomi derivati da nevi displastici - Si localizzano sul dorso negli uomini e su dorso e gambe delle donne Placca con un sollevamento quasi impercettibile rispetto al resto della cute Margini e pigmentazione irregolare La comparsa di un nodulo della placca è indice di iniziale crescita verticale e quindi di accresciuta malignità Diagnosi - Rappresenta il 15% dei melanomi - Può localizzarsi in qualsiasi parte della supereficie corporea, sia normale che nel sito di un precedente nevo - Si manifesta come subitanea crescita verticale, senza passare da una precedente fase di crescita radiale MELANOMA NODULARE Papula o nodulo, generalmente di forma simmetrica e con colorazione uniforme La pigmentazione va dal marrone-blu scuro al blu-grigio, oppure può essere completamente amelanotico Può sanguinare e ulcerarsi spontaneamente o in seguito a trauma Diagnosi MELANOMA ACRALE LENTIGINOSO - Rappresenta il 10% dei melanomi - Compare su palmi, piante dei piedi, dita, mucose e nelle aree sublinguali (a causa della localizzazione tende ad essere diagnosticato in fase più tardiva) - Si manifesta in tutte le popolazioni, compresa quella Africana, Ispanica ed Asiatica - Si distingue geneticamente dalle altre forme di melanoma in quanto non correlato ai danni da UV In fase radiale è una macula con pigmentazione irregolare La presenza di un nodulo a crescita verticale è un fattore prognostico negativo Diagnosi LENTIGO MALIGNA - Rappresenta il 5% dei melanomi - Compare negli individui anziani (>65 anni) ed in zone cronicamente esposte ai raggi solari, soprattutto sul viso - Dovuta alla proliferazione non controllata dei melanociti alla giunzione dermoepidermica senza il superamento della membrana basale - Alcune zone della lesione possono andare incontro a regressione spontanea La crescita in fase radiale come macula pigmentata è molto lenta e può durare anche 15 anni prima di diventare invasiva, come denota l’ispessimento della lesione Bordi e pigmentazione irregolari. Diagnosi MELANOMA DESMOPLASTICO - Rappresenta l’1-2% dei melanmi - Compare nelle regioni di testa, collo e dorso superiore, ma può colpire anche le mucose vulvari e gengivali - Più frequente fra gli uomini fra i 60 e gli 80 anni - Comporta frequenti recidive locali con coinvolgimento delle terminazioni nervose, ma raro coinvogimento linfonodale Nodulo fisso o mobile non pigmentato che ricorda una cicatrice Presenza di cellule dall’aspetto fibroso Può comparire come tale o come nodulo a crescita verticale in corrispondenza di una lentigo maligna Diagnosi clinica e istopatologica precoce complessa Biopsia • Biopsia escissionale: escissione con 2 mm di margine é considerato il metodo più appropriato per l’identificazione di lesioni cutanee sospette di melanoma • Biopsia parziale: meno appropriata ma indicata quando non è possibile la biopsia escissionale; fornisce poco materiale al patologo. Appropriata nel caso di grosse lesioni in sedi anatomiche particolari (viso) o in sede acrale dove il sospetto di melanoma é alto Esame Istologico • Scopo: fornire al clinico le informazioni adeguate per il trattamento del paziente • DIAGNOSI CORRETTA DI MELANOMA • Valutazione microscopica della completezza dell’escissione • Misurazione microscopica dello spessore Breslow • Valutazione di altre componenti a minor impatto prognostico e comunque utili sia per la prognosi che per studi clinici Esempio di referto Istopatolgico Diagnosi: Melanoma Invasivo Caratteristiche Istologiche Spessore del tumore 2,3 mm Margini di escissione Ulcerazione Presente Mitosi Invasioione vascolare Assente Ulcerazione (per mm2) Regressione Presente (2 mm2) Assente TIL Brisk (focale) Livello di invasione (Clark) Invasione vascolare IV Assente Neurotropismo Assente Microsatellitosi Assente STADIAZIONE Classificazione AJCC 2001 Caratteristiche • • • Una stadiazione deve essere pratica, applicabile e riflettere la biologia del melanoma I criteri utilizzati per la stadiazione devono riflettere i principali fattori prognostici I criteri utilizzati per la stadiazione devono essere incorporati negli studi clinici Caratteristiche • • • T: tumore primario N: malattia loco-regionale M: metastasi a distanza T • • Lo spessore del tumore in mm (Breslow) e l’ulcerazione sono i principali fattori prognostici Il livello di invasione di Clark viene utilizzato sono per i tumori <1mm Stadiazione T del melanoma e sopravvivenza Thickness T1 T2 T3 mm 5 YEARS OS 10 YEARS OS IA 95% 87 IB 89-91% 85 IIA 77-79% 68-73 STAGE T1a Clark II/III; no ulceration T1b Clark IV/V; and or ulceration <1 T2a No ulceration T2b Ulceration 1.01--2,00 T3a No ulceration T3b Ulceration 2.01--4.00 Balch CM, et al.:J Clin Oncol.; 2001; 19:3635-48. IIB T4a No ulceration 63-67% 60 N • • • • • Il numero dei linfonodi metastatici Presenza di metastasi microscopiche vs. macroscopiche Importanza del linfonodo sentinella M Sede delle metastasi: Sottocute; Polmone; Viscerali Valore serico delle Lattico deidrogenasi (LDH) Trattamento del melanoma primario (chirurgia) • Escissione allargata della cute e di tessuti sottocutanei attorno al melanoma • • Scopo: escissione completa di tutto il melanoma in situ e delle componenti invasive L’ampiezza dei margini di escissione si basa sullo spessore di Breslow. Vanno misurati con un righello dal margine del melanoma prima dell’intervento Melanoma in situ 5 mm pT1 (<1mm) 1 cm pT2 (1,01-2mm) 1-2 cm pT3 (2,01-4mm) 2 cm PT4 (>4,01 mm)* 2-3 cm Buona pratica clinica Predisporre un adeguato follow-up Valutare il potenziale di metastasizzazione (stadiazione) Ricordarsi che il melanoma é un fattore di rischio per un 2° melanoma Per melanomi con spessore> 1mm il paziente dovrebbe essere indirizzato ad un centro specializzato Valutare se il paziente deve fare biopsia del linfonodo sentinella Terapia della malattia linfonodale locoregionale • I pazienti con melanoma invasivo sono a rischio di metastasi linfonodali • Il rischio di metastasi linfonodale é direttamente collegato allo spessore di Breslow Rischio di metastasi linfonodale Spessore (mm) -----5%---8%---30%--- 40% 0 ---- 1 ---- 2 ---- 3 ------ 4 0% • Il linfonodo sentinella é quello che riceve il drenaggio linfatico direttamente dal tumore primario Il linfonodo sentinella viene identificato da una gamma camera Inoculo di una piccola dose di tracciante radioattivo in adiacenza del tumore primario Il linfonodo sentinella viene inviato dal patologo Viene rimosso (dopo essere stato identificato) BLS+dissezione linfonodale terapeutica Vantaggi Svantaggi Stadiazione più accurata No vantaggi della sopravvivenza Minor incidenza delle metastasi a distanza Morbidità e costi % di pazienti relativamente bassa con Controllo della malattia locoregionale altri linfonodi metastatici (20%) Inserimento dei pazienti in studi clinici Procedura da effetuarsi presso centri specializzati Conclusioni La BLS fornisce importanti informazioni prognostiche Tutti i pazienti con melanoma primario >1mm o Clark IV-V e/o Ulcerazione dovrebbero essere valutati per la biopsia dl linfonodo sentinella I pazienti con metastasi linfonodali clinicamente evidenti devono essere sottoposti a dissezione linfonodale terapeutica Terapia adiuvante • I pazienti a rischio intermedio (IIB; IIIA; sopravvivenza a 10 anni <64%) e alto (IIC; IIIB; IIIC; <50%) di recidiva devono essere considerati per una terapia adiuvante sistemica Terapia adiuvante • L’interferone alfa ad alte dosi é il solo farmaco che ha dimostrato un vantaggio della sopravvivenza libera da malattia ma non un vantaggio della sopravvivenza globale • La chemioterapia, l’interferone a dosaggi più bassi, e altre terapie biologiche non hanno mostrato alcun vantaggio rispetto alla sola osservazione come sopravvivenza globale. Conclusioni • • • • • La sola osservazione é un atteggiamento accettabile nei pazienti con melanoma ad intermedio/alto rischio di recidiva Le alte dosi di IFN-alfa dovrebbero essere considerate nei pazienti ad alto rischio di recidiva (valutazione rischio beneficio) I pazienti con intermedio/alto rischio di recidiva dovrebbero essere considerati per studi clinici La BLS é fondamentale per la stratificazione dei pazienti da inserire negli studi clinici Gli studi clinici in questo sottogruppo di pazienti dovrebbero avere un braccio di controllo di sola osservazione Terapia stadio IV La prognosi dei pazienti con stadio IV é severa; la mediana di sopravvivenza é 6-9 mesi e il 5-10% sopravvive a 5 anni Terapie nel melanoma stadio IV • • • • • Chemioterapia Modificatori della risposta biologica Chirurgia Radioterapia Terapie sperimentali Terapie nel melanoma stadio IV Chemioterapia • • • La chemioterapia standard nel melanoma é la Dacarbazina (DTIC, Deticene) con risposte del 5-20%, ma di breve durata L’associazione della DTIC con altri farmaci (cisplatino, Vindesina) ha determinato un maggior numero di risposte senza determinare un prolungamento sopravvivenza Le Fotemustine, la Temozolamide hanno un’attività paragonabile a quella della DTIC Terapie nel melanoma stadio IV Modificatori della risposta biologica • • • L’interleukina-2 (IL-2) ad alte dosi é l’unico farmaco che ha dimostrato un significativo prolungamento della sopravvivenza in un ristretto numero di pazienti (5%) (con metastatsi sottocutanee) IL-2 ad alte dosi é una terapia caratterizzata da un’importante tossicità, che limita il suo impiego solo a centri altamente specializzati. Per tale motivo viene utilizzata solo raramente in Europa. Sperimentazioni sono in corso sull’uso di GM-CDSF per 6 mesi con risultati in parte cpntraddittori (Spitler). Terapie nel melanoma stadio IV Chirurgia • • E’indicata solo in caso di metastatsi resecabile quando questa é l’unica sede di malattia Palliazione Radioterapia Il melanoma non é un tumore radiosensibile Può essere utilizzata a fini palliativi nella malattia ossea e nelle metastasi cerebrali Terapie nel melanoma stadio IV Terapie sperimentali • Considerare una terapia sperimentale come prima linea di trattamento Le più importanti linee di ricerca clinica comprendono: Immunoterapia (vaccinazione, terapia adottiva) Immunoterapia passiva (anticorpi monoclonali) Farmaci contro bersagli molecolari ‘target therapy’ (BRAF, mTOR) Reasons for immunotherapy of advanced melanoma 1. Advanced melanoma kills most patients in a few months or years 2. Immune-mediated (possibly), rare, spontaneous regressions of melanoma have been reported 3. T-cell-defined melanoma-associated antigens (MAAs) are expressed by melanoma cells 4. Immunization with MAA can induce an immune response in a high percentage of patients Reasons for immunotherapy of advanced melanoma (cont.) 5. Disease regression (partial or complete) has been reported, but in a minority of vaccinated patients 6. Adoptive immunotherapy in immune-depleted, selected patients resulted in up to 70% clinical response 7. Mechanisms interfering with the immune response have been elucidated and can be counteracted in future studies 8. Cytokines and antibodies (e.g. CTLA-4) can be used to improve the immune and clinical response Spontaneous regressions* • 3–5% in primary melanoma • 0.3% in metastatic melanoma *Few cases, however, are documented with appropriate histology; immune-mediated mechanisms are suggested but essentially unproven. T-cell-defined MAA • Shared, self lineage-related proteins expressed also by normal cells (e.g. MART-1, gp100) • Shared self cancer/testis expressed by different tumours and by normal testis or placenta (e.g. MAGE, NY-ESO-1) • Shared, universal MAA predominantly expressed by tumour cells (e.g. survivin, hTERT) • Unique, MAA expressed only by a single melanoma (e.g. CDK4/m ) Shared self MAAs • Normal subjects and melanoma patients show some form of tolerance to ‘self’ tumour-associated antigens (immune ignorance, peripheral or central tolerance, low frequency of T cell precursors) • Tolerance needs to be broken in order to induce a T cell immune response against “self” MAAs • Thus, these MAAs are considered to be “weak antigens” Frequency of in vitro/ex vivo T-cell recognition of different self MAA in metastatic melanoma patients MAGE-1,-3 LAGE-1b,-2 NA88-A B*1302 GAGE-2, -3 A*2402, A*0301 Melan-A/MART-1 A*0201, B*3501 MAGE-6 NA17-A GAGE-5 gp75 Tyrosinase A*0201, B*3501, B*4001, B*4403 From Jotereau, 2001. Gp-100 A*0101, A*0201, A*0301, A*1101, A*6801, B*3501, Cw*0501, Cw*0602, Cw*0802 Frequency of anti-MAA CD8 T-lymphocytes and progression of the disease (Anichini et al., 2004) Gp100209–217 3.3 2.8 2.3 1.8 1.3 0.8 0.3 n.s. *** *** Tyrosinase368–377 3.3 2.8 2.3 1.8 1.3 0.8 0.3 n.s. *** ** Melan-A/Mart-126–35 3.3 2.8 2.3 1.8 1.3 0.8 0.3 0.3 0.3 0.3 0.2 0.2 0.2 0.1 0.1 0.1 0.0 0.0 0.0 Donors Donors Patients ** *** *** Donors Patients Patients Conclusions • A hierarchy exists in the spontaneous recognition of ‘self’ MAAs • Melan-A/MART-1 is the most frequently recognized TAAs in melanoma • Recognition of ‘self’ TAAs increases with the increased tumour burden 3. Target MAAs recognized by T-cells: Which is the best MAA (if any) or combination? • • • • Shared/self/differentiation MAAs (natural vs. modified) Shared/self/cancer testis MAAs Universal TAAs Mutated, unique TAAs Immunization with MAA induces T-cell response in a significant percentage of advanced melanoma patients Results of first-generation (1998–2008) self peptide-based vaccination of metastatic melanoma patients (Phase I/II studies) Type of peptide Ag No. of patients Clinical response (CR+PR; %) Immune response (%) Lineage related (e.g. MART-1) 159 14 20–65 Cancer/testi s (e.g. MAGE) 92 17 30–50 DC peptides 124 16 56 DC lysates 106 18 46 In a recent study Slingluff et al reported 100% immune response in melanoma patients vaccinated with 12 peptides 6. Adoptive immunotherapy of advanced melanoma: Toxicity and clinical response • 50 patients with IL-2-unresponsive melanoma Generation of TILs 81% Response rate (CR+PR) 51–72% (chemo-TBI myelodepletion) Mean response duration 11.5 months Sites of response Lung, liver, LN, skin, subcute, brain Response to a second treatment 47% (8/17) Dudley et al. J Clin Oncol 2005/2008. Problems: Toxicity Overall survival 7. Mechanisms interfering with the immune response • Several have been elucidated • They can now be counteracted in future studies Factors that can interfere with the recognition and lysis of tumour cells by T-lymphocytes Tumour • Lack of antigenic peptide or down-regulation of HLA • Dysfunction of antigen presentation • Release of immunesuppressive factors (IL-10, TGFβ, VEGF) • Tumour counterattack (Fas/FasL) • Cannibalization of T-lymphocytes • IDO, SPARC Immune system • Immune anergy or ignorance • Lack of tissue homing molecules; defective adhesion • T-cell receptor dysfunction • Inactivation of T-cells within the tumour (granzyme B) • Induction of anti-peptide but not anti-tumour T-cells • T-regulatory cells • Myeloid suppressive cells 7.1 Immune dysfunctions are more pronounced in advanced stage melanoma MYELOID SUPPRESSOR CELLS CD11b+CD14+ HLA-DRneg REGULATORY T-CELLS CD4+CD25+Foxp3+ 50 35 % positive cells % positive cells 30 40 30 20 10 0 Healthy donors Stage II–III Stage IV Melanoma patients 25 20 15 10 5 0 Healthy donors Filipazzi et al, J Clin Oncol 2008. Stage II–III Stage IV Melanoma patients How can Tregs be down-regulated in cancer patients? • Anti-CD25 antibody • ONTAK (CD25/Diftitox) • Cyclophosphamide and other drugs (doxorubicin, paclitaxel) • Intratumoral FasL? Thus far, however, none of these strategies has worked satisfactorily in the clinic Cytokines and antibodies can be used to improve the immune and clinical response Examples 1. Antibodies: – CTLA-4, CD-40, OX-40, PD-1 2. Cytokines: – IL-2, IL-12, IL-15, GM-CSF CTLA-4 blockade enhances polyfunctional NYESO-1 specific T cell responses in metastatic melanoma patients with clinical benefit • 15 patients selected for the availability of blood and tumour samples • 8 showed clinical benefit (2 CR, 3 PR, 3 SD) associated with a specific antibody response • 5/8 had both a CD-4 and CD-8 T-cell response Yuan et al., PNAS, Dec 2008 Conclusions • We can now manipulate both melanoma cells and immune cells to obtain a better clinical outcome Fine Lezione Alti livelli di espressione di Ubc9 nei linfonodi infiltrati da melanoma • • • Due distinti profili molecolari governano la progressione del melanoma: uno caratteristico della transizione nevo atipico/melanoma in situ; l’altro specifico per la transizione VGP/ melanoma metastatico e linfonodi infiltrati da melanoma. Analisi seriale di espressione genica (SAGE) e del profilo di espressione proteica di linfonodi infiltrati da melanoma (Moschos et al., Oncogene 2007): distribuzione delle funzioni biologiche e dei trascritti simili a VGP e melanoma metastatico: iper-espressione dell’enzima Ubc9 (ubiquitinconjugated enzyme) nei linfonodi infiltrati da tumore. Ruolo di Ubc9 nella prevenzione di apoptosi nel melanoma. (Interazione di Ubc9 con proteine del riparo del DNA e MITF). Expression of Ubc9 in the melanoma progression pathway. (a) Cryopreserved tissue sections representing normal skin (I), an atypical nevus (II), a melanoma in situ (III), a VGP melanoma (IV) and an MGP melanoma-positive lymph node (V) were probed with an antibody to Ubc9, and counterstained with hematoxylin. L’espansione della conoscenza della genetica del melanoma e i progressi nello studio dell’immunita’ antitumore costituiscono basi importanti per lo sviluppo di terapie combinate Lynda Chin et al. Genes Dev. 2006; 20: 2149-2182 3.2 Fattori di rischio: Interazione ambiente/genetica • Storia familiare di melanoma (almeno due melanomi in parenti di primo grado). 25-40% dei membri hanno mutazioni nei geni CDKN2A, altri in CDK4, entrambi geni soppressori. • Polimorfismo di MCIR1 • Nevi benigni o atipici multipli (>100?) • Un precedente melanoma • Cute/capelli chiari/rossi • Esposizione intensa/intermittente al sole. Patogenesi molecolare del melanoma • • • Geni specifici per il differenziamento e la pigmentazione dei melanociti, quali WNT, MITF (microphthalmia-associated transcription factor), PAX3, e SOX10 sono dei determinanti potenziali importanti per lo sviluppo del melanoma Tuttavia non è ancor stata stabilita una chiara correlazione causale tra la deregolazione di tali geni e l’insorgenza del melanoma. Anche i recettori per fattori di crescita, quali c-KIT o EDNRB (endothelin receptor-B) possono esercitare un ruolo importante nella patogenesi del melanoma Alterazioni genetiche nel melanoma p16INK4A Appartiene al pathway di Rb: Mutazioni o delezioni germinali nel 25% dei pazienti con melanoma famigliare Mutazioni, delezioni o silenziamento trascrizionale nel 25-40% dei casi di melanoma sporadicoe nel 50% dei casi sporadici Trattandosi di un gene deputato all’arresto del ciclo cellulare in G1, la sua alterazione concorre alla deregolazione dello stesso N-RAS Mutata nel 5-15% dei melanomi sporadici e nel 95% dei melanomi famigliari Mutazioni specifiche la rendono costitutivamente attiva b-Raf Protooncogene con mutazioni missenso nel 66% dei melanomi Le mutazioni sono confinate in sequenze specifiche biochimicamente rilevanti e causano l’attivazione costitutiva della via delle MAPK Mutazioni di N-RAS e b-Raf sembrano essere mutualmente esclusive La mutazione più frequente (V599E) si trova nell’80% dei melanomi primari, nel 68% delle metastasi, ma anche nell’82% dei nevi, ad indicare che l’iperattivazione della via RAS/RAF/MAPK è un evento critico per l’inizio della trasformazione dei melanociti ma da solo non è sufficiente ad indurre lo sviluppo del melanoma Alterazioni genetiche nel melanoma PTEN/Akt Oncosoppressore mutato in alcuni melanomi, soprattutto pereché espresso in forma inattiva o silenziato trasceizionalemente mediante ipermetilazione. In questo modo viene meno la sua funzioe proapoptotica e la regolazione negativa di Akt L’alterazione di PTEN è un evento tardivo, per cui meno correlato alla tumorigenesi del melanoma, ma piuttosto al passaggio dalla RGP alla VGP, dato il suo ruolo ccentrale nella regolzione dell’adesione e migrazione cellulare CyclinD1/CDK4 Regola il passaggio del ciclo cellulare da G1 a S Amplificazione di Ciclina1 identificata soprattutto nei melanomi acrali Mutazioni a carico di CDK4 sono state invece osservate nei melanomi famigliari Wnt5a Gene che regola lo sviluppo embrionale, iperespresso nei melanomi invasivi e metastatici in quanto deregola l’adesione cellulare e favorisce la migrazione. Causando l’iperattivazione di PKC, può essere considerato un Fattori di rischio Esposizione solare N° di nevi Storia pregressa di melanoma Familiarità Negli individui che si scottano facilmente, si abbronzano con difficoltà e hanno subito almeno un trauma da scottatura solare prima dei 18 anni, il rischio di sviluppare melanoma >5 con diametro >6mm Presenza di uno o più nevi atipici o displastici Presenza di nevi congeniti (nevi giganti) Il 5-10% dei pazienti con melanoma svilupperà altri melanomi primari (1/ concomitanti; 2/3 sequenziali), in un intervallo di tempo variabile (3-30 anni) Il 10% dei pazienti con melanoma riporta altri casi in famiglia. Nel 25% dei casi la patogenesi è correlata alla mutazione del gene oncosoppressoree CDKN2A. Il rischio aumenta notevolmente con la presenza concomitante di nevi atipici Aumentato numero di nevi in pazienti trapiantati o trattati con immunosoppressivi. Trapianti e immunosoppressione Gravidanza e trattamento con estrogeni Altri fattori Controverso. Cambiamenti quantitativi e qualitativi dei nevi durante la gravidanza ed il trattamento con estrogeni Età, trattamento con psoralen e UV-A (psoriasi), fenotipo chiaro, xeroderma pigmentosus Buona Pratica clinica Patients who are being considered for sentinel node biopsy should be referred before wide local excision of the primary tumour site. If sentinel node biopsy is being considered it is important that lymphatic mapping be done prior to wide excision. Peptide-specific T-cells in peripheral blood mononuclear cells (PBMCs) from peptide-vaccinated vs control melanoma patients 200 MART-1 gp100 NEF 150 250 150 100 n. IFNγ spots/1.5 x 105 100 150 50 50 50 0 0 -50 250 SVV -50 NY-ESO-1 -50 200 CEF 700 200 150 500 150 100 100 300 50 50 100 0 0 -100 -50 -50 Vaccination arm INT INT INT INT 003 001 005 007 Observation arm INT 002 INT 008 INT 009 Frequency of peptide-specific T-cells in lymph node (LN) from vaccinated vs control melanoma patients (LN fragment cultures expanded in IL-2) gp100 Melan A/Mart-1 900 900 900 p < 0.01 n. IFNγ spots/104 NY-ESO-1 p < 0.01 SVV 900 p < 0.01 p < 0.01 600 600 600 600 300 300 300 300 0 0 0 0 Obs Vax Obs Vax Obs Observation: n.62 LN fragments from 4 patients Vaccination: n.64 LN fragments from 5 patients Vax Obs Vax