Recensioni teatrali | Teatro.Persinsala.it
Marco
Zuccaccia
settembre 27, 2014
In scena all’interno della 68esima stagione del Teatro Lirico
Sperimentale di Spoleto (PG), Alfred, Alfred e Gianni
Schicchi sono stati presentati, in anteprima per le scuole,
quale spettacolo di punta della produzione 2014 dello stesso
T.L.S. Adriano Belli.
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Si è rappresentato sempre in un certo modo, e adesso si fa in un altro. Chi
conosce il repertorio di Puccini sa che, in genere, Gianni Schicchi si
esegue con Il tabarro e Suor Angelica, non a caso il tutto prende il
nome di Trittico. Ma, da martedì 23 settembre, si rappresenta in modo
diverso, con un dittico inedito: Gianni Schicchi, composto nel 1918, viene
abbinato al più recente Alfred, Alfred di Franco Donatoni del 1995. Una
scelta assolutamente interessante visto che il compositore veronese non
era incline a scrivere opere per il teatro lirico.
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Alfred, Alfred, opéra comique su testo proprio di Donatoni, vede come
protagonista lo stesso compositore – impersonato da Paolo Rossi –
costretto a letto in una camera d’ospedale. F.D. – questo il nome del
personaggio dalle iniziali del compositore – è stato colpito da una crisi
diabetica che lo costringe ad assistere in silenzio (Rossi partecipa
all’azione solo gesticolando), al susseguirsi di avvenimenti surreali giocati
fra i piaceri offerti dalla vita e l’incubo della morte. Le vicende si prestano
a tragicomiche riflessioni sull’essere umano e la propria natura.
L’attitudine surreale della sceneggiatura è subito in evidenza sullo sfondo
con le indicazioni per raggiungere i vari reparti dell’ospedale che recitano:
«camera ardente, sala raggi, cucina, minigolf ». È presente una forte
carica autoironica – una delle infermiere dice di odiare fortemente la
musica contemporanea – inoltre, questa rappresentazione è strutturata
secondo dei pannelli accostati fra di loro con una modalità compositiva
tipica in Donatoni. La falsità degli amici venuti a far visita al malato si
frappone al bisogno di trovare una giusta visione delle cose da parte dello
stesso.
L’opera è costituita da sette scene e sei intermezzi: ognuna delle scene ha
una durata breve (circa due minuti) e la presenza di tutto l’ensemble
strumentale, mentre negli intermezzi vi è solo di un solista commentato da
uno strumento. L’infermiera che parla del latte e invece porta al malato
del pesce fritto duetta con un flauto in sol. Si tratta di momenti di
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alleggerimento in cui lo strumento designato fa da commento a ciò che il
personaggio dice sulla scena. L’ensemble ha una dimensione ridotta ed ha
la caratteristica di una forte presenza di strumenti a pizzico quali chitarra, l
mandolino e clavicembalo, donando una connotazione settecentesca alle
musiche. «Vado in cucina a prendere il latte, tornerò fra cinque minuti»
esclama Tosca Fosca, la Formosa che, sebbene appaia un tempo minimo,
sarà letale alla vita del paziente che preferirà bere la soluzione proposta
dai medici che cantano «il diabete è una burla, ma a me non danno a
berla».
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Dopo una pausa di circa quindici minuti, è la volta del Gianni Schicchi di
Giacomo Puccini, opera ispirata al trentesimo canto dell’Inferno dantesco
(elemento ideale comune all’opera di Franco Donatoni, dove l’inferno era
rappresentato dalla degenza ospedaliera). Le due opere appaiono
complementari, Alfred, Alfred che agevola la comprensione di Gianni
Schicchi legandosi in una stretta simbiosi. In entrambi, infatti, ritroviamo
un gioco di teatro nel teatro. Nel primo per un continuo rimando scherzoso
a citazioni dalla Traviata a Strauss, fino a Stravinsky. Nel finale del
secondo, quando il protagonista si rivolge brechtiano al pubblico dicendo
«m’han cacciato all’inferno e così sia; ma, con licenza del grande padre
Dante, se stasera vi siete divertiti concedetemi voi l’attenuante».
Nell’opera pucciniana ci si trova catapultati all’interno di un circolo di
partito, a Firenze, in cui fa la comparsa anche un giovane scout, chiaro
rimando all’attualità. Predominano le atmosfere cupe a rimarcare la
volontà di frapporre l’ilarità al cordoglio. La parte cantata ha uno spessore
maggiore rispetto ad Alfred, Alfred in cui a far la voce grossa erano le
situazioni, l’allegoria e la mimica di Paolo Rossi, che qui defunto, non può
esprimersi se non nel passaggio in cui segue la morte e nelle scene in cui
lo stesso sembra sorridere da dietro gli occhiali da sole per prendersi gioco
dei vivi. Oltre a Gianni Schicchi, impersonato magistralmente dal tenore
Biagio Pizzuti, emerge ed è in evidenza la voce del tenore Edoardo Milletti
che impersona Rinuccio. Si gioca con rimandi in bianco e nero fra la vita e
la morte: Buoso è sì defunto, ma manifesti politici Vota Buoso ne attestano
per certi versi l’esistenza, così che nessuno abbia a dubitare. La falsità
degli amici, che erano passati a far visita al malato in ospedale, è qui
riproposta dalla sfrontatezza con cui i parenti non esitano a cercare un
rimedio allo scherzo del congiunto che ha lasciato la propria eredità in
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beneficienza. Su consiglio di Rinuccio, i parenti accettano che Gianni
Schicchi risolva in qualche modo la situazione. Una alternanza di situazioni
drammatiche e buffe trova sfogo nel finale. Momento in cui lo Schicchi –
sul letto di ospedale e con in testa un cappello a punta che rimanda al
romanzo di Pinocchio – porrà rimedio al testamento (sbagliato) del vero
Buoso. Impersonando le vesti del ricco in punto di morte, il falso Buoso
manifesta al notaio la volontà di cambiare il suo testamento e finge una
paralisi per non poterlo fare di proprio pugno.
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Mettendo in scena, ancora una volta, quella frapposizione marcata e
divertente tra ironia e serietà che caratterizza l’intera serata, con il notaio
che, costretto su una sedia a rotelle, al termine della modifica sul
testamento lascerà la stanza con le proprie gambe e i parenti-serpenti
esanimi a terra per l’esito nefasto del tentativo truffaldino.
Lo spettacolo è andato in scena all’interno della 68esima stagione
del Teatro Lirico Sperimentale A. Belli di Spoleto (PG)
Teatro Nuovo, Spoleto
martedì 23 settembre, ore 18:00
Alfred, Alfred
Sette scene e sei intermezzi
Parole e musica di Franco Donatoni
Direttore Marco Angius
Regia di Paolo Rossi
personaggi e interpreti
F.D. (Franco Donatoni): Paolo Rossi
Cantanti del Teatro Lirico Sperimentale “A. Belli” di Spoleto
I infermiera (Ann): Claudia Sasso
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II infermiera (Eleonor): Katarzyna Orczyk
III infermiera (Josephine): Eleonora Pirondi
IV infermiera (Eileen): Annalisa Ferrarini
Capo infermiera: Silvia Cafiero
Dr. Bilenski: Andrea Tabili
Dr. Prof. Alfred Sovicki: Valentin Vatev
Tosca Fosca La Formosa: Lucia Cittadoni
Rosa Shock: Susanna Salustri
Maristella Degli Spiri: Alessandra Luchetti
Amici: Jacopo Colella, Nicola Di Filippo, Ivano Granci, Benedetta Marconi,
Timothy Sarris
Mimi: Cristina Bastianini, Silvia Bertini, Arian Nejadmasoum, Jacopo
Spampanato
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Gianni Schicchi
di Giacomo Puccini
Libretto Giovacchino Forzano
Direttore Marco Angius
Regia di Paolo Rossi
personaggi e interpreti
Buoso Donati: Paolo Rossi
Cantanti del Teatro Lirico Sperimentale “A. Belli” di Spoleto
Gianni Schicchi: Biagio Pizzuti
Rinuccio: Edoardo Milletti
Lauretta: Rosaria Angotti
Zita: Chiara Tirotta
La Ciesca: Giada Fiasconi
Nella: Sara Cresta
Marco: Timothy Sarris
Betto Di Signa: Massimiliano Mandozzi
Gherardo: Francesco Mingucci
Simone: Tommaso Barea
Maestro Spinellocchio: Enrico Morri
Ser Amantio Di Nicolao: Nicola Di Filippo
Pinellino: Enrico Morri
Guccio: Jacopo Colella
Gherardino: Leonardo Alessi
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Mimi: Cristina Bastianini, Silvia Bertini, Arian Nejadmasoum, Jacopo
Spampanato
Orchestra del Teatro Lirico Sperimentale “A. Belli” di Spoleto per entrambe
le opere
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Gianni Schicchi | Alfred, Alfred