corso di Terminali per i Trasporti e la Logistica UNITÀ DI CARICO prof. ing. Umberto Crisalli [email protected] INTRODUZIONE Unità di Carico Definizioni (1/2) Unità di Carico (UC) numero di articoli (o materiale sciolto) disposti o contenuti in modo da poter essere prelevati o spostati come un solo oggetto che sia in grado, al momento dello scarico, di mantenere la disposizione p iniziale p per un successivo spostamento. p Per definizione, P d fi i i anche h i che h singoli i li oggetti tti possono essere considerati come carichi unitari. U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 2 INTRODUZIONE Unità di Carico Definizioni (2/2) Il concetto di UC si esplica nella seguente logica: ¾ eseguire un numero minimo di carichi ed eliminare il trasporto manuale, se possibile; ¾ riunire i materiali in un carico unitario per economie di trasporto p e magazzinaggio; g gg ¾ provvedere a che il carico unitario sia il più grande possibile tenendo conto delle limitazioni del fabbricato,, dell’attrezzatura di trasporto, delle zone di produzione, del volume del materiale richiesto, etc. U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 3 INTRODUZIONE Unità di Carico Classificazione delle UC Le UC comunemente impegnate nell’industria e nel commercio si possono dividere di id in i tre livelli li lli in i funzione: f i ¾della dimensione ¾dei mezzi di movimentazione UC per trasporti interni UC per trasporti esterni – Movimentazione meccanizzata Unità di traffico Intermodali (UTI) Movimentazione manuale P ll t Pallet U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica S t l Scatola 4 INTRODUZIONE Unità di Carico Unità di Traffico Intermodale (UTI) Le UC utilizzate per il Trasporto Intermodale prendono il nome di Unità per il Trasporto Intermodale (UTI). Esse sono caratterizzate da una elevata trasferibilità, che è l’elemento essenziale della intermodalità. Gli elementi principali di definizione delle UTI sono: ¾ container (contenitore) è utilizzato principalmente per trasporti principale dello spostamento effettuata via mare; con componente ¾ cassa mobile è utilizzata p per trasporti p la cui componente p principale p p di distanza è coperta tramite ferrovia; ¾ semirimorchio U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 5 INTRODUZIONE Unità di Carico Sagoma limite delle UTI (1/3) U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 6 INTRODUZIONE Unità di Carico Sagoma limite delle UTI (2/3) Il profilo entro cui deve essere contenuta la sezione trasversale d i veicoli dei i li ferroviari f i i (materiale ( i l rotabile) bil ) viene i chiamata hi sagoma limite. In relazione alla sagoma limite ammessa, le linee ferroviarie vengono g distinte in classi funzionali: in Italia, pper le UTI larghe fino a 2,5 m, le classi adottate sono 8, tutte distinte dal prefisso P/C. Il numero del profilo P/C corrisponde all’altezza della sagoma misurata a partire da un piano di riferimento, riferimento a sua volta posto ad un’altezza dal piano del ferro variabile a seconda della tipologia di UTI. U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 7 INTRODUZIONE Unità di Carico Sagoma limite delle UTI (3/3) profilo della sagoma limite libera da ostacoli P/C 80 (4.100 mm) P/C 60 (3.890 mm) P/C 50 (3.790 mm) P/C 45 (3.750 mm) P/C 32 (3.610 mm) P/C 30 (3.590 mm) P/C 25 (3.540 mm) P/C 22 (3.520 mm) a altezza standard ((3.300 mm)) carro poche: 330 mm a piano di riferimento casse mobili e container: ppiano del fferro 1 175 mm 1.175 U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 8 Unità di Carico Container (Contenitore) Cassa speciale per il trasporto merce, rinforzata, sovrapponibile i i e che puòò essere trasbordata orizzontalmente i o verticalmente. U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 9 CONTAINER Unità di Carico Container U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 10 CONTAINER Unità di Carico Classificazione In base a questa definizione vengono identificati, secondo le norme ISO i seguentii tipi ISO, i i di contenitore: i ¾ contenitori piccoli (capacità da 1 a 3 m3) con dispositivi di rotolamento l ( (ruote) ) e di immobilizzazione; i bili i ¾ contenitori medi ((capacità p > 3 m3 e lunghezza g ≤ 6 m)) che possono essere dotati di dispositivi di rotolamento amovibili o rientranti; alcuni sono equipaggiati con ruote fisse per le manovre; ¾ contenitori grandi (capacità > 3 m3 e lunghezza ≥ 6 m) senza dispositivi di rotolamento. U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 11 CONTAINER Unità di Carico Vantaggi e svantaggi I suoi vantaggi maggiori sono: ¾facilità di gestione dei movimenti di merce; ¾economicità. Gli aspetti negativi (svantaggi): ¾difficoltà di stivaggio e scarico (a causa della presenza di una sola porta); ¾elevata dipendenza p della temperatura p interna da qquelle che sono le condizioni atmosferiche esterne. U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 12 CONTAINER Unità di Carico Classificazione (1/6) L’ISO ha h suddiviso ddi i i contenitori t it i circolanti i l ti in i 7 gruppii in i relazione l i alle funzioni in: ¾ ¾ ¾ ¾ ¾ ¾ generici termici cisterna (tank) per rinfuse solide (bulk) a piattaforma senza tetto per trasporti aerei. U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 13 CONTAINER Unità di Carico Classificazione (2/6) Le classi individuate si riferiscono a dettagliate prescrizioni riguardanti: ¾ ¾ ¾ ¾ dimensioni; caratteristiche strutturali; resistenza statica e dinamica; bl hi di aggancio blocchi i (cioè ( i è dispositivi di iti i che h ne consentano t l la traslazione); ¾ dati di targa. targa La classe dei grandi contenitori è sicuramente la più rilevante. Quest’ultimi sono, infatti, ampiamente utilizzati nel trasporto marittimo e terrestre. U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 14 CONTAINER Unità di Carico Classificazione (3/6) I grandi contenitori (e alcuni contenitori medi) sono muniti di: ¾4 pezzi d’angolo di dimensioni unificate nella loro parte inferiore, per il fissaggio sui carri portacontenitori e sui veicoli stradali; ¾4 pezzi d’angolo di dimensioni unificate e/o di prese nella loro parte superiore, per la movimentazione verticale e per l'aggancio con i sistemi di attacco dei terminali. terminali U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 15 CONTAINER Unità di Carico Classificazione (4/6) Blocco d’angolo U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 16 CONTAINER Unità di Carico Classificazione (5/6) I più diffusi sono quelli appartenenti al primo gruppo, essi comprendono unità dei seguenti tipi: ¾chiusi ¾ hi i con porta t add una estremità; t ità ¾a tetto aperto; ¾con fianchi aperti; ¾con tetto e fianchi aperti; ¾con tetto, fianchi ed estremità aperti; ¾ventilati. Il container t i chiuso hi è provvisto i t di porte t su tutta t tt la l larghezza l h add una delle estremità e viene definito anche come “generico”. U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 17 CONTAINER Unità di Carico Classificazione (6/6) Un container ppuò essere, infine, classificato in relazione alla normativa tecnica che rispetta: ¾container ¾ i ISO impiegato ISO, i i prevalentemente l per il traffico ffi marittimo, segue gli standard internazionali ISO; ¾container UIC, UIC utilizzato per il traffico combinato strada stradarotaia, possiede ingombri a norma del Codice della Strada e dei regolamenti tecnici delle Reti ferroviarie aderenti all’Unione Ferroviaria Internazionale (UIC). U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 18 CONTAINER Unità di Carico Caratteristiche standard U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 19 CONTAINER Unità di Carico Il container ISO Il più diffuso tra i contenitori è il container ISO (acronimo di I t International ti l Organization O i ti f Standardization); for St d di ti ) sii tratta t tt di un parallelepipedo in metallo le cui misure sono state stabilite in sede internazionale nel 1967. A fronte di una larghezza comune solitamente di 8 piedi (cm 244) e una altezza comune di 8 piedi e 6 pollici (cm. 259), sono diffusi in due lunghezze standard di 20 e di 40 piedi (cm 610 e cm 1220). Ogni g container è anche regolarmente g numerato e registrato g nella forma 4 lettere (delle quali le prime 3 corrispondono alla sigla della compagnia proprietaria) - 7 numeri - 1 numero. U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 20 CONTAINER Unità di Carico TEU: Twenty feet Equivalent Unit Dalla standardizzazione delle misure ISO è nata anche ll’abitudine abitudine di riportare la capacità di traffico di una nave portacontainer o di un impianto p intermodale alla misura standard di 20’,, che pprende il nome di TEU (acronimo di Twenty feet Equivalent Unit). U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 21 CONTAINER Unità di Carico Caratteristiche tecniche (1/2) U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 22 CONTAINER Unità di Carico Caratteristiche tecniche (2/2) U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 23 CONTAINER Unità di Carico Contenitori speciali Esistono poi contenitori per usi speciali ideati per trasportare tipi specifici di merce. pp g tre tipi p di contenitori: Vi appartengono ¾isotermici e frigoriferi; ¾per le rinfuse liquide; ¾per le rinfuse solide: ¾per il trasporto aereo. U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 24 CONTAINER Unità di Carico Contenitori speciali (frigo) U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 25 CONTAINER Unità di Carico Contenitori speciali (rinfuse liquide) U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 26 CONTAINER Unità di Carico Contenitori speciali (aerei 1/3) Le UC per il traffico aeronautico (pallet e container) hanno dimensioni standard definite dalla IATA e valide a livello internazionale. I container hanno uno o due spigoli laterali smussati per consentire una migliore occupazione della fusoliera, sia negli aerei “all cargo” che in quelli “combi”, cioè adibiti al trasporto misto di passeggeri e merci. i U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 27 CONTAINER Unità di Carico Contenitori speciali (aerei 2/3) U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 28 CONTAINER Unità di Carico Contenitori speciali (aerei 3/3) codice IATA ponte di carico (deck) aeromobili abilitati dimensioni max di carico (cm) DLF/DQF inferiore B767 pax 140x233x152 7,2 2.321 AVC/AVD/AVK inferiore B747+767+777/ MD-11 153x233x162 4,8 1.480 AVE/AKE inferiore B747+767 (tutti)/A330 140x147x152 4,3 1.506 AA2/AAP inferiore B747+767 (tutti)/A330 208x302x152 10,6 4.354 AAF inferiore B747 (tutti)/A330 208x302x152 13 4.358 volume massa max interno (m³) trasportabile (kg) U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 29 Unità di Carico La cassa mobile La cassa mobile (swap body) viene definita come: Unità U ità concepita it per il trasporto t t di merce, utilizzata tili t soltanto lt t nel trasporto strada-ferrovia e generalmente non sovrapponibile a pieno carico in quanto a struttura non rinforzata. U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 30 CASSA MOBILE Unità di Carico Descrizione (1/3) La cassa mobile quindi, quindi rispetto ai contenitori e a parità di dimensioni esterne, di volume e di peso lordo complessivo, ha gg facilità di carico e scarico essendo il carico una maggiore facilmente accessibile da tutti i lati. Ciò viene i ottenuto tt t a scapito it dell’impilabilità, d ll’i il bilità caratteristica tt i ti necessaria nel trasporto via mare, ma non necessaria nel trasporto via terra a causa delle sagome limiti presenti nelle differenti modalità terrestri. U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 31 CASSA MOBILE Unità di Carico Descrizione (2/3) Tali unità di carico rappresentano l’equivalente della carrozzeria dell’autocarro e/o del rimorchio, in modo da renderla indipendente dalla struttura del telaio del veicolo. Le casse mobili sono unificate secondo norme UIC e CEN nella loro dimensione e per alcuni dispositivi di aggancio. La movimentazione di queste unità di carico viene effettuata con la tecnica del carico verticale, tramite i pezzi d’angolo di cui le stesse sono dotate nella parte inferiore, oppure tramite prese a pinza. pinza U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 32 CASSA MOBILE Unità di Carico Descrizione (3/3) U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 33 CASSA MOBILE Unità di Carico Mi Misure standard t d d cassa mobile bil UIC U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 34 CASSA MOBILE Unità di Carico Classificazione (1/4) Le casse mobili sono suddivise, secondo le loro dimensioni, in 6 gruppi. i Una criterio di differenziazione è dato dall dall’altezza altezza misurata dal pianale di carico in quanto: ¾ciascuna rete ferroviaria nazionale stabilisce l’altezza ammissibile delle casse mobili in relazione al profilo limite d ll proprie delle i linee li f ferroviarie; i i ¾l uso di carri ferroviari con differente altezza del piano di ¾l’uso carico consentono altezze differenti delle casse. U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 35 CASSA MOBILE Unità di Carico Classificazione (4/4) L’altezza centrale massima della cassa per le linee italiane è di cm 260 che, che per le altezze dei telai di alcuni semirimorchi correntemente prodotti, è ridotta a cm 239. Si noti inoltre che i carichi riportati, per i gruppi 1, 2 e 3, si riferiscono al caso in cui una sola cassa mobile venga caricata su un carro ferroviario di tipo Poche; qualora vengano caricate due casse il loro carico unitario deve essere quasi dimezzato. U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 36 CASSA MOBILE Unità di Carico Vantaggi e svantaggi (1/2) L’utilizzo delle casse mobili nel trasporto ferro-gomma presenta i seguentii vantaggi: i ¾volume di carico più grande rispetto ad un container da 20 20’;; ¾le stampelle p di stazionamento (p (presenti su qquasi tutti i modelli) permettono di effettuare operazioni di carico/scarico a livello della ribalta (v. figura); ¾immobilizzazione limitata alla sola cassa (e non a tutto il veicolo stradale che continua ad essere stradale, operativo) durante la percorrenza ferroviaria. U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 37 CASSA MOBILE Unità di Carico Vantaggi e svantaggi (2/2) Lo svantaggio principale è costituito da un aggravio di massa complessiva l i per l’automezzo l’ t stradale. t d l A parità di portata e di tipologia di veicolo pesante, pesante la massa in ordine di marcia risulta più elevata di un automezzo merci “tradizionale”. Negli ultimi anni, comunque, sono comparsi sul mercato modelli di casse in i materiale t i l leggero, l assieme i add altre lt ti l i tipologie innovative per trasporti speciali. U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 38 CASSA MOBILE Unità di Carico Cassa mobile con telone scorrevole Idonea per il trasporto di beni commerciali. Per esempio: bevande, merce a collettame, materiale rotabile, carichi ingombranti. U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 39 CASSA MOBILE Unità di Carico Cassa mobile frigorifero Idonea pper il trasporto p di merci a temperatura p controllata da +/- 0° a 12° Celsius. Per esempio: carne/salumi, latticini, frutta/verdura, prodotti farmaceutici. U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 40 CASSA MOBILE Unità di Carico Cassa mobile a refrigerazione passiva Idonea per il trasporto di merce deperibile a temperatura costante senza gruppii motori t i frigoriferi f i if i annessi. i Per esempio: bevande di ogni tipo, Food/NonFood, Near-Food, prodotti agrari, prodotti farmaceutici U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 41 CASSA MOBILE Unità di Carico Cassa mobile ACTS (Cassa scarrabile) Idonea per il trasporto di rifiuti solidi (organici e inorganici). Per esempio: rifiuti solidi urbani, carta da riciclo, scarti di lavorazione. U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 42 Unità di Carico Semirimorchio Un semirimorchio viene definito come: veicolo costruito in modo tale che una parte di essi possa essere accoppiata all’unità motrice e quindi una parte notevole della sua massa o del suo carico sia sopportata dalla motrice stessa U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 43 SEMIRIMORCHIO Unità di Carico Descrizione (1/3) I semirimorchi destinati a essere caricati, completi di ogni parte, su un carro ferroviario devono possedere caratteristiche dimensionali e strutturali adatte al particolare carro ferroviario da utilizzare. utilizzare Il carro ferroviario utilizzato per il trasporto dei semirimorchi completi è del tipo Poche Fixe (“tasca fissa”), un rotabile opportunamente sagomato per consentire il caricamento del semirimorchio dall’alto. U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 44 SEMIRIMORCHIO Unità di Carico Descrizione (2/3) Le norme prevedono per tutti i semirimorchi destinati al trasporto combinato bi t strada-rotaia t d t i il requisito i it della d ll sollevabilità ll bilità con pinze i unificate e un adeguato grado di resistenza e sicurezza delle strutture portanti. La posizione di carico dei semirimorchi sui carri ferroviari, può variare in funzione delle dimensioni dei rimorchi stessi. U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 45 SEMIRIMORCHIO Unità di Carico Descrizione (3/3) Dimensioni caratteristiche dei semirimorchi carri non più in esercizio U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 46 SEMIRIMORCHIO Unità di Carico Trasporto merci fresche U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 47 SEMIRIMORCHIO Unità di Carico Trasporto merci refrigerate U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 48 SEMIRIMORCHIO Unità di Carico Semirimorchi centinati ¾standard ¾ribassato ¾maxi volume U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 49 SEMIRIMORCHIO Unità di Carico Semirimorchi ribaltabili per materiale sfuso ¾con cassa in alluminio ¾con cassa in acciaio U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 50 SEMIRIMORCHIO Unità di Carico Semirimorchi portacontainer ¾pianalati ¾ i l i ¾scheletrati U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 51 SEMIRIMORCHIO Unità di Carico Semirimorchi con piano mobile U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 52 SEMIRIMORCHIO Unità di Carico Con sponde a doghe - copertura con telo U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 53 Unità di Carico Veicoli stradali completi come UC (Autostrada viaggiante) Trasporto di veicoli stradali completi mediante speciali carri ferroviari. Il sistema di trasporto stradale, che presenta una preminenza di autotreni e autoarticolati, ha originato un tipo di servizio di trasporto combinato strada-rotaia chiamato autostrada viaggiante. L’autostrada viaggiante” può essere ampiamente utilizzata laddo e le condizioni laddove condi ioni del traffico e del percorso stradale (limitazioni al transito, plano-altimetria, intemperie ecc.) ne rendano giustificabile ll’esercizio. esercizio. U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 54 STRADA VIAGGIANTE Unità di Carico Caratteristiche La strada viaggiante consente il trasporto del veicolo stradale completo l e dell’autista d ll i nella ll carrozza cuccette presentii in i composizione al treno. U. Crisalli - Terminali per i Trasporti e la Logistica 55