INTRODUZIONE Superati gli ottant’anni ho pensato che tutta l’enorme mole di materiali da me raccolti in una lunga vita di lavoro, potesse servire a chi si interessa ancora all’urbanistica italiana. Così ho donato tutto ciò che è conservato nel mio studio di Bologna al Politecnico di Milano, dove ho insegnato per 33 anni; in tal modo è nato l’Archivio di Urbanistica di Giuseppe Campos Venuti.... E allora finché ho ancora le forze per farlo, voglio scrivere cosa mi viene in mente mentre assisto i giovani architetti che all’Archivio stanno lavorando. Già rivedendo i miei scritti, sono certamente innumerevoli i ricordi; più assai di quelli che mi assalgono rileggendo uno dei miei libri, che pure pochi non sono. Perché il materiale scritto raccolto per l’Archivio, almeno quello già catalogato, cioè i testi delle relazioni, gli articoli di giornale o di rivista, gli schemi per le lezioni, gli appunti per gli interventi, non finiscono con la mia firma; sono la testimonianza di un momento particolare, suggeriscono una atmosfera e un ambiente, ricordano le persone alle quali mi rivolgevo. Scorrere questo Archivio però, ha provocato in me anche altre riflessioni, molto più generali; mi ha spinto, infatti, a verificare gli aspetti ricorrenti delle mie posizioni, gli atteggiamenti costanti delle mie battaglie, la stessa ripetitività dei miei obbiettivi. Mi ha, dunque, confermato ciò che in fondo già sapevo di me, cioè la continuità della mia vicenda professionale, disciplinare, culturale e politica; che ad altri potrà magari sembrare scarsità di idee, ma a me sembra onestamente, coerenza. Ed è, comunque, una caratteristica che, piaccia o non piaccia, mi contraddistingue.... 1 Ho ritrovato con commozione il primo pezzo dell’Archivio; un libretto del 1947 – io avevo 21 anni --, stampato per il congresso nazionale degli studenti architetti, che organizzammo durante l’Ottava Triennale di Milano. In quelle paginette, insieme alle norme della organizzazione nazionale di studenti che fondammo per occasione, avevamo descritto sommariamente il programma della Riforma della Scuola di Architettura. Fra i delegati c’era chi come me aveva fatto la Resistenza, ma piuttosto che una astratta proposta rivoluzionaria, che pure sarebbe stata ideologicamente comprensibile per noi giovani, avanzavamo un concreto programma riformista.... . I documenti contenuti nell’Archivio di urbanistica sono numerosissimi e come ho detto hanno suscitato in me ricordi e anche riflessioni, ma mai rimpianti. In ogni caso era fuori discussione che volessi selezionarli per commentarli se non in piccolissima parte, scegliendo allora quelli che a mio giudizio sembravano più significativi. In queste note, dunque, citerò soltanto questi ultimi – che naturalmente sono tutti conservati in Archivio – e ad Archivio completato e digitalizzato, chi vorrà potrà consultare anche gli altri, magari per verificare la loro coerenza con quelli selezionati, o per approfondire un argomento fra quelli citati che ha suscitato maggiore interesse. Concludo augurandomi che questa mia ultima fatica sia utile a qualcuno, ad me comunque ha fatto piacere dedicarle le mie ultime ore. 2