Comunicazione Esterna Ufficio Stampa Risposte alle domande della trasmissione Report inviate da CDP il 18/09/2012 e di seguito la trascrizione della successiva trasmissione. 1) A quanto ammonta il patrimonio netto della Cdp e come si è formato? Alla data di trasformazione in spa (fine 2003) il patrimonio netto era costituito prevalentemente dal capitale sociale versato dal MEF e da 66 Fondazioni di origine bancaria, circa €3,5 mld. Successivamente si è incrementato prevalentemente grazie agli utili annuali non distribuiti, raggiungendo alla fine del 1° sem 2012 €15,6 mld. 2) Quanti fondi raccoglie la Cdp dal risparmio postale e quanti ne raccoglie emettendo obbligazioni? Nel 2011 il flusso di raccolta netta CDP di risparmio postale è stato pari a circa €6,9 mld. Alla chiusura del 31 dicembre 2011 lo stock del risparmio postale era pari ad oltre € 218 mld. Attraverso le emissioni di obbligazioni sul mercato internazionale sono stati raccolti €1.150 milioni (portando lo stock a circa 8 miliardi). 3) Quant’è il “free capital” e la “free capital ratio”? Cdp non redige analisi di adeguatezza e non pubblica ratios patrimoniali come previsto per le banche, poiché (DL 269/2003) segue le disposizioni di vigilanza previste per gli intermediari finanziari non bancari, come espressamente disposto dalla legge. Cdp ha comunque adottato regole interne che assicurano l’adeguatezza del patrimonio disponibile rispetto ai rischi assunti. 4) Quanti crediti sono in sofferenza? Al 30 giugno 2012 i crediti dubbi lordi (composti sia da incagli sia da sofferenze) risultano pari a 116 milioni di euro, lo 0,118% sul totale dei crediti verso clientela e verso banche. 5) Quali sono stati i rendimenti per l’azionista Tesoro negli ultimi dieci anni? E per l’azionista Fondazioni? 6) In cifra assoluta, quanti dividendi ha pagato la Cdp agli azionisti negli ultimi dieci anni? (RISPOSTA A 5 e 6): E’ possibile fornire questa informazione solo dal Bilancio 2004, il primo anno completo dalla trasformazione in Spa. In questi anni CDP ha registrato utili cumulati per un ammontare di €13,2 miliardi. (dati in €/mln) Anno di competenza Dividendi - di cui MEF - di cui Fondazioni Rendimento %* MEF Fondazioni 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Totale 271,3 189,9 81,4 800,1 560,1 240,0 455,0 318,5 136,5 455,0 318,5 136,5 245,0 171,5 73,5 300,0 210,0 90,0 700,0 490,0 210,0 371,0 259,7 111,3 3.597,4 2.518,1 1.079,2 7,8% 7,8% 22,9% 22,9% 13,0% 13,0% 13,0% 13,0% 7,0% 7,0% 8,6% 8,6% 20,0% 20,0% 10,6% 10,6% *Si tratta del rendimento semplice, pari al rapporto tra dividendo percepito e capitale sociale. Cassa depositi e prestiti società per azioni Capitale sociale euro 3.500.000.000,00 interamente versato - Iscritta presso CCIAA di Roma al numero REA 1053767 C.F. e iscrizione al registro delle imprese di Roma 80199230584 - Partita IVA 07756511007 www.cassaddpp.it 7) Qual è il rendimento medio che la Cdp ottiene per sé investendo il risparmio postale? Il rendimento medio, definito come margine d’interesse netto, ottenuto da CDP negli ultimi tre anni ha oscillato tra 80 e 120 basis point, in linea con il rendimento del sistema bancario. 8) Qual è il rendimento medio riservato al risparmiatore postale? I rendimenti per i risparmiatori variano a seconda della tipologia di Libretto o Buono. Sono riportati nei Fogli informativi di ogni prodotto e pubblicati sui siti web CDP e Poste. Il calcolo del rendimento può pertanto essere effettuato in qualsiasi momento dal risparmiatore sulla base di tali informazioni. Il rendimento dei Buoni postali è strettamente correlato a due fattori: a) il rendimento dei Titoli di Stato comparabili e b) la liquidabilità a vista di tutti i prodotti del Risparmio postale. Di seguito il rendimento medio del risparmio postale per CDP: Costo medio del Risparmio Postale per CDP* 2009 2010 2011 3,01% 2,32% 2,85% * Calcolato come: Interessi passivi e commissioni / Debiti vs clientela e banche Nota: la voce Debiti vs banche e clientela si riferisce ai soli depositi vincolati, che comprendono libretti e buoni fruttiferi 9) A quale tasso la Cdp presta allo Stato il risparmio postale, che lo Stato poi utilizza come circolante? CDP impiega il risparmio postale per le finalità previste dalla Legge e dallo Statuto. La liquidità eccedente i suoi impieghi, raccolta da CDP, viene di norma versata sul conto corrente acceso presso la Tesoreria dello Stato, il cui rendimento è determinato in base al DM del 5 dicembre 2003 (vedi nota). Rendimento conto corrente Tesoreria 2009 3,91% 2,41% 3,16% 1° semestre 2° semestre Tasso medio 2010 1,94% 2,02% 1,98% 2011 2,31% 2,85% 2,58% 2012 4,49% 3,35% 3,92% Nota: il rendimento è pari alla media aritmetica semplice tra: a) la media aritmetica semplice dei tassi lordi di rendimento rilevati all’emissione dei buoni ordinari del Tesoro con scadenza a sei mesi emessi nel semestre precedente; b) la media aritmetica semplice dell’indice mensile Rendistato, pubblicato dalla Banca d’Italia nel semestre precedente, moltiplicato per il coefficiente 360/365. 10) Come viene impiegato il risparmio postale attualmente e come potrebbe essere impiegato (in base allo Statuto e alle norme in vigore)? Il Risparmio postale può essere e viene impiegato secondo le norme approvate dal Parlamento, ossia per: 1) finanziare gli investimenti di Stato e degli Enti pubblici; 2) operazioni (investimenti) di interesse pubblico tenuto conto della loro sostenibilità economico-finanziaria (un decreto ministeriale dettaglia i requisiti necessari perché un’operazione possa essere definita di interesse pubblico); 3) progetti a supporto dell’economia (piccole e medie imprese, export finance, social housing, ..); 4) acquisizioni – direttamente o attraverso il Fondo Strategico - di partecipazioni in società di interesse nazionale in equilibrio economico e finanziario e con prospettive reddituali e di sviluppo. CDP può intervenire sia con finanziamenti, sia con equity, sia direttamente (salvo nei finanziamenti PMI, dove è obbligatoria l’intermediazione bancaria) sia indirettamente. (Le principali norme sono: Dl 269/2003, Dl 185/2008 e Dl 5/2009, Cassa depositi e prestiti società per azioni Capitale sociale euro 3.500.000.000,00 interamente versato - Iscritta presso CCIAA di Roma al numero REA 1053767 C.F. e iscrizione al registro delle imprese di Roma 80199230584 - Partita IVA 07756511007 www.cassaddpp.it convertiti nelle varie leggi, Decreto MEF 12 marzo 2009, DM 22/01/2010). 11) Quanta parte del risparmio postale viene utilizzata dalla Cdp per concedere mutui agli enti locali? Le richieste degli Enti vengono esaminate in funzione della loro capacità di investimento (e di indebitamento). I finanziamenti avvengono secondo i principi di accessibilità, uniformità di trattamento, predeterminazione e non discriminazione e nel rispetto di equilibrio economico – patrimoniale della Cassa. In questo modo viene soddisfatta la quasi totalità delle richieste di finanziamento degli Enti locali. (dati in €/mln) % del RP impiegata per concessioni ad Enti Pubblici Stock Enti Pubblici Stock Risparmio Postale % del RP impiegata per concessioni ad Enti Pubblici 2009 88.617 190.785 46,45% 2010 90.339 207.324 43,57% 2011 94.631 218.408 43,33% 12) In cifra assoluta, quanti finanziamenti sono stati erogati agli enti locali negli ultimi 3 anni? Quasi € 20 mld (vedi Tab) (dati in €/mln) 2009 5.645 Importo mutui erogati ad Enti Pubblici Importo mutui erogati ad Enti Pubblici 2010 7.760 2011 6.277 13) ll risparmio postale viene utilizzato dalla Cdp anche per concedere mutui ai privati? Si, per investimenti di interesse pubblico o per operazioni di sostegno all’economia previste dalla legge : vedi risposta 10. In cifra assoluta, quanti finanziamenti sono stati erogati ai privati negli ultimi 3 anni? Circa € 12 mld (vedi Tab) (dati in € milioni) Anno 2009 2010 2011 Importo finanziamenti erogati a privati 2.592 3.930 5.890 di cui in gestione separata (Risparmio postale) 848 3.177 4.325 14) Qual è l’andamento in percentuale negli ultimi 10 anni dei finanziamenti agli enti locali rispetto al totale dei finanziamenti erogati dalla Cdp? Fino al 2006, CDP impiegava esclusivamente presso il settore pubblico. A seguito delle trasformazioni legislative che hanno allineato l’operatività di CDP a quella di CDC e KFW, il peso degli Enti pubblici nei flussi annui di impiego è sceso al 51% del totale, anche se la quota di mercato di CDP presso gli Enti pubblici si è mantenuta stabilmente molto elevata. La riduzione dei finanziamenti degli Enti pubblici è stata infatti provocata dalla sempre minore capacità di indebitamento degli Enti stessi (patto di stabilità interno, necessità di ridurre il deficit e il debito pubblico). A livello di stock, comunque, Cassa depositi e prestiti società per azioni Capitale sociale euro 3.500.000.000,00 interamente versato - Iscritta presso CCIAA di Roma al numero REA 1053767 C.F. e iscrizione al registro delle imprese di Roma 80199230584 - Partita IVA 07756511007 www.cassaddpp.it l’attività CDP verso il pubblico resta ancora preponderante (82% del totale, inclusi gli impegni). 15) Che condizioni e requisiti richiede la Cdp agli enti locali per concedere il finanziamento ? Le disposizioni di legge che regolano la concessione dei finanziamenti da parte CDP richiedono la verifica dell'oggetto del finanziamento (che può essere richiesto esclusivamente per investimenti), della regolarità della delibera di richiesta del finanziamento e dell’inserimento della spesa nel bilancio di previsione. Inoltre vengono vagliati attentamente il rispetto del limite di indebitamento previsto dalla legge e la sostenibilità per l’ente dell'onere derivante dall'ammortamento del mutuo". 16) Quanto sono agevolati i tassi, con riferimento ai tassi di mercato correnti? La CDP non applica tassi agevolati ai finanziamenti erogati, se non in alcuni casi previsti specificamente da leggi di incentivazione, per le quali lo Stato prevede un contributo in conto interessi ai soggetti selezionati sulla base di apposite procedure pubbliche (è il caso del FRI, dove i beneficiari sono selezionati dal MISE, o del fondo Kyoto). Salvo queste eccezioni, i tassi sono determinati settimanalmente, pubblicati almeno su un quotidiano economico e sono comunque reperibili sul sito web della CDP. 17) La Cdp può fare preferenze tra enti piccoli o grandi, tra mutui piccoli o grandi? In base alle prescrizioni normative che regolano la materia, i finanziamenti che la CDP concede devono essere regolati sulla base dei criteri di accessibilità, uniformità di trattamento, predeterminazione e non discriminazione. Pertanto, le condizioni che regolano i finanziamenti in favore di categorie omogenee di enti sono le medesime. Dal 15 settembre 2011, CDP permette agli Enti territoriali di istruire le pratiche di finanziamento in via telematica (domanda on line). Dal 15 settembre di quest’anno, tale canale è diventato l’unico strumento di accesso ai finanziamenti CDP. In questo modo, i tempi di istruttoria si sono ridotti da 45/50 giorni a 12,3 giorni. 18) Chi sono tra gli enti locali i principali beneficiari dei finanziamenti “agevolati”? I finanziamenti concessi da CDP agli enti locali non prevedono tassi agevolati. I tassi di finanziamento agli Enti locali vengono pubblicati settimanalmente da CDP e seguono l’andamento del costo dei titoli pubblici. [Domanda posta nuovamente a seguito della precisazione CDP]: Chi sono tra gli enti locali i principali beneficiari dei finanziamenti? Sono i principali enti pubblici territoriali, visto che i mutui “di scopo” sono appunto finalizzati al finanziamento di opere infrastrutturali degli Enti stessi. Al 30 giugno 2012 i principali EP beneficiari dei muti CDP erano: Reg. Sicilia; Reg. Lazio; Reg. Piemonte; Reg. Lombardia; Comune di Roma. 19) Quali sono le principali operazioni finanziate (prime 20 per dimensioni del finanziamento)? CDP finanzia opere sia di rilevanza nazionale sia locale. Per ciascuna può intervenire in favore di più soggetti, in tempi diversi e con strumenti diversi. Non essendo quindi possibile determinare il contributo complessivo in favore di ciascuna opera, si segnala che CDP ha Cassa depositi e prestiti società per azioni Capitale sociale euro 3.500.000.000,00 interamente versato - Iscritta presso CCIAA di Roma al numero REA 1053767 C.F. e iscrizione al registro delle imprese di Roma 80199230584 - Partita IVA 07756511007 www.cassaddpp.it finanziato tutte le grandi opere di maggiore dimensione tra le quali si segnala: il Mose, le principali infrastrutture autostradali italiane, le nuove linee metropolitane di Roma e Milano, etc.. 20) Chi sono tra i privati i principali beneficiari dei finanziamenti agevolati”? I finanziamenti concessi da CDP non prevedono tassi agevolati, salvi i casi ricordati al n. 16, che riguardano finanziamenti di dimensioni modeste a soggetti selezionati con procedure pubbliche ad opera dei ministeri competenti. [Domanda posta nuovamente a seguito della precisazione CDP]: Chi sono tra i privati i principali beneficiari dei finanziamenti CDP? Escludendo le banche più attive nei confronti delle PMI, attraverso le quali sono transitate le risorse del Plafond (quindi non “beneficiarie” effettive), al 30 giugno 2012 i 5 principali privati beneficiari sono: Autostrade per l’Italia Spa; Enel distribuzione Spa; Carnival Corp (operazione di export finance in favore di Fincantieri); BreBeMi Spa; Iren Spa 21) Quali sono le principali operazioni finanziate? (vedi la 19). 22) Quali criteri si adottano per concedere i finanziamenti e chi li decide? I finanziamenti a favore di soggetti privati sono valutati secondo normali criteri "bancari" e pertanto con una valutazione della capacità della controparte di generare flussi di cassa adeguati al rimborso dell'indebitamento in essere e di quello prospettico. A supporto della posizione creditoria, di volta in volta, può essere valutato l’utilizzo previsto dai normali contratti bancari. In merito alla concessione di tali operazioni l'iter autorizzativo è sostanzialmente ricondotto a specifiche delibere del Consiglio di Amministrazione ovvero dell'Amministratore delegato, previo passaggio per un parere al comitato crediti. 23) La Cdp ha assunto o può assumere partecipazioni nel capitale di rischio delle imprese anche avvalendosi dei fondi provenienti dalla raccolta del risparmio postale? Se sì, in quali casi? Si, nei casi previsti dalla Legge, già spiegati al punto 10 e si tratta tipicamente di partecipazioni di minoranza. I risparmiatori postali sono in ogni caso tutelati dalla garanzia dello Stato. 24) C’è un limite a quanto può investire la Cdp nel capitale di rischio di imprese private o nelle partecipazioni strategiche? Secondo logiche prudenziali, gli investimenti in capitale di rischio di CDP sono congruenti con il patrimonio netto. 25) I debiti arretrati della P.A si possono pagare con i fondi del risparmio postale? Se sì, è stato fatto e in quale misura? Si, nell’ambito delle operazioni a supporto dell’economia (PMI) così come spiegato al punto 10. CDP dedica al problema risorse per € 2 mld. 26) Il plafond alle Pmi viene erogato con i fondi del risparmio postale? Su chi ricadono eventuali crediti in sofferenza, ovvero se questi crediti non saranno ripagati, chi ne risente? Si, come già detto, si utilizza il Risparmio postale. CDP ha stanziato finora €18 miliardi per prestiti a medio termine alle PMI (da 3 a 10 anni) compresi i €2 miliardi del punto precedente. Della prima tranche di 8 miliardi hanno beneficiato oltre 53.000 PMI. Cassa depositi e prestiti società per azioni Capitale sociale euro 3.500.000.000,00 interamente versato - Iscritta presso CCIAA di Roma al numero REA 1053767 C.F. e iscrizione al registro delle imprese di Roma 80199230584 - Partita IVA 07756511007 www.cassaddpp.it Come stabilito dalla legge, CDP affida le banche, le banche affidano le imprese. Quindi CDP si assume il “rischio banca”, mentre il “rischio azienda” è assunto dalle banche. Questo modello di ripartizione del rischio deriva dal fatto che CDP non ha una struttura territoriale che consente l’erogazione diretta del credito. Inoltre lo strumento riflette lo schema di intervento della BEI. Vale comunque ricordare che il Risparmio postale gode della Garanzia dello Stato alla raccolta, ossia a prescindere dalla tipologia di impiego che CDP ne fa (pubblico/privato) e dagli strumenti che utilizza (finanziamenti/capitale di rischio). 27) Rispetto ai tre fondi già creati dal governo per le dismissioni del patrimonio immobiliare (municipalizzate, demanio, già valorizzati), che ruolo spetta a Cdp? Attraverso la sua partecipata CDPI Sgr, CDP ha appena creato un fondo (FIV-Plus, dotato di 250 milioni di euro) destinato all’acquisizione di immobili, con un potenziale di valore inespresso, di proprietà di enti pubblici e/o di società da questi controllate. L’attività del fondo sarà orientata all’incremento di valore degli immobili ed alla successiva immissione degli asset valorizzati sul mercato. Al FIV-Plus potranno seguire altri Fondi, per un impegno CDP fino a € 1 mld 28) La Cdp può interagire con la Bce al pari delle altre banche? Può prendere fondi a prestito dalla Bce? CDP non è una banca, ma è soggetta a uno speciale regime di vigilanza della Banca d’Italia. Alla liquidità BCE possono accedere anche istituzioni finanziarie diverse dalle banche, come le Casse depositi e prestiti: lo ha fatto la Cassa francese e lo abbiamo fatto noi. 29) La Cdp ha comprato titoli di stato italiani? Se sì, per comprarli ha utilizzato i fondi Ltro? Si, li ha acquistati, sia di recente sia in passato, per esigenze di tesoreria (ossia, non per interventi straordinari a favore della riduzione del debito pubblico, ma per opportunità gestionale di CDP), utilizzando risorse di vario tipo, tra cui recentemente anche la liquidità BCE 30) Il Governo potrebbe utilizzare la Cdp per comprare Btp, al fine di abbassare lo spread? No, il governo non può “utilizzare” CDP. La CDP viene gestita dai suoi organi statutari. 31) Posto che la Cdp deve diventare un grande banca di sviluppo pubblico-privato finanziatrice di progetti a lungo termine, chi decide se un investimento è per lo sviluppo? Chi sceglie i progetti da finanziare? CDP è un grande investitore finanziario di lungo termine. Come già visto, si muove nell’ambito di alcune leggi che ne disegnano e regolano il perimetro di azione. Sono considerati con finalità di sviluppo gli interventi a sostegno dell’economia (Pmi, Export, Social housing, progetti di interesse pubblico..). La decisione su singoli investimenti (es. infrastrutture) viene fatta – dopo la prescritta analisi sulla sostenibilità economico-finanziaria – dall’organo collegiale (Consiglio di Amministrazione) o dall’Amministratore delegato, a seconda dell’entità dell’intervento. 32) Quali sono le “società di interesse nazionale” oggetto del possibile intervento di Cdp? Sono definite dal DM 8 maggio 2011, che delimita il perimetro di intervento del Fondo Strategico Italiano per Cassa depositi e prestiti società per azioni Capitale sociale euro 3.500.000.000,00 interamente versato - Iscritta presso CCIAA di Roma al numero REA 1053767 C.F. e iscrizione al registro delle imprese di Roma 80199230584 - Partita IVA 07756511007 www.cassaddpp.it settori e dimensioni, precisando che si deve trattare di realtà in equilibrio economico-finanziario, con adeguate prospettive di redditività e significative prospettive di sviluppo. I settori sono: difesa, sicurezza, infrastrutture e pubblici servizi, trasporti, comunicazioni, energia, assicurazioni e intermediazione finanziaria, ricerca e alta tecnologia. Al di fuori di tali settori, valgono le dimensioni: fatturato annuo netto non inferiore a 240 milioni di euro, e numero medio di dipendenti non inferiore a 200 unità. 33) La Cdp ha ricevuto delle linee guida su quali rendimenti minimi e massimi perseguire per i suoi azionisti, nelle varie attività di investimento in cui è impegnata, anche attraverso i vari Fondi? CDP è un investitore di lungo periodo, che persegue rendimenti non speculativi. Le linee guida dell’attività di CDP, incluse le aree di investimento e la redditività della Cassa, sono definite nel piano industriale approvato dal CDA nel 2010 – e portato all’attenzione della Commissione parlamentare di Vigilanza – che si sta puntualmente realizzando. 34) La Cdp potrebbe entrare nel capitale di rischio delle banche, anche attraverso il Fondo strategico? Con quali limiti e a quali condizioni? Si, se rispondono a tutti i requisiti del DM 8 maggio 2011 visti prima (dimensione, equilibrio economico-finanziario dell’azienda e sue prospettive di redditività e di crescita). FSI investe generalmente in quote di minoranza e preferibilmente in aumento di capitale, al fine di fornire mezzi per una crescita ulteriore delle aziende in cui investe. 35) I membri del Cda chi rappresentano e da chi vengono espressi? Qual è la loro funzione e cosa decidono? Dai due azionisti, Tesoro (6/9) e Fondazioni (3/9). I nove membri del Cda sono integrati da altri 5 membri (2 rappresentanti MEF, 3 rappresentanti di Enti locali) per la cosiddetta “gestione separata” che riguarda gli impieghi del risparmio postale. II Cda, alle cui riunioni partecipa anche un magistrato della Corte dei Conti, decide in generale in merito alla gestione aziendale. 36) Qual è la funzione del presidente e cosa decide? In conformità a quanto previsto dal codice civile, Il Presidente del Consiglio di amministrazione della CDP ha, per Statuto e deleghe, funzioni di rappresentante legale della Società, cura il corretto funzionamento dell’Organo che presiede ed ha compiti nell’ambito della rappresentanza istituzionale della Società, dei rapporti istituzionali, della comunicazione e degli studi e ricerche. 37) Qual è la funzione dell’amministratore delegato e cosa decide? Il Consiglio di amministrazione ha conferito all’Amministratore delegato deleghe di gestione che riguardano i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione della società. Oltre ai poteri che, per legge e statuto non possono essere delegati, quali, a titolo esemplificativo, quelli attinenti le operazioni societarie straordinarie (acquisizioni, fusioni, etc.), alcuni poteri, quali quelli ad esempio in materia di indebitamento e concessione dei finanziamenti, sono stati limitati per importi. 38) Nell’acquisire partecipazioni, che grado di autonomia ha Cdp dall’azionista Tesoro? CDP, come pure il Fondo strategico, è autonoma nella scelta degli investimenti. Come per qualsiasi Spa, il Cda Cassa depositi e prestiti società per azioni Capitale sociale euro 3.500.000.000,00 interamente versato - Iscritta presso CCIAA di Roma al numero REA 1053767 C.F. e iscrizione al registro delle imprese di Roma 80199230584 - Partita IVA 07756511007 www.cassaddpp.it è un organo sovrano che rende conto agli azionisti, nelle sedi opportune, del suo operato. 39) Se il Tesoro dà a Cdp il diritto d’opzione per acquistare Sace, Simest, Fintecna o una qualunque altra partecipazione, Cdp si può rifiutare? Certo, è un “diritto”, non un “obbligo” di opzione. 40) Nel gestire le partecipazioni, che grado di autonomia ha Cdp dall’azionista Tesoro? Dipende dalle partecipazioni. Per esempio, la partecipazione in ENI è considerata dalla legge come una partecipazione meramente finanziaria, i poteri dell’azionista restando al Tesoro. Invece per la gestione delle partecipazioni in società che gestiscono infrastrutture di rete, nel settore dell’energia e nelle loro società controllanti (Terna e in futuro Snam), l’autonomia di CDP è totale, e il Tesoro non può esercitare i poteri di indirizzo sulla gestione separata di CDP riconosciuti dal Dl 269/2003. 41) Qual è stato il compenso totale nel 2011 del presidente, dell’amministratore delegato e dei consiglieri d’amministrazione della Cdp? Come si evince dal bilancio pubblicato sul sito CDP: Il presidente Franco Bassanini ha percepito 280mila euro; l’Amministratore delegato Giovanni Gorno Tempini ha percepito 952mila euro. Tutti i consiglieri hanno percepito 35mila euro ciascuno, ad eccezione di Vittorio Grilli (sostituito ora da Vincenzo La Via), Maria Cannata e Piero Gastaldo, che non percepiscono compenso. 42) Qual è stato il compenso totale nel 2011 del presidente, dell’amministratore delegato, dei consiglieri d’amministrazione, direttori e membri dei comitati strategici nei vari Fondi partecipati dalla Cdp (F2i, FSI, FII, Inframed, CDPI sgr) ? Il compenso del Presidente di FSI, Giovanni Gorno Tempini, (in carica dal 2/08/2011), pari a €29.167, è stato riversato alla Cassa depositi e prestiti; l’Amministratore delegato, Maurizio Tamagnini, (in carica dal 12/09/2011) ha percepito un compenso di €181.667. Ciascuno degli altri tre consiglieri (Elena Emilia Zambon, Rosalba Casiraghi e Alessandro Pansa) – in carica dal 2/08/2011 - riceve un compenso di €14.583 euro. Nelle altre società CDP non ha influenza dominante e quindi le domande vanno girate ai loro amministratori. 43) Con la concentrazione in Cdp di partecipazioni strategiche, si potrebbe ricreare qualcosa di simile all’Iri ? No, né simile a IRI, né – come si è sentito anche dire di recente - alla GEPI. Questi i motivi: CDP entra generalmente con partecipazioni di minoranza, quindi non ha poteri di gestione ma svolge un ruolo di azionista di minoranza attraverso i suoi rappresentanti nei Cda (con l’eccezione di ENI, nel quale i poteri di governance sono attribuiti al MEF). CDP ha il controllo solo di Terna e in prospettiva di Snam, reti considerate strategiche per le quali il governo e Parlamento hanno deciso che vi siano fondate ragioni per non abbandonare la presenza pubblica. CDP entra esclusivamente in aziende sane per sostenerne la crescita e gli investimenti (non per salvataggi sullo stile GEPI). 44) Che strumenti ha la Cdp per difendersi dalle ingerenze della politica? Anzitutto la normativa che ne disegna il perimetro di azione e gli strumenti e che ne regola l’attività. Inoltre, CDP ha un azionariato diversificato (65 Fondazioni di origine bancaria). Cassa depositi e prestiti società per azioni Capitale sociale euro 3.500.000.000,00 interamente versato - Iscritta presso CCIAA di Roma al numero REA 1053767 C.F. e iscrizione al registro delle imprese di Roma 80199230584 - Partita IVA 07756511007 www.cassaddpp.it 45) In che modo l’attuale configurazione della Cdp l’avvicina alle omologhe Kfw e Cdc? Con i vari upgrade normativi ci si è ispirati di più a un modello piuttosto che a un altro? Con i vari upgrade normativi si è scelto un “modello di mezzo”: simile a KfW sul fronte delle attività di finanziamento (es. supporto all’Export), simile a CDC sul fronte delle attività in equity (es. FSI). Quello che allontana decisamente, invece, CDP da entrambe è: a. l’azionariato: KfW e CDC sono totalmente pubbliche, CDP ha il 30% di azionisti privati b. il “peso della struttura” e quindi i costi: il totale attività per CDP, KfW, CDC è, rispettivamente: €273,6 mld, €495 mld e €262 mld. Il numero di dipendenti, invece, è: 489 unità CDP contro le 4.765 unità di KfW e le 5.682 unità di CDC… 46) Esiste una misurazione o una stima sugli impatti che le attività di investimento della Cdp possono avere sullo sviluppo? Di seguito qualche esempio “significativo” del contributo di CDP al supporto dell’economia nazionale: a) € 43 miliardi di nuove risorse (finanziamenti e interventi equity) immessi nel sistema nel pieno della crisi (dal 2009 ad oggi) b) € 8 miliardi di nuove risorse per 53.000 PMI tra il 2010 e il 2011: hanno garantito liquidità alle imprese anche sulle lunghe scadenze (fino a 10 anni), supportandone quindi i progetti di uscita dalla crisi e di sviluppo, contribuendo a salvaguardare l’occupazione c) Oltre € 2 mld di finanziamento all’export tra il 2011 e il 2012, grazie ai quali le aziende italiane (Fincantieri, Alenia Aermacchi, Rizzani de Eccher) hanno potuto aggiudicarsi commesse estere battendo la concorrenza straniera. 47) Quali sono le più importanti operazioni in cui la Cdp è impegnata in questo periodo e qual è la loro valenza ai fini della crescita? Ai fini della crescita CDP è focalizzata su operazioni di supporto al credito per le PMI attraverso il Plafond da € 18 mld; di supporto alle esportazioni tramite il raddoppio a € 4 mld delle risorse dedicate allo strumento “Export banca”; di supporto al capitale delle imprese di rilevanza strategica per il Paese attraverso il FSI. CDP è impegnata nella stabilizzazione dell’azionariato di Snam e nel sostegno dei suoi piani di investimento. Dà il suo contributo agli altri fondi equity partecipati dalla Cassa. Infine, CDP è impegnata nelle annunciate operazioni di riduzione del debito pubblico (Sace, Simest e Fintecna), rafforzando il suo perimetro di attività. Cassa depositi e prestiti società per azioni Capitale sociale euro 3.500.000.000,00 interamente versato - Iscritta presso CCIAA di Roma al numero REA 1053767 C.F. e iscrizione al registro delle imprese di Roma 80199230584 - Partita IVA 07756511007 www.cassaddpp.it Un tesoro di Cassa Di Stefania Rimini STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO I 920 abitanti di Pigna, nel Ponente ligure, vorrebbero far la loro parte per la riduzione del debito pubblico, se solo riuscissero a vendere questa ex caserma. STEFANIA RIMINI Comunque questa era la caserma militare, e rimetterla a posto costerebbe? IMPIEGATA COMUNE DI PIGNA Sui 6-7 milioni, se bastano. STEFANIA RIMINI 6-7 milioni, quindi è difficile venderla. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO I pavimenti e i muri sono sani ma dove li trova un comune così piccolo 6-7 milioni per ristrutturare? Anche il comune di Andora nel savonese si ritrova in possesso di una caserma, in centro sul lungomare. FRANCO FLORIS - SINDACO COMUNE DI ANDORA E PRES. COMMISSIONE FINANZE LOCALE ANCI Questo immobile, oggi è la caserma dei carabinieri. Noi vogliamo alienarla per trasformarla in un albergo. E’ un’operazione molto interessante, ma è difficilissimo. STEFANIA RIMINI A meno che non entri la Cassa Depositi e Prestiti. FRANCO FLORIS - SINDACO COMUNE DI ANDORA E PRES. COMMISSIONE FINANZE LOCALE ANCI A meno che non subentri la Cassa Depositi e Prestiti che potrebbe darci questa grande opportunità. STEFANIA RIMINI Cioè cosa dovrebbe fare? FRANCO FLORIS - SINDACO COMUNE DI ANDORA E PRES. COMMISSIONE FINANZE LOCALE ANCI Dovrebbe, come dire, valorizzarla, metterla in vendita e se nessuno la compra, acquisirla lei dandoci i soldi per fare l’albergo che poi un domani potrà essere gestito, un albergo ben gestito ha bisogno minimo di 20 persone. STEFANIA RIMINI E poi la Cassa Depositi e Prestiti… FRANCO FLORIS - SINDACO COMUNE DI ANDORA E PRES. COMMISSIONE FINANZE LOCALE ANCI Col tempo….. STEFANIA RIMINI La venderebbe quand’è il miglior momento.. FRANCO FLORIS - SINDACO COMUNE DI ANDORA E PRES. COMMISSIONE FINANZE LOCALE ANCI Perché questo non è il momento migliore… STEFANIA RIMINI Ma se la Cassa Depositi e Prestiti non potesse fare questa operazione con voi come con altri N comuni? FRANCO FLORIS - SINDACO COMUNE DI ANDORA E PRES. COMMISSIONE FINANZE LOCALE ANCI Questa operazione non si può fare. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Sono gli ultimi soldi rimasti in Italia: 223 miliardi che 24 milioni di Italiani tengono in Posta, sul libretto o investiti in buoni fruttiferi. E dove vanno a finire? Alla Cassa Depositi e Prestiti, per gli amici Cdp. Ma quanti sanno che cos’è? PACO SANNINO Lei è un risparmiatore presso la Posta? Ha un libretto postale oppure dei buoni fruttiferi? RISPARMIATORE POSTALE No, solo il libretto postale. PACO SANNINO Ed è contento dell’interesse che prende? RISPARMIATORE POSTALE Fondamentalmente si. PACO SANNINO Lo sa quant’è? RISPARMIATORE POSTALE Il 3… 4 per certo. PACO SANNINO Sa che cos’è la Cassa Depositi e Prestiti? RISPARMIATORE POSTALE No, assolutamente no. DAVIDE FONDA Lei ha mai investito in buoni della Posta, buoni fruttiferi? RISPARMIATORE POSTALE Quasi sempre perché sono una cliente della Posta DAVIDE FONDA Sa dove vanno a finire questi soldi? RISPARMIATORE POSTALE Beh, questo proprio non me lo sono mai chiesto, sinceramente. RISPARMIATORE POSTALE Questo non lo sapevo. DAVIDE FONDA Se le parlo della Cassa Depositi e Prestiti? RISPARMIATORE POSTALE Qualcosa, però di sicuro non ti direi nulla di preciso. IMPIEGATA POSTALE Sono di proprietà della Cassa Depositi e Prestiti che poi si impegna a rendere gli interessi al cittadino. DAVIDE FONDA Dove investe la Cassa depositi e Prestiti? RISPARMIATORE POSTALE Questo non glielo so dire con precisione. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO La Cdp dal 1850 usa i soldi dei risparmiatori per finanziare gli enti pubblici e dal 2006 finanzia anche i soggetti privati. DAVIDE FONDA Crea sviluppo forse nel paese. RISPARMIATORE POSTALE Si spera, ce n’è tanto bisogno. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Ma non è tutto. 2 miliardi li ha fatti arrivare alle imprese per saldare le fatture arretrate della Pubblica Amministrazione. 4 miliardi li destina a sostenere le aziende esportatrici, 18 miliardi alle banche perché altrimenti non aprivano i rubinetti del credito a 53mila piccole e medie imprese. Ogni tanto si sveglia qualcuno e pronuncia la formula magica: “Cassa Depositi e Prestiti”. L’ultima è stata Susanna Camusso, il segretario della Cgil, che ha proposto di usare i soldi dei risparmiatori postali per salvare le aziende in crisi. RISPARMIATORE POSTALE Ah questo si, mi farebbe piacere. Conosco parecchie persone che stanno in difficoltà oggi, tutti disoccupati. Non ce ne sta uno che non sta in disoccupatezza. MARIA TERESA SALVEMINI – EX DIRETTORE GENERALE CASSA DEPOSITI E PRESTITI Il guaio vede, che quello che uno legge, sente, qualunque cosa la può fare la Cassa Depositi e Prestiti. Non sia mai, non sia mai. STEFANIA RIMINI Adesso…. MARIA TERESA SALVEMINI – EX DIRETTORE GENERALE CASSA DEPOSITI E PRESTITI Non sia mai. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Alla Cassa Depositi e Prestiti loro si vedono come un centauro che usa il denaro privato ma per finalità pubbliche. E infatti al comando siedono un ex ministro, Franco Bassanini ed un banchiere, Giovanni Gorno Tempini. Con loro la vecchia signora Cdp si è aperta a nuovi impieghi del risparmio postale. Non lo fa per piacer suo, ma per dare uno sviluppo a noi. LUIGI ZINGALES – ECONOMISTA UNIVERSITÀ DI CHICAGO Questa partnership tra pubblico-privato che nella versione ideale dovrebbe avere i fini sociali del pubblico e l’efficienza del privato. In realtà tende ad avere i fini sociali del privato e l’efficienza del pubblico. La Cassa Depositi e Prestiti è l’ultimo esempio di questa idea dove si pensa di fare qualcosa con fini sociali in realtà si fanno le cose sotto la pressione di lobbies molto potenti. MILENA GABANELLI IN STUDIO Buonasera, sono 223 miliardi che provengono dai depositi postali e dai risparmi investiti in buoni fruttiferi. Tanti soldi nelle mani di pochi, e non è che la Cassa faccia campagne informative per dire: vorremmo usare i vostri soldi per fare questo o quello, anzi sembra che meno se ne parla e se ne capisce meglio è. Comunque il loro motto è aiutare l’Italia a crescere e il modello è l’economia sociale di mercato. Cosa vuol dire? Vuol dire che la Cassa interviene nel mercato ma non con l’obiettivo di raggiungere il massimo profitto, bensì aiutare a crescere. Può dare una mano ai comuni con dei mutui per esempio agevolati per ristrutturare le scuole, può prendere delle partecipazioni. Aiutare lo Stato a ridurre il debito pubblico prendendosi, comprandosi gli immobili del demanio per esempio, o dei pezzi dell’Ansaldo. Il regista è un politico di lungo corso Bassanini, braccio destro Gorno Tempini, mondo Banca Intesa e insieme prendono le decisioni, dicono, per il nostro bene. Ma qual è il nostro bene? E qui si entra nella zona grigia, nel regno della discrezionalità. Cominciamo con i clienti, quelli che euro su euro hanno messo insieme i 223 miliardi. Stefania Rimini CRISTINA PROVENZANO Quanto le rende il suo libretto? DAVIDE FERRARI – RISPARMIATORE POSTALE Il rendimento giallo quello normale 1,10%, il rendimento oro 1,60%. Dal 2009 a oggi è variato di un sacco, mi ricordo 2% all’inizio quando l’ho aperto, nel 2010 secondo me siamo arrivati a 0,3% e adesso 1 e qualcosa, è da un po’ che non lo guardo. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Chi decide quanto deve guadagnare il risparmiatore postale è la Cassa, d’accordo con il Tesoro. MARIA TERESA SALVEMINI – EX DIRETTORE GENERALE CASSA DEPOSITI E PRESTITI Non è che poi, siccome i risparmiatori postali sono meno scaltri li paghi di meno, no devi più o meno tenere i tassi a livello di mercato. SILVIA OGNIBENE – RISPARMIATRICE POSTALE Ho 4 buoni fruttiferi postali, avevo chiesto informazione ai miei genitori e loro mi avevano consigliato questo tipo d’investimento perché secondo loro era molto sicuro, perché poteva essere una cosa tranquilla. CRISTINA PROVENZANO Quanto rendono questi buoni, lei lo sa? SILVIA OGNIBENE – RISPARMIATRICE POSTALE I miei in 5 anni, poco. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Però li può liquidare quando vuole e il rimborso è garantito dallo Stato perché il grosso viene prestato al Tesoro per il suo fabbisogno. Dopodiché 94 miliardi la Cassa li ha prestati agli enti pubblici. Tra i maggiori beneficiari: la Regione Sicilia e la Regione Lazio e i Comuni di Roma, Milano e Napoli. Ma un piccolo mutuo non si nega quasi a nessuno. MAURO LITTARDI - SINDACO COMUNE DI PIGNA Abbiamo un mutuo per l’ampliamento di un museo, abbiamo un mutuo per la manutenzione straordinaria di un parcheggio, un mutuo per la pavimentazione di una strada interpoderale, poi c’è ancora un mutuo per la ristrutturazione della casa di riposo. STEFANIA RIMINI Ve li da subito i soldi? MAURO LITTARDI - SINDACO COMUNE DI PIGNA Nell’ultimo mutuo che abbiamo chiesto che è quello di 33 mila euro dovremmo avere la risposta comunque è già un po’ di tempo che ci siamo dietro… STEFANIA RIMINI Quanto? MAURO LITTARDI - SINDACO COMUNE DI PIGNA 5-6 mesi comunque… STEFANIA RIMINI Quindi se non arriva questo ok, voi magari ci rimettete con la ditta che deve fare i lavori? MAURO LITTARDI - SINDACO COMUNE DI PIGNA …speriamo di no. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO I tempi di istruttoria dichiarati dalla Cassa sono 12 giorni e mezzo. Per l’associazione dei comuni, l'Anci, un po’ di più. FRANCO FLORIS – SINDACO COMUNE DI ANDORA E PRESIDENTE COMMISSIONE FINANZE LOCALI ANCI Lei pensi che per avere un mutuo dalla Cassa Depositi e Prestiti ci vogliono dai 6 agli 8 mesi, se va bene… STEFANIA RIMINI E prima quant’era? FRANCO FLORIS – SINDACO COMUNE DI ANDORA E PRESIDENTE COMMISSIONE FINANZE LOCALI ANCI … poi ci va un anno devi fare la gara, poi devi fare il lavoro, insomma passa mezzo mandato per fare un’opera. Poi comunque teniamo conto che la Cassa Depositi e Prestiti è diventata più rigida, si comporta come una banca privata qualunque, dunque ti chiede degli interessi assolutamente importanti, in questa fase siamo sul 5%, ma ci sono state fasi dove c’han chiesto anche di più, dipende dal costo del denaro. Dunque loro si comportano come una banca normale, non è che fanno dei favori a qualcuno. Poi c’è l’altra cosa gravissima che è incredibile, ci sono comuni che hanno i soldi, che vogliono togliersi il mutuo pagando immediatamente e loro ti chiedono la penale. Noi per togliere dei mutui in questi ultimi anni abbiamo speso 656 mila euro. STEFANIA RIMINI Di penale? FRANCO FLORIS – SINDACO COMUNE COMMISSIONE FINANZE LOCALI ANCI Di penale. DI ANDORA E PRESIDENTE STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Il Comune di Castelvittorio, 430 abitanti, avrebbe urgente bisogno di fare un parcheggio a raso e di allargare la strada e ha chiesto alla Cassa un mutuo di 250mila euro. STEFANIA RIMINI E ve lo danno? GIANSTEFANO ORENGO – SINDACO COMUNE DI CASTELVITTORIO Non abbiamo ancora avuto la risposta e chiaramente siamo preoccupati. STEFANIA RIMINI Ma quanto è passato? GIANSTEFANO ORENGO – SINDACO COMUNE DI CASTELVITTORIO E’ passato già 6 mesi penso. E comunque il discorso è che è sempre in evoluzione, perché cambiano sempre le normative da parte dello Stato, per cui siamo molto molto preoccupati. STEFANIA RIMINI Cioè nel vostro caso cosa vuol dire? GIANSTEFANO ORENGO – SINDACO COMUNE DI CASTELVITTORIO Nel nostro caso vuol dire che in questo momento noi possiamo accendere o avere acceso mutui fino al 8% delle nostre spese correnti, nell’anno prossimo il 6, nel 2014 il 4 quindi praticamente c’hanno azzerato qualsiasi possibilità di accendere mutui. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO I mutui agli enti locali sono calati ma non per colpa della Cassa. E’ il patto di stabilità che dobbiamo incolpare per i marciapiedi scassati. Chi sfora non può contrarre mutui. Al Comune di Bolano in provincia di La Spezia si erano accorti che l’asilo e le elementari non avrebbero retto a un terremoto. Per costruire le scuole nuove hanno sforato il patto di stabilità e si sono beccati una sanzione di 200mila euro. FRANCO RICCIARDI GIANNONI – SINDACO COMUNE DI BOLANO Che è il colmo. STEFANIA RIMINI Comunque nel periodo in cui voi eravate fuori patto, tra virgolette, non avreste avuto accesso a mutui della Cassa Depositi e Prestiti neanche per altre opere? FRANCO RICCIARDI GIANNONI – SINDACO COMUNE DI BOLANO Ma non solo della Cassa Depositi e Prestiti nemmeno di altri istituti di credito. FRANCO FLORIS – SINDACO COMUNE DI ANDORA E PRESIDENTE COMMISSIONE FINANZE LOCALI ANCI Il patto di stabilità ha fallito tutti gli obiettivi, che era quello di abbattere il debito pubblico dello Stato, ma dal prossimo anno vale anche per i comuni sotto i 5mila abitanti. STEFANIA RIMINI Quindi anche i piccolini…. FRANCO FLORIS – SINDACO COMUNE DI ANDORA E PRESIDENTE COMMISSIONE FINANZE LOCALI ANCI Anche i piccolini sotto i 5mila abitanti, che peraltro hanno un grosso problema, non hanno entrate loro, non hanno risorse loro, beh li andiamo a mettere dentro il patto di stabilità. STEFANIA RIMINI Questo vuol dire? FRANCO FLORIS – SINDACO COMUNE COMMISSIONE FINANZE LOCALI ANCI Vogliono obbligare i comuni a non fare mutui. DI ANDORA E PRESIDENTE STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Fino a dieci anni fa era l’esatto contrario. MARIA TERESA SALVEMINI – EX DIRETTORE GENERALE CASSA DEPOSITI E PRESTITI Tutto quello che mi domandavano per fare investimenti pubblici io glielo davo, questo era il principio, e quello che mi avanzava lo mettevo in tesoreria. Anzi ero ben contenta di facilitare, ho fatto di tutto per finanziare le università, perché mi sembravano cose che era giusto fare, ecco. STEFANIA RIMINI Quando lei era direttore era possibile per la Cassa Depositi e Prestiti anche finanziare dei privati con dei mutui? MARIA TERESA SALVEMINI – EX DIRETTORE GENERALE CASSA DEPOSITI E PRESTITI No, no, è questo il punto, che non era possibile. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Il vero passaggio è stato usare il risparmio postale per finanziare i privati in operazioni di interesse pubblico. Il processo di mutazione genetica della Cassa si deve al governo Berlusconi, che nel 2003 la trasforma in una società per azioni. Una delle prime decisioni del Consiglio d’Amministrazione va a favore dei Benetton e dei Gavio. GIANFRANCO VIESTI – EX CONSIGLIERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI Io poi mi sono alla fine astenuto, è stato quando è stato concesso un finanziamento a tasso molto agevolato alla società Autostrade. Lì il punto è che la Cassa finanziava anche privati a tassi agevolati per nuove opere d’infrastrutturazione. Io ritenevo che quell’opera d’infrastrutturazione, credo fosse un pezzo della terza corsia sull’Adriatica, fosse già prevista dagli accordi che la società aveva col concessionario. STEFANIA RIMINI Quindi secondo lei non era opportuno che la Cassa Depositi…? GIANFRANCO VIESTI – EX CONSIGLIERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI La mia valutazione era contraria a quell’operazione. STEFANIA RIMINI Anche perché li sono soldi grossi….questi finanziamenti. GIANFRANCO VIESTI – EX CONSIGLIERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI Questo di Autostrade credo fosse un miliardo di euro. E naturalmente è un problema di tasso agevolato quindi l’eventuale vantaggio è nella percentuale del tasso d’interesse. STEFANIA RIMINI Però era già capitato in una seduta precedente? GIANFRANCO VIESTI – EX CONSIGLIERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI Si, io non c’ero, è stata l’unica seduta in cui sono mancato. Era capitato col gruppo Gavio. STEFANIA RIMINI Cioè cos’era capitato? GIANFRANCO VIESTI – EX CONSIGLIERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI La stessa cosa, un finanziamento a tasso agevolato per un investimento autostradale. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO 1 miliardo ai Benetton, 450 milioni ai Gavio per le autostrade del nord ovest. La Cdp precisa che in seguito la società Autostrade ha preferito non avvalersi di quel prestito e che la Cassa non applica tassi agevolati. Però erano convenienti secondo il Consigliere. Fatto sta che sono passati 4 anni e sulla terza corsia Rimini-Ancona i lavori non sono ancora finiti. CAMIONISTA Si può dire tranquillamente mezzo bordello? É un mezzo bordello. Per noi girare è un disastro: noi dovremmo fare delle ore di guida, 4 ore e mezzo di guida e poi dopo quelle 4 ore e mezzo fermarci per 45 minuti; non c’è la possibilità di farlo anche perché altrimenti non arrivi nella zona di scarico, i clienti ti si lamentano e noi siamo costretti per forza di cose ad andare. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Tra gli imprenditori delle autostrade beneficiati dal prestito della Cdp, alcuni sono gli stessi della cordata patriottica, chiamata a suo tempo a salvare Alitalia. Magari non c’entra niente, ma di fatto chi governa la Cassa ha la possibilità di giocare su così tanti tavoli che neanche il polpo Paul riuscirebbe a prevedere. Non a caso appena scade il cda della Cassa ogni ministro del Tesoro mette dentro i suoi. STEFANIA RIMINI Nel caso vostro siete stati mandati a casa tutti quanti? GIANFRANCO VIESTI – EX CONSIGLIERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI Quasi tutti, sì. Essendo noi nominati da Padoa Schioppa, Tremonti ha ritenuto di nominare altre persone. STEFANIA RIMINI E chi ha nominato al posto vostro? GIANFRANCO VIESTI – EX CONSIGLIERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI Dunque, al mio posto mi ha colpito che c’è stato un consigliere comunale della Lega in un paese lombardo, poi il rappresentante delle regioni era, quando c’ero io, un rappresentante della Campania ed è diventato un rappresentante della Lombardia. Se non ricordo male il rappresentante delle province adesso è il presidente della provincia di Milano. STEFANIA RIMINI E quindi c’è stato un processo di “leghistizzazione” e “nordizzazione”? GIANFRANCO VIESTI – EX CONSIGLIERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI Beh, di “tremontizzazione” sì, si! MARCO BERSANI – ATTAC ITALIA La Cassa Depositi e Prestiti finanzierà la Brebemi che è un’autostrada assurda che si chiama Brebemi cioè Brescia-Bergamo-Milano, ma in realtà andrà a cementare l’ultima fascia agricola del territorio diciamo intorno a Milano. Ora: l’interesse generale della Brebemi è stato stabilito da chi? A mio avviso forse c’entra il fatto che Guido Podestà che è il presidente della provincia di Milano è anche membro del consiglio di amministrazione di Cassa Depositi e Prestiti. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Tra i consiglieri della Cdp c’è Christian Chizzoli, ex sindaco leghista di Capergnanica; Ettore Gotti Tedeschi, ex presidente dello Ior la banca del Vaticano; Romano Colozzi, assessore al bilancio della Regione Lombardia. Sono loro che approvano i finanziamenti più consistenti, come quello al Mose di Venezia. Ma la Cassa si è anche lanciata in una campagna acquisti da 1 miliardo tra le ex municipalizzate del Nord, a partire dal 6% di Hera. MARCO BERSANI – ATTAC ITALIA L’anno scorso i cittadini con i referendum hanno detto basta con le privatizzazioni e noi oggi ci ritroviamo che la Cassa Depositi e Prestiti con i soldi dei cittadini sta invece favorendo i processi di privatizzazione. Ecco: noi pensiamo questa contraddizione… STEFANIA RIMINI Dei servizi pubblici locali? MARCO BERSANI – ATTAC ITALIA Dei servizi pubblici locali. Noi pensiamo che questa contraddizione vada superata e la si supera se chi mette i soldi nella Posta e nella Cassa Depositi e Prestiti è anche in grado, messo nelle condizioni, di poter decidere che destinazione vorrebbe per quei soldi. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Tuttavia se si prova a chiedere ai risparmiatori che destinazione vorrebbero per quei 223 miliardi, viene fuori tutto e il suo contrario. MATTEO DI CALISTO A lei sta bene che vengano utilizzati i suoi soldi per concedere mutui…? RISPARMIATORE POSTALE Assolutamente no, assolutamente no. PACO SANNINO E per pagare i debiti della Pubblica Amministrazione? RISPARMIATORE POSTALE No, assolutamente no. PACO SANNINO Per investire in aziende private, oppure in grandi aziende? RISPARMIATORE POSTALE Eh, su questo insomma qualche perplessità ce l’avrei insomma… PACO SANNINO …e li mettono a disposizione degli enti locali, del Comune, della Provincia che li può usare per fare opere pubbliche. RISPARMIATORE POSTALE E quando è il momento che mi servono soldi miei me li ridanno indietro, o servono per fare le opere pubbliche? PACO SANNINO No, no glieli ridanno con gli interessi chiaramente. RISPARMIATORE POSTALE Dovrebbero mettere più bancomat, perché non ce ne sono a Napoli. RISPARMIATORE POSTALE Io spero vengono comprati i nostri Bot del nostro debito nazionale, lo spero con tutto il cuore. PACO SANNINO Se con questi soldi ci migliorano la rete del gas, la rete elettrica…? RISPARMIATORE POSTALE Sarebbe meglio, meglio. PASQUALE SANNINO Meglio? RISPARMIATORE POSTALE Sì. RISPARMIATORE POSTALE Preferirei che venissero investiti in altre cose: nell’istruzione, nell’università, in brevetti, in qualcosa che crea denaro. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Ma la gestione della Cassa non è in democrazia diretta e all’interno si è ben radicata una oligarchia, da quando Tremonti otto anni fa ha aperto le porte alle fondazioni di origine bancaria. Ma che cosa sono? GIUSEPPE GUZZETTI – PRESIDENTE ASSOCIAZIONE FONDAZIONI E CASSE DI RISPARMIO ACRI Una fondazione è una cosa di una semplicità estrema, un patrimonio investito dà un rendimento, si tolgono le tasse e le spese di funzionamento, il resto viene erogato. Cioè io devo erogare fino all’ultima lira di quello che mi rimane al netto dopo tasse e spese. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO In pratica, chi sta dentro una fondazione può permettersi di distribuire i soldi altrui, cioè il patrimonio delle ex casse di risparmio pubbliche. Un’invenzione di Giuliano Amato che ha in qualche modo perpetuato il pentapartito. Giuseppe Guzzetti, presidente della Fondazione Cariplo da 12 anni, era il presidente democristiano della Regione Lombardia. Emmanuele Emanuele , presidente della Fondazione di Roma da 22 anni, è anche presidente onorario del Partito Socialdemocratico. Alla Fondazione di Ravenna è tra i soci Antonio Patuelli, ex vicesegretario del Partito Liberale, mentre alla Fondazione di Venezia è presidente da 17 anni il socialista Giuliano Segre. Le Fondazioni controllano il 30% della Cassa Depositi e Prestiti e hanno indicato come presidente l’ex ministro Franco Bassanini, ex socialista. É stato imbarcato anche l’ex ministro socialista Gianni De Michelis uomo d’esperienza e che in più non si fa pagare. Peccato che abbia una condanna per corruzione. Anche Giuliano Segre è stato condannato in appello a 4 anni per bancarotta nel fallimento dell’azienda Trevitex , il che non ha impedito ai consiglieri della Fondazione di Venezia di riconfermarlo al suo posto. Con il voto favorevole di Franco Bassanini, che siede anche nel consiglio della Fondazione di Venezia a casa di Segre, mentre Segre siede anche nel comitato di indirizzo della Cassa, a casa di Bassanini. RICCARDO CALIMANI – CONSIGLIERE FONDAZIONE DI VENEZIA Non voglio parlare della Fondazione di Venezia io sono critico su molti aspetti e sono in minoranza nella Fondazione di Venezia. STEFANIA RIMINI Però ci può dare un commento, cioè cosa ne pensa di queste strutture le fondazioni? RICCARDO CALIMANI – CONSIGLIERE FONDAZIONE DI VENEZIA Ma vede: sono circa 88, hanno 88 consigli di amministrazione, hanno 88 consigli generali, sono autoreferenziali, sono dei fortini chiusi che hanno alzato i ponti levatoi, oggi con la situazione generale dell’economia italiana, queste fondazioni che capitalizzavano 50miliardi di euro.. 40-50miliardi di euro… ne capitalizzano forse 2. Io credo che sia una finanziaria che il governo potrebbe fare a costo zero. STEFANIA RIMINI Cosa intende finanziaria a costo zero? É un sogno. RICCARDO CALIMANI – CONSIGLIERE FONDAZIONE DI VENEZIA No, guardi che questo capitale nasce come capitale dei cittadini non è un capitale privato. STEFANIA RIMINI Cioè quello delle fondazioni di origine bancaria? RICCARDO CALIMANI – CONSIGLIERE FONDAZIONE DI VENEZIA Esattamente. E questo capitale dei cittadini può ritornare ai cittadini e magari alle fondazioni si può dare qualche sostegno, le fondazioni fanno anche cose egregie, però non tutte e non sempre. E quindi si può riprendere questo capitale, fare un fondo…. Ma ci sono economisti più bravi di me che possono sbizzarrirsi meglio, però il problema va posto con forza. ROBERTO PEROTTI – ECONOMISTA UNIVERSITÀ BOCCONI Perché le fondazioni sono il refugium peccatorum dei politici che non sono stati rieletti, dei notabili locali, degli amici dei politici locali, etc etc. É esattamente dove si crea questo sottobosco e si alimenta questo sottobosco, questo inciucio tra politica ed economia che è uno dei grandi disastri della società italiana. Questo è il motivo principale per cui andrebbero eliminate. GIUSEPPE GUZZETTI – PRESIDENTE ASSOCIAZIONE FONDAZIONI E CASSE DI RISPARMIO ACRI Nei nostri organi d’indirizzo la parte pubblica pesa solo per il 29% che smentisce questo fatto che la politica e gli enti pubblici comandano nelle fondazioni. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Nel 2003 le fondazioni entrarono nella Cassa con uno status privilegiato e a un prezzo vantaggioso. STEFANIA RIMINI In questi anni le fondazioni in Cassa Depositi e Prestiti, hanno avuto un adeguato rendimento? MARIA LEDDI – SEGRETARIO COMMISSIONE FINANZE SENATO Perbacco, ritengo di poter dire che il rendimento medio è stato intorno al 12,85%. É un rendimento… STEFANIA RIMINI È un signor rendimento! MARIA LEDDI – SEGRETARIO COMMISSIONE FINANZE SENATO È un signor rendimento! Credo che a oggi, l’investimento che fecero allora, di poco superiore al miliardo di euro, sia stato già tutto ripagato. STEFANIA RIMINI In che senso ripagato? MARIA LEDDI – SEGRETARIO COMMISSIONE FINANZE SENATO Ripagato, nel senso che complessivamente di dividendi questa cifra credo che se la siano già portata a casa tutta. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Adesso i privilegi sono scaduti e se le Fondazioni vogliono restare dentro, entro la fine dell’anno devono versare tutto quello che non hanno pagato prima. Il conguaglio è di 4miliardi. MILENA GABANELLI STUDIO Avete presente la chiesa restaurata con il contributo della fondazione? O il convegno, o la mostra sponsorizzata grazie alla fondazione? Piuttosto che l’ambulanza con su scritto “comprata con il contributo della fondazione tal del tali”? Bene. Questi sono soldi che provengono dalle ex casse di risparmio pubbliche e al territorio devono tornare. Le fondazioni sono questo; sono 88, devono erogare, i criteri li decidono loro e sono sempre gli stessi da una ventina d’anni. Cosa c’entrano con la Cassa Depositi e Prestiti? Bene: nel 2003, Tremonti apre le porte ai privati. Quali sono i privati che entrano? Le fondazioni che di privato hanno solo lo status perché comanda la politica insieme alle lobby locali, che sempre alla politica rispondono. E Tremonti dice “datemi un miliardo, vi do il 30%, poi vediamo come vanno le azioni nei prossimi anni e, eventualmente, faremo un conguaglio. In questi anni le fondazioni si sono portate a casa un rendimento medio del 12%. E adesso siamo al conguaglio, quindi o sborsano oppure se ne vanno. Il Tesoro chiede 4 miliardi; loro ne vogliono dare 1. Se la spuntano, i 3 ce li rimettiamo noi, e poi per trovarli ci aumentano l’iva di un punto. Ora, ci si chiede: ma perché il ministro Grilli non dice alle fondazioni “grazie e arrivederci” e fa entrare i privati veri? Diciamo sempre: “fuori la politica dalle banche”, dovrebbe valere anche per la Cassa. La questione è che Grilli, è comunque un uomo delle banche e sulle banche le fondazioni hanno una grande influenza; quindi la partita di potere è gigantesca e non è escluso che la Cassa possa prendersi anche dei pezzi di banche . RENATO CAMBURSANO – EX CONSIGLIERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI Io credo che non debba essere quello del credito, un settore nel quale Cassa Depositi e Prestiti debba intervenire. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Invece lo è, perché il risparmio postale può essere impiegato anche per acquisire partecipazioni in società di interesse nazionale, purché sane e con buone prospettive. Ora come ora il Tesoro sta passando alla Cdp tre società pubbliche, Sace, Simest e Fintecna. “Compramele tu cara Cassa, che dalle statistiche sei considerata un “soggetto di mercato” e con i 10 miliardi che mi dai, io abbatto il debito pubblico”. E il trucco è fatto. ROBERTO PEROTTI – ECONOMISTA UNIVERSITÀ BOCCONI Esattamente come in una famiglia: se il padre ha 100 euro di debito, vende dei mobili alla madre, la madre s’indebita per fare questo, il debito del padre si riduce di 10 euro, il debito della madre aumenta di 10 euro, dal punto di vista dei figli non cambia niente. Però il debito del padre che magari è quello a cui guardano gli uffici di statistica è diminuito di 10 euro, ma solo perché è spostato il debito alla madre che non viene monitorata dagli uffici di statistica. STEFANIA RIMINI Quindi se qualcuna delle attività della Cassa Depositi e Prestiti va male, chi paga alla fine? ROBERTO PEROTTI – ECONOMISTA UNIVERSITÀ BOCCONI La Cassa Depositi e Prestiti non potrà mai fallire, quindi paghiamo noi. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Lo conferma il fatto che l’agenzia Moody’s assegna alla Cassa lo stesso rating della Repubblica Italiana, proprio perché, se si dovesse metter male, il Governo ricorrerebbe ai nostri soldi per salvarla. Già stanno usando la Cassa per aiutare la Fincantieri. UGO ARRIGO - ECONOMIA PUBBLICA UNIVERSITÀ MILANO BICOCCA Con l’ultimo riordino delle partecipazioni pubbliche, Fincantieri è controllata da Fintecna, Fintecna viene ceduta dal Tesoro a Cassa Depositi e Prestiti, quindi Cassa Depositi e Prestiti tra le numerose cose che fa e che ha iniziato a fare col passare del tempo farà anche il costruttore di navi. Ho qualche dubbio che la Cassa abbia le competenze industriali per gestire questo tipo di partecipazioni. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO La Fincantieri però fatica a reggere la concorrenza che le fanno i Coreani e allora la Cassa sta finanziando i suoi clienti. Ha prestato 830 milioni al gigante delle crociere Carnival, perché si comprasse due navi prodotte dalla Fincantieri, garantendo così lavoro a 3mila addetti. Un’operazione di sistema o un costoso tappabuchi? UGO ARRIGO - ECONOMIA PUBBLICA UNIVERSITÀ MILANO BICOCCA Il rischio qual è? Che tra qualche mese abbiamo problemi di finanza pubblica, di contenimento del debito pubblico, lo Stato potrebbe essere tentato di dare a Cassa Depositi tutto il resto delle sue partecipazioni. STEFANIA RIMINI C’è un problema… UGO ARRIGO - ECONOMIA PUBBLICA UNIVERSITÀ MILANO BICOCCA C’è bisogno di recuperare 10, 20 miliardi di euro cosa fa lo Stato? STEFANIA RIMINI Diamo qualcosa alla Cassa Depositi e Prestiti… UGO ARRIGO - ECONOMIA PUBBLICA UNIVERSITÀ MILANO BICOCCA Usa la Cassa Depositi e Prestiti e dice”comprami le Poste, le Ferrovie, l’Enel, la Finmeccanica” STEFANIA RIMINI Con quali soldi? UGO ARRIGO - ECONOMIA PUBBLICA UNIVERSITÀ MILANO BICOCCA Quelli dei pensionati italiani che riscuotono la pensione negli uffici rurali. Ma con qualche sforzo Cassa Depositi potrebbe comprarsi l’Alitalia. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Se così fosse, l’Alitalia prima pubblica poi privata, tornerebbe sostanzialmente pubblica, a parte il fatto che il contribuente sarebbe molto più povero che all’inizio. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO La Cassa Depositi e Prestiti contribuisce anche a ridurre il debito pubblico. Ha messo sul piatto 1 miliardo per acquistare, valorizzare e dismettere il patrimonio immobiliare degli enti locali. Come l’ex Caserma Sani che occupa 11 ettari del quartiere Navile di Bologna: ci sono dentro 26 edifici e l’Agenzia del Demanio non riesce a venderla. CITTADINO 1 QUARTIERE NAVILE Sono state fatte partire tre aste solo che non sono andate a buon fine. CITTADINO 2 QUARTIERE NAVILE Si, se salviamo il debito pubblico è la prima cosa, così dormiamo tranquilli la notte e lo spread finisce. Prima che ci tagliano pensioni e stipendi. CITTADINO 1 QUARTIERE NAVILE Che lui è un ex inquilino ad esempio, un maresciallo in pensione. Sono comunque entrati ad occupare le case che ancora… con la gente che ci viveva dentro. CITTADINO 2 QUARTIERE NAVILE Hanno sfondato la porta e occupato. CITTADINO 1 QUARTIERE NAVILE Hanno dormito nei loro letti, mangiato quello che c’era in frigo, perché dalla parte di dietro c’è un piccolo cancelletto che è sempre aperto, di là entrano. CITTADINO 1 QUARTIERE NAVILE E’ un peccato, eh… STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Nella lista dei beni da vendere c’è anche l’ex magazzino militare di via del Porto Fluviale a Roma, che però è occupato dal 2003. EMANUELA - OCCUPANTE PORTO FLUVIALE Questa è l’ex caserma di via del Porto Fluviale ed era un magazzino. L’abbiamo occupato e siamo circa cento famiglie. Era tutto un enorme spazio, non diviso. Le rotaie facevano una curva dal montacarichi e giravano tutto intorno all’edificio insomma. ETTE - OCCUPANTE PORTO FLUVIALE Abbiamo pensato di occupare questo posto per… con la speranza di avere in futuro una casa popolare. MATTEO DI CALISTO FUORI CAMPO E in quanti vivete in questa casa? ETTE - OCCUPANTE PORTO FLUVIALE Quattro, io, mio marito e due bambini piccoli… lo sto aspettando. Non si trova lavoro poi se anche trovi il lavoro per affittare un appartamento minimo devi pagare 800 euro, 900 quindi un po’ la situazione è critica. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Il ministro del Tesoro Grilli sta pensando di far comprare questi beni demaniali alla Cassa Depositi e Prestiti, in attesa di tempi migliori. Finora la Cassa ha solo investito nell’ “edilizia privata sociale” , cioè case da affittare a canone calmierato e da vendere a prezzi convenzionati. DAVIDE FONDA FUORI CAMPO C’era richiesta di case a Parma? C’era richiesta di tutti questi alloggi? FILIPPO ADORNI - RETE DIRITTI IN CASA Secondo me, per quanto riguarda alloggi in vendita proprio di richiesta non ce n’è. Infatti tantissimi altri progetti di edilizia convenzionata che non sono finanziati dal pubblico comunque sono rimasti vuoti. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO A Parma la Cdpi ha investito 25 milioni per edificare 852 alloggi, gran parte dei quali vengono messi in vendita a 2000 euro circa al metro quadrato, mentre una quota viene assegnata in affitto. FILIPPO ADORNI - RETE DIRITTI IN CASA La famiglia che si merita l’assegnazione deve avere uno stipendio minimo di 1300 euro al mese e questo esclude moltissime persone, moltissimi lavoratori precari, moltissime persone che hanno subito la crisi, subendo licenziamenti, cassa integrazione, eccetera eccetera. Tra l’ altro un grosso problema è legato al fatto che questo tipo di edilizia, quindi edilizia fatta insieme ai privati, sta praticamente soppiantando tutta la vecchia edilizia residenziale pubblica che erano le case popolari. Noi riteniamo che questo progetto serva principalmente ai costruttori che si sono visti comunque ridurre le commesse e puntano molto sul pubblico per il sostegno e per ridurre i rischi di impresa. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Il motto della Cassa depositi e prestiti è “facciamo crescere l’Italia”, ma uno dei tanti motivi per cui l’Italia non cresce è che costa troppo l’energia. FRANCESCO SARMIENTO - UTENTE ENEL Verso la fine di giugno sono venuti due operatori della Enel dicendo che mi dovevano cambiare il contatore perché non andava bene, non si leggeva bene. Hanno cambiato il contatore, “firmate qua” e se ne sono andati. A distanza di una ventina di giorni mi arriva la bolletta di un conguaglio di mille e trecento e rotti euro. Io da una pensione misera, figuratevi a togliere 150, 160… PACO SANNINO Posso sapere di quanto è questa pensione? FRANCESCO SARMIENTO - UTENTE ENEL Sì: otto e quaranta compresi gli assegni di mia moglie. Dopo trent’anni di lavoro all’Alfa Romeo. PACO SANNINO Ma non ha mai pensato di cambiare il gestore? FRANCESCO SARMIENTO - UTENTE ENEL No eh… che cambiamo? Stiamo là.. PACO SANNINO Non cambia niente secondo lei FRANCESCO SARMIENTO - UTENTE ENEL Siamo alla Camera dei Deputati; lei mi capisce che voglio dire… ANNA GATTA - UTENTE ENI Devo pagare milleduecento e più euro! PACO SANNINO Ma non ha mai pensato di cambiare il gestore a questo punto? ANNA GATTA - UTENTE ENI Di cambiare gestore? Quale gestore? Tolgo l’Eni? E dove mi metto? MARIANO GHERARDINI – EX UTENTE ITALGAS Dunque, qui le faccio vedere che si sente puzza di gas perché abbiamo delle tubazioni molto vecchie. STEFANIA RIMINI Ma perché non ve l’hanno messe a posto? MARIANO GHERARDINI – EX UTENTE ITALGAS Perché hanno detto che non hanno i soldi per farlo. STEFANIA RIMINI Dieci anni fa? MARIANO GHERARDINI – EX UTENTE ITALGAS Almeno dieci anni fa, anche più! STEFANIA RIMINI Ed è ancora così? MARIANO GHERARDINI – EX UTENTE ITALGAS È ancora così; è la ruggine che tiene il gas! STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Investimenti in ritardo, bollette stratosferiche, ma le tariffe dell’elettricità sono salite meno di quelle del gas, come mai? Anche qui c’è lo zampino della Cassa Depositi e Prestiti. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Cioè i prezzi del gas sono cresciuti più… CARLO STAGNARO – ISTITUTO BRUNO LEONI …più velocemente dell’inflazione. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Mentre quelli dell’ elettricità no? CARLO STAGNARO – ISTITUTO BRUNO LEONI Mentre quelli dell’elettricità sono stati in linea con l’inflazione. Quindi in termini reali sostanzialmente sono rimasti stabili. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Quindi secondo lei questo è collegabile anche al discorso delle reti? CARLO STAGNARO – ISTITUTO BRUNO LEONI Questo è collegabile al fatto che sul mercato elettrico c’è più concorrenza rispetto al mercato gas e sul mercato elettrico c’è più concorrenza per tante ragioni, ma una delle ragioni, probabilmente una delle principali, è che dal 2005 il gestore della rete cioè Terna è cugino alla lontana dell’operatore dominante cioè Enel. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO La rete degli elettrodotti, Terna è controllata dalla Cassa Depositi e Prestiti mentre l’Enel è controllato dal Tesoro. Questo garantisce la neutralità della rete, per cui si incoraggia l’arrivo di nuovi operatori che cercano di far concorrenza sul prezzo all’Enel facendo delle offerte a noi utenti. Invece nel caso del gas fino ad oggi la rete dei gasdotti della Snam era controllata dall’Eni, che è anche il principale venditore di gas. Ora il controllo dei gasdotti della Snam lo stanno passando alla Cassa Depositi e Prestiti. Questo ci garantirà la neutralità della rete del gas? CARLO STAGNARO – ISTITUTO BRUNO LEONI No, con l’operazione Snam avremo sia Eni sia Snam entrambi controllati dalla Cassa Depositi e Prestiti. Cioè non sarebbero cugini, ma fratelli e come dire in una logica in cui… STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Tra fratelli ci si aiuta… CARLO STAGNARO – ISTITUTO BRUNO LEONI Ci si aiuta di più che tra cugini STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Questo significa che i prezzi del gas tendenzialmente non diminuiranno in Italia? CARLO STAGNARO – ISTITUTO BRUNO LEONI Questo significa che.. se diminuiranno i prezzi diminuiranno meno di quanto avrebbero potuto diminuire, molto probabilmente non scenderanno, sicuramente saranno più alti di quanto potrebbero essere. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Alla fine il cuoco è sempre il Governo di turno che decide qual è il cibo da servire al Paese malato, cioè la ” politica industriale”. MILENA GABANELLI IN STUDIO Perché per noi utenti è meglio che chi gestisce i tubi che portano il gas verso il fornello di casa non sia parente di quello che il gas lo vende? Perché insieme possono fare un gioco di squadra e ostacolare magari un concorrente che potrebbe farci un prezzo migliore. Per questo l’Eni ha dovuto cedere la Snam. Chi se l’è comprata? La Cassa Depositi e Prestiti. Allora: se prima la situazione era che Snam era figlio e Eni il papà, adesso Eni e Snam sono fratelli perché hanno sopra la mamma che è la Cassa Depositi e Prestiti che controlla sia Eni che Snam e sopra il Tesoro, che sono i maggiori azionisti di tutti e due e quindi quale interesse mai avranno a favorire una concorrenza che poi alla fine dovrebbe far diminuire le nostre bollette del gas? Ora, i vertici di Cassa Depositi e Prestiti potranno dire “ma noi siamo autonomi!”; è vero, però le carte le da il Ministero del Tesoro e se si mettono troppo di traverso, il ministro di turno può sempre alla prima occasione mandarli a casa. Dopo la pubblicità vediamo in quali altre aziende sta entrando la Cassa. MILENA GABANELLI IN STUDIO Parliamo di Cassa Depositi e Prestiti che vuol dire 223 miliardi di risparmi postali gestiti da un gruppo di notabili che stanno al potere da quando eravamo piccoli. Dicono di investirli per finalità sociale e di sviluppo, per questo danno poco di interessi. Ma dove investono? Il Ministro dello Sviluppo Passera dichiara che “bisogna razionalizzare gli aeroporti” e guarda caso, la Cassa Depositi e Prestiti aveva giusto investito in un fondo che rileva aeroporti. Quindi indirettamente sarà la Cassa a dirci per esempio, dove potremmo trovare una compagnia low cost e dove avere la banda larga. Cominciamo con gli aeroporti. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Alcuni Comuni hanno sprecato milioni per dare contributi alle compagnie low cost e ora sono in crisi. L’aeroporto di Rimini un anno fa ha fatto un accordo con la Windjet per sottrarre collegamenti al vicino aeroporto di Forlì. Dopodiché la Windjet ad agosto ha lasciato tutti a terra. UTENTE 1 WINDJET Allora dovevo andare a Catania, avevo un volo prenotato per l’una però è stato annullato. MATTEO DI CALISTO FUORI CAMPO Che compagnia aerea è? UTENTE 1 WINDJET Windjet. UTENTE 2 WINDJET Siamo rimasti a terra in poche parole, non si sa che succede se si parte oppure no, stiamo facendo avanti indietro e nessuno sa dirci nulla. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Il livello del servizio in generale non è sempre quello che un viaggiatore si aspetterebbe. VIAGGIATRICE 1 E intanto i collegamenti da e verso l’aeroporto sono un po’ diciamo… lasciano un po’ il tempo che trovano. I treni sono abbastanza lenti; non c’è garanzia della puntualità. VIAGGIATRICE 2 Anche in particolare nel ritiro bagagli qualcosa di spettacolare, sì, il ritiro bagagli insomma non c’è orario ecco di ritardo. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO C’entra anche il fatto che le cooperative che forniscono in appalto i servizi aeroportuali sono in difficoltà. GIORGIO NICOLA - LAVORATORE AEROPORTO MALPENSA Noi siamo in cassa integrazione in deroga; c’è gente che addirittura ha avuto lo sfratto esecutivo, dormono in macchina. A me è capitato che mi hanno staccato la corrente perché non potevo pagarla in nessun modo. STEFANIA RIMINI E perché non poteva? GIORGIO NICOLA - LAVORATORE AEROPORTO MALPENSA Non potevo pagarla perché non mi arrivavano i soldi non mi arrivavano, questi miserabili 730 euro. Questa purtroppo è la situazione delle cooperative. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Gli aeroporti bisogna razionalizzarli, l’ha detto anche il Ministro dello sviluppo Passera, ma i Comuni a chi dovrebbero vendere i loro scali? I lavoratori sono preoccupati. STEFANIA RIMINI Ma scusi, magari arriva uno bravissimo che mette a posto tutto e assume anche gente CARMELO FOTIA - SINDACALISTA USB SEA MALPENSA Guardi, negli ultimi periodi si è trattato sempre di intervenire sul costo del lavoro e quindi sul taglio occupazionale. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Il privato che si è comprato il 29% di Linate e Malpensa dal Comune di Milano è il fondo F2i, già proprietario del 70% dell’aeroporto di Napoli Capodichino. Da chi è sponsorizzato? Dalla Cassa Depositi e Prestiti, che ha messo 150 milioni per contribuire alla sua creazione. Il presidente di F2i è Vito Gamberale. Quando era amministratore delegato di Autostrade per l’Italia con il meccanismo di fissazione dei pedaggi, nelle casse del gruppo entravano extraprofitti monopolistici, cioè ci stavano straguadagnando. Gamberale più tardi se ne è andato e ha aperto il fondo F2i, che investe anche nella banda larga. E chi meglio di lui poteva scegliere la Cassa Depositi e Prestiti per colmare il nostro ritardo digitale? Stiamo parlando di Metroweb, la società del fondo F2i che intende portare la fibra ottica super veloce nelle 30 principali città italiane entro il 2015. La Cassa Depositi e Prestiti investirà dentro Metroweb fino a 500 milioni. Perché con internet al momento siamo messi così. MARCELLA POMPEI - DIRETTRICE CENTRO ANZIANI TRIGORIA Questo è il centro anziani Benedetto Rossi ha bisogno proprio con gran velocità di un ADSL. PACO SANNINO Ma come mai non ce l’avete? MARCELLA POMPEI - DIRETTRICE CENTRO ANZIANI TRIGORIA Non ce l’abbiamo perché ci hanno sempre detto che non c’era il posto e io gli devo dare la chiavetta per inserirsi ed è costoso. LICIA CIONI Hanno riconfermato che il mio numero era coperto, che potevamo mettere l’ADSL; abbiamo di nuovo fatto il contratto telefonico ma l’ADSL non è ancora stato attivato, perché non è possibile: è un continuo di guasti telefonici. Devo fare un’email… insomma, a un certo punto ho i miei impegni fuori; mi scrivono la posta elettronica e io devo andarla a vedere… Pronto? …Muto! CRISTINA PROVENZANO E di quante persone stiamo parlando che non possono essere coperte dal servizio? MONICA AMICI - SINDACO GUIGLIA Stiamo parlando di circa almeno la metà delle persone residenti nel Comune di Guiglia, quindi saranno sui 2000, 2000 persone. PIETRO BALLIBANI Perchè internet funziona, quando funziona, in rarissimi casi, veramente con velocità che sono del tutto inaccettabili. CARLO ALBERTO BALDONI – TITOLARE TABACCHERIA La nostra connessione è rimasta ferma a 640Kb praticamente, quindi è molto obsoleta in confronto a quella che c’è adesso. Anche perché io conduco un’attività, quindi ho bisogno di inviare mail, fatture e cose del genere quindi c’è proprio questa difficoltà operativa. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Ma perché in Italia l’adsl funziona così male? DINO BORTOLOTTO – PRESIDENTE ASSOPROVIDER Non conta assolutamente essere in città o in paese: gli utenti in funzione della distanza che hanno tra loro e la centrale riceveranno un servizio, per intenderci un utente che si trovi a 6 km di distanza, non riesce a raggiungere di sicuro i 7 megabit, mentre ci riesce uno che si trova a 3 km di distanza. STEFANIA RIMINI E non c’è niente da fare, quindi? DINO BORTOLOTTO – PRESIDENTE ASSOPROVIDER E non c’è nulla da fare. STEFANIA RIMINI Anche se io compro un servizio per 7 megabit dopo me lo ritroverò... DINO BORTOLOTTO – PRESIDENTE ASSOPROVIDER Me lo ritroverò lentissimo. STEFANIA RIMINI Però lo pago come da 7 megabit. DINO BORTOLOTTO – PRESIDENTE ASSOPROVIDER Certo perché la velocità massima è nominale, cioè la capacità trasmissiva massima in condizioni ottimali. STEFANIA RIMINI Quindi tutti incavolati perché l’adsl non va veloce come vorrebbero, però basta che piova? DINO BORTOLOTTO – PRESIDENTE ASSOPROVIDER Basta che piova, basta che sono molto distante dalla centrale… STEFANIA RIMINI della Telecom… DINO BORTOLOTTO – PRESIDENTE ASSOPROVIDER Poi può accadere che la centrale abbia esaurito i doppini, quindi da quel momento in poi non è possibile aggiungere una sola adsl, un solo ulteriore servizio in quella zona. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO La Telecom ha 30 miliardi di debiti e le farebbe comodo che la Cassa Depositi e Prestiti si accollasse la vecchia rete telefonica in rame, quella che dà tutti i problemi che abbiamo visto. CARLO SCARPA – ECONOMIA E POLITICA INDUSTRIALE UNIVERSITÀ DI BRESCIA Se si acquisisce la rete di Telecom Italia a un valore ragionevole, attenzione, si acquisisce il diritto a lavorarci dentro e a sostituirla con la rete nuova, questo è il grosso vantaggio direi. STEFANIA RIMINI Se la Cassa prende la rete di Telecom, prende una cosa, il rame, che nel momento in cui viene la banda larga non vale più niente? CARLO SCARPA – ECONOMIA E POLITICA INDUSTRIALE UNIVERSITÀ DI BRESCIA Si tratta di vedere quanto costa. Peraltro la valutazione di un bene di questo genere è estremamente difficile. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Pare che la Telecom cederebbe la rete in rame per 15 miliardi mentre la Cassa sarebbe disposta a pagarne 9. Si stanno però mettendo d’accordo per cablare insieme a Metroweb altre 100 città. STEFANIA RIMINI Ma voi come la vedete? DINO BORTOLOTTO – PRESIDENTE ASSOPROVIDER Noi siamo totalmente contrari al riconoscimento di qualsiasi importo per il rame, per noi il rame vale niente. STEFANIA RIMINI Perché? DINO BORTOLOTTO – PRESIDENTE ASSOPROVIDER Perché quel rame, con la fibra a casa dell’utente non c’entra nulla. Se un operatore privato vuole portare della fibra a casa degli utenti è liberissimo di farlo purché lo faccia coi soldi suoi, non con i soldi della collettività, perché allora mi domando perché non vengano dati a me quei soldi perché con tutti quei soldi son capacissimo anch’io di portare la fibra in tutte le case previste da quel piano. STEFANIA RIMINI Invece con Metroweb abbiamo un soggetto… DINO BORTOLOTTO – PRESIDENTE ASSOPROVIDER Metroweb lo farà solo e soltanto dove gli conviene e tutti i cittadini e saranno molti, che staranno in zone ritenute non remunerative verranno totalmente ignorati. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Un sistema alternativo per dotarci della rete internet ultraveloce ci sarebbe. Gruppi di Comuni o anche singoli quartieri cittadini si potrebbero consorziare e si potrebbero tirare la loro fibra ottica, riutilizzando i cavidotti già esistenti. Così si taglierebbe fuori la Telecom e il suo monopolio sul filo di rame che va dalla centrale a casa dell’utente, perché ognuno sarebbe il padrone del suo pezzo di fibra, che diventerebbe una pertinenza dell’edificio. ALFREDO BREGNI - CONSULENTE DI DIREZIONE AZIENDALE Verrebbe a costare a tutti 600 euro, per tutti e l’avremmo anche tutti. E’ una cosa che si può fare credo in 3, 4…. 5 anni. Potremmo tirare una fibra che non solo è super veloce perché passa da 1, 2… 10 megabit teoricamente fino a 2 gigabit. STEFANIA RIMINI E si riesce a vedere i film… ALFREDO BREGNI - CONSULENTE DI DIREZIONE AZIENDALE Ci si fa qualunque cosa, cioè un’azienda con 2 gigabit ci fa qualunque cosa senza apparati particolari. Il bello di questa iniziativa è che se i cittadini decidono di farlo tutti insieme i 600 euro si fanno medi per tutti, quindi dove costa 200 si paga 600 tanto son soldi che comunque si spenderebbero e dove costa 1000, 1200 costa ancora 600 perché i cittadini potrebbero mettersi d’accordo in questo senso. STEFANIA RIMINI Però prima che mettiamo d’accordo tutta l’Italia… si potrebbe partire solo in un momento in cui sono d’accordo tutti? ALFREDO BREGNI - CONSULENTE DI DIREZIONE AZIENDALE No, allora: si può partire anche perché se si decide che…. il quartiere Prati decide di farlo, son 75mila persone decidono di cablarsi la loro fibra e lo possono fare. Perché alla fine quello che costa non è il cavo in sé, quello che costa è il cavidotto, quindi scavare. Quindi alla fine tutte le cifre tornano a patto di voler riutilizzare una parte di cavidotti: ci sono quelli dell’illuminazione pubblica, ci sono le fognature, c’è il gas, c’è la luce oltre che i telefoni. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Ma 600 euro da anticipare per un utente non sono pochi, ne vale la pena? ALFREDO BREGNI - CONSULENTE DI DIREZIONE AZIENDALE L’operatore farà pagare un canone per l’investimento che ha fatto, e noi continueremo a pagare il canone a Metroweb invece che a Telecom. Non si capisce perché non affrancarsi una volta per tutte da questo canone. MILENA GABANELLI IN STUDIO Si calcola che se avessimo la connessione che permette di scambiare velocemente dati e in Italia c’è solo in pochissime zone, il nostro Pil aumenterebbe di un punto e ci toglieremmo di mezzo un po’ di antenne che inquinano non poco. Per realizzare questa infrastruttura ci sono tante strade: una è quella di dire ai comuni: utilizzate i buchi che avete già, la Cassa contribuisce, fate passare i cavi con dentro la fibra e alla fine il proprietario rimane il cittadino; oppure mettere tutto nelle mani di uno. La Cassa ha preferito questa seconda strada: ha messo tutto nelle mani di Metroweb, che alla fine rimarrà monopolista e si sta anche mettendo d’accordo con Telecom per acquisire la sua rete in rame, che col tempo varrà sempre di meno. Vien da pensarla così: un aiutino a Telecom, che è indebitata con Intesa che ha i suoi uomini, come vedremo, dentro la Cassa. Tutto questo per connettere le 30 città e alla fine, chi abita a Velletri piuttosto che a Comacchio, a Carate Brianza o a Lentini, peggio per lui. Dentro alla Cassa però c’è il Fondo Strategico, che attinge sempre dai soldi dei risparmiatori postali. Che cos’è questo Fondo Strategico? STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO É come un missile patriot pronto a difendere l’italianità: se arriva un altro missile tu lo spari e il patriot lo intercetta. Tremonti l’ha messo in piedi per difendere la Parmalat dai francesi di Lactalis, ma non ha fatto in tempo. I settori che oggi può “proteggere” il Fondo, spaziano dalla difesa alle assicurazioni, dai trasporti all’alta tecnologia. STEFANIA RIMINI E’ stata un’innovazione positiva quella che hanno introdotto il ministro Tremonti all’epoca? VINCENZO COMITO – FINANZA AZIENDALE UNIVERSITÀ DI URBINO Si, nel gran mare dei disastri che Tremonti ha fatto durante la sua gestione, questa sembra essere quasi l’unica nota positiva: quella di aver avviato verso nuovi lidi la Cassa Depositi e Prestiti peraltro in realtà secondo me bisognerebbe mettere altri settori. STEFANIA RIMINI Tipo? VINCENZO COMITO – FINANZA AZIENDALE UNIVERSITÀ DI URBINO Turismo, beni culturali, agroalimentare, porti… che possono avere un grandissimo impatto sull’economia italiana, sull’occupazione. Però hanno stanziato pochi soldi, mi sembra 4, 5 miliardi di euro STEFANIA RIMINI Non è molto… VINCENZO COMITO – FINANZA AZIENDALE UNIVERSITÀ DI URBINO E c’è spazio per aumentare ancora di 50-100 miliardi STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO In pratica oggi la Cassa è sempre più simile a una banca d’investimento e quindi personale e stipendi sono quelli delle grandi banche. L’amministratore delegato Giovanni Gorno Tempini lavorava alla Mittel con Giovanni Bazoli, che è il dominus di Banca Intesa. Lo stipendio di Gorno Tempini è di 952mila euro all’anno, mentre il suo predecessore Massimo Varazzani, che è rimasto alla Cdp solo un anno e mezzo, ha percepito anche “l’indennità per mancato rinnovo della carica”. GIOVANNA BOURSIER Quanto aveva preso? MASSIMO VARAZZANI – EX AMMINISTRATORE DELEGATO CASSA DEPOSITI E PRESTITI Alla Cassa mi davano 750 mila euro all'anno. GIOVANNA BOURSIER Quindi le hanno dato 750 mila euro... MASSIMO VARAZZANI – EX AMMINISTRATORE DELEGATO CASSA DEPOSITI E PRESTITI No: più un anno e mezzo, quindi 1 milione e quello che l’è. GIOVANNA BOURSIER Come una liquidazione quello che l’è. MASSIMO VARAZZANI – EX AMMINISTRATORE DELEGATO CASSA DEPOSITI E PRESTITI Siccome sei un amministratore e non sei dipendente, se non ti rinnovo… ti do un minimo… non c’è liquidazione, il costo di un amministratore è molto meno di quello di un dipendente perché non ha i contributi, non ha la tredicesima.. GIOVANNA BOURSIER Però insomma quando si parla di 1 milione l'anno, no? MASSIMO VARAZZANI – EX AMMINISTRATORE DELEGATO CASSA DEPOSITI E PRESTITI Guardi io 750 veramente, forse volevano che prendessi di più, sono io che ho detto, no, no va bene così. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Inoltre la Cassa per il suo Fondo Strategico ha ingaggiato Maurizio Tamagnini, che quando era il capo di Merrill Lynch in Italia, la sua banca era accusata di truffa aggravata alla Regione Puglia. Da Report del 24 maggio 2009 MICHELE PELILLO – ASSESSORE BILANCIO REGIONE PUGLIA Noi non possiamo… non abbiamo nessuno strumento per opporci. STEFANIA RIMINI Cioè se la Merrill Lynch investe su un titolo che a voi non va…. MICHELE PELILLO – ASSESSORE BILANCIO REGIONE PUGLIA Se la Merrill Lynch impazzisce e nell’ambito del paniere concordato a suo tempo investe tutti i nostri soldi su un titolo sbagliato, noi non abbiamo nessuno strumento per impedirlo. Da Report del 25 ottobre 2009 ANTONIO LAUDATI – PROCURATORE CAPO DI BARI Complessivamente il danno della Regione al momento in cui siamo intervenuti è di circa 100 milioni, 103 milioni. STEFANIA RIMINI Ma questi soldi li recupera la Regione? ANTONIO LAUDATI – PROCURATORE CAPO DI BARI Noi li abbiamo sequestrati e quindi il sequestro è un sequestro preventivo, finalizzato alla restituzione alla Regione di questo denaro. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO A febbraio scorso il contratto della Regione Puglia è stato sanato con una transazione, ma la Merrill Lynch aveva siglato un contratto del genere anche con la Regione Lombardia, che è costato alle casse regionali 95 milioni più del dovuto, secondo una perizia per cui adesso sono in causa. Dov’era Tamagnini mentre i suoi funzionari trattavano con gli assessori? Intanto per mollare Merrill Lynch si fa pagare dalla Cassa 600mila euro all’anno. Delle 180 aziende che si sono rivolte al Fondo, finora è stata accolta la Kedrion, l’azienda biofarmaceutica del senatore del PD Andrea Marcucci. Adesso si stanno muovendo per rilevare le quote di due grandi aziende che Finmeccanica è costretta a cedere: Ansaldo Energia, che produce centrali elettriche e Avio, che produce il motore dell’Eurofighter e il lanciatore satellitare Vega. AL TELEFONO MICHELE NONES – DIRETTORE PROGRAMMA SICUREZZA E DIFESA IAI, ISTITUTO AFFARI INTERNAZIONALI E’ più un’esigenza di Finmeccanica, che se Finmeccanica non avesse i problemi che ha e non fosse alla disperata ricerca di liquidità…tenga conto che Finmeccanica dall’operazione può ricavare circa diciamo 200 milioni. STEFANIA RIMINI Infatti, quindi è indicato l’intervento del Fondo Strategico? AL TELEFONO MICHELE NONES – DIRETTORE PROGRAMMA SICUREZZA E DIFESA IAI, ISTITUTO AFFARI INTERNAZIONALI Si, torno a ripetere, se lei non ha altri strumenti. STEFANIA RIMINI Gli altri strumenti sarebbero diciamo preferibili, no? AL TELEFONO MICHELE NONES – DIRETTORE PROGRAMMA SICUREZZA E DIFESA IAI, ISTITUTO AFFARI INTERNAZIONALI Si certo. STEFANIA RIMINI Ma perché? AL TELEFONO MICHELE NONES – DIRETTORE PROGRAMMA SICUREZZA E DIFESA IAI, ISTITUTO AFFARI INTERNAZIONALI Tanto per cominciare non deve metterci i soldi. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Basterebbe applicare quel decreto che impone a qualunque investitore estero interessato alle nostre aziende di chiedere prima al Governo: “Scusa, me la vorrei comprare hai problemi? Se no, non comincio nemmeno”. Invece si preferisce far firmare l’assegno alla Cassa Depositi e Prestiti. Il punto è: si tratta solo di un parcheggio temporaneo o tutte queste aziende la Cassa se le vorrà tenere? Perché rischiamo di tornare alle partecipazioni statali come quando c’era l’Iri. STEFANIA RIMINI Lei comunque ha avuto anche un’esperienza in IRI? VINCENZO COMITO – FINANZA AZIENDALE UNIVERSITÀ DI URBINO Sì, la mia prima esperienza di lavoro molti decenni fa è stata proprio nel gruppo IRI e proprio in una società che entrava nel capitale di piccole medie imprese meritevoli. STEFANIA RIMINI Ah si? Che era? VINCENZO COMITO – FINANZA AZIENDALE UNIVERSITÀ DI URBINO Si chiamava Isap, poi è andata a finire un po’ male. Cosa è successo, a un certo punto arriva Fanfani e bisogna finanziare lo zuccherificio nella sua zona elettorale dove non c’erano le barbabietole, poi arriva Visentini e bisogna finanziare la Saimp una società meccanica che era di nuovo dalle sue parti e così via… STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Sono passati sessant’anni e ci riproviamo con il Fondo Italiano d’Investimento, che ha raccolto 1 miliardo e 200 milioni tra varie banche, tra cui la Cassa Depositi e Prestiti che contribuisce con il 21%. Se sei una piccola impresa e lo convinci che puoi diventare grande e farai strada, il Fondo ti mette nuove risorse nel motore. Ma l’azienda dopo andrà a generare ricchezza in Italia o all’estero o solo nelle tasche dei proprietari? In inglese si chiama private equity, ma che tipo di mestiere è? ANNA GERVASONI – DIRETTORE AIFI, ASSOCIAZIONE ITALIANA DEL PRIVATE EQUITY E VENTURE CAPITAL Il private equity e il venture capital fa il socio delle imprese, entra nel capitale di rischio, quindi deve avere anche una chimica positiva con l’imprenditore, valutarlo, vedere se quell’impresa è giusta, se il business plan è un business plan che ha potenziale, a quel punto i soldi li mette più che volentieri. STEFANIA RIMINI Per chi fa private equity quant’è la percentuale di investimenti che si azzerano? ANNA GERVASONI – DIRETTORE AIFI, PRIVATE EQUITY E VENTURE CAPITAL Parliamo del 10%. ASSOCIAZIONE ITALIANA DEL ASSOCIAZIONE ITALIANA DEL ANNA GERVASONI – DIRETTORE AIFI, ASSOCIAZIONE PRIVATE EQUITY E VENTURE CAPITAL Perdo anche il mio milione, fa parte appunto del nostro mestiere. ITALIANA DEL STEFANIA RIMINI Che vanno male, che si azzerano? STEFANIA RIMINI Si, dove si azzerano i rendimenti. STEFANIA RIMINI E se l’azienda salta del tutto? ANNA GERVASONI – DIRETTORE AIFI, PRIVATE EQUITY E VENTURE CAPITAL Beh, diciamo che se l’azienda salta… STEFANIA RIMINI Ci perdo un milione. LUIGI ZINGALES – ECONOMISTA UNIVERSITÀ DI CHICAGO Anche negli Stati Uniti dove il mercato di private equity funziona relativamente bene, è sviluppato, ci sono tante nuove aziende etc etc…, gli studi empirici dimostrano che lo Stato come fondo di private equity è un disastro. STEFANIA RIMINI Anche negli Stati Uniti? LUIGI ZINGALES – ECONOMISTA UNIVERSITÀ DI CHICAGO Anche negli Stati Uniti, quindi, la prospettiva che in Italia improvvisamente ci inventiamo a essere bravi in private equity con i soldi pubblici secondo me non esiste. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Qui però non sono soldi pubblici ma per la maggior parte soldi privati e finora il Fondo Italiano d’Investimento si è mosso con prudenza, non si prefigge rendimenti speculativi perché il suo scopo è far crescere le piccole aziende. STEFANIA RIMINI Loro però hanno già dichiarato che è nell’interesse dello sviluppo… LUIGI ZINGALES – ECONOMISTA UNIVERSITÀ DI CHICAGO Lei ha perfettamente ragione è un’idea bellissima. Il problema di questo è che è difficilissimo da misurare, anzi quello che lei mi dice mi preoccupa ancora di più perché lei mi sta dicendo che loro hanno la scusa per fare degli investimenti clientelari, perché dicono “è per l’utilità sociale”. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Vediamo, tra le aziende scelte dal fondo non tutte appartengono a dei signori nessuno. C’è la GMM di Massimo Sordi, membro di spicco di Assolombarda; c’è la Cartour della famiglia Matacena che gestisce i traghetti sullo stretto di Messina. Da un’analisi indipendente dei bilanci abbiamo appreso inoltre che in due casi, per la Farmol e per la TrueStar i soldi del Fondo sembrerebbero servire soprattutto per finanziare le attività estere. MILENA GABANELLI IN STUDIO Qui, bisognerebbe fidarsi e basta, ma come abbiamo visto la Cassa ascolta volentieri la politica, che ha un piede dentro al Fondo, che ha messo 10 milioni dentro la TrueStar. Il titolare è Fabio Talin, residente in Svizzera, e fino al 2008 la sua società che impacchetta bagagli negli aeroporti di 17 paesi aveva come socio Paolo Berlusconi. Da allora ci informa, dal 2008 non ci sono più rapporti professionali. Ora sull’agenda sequestrata a Ponzellini, risulta che a marzo del 2010 Paolo Berlusconi e Talin si incontrano con Ponzellini, Ponzellini è il banchiere che ha servito molti politici e oggi nei guai per la questione della Banca Popolare di Milano, l’incontro avviene per parlare appunto di TrueStar. Comunque ci scrivono che con il Fondo dentro TrueStar gli utili devono essere reinvestiti nello sviluppo dell’azienda, che vuol dire posti di lavoro. Cominciamo la storia dall’aeroporto di Miami, dove la TrueStar si è aggiudicata la concessione per impacchettare i bagagli. Siamo ad ottobre 2011 e un giornalista locale si incuriosisce. NELSON HORTA - GIORNALISTA Fui contattato da alcuni impiegati dell’impresa in questione. Questa compagnia arrivò a Miami e offrì più di 11 milioni di dollari per assicurarsi un contratto che in seguito venimmo a sapere rendeva soltanto 10 milioni di dollari all’anno. Per questo pensammo che c’era qualcosa sotto. Abbiamo detto, scritto e pubblicato che progettavano di andare di fronte alla commissione per chiedere di ridurre gli 11 milioni di dollari che avevano offerto per ottenere il contratto e ciò è successo alcuni mesi dopo. Dicemmo che avevano 39 macchine operative nell’aeroporto internazionale di Miami e invece loro sostenevano che non era vero e di fatto all’aeroporto ne dichiaravano 31. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Per la TrueStar è tutto falso e ha denunciato il giornalista di Miami. Nel frattempo a marzo i lavoratori a Fiumicino si agitavano perché la cooperativa Solution Teams che lavorava per la TrueStar aveva smesso di pagarli. LAVORATORE SOLUTION TEAMS 1 Vogliamo tornare a fare il nostro lavoro, non pretendiamo altro. LAVORATORE SOLUTION TEAMS 2 Nello stesso ambiente cooperavano sia Solution Teams che TrueStar, quindi era suddiviso da vetrate. Il nostro responsabile prendeva anche direttive dai dirigenti di TrueStar, prendeva ordini da tutti e due. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO I lavoratori contestavano l’interposizione di mano d’opera. Secondo loro cooperativa e TrueStar di fatto erano la stessa cosa, comunque quando la cooperativa è saltata la TrueStar ha assunto la maggior parte degli ex dipendenti MBOW MODOU – DIPENDENTE TRUE STAR All’ufficio abbiamo firmato le carte e tutto, “sì va bene vi prendiamo tutti”, ci abbiamo creduto e abbiamo firmato. Così superati tipo 26 giorni di prova il primo che hanno chiamato per licenziare sono stato io. Mi hanno detto: “sai che oggi è il tuo ultimo giorno di lavoro?” e io ho detto “wow, proprio così dev’essere? Così ho fatto la causa sono passati 5 mesi, però alla fine grazie al Signore l’ho vinta io quindi niente, ho diritto di tornare a lavorare più essere pagato i mesi arretrati. RENZO CANAVESI – SINDACALISTA CUB TRASPORTI Adesso lui non ha neanche passato la prova ha dovuto ricorrere, ma anche il lavoratore che è stato assunto ha perso le sue spettanze perché la cooperativa non le paga, la TrueStar non si fa garante anche se la legge dice che se subentri ti devi fare carico anche del passato, abbiamo di nuovo il trucchetto di non pagare il tfr. Ma non solo, per dire, usano un contratto che ha come paga 5 euro e cinquanta, io c’ho qua la busta, lorda no? STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO C’è da dire che la Cassa Depositi e Prestiti non ha niente a che vedere con le vicende della TrueStar, perché è responsabilità del Fondo Italiano d’investimento monitorare le aziende dove mette i soldi. La coincidenza è che anche alla Cassa viene contestata l’intermediazione di manodopera”, dai dipendenti di un’azienda che le fornisce i servizi d’archivio. GIOVANNI PELLETTIERI – LEGALE LAVORATORI ROTOCLASS Dal momento che sono circa 12 anni che lavorano presso la Cassa Depositi e Prestiti e si sono visti negare tutti i benefici dei dipendenti della Cassa Depositi e Prestiti. STEFANIA RIMINI Dei dipendenti della Cassa? GIOVANNI PELLETTIERI – LEGALE LAVORATORI ROTOCLASS Dei dipendenti della Cassa Depositi e Prestiti. STEFANIA RIMINI Perché loro dicono di aver sempre svolto… ROSA TRONCELLITI - LEGALE LAVORATORI ROTOCLASS Presso la Cassa hanno svolto mansioni di archivista, di commesso, di usciere, cioè… STEFANIA RIMINI Loro non hanno mai messo piede nell’azienda fornitrice che li ha assunti? ROSA TRONCELLITI - LEGALE LAVORATORI ROTOCLASS Mai…non sono mai entrati, neanche per un’ora. Mai. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO E avanti con i ricorsi al giudice. Alla fine alcuni sono stati assunti dalla Cassa, altri no. Insomma è dura, far crescere l’Italia. In conclusione, dopo quello che abbiamo visto sulle attività della Cassa Depositi e Prestiti e sapendo che se va storto qualcosa garantiamo noi con le nostre tasse, ci chiediamo: come siamo messi? Se guardiamo in America, le istituzioni-centauro Fannie Mae e Freddie Mac, un po’ pubbliche e un po’ private, alla fine le ha dovute salvare il contribuente. Anche in Germania la KFW, omologo della nostra Cassa è costata al contribuente tedesco 8 miliardi quando il governo se ne è servito per salvare un’altra banca. STEFANIA RIMINI Rispetto all’omologa tedesca, la nostra Cassa Depositi e Prestiti rischia meno. MARIO SEMINERIO – ECONOMISTA Sì. STEFANIA RIMINI Perché? MARIO SEMINERIO – ECONOMISTA Perché ha un grado di leva finanziaria, cioè di indebitamento, che è più basso rispetto a quello della KFW tedesca. Vorrei ricordare un aneddoto piuttosto simpatico: nelle ore immediatamente successive all’implosione di Lehman Brothers, la KFW tedesca si segnalò perché fecero un bonifico di oltre 400 milioni di euro a Lehman. Però magari glielo si può anche perdonare visto che loro sono tedeschi. STEFANIA RIMINI E la Cassa Depositi e Prestiti ci sta costando o rendendo da quello che si vede? MARIO SEMINERIO – ECONOMISTA No: sta rendendo. LUIGI ZINGALES – ECONOMISTA UNIVERSITÀ DI CHICAGO La perdita di bilancio non si vede immediatamente. STEFANIA RIMINI Comunque loro di controlli, sulla carta, ne hanno tanti perché la Cassa Depositi e Prestiti è vigilata dalla Corte dei Conti, è vigilata dalla Commissione Parlamentare, dal Tesoro… LUIGI ZINGALES – ECONOMISTA UNIVERSITÀ DI CHICAGO Sì: l’Italia è il paese che ha i maggiori controlli formali. In Italia, basta che le regole siano seguite, che ci siano tutte le carte da bollo e le firme giuste, e lei è a posto; dopodiché se tutti gli investimenti sono stati fatti a amici politici e li chiami a fini sociali, nessuno può controllare. STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO Sentiamo cosa controlla la Commissione di Vigilanza Parlamentare sulla Cassa. STEFANIA RIMINI Se la Cassa decide di fare un grosso finanziamento a un’azienda piuttosto che di entrare con un aumento di capitale in un’azienda, voi come Commissione di Vigilanza lo sapete prima o dopo? GIOVANNI LEGNINI - COMMISSIONE VIGILANZA CASSA DEPOSITI E PRESTITI Mah, noi difficilmente lo sappiamo per la ragione che non è la Cassa direttamente che eroga denaro, ma questa finalità è affidata a società terze partecipate, controllate maggioritariamente… STEFANIA RIMINI E su queste a voi non arrivano informazioni? GIOVANNI LEGNINI - COMMISSIONE VIGILANZA CASSA DEPOSITI E PRESTITI … o meno e noi non abbiamo il controllo su quelle società. Se avviene un fatto di cattiva gestione, col sistema attuale di controlli, le cose è probabile che si vengano a sapere a cose fatte. STEFANIA RIMINI Vuol dire che mentre i controllori si domandano se il toro è fertile o sterile, la mucca ti sforna il vitellino. E adesso cosa facciamo, lo rimettiamo dentro? Questo è il problema con la Cassa Depositi e Prestiti. LUIGI ZINGALES – ECONOMISTA UNIVERSITÀ DI CHICAGO Loro sfruttano un vantaggio statale, per usi che dichiarano essere usi pubblici, però non rendono conto al pubblico, perché non sono direttamente… non sono scelte direttamente politiche e non sono scelte che vengono validate dal Parlamento; non sono neanche scelte totalmente private perché nessuno ha i soldi a rischio. Quindi questa commistione è quella che rende l’operazione particolarmente pericolosa perché nessuno deve rendere conto a nessuno. MILENA GABANELLI IN STUDIO I vertici della Cassa e dei fondi purtroppo non hanno accettato di dire la loro. Ma guardando i numeri va tutto bene, però i sintomi della degenerazione sono già tutti lì. La Cassa sta fuori dalla Pubblica Amministrazione, ma è gestita dalla politica, che può farle aprire il portafoglio quando vuole perché i criteri sono elastici. Oggi non può entrare dentro le aziende decotte e questo è un bene. Gli investimenti dicono sono solo “per lo sviluppo e strategici” allora fare edilizia convenzionata a Parma è strategico? Dare una poltrona a De Michelis è per lo sviluppo? Fare un prestito alla Carnival per comprare 2 navi dalla Fincantieri è per lo sviluppo o è un costoso tappabuchi? Chi ci garantisce che un domani non possa diventare strategico salvare una banca, usando i soldi che i pensionati hanno messo in posta? Basta cambiare lo statuto e non sarebbe la prima volta. Allora io che sono a casa e ho messo i miei risparmi in posta cosa devo fare levarli, toglierli da lì? Certo che no, primo perché il rischio non si elimina dalla vita, secondo perché rispetto alle alternative la Cassa è una verginella. Ma è un attimo farla diventare una escort perché non ci raccontano niente. Vivono nel chiuso delle loro stanze fanno le trattative riservate per esempio in questo momento trattano con Telecom quanto sborsare per una rete in rame, che poi con la fibra varrà sempre di meno. Sono soldi dei risparmiatori, trattative aperte signor Bassanini e la smetta di dire che bisogna usare riservatezza. I giornalisti devono sapere per informare i risparmiatori che ci hanno messo i soldi e i contribuenti che quei soldi hanno garantito. La stessa cosa vale per le fondazioni che vivono di tavoli riservati e stanno facendo la trattativa col Tesoro per avere lo sconto se la fanno fra loro e se riusciranno a spuntare lo sconto di 3 miliardi glielo pagheremo noi, a cose fatte. Allora forse è finito il tempo di firmare le cambiali in bianco, il sistema va corretto. Come? Pensateci e fatecelo sapere. Così poi noi decidiamo se lasciare i nostri soldi in posta oppure tirarli via.