Il Bilancio Partecipativo
a livello locale
• Non un documento finanziario (spesso poco
comprensibile ai non esperti) ma un processo basato
sul coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni
relative all’utilizzo delle risorse economiche
• Mix di democrazia rappresentativa e di democrazia
partecipativa
Origini del B.P.
• A Porto Alegre, nel 1998, vinse le elezioni comunali una
coalizione di sinistra guidata dal Partido dos Trabalhadores.
• La città brasiliana (1.300.000 abitanti circa) veniva da una
situazione amministrativa disastrosa.
• Problematiche cittadine:
 Favoritismi verso finanziatori e proprietari di bische
clandestine
 Differenze notevoli di reddito tra i cittadini
 Reti fognarie praticamente inesistenti
 Strade disastrate
 Numerose famiglie prive di acqua
• La necessità di trovare un metodo di buon governo
portarono il Partido dos Trabalhadores ad ideare un
processo informale in grado di creare forte
mobilitazione, incrociando gli stessi interessi della
società civile organizzata.
• Per mezzo di una serie di riunioni la cittadinanza in
sinergia con l’Amministrazione viene convocata per
discutere sulle problematiche cittadine e su come
poterle superare.
Il metodo di successo
• Il BP venne presentato nel 2001 al World Social
Forum
• L’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite) ha
definito tale metodologia come uno strumento
efficace di gestione pubblica, considerandolo e
giudicandolo come una tra le quaranta migliori
pratiche di governo democratico al mondo.
• La Banca Mondiale inserisce il BP tra i 100 migliori
casi al mondo di buona governance locale.
Fasi del BP
Diffusione in Brasile
Esportazione
• Dopo una prima fase, caratterizzata dalla
nascita, dallo sviluppo e dalla diffusione in Sud
America, il BP viene adottato anche nel
contesto europeo.
Fattori decisivi per attuare il BP
• Volontà politica
• Interesse delle organizzazioni della società civile e della
cittadinanza in genere
• Definizione delle regole del gioco
• Formazione della popolazione e dei funzionari comunali, sia
sul Bilancio generale che su quello partecipativo
• Informazioni sulle date e i luoghi delle riunioni
• Definizione delle priorità delle scelte tra le richieste avanzate
Importanza della regolamentazione
Affinchè il BP possa divenire un metodo di
governo è necessario istituzionalizzarlo.
Diversificate sono le scelte regolative delle
singole amministrazioni locali:
- Linee Guida;
- Statuto comunale;
- Regolamento comunale;
- Delibera di Giunta comunale.
Sviluppo in Italia
Le prime amministrazioni italiane ad attuare il BP sono
state quelle di Grottammare, Pieve Emanuele e
Municipio XI di Roma.
Come un percorso al contrario da oltre oceano, le c.d.
<<tre caravelle>> hanno adottato tale nuova
metodologia di governo del territorio, dando inizio
alla sua diffusione in Italia.
Grottammare
• Città di 15.000 abitanti in Provincia di Ascoli
Piceno.
• Nel 1994 le elezioni amministrative vennero vinte
da una lista locale chiamata Solidarietà e
Partecipazione.
• Le passate legislazioni ed il mal governo della
città favorirono l’adozione di una ulteriore forma
innovativa di governo del territorio.
• Per mezzo di una serie di riunioni inizia il ciclo di
BP che dura un anno.
• Il processo di BP dura quasi 1 anno
Fasi del BP.
Fasi del BP.
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1) Condivisione del progetto (Febbraio): il gruppo promotore delinea le linee
guida del progetto.
2) Emersione del bisogno (Maggio / Giugno): vengono convocate assemblee di
quartiere (Primo turno) nelle quali i cittadini hanno la possibilità di rivolgere
domande e segnalare proposte e progetti a livello di quartiere che troveranno
copertura finanziaria nel bilancio di previsione dell’anno successivo. In particolare i
cittadini presenti alle assemblee possono compilare una scheda o un questionario
in cui descrivono l’intervento richiesto.
3) Verifica di fattibilità (Giugno / Agosto): il settore tecnico competente ed il
settore finanziario, con la presenza di alcuni componenti del gruppo promotore,
valutano la fattibilità delle proposte ricevute, indicando, laddove possibile, una
stima dei costi e dei tempi necessari alla loro attuazione. Le proposte sono
condivise con il gruppo promotore e quindi comunicate ai cittadini.
4) La scelta delle priorità (Settembre / Ottobre): viene indetto un nuovo turno di
assemblee di quartiere (Secondo turno), in cui i cittadini potranno esprimere la
propria preferenza tra le proposte che avranno superato la verifica di fattibilità. La
Griglia delle priorità (Ottobre) è costruita in base alle risultanze
delle votazioni: si procederà a formulare un'unica griglia delle priorità a livello di
quartiere.
5) Bilancio di previsione (Novembre): nella fase finale le proposte con il maggior
numero di preferenze a livello di quartiere (entro la quota di bilancio stanziata)
saranno inserite nel bilancio di previsione dell’anno successivo”.
• A conclusione del ciclo annuale, viene adottato il
Regolamento di funzionamento interno che verrà applicato
per l’elaborazione del bilancio relativo all’anno successivo,
durante il quale verrà attuato il Ciclo di Esecuzione e
Controllo. Tale ultima fase inizia con alcuni studi tecnici e
termina con l’inaugurazione dei progetti approvati.
• I meriti del bilancio partecipativo di Grottammare sono
quelli di aver creato una cultura ed un interesse della
cittadinanza alla partecipazione, di aver reso possibile un
processo democratico, finalizzato all'inclusione di infiniti
percorsi partecipativi anche al di fuori della discussione del
bilancio partecipativo e ciò mediante il coinvolgimento di
un numero sempre maggiore di cittadini, in particolare del
settore privato e dei giovani, tendenzialmente non
attivissimi nel processo.
Risultati
Risvolti più che positivi sono riscontrabili nella qualità di
vita della città stessa e nei risultati raggiunti:
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+84% di presenze turistiche
+327% di spesa sociale
+ 64% di spesa per la cultura
+ 35% per la spesa urbana
Pieve Emanuele
• Città di 18.000 abitanti in Provincia di Milano
• Il progetto di bilancio partecipativo prese il
nome, non casualmente, di “Pieve Alegre” e fu
proposto, dalla allora Amministrazione locale,
nel 2002 al termine di un processo
collaborativo svolto nel corso di anni tra la
Giunta, il Consiglio, le consulte e le scuole ed
inserito sotto l'egida dell'Assessorato alla
Cultura e Comunicazione.
Il ciclo del BP
1)
Raccolta delle proposte ed emersione del bisogno. Riunione
aperta a tutti i cittadini, moderata da un facilitatore e supportata
da tecnici dell'amministrazione. Compilazione di un documento
comprensivo di tutte le proposte pervenute.
2) Verifica di fattibilità delle proposte raccolte. Compito spettante ai
tecnici comunali, che giudicavano la possibilità o meno di
realizzare quanto richiesto dai cittadini.
3) Ordine di priorità degli interventi da attuare. Partecipazione rivolta
a tutti: possibilità di votare l'ordine di attuazione per mezzo di
una scheda predisposta dalla Pubblica Amministrazione, dove
erano indicate le proposte che si potevano realizzare.
4) Approvazione del bilancio.
• La Giunta di Pieve Emanuele decise di inserire il bilancio partecipativo
nello Statuto Comunale, dotandolo di un Regolamento e di una prassi
amministrativa strutturata da un documento annuale di linee guida,
discusso ed approvato dal Consiglio Comunale.
Tale documento venne adottato il 28/09/06 con deliberazione n. 103
avente ad oggetto: “Bilancio Partecipativo – Attività e Linee Guida 2006”
nel quale erano sintetizzati gli indirizzi tecnico-politici e gli obiettivi attesi
dall’Amministrazione comunale nell’attuazione del ciclo del bilancio
partecipativo.
Le linee guida erano predisposte dall’Assessorato alla Partecipazione e
poste all’attenzione del Consiglio Comunale, previo parere della IV
Commissione Consiliare permanente per la loro discussione ed
approvazione, come previsto dallo Statuto Comunale all’art. 89 comma 3.
Venne creata una struttura ad hoc con uffici comunali preposti a far
coincidere l'iter amministrativo con quello di partecipazione al bilancio.
Il seguito
• A Pieve Emanuele attualmente il BP non è più
attivo; l’Amministrazione successiva, di
orientamento politico differente, ha deciso di
eliminare tale formula di governo.
• L' ex Assessore
Emanuele scrisse
intitolato “Pieve
sperimentazioni
raccordato, tutto
settimane”
al Bilancio Partecipativo di Pieve
malinconicamente in un articolo
Alegre non ride più”: “le tante
che avevamo lanciato, legato,
questo è stato distrutto in poche
Municipio XI di Roma
Con i suoi 140.000 abitanti, circa il 5% di Roma, da
anni svolge la funzione di esempio modello per la
grande città, descritto nei paragrafi precedenti.
L'inizio della sperimentazione del bilancio
partecipativo è datata 2003.
L'organizzazione del bilancio partecipativo romano
si basava sul principio fondamentale della libera
partecipazione e votazione di tutti i cittadini,
esclusi i minori di 14 anni
Fasi del BP
a) Fase
iniziale:
elezione
dei
delegati
rappresentanti della collegialità dei partecipanti
in un rapporto di 1 a 15 cittadini.
b) Fase centrale: individuazione dei problemi e
consequenziale formulazione delle proposte.
Presenza di facilitatori della comunicazione e
divisione in gruppi di lavoro dei cittadini.
c) Fase finale: votazione delle priorità di intervento
• Nel 2007 la Commissione Bilancio del Comune
stabilì un accordo circa una percentuale fissa
di bilancio da garantire per la realizzazione di
alcune opere, scelte dalla cittadinanza.
• Attualmente nel Municipio XI di Roma, al
cambio dell’Amministrazione, il BP non è più
attuato.
Comune di Venezia
Il Comune di Venezia, 271.000 abitanti, è stato il primo caso di
grande città ad attivare un bilancio partecipativo
riconducibile all'esempio della città modello, quale buona
pratica da seguire per la città vicina.
Il progetto iniziale si basava sulla formazione di un rapporto
stretto tra l'Assessorato al Bilancio e tre Municipalità
sperimentali (Lido, Marghera e Favaro Veneto) al fine di non
lasciare isolate queste realtà e di organizzare in maniera
coordinata ed efficiente gli interventi richiesti dai molti
cittadini partecipanti.
Tale partecipazione era promossa attraverso commissioni
speciali e forum tematici, aperti a tutti i cittadini, anche
stranieri, e dalle associazioni con l’obiettivo di formulare
indirizzi e proposte in relazione alla definizione del bilancio
partecipativo.
Nonostante la fetta di bilancio messo a disposizione del Comune fosse molto
piccola, circa l'1%, gli esiti di tale iniziative furono molto interessanti.
a) Al Lido il progetto di bilancio partecipativo fu fortemente sostenuto da
parte dei cittadini, infatti le risorse messe a disposizione provenivano
sia dall'ente pubblico sia dalla popolazione stessa. Le riunioni
avvenivano all'interno di parrocchie.
b) Marghera riuscì ad attivare una serie di innovazioni metodologiche
riguardanti le tecniche di organizzazione e moderazione delle
assemblee e il monitoraggio dei rappresentanti. Tutto ciò grazie alla
convergenza dei finanziamenti provenienti dall'attivazione della
pratica di partecipazione al bilancio e dei fondi provenienti dal
progetto europeo LHASA (Large Housing Areas Stabilisation Action).
c) A Favaro Veneto si decise di convergere in maniera decisa verso un
unico obiettivo in modo da poter negoziare i fondi erogati per la
sperimentazione del bilancio partecipativo dal Comune in maniera più
agevole
Il seguito
Nel 2005 con l'elezione della nuova Giunta
comunale la pratica partecipativa al bilancio è
stata cancellata
Comune di Parma
Il Comune di Parma, 183.000 abitanti, applica un bilancio partecipativo
interessante per:
a) la dimensione che tale pratica assume nel contesto cittadino
b) l'orientamento politico della giunta che governa la città (nel 2007
alle elezioni amministrative vinse una lista civica appoggiata dal
centro destra)
c) il tentativo di stabilire delle procedure strutturate del processo, con
l'ausilio dell'Università di Economia
d) il Regolamento comunale composto da cinque articoli: 1) definizione
e finalità, 2) partecipazione al bilancio partecipativo, 3) soggetti che
possono partecipare alla votazione, 4) sistema di votazione dei
progetti, 5) revisione del Regolamento.
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