9 Marta Vigili de Kreutzenberg Anni ’40: amore in tempo di guerra Copyright © MMXIII ARACNE editrice S.r.l. www. aracneeditrice.it [email protected] via Raffaele Garofalo, 133/A-B 00173 Roma (06) 93781065 isbn 978–88-548-6441-2 I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell’Editore. I edizione: ottobre 2013 Ai miei cinque figli Prefazione Il libretto Anni ’40: amore in tempo di guerra di Marta Vigili de Kreutzenberg è una narrazione della Storia vista dalla particolare angolazione di coloro che, pur travolti dal tragico corso degli eventi, l’hanno subita senza perdere mai la purezza e la costanza dei propri sentimenti. Così l’idillio tra il tenentino siciliano e la signorina trentina di buona famiglia – la scrittrice – assume una dimensione eroica di accettazione non rassegnata del futuro, da affrontare insieme, pur nella lontananza imposta dalle necessità della guerra. Il matrimonio, il viaggio di nozze preludono nelle fantasie dei giovani sposi a un sereno futuro familiare quando la guerra – si pensa a breve – sarà finita. Siamo nel 1940 e l’Italia è entrata in guerra a fianco della Germania. Dopo l’attacco alla Francia, già prostrata e vinta dai tedeschi, Mussolini pensa a un’altra impresa militare, l’aggressione alla Grecia. La guerra alla nazione ellenica è assolutamente immotivata dal punto di vista politico e strategico, ma la smania mussoliniana di competere con l’alleato germanico lo spinge all’impresa. Le truppe italiane varcano il confine greco-albanese (è il 1941) e vengono subito 7 Prefazione fermate dall’eroica resistenza greca. I soldati italiani vengono mandati allo sbaraglio a causa della superficialità con cui i comandi hanno preparato l’attacco. Mancano le armi, il numero delle divisioni impiegate è insufficiente, il vestiario inadatto all’inverno greco. Il freddo uccide quanto le pallottole del nemico. L’esercito italiano sta per essere respinto ben oltre le basi di partenza, quando interviene l’alleato germanico e ribalta le sorti della guerra che si conclude con l’armistizio e l’occupazione della Grecia. Il Regio Esercito ha il compito di presidiare le isole ioniche, parte della Grecia oltre naturalmente l’Albania e i territori balcanici adriatici. La situazione sembra stabilizzata anche se la nascente guerriglia partigiana in Grecia, nei Balcani e anche nella stessa Albania cominciano a mordere i fianchi dell’esercito occupante. La guerra per l’Italia non va bene: nel 1941 cadono l’Etiopia, la Somalia e l’Eritrea. Alla fine del 1942 giungono tre pesanti sconfitte per le nazioni del Patto Tripartito (Germania, Italia e Giappone): Stalingrado, El Alamein e la battaglia delle Midway. La sconfitta di El Alamein e la successiva perdita della Libia e la resa delle truppe dell’Asse in Tunisia aprono la via per l’invasione della Sicilia. Nel frattempo l’Italia è devastata dai bombardamenti terroristici dell’aviazione anglo-americana. Il paese è stanco e la stella di Mussolini è ormai tramontata: il 25 luglio viene deposto e arrestato. Nasce il nuovo governo Badoglio che maldestramente tenterà di barcamenarsi tra il minaccioso alleato tedesco e i prepotenti vincitori. L’8 settembre travolge le speranze della giovane cop8 Prefazione pia. Lei attende il primo figlio, lui, che nel frattempo è stato promosso capitano, è, insieme ai suoi uomini su cui ha un forte ascendente, tra coloro che resistono all’imperioso comando dell’ex alleato di consegnare le armi. In quei giorni drammatici si consuma la gloriosa epopea della Divisione Acqui a perenne infamia del nazismo. Anche il capitano Mongiovì della Divisione Brennero viene catturato e in quanto resistente viene messo al muro per la fucilazione: ma un tedesco riconosce in lui colui che l’aveva risparmiato durante un combattimento: gli viene concessa la salvezza. Il giovane capitano però pretende e ottiene che anche i suoi uomini vengano risparmiati. Di questo episodio si verrà a sapere attraverso una lettera ritrovata dopo la sua morte avvenuta nel 1980: è una lettera datata 1951 del suo attendente dove, insieme alle peripezie della prigionia, viene narrato il generoso comportamento del giovane ufficiale. Catturato dai tedeschi viene deportato prima in Germania, poi in Polonia. Riesce a rientrare in Italia in quanto segnalato come insostituibile elemento tecnico dell’Istituto Geografico Militare. È l’occasione per ritrovare la moglie e conoscere il figlio nato durante la prigionia. Il capitano Mongiovì collabora con la Resistenza e contribuisce a salvare l’ingente patrimonio documentario dell’Istituto, che i tedeschi intendevano depredare. Questa impresa gli ha consentito di fregiarsi del nastrino della Guerra di Liberazione. Nel dopoguerra ricopre vari incarichi, tra cui quello di responsabile del gruppo sportivo della Regione Militare Sicilia, andando in pensione con il grado di generale. Un 9 Prefazione uomo e un soldato di tempra eccezionale affiancato da una compagna di grande temperamento e sensibilità che ha raccolto con infinito amore le testimonianze di quel travagliato periodo, che oggi a distanza di più di settant’anni, costituiscono un documento storico prezioso per la sua genuinità. È la tessera di un mosaico più grande che, se fosse possibile ricomporre, darebbe alla Storia un significato molto meno astratto e molto più umano. 10 Mario Guarino Introduzione Nel 2009, quando mi ero messa per passatempo a scrivere i miei ricordi di bambina con tanto piacere, mi convinsero a farne un libro. Nacque così “Il regno del nonno. Ricordi di un mondo antico”. Dopo un paio di anni, durante le mie notti insonni, ho sentito nuovamente il desiderio di riprendere la penna per raccontare come, nel 1940, ho conosciuto l’uomo della mia vita. Le mie figlie Maria Stella e Irene mi hanno aiutata standomi vicine: si sono occupate delle attività al computer. Irene si è perfino messa a cercare sull’atlante le tappe del viaggio che suo papà fece in quel periodo buio attraversando l’Europa e le ha riportate su una cartina. Grazie, grazie di cuore a tutte e due per tutto questo aiuto. Io alla mia età non avrei certo saputo fare queste cose e non sento nemmeno il desiderio di impararle perché, in fondo, non penso che in futuro possano essermi utili. Ammiro moltissimo tutte le nuove tecnologie, ma io, con i miei novantadue anni suonati, è meglio che mi accontenti della memoria ancora viva che mi è rimasta e ne ringrazio Iddio. 11