5 febbraio
5 febbraio
AFFIDAMENTO A MARIA
SIGNORA DELLA PACE
Dolce Signora vestita di cielo
Madre dolce della Speranza
gli uomini corrono senza futuro
ma nelle loro mani
c'è ancora quella forza
per stringere la Pace
e non farla andare via
dal cuore della gente.
Ma tu portaci a Dio
nel mondo cambieremo
le strade e gli orizzonti
e noi apriremo nuove vie
che partono dal cuore
e arrivano alla Pace
e noi non ci fermeremo mai
perché insieme a Te
l'Amore vincerà.
Dolce Signora vestita di cielo
Madre dolce dell'Innocenza
libera il mondo dalla paura
dal buio senza fine
della guerra e dalla fame
dall'odio che distrugge
gli orizzonti della vita
I quattro amori:
affetto
amicizia
eros
carità
dal cuore della gente.
ARRIVEDERCI
AL
5 MARZO 2015
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E se l’Amore avesse Ragione?
5 febbraio 2015
Materiali per la preghiera
e la catechesi
E se l’Amore avesse Ragione?
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5 febbraio
5 febbraio
Dal libro del profeta Osea (2, 16-22)
1. ACCOGLIENZA
VIENI SANTO SPIRITO DI DIO
Vieni, Santo Spirito di Dio, come vento soffia sulla Chiesa!
Vieni come fuoco, ardi in noi e con te saremo
veri testimoni di Gesù.
Sei vento: spazza il cielo
dalle nubi del timore;
sei fuoco: sciogli il gelo
e accendi il nostro ardore.
Spirito creatore,
scendi su di noi.
Tu bruci tutti i semi
di morte e di peccato;
tu scuoti le certezze
che ingannano la vita.
Fonte di sapienza,
scendi su di noi!
Tu sei coraggio e forza
nelle lotte della vita;
tu sei l’amore vero,
sostegno nella prova.
Spirito d’amore,
scendi su di noi!
Perciò, ecco, io la sedurrò, la condurrò nel deserto
e parlerò al suo cuore.
Le renderò le sue vigne e trasformerò la valle di Acor
in porta di speranza.
Là mi risponderà come nei giorni della sua giovinezza,
come quando uscì dal paese d'Egitto.
Ti farò mia sposa per sempre,
ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto,
nell'amore e nella benevolenza,
ti farò mia sposa nella fedeltà e tu conoscerai il Signore.
Silenzio
Eccomi, eccomi ! Signore io vengo. Eccomi, eccomi!
Si compia in me la tua volontà.
Padre nostro
Preghiamo
Guarda, o Padre, al tuo popolo,
che professa la sua fede in Gesù Cristo,
nato da Maria Vergine, crocifisso e risorto,
presente in questo santo sacramento
e fa' che attinga da questa sorgente di ogni grazia
frutti di salvezza eterna. Per Cristo nostro Signore. R. Amen.
BENEDIZIONE EUCARISTICA
Eccomi, eccomi ! Signore io vengo. Eccomi, eccomi!
Si compia in me la tua volontà.
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E se l’Amore avesse Ragione?
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PREGHIERA PER LA FAMIGLIA
3. ADORAZIONE
(Papa Francesco -27 ottobre 2013)
sol. 1
Gesù, Maria e Giuseppe
a voi, Santa Famiglia di Nazareth,
oggi, volgiamo lo sguardo con ammirazione e confidenza;
in voi contempliamo
la bellezza della comunione nell’amore vero;
a voi raccomandiamo tutte le nostre famiglie,
perché si rinnovino in esse le meraviglie della grazia.
tutti
Santa Famiglia di Nazareth,
scuola attraente del santo Vangelo:
insegnaci a imitare le tue virtù
con una saggia disciplina spirituale,
donaci lo sguardo limpido
che sa riconoscere l’opera della Provvidenza
nelle realtà quotidiane della vita.
sol. 2
Santa Famiglia di Nazareth,
custode fedele del mistero della salvezza:
fa’ rinascere in noi la stima del silenzio,
rendi le nostre famiglie cenacoli di preghiera
e trasformale in piccole Chiese domestiche,
rinnova il desiderio della santità,
sostieni la nobile fatica del lavoro, dell’educazione,
dell’ascolto, della reciproca comprensione e del perdono.
tutti
Santa Famiglia di Nazareth,
ridesta nella nostra società la consapevolezza
del carattere sacro e inviolabile della famiglia,
bene inestimabile e insostituibile.
Ogni famiglia sia dimora accogliente di bontà e di pace
per i bambini e per gli anziani,
per chi è malato e solo,
per chi è povero e bisognoso.
Gesù, Maria e Giuseppe
voi con fiducia preghiamo, a voi con gioia ci affidiamo.
RESTA QUI CON NOI
Le ombre si distendono, scende ormai la sera
e s'allontanano dietro i monti
i riflessi di un giorno che non finirà
di un giorno che ora correrà sempre
perché sappiamo che una nuova vita
da qui è partita e mai più si fermerà.
Resta qui con noi il sole scende già,
resta qui con noi Signore, è sera ormai.
Resta qui con noi il sole scende già,
se tu sei fra noi la notte non verrà.
S'allarga verso il mare il tuo cerchio d'onda
che il vento spingerà fino a quando
giungerà ai confini di ogni cuore,
alle porte dell'amore vero.
Come una fiamma che dove passa brucia
così il tuo amore tutto il mondo invaderà.
Davanti a noi l'umanità lotta, soffre e spera
come una terra che nell'arsura
chiede l'acqua da un cielo senza nuvole,
ma che sempre le può dare vita.
Con te saremo sorgente d'acqua pura,
con te fra noi il deserto fiorirà.
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E se l’Amore avesse Ragione?
E se l’Amore avesse Ragione?
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2. CATECHESI
I quattro amori: affetto, amicizia, eros, carità
Smascherare i miraggi, accogliere le ambiguità
Parlare di amore è una delle scommesse più ardue, destinate ad
essere perse in partenza! Ogni discorso sugli affetti è come in bilico tra facili banalizzazioni e denuncia ansiogena delle insidie. L’amore reclama esperienza: digeriamo male un discorso teorico,
magari venato da idealizzazioni contemporaneamente melense e
irraggiungibili. Ma – peggio ancora – chi tra di noi debba fare i
conti con un passato e/o un presente complicati potrebbe provare
amarezza, rabbia, frustrazione per i fallimenti vissuti e sentirsi
tagliato fuori da quella possibilità su cui abbiamo intuito risiedere
il nostro desiderio di felicità: essere amati e amare qualcuno. Noi tendiamo a cercare la causa dei nostri dolori nelle condizioni esterne,
nelle storie che abbiamo subito, ma dobbiamo ammettere che il
nostro stesso cuore – biblicamente inteso come la sede dell’intelligenza e degli affetti – è attraversato dall’ambiguità:
“Il cuore è un piccolo ricettacolo; vi sono draghi, leoni, animali velenosi e
tutti i tesori di malizia, vi sono sentieri aspri e scabrosi, e precipizi. E al
tempo stesso là vi è Dio e anche gli angeli, la vita e il regno, la luce e gli
apostoli, le città celesti, i tesori di grazia, in esso è ogni cosa.” (Pseudo
Macario)
I TUOI RAPPORTI CON LE COSE
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“Dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore”. (Lc 12,34)
Sono troppo attaccato alle cose, ai soldi, ai vestiti, alle comodità?
Ho sprecato denaro in lusso esagerato e inutile?
Penso anche agli altri? Cosa faccio per i poveri?
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“Non abbiamo portato nulla in questo mondo
e non potremo portar via nulla.” (1 Tim 6,7-8)
Mi accontento di ciò che ho o sono avido e invidioso di chi sta meglio?
Ho rubato?
Ho pagato i servizi pubblici (tram, treno)?
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“La fine di tutte le cose è vicina.
Siate dunque moderati e sobri per dedicarvi alla preghiera.” (1 Pt 4,7)
Spreco il tempo e le cose? Rispetto la natura?
Mi controllo nel cibo, negli alcolici, nel fumo?
Faccio uso di droghe di qualsiasi tipo?
Il Paradiso è vulnerabile
Dovremmo provare a parlare di amore con la schiettezza di C.S.
Lewis, autore de “I quattro amori”, che rifuggendo un immaginario romantico o super-cattolico, descrive i linguaggi dell’affettività
e della sessualità senza mistificazioni: povertà, gioie, conflitti, pace, divisioni, passione, sacrificio, egoismi, meschinità, fedeltà, tradimento, la fiamma e il fumo, il grano e la zizzania – senza soluzione di continuità – attraversano il nostro cuore. Piuttosto Lewis
esorta a non scivolare sulla strada delle sicurezze a buon mercato,
a non coltivare il mito di un’armonia senza sbavature, a riconoscere nella nostra debolezza un’opportunità:
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E se l’Amore avesse Ragione?
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I TUOI RAPPORTI CON IL PROSSIMO
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Amatevi come io vi ho amati.(Gv 13,34)
Sono capace di affetto, di fiducia, di amicizia, di gentilezza, di comprensione, di fedeltà? (e fedeltà è dedicare la propria vita, è il dono di sé!)
In famiglia so accettare, ascoltare, rispettare e amare gli anziani? Aiuto i
malati, i deboli?
Chi non vuole lavorare neppure mangi. (2 Ts 3,10)
Sul lavoro o nello studio sono stato pigro?
Ho perso tempo? Sono sleale e arrivista?
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Beati i puri di cuore. (Mt 5,8)
Credo che, con la grazia di Dio, posso vivere puro e casto?
Sono puro di cuore e negli affetti?
Ho coltivato pensieri o desideri non buoni? Ho fatto discorsi cattivi?
Ho commesso atti impuri da solo, con altri? Ho letto o guardato riviste pornografiche? Come uso la televisione, internet, ecc.
Su tutto questo mi confesso con sincerità o non ho mai detto nulla?
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Chi odia il proprio fratello è omicida (1 Gv 3,15)
Ho sentimenti di odio, rancore, gelosia?
Sono mite o violento, autoritario, prepotente?
Ho sempre perdonato?
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Non mentitevi gli uni gli altri. (Col 3,9)
Ho giurato il falso? Ho detto bugie?
Ho mormorato, calunniato, detto male degli altri?
Ho giudicato, criticato, condannato?
Voglio avere sempre ragione? Sono testardo?
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“Non esiste investimento sicuro: amare significa, in ogni caso, essere vulnerabili. Qualunque sia la cosa che vi è cara, il vostro cuore prima o poi
avrà a soffrire per causa sua, e magari anche a spezzarsi. Se volete avere la
certezza che esso rimanga intatto, non donatelo a nessuno, nemmeno a un
animale. Proteggetelo, avvolgendolo con cura in passatempi e piccoli lussi;
evitate ogni tipo di coinvolgimento; chiudetelo col lucchetto nello scrigno,
o nella bara del vostro egoismo. Ma in quello scrigno - al sicuro, nel buio,
immobile, sotto vuoto - esso cambierà: non si spezzerà; diventerà infrangibile impenetrabile, irredimibile. L’alternativa al rischio di una tragedia è la
dannazione. L’unico posto, oltre al cielo, dove potrete stare perfettamente
al sicuro da tutti i pericoli e i turbamenti dell’amore è l’inferno. Sono convinto che il più sregolato e smodato degli affetti contrasta meno la volontà
di Dio di una mancanza d’amore volontariamente ricercata per autoproteggerci. È lo stesso che nascondere un talento in una buca sotto terra,
e per le stesse ragioni: “So che tu sei un uomo duro”. Cristo non ha sofferto per noi né ci ha dato i suoi insegnamenti affinché diventassimo, persino
nei nostri affetti naturali, più preoccupati della nostra felicità personale”.
Dunque, la vulnerabilità come la cifra che caratterizza l’umano: fin
qui non sembrerebbe di cogliere alcuna novità. Lungi però dal considerare la fragilità in termini negativi (come se “umano” non fosse
sinonimo di “santo”) dovremmo aggiungere che tale condizione
non è da squalificare, perché il primo vulnerabile è il Figlio di Dio,
che si è lasciato trafiggere il cuore per noi. E – se non bastasse – l’evento dell’Incarnazione dipende proprio dalla stessa vulnerabilità
del Padre:
Il Figlio di Dio è disceso sulla terra per compassione del genere umano. Sì,
ha patito le nostre sofferenze ancor prima di aver sofferto la croce, prima di
aver preso la nostra carne. Poiché se non avesse patito, non sarebbe venuto
a dividere con noi la vita umana. Prima egli ha patito, poi è disceso. Ma
quale è questa passione della quale ha sofferto per noi? È la passione dell'amore. E il Padre stesso, il Dio dell'universo, lento all'ira e grande nell'amore, non soffre forse in qualche modo? O forse tu ignori che quando si
occupa delle cose umane, egli soffre una passione umana? Egli soffre una
passione d'amore." (Origene, Commento al Libro del Profeta Ezechiele)
"
E se l’Amore avesse Ragione?
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Dio esperto di umanità
E’ in questa cornice di senso – di luce e di ombre – che C. S. Lewis
introduce il tema dell’amore, offrendoci da subito uno sguardo
plurale: l’esperienza divino-umana di amare si declina attraverso i
linguaggi specifici dell’affetto, dell’amicizia, dell’eros e della carità. Con tale schema l’autore irlandese prova a tracciare i caratteri
specifici che l’amore assume a seconda del tipo di relazione in cui
siamo immersi: egli parla di affetto riferendosi ai legami di sangue (genitori, figli, fratelli e sorelle), di amicizia per i rapporti elettivi, di eros per i legami di coppia, di carità per descrivere l’amore
soprannaturale di Dio e il dono di potergli rispondere con la stessa gratuità. Lewis non intende però fermarsi a un lavoro di catalogazione, ma delineare nella concretezza di questi rapporti l’originalità della condizione umana e la sua intima connessione al mistero di Dio. E’ il Signore che ci partecipa la sua stessa presenza e
il suo amore attraverso il linguaggio dell’affetto, dell’amicizia,
dell’eros e della carità, cosicché questi amori non vanno intesi come separati gli uni dagli altri ma interconnessi e comunicanti tra
loro. Dunque, amare è esperienza divino-umana fin dal suo sorgere, al punto che persino rispetto agli amori “cosiddetti umani” dovremmo ammettere che il primo esperto di umanità è proprio
Dio. Nei nostri rapporti affettivi, sperimentiamo la salvezza che il
Signore desidera realizzare nella nostra storia, così com’è. Nell’amore dei genitori, nella nostra condizione filiale, nelle amicizie
che stiamo faticosamente e meravigliosamente coltivando, nella
passione che lega due fidanzati, qui e non altrove abita l’amore
del Padre, del Fratello, dell’Amico, dello Sposo: amori attraversati
dal limite, certo, ma (solo) in essi il cielo si impasta alla terra, la
Redenzione si radica nella storia, la Pasqua purifica e accende di
luce il nostro pellegrinaggio terreno. D’altra parte la Sacra Scrittura – citando soltanto alcuni dei molti riferimenti – presenta Dio
come Colui che ama l’umanità non in termini generici, ma secondo i vari linguaggi dell’amore, stabilendo con noi una relazione
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E se l’Amore avesse Ragione?
UN AIUTO PER
LA TUA CONFESSIONE
ESAME DI COSCIENZA
I TUOI RAPPORTI CON DIO
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Senza la fede è impossibile essere grati a Dio. (Eb 11,6)
Ho fame di santità nella mia vita?
Sono rassegnato ad essere mediocre, tiepido?
Leggo la Parola di Dio contenuta nella Bibbia?
Pregate incessantemente. (Ef 6,18)
Penso a quello che dico? Prego con attenzione?
Dedico ogni giorno un po’ di tempo (10-15 minuti) a Dio, oppure me la sbrigo in fretta magari quando sono già a letto?
Prego solo quando ne ho bisogno o so pregare anche quando non ci provo
alcun gusto e non ne sento la necessità?
Non pronunciate invano il nome del Signore. (Es 20,7)
Ho detto bestemmie?
Ho nominato invano il nome di Dio, della Madonna o dei Santi?
I primi cristiani erano assidui nell’ascoltare gli insegnamenti degli Apostoli,
nella frazione del pane e nelle preghiere. (At 2,42)
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Vado a Messa la domenica? Vi partecipo con attenzione? Ricevo la Santa
Comunione in grazia di Dio? Mi confesso con regolarità?
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Chi si vergognerà di me, io mi vergognerò di lui. (Lc 9,26)
Professo con coraggio e dovunque la mia fede cristiana?
E se l’Amore avesse Ragione?
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persona. Amato da Maria e Giuseppe, Gesù li costrinse presto a imparare
che doveva prendere la propria strada, sebbene questo li sconcertasse
(per Lewis il compito di una madre arriva a compimento quando dichiara
a suo figlio: “Tu non hai più bisogno di me”). Diventato adulto, fu rifiutato dai concittadini e ritenuto folle dai parenti. Neppure Gerusalemme
seppe riconoscere in Lui lo sposo venuto a visitarla, ma egli la amò sino
alla fine. Gesù strinse rapporti nuovi di fraternità e di amicizia (per
Lewis gli amici sono compagni, gente che condivide lo stesso pane, persone che vedono la stessa verità) in cui trovò sostegno e riposo, ma anche incomprensione e tradimento: i più lo abbandonarono, ma alcune
donne furono sue fedeli compagne sotto la croce e le prime a muoversi
verso il sepolcro. Persino il rapporto con Dio – mai venuto meno – non è
esente da inquietudini: perché la voce del Padre – che si era udita al Battesimo e alla Trasfigurazione – non Gli offrì conforto sul Calvario?
Convertirsi è innamorarsi
D’altra parte in tutta la Scrittura non troviamo descrizioni idealistiche dei
rapporti affettivi, ma coppie che falliscono, fratelli in competizione, amici che litigano: il Signore non si sottrae a queste ambiguità, ma ricomincia sempre dalla sua Alleanza con noi. E di questo dobbiamo essere grati:
alcune testimonianze vocazionali proposte nei gruppi delle nostre parrocchie rischiano di presentare scenari irrealizzabili! Dovremmo tornare al
realismo biblico, senza lasciarci ipnotizzare da modelli caricaturali. E’
più “a misura d’uomo” la Bibbia che una certa predicazione. Avere a
cuore l’educazione della coscienza, non banalizzare la sessualità, proporre lo stile evangelico di amare: questo deve appassionarci. A patto però
di non tradire l’umano: perché è perverso tanto il vivere come bestie, che
il vivere come angeli. E’ immorale non solo lasciarsi guidare ciecamente
dai propri impulsi, ma anche atrofizzare i propri sentimenti e non assumere il rischio di innamorarsi. Non possiamo rinunciare al dono e al
compito di amare e di essere amati, proprio nel quadro imperfetto e frammentario della nostra storia di conversione. D’altra parte, convertirsi è
innamorarsi: non esiste forza più potente dell’amore, capace di decentrarci e di farci vivere per l’a/Altro.
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E se l’Amore avesse Ragione?
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di paternità:
Quando Israele era giovinetto, io l'ho amato
e dall'Egitto ho chiamato mio figlio.
2 Ma più li chiamavo, più si allontanavano da me;
immolavano vittime ai Baal, agli idoli bruciavano incensi.
3 Ad Efraim io insegnavo a camminare
tenendolo per mano, ma essi non compresero che avevo cura di loro.
4 Io li traevo con legami di bontà, con vincoli d'amore;
ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia;
mi chinavo su di lui per dargli da mangiare. (Os 11,1-4)
1
di maternità:
Sion ha detto: «Il Signore mi ha abbandonato,
il Signore mi ha dimenticato».
15 Si dimentica forse una donna del suo bambino,
così da non commuoversi per il figlio del suo grembo.
Anche se vi fosse una donna che si dimenticasse,
io invece non ti dimenticherò mai. (Is 49,14-15)
14
di fraternità:
“Va' dai miei fratelli e di' loro: «Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio
mio e Dio vostro.” (Gv 20,17)
di amicizia:
13Nessuno
ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri
amici. 14Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. 15Non vi chiamo
più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere
a voi. (Gv 15,13-15)
di sponsalità:
Tuo sposo è il tuo creatore, Signore degli eserciti è il suo nome;
tuo redentore è il Santo di Israele, è chiamato Dio di tutta la terra.
6 Come una donna abbandonata
e con l'animo afflitto, ti ha richiamata il Signore.
Viene forse ripudiata la donna sposata in gioventù?
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5 febbraio
Dice il tuo Dio.
7 Per un breve istante ti ho abbandonata,
ma ti riprenderò con immenso amore.
8 In un impeto di collera ti ho nascosto per un poco il mio volto;
ma con affetto perenne ho avuto pietà di te,
dice il tuo redentore, il Signore. (Is 54,5-8)
Amore-dono e amore-bisogno: mai dividere una coppia
Secondo Lewis, i quattro amori si esprimono nel rapporto dinamico
e circolare del dono e del bisogno, nella reciprocità e nell’alleanza di
“amore-dono” e “amore-bisogno”. Siamo soliti individuare nel dono di sé l’apice di questo cammino, come se al bisogno di essere
amati si riconoscesse legittimità quasi esclusivamente nella fase iniziale della vita: un figlio riconosce e costruisce la propria identità nel
sapersi voluto, nutrito, custodito dai propri genitori. Dall’amorebisogno dipende – per un figlio – il senso di fiducia che fa sentire il
mondo come un luogo ospitale, affidabile e carico di promesse. Per
Lewis, dunque l’amore-bisogno non è meno nobile dell’amore-dono
e l’uno è necessario all’altro. Inoltre, se nel cammino di fede risulta
chiaro che il bisogno di sapersi amati da Dio è la base della propria
consapevolezza filiale, tale condizione deve concretizzarsi storicamente nella trama delle relazioni umane.
“A ben guardare, infatti, è ingiusto negare all’«amore bisogno» la qualifica
di amore perché tutto il nostro essere si risolve, in realtà e per sua stessa
natura, in un unico ed enorme bisogno di altro da noi. Sta scritto «Non è
bene che l’uomo sia solo» proprio perché il nostro bisogno degli altri è costitutivo e reale: l’uomo, ciascun uomo, è bisogno fisico, emotivo, intellettuale
degli altri. Il nostro amore è meschino e mediocre se si risolve esclusivamente in un desiderio di ricevere, peggio possedere, ma nella nostra esperienza
quotidiana non chiamiamo certo egoista il bambino quando si rifugia nelle
braccia della madre per essere consolato, o l’adulto che cerca la compagnia
di un amico per non sentirsi solo; anzi, siamo propensi a considerare come
freddo egoista proprio chi ci sembra privo dell’«amore bisogno», e chi ostenta la convinzione, ingannevole, che sia un bene per noi stare da soli” (C.
Mancini).
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E se l’Amore avesse Ragione?
5 febbraio
L’esperienza stessa di Gesù illumina la nostra riflessione. Egli corrisponde pienamente alla volontà del Padre e dona se stesso perché
si sente profondamente amato. L’episodio del Battesimo al fiume
Giordano ci rivela la sua identità: “E subito, uscendo dall'acqua, Gesù
vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento” (Mc 1, 10-11). L’esperienza di sapersi amato “scolpisce” l’identità di Gesù. Egli è il Figlio amato, che condivide fraternamente la sua condizione con noi. Gesù ci ha dato il potere di diventare figli di Dio (Gv 1,12): le parole del Padre sono rivolte anche a me.
“Ascoltando con grande, interiore attenzione quella voce, sento nell'intimo parole che dicono: “Ti ho chiamato per nome fin dal principio. Tu sei
mio e io sono tuo. Tu sei il mio Amato, in te mi sono compiaciuto. Ti ho
modellato nelle profondità della terra e ti ho formato nel grembo di tua
madre. Ti ho scolpito nei palmi delle mie mani e ti ho nascosto all'ombra
del mio abbraccio. Ti guardo con infinita tenerezza e ho cura di te con una
sollecitudine più profonda che quella di una madre per il suo bambino. Ho
contato ogni capello del tuo capo e ti ho guidato ad ogni passo. Ovunque
tu vada, io vengo con te, e ovunque tu riposi, io veglio su te. Ti darò del
cibo che soddisferà ogni tua fame e bevande che estingueranno ogni tua
sete. Non nasconderò il mio viso da te. Tu sai che io sono tuo come io so
che tu sei mio. Tu mi appartieni. Io sono tuo padre, tua madre, tuo fratello, tua sorella, il tuo amante e il tuo sposo. Sì, persino il tuo bambino,
ovunque tu sia, io ci sarò. Niente mai ci separerà. Noi siamo uno”.
(Henry Nowen, Sentirsi amati).
Questo è lo stile di Dio che riverbera nella nostra concreta esperienza di
figli, di fratelli, di amici, di innamorati. E Gesù ha pienamente assunto e
redento la nostra storia, provando i nostri stessi bisogni e donando se stesso con passione. In Lui amore-bisogno e amore-dono costituiscono una
coppia indissolubile: sulla croce Gesù ci ama chiedendoci amore, dichiara
la sua sete (di amore) e ci disseta con lo Spirito, l’acqua e il sangue che
sgorgano da Lui (Gv 19,28.30.34). Tutto questo Gesù ha vissuto come
figlio, fratello, sposo e amico, attraversando le gioie e le fatiche di ogni
E se l’Amore avesse Ragione?
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