La Preghiera 10 ANNO PASTORALE 2014-2015 Parrocchia della Natività di N.S.G.C. Alcune indicazioni Il libretto che avete tra le mani vuole essere una piccola introduzione al mondo misterioso e affascinante della preghiera intesa come dialogo con Dio. Vi consiglio di non affrettarvi nel leggerlo, ma di saper ‘dosare’ la lettura prendendo un paragrafo al giorno, e casomai approfondendo l’argomento trattato aiutandovi con dei brani biblici. Se avete dei dubbi sulla preghiera o volete imparare a pregare, chiedete con fiducia un colloquio con i sacerdoti che sono sempre a vostra disposizione. SUGGERIMENTI PER ENTRARE IN PREGHIERA - Entro in preghiera - pacificandomi con un momento di silenzio, pensando che incontrerò il Signore, chiedendo perdono delle offese fatte, e perdonando di cuore le offese ricevute - invocando lo Spirito Santo: prendo coscienza che in me c’è qualcuno che sta pregando, lo Spirito Santo. - La lettura: l’inizio della preghiera è l’ascolto di Dio che parla a me. Leggo e rileggo il salmo più volte. La meditazione e la preghiera: leggo il testo lentamente, punto per punto, prendendo una parola, una riga e scendendo con la mente nel cuore, ripeto questa parola – In 1a di copertina: Fra Angelico “Lavanda dei piedi” (Armadio Degli Argenti) 1 - LA LAVANDA DEI PIEDI: LETTURA (Gv. 13,1-17) I capitoli 13-17 del vangelo di Giovanni sono il “ libro della rivelazione”. In esso Gesù rivela il senso della sua vita e della sua morte, del suo venire dal Padre e del suo tornare a lui. All’inizio del capitolo 13, egli fonda la comunità dei discepoli sul servizio fraterno e sull'amore. Con la lavanda dei piedi, infatti, ci consegna la regola comunitaria fondamentale: amore e servizio reciproco. È qui che nasce la Chiesa. Una comunità cristiana si costituisce attorno al Signore che lava i piedi ai discepoli. Facciamo prima una lectio del brano (Gv 13,1-17) e, in un secondo momento, presenterò alcuni spunti di meditatio del gesto estremo, che Gesù compie verso i discepoli. a) Le circostanze dell’azione (vv. 1-3). La premessa nell’originale greco è estremamente solenne. Si tratta di un unico lungo periodo: leggi. / + Il tempo dell'azione è legata alla Pasqua, come lo era stata la purificazione del Tempio: Prima della festa di Pasqua. / + Le circostanze dell’azione sono di grande rilievo: Sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Gesù sa di venire dal Padre, che da lui ha ogni potere, anche quello di amare i suoi sino alla fine. Sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle sue mani e che era venuta da Dio e a Dio ritornava. Quindi la libertà del suo dono. Ma insieme si prospetta già il tradimento: Quando il diavolo aveva messo in cuore a Giuda di tradirlo. E’ un’occasione epocale! 1 In queste circostanze solenni domina la coscienza di Gesù: sapendo, ripetuto due volte. Il gesto che sta facendo non è solo un esempio di come volersi bene, ma è rivelazione di del modo come Dio esercita la sua signoria sul mondo. b) Descrizione del gesto (vv. 4-5) Il servizio che Gesù rende ai discepoli è descritto in maniera lenta e solenne, con sette verbi: si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugatoio, se lo cinse, versò dell’acqua nel catino, cominciò a lavare i piedi e ad asciugarli. Ogni atto è simbolico, compiuto come una liturgia. c) La contestazione del gesto (vv. 6-11) La reazione di Pietro mette in rilievo l'importanza del gesto, sia per il ruolo del contestatore, sia per la sua buona volontà: è un contestatore non negativo ma umile, sia per la durezza con cui Gesù risponde. Gesto salvifico, non semplice atto di umiltà e di carità. Il dialogo di Pietro con Gesù è scandito da tre parole del primo e tre risposte del secondo. Stupore: Tu lavi i piedi a me? Risposta: tu per ora non capisci, ma il gesto va fatto. Qui l’autorità di Gesù emerge chiaramente. Capirai dopo la mia morte e risurrezione. Questo fa capire che l’azione di Gesù ha il significato di un gesto fatto per amore. Dallo stupore al rifiuto: Non mi laverai mai i piedi! La risposta ancor più decisa di Gesù è una vera scomunica: o accetti o non avrai parte con me! Si deve fare così e a prezzo di scomunica. Perché questa durezza? Perché il gesto significa molto più di quanto non sembri: Gesù dona la vita. Difatti, la frase 2 “depose le vesti” richiama l’atto di deporre il suo corpo nella morte. Se non accettiamo che egli dia la vita per noi, non ci salveremo. In realtà Pietro rifiuta che Gesù muoia per lui. Pietro va all'eccesso: lavami anche le mani e il capo. La risposta di Gesù è un po' enigmatica: chi ha fatto il bagno non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo. Anche se i discepoli si ritengono mondi, il gesto è necessario: non basta che siano bravi ai propri occhi. Se Gesù non muore per loro, saranno preda dell'amor proprio e del nemico. Ma non tutti siete mondi: l'ombra del traditore sempre grava su questo brano. - Per noi: accettare che Gesù ci ami sino in fondo. d) Senso di questa azione (vv. 12-17) Gesù spiega il senso di ciò che ha fatto, iniziando con una domanda: Sapete ciò che vi ho fatto? E subito una risposta, che pone come base alla vita comunitaria il servizio umile al fratello: Se io, il Maestro, vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavarvi gli uni gli altri. Pensiamo al lavare i piedi di un malato infettivo! Abbiamo a che fare con persone non sempre belle e pulite. Eppure dobbiamo lavarci i piedi gli uni gli altri. Quando ci critichiamo a vicenda, ricordiamo il gesto di Gesù. Per questo occorre che Dio ci doni in abbondanza il suo amore:comprensione, benevolenza, dedizione. I piedi sporchi richiedono un supplemento di amore. Si tratta di un insegnamento nodale: Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica. La beatitudine della Chiesa non consiste nel vedere tutto ben programmato e ordinato, ma nella volontà di agire secondo il bisogno degli altri. E’ la pratica 3 che comporta la vera beatitudine. In una comunità dove ci sono delle tensioni, i membri non sono felici. Tuttavia, se non si separano, è segno che un po' di perdono c'è. Tuttavia ciò non basta perché ci sia la vera beatitudine. 4 2 - LA LAVANDA DEI PIEDI: MEDITAZIONE Il racconto della lavanda dei piedi, in Giovanni sostituisce il racconto della istituzione dell'Eucaristia. Qui inizia la seconda parte del suo vangelo. La prima è la manifestazione ai Giudei e può riassumersi così: Venne nella sua casa e i suoi non lo ricevettero. La seconda è la manifestazione di Gesù agli amici, a quelli che lo ricevettero, ai quali ha dato il potere di diventare figli di Dio. Da questo capitolo in poi è tutto un diffondersi di Gesù ai suoi. 1. Brano difficile Come mai Gesù lava i piedi dopo l'inizio della cena? Così pure, che vuol dire: Chi si è lavato non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo? 2. Il senso fondamentale del brano. Che significa lavarsi i piedi a vicenda? La comunità primitiva ha preso questo comando in senso proprio: si veda la liturgia del giovedì santo. Di fatto, in un primo senso traslato questa frase significa il servizio umile e disagiato che dobbiamo renderci a vicenda. Tuttavia non possiamo fermarci qui. Gesù, infatti, ha fatto questo gesto solo all’ultima cena, per cui non poteva legare tutta la nostra esistenza ad una cosa particolare che ha fatto una volta sola. Inoltre Gesù non ama sino alla fine con questo semplice gesto. E allora? Intuiamo che esso ha un significato più profondo: è un segno profetico e rivelatore. 5 a) Gesto profetico, che ci dà la chiave di tutta la sua vita, cioè manifesta il suo assumere la forma di servo, come dirà San Paolo. Esso indica che Gesù si mette alla disposizione degli uomini, dandosi totalmente nelle loro mani, fino in fondo, fino alla passione e morte, fino all'Eucaristia. b) Gesto rivelatore, ci dice non solo ciò che Gesù ha fatto, ma ciò che Dio è e ciò che noi dobbiamo essere. Mistero paradossale! Nel gesto di inginocchiarsi davanti ai discepoli per lavar loro i piedi, egli ci manifesta che Dio è “come” a servizio dell'uomo. Nella contemplazione per raggiungere l'amore Sant'Ignazio suggerirà di contemplare “come Dio lavora nelle cose per me”. Di qui il senso ultimo della nostra esistenza: la totale disponibilità agli altri, servire a Dio nei suoi figli. Rivelandoci come il Verbo, Colui per mezzo del quale Dio fa tutto, si mette al servizio nostro, questo gesto ci rivela anche che noi ci realizziamo nel metterci al servizio degli altri. Vi ho dato l'esempio, non tanto perché vi rendiate questo servizio materiale, ma perché anche voi facciate come ho fatto io in tutta la mia vita. 3. Due cose da notare. a) La figura di Giuda sempre presente (vv. 2.10.18): è colui 6 che si chiude totalmente alla rivelazione dell'amore di Dio e del senso della vita umana così manifestato. È un'ombra presente, come l'incredulità che accompagna l'appello di Gesù alla fede. b) La figura di Pietro è un'altra ombra. Egli fa opposizione perché fraintende questo gesto come un atto di umiliazione, anche un po' fuori posto, e quindi non lo accetta. Ma, ultimamente, non accetta la via della croce, che intuisce sotto 6 a quel gesto. Questo gesto, che manifesta la disponibilità di Gesù alla morte, Pietro non l’accetta per il maestro. E, siccome vi vede un suo necessario coinvolgimento come discepolo, per questo lo rifiuta anche per sé. E’ una tentazione forte, che Gesù respinge: Non avrai parte con me. Pietro non accetta di dovere qualcosa a Gesù né ad altri. In quell'essere lavato da Gesù, egli intuisce che deve la propria salvezza a lui, alla sua morte; intuisce che dipenderà da lui. Egli, invece, desidera salvarsi da solo. Gesù, a contrario, accetta con amore di dipendere in tutto e per tutto dal Padre. c) Abbiamo qui alcuni temi più intimi del Vangelo di Giovanni: l'uomo salvato dall'amore del Padre deve donarsi agli altri. Ecco perché la finale: “Beati voi se metterete in pratica queste cose”. E’ un fare che nasce da questo mistero contemplato: l'azione cristiana che ha origine nella disponibilità di Gesù al servizio estremo. d) Il servizio più disagiato che mi viene richiesto, come lo rendo, soprattutto alle persone meno attraenti? La mia vita è veramente al servizio di Dio e degli altri? 4. Quattro messaggi Gesù va alla morte coscientemente e regalmente. Essa non è un incidente di percorso, ma una realtà che ha in mano e con la quale rivela la sua identità. Ho il potere di dare la vita e di riprenderla. Anche noi, con lui, possiamo essere sovrani, esercitare il nostro sacerdozio regale, nel modo di affrontare il male, che a volte sembra schiacciarci. Il senso dell’Eucaristia: essere amati per amare. La nostra vita comunitaria e apostolica è il servizio di amore di Gesù per 7 tutti, che si prolunga in noi verso gli altri. Essa è anche un servizio di perdono, come l’Eucaristia è perdono dei peccati: Questo sangue è per la remissione dei peccati. Celebrando l’Eucaristia rinnoviamo la coscienza di essere perdonati per poter perdonare a nostra volta. Con il gesto di lavare i piedi, Gesù ci comunica qualcosa della natura stessa di Dio. Splendore del Padre, egli ci manifesta che Dio, non solo si può abbassare fino a prendere la forma di servo, ma che la sua potenza senza limiti si rivela al meglio, diviene gloria, luminosità evidente, proprio quando si abbassa nel servizio e nel perdono gratuito. Gesù affronta il traditore e il tradimento con amore sovrano: offre a Giuda il boccone, segno di amicizia. Egli è glorificato assumendo il peccato di Giuda, che simboleggia il peccato del mondo intero, e in questo atteggiamento fa risplendere l’amore come Agnello vittorioso. 8 Coena Domini: In alto al centro dell'Icona, “il Tentatore suggerisce a Giuda di tradire Gesù” ORARI DEL TEMPO DI QUARESIMA SS. Messe Feriale 8 9 10 18 SS. Messe Festive 8,30. 10 11,30. 18 20 APPUNTAMENTI SETTIMANA SANTA 2 Aprile – GIOVEDÌ SANTO Cena del Signore. Celebrazione Eucaristica alle ore 18.00 con il rito della lavanda dei piedi. Segue l'Adorazione fino a mezzanotte, che riprenderà la mattina di venerdì dalle 7.00 fino alle 12.00. 3 Aprile – VENERDÌ SANTO Via Crucis in Chiesa, ore 15.00. Celebrazione della Passione del Signore ore 18.00. 4 Aprile – SABATO SANTO Veglia Pasquale alle ore 22.00. 5 Aprile – DOMENICA DI PASQUA Celebrazioni Eucaristiche secondo l'orario festivo: ore 8.30 – 10.00 – 11.30 – 18.00 – 20.00 Parrocchia della Natività di N.S.G.C. Roma:“Abside” (particolare)