Introduzione
“HO AVUTO FAME E (non) MI AVETE DATO DA MANGIARE
Fratelli e sorelle,
entrando nella Quaresima per viverla anche quest’anno all’insegna di “UN PANE PER AMOR DI
DIO”, meditiamo le parole del profeta Isaia riguardo al digiuno: “Non consiste forse nel dividere il
pane con l’affamato, nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire chi è nudo, senza
trascurare i tuoi parenti?”(Is. 58,7)
Il digiuno, mi diceva un povero del sertão del Brasile, che veniva a chiedere “il suo digiuno”
un Venerdì Santo, consiste nel dovere di dare (da parte di chi ha) e nel diritto di ricevere (da parte di
chi non ha). Interpretava bene le parole del Padre nostro: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano!” Lo
diciamo ogni giorno. Come possiamo chiedere il pane al Padre e poi dimenticare il fratello che ne è
sprovvisto?”
Per questo, il Centro Missionario vi propone quest’anno dei progetti di sostegno al lavoro di amici
in Siria, Congo RD, Sudan, Libano, Brasile, Papua Nova Guinea.
Questi progetti puntano ad aiutare la gente di questi paesi martoriati non solo a non morir di fame,
ma anche a realizzare il diritto di rimanere nella loro terra, resistendo alla violenza della fame e
delle bombe che li vorrebbero cacciar via. Quando però per sopravvivere dovessero rifugiarsi nella
nostra terra come profughi, ecco l’altra Opera di Misericordia che ci ha proposto Gesù e l’Avvento
di Fraternità: “Ero straniero e (non) mi avete accolto!” Da qui si misura la qualità del nostro cuore.
L’anno Santo indetto da Papa Francesco ci invita ad incontrare il Volto misericordioso del
Signore, ma a vederlo anche nei volti degli uomini e delle donne che hanno fame, e che si
ammalano, e persino muoiono, per un’alimentazione troppo carente o nociva.
“La terra ha cibo per tutti, dice Papa Francesco, manca solo la volontà di condividerlo!”
Ogni anno nel nostro paese vengono buttati via 12,3 miliardi di euro di cibo, di cui la metà
direttamente dai consumatori (6,9 miliardi). Si tratta di 42 kg a persona di avanzi non riutilizzati e
alimenti scaduti o andati male, per uno spreco pro-capite di 117 euro l’anno.
Ma Gesù, quando ha moltiplicato i cinque pani e i due pesci, sfamando una moltitudine, non ha
detto di raccogliere i resti, pensando ad altri bisognosi? È per improntare la nostra vita al Vangelo
che il cristiano dovrebbe fare lo stesso!
Vi consiglio di leggere e meditare il bel libretto “Nova et Vetera” di don Giorgio Soccol,
sulle Opere di Misericordia Corporali, dove si dice che “questa opera di misericordia l’ha praticata
Dio nei nostri confronti prima che proporcela a noi verso gli altri. Sono innumerevoli i passi biblici
nei quali Dio viene incontro alla fame materiale ed esistenziale dell’uomo”. Quindi, “dare da
mangiare agli affamati, prima che un obbligo morale è un atto di riconoscenza e gratitudine verso
Dio Padre. Un atto di giustizia verso i fratelli!
“Signore, quando ti abbiamo visto con fame e (non) ti abbiamo dato da mangiare?
“Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me!”
Don Luigi
e amici del centro Missionario diocesano
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