Il testo è stato realizzato grazie al contributo gratuito di Margherita Dalle Vacche per i disegni Antonella De Vito per il testo e le foto Mario Baldeschi per le foto. Un ringraziamento particolare al Comune di Livorno per il suo contributo. Un caloroso e sentitissimo ringraziamento da parte di tutti al team del CMSR Tanzania che ha accolto la delegazione livornese nel suo viaggio, mettendosi a disposizione per rendere l’esperienza molto bella e significativa. Un ringraziamento a tutti i responsabili amministrativi della Regione di Dodoma e dei distretti che abbiamo visitato. This book is the final result of the valid contributions of the following to whom we wish to express our sincere gratitude: Mrs.M. Delle Vacche for her beautiful drawings, Mrs.A. De Vito for the story and the photos Mr. Baldeschi for his photos too. A special thanks to the town council of Livorno for its valid contribution. A very warm and heartfelt thanks from all of us to the whole CMSR team in Dodoma -Tanzania, who welcomed the livornese committee on their visit and for having made the experience a very good and important one. Many thanks to the local administration of Dodoma Region and of the Districts we visited. 2 Dal tappo al pozzo… alla scoperta della Tanzania C Introduzione ari ragazzi, insegnanti e genitori, siamo noi quelli che “Tappino” ha seguito fino in Tanzania alla scoperta di questo bel Paese e dei pozzi per l’acqua fatti con i soldi del Comune, della Provincia e provenienti dalla raccolta dei tappi di plastica. Se moltiplichiamo per mille quanto fatto, siamo ancora lontani anni luce dal coprire il loro fabbisogno. Siamo andati perché la solidarietà è anche scambio, contatto, trasmissione e percezione. Vogliamo introdurvi alla lettura di questo libretto cercando di trasmettervi, in breve, le nostre sensazioni provate in quell’occasione. Una realtà che va oltre quanto stimolano i documentari sull’Africa, questa è Africa vera e vissuta a piene sensazioni, visioni, fisicità. Una povertà diffusa a tutti i livelli ed in tutti gli ambiti della vita quotidiana: dai servizi primari a quelli secondari, dall’alimentazione alla formazione, dalla nascita alla morte; però, vissuta con umiltà e serenità. Viceversa una ricchezza culturale delle proprie tradizioni tribali che si riscontra anche nelle “grandi” città. I villaggi corrispondono a ciò che nell’immaginario collettivo è un villaggio africano: capanne di fango e cannicci, tetti di paglia o di lamiera (lusso); quello che non corrisponde a modelli sono le persone, la loro serena dignità, il modo in cui riescono a sopravvivere in condizioni a volte molto dure. La gente, pacifica, ma anche mediamente remissiva, è sempre molto accogliente, basta voler essere accolti ed è subito festa! Chiedono e vogliono aiuto ma lo fanno con estrema disponibilità. La Tanzania non è uno dei paesi africani più conosciuti, perché fuori dai grandi giri economico-turistici e dagli interessi delle grandi nazioni, non ha molte risorse proprie, è un paese non belligerante e lo si apprezza molto. 3 Grande l’impegno del C.M.S.R., soprattutto nell’ambito della formazione della popolazione locale per una coscienza del possesso dell’acqua: ... “ho realizzato i miei pozzi, li gestisco, uso e pago l’acqua, capisco il bene che rappresenta e ne faccio un tesoro alimentare, igienico, ambientale”. Importante l’opera delle missioni (di diversa confessione e tipologia), ancora molto attive, spesso determinanti nella gestione di dispensari, orfanotrofi, comunità, scuole e servizi senza i quali il livello sarebbe ancora più basso. Tutti abbiamo avuto ed abbiamo la voglia di ripartire subito, non a rappresentare ma a fare, fare tanto, fare tutto per bambini, donne, uomini che di differente non hanno neppure il colore della pelle: è il loro, quello che gli è stato dato per difendersi non per essere diversi. Un piccolo impegno di tutti sarà molto per loro. Mario Baldeschi (in rappresentanza della Provincia di Livorno) Fabio Canaccini (in rappresentanza del Comune di Livorno) Antonella De Vito (volontaria) Luca De Vito (volontario) Fulvio Falleni (direttore dell’ufficio missionario della Diocesi di Livorno) Guido Frati (presidente del Centro Mondialità Sviluppo Reciproco) Giulio Galletti (titolare della ditta Galletti) Ernani Iezzi (volontario) Pierpaolo Leoncini (volontario) Emanuela Moschei (volontaria) Massimo Neri (volontario) Teresa Pappalardo (volontaria) Maria Procopio (volontaria) Paolo Siani (direttore del Centro Mondialità Sviluppo Reciproco) 4 Pierangelo Siani (volontario) S Dal tappo al pozzo… alla scoperta della Tanzania i racconta che raccogliendo i tappi di plastica delle bottiglie si possono aiutare le popolazioni dell’Africa a costruire pozzi d’acqua. Tappi di plastica proprio come me? Come è possibile? Ho cercato di informarmi, mi hanno spiegato che una Ong (Organizzazione non Governativa) di Livorno, il Centro Mondialità Sviluppo Reciproco, da circa quattro anni, raccoglie i tappi per poterli riciclare e, con il ricavato, costruire pozzi in Tanzania, dove avere dell’acqua non è una cosa semplice come per noi e per trovarla, nei luoghi dove è presente nel sottosuolo, occorrono soldi e attrezzature che non hanno. Vi confesso che in un primo momento questa storia mi è sembrata proprio strana, non riuscivo a trovare 5 nessun collegamento fra un tappino di plastica come me e dei pozzi o degli acquedotti in un continente bello e problematico come l’Africa ed in un Paese tanto lontano come la Tanzania. La mia curiosità è grande, così, quando ho saputo che una delegazione di Livorno sarebbe andata in Tanzania per vedere cosa ha realizzato il Centro Mondialità in questa parte del mondo, e scoprire come vive la popolazione del luogo, non ho esitato un momento ed ho deciso di infilarmi nella tasca di uno di loro. Il Viaggio è stato piuttosto lungo, ben 10 ore di volo, ma è stato molto utile perché è diventato un’occasione per ascoltare Paolo, il direttore del Centro Mondialità che ha vissuto per 17 anni in Tanzania. Come potete immaginare conosce molto bene questo Paese e prima del nostro arrivo ci ha spiegato molte cose. Alcune le voglio raccontare anche a voi. D ovete sapere che in questo paese l’acqua non è facile da avere come da noi, sono pochi quelli 6 Dal tappo al pozzo… alla scoperta della Tanzania che hanno la fortuna di aprire un rubinetto e vederla scorrere. La maggior parte della popolazione, quella che vive nella Savana, deve camminare per molte ore al giorno con pesanti secchi sulla testa per raggiungere una fonte dove poter raccogliere un po’ di acqua, che servirà per: bere, cucinare e lavarsi. Questo faticoso e impegnativo compito è affidato alle donne. E’ sorprendente vederle camminare con eleganza con questi pesanti carichi sulla testa, che portano in equilibrio, senza reggerli con le mani e senza lasciare cadere neanche una goccia. Beh, certo, anche una solo goccia d’acqua nella savana può essere importante, ecco perché stanno molto attente a non sprecarne. Avete mai pensato a quante cose ogni giorno facciamo con l’acqua? Lo sapete che senza, l’uomo non può vivere? Sarà capitato anche a voi, magari in estate con il caldo, di avere molta sete. Per noi è facile, possiamo sempre trovare facilmente un po’ d’acqua per 7 dissetarci, ma in Tanzania può diventare un grosso problema che può portare anche alla morte. Per questo motivo è importante scavare pozzi sotterranei e costruire acquedotti che possono portare l’acqua nei villaggi della savana. P er realizzare questi lavori occorrono soldi e una parte di questi il Centro Mondialità li raccoglie proprio grazie a noi tappini. Siamo costruiti con una plastica diversa da quella delle bottiglie e se invece di essere buttati via nella spazzatura o lasciati nel comune raccoglitore delle bottiglie, veniamo raccolti separatamente, possiamo essere riutilizzati per realizzare altri oggetti, ad esempio si possono 8 Dal tappo al pozzo… alla scoperta della Tanzania costruire vasi da fiori, panchine e tante altre cose. Viaggiare nella savana non è cosa facile, le strade sono sterrate, polverose e piene di buche, ma il panorama è così bello che ti fa dimenticare la fatica, e così non ci siamo preoccupati molto di spostarci da un villaggio all’altro, anche se lontani molti chilometri fra loro. E poi l’accoglienza della popolazione locale, che ha organizzato balli e feste per ringraziarci dell’aiuto, ci ha fatto passare ogni tipo di stanchezza. Avere un pozzo vicino a casa vuol dire per le donne del 9 villaggio non dover più camminare per molte ore con i pesanti secchi sulla testa e finalmente si può avere anche più acqua e dare da bere ai bambini ed a tutta la popolazione del villaggio. Il nostro viaggio ci ha portato nella regione centrale della Tanzania, dove si trova anche la capitale del paese – Dodoma-: è un po’ come la Toscana per l’Italia, anche se parliamo di territori molto più grandi. Pensate che la Tanzania è grande tre volte l’Italia. Al villaggio di Chicopelo, dove Paolo ha vissuto molti anni, abbiamo avuto un’accoglienza speciale, e la gente ci ha permesso di entrare nelle loro case per farci scoprire come vivono. Le loro capanne sono molto diverse dalle nostre 10 Dal tappo al pozzo… alla scoperta della Tanzania abitazioni, generalmente sono costruite con terra e sterco di animali e un tetto che può essere di canne per i più poveri o in lamiera per i più fortunati, che così possono ripararsi meglio nella stagione delle piogge. Solo pochi hanno la possibilità di costruirsi un’abitazione con i mattoni, comunque fatti di terra e cotti al sole. Dentro non esistono armadi, letti o tavoli, ma una stuoia fatta con pelle di mucca, qualche telo, una piccola cucina di terra dove un fuoco permette di preparare il pranzo o la Volete sapere cena quando c’è abbastanza cosa mi ha colpito di più cibo e questo in questo viaggio??? non sempre avviene. I l sorriso della gente, la loro gioia nel vederci, la grande ospitalità dimostrataci, l’allegria dei bambini. Sì, nonostante le grandi difficoltà che ogni giorno devono affrontare, sanno trasmettere una grande energia. Anche noi possiamo imparare molto da questa 11 popolazione. Le loro feste, anche quelle organizzate in nostro onore, sono sempre piene di musica e di colore, strumenti con poco, danno semplici realizzati il ritmo alle danze e le donne, insieme agli uomini, non si stancano mai di ballare e cantare. N 12 ei nostri spostamenti da un villaggio all’altro ho visto molti bambini della tua età andare a scuola, anche loro devono percorrere a piedi diversi chilometri e spesso devono portarsi dei piccoli contenitori con dell’acqua, perché anche a scuola è importante averne. Ecco perché il Centro Mondialità costruisce impianti per la raccolta di acqua piovana nelle scuole, ma aiuta anche a costruire delle cucine Dal tappo al pozzo… alla scoperta della Tanzania dove poter preparare del cibo da dare a tutti gli studenti. Abbiamo visto anche l’ordinata fila dei bambini di un asilo, che con la loro ciotola si avvicinano al grande pentolone con dentro l’Ugali, simile alla nostra polenta ma fatta con la farina di mais. Che differenza con le nostre rumorose mense scolastiche! I bambini mangiano tutto il loro pasto, sapendo che è quello che permetterà loro di mantenersi in vita e sono ben contenti di finire tutto, anzi potessero avere ancora cibo non si tirerebbero certo indietro, sapendo che quello, in molti casi, è l’unico che fanno nella giornata. U n’altra cosa molto utile da costruire nelle scuole sono i bagni. Si avete proprio capito bene... i bagni!! 13 Nella savana anche loro sono molto importanti, infatti, bisogna stare attenti a non sporcare ed inquinare l’ambiente, perché può diventare pericolo per la popolazione se si diffondono malattie. Ecco l’altra nota dolente! Le malattie, o meglio la possibilità di curarsi. Nella savana è difficile trovare un dottore, spesso anche un infermiere e qualche medicina, non parliamo poi degli ospedali che troviamo solo nelle grandi città e spesso non ben funzionanti. Anche in questo caso il Centro Mondialità si impegna molto per costruire dei distretti sanitari nei villaggi della savana, dove alcune giorni alla settimana si possono trovare delle medicine, i vaccini per i bambini, un primo soccorso. N 14 ella città di Dodoma abbiamo conosciuto una persona speciale: il suo nome è suor Gemma. Qualche anno fa è venuta a Pisa per studiare e, diventata medico, è poi tornata nel suo paese per costruire un ospedale. Le difficoltà sono molte e le cose che le mancano ancora tante. Per anni ha lavorato con solo una macchina per Dal tappo al pozzo… alla scoperta della Tanzania fare l’ecografie e adesso, finalmente, il Centro Mondialità è riuscito a farle avere anche un apparecchio per fare le radiografie. Ma suor Gemma deve faticare molto per procurarsi le medicine ed il suo sogno più grande è quello di riuscire a realizzare una sala operatoria. Certo ha bisogno di altri medici e spera di trovare le risorse economiche per far studiare altre sorelle. All’ospedale di suor Gemma, soprattutto durante il periodo delle piogge, quando è più facile ammalarsi, ci sono lunghe file di persone che aspettano le sue cure. Nella nostra visita abbia conosciuto alcuni bambini che ormai erano quasi guariti dopo aver preso la malaria: una brutta malattia che viene trasmessa dalle zanzare e, se non viene curata, causa la morte. In Italia la malaria non esiste più, da molti anni è stata sconfitta grazie alle medicine e alla cura dell’ambiente in cui viviamo, purtroppo in Africa, e in tante altre parti del mondo, è ancora presente e, come avete ormai capito, non sempre si possono avere quelle medicine capaci di guarirti. Anche l’ospedale di suor Gemma non può essere raggiunto da tutti, la popolazione si sposta a piedi e spesso occorrono molti giorni di cammino per raggiungere la città, troppi per chi ha la febbre alta ed ha urgenza di medicine. 15 V 16 i ho parlato dei bambini che vanno a scuola, ma non vi ho ancora detto con quale impegno lo fanno; le classi sono formate anche da più di 70 alunni, gli insegnanti non sono molti ed è necessario mettere insieme più bambini, anche di età diversa. Gli studenti sono tutti molto ordinati, ognuno con la divisa della scuola perfettamente pulita e soprattutto sono molto buoni ed attenti alle lezioni. Purtroppo, finite le scuole primarie, non tutti hanno la possibilità di continuare a studiare, così il Centro Mondialità ha realizzato un progetto chiamato “Scuola per tutti”, che permette a chi lo desidera di mandare ogni anno dei soldi ad un bambino, fino a quando non avrà terminato gli studi. Si tratta di pochi soldi: con 30 euro al mese un ragazzo tanzaniano riesce a pagarsi gli studi. E voi cosa ci fate con trenta euro al mese? Forse non vi bastano neanche per comprare la merenda! La delegazione partita da Livorno, oltre che da me, era formata anche da alcuni rappresentanti del Comune, della Provincia e della Diocesi perché tutti insieme hanno voluto fare un Patto di Amicizia con la Regione di Dodoma. E così, dopo lo scambio di alcuni regali tipici dei due paesi, i rappresentanti livornesi, insieme al capo Dal tappo al pozzo… alla scoperta della Tanzania della Regione di Dodoma, hanno firmato un patto che li impegna a continuare ad aiutare la popolazione e a fare uno scambio culturale. V orrei raccontarvi ancora tante cose, ma temo di aver terminato lo spazio a mia disposizione. Un’ultima cosa però voglio dirvela: la Tanzania è bellissima!! I suoi paesaggi sono stupendi, potete trovarvi un po’ di tutto, dal vulcano Kilimanjaro, alla maggior parte del lago Vittoria, il lago più grande dell’Africa che fa da confine tra Tanzania, Uganda e Kenya, le foreste, i fiumi e la savana. Quest’ultima, proprio dove sono stato, è abitata da grandi alberi chiamati baobab che con la loro imponenza hanno accompagnato le nostre visite. E poi ci sono gli animali, molti dei quali protetti nei parchi naturali come il Serengheti, il cratere vulcanico ormai spento Ngoro-Ngoro, il Michumi ed altri. Simbolo della Tanzania è la giraffa, elegante 17 nei suoi movimenti, ma di non meno fascino l’elefante, il leone, gli gnu, le migliaia di uccelli coloratissimi, le simpatiche scimmie che si incontrano ai bordi delle strade, insomma una natura ricca e bellissima. Un tramonto in savana o un suo cielo stellato sono spettacoli che non si Sono dimenticano più. pieno tornato a Livorno di orgoglio per la mia funzione di tappo di plastica, così ho deciso di raccontarvi il mio viaggio, perchè anche voi possiate aiutarmi a raccogliere i tappini e in questo modo aiutare questa parte di Africa a vivere meglio 18 Dal tappo al pozzo… alla scoperta della Tanzania 19 Grafica e stampa: EDITASCA sas - Livorno