NOVEMBRE 2012 ANNO IX MAGAZINE NUMERO 11 ISSN 2039-8034 Contribuenti.it Speciale Mediazione Torna MediaLo LE NOSTRE INTERVISTE COL. NICOLA ALTIERO GIAN PIERO TURCHI CONTI CORRENTE CONOSCIAMOLI MEGLIO CONFRONTO CON GLI USA CARO ESTINTO UN GIRO D’AFFARI DA 900 MILIONI DI EURO Sommario Contribuenti.it Novembre 2012 - Anno -IX - Numero 11 EDITORE Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani DIRETTORE RESPONSABILE Vittorio Carlomagno Dottore Commercialista e Giornalista Pubblicista VICE DIRETTORE Serafina Pane Dottore Commercialista e Giornalista Pubblicista IN REDAZIONE Daniela Castellano. 7 COMITATO SCIENTIFICO Enrico Carlomagno - Dottore Commercialista e Pubblicista, Salvatore Coppola Dottore Commercialista, Raffaele D’Alessio - Avvocato, Luigi Del Prete - Antonella Di Benedetto- Sociologa d’impresa e Pubblicista, Avvocato, Maria Rosaria Imperatore - Avvocato, Gaetano Laghi - Avvocato, Luigi Romano - Dottore Commercialista, Antonio Scherillo - Dottore Commercialista, Valentina Tortelli Giornalista Pubblicista, Marco Carlomagno - Coordinatore Didattico Medialo, Nora Capece - Referente Scientifico Medialo, Stefano Dumontet - Professore Ordinario Università Parthenope, Ezio Sciarra - Professore Ordinario Università G. D’Annunzio. IL FENOMENO DELL’EVASIONE FISCALE di Vittorio Carlomagno 21 Lo Sportello Risponde COME SI SMARRISCE LA TAX COMPLIANCE 07 Primo Piano di Daniela Castellano ESISTE LA POSSIBILITÀ DI UN ACCORDO CON EQUITALIA? 22 Fisco IL FENOMENO DELL’EVASIONE FISCALE UNA FERITA APERTA NEL SISTEMA ECONOMICO 10 Interviperando di Serena Pane MEDIAZIONE OBBLIGATORIA: CHI VINCERÀ? 12 Dal Mondo di 13 Dall’Italia di Amabile Amato VIAGGIO NEL MONDO DEI CONTI CORRENTE 14 Economia di Giuseppe De Stefano SOGNI D’ORO, MA NON TROPPO 15 Speciale MediaLo di 23 Giurisprudenza 16 Speciale MediaLo di 24 Curiosando di di di COMUNI BOCCIATI 4 Amabile Amato 26 Sportello Consumatori di 28 Sportello Lavoro 30 di STAMPA In proprio AUTORIZZAZIONI Registrazione Tribunale di Napoli n.6 del 07.01.2004 Iscrizione al R.O.C. n. 11504 Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. L. 46/2004) art.1, c.1, DCB Napoli REDAZIONE DI NAPOLI Via R. Bracco, 45 - Tel. 0814202418 - Fax 0815518082 REDAZIONE DI ROMA Via Piave, 61 - Tel. 0642828753 - Fax 06233201721 RESPONSABILE TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI Gennaro Morra ABBONAMENTO A CONTRIBUENTI.IT MAGAZINE Euro 50,00 comprensivo della quota di iscrizione all'Associazione Contribuenti Italiani Daniela Castellano CARO ESTINTO: UN AFFARE DA 900 MILIONI DI EURO Consiglia Buonomano ALTO APPRENDISTATO. UN’OPPORTUNITA’ DA COGLIERE AL VOLO Scadenze di Antonio Scherillo APPUNTAMENTI CON IL FISCO Daniela Castellano DIRITTI SULLA PRIVACY In relazione a quanto disposto dall’articolo 11del D.lgs. 30 giugno 2003, n.196, i dati personali oggetto di trattamento sono: a) trattati in modo lecito e secondo correttezza; b) raccolti e registrati per scopi determinati, espliciti e legittimi, ed utilizzati in altre operazioni del trattamento in termini compatibili con tali scopi; c) esatti e, se necessario, aggiornati; d) pertinenti, completi e non eccedenti rispetto alle finalità per le quali sono raccolti o successivamente trattati; e) conservati in una forma che consenta l'identificazione dell'interessato per un periodo di tempo non superiore a quello necessario agli scopi per i quali essi sono stati raccolti o successivamente trattati. Ai sensi dell’art. 7 del D. lgs. n. 196/2003, Lei potrà chiedere la cancellazione, la trasformazione in forma anonima o il blocco dei dati trattati in violazione di legge. I contenuti e i pareri espressi negli articoli sono da considerarsi opinioni personali degli autori che non impegnano pertanto l’editore, la direzione, le redazioni e il comitato scientifico. Infatti gli articoli firmati possono non rappresentare la linea dell’editore ma, per una più ampia e completa informazione, vengono pubblicate anche le opinioni non condivise. Daniela Castellano IL VALORE DELLA MEDIAZIONE? RIFERIRSI ALL’INTERA COMUNITÀ 20 Dalle Istituzioni avv. Villani e Rizzelli DALL’ORIENTE ALL’ITALIA PER SCOPRIRE L’ELISIR DI LUNGA VITA MEDIAZIONE TRIBUTARIA: COME E QUANDO 18 Speciale MediaLo di EQUITALIA SUD S.P.A. CONDANNATA AL PAGAMENTO DELLE SPESE GIUDIZIALI: INUTILE LA CANCELLAZIONE DELL’ISCRIZIONE IPOTECARIA Giuseppe De Stefano CONTENZIOSO TRIBUTARIO: DIAMO I NUMERI Valentina Tortelli IMU LA SELVA VARIABILE: TANTE SORPRESE PER LE TREDICESIME DEGLI ITALIANI Alessandra Potenza BANCHE NEGLI USA: 10 MILIONI DI FAMIGLIE NON HANNO UN CONTO CORRENTE di PROGETTO GRAFICO Antonio Matarese Maria A. Rojas Boschetti 15 Contribuenti.it NOVEMBRE ANNO IX MAGAZINE NUMERO 11 ISSN 2039-8034 05 Editoriale HANNO COLLABORATO Amabile Amato, Giuseppe De Stefano, Alessandra Potenza, avv. Alessandro Rizzelli, Maria A. Rojas Boschetti, Valentina Tortelli, avv. Maurizio Villani. Speciale Mediazione Torna MediaLo SPECIALE MEDIAZIONE LE NOSTRE INTERVISTE COL. NICOLA ALTIERO GIAN PIERO TURCHI CONTI CORRENTE CONOSCIAMOLI MEGLIO CONFRONTO CON GLI USA CARO ESTINTO UN GIRO D’AFFARI DA 900 MILIONI DI EURO Associato USPI Unione Stampa Periodica Italiana Editoriale di Vittorio Carlomagno Come si smarrisce la tax compliance S e decido di fare, ad esempio, un abbonamento telefonico, alla stipula del contratto ci arrivo con la consapevolezza che, a fronte di servizi specifici, devo pagare una cifra specifica. Se decido di mandare mio figlio alla scuola pubblica, da cittadino che da sempre paga le tasse con consapevole accettazione, mi aspetto che i servizi minimi mi vengano resi: riscaldamento d'inverno, lavagne e gessi, uso dei servizi igienici, insegnanti in numero proporzionale agli alunni e non classi pollaio… Che succede quando un Paese non riesce più a garantire, concretamente, una visibile corrispondenza tra tasse pagate e servizi resi? Succede che ai più sembra di firmare un contratto in bianco: so che devo pagare ma non so per che cosa. E allora parlare di tax compliance diventa un esercizio di fantasia, in cui non esistono più consapevolezza e accettazione. Uno Stato che non tiene conto delle difficoltà in cui vivono i suoi cittadini, continuando a gonfiare la pressione fiscale, rendendo servizi sempre più scadenti e in alcuni settori, come i trasporti, quasi nulli, significa che li ritiene sudditi. E i sudditi puoi chiedere di tutto senza che vi sia un corrispettivo tra quello che si riceve e quello che si paga. Ma vi è un limite insuperabile: non si può arrivare ad affamare un popolo perché tutte le rivoluzioni, la storia ce lo insegna, e dovrebbe farlo anche ai tecnici dell'economia, nascono dalla povertà e dalla fame. § © RIPRODUZIONE RISERVATA 5 Primo Piano di Daniela Castellano EVASIONE FISCALE UNA FERITA APERTA NEL SISTEMA ECONOMICO Intervista al Col. Nicola Altiero, Comandante del Nucleo Polizia Tributaria di Napoli N onostante i numerosi tentativi messi in campo, il fenomeno dell'evasione fiscale continua a rappresentare una delle ferite aperte del nostro sistema economico. Secondo uno studio realizzato da noi nel 2011 si è avuta un'impennata pari a circa il 13% e ciò, oltre che un notevole danno per Qual è la sua opinione in merito al fenomeno? E’ ormai evidente come l'evasione fiscale generi gravi distorsioni di mercato ed iniquità sociale, costituendo un freno allo sviluppo del Paese e all'adozione di più incisive misure redistributive, proprio in periodi di crisi, quando maggiormente se ne avverte la necessità. Probabilmente si continua ad "evadere" perché non è ancora radicata l'idea che chi evade danneggia l'intera comunità. In alcune zone del territorio nazionale "evasore" è ancora sinonimo di furbo e di persona degna di essere imitata. Ma, in un'ottica di solidarietà tributaria, la contribuzione è l'obbligo più pregnante: la cittadinanza si acquista all'atto della nascita e, con essa, una serie di diritti ed obblighi civili; collegati a questi, ci sono gli obblighi tributari che consentono di creare il patrimonio comune, utilizzato dagli Enti istituzionali a favore della collettività. E' questo un aspetto da non sottovalutare: "pagare tutti per pagare meno" non è un mero slogan ma è la ricetta per evitare di reiterare le manovre finanziarie e di introdurre misure straordinarie per limitare il debito pubblico. Nell'ambito della sua esperienza, quale ambito economico è maggiormente interessato dal fenomeno? L'evasione sul territorio italiano ha un andamento a "macchia di leopardo": non c'è una parte di territorio che evade di più rispetto ad un'altra, ciò che cambia è il metodo. Qui in Campania e, in generale, nel Meridione, è più facile imbattersi in soggetti economici completamente sconosciuti al Fisco. L'esempio classico è quello della filiera produttiva che, le casse dello Stato, è anche la spia di un disagio, di una difficoltà crescente a rapportarsi alle amministrazioni finanziarie. Un'insoddisfazione sempre meno latente nei confronti dei servizi pubblici erogati dallo Stato che porta con sé lo smarrimento della "comprensione" del senso delle tasse in ambito collettivo. dall'inizio alla fine, viaggia sotto terra: se una persona intende investire nella realizzazione di accessori per abbigliamento e, a tale scopo, crea un laboratorio clandestino, dovrà quindi rivolgersi a manodopera clandestina, deve acquistare clandestinamente le materie prime e vendere i prodotti finiti in maniera altrettanto clandestina, deve smaltire clandestinamente gli scarti della lavorazione ed effettuare - sempre clandestinamente - i movimenti finanziari. Come vede, l'aggettivo "clandestino" caratterizza l'intera attività… Altrove, l'evasione si presenta sotto forme diverse. Nella zone maggiormente industrializzate del Paese, il soggetto economico, anziché occultarsi, tenterà "semplicemente" di manovrare fraudolentemente sulla contabilità ufficiale, ad esempio, abbattendo gli elementi positivi di reddito, ovvero creando costi fittizi (un classico è contabilizzare costi fittizi relativi a consulenze e studi di fattibilità in realtà mai sostenuti). Molto in voga sono anche forme di evasione che lavorano sul fattore "estero", come la esterovestizione fittizia delle persone fisiche, le frodi "carosello" in materia di IVA, la delocalizzazione della sede amministrativa in Paesi a fiscalità privilegiata (cd. "paradisi fiscali") che non ammettono lo scambio di informazioni tributarie ovvero hanno una tassazione privilegiata rispetto all'Italia. Quale è quello in cui si riscontrano le maggiori difficoltà per quanto riguarda la messa in atto di azioni di contrasto? Con riguardo agli strumenti utilizzabili, la Guardia di Finanza dispone di un sistema di attribuzioni che le consente una capacità di intervento ad ampio raggio, in grado di aggredire le più insidiose manifestazioni del crimine economico. Mi riferisco non solo alla coesistenza in un unico Corpo delle qualifiche di polizia amministrativa, tributaria e giudiziaria, da attivare in funzione dello specifico contesto operativo, ma anche alla possibilità di investigare i flussi finanziari e di associarli agli eventi che li generano. In questa prospettiva, la Guardia di Finanza è l'unico organo di polizia giudiziaria con competenze specialistiche in campo tributario e, come tale, in grado di esaminare in modo globale gli illeciti economico-finanziari, attraverso il combinato esercizio dei poteri di polizia giudiziaria e di polizia tributaria. Di questo è pienamente consapevole il Legislatore, che ha attribuito al Corpo la funzione di "polo gravitazionale" degli elementi informativi COL. t. ST. NICOLA ALTIERO Comandante Nucleo Polizia Tributaria Guardia di Finanza Napoli 7 Primo Piano comprovanti violazioni tributarie. Infatti, è previsto che le altre Forze di polizia, gli Organi di vigilanza e la stessa magistratura penale, civile ed amministrativa devono comunicare alla Guardia di Finanza, ai sensi dell'art. 36 del DPR 600/1973, i fatti che possono configurarsi come violazioni tributarie di cui vengono a conoscenza nel corso della propria attività istituzionale. Di certo, poter seguire ed interpretare i flussi di denaro di dubbia provenienza rappresenta il vero quid pluris di ogni attività investigativa di carattere tributario ovvero di natura criminale. Se abbastanza agevole risulta ispezionare la contabilità di un soggetto titolare di redditi d'impresa grazie ai molteplici controlli di coerenza interna (gestione del magazzino, numero dei dipendenti, ecc.) ed esterna (su clienti e fornitori), il discorso si complica con i cd. "professionisti", titolari di reddito di lavoro autonomo, con i quali le possibilità di effettuare riscontri adeguatamente oggettivi sulle loro reali capacità contributive si assottigliano. Supplisce la possibilità, laddove vi siano i presupposti di legge, di poter ricorrere alle cd. "indagini finanziarie" che rappresentano il passaggio dall'ormai superato concetto di accertamento bancario - non più aderente alle attuali possibilità di impiego e movimentazione di denaro - ad una nozione omnicomprensiva di tutti i possibili flussi finanziari riconducibili al contribuente. Ci parli degli ultimi risultati ottenuti dalla GDF nell'ambito del contrasto all'evasione. Il Nucleo Polizia Tributaria di Napoli effettua annualmente una selezione dei soggetti economici da sottoporre a verifica in relazione agli specifici carichi di lavoro fissati dal sovraordinato Comando Provinciale. I criteri in base ai quali viene ripartita la competenza ai fini dell'esecuzione delle attività ispettive sono quelli della sede e del volume d'affari (ammontare complessivo dei ricavi o compensi) del contribuente. Il Nucleo pt è competente sui contribuenti di medie e grandi dimensioni (aventi, cioè, un volume d'affari superiore ai 7,5 milioni di euro) con sede e/o domicilio fiscale in Napoli e provincia. Nel corrente anno, al Nucleo pt è stata affidata l'esecuzione di nr. 120 controlli nei confronti di soggetti di 2ª fascia (con volume d'affari da 7,5 a 100 milioni di euro) e nr. 7 nei confronti di soggetti di 3ª fascia (con volume d'affari superiore a 100 milioni di euro). 8 Tali obiettivi a carattere generale possono essere resi maggiormente aderenti alla realtà economica locale attraverso specifici "sub-obiettivi". In tal modo, è possibile prevedere che una parte delle attività ispettive nel settore tributario sia destinata, ad esempio, a verificare gli obblighi contabili dei "professionisti", degli "artisti", dei "soggetti ad accisa", degli "esportatori abituali", ecc. Tra i risultati ottenuti dalla Guardia di Finanza nel contrasto all'evasione, posso citarle l'Operazione "BAD IRON" che, partita nel 2008, proprio nel 2012 ha avuto il suo epilogo. Scattata da una serie di verifiche nei confronti di società facenti parte di un gruppo imprenditoriale operante nel settore della compravendita di materiali ferrosi, l'attività operativa ha fatto emergere notevoli violazioni sotto l'aspetto delle frodi carosello oltre che l'occultamento di elementi positivi di reddito per centinaia di milioni di euro. Ma non solo… gli inquirenti stanno vagliando anche ipotesi di collusione con esponenti della criminalità organizzata, con profili di riciclaggio di denaro di provenienza illecita. Non a caso l'operazione in questione è stata qualificata dal Comando Generale del Corpo come una sorta di best practice, un esempio pratico di quella che è la polizia economico-finanziaria. La polizia tributaria in senso tradizionale rappresenta il passato che si ferma al 2001, allorché è entrato in vigore il decreto legislativo 19 marzo 2001, nr. 68, che ha riqualificato completamente la nostra attività operativa. La polizia tributaria è settoriale, guarda ai contribuenti sotto l'aspetto delle entrate, quella economico-finanziaria è onnivalente, ha riguardo alle fonti di spesa, all'andamento dei flussi finanziari sottostanti alle operazioni economiche, alla polizia valutaria. In tale ottica raccomando sempre ai miei collaboratori e, prima ancora, a me stesso, di affrontare le questioni tributarie a 360° e di non procedere per compartimenti stagni. Spesso l'operazione economica, anche quella più innocua, cela motivazioni nascoste con conseguenze su molteplici piani… Un secondo caso pratico che vede il Nucleo pt tutt'ora all'opera è l'operazione "IL MONDO DI OZ" svolta nei confronti di un Gruppo della cantieristica navale, che otteneva finanziamenti da privati risparmiatori attraverso l'emissione di titoli obbligazionari, anche extra-bilancio, formalmente reinvestiti nell'acquisizione di nuove imbarca- LA SCHEDA Il Nucleo Polizia Tributaria di Napoli opera in tutti i comparti della polizia economico-finanziaria affidati alla Guardia di Finanza. La platea di contribuenti di sua competenza è formata da: • soggetti titolari di partita IVA aventi un volume d'affari superiore a 7.500.000 di euro (1083 soggetti); • tutti gli esercenti arti e professioni con un volume d'affari superiore a 150.000 euro (oltre 1000 soggetti). A metà ottobre il Nucleo ha completato attività di verifica e di controllo in materia di contrasto all'evasione tali da far emergere: • oltre 3 milioni di IVA non versata; • elementi positivi di reddito non dichiarati e ricavi non contabilizzati per circa 184 milioni di euro; • costi non deducibili per oltre 254 milioni di euro; • ritenute non operate per oltre 1 milione e 700 mila euro; • accisa evasa per oltre 23 milioni di euro; • IVA relativa per oltre 79 milioni di euro; • IVA dovuta per oltre 103 milioni di euro. Sono stati riscontrati frequenti casi di: • EVASIONE mediante omessa fatturazione o sottofatturazione di ricavi; • FRODE FISCALE commessa sia attraverso l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti emesse da "cartiere", sia attraverso artifizi contabili. (la prima tramite le cd. "frodi carosello", finalizzate a ottenere indebite detrazioni IVA tramite l'interposizione di società cartiere negli acquisti di prodotti di origine comunitaria); • EVASIONE tramite l'interposizione fittizia di schemi societari esteri, ubicati anche nei cd. "paradisi fiscali"; • EVASIONE mediante omesso versamento di imposte risultanti dalla dichiarazione presentata, frequente per le società in crisi di liquidità. Fonte: Comando Nucleo Polizia Tributaria GDF Napoli zioni. Anche in tal caso, si è intervenuti con l'esecuzione di più verifiche fiscali che hanno permesso di ricostruire l'intera concatenazione di controllo e gestione (caratterizzata dalla presenza di più società lussemburghesi, di una società irlandese e di una società portoghese) del Gruppo. Attraverso società fiduciarie e contratti di trust, gli investigatori delle Fiamme Gialle hanno fatto un vero e proprio giro del mondo, passando anche attraverso Paesi a fiscalità privilegiata. L'operazione è tutt'ora in corso, due società sono state recentemente dichiarate fallite; stiamo ricostruendo il patrimonio che consentirà di soddisfare le pretese dei creditori secondo il principio della par condicio creditorum. Ritiene che, attualmente, la GDF abbia a disposizione i mezzi e le risorse adeguate per contrastare efficacemente il fenomeno dell'evasione, anche a livello legislativo, o ci sarebbe bisogno di miglioramenti per aiutare il vostro lavoro? In punto di diritto, l'Italia ha un sistema di contrasto all'evasione e all'elusione fiscale molto avanzato. E' anche vero che nello specifico settore l'optimum non esiste, ma poter contare su strumenti di contrasto che si evolvono di pari passo rispetto ai più avanzati metodi di evasione e di elusione è già un grande risultato. Nel 1986, quando sedevo tra i banchi dell'Accademia, i docenti di diritto tributario ci illustravano la portata avveniristica della Legge cd. "Visentini-ter", una delle prime normative antielusione, oppure della legge penale-tributaria cd. "Manette agli evasori". Oggi tutto ciò è preistoria… Con l'utilizzo degli strumenti informatici, la dematerializzazione dei supporti documentali, l'in- troduzione della moneta elettronica, i sistemi di frode e con essi i sistemi di contrasto hanno fatto passi da gigante. Ritengo, quindi, che gli attuali mezzi a nostra disposizione siano validi a contrastare i fenomeni di evasione/elusione, ma sicuramente tra qualche anno essi non saranno più sufficienti e occorrerà ricorrere ad altro. Facciamo un piccolo esempio. Fino ad un decennio fa, l'apertura di un esercizio commerciale, ad esempio di un ristorante di lusso, avrebbe impensierito gli Organi di controllo sotto l'aspetto della regolare emissione della ricevuta fiscale.. Oggi induce i medesimi Organi di controllo a verificare se tale investimento è avvenuto riciclando denaro di provenienza illecita e se, quindi, il ristorante non sia in realtà una lavanderia di denaro sporco. Oggi è possibile effettuare questo genere di controllo in maniera non invasiva, cioè attraverso la semplice interrogazione delle banche dati in uso al Corpo, incrociando le informazioni dell'Anagrafe tributaria, con quelle dell'Anagrafe dei conti correnti, con quelle del Sistema Informativo Valutario in materia di segnalazioni sospette. Un decennio fa, tutto ciò era impensabile. Secondo una nostra recente indagine, la maggioranza dei cittadini/contribuenti ripone grande fiducia nell'operato delle Fiamme Gialle, grazie ai lodevoli risultati ottenuti non solo per quanto riguarda il contrasto all'evasione, ma anche in merito alla lotta alla contraffazione, alla tutela della sicurezza alimentare e al caro consumi. Che tipo di collaborazione e supporto possono offrirvi le Associazioni dei consumatori e dei Contribuenti? La domanda mi dà l'opportunità di ricordare uno slogan a me molto caro: la Guardia di Finanza è un'istituzione articolata e complessa ed è finanziata con i soldi dei contribuenti: in quanto tale, essa, al pari delle altre Forze di polizia, è al totale servizio del cittadino. Quest'ultimo aspetto permette di evidenziare le forme di collaborazione che il Corpo intesse con gli Enti, le Istituzioni, le Agenzie e le Associazioni che sul territorio si battono per affermare la legalità. Occorre partire dalle origini del moderno diritto tributario. Pochi sanno che già la Riforma tributaria degli anni '70 prevedeva la possibilità per gli Enti locali di partecipare attivamente all'accertamento dei tributi locali, ricevendo in cambio cospicue rimesse di denaro. Oggi la partecipazione dei Comuni all'accertamento delle imposte locali e catastali è prevista per legge. Collaudate forme di coordinamento sussistono anche con l'Agenzia delle Entrate. Le riunioni con i rappresentanti degli Uffici finanziari consentono di condividere meccanismi e procedure di controllo, nonché di ripartire i soggetti (quelli di rilevanti dimensioni) da sottoporre a verifica fiscale per evitare duplicazioni. Tali forme di condivisione riverberano effetti positivi sia sulla celerità della fase di accertamento sia, soprattutto, sulla eventuale fase di contenzioso tributario. Ma non è tutto. I molteplici compiti che leggi e regolamenti demandano al Corpo fanno sì che, quotidianamente, le Fiamme Gialle si occupano di contrasto all'evasione, di lotta agli sprechi di denaro pubblico, di contrasto alla contraffazione di marchi, di tutela della sicurezza alimentare e di aumento ingiustificato dei prezzi al consumo. E' evidente che obiettivi così ambiziosi richiedono l'ausilio e la collaborazione di tutti i cittadini: la Guardia di Finanza, nel tempo, ha stipulato protocolli di intesa con le Associazioni dei consumatori, con la Camera di Commercio, con i Dipartimenti di Prevenzione Igiene delle ASL territoriali. La Guardia di Finanza è al fianco delle Associazioni Antiracket ed Antiusura, sostiene i Comitati cittadini Anticamorra. In una città come Napoli, indicata da molti come la capitale mondiale della contraffazione, il commercio di tali prodotti è alimentato proprio dai numerosi acquirenti, i quali hanno scarsa consapevolezza dei pericoli per la salute pubblica che i prodotti contraffatti creano. Prendiamo il caso dell'abbigliamento o dei giocattoli destinati ai bambini: il prezzo estremamente vantaggioso dimostra che essi spesso sono realizzati con materiali scadenti, contenenti sostanze tossiche o comunque pericolose, hanno componenti che, con una minima sollecitazione, si frammentano e possono essere ingeriti. L'assenza di test di sicurezza e di resistenza incide sul prezzo finale di vendita. Inoltre, non dimentichiamo che, sempre a Napoli, il 90% dei traffici di prodotti contraffatti è nelle mani della criminalità organizzata, è utilizzato per riciclare e reinvestire denaro di provenienza illecita… si dice che da un euro investito nel traffico di droga se ne ricavino, alla fine della filiera, sette, mentre da un euro investito nella contraffazione se ne ottengono cinque. Si possono facilmente immaginare le dimensioni del business… § [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA 9 di Serena Pane INTERVIPERANDO MEDIAZIONE OBBLIGATORIA: CHI VINCERA’? L a Corte costituzionale, lo scorso 26 ottobre, ha dichia- rato l’illegittimità della conciliazione obbligatoria. La motivazione della sentenza, al momento solo annunciata, sarebbe dovuta ad un eccesso di delega governativa più che ad una vera e propria incostituzionalità del profilo obbligatorio. La partita, quindi, passa al legislatore e probabilmente si risolverà a breve inserendo un emendamento al decreto legge sviluppo in discussione al Senato. Rispetto alla norma originaria qualche piccola modifica è prevista. Innanzitutto, la fissazione di un limite temporale al 2017 per tale obbligo in modo da poter valutare l’efficacia o meno della norma e decidere se continuare a tenerla o abolirla in base ai dati pervenuti. Altra variante la presenza del legale nel momento di formulazione della proposta del mediatore, tentativo di coinvolgere maggiormente gli avvocati con la motivazione di informare i clienti delle pesanti conseguenze dell’eventuale rifiuto della proposta nel successivo giudizio in tribunale. 10 Contrario a tale possibilità Maurizio De Tilla, presidente OUA, che ha dichiarato ufficialmente il suo no a tale emendamento. Sarebbe di fatto uno stravolgimento della sentenza della Consulta, sostiene De Tilla, senza tra l’altro attendere il vaglio della Corte di Giustizia Europea. Attacco ancora più forte nei confronti del business degli organismi di mediazione a cui si contrappone ovviamente il Forum nazionale degli organismi che invece rilancia l ostruzionismo della lobby degli avvocati. Una guerra aperta che il Parlamento è chiamato a dirimere, speriamo nell’interesse dei cittadini. § © RIPRODUZIONE RISERVATA Dal Mondo di Alessandra Potenza BANCHE NEGLI USA: 10 MILIONI DI FAMIGLIE NON HANNO UN CONTO CORRENTE L e banche sono state fra le prime a finire nel mirino di Occupy Wall Street, il movimento di protesta popolare che qui negli Stati Uniti contesta alle banche di non dare peso alla percentuale più bisognosa della popolazione americana. Non si parla del 99 percento, dal famoso slogan di Occupy, ma dell'8,2 percento, ossia 10 milioni di famiglie americane che non posseggono un conto in banca. Un numero in aumento rispetto al 2009, quando 9 milioni di famiglie dichiaravano di non avere un conto corrente, secondo uno studio della Federal Deposit Insurance Corporation di settembre. Le ragioni sono diverse: da chi non si fida a trattare con le banche, a chi ha avuto problemi finanziari che non gli permettono di depositare soldi in banca. Ma la maggior parte della popolazione dichiara di non avere abbastanza soldi per aprire e mantenere un conto, mentre il 5.4 percento accusa l'alto costo delle commissioni. Per le famiglie che vivono mese per mese, in effetti, il sistema bancario americano è un convoluto groviglio di regole e astruse commissioni nascoste dietro quasi ogni operazione. Mantenere un conto corrente costa in media dai 10 ai 30 dollari al mese. Ma JP Morgan Chase e Citibank, ad esempio, due delle più grandi banche negli Stati Uniti, esentano i proprio clienti se depositano un minimo di 1.500 dollari al mese sul conto, o se hanno investimenti pari ai 5 mila dollari. Al pagamento mensile di 10, 20 o 30 dollari, però, si aggiungono altre minute commissioni che sono una delle maggiori ragioni per cui 10 milioni di famiglie americane non affidano alle banche i propri soldi. JP Morgan Chase, ad esempio, si prende 2 dollari ogni volta che un cliente ritira soldi dal bancomat di un'altra banca, che a sua volta impone una commissione. Se un cliente scrive un assegno o fa un pagamento senza avere abbastanza soldi sul conto, Chase si prende 35 dollari. Ricevere un bonifico costa sui 10 o 15 dollari per Chase e Citibank, mente farlo può costare fino a 30 dollari, anche se online. A Citibank, costa ordinare gli assegni (10 dollari), annullare assegni (5 dollari) e depositare assegni di banche straniere (30 dollari). A Chase, costa farsi inviare un ulteriore estratto conto a casa (6 dollari), ritirare soldi da un bancomat all'estero (5 dollari) e bloccare un pagamento (34 dollari). Per le famiglie americane povere, o impoverite dalla recessione, ognuna di queste commessioni, e in particolare il pagamento mensile che non può essere evitato se non si hanno entrate mensili che garantiscano un minimo stabile sul conto, rendono difficile l'apertura o il mantenimento di un conto corrente. Per questo, più e più famiglie senza un conto bancario - il 18 percento rispetto al 12 percento nel 2009 - si affida alle carte prepagate come alternativa ai contanti. Particolarmente buoni sono invece i conti correnti per gli studenti. Le banche americane offrono opzioni particolarmente vantaggiose per gli universitari, perché, "agganciato" il cliente, è improbabile che cambi banca una volta entrato nel mondo del lavoro. E quindi esistono conti correnti gratuiti, senza spese mensili, senza un minimo fisso. Citibank, ad esempio, non prevede commissioni per l'uso di bancomat di altre banche, mentre U.S. Bank dà un limite di quattro transazioni prima di sanzionare il cliente. Ma una volta usciti dall'università, i giovani, soprattutto se disoccupati, sono lasciati a se stessi e molti chiudono i conti correnti, entrando a far parte di quell'8,2 percento. § © RIPRODUZIONE RISERVATA SANDY, LA TEMPESTA DEL SECOLO IKEA. LICENZIATO PERCHÉ SPIAVA I DIPENDENTI FRANCIA. PILLOLA GRATIS PER LE MINORENNI Ha fatto considerevoli danni la temuta tempesta Sandy, l'uragano che a fine ottobre ha imperversato negli Stati Uniti tenendo in scacco anche New York e la campagna elettorale per le vicinissime elezioni presidenziali. Milioni di cittadini senza corrente elettrica, costretta a rintanarsi in casa per mettersi al riparo dai fortissimi venti e dalla pioggia battente, evidenziando però capacità organizzative di tutto rispetto, che hanno evitato criticità ancora maggiori. J. F. Paris, responsabile della sicurezza e della gestione del rischio di Ikea France, era stato fatto accomodare fuori dalla porta per aver fatto spiare dipendenti e clienti. Oggi vuota il sacco e sostiene che i vertici dell'azienda erano informati e che, anzi, non appena assunto aveva saputo che Ikea si appoggiava ad una società di consulenza per sospetti furti. Lo scandalo, scoppiato a febbraio, quando il Canard Enchaîné aveva rivelato che Ikea France era solita spiare dipendenti e clienti procurandosi informazioni sui loro precedenti giudiziari e sui conti in banca, per verificare che fossero in grado di pagare gli acquisti. Approvato dal parlamento francese l'emendamento che da il via libera al rimborso totale dei contraccettivi per le minorenni, a partire dai 15 anni. Si stima che le ragazze interessate dalla misura siano circa un milione e verrà loro garantito l'anonimato, non dovranno, perciò, rivolgersi ai genitori per l' autorizzazione ma basterà recarsi presso i consultori o i centri di pianificazione familiare pubblici. Il provvedimento fa seguito alla diffusione dei dati sull'aumento delle gravidanze nelle under 18, che sono quasi 10mila all'anno. 12 Dall’Italia di Amabile Amato VIAGGIO NEL MONDO DEI CONTI CORRENTE Perché e come aprirne uno, in quanto tempo e con quale costo U na definizione da manuale identifica il conto corrente come "il contratto principe tra i contratti bancari" ma, noi vogliamo spiegare cosa sia un conto corrente partendo dal chiarire cosa non è. Un conto corrente, a dispetto di come può essere definito nell'immaginario collettivo, non è un salvadanaio virtuale in cui stipare i nostri risparmi, poiché questo servizio si chiama conto deposito. E allora cosa può essere? È sicuramente uno strumento. Uno strumento con cui la banca è in grado di erogare, a chi lo richiede, tutta una serie di servizi: aprendo un conto corrente, ad esempio, è possibile richiedere una carta ban- comat, una carta di credito, un libretto di assegni, pagare i bollettini MAV, farsi addebitare le tasse e/o i pagamenti delle utenze (acqua, luce gas, ecc.) ma, più generalmente, i possessori di conto corrente posso effettuarci dei pagamenti, sia con proprie provviste, sia accedendo ad un fido della banca. Attenzione, poiché non tutti possono aprire un conto corrente, se non in presenza di un valido motivo (per esempio, l'accredito di uno stipendio, il pagamento di un mutuo, il credito per un figlio che studia lontano da casa). È questa, infatti, grazie anche alla vigente normativa sull'antiriciclaggio (d.l. 231/2007), la condizione principale per avere accesso a tale strumento. Ogni persona fisica o giuridica, anche minorenne purché si avvalga di un tutore che ne garantisca la capacità di agire, in presenza di motivi che la giustifichino, può fare richiesta di apertura di conto corrente. Una volta ricevuta dalla banca tale richiesta, se il richiedente è censito in quell'istituto i tempi si accorciano notevolmente, mentre se non lo è, la banca si riserva di "indagare" sul soggetto e tale operazione può durare da una a ventiquattro ore. Così come variano i tempi per l'apertura, anche i costi cambiano da banca a banca. Possiamo, però, affermare che, mediamente, un conto corrente base, senza troppi servizi accessori, arriva a costare dai 120 ai 200 euro l'anno, circa 20 euro al mese. Tali costi sono da dividere in costi fissi, quelli che la banca addebita per la semplice tenuta del conto, costi per ogni operazione (prelievo, versamento, ecc.), nonché i costi per l'invio di estratto conto e comunicazioni varie. Molti di questi costi sono abbattibili ricorrendo ad un conto on line. Questi ultimi, sfruttando la Rete, hanno costi fissi ridotti, e lo stesso dicasi dei costi per l'invio di comunicazioni, visibili nella propria area riservata su internet (home banking) oppure facendo richiesta di invii per posta elettronica. Quando, però, si parla di soldi e di internet insieme, i più potrebbero essere scettici e restii: in questi casi, l'unica tutela possibile è fare dei controlli sull'albo delle banche (facendo, magari, una segnalazione direttamente alla Banca d'Italia) e ricordarsi che, in base al IV Pilastro dell'accordo Basilea II, in materia di trasparenza, tutti gli istituti di credito sono obbligati a rendere noto tramite sito internet il proprio stato di salute, importante parametro da valutare per capire se una banca è affidabile o meno. Siete ancora indecisi su quale tipologia di conto aprire? Per i pensionati, per i giovani, per chi vive d'investimenti? I fogli informativi che, ogni banca, deve fornire fisicamente sia nelle proprie sedi sia on line, in maniera asportabile, vi guideranno in questo mondo all'apparenza caotico, e vi permetteranno di comparare più offerte per lo stesso prodotto, per scegliere semplicemente quella che più si adatta alle vostre esigenze. § [email protected] DISOCCUPAZIONE ANCORA IN PICCHIATA Continua lo stillicidio dei posti di lavoro in Italia. Gli ultimi dati forniti dall'Istat fotografano questa difficile realtà: in un anno sono andati persi circa 554.000 posti di lavoro. Il tasso di disoccupazione a settembre è del 10,8% mentre quella giovanile, il punto più dolente della questione lavoro, è attestata al 35,1%. Si tratta di record assoluti, battute anche le percentuali del 1992. E le stime per i prossimi trimestri lasciano ben poche speranze di ripresa. IMU, NESSUNA PROROGA DELLA SCADENZA Lo ha ribadito il ministro Grilli, nonostante le numerose criticità la scadenza per il saldo Imu, prevista per il 17 dicembre, non sarà in alcun modo prorogata. Speranze disilluse per i contribuenti, dunque, che dovranno affrontare un Natale quanto mai difficile e, soprattutto, senza sapere ancora con esattezza a quanto ammonterà il saldo dovuto. Sono stati i Caf a lanciare l'allarme caos, dal momento che ancora non ci sono indicazioni chiare a riguardo. LIGURIA: SOLDI AI RAGAZZI PER FARE I CONTADINI Il governatore Burlando lancia le Coop anti incuria, provando a dare, in un sol colpo, una soluzione a due problematiche molto sentite: la disoccupazione giovanile e il dissesto idrogeologico. Dare soldi ai ragazzi tornare a prendersi cura delle terre dei padri, ormai abbandonate e perciò ancora più a rischio incuria. La prevenzione delle frane e dei crolli passa anche da qui. © RIPRODUZIONE RISERVATA 13 Economia di Giuseppe De Stefano SOGNI D’ORO, MA NON TROPPO Si chiamano “conti dormienti”, e prendono questo nome per il semplice fatto che per anni non vengono “disturbati”. Solo nel 2008 ammontavano a 798.404.099,50 euro: come fare a recuperarli L’ attitudine al risparmio è sempre stata una connotazione distintiva del contribuente italiano. Proprio questa caratteristica ha tenuto a galla il "welfare" intrinseco al sistema sociale nostrano più di quanto non siano riusciti a fare altri Paesi al cospetto della crisi. Oggi non riusciamo più a mantenere lo stesso livello di risparmi, ma ne abbiamo ereditato tanto. Quanti libretti postali vengono ancora aperti per ogni battesimo? Quanti buoni fruttiferi sono stati regalati dai dell'Erario statale. E non saranno più riscuotibili in alcun modo. Fino a quel momento, però, saranno nel bilancio di un apposito fondo sempre all'interno dell'Erario statale. A prevederlo è una legge entrata in vigore nel 2008, secondo la quale le somme dimenticate sui conti a partire dal 1997 fossero versate al Tesoro e non più incamerate dalle banche, come avveniva in precedenza sempre allo scadere dei 10 anni di prescrizione. In tutta risposta verrebbe da pensare che dimenti- nonni di tutta Italia ai nipoti per la maggiore età? Tanti, tantissimi, e si rischia di perderli. Si chiamano "conti dormienti", e prendono questo nome per il semplice fatto che per anni non vengono "disturbati". Più precisamente sono i rapporti contrattuali (depositi di somme di denaro o di strumenti finanziari) in relazione ai quali non sia stata effettuata nessuna operazione o movimentazione nel corso di dieci anni in seguito alla loro effettiva disponibilità. Nulla da temere, perché affinché scatti la prescrizione dei crediti, devono trascorrere altri dieci anni. Solo allora verranno direttamente versati nelle casse care i soldi per dieci (anzi venti) anni sia una cosa improbabile, specie in tempi come questi. Ma non è affatto così. L'ultima stima ufficiale del Ministero dell'Economia di cui si ha traccia risale al 2008, quando i conti dormienti ammontavano ad un totale di 1.071.590 conti. Per la precisione si trattava di un totale di deposito pari a 798.404.099,50 euro, di cui 781.755.444,35 in contante e 16.648.655,15 in strumenti finanziari. Ma non c'è da disperare. Istituti bancari, finanziarie e Poste Italiane sono di solito operose nelle operazioni di "risveglio" dei conti stessi (e dopo il cambiamento della 14 normativa non c'è di che stupirsi) e lo fanno inoltrando agli interessati una lettera informativa con adeguato anticipo. A garantirlo, per altro, c'è una comunicazione dello stesso Ministero che risale al marzo di quest'anno e prevede l'obbligo, da parte degli intermediari, a trasmettere, tramite sistema di Posta Elettronica Certificata (PEC) tutte le informazioni previste dalla normativa sui conti dormienti. Se non si risponde entro sei mesi all'avviso non resta nulla da fare, e i soldi vanno a finanziare gli appositi fondi dedicati. Ma c'è di più. Se non è troppo tardi, e cioè non sono passati ancora i primi dieci anni, è sufficiente rivolgersi all'intermediario stesso per far cessare lo stato di dormienza del conto. Altrimenti le liste dei conti dormienti, suddivisi per anni, sono disponibili sul sito del Ministero depositidormienti.mef. La schermata offre uno spazio di "Ricerca Libera", dove appunto possiamo iniziare la ricerca inserendo un cognome, un codice identificativo del rapporto con la banca o l'intermediario. Se troviamo il nostro nominativo avremo 10 anni dal momento del versamento dei soldi nel fondo statale per richiederne la restituzione. La domanda per le restituzione del denaro però non va fatta al Ministero delle Finanze. Se ne occupa la Consap, cui occorre inviare un modulo opportunamente compilato. Inviati i dovuti documenti si avrà poi una risposta della stessa Consap, che può accogliere la richiesta e quindi corrispondere le somme dovute tramite bonifico bancario o postale o assegno circolare, oppure declinare precisando i motivi del rifiuto. Per informazioni, comunicazioni o richieste possiamo inviare una mail a [email protected]. § [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA ISSN 2039-6562 NOVEMBRE 2012 - Numero 4 MediaLo Supplemento al magazine Contribuenti.it CONTENZIOSO TRIBUTARIO DIAMO I NUMERI di Giuseppe De Stefano e Vittorio Carlomagno Nei vari gradi di giudizio tra contribuenti e enti impositori si impugnano cause per una media di quasi 10 miliardi di euro ogni tre mesi. E quasi la metà dei ricorsi viene accolta L o Stato italiano, purtroppo lo sappiamo, in materia di Fisco ha un duplice volto. Il contribuente si trova a dover convivere con un quanto mai esigente esattore (vedi Equitalia e i suoi eccessi), ma con un pessimo pagatore (vedi i biblici ritardi di pagamento delle Pubbliche Amministrazioni). In questa superstrada di dare-avere gli incidenti non sono pochi, e il contribuente accorto si difende e impugna gli atti. Secondo i dati del Ministero dell'economia e delle finanze relativi al secondo trimestre 2012, il volume dei contenziosi tributari nei confronti degli enti impositori sono elevatissimi. Eppure la nota del ministero fa notare come sia il numero che il volume dei contenziosi siano in diminuzione rispetto allo stesso periodo degli anni precedenti. Basti sapere che il valore complessivo delle cause instaurate presso le Commissioni Tributarie Provinciali (CTP) nel trimestre considerato ammontano a circa 7,3 miliardi di euro. E sono l'8% in meno rispetto ai primi tre mesi dell'anno. Presso le Commissioni Tributarie Regionali (CTR), invece, le cause ammontano a 2,9 miliardi, e sono diminuite del 19%. Nel totale presso i CTP sono state decise sospensioni di cause per un valore complessivo di 2,8 miliardi di euro. Stando al documento del MEF si può evincere un dato particolareggiato anche a livello geografico, con un tasso di istanze accolte pari al 52,9% al Sud e del 47% al Nord-Est. Vale a dire che a tutte le altezze Contribuenti. it DIRETTORE RESPONSABILE Vittorio Carlomagno, Giornalista pubblicista Registrazione Tribunale di Napoli n.6 del 07.01.2004 EDITORE Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani STAMPA In proprio 15 Speciale Mediazione dello stivale si può parlare di una possibilità su due (circa) di vedere accolta l'istanza impugnata. Ma gli equilibri si smuovono in termini di volume delle somme oggetto delle sospensive, che al Nord-Est registrano le percentuali più alte, con la percentuale più alta pari al 76,9%, mentre è al Centro che si riscontra la percentuale più bassa, pari al 43,2%. Notevole pure il dato sulla rapidità degli istituti di giudizio. Sempre facendo riferimento al secondo semestre 2012, a livello nazionale le istanze decise presso le CTP entro il termine di 180 giorni dalla presentazione sono state una buona percentuale, pari all'81,3%, peraltro in crescita rispetto ai rilevamenti effettuati sul trimestre pre- cedente. Le regioni più efficienti sono state Valle d'Aosta, Umbria e Basilicata, rispettivamente con il 100%, il 98,97% e il 98,62% delle istanze definite in tempo. Fanalino di coda, invece, Calabria (39,3%), Sicilia (48,22%) e Sardegna (61,16%). Nei CTP italiani tra aprile e giugno 2012 sono stati presentati, nei confronti ei vari enti impositori, un totale di 84.398 ricorsi. Tra i vari enti coinvolti in controversie, quello più spesso tirato in causa è l'Agenzia delle Entrate, seguita dai vari Enti territoriali, Equitalia e altri enti (come Agenzia del Territorio e delle Dogane). Dei ricorsi presentati alle Commissioni tributarie provinciali, hanno avuto un esito favorevole al contribuente il 34,9%, che corrisponde a oltre 29mila controversie vinte, poco meno delle 34mila risoltesi favorevolmente all'ufficio impositore, pari al 40,7% del totale. Nel mezzo un consistente 11,4% di giudizi intermedi della commissione, mentre i restanti casi di dividono tra (poche) conciliazioni (0,57%) e altri esiti non meglio specificati nel documento del ministero. Si delinea, dunque, un quadro nel quale il contribuente e gli uffici pubblici si equivalgono, dividendosi pressoché equamente la torta, con una leggera preferenza per le sorti degli enti (tra cui l'Agenzia delle Entrate la fa chiaramente da padrone). § [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA MEDIAZIONE TRIBUTARIA COME E QUANDO di Daniela Castellano e Serafina Pane Resta l’obbligatorietà in ambito tributario E anche le contraddizioni L a Consulta ha di recente dichiarato illegittima la mediazione obbligatoria per eccesso di delega legislativa. Una bocciatura che di fatto fa cadere uno dei pilastri della riforma della giustizia, il percorso tramite cui si mirava a smaltire il carico dei processi civili, puntando su un effetto deflattivo che avrebbe, di fatto, provato a risolvere il cronico problema della giustizia italiana: la lentezza. La mediazione obbligatoria, prevista dal DLgs del 4 marzo 2010 n. 28 in una serie di campi ad alto tasso di litigiosità (tra cui successioni ereditarie, diatribe di condominio, risarcimento danni derivanti da responsabilità medica o diffamazione a mezzo stampa, contratti assicurativi, bancari e finanziari, ecc.) resta, però, circoscritta al settore tributario. 16 Una eccezione, questa, che ha il suo perché: in ambito tributario, infatti, il termine mediazione risulta connotato da una vena di ambiguità che nessuno sembra prendere in considerazione. Come funziona, dunque, la mediazione tributaria e perché non del tutto è esatta questa definizione? L'istituto, cosa ben diversa dalla mediazione disciplinata dal DLgs 4 marzo 2010 n.28, introduce, laddove si voglia impugnare un atto emesso dall'Agenzia delle Entrate di valore non superiore ai 20.000 euro, una soluzione preliminare obbligatoria, pena l'inammissibilità del ricorso alla Commissione tributaria; la proposizione di un reclamo alla stessa Agenzia. Che, tradotto in parole povere, significa che, quando il contribuente riceve la notifica dell'atto, dovrà per forza avviare il procedimento per la mediazione tributaria, se ha intenzione di impugnare l'atto davanti alle Commissioni tributarie. Se non lo fa, queste ultime esamineranno il ricorso, dunque, solo per confermare che questo non può essere preso in considerazione. Il termine per il reclamo, da presentare alla Direzione Regionale o provinciale che lo ha emesso, è di 60 giorni dalla notifica dell'atto oggetto di impugna- zione; l'Ufficio ha poi 90 giorni per accogliere il reclamo, formulare una proposta di mediazione o rigettarlo. È l'Ufficio legale dell'Agenzia, dunque, a formulare una proposta di mediazione, che comporta una riduzione del 40% della sanzione contestata, sia nel caso che questa venga rideterminata che confermata. Il limite, e la contraddizione, è evidente: manca un contraddittorio, specie quando si ritiene di non dover pagare MEDIAZIONE TRIBUTARIA: QUANDO? Per le controversie di valore non superiore a 20.000 euro emessi dall'AGE e notificati dal 1-4-2012 • Avviso di accertamento • Avviso di liquidazione • Provvedimento che irroga le sanzioni • Ruolo • Rifiuto espresso o tacito della restituzione di tributi, sanzioni pecuniarie, interessi, altri accessori non dovuti • Diniego o revoca di agevolazioni o rigetto di domanda di definizione agevolata di rapporti tributari • Ogni altro atto emanato dall'AGE, per il quale la legge preveda l'impugnabilità davanti alle Commissioni tributarie. una sanzione o non si ha la possibilità di farlo, e questa è la lamentela più frequente dei contribuenti, perché l'unica valida è la proposta dell'Agenzia. Più di una perplessità suscita, dunque, proprio il fatto che sia il reclamo che la mediazione siano gestiti da "apposite strutture gestite diverse ed autonome da quelle che curano l'istruttoria degli atti reclamabili". Strutture che, entrambi appartenenti all'AGE, risulta difficile ritenere dotate dei requisiti di imparzialità e indipendenza necessari per la fase di mediazione. Ciò perché la trattazione dell'atto reclamato è di competenza dell'Ufficio legale delle Direzioni provinciali e regionali, in cui sia l'ufficio controlli (che emette l'atto) sia quello legale (che gestisce il reclamomediazione) rispondono, quasi sempre, allo stesso responsabile. Una sorta di "arbitro di se stesso", dunque, che non garantisce terzietà e imparzialità al contribuente. La figura del mediatore tributario, dunque, specie in una contingenza storicoeconomica difficile come quella in cui ci troviamo, assume un rilievo sempre maggiore, una figura che potrebbe far riacquistare una pienezza di senso al termine "mediazione" anche in ambito tributario. § [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA 17 Speciale Mediazione IL VALORE IN PIÙ DELLA MEDIAZIONE? RIFERIRSI ALL’INTERA COMUNITÀ di Daniela Castellano e Enrico Carlomagno Il presidente del World Mediation Forum, Gian Piero Turchi, in esclusiva a Contribuenti.it Professor Turchi, innanzitutto voleva- dell'ambasciatore e del negoziatore. La mo farle i nostri auguri per la recente genesi di tipo istituzionale, invece, è elezione a presidente del World molto più recente e comincia con la sua Mediation Forum; è la prima volta che imposizione come principio amminisuccede ad un italiano… strativo della giustizia e sotto l'ordinaVi ringrazio. In effetti è una bella mento del diritto. Per quanto riguarda opportunità per il nostro Paese e per il l'uso e la diffusione in Italia, solo recenmovimento verso la mediazione che si è temente possiamo disporre di un decrecreato. to, che mette al centro il dispositivo Ci spieghi qual è l'importanza della della mediazione. Un piccolo e iniziale mediazione e la sua rilevanza, anche tentativo, foriero di sviluppi, era stato internazionale, ai giorni nostri. La mediazione, come la intendiamo oggi, nasce all'interno delle Aule di Giustizia ossia come necessità che scaturisce dalle esigenze dell'apparato dell'amministrazione giudiziaria; come ben sappiamo, il nostro sistema giudiziario è ingolfato, sia in termini di efficienza della gestione del procedimento giudiziario (basti pensare al numero di procedimento in sospeso), sia in termini di efficacia (capita che comunque le parti non siano soddisfatte della sentenza). Ciò genera non solo GIAN PIERO TURCHI ricorsi, e quindi un ulteriore ral- Presidente del World Mediation Forum lentamento del procedimento, ma una generale insoddisfazione, che inve- attuato in precedenza nell'ambito ste anche il senso d'appartenenza a una minorile, con la disponibilità del giudicomunità. La mediazione, in questo ce a mettere in campo la mediazione senso, nasce come supporto e contraf- per il bene del minore. In altri paesi, forte di quella che è l'Amministrazione invece, la mediazione è già uno strudella Giustizia. La mediazione, invece, mento legislativamente disponibile da in termini più generali, ha una genesi molto tempo e con ottimi risultati, molto più antica, è uno strumento da anche in quelli che non hanno storicasempre usato per dirimere conflitti mente una tradizione del diritto datata anche di ampia portata, come quelli tra come la nostra, come per esempio i Stati. Per esempio, è in questo contesto Paesi sudamericani o sudafricani. mediativo che si è sviluppato il ruolo Proprio la Repubblica Sudafricana usa 18 la mediazione da tempo e l'Argentina ha una legge nazionale da circa 20 anni. Si tratta di uno strumento che viene usato per dirimere questioni anche al di fuori di quella che può essere l'amministrazione diretta della giustizia. Quali sono i vantaggi che ha chi si rivolge al mediatore? Intanto ci sono vantaggi in termini di efficienza della gestione dell'Amministrazione della Giustizia: entrare in causa per dirimere un conflitto o una controversia, che può riguardare cittadini così come enti associazioni o altro, è una questione anche di tempi, molto spesso lunghi, anche perché le nostre aule sono oberate di lavoro, e in questo l'Italia detiene un tristissimo primato; quindi, in questo senso, si può avere un tornaconto deflattivo, perché (comunque) si riesce ad abbassare il carico pendente; ed è proprio questo l'obiettivo che il legislatore ha inteso appunto perseguire con il decreto legislativo 28 del 2010. C'è poi anche un altro obiettivo che va enfatizzato e che riguarda l'efficacia del percorso di mediazione: nell'Amministrazione della Giustizia c'è un giudice che è colui che deve emettere una sentenza che dovrebbe mettere a tacere il contenzioso. È un terzo, che decide facendo riferimento ad un codice e a strumenti normativi. Questo comporta che non si tenga conto dell'assetto contestuale del conflitto (e dunque delle parti), ma dei riferimenti normativi e giurisprudenziali. La mediazione, invece, tiene conto di quali sono gli assetti del conflitto, di qual è la configurazione che si genera tra le parti; questo comporta che, ed in questo sta l'efficacia della mediazione, le parti apprendono che, pur trovandosi in un contenzioso, esiste la possibilità che questo si possa dirimere e possa diventare qualcosa che entrambe possano utilizzare. Si tratta di un inserimento di competenza per le parti, che le parti letteralmente "imparano" che esse stesse possono dirimere il conflitto e, a loro volta, trasferire questa competenza, ciò che hanno "imparato", oltreché nell'interazione reciproca anche in quelle con altri componenti della comunità in cui vivono. Quindi la comunità si arricchisce di un patrimonio, un trasferimento di competenza rispetto alle parti e che riguarda, in termini più generali, il modo di interagire all'interno della comunità. Questo, in una controversia gestita/risolta per giudizio, non avviene; ergo le parti non imparano nulla da quello che è accaduto, devono adeguarsi alla sentenza della quale devono solo prendere atto. Invece la mediazione ha un valore in più: riferirsi (a partire dalle parti) all'intera comunità. Parliamo della mediazione tributaria, l'unica rimasta obbligatoria dopo il recentissimo pronunciamento della Consulta. Ad oggi, è l'Ufficio legale dell'AGE a fare la proposta di conciliazione, e il contribuente può solo accettare o rifiutare. Non si potrebbe indirizzare lo sviluppo della figura del mediatore tributario come viene inquadrato nel civile, ossia dare un'impronta di terzietà e di imparzialità al contenzioso tributario, anche come garanzia nei confronti del contribuente? Certamente, questo è un aspetto a cui andrebbe data molta rilevanza, perché questa non è una mediazione, così come l'AGE l'ha organizzata; viene chiamata mediazione ma lessicalmente, così come anche fondativamente, non è affatto un termine corretto. Si tratta di una proposta negoziale e non ha nulla a che vedere con la mediazione, perché l'altra parte o accetta o non accetta, e quindi non ha la possibilità di entrare nel merito di quello che è l'assetto che si genera rispetto ad un determinato conflitto. Quindi la mediazione tributaria è semplicemente offrire un negoziato relativamente a un carico fiscale presunto o pendente che riguarda un organismo statale e un cittadino. Allora il mediatore tributario può operativamente agire nei confronti di entrambe le parti, quindi in termini di negoziato e non viene presa in considerazione l'interazione delle parti che sta generando la controversia. Invece un mediatore che riesce ad utilizzare la configurazione che si è venuta a generare, sarebbe decisamente più funzionale e anche più utile. Vuole aggiungere qualcos'altro? La mediazione, come tale, deve poter offrire alla comunità la possibilità di valutare l'efficacia del proprio intervento e questo può diventare un valore aggiunto nei confronti dell'Amministrazione della Giustizia ordinaria, perché essa non riesce ad esprimere tale valutazione. Questo consentirebbe (anche) - cosa che auspico come Presidente del World Mediation Forum e vorrei che diventasse la linea di sviluppo di questa Presidenza - far uscire la mediazione dalle Aule di Giustizia, per farla tornare laddove si è generata: nella comunità. Fare in modo che il mediatore, la mediazione, siano uno strumento a disposizione della comunità, come il servizio di Pronto Soccorso, la Polizia, i Carabinieri, l'Ufficio Anagrafe, il Sistema Sanitario e così via. Quindi, fare in modo che diventino strumento di promozione della coesione sociale. § [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA 19 Dalle Istituzioni di Maria A. Rojas Boschetti COMUNI BOCCIATI Patto anti-evasione: bassa partecipazione dei Comuni, solo il 7% ha fatto delle segnalazioni N ell'evasione fiscale c'è chi elude e di conseguenza c'è chi ritiene ineludibile la lotta contro l'evasione stessa. In Italia, si sa, questo compito diventa una battaglia, data la smania comportamentale di gran parte degli italiani di eludere il Fisco. Per rendere questa lotta più efficace, sono state create misure di rafforzamento che consentono agli enti locali di potenziare il contrasto agli evasori, ampliandogli il campo di azione sul quale lavo- Secondo uno studio di Contribuenti.it (Associazione Contribuenti Italiani) sono appena il 7% i Comuni che partecipano alla lotta all'evasione fiscale segnalando i potenziali evasori, con alto tenore di vita e bassi redditi. A Settembre di quest'anno, su 8092 Comuni italiani, solo 598 hanno inoltrato nominativi sospetti all'Agenzia delle Entrate. ''Molti Enti locali" - afferma Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it - "non hanno ancora rare per permettere una migliore individuazione di quest'ultimi. Sorge così un nuovo patto tra Fisco e Comuni che potenzia la collaborazione già iniziata con la Agenzia delle Entrate, e che serve a favorire, tra gli enti (Guardia di Finanza, Agenzia del Territorio, e l'Inps), lo scambio di informazioni indicative di possibili casi d'evasione tributaria e contributiva. Queste novità normative sono state spinte in gran parte dalle denunce e dalla insoddisfazione per gli scarsi risultati nella lotta all'evasione fiscale da parte dei Comuni. recepito le norme introdotte dallo Statuto dei diritti del contribuente nè adeguato lo Statuto Comunale nè istituito Lo Sportello del Contribuente. La maggior parte di essi non hanno ottemperato alla legge, incentivando le violazioni e l'evasione fiscale". A questo proposito, il presidente dell'Associazione nazionale dei Comuni italiani, Graziano Delrio, spiega che "il contrasto all'evasione fiscale ha visto gravi difficoltà, questa realtà era stata una delle ragioni per rafforzare il progetto Fisco-autonomie". L'obiettivo di 20 detto accordo si è incentrato nel dare ai Comuni ulteriori strumenti che conducano alla formazione degli operatori comunali, i quali non avranno limiti nell'individuare e segnalare le attività irregolari sulle quali i Sindaci potranno dirigere i riflettori. Un campo molto amplio che in pratica permetterà ai Comuni di intercettare attività senza partita Iva, l'affissione di pubblicità abusiva, il controllo sulle finte Onlus, le operazioni di abusivismo edilizio, gli immobili non dichiarati al Fisco e i contratti di affitto non registrati. Ma non solo, anche l'omessa dichiarazione della tassa rifiuti, la mancata o infedele dichiarazione della rendita catastale e tutte le segnalazioni relative "a soggetti per i quali, di fatto e di diritto, siano riconducibili beni indicativi di capacità contributiva". Con questa nuova intesa che viene a rivitalizzare il ruolo di alleati tra Fisco ed enti locali, i Sindaci non avranno scuse per rendere la compartecipazione realmente efficace. Anche perché la collaborazione lascia i suoi frutti: ossia permette ai Comuni di incassare il 100% di quanto l'erario riscuoterà. "Per iniziare a lavorare seriamente nella produzione di atti concreti" -spiega Carlomagno- "bisogna istituire subito Lo Sportello del Contribuente in tutti gli organi diretti e indiretti della Pubblica Amministrazione e costituire in tutti gli enti locali il Nucleo di Polizia tributaria che dovranno operare in stretta connessione con la Guardia di Finanza". Infine, il risultato deve essere quello di lavorare nell'ordinario contesto operativo di svolgimento delle proprie attività istituzionali di ogni Comune. Insomma, ogni momento è buono per dare la caccia ai furbetti del Fisco. § [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Lo Sportello Risponde ESISTE LA POSSIBILITÀ DI UN ACCORDO CON EQUITALIA? Sono in pesante difficoltà economica, nonostante abbia uno stipendio netto di 1180 euro. Mi ritrovo a dover pagare ogni mese circa 500 euro ad Equitalia per vecchie dichiarazioni dei redditi non pagate (per gli anni 2002-2003-2004) in più ho in corso tre dichiarazioni dei redditi rateizzate dal fiscalista (2006-20062011), ho completato quella del 2010. Mi dovranno arrivare ancora quelle del 2007-2008-2009. Preciso che due anni fa mi ero presentata all'ufficio delle entrate per denunciare la mia posizione nella speranza che potessimo fare un conteggio totale del mio dovuto e concordare un piano di rientro umano, ma mi dissero che non era possibile, che dovevo aspettare che anno dopo anno mi venisse richiesto quanto dovuto La situazione è scaturita dal fatto che percependo come vedova una pensione di 350 euro mensile non ho fatto il cumulo perchè mi avevano detto che era una pensione tassata alla fonte e che non andava cumulata. Ed ecco che mi ritrovo con circa 900 euro al mese da restituire tra Equitalia ed ufficio delle entrate con uno stipendio di 1200 euro. Cosa posso fare? Esiste la possibilità di un accordo? Esiste la possibilità di formulare un piano di rientro più fattibile? Gentile contribuente, confermiamo quanto Le hanno comunicato: non è previsto alcun piano di rateizzo se l'Agenzia delle Entrate non ha provveduto a liquidare la relativa dichiarazione. Pertanto, per beneficiarne bisognerà attendere la notifica di comunicazioni dell'Agenzia. In ogni modo Le consigliamo di verificare, ogni qualvolta Le verrà notificata una comunicazione/atto dagli Uffici dell'Agenzia delle Entrate o dell'Equitalia, il termine di prescrizione della pretesa (generalmente di anni 5 per i tributi Irpef) oltre quello di presentazione della dichiarazione e, nel caso, di inviarci la relativa documentazione. Per quanto riguarda la responsabilità del professionista, se è in possesso di elementi comprovanti il rapporto professionale, potrà citarlo in giudizio (ciò non la solleverà dall'imposta, che resta dovuta, ma eventualmente dalle relative sanzioni). 21 Fisco di Valentina Tortelli IMU LA SELVA VARIABILE: TANTE SORPRESE PER LA TRADICESIMA DEGLI ITALIANI Migliaia di delibere comunali che stabiliscono le aliquote del saldo Imu. I Caf chiedono proroghe e i cittadini pietà T empo di tirare le somme per l'Imu la "nuova" tassa che ha sostituito l'Ici - l'imposta comunale sugli immobili. Chi ha versato gli acconti prima dell'estate, con le aliquote base uguali per tutti in tutta Italia, adesso si trova alle prese con il saldo, per l'appunto variabile. È scaduto, infatti, il 31 ottobre scorso il termine per approvare i bilanci preventivi comunali per l'anno 2012. Otto comuni in tutto lo stivale hanno applicato agli immobili l'aliquota massima dello 0.6%, anche per risollevare i conti in rosso e altri sei comuni, tra cui Milano, hanno applicato l'aliquota massima sulle residenze di prestigio. Per far luce su quanto si andrà a pagare, ci sono già da tempo in rete dei calcolatori che consentono di enucleare l'importo dovuto entro il prossimo 17 dicembre, termine ultimo per saldare il conguaglio dell'Imposta Municipale Unica. Quasi tutti i comuni, poi, hanno sul proprio sito istituzionale, notizie e pubblicazioni in merito all'aliquota applicata (che determina il prelievo fiscale). Utile e necessario, dunque, andare a spulciare il web, in base alla località nella quale ricade l'immobile da tassare. "Aliquote Imu" è anche una chiave piuttosto frequente sui motori di ricerca, segno che gli italiani si documentano. Sul sito del Ministero delle Finanze è possibile accedere ad un database che racco- Città Aliquota sulla prima casa Aliquota ordinaria Affitti a canone libero Frosinone 0,40 1,06 1,06 1,06 Latina 0,40 1,06 1,06 1,06 Rieti 0,60 1,06 1,06 1,06 Roma 0,50 1,06 1,06 1,06 Viterbo 0,39 0,92 0,92 0,92 Da sapere Se l'immobile ha lo sconto di imposta non lo ha certo sul fronte burocratico: il contribuente deve compilare la dichiarazione Imu, con la modulistica messa a disposizione gratuita dagli Enti Locali. Attenzione però, la dichiarazione 2012 non va presentata per la prima casa. 22 Case sfitte glie tutte le delibere Imu di tutti i comuni d'Italia, suddivisi per regione. Le aliquote fissate comune per comune riguardano in maniera differenziata: la prima casa, l'aliquota ordinaria, gli affitti a canone libero e anche la tassa da pagare sulle case di proprietà che risultano sfitte. In alcuni comuni l'aliquota è rimasta invariata, in alcuni si è addirittura abbassata con grande soddisfazione della cittadinanza, ma in molti municipi è stangata per i contribuenti. C'è chi ha ritoccato al rialzo tutte le aliquote, chi ha lasciato invariato solo il prelievo per la prima casa come Coriana nel Riminese e chi lo ha addirittura abbassato, come Albissola (Savona), passando dal 5 per mille al 4,75. Tra coloro che se la passano male ci sono i romani, letteralmente tartassati: secondo quanto riporta La Repubblica nella cronaca cittadina, a dicembre ci sarà la stangata con aumenti sulla prima casa pari al 200%. L'imposta media, infatti, passa da 175 a quasi 500 euro, +400% per le seconde case capitoline. § [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Giurisprudenza di avv. Maurizio Villani e avv. Alessandro Rizzelli EQUITALIA SUD S.P.A. CONDANNATA AL PAGAMENTO DELLE SPESE GIUDIZIALI: INUTILE LA CANCELLAZIONE DELL’ISCRIZIONE IPOTECARIA C on due importanti sentenze, prima la CTP di Lecce (632/5/08) e, successivamente, la CTR di Bari - Sezione Staccata Lecce (128/22/12), hanno condannato Equitalia Sud S.p.A. al pagamento delle spese legali per intempestiva iscrizione ipotecaria. Nello specifico, una società aveva proposto ricorso innanzi alla CTP di Lecce avverso l' iscrizione di ipoteca da parte di Equitalia, la quale vi aveva provveduto nonostante la contribuente: • avesse tempestivamente impugnato le cartelle di pagamento a base della predetta iscrizione; • avesse, altresì, ottenuto per una di esse l'ordinanza di sospensione. Ebbene, i giudici di primo grado benché nelle more del giudizio Equitalia avesse provveduto alla cancellazione d'ipoteca - non solo hanno accolto il ricorso della società dichiarando cessata la materia del contendere, bensì hanno anche accolto la richiesta avanzata dal difensore della società ricorrente di condanna alle spese dell'ente concessionario il quale, con l'intempestiva iscrizione ipotecaria, aveva causato inevitabilmente un ingiusto danno alla contribuente, impedendo il normale svolgimento dell'attività imprenditoriale (preclusione all'ottenimento del credito da parte della clientela e delle Banche). Avverso tale decisione Equitalia Sud S.p.A. ha proposto appello, ma ancora una volta i giudici della CTR di Lecce, nel rigettare l'appello, hanno condannato l'ente concessionario al pagamento delle spese di lite. A tal proposito, in tema di condanna alle spese, si rammenta che la Corte Costituzionale, con sentenza n. 274 del 12/07/2005, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del terzo comma dell'articolo 46 del D.Lgs. 546/92 (in quanto lesivo del principio di ragionevolezza sancito dall'articolo 3 della Costituzione) nella parte in cui prevedeva che le spese di giudizio restavano a carico della parte che le aveva anticipate. In particolare, la norma precludeva ai giudici tributari di decretare la soccombenza virtuale dell'Amministrazione al pagamento delle spese. A seguito, dunque, dell'importante pronuncia della Corte Costituzionale, mentre ai casi di definizione delle pendenze tributarie previste dalla legge (es. condono), continua ad applicarsi la compensazione delle spese, così come previsto dall'art. 46 del D. Lgs. n. 546/92, senza che vi sia alcuna deroga al principio di responsabilità per le spese, viceversa, nei casi di estinzione del giudizio per ipotesi di cessazione della materia del contendere, diverse dai casi di definizione delle pendenze tributarie previsti dalla legge, ed in particolare in quella determinata dal ritiro dell'atto impugnato da parte del suo autore (per esempio, gli uffici fiscali), operando in tal caso il principio di responsabilità per le spese di giudizio, il giudice è tenuto a pronunciarsi al riguardo. Lecce, 26 ottobre 2012. § © RIPRODUZIONE RISERVATA 23 Curiosando di Amabile Amato DALL’ORIENTE ALL’ITALIA PER SCOPRIRE L’ELISIR DI LUNGA VITA Nel Belpaese gli occhi a mandorla sembrano essere immortali Digitate "i cinesi" su Google e vedrete che, dopo "i cinesi non pagano le tasse" e "i cinesi mangiano i bambini", il terzo risultato sarà "i cinesi non muoiono mai", argomento tanto popolare in Italia, da diventare persino il titolo di un libro del 2008, di Raffaele Oriani e Riccardo Staglianò. Libro a parte, questa convinzione affonda le radici nel fatto che i funerali cinesi, nel nostro paese, rispetto al numero di presenze di un'etnia che rappresenta lo 0,35% della popolazione italiana totale, sono molto rari. In un recente articolo de "Il Piccolo", quotidiano locale di Trieste, infatti, Laura Tonero, dopo aver intervistato i proprietari delle imprese funebri del territorio, giunge alla conclusione che, nell'arco di vent'anni, nella comunità cinese triestina, che nell'anno 2012 arriva a contare 2mila residenti nel solo capoluogo friulano, risultano morte solo cinque persone, e tutte per cause che non potevano passare "inosservate" (morti violente, morti in ospedale, ecc.). Trieste è solo l'ultimo dei centri in cui questa polemica è venuta fuori. Già dagli inizi dell'anno 2000, in Italia, cominciavano a circolare voci su questo fenomeno. Ma è solo con l'uscita di "Gomorra" (2006) che si aprono interessanti ed agghiaccianti scenari sul presunto traffico di morti cinesi: nel suo bestseller, Saviano descrive una scena al porto di Napoli dove, da un container che diretto in Cina, cadono corpi esanimi di cittadini cinesi, stipati come sardine. La spiegazione che Saviano dà a tutto ciò è che i cinesi, pagando la camorra, fanno trasportare i propri morti "anonimamente" e di nascosto in Cina, per poi cedere i documenti del defunto ad altri cinesi desiderosi di immigrare in Italia. Tale fenomeno, poi, verrebbe facilitato dal fatto che il popolo giallo ha caratteristiche somatiche che, all'occhio poco avvezzo a tali tratti, difficilmente, risultano distinguibili. Questa, però, sembra essere una diceria che parte da lontano e, cioè, fin dagli anni '80, quando la francese Marie Holzman, nel suo libro, "Asia", cominciò a parlarne a Parigi. I cinesi, ovviamente, ora come allora, non ci stanno. S'indignano e si offendono alle parole di chi li paragona quasi a delle belve che, in cambio di un permesso di soggiorno e dei documenti validi, è disposto a profanare persino il culto dei morti. Ricordiamo che i cinesi, così come albanesi, rumeni e bangladesi, seppure inseriti e ben integrati, continuano a sentire, sempre e comunque, un forte legame con la loro terra d'origine, a tal punto da credere di poter dormire il sonno eterno solo se sepolti nel proprio territorio di provenienza. Se ci pensate bene, infatti, in Italia vi sono tante altre etnie più diffuse e numerose dei cinesi (albanesi e rumeni, in primis), eppure non è che le strade delle nostre città pullulino di funerali stranieri. Non bisogna dimenticare, poi, che, solo adesso, in Italia, si sta diffondendo il fenomeno degli "immigrati di seconda generazione", figli di immigrati nati in Italia e che, pertanto, si considerano italiani a tutti gli effetti, da poter pensare persino essere seppelliti qua. Il più tardi possibile, però. 24 Sportello Consumatori di Daniela Castellano CARO ESTINTO UN AFFARE DA 900 MILIONI DI EURO Ma quest’anno anche la ricorrenza dei defunti sarà low cost C aro, carissimo estinto… di questi tempi non sta tranquillo neppure chi muore, ma soprattutto chi resta e deve fronteggiare le mille avventure burocratiche, e non, legate al posttrapasso. Potremmo dire con una battuta che anche i morti, in Italia, continuano a pagare le tasse… come se il distacco non segnasse in tutto e per tutto l'abbandono delle cose mondane. Magra consolazione, dunque, per chi crede che il momento del trapasso segni il passaggio a miglior vita. Il giro d'affari che ruota intorno al caro estinto, un business che per ovvie ragioni non conosce mai crisi, è stimato intorno ai 900 milioni di euro l'anno, senza considerare, però, il volume delle entrate legate al racket e a tutte le attività illegali. Le imprese attive in Italia nel settore delle pompe funebri e delle attività ad esso connesse sono circa 4500 (i dati sono reperibili su Registro Imprese), a cui vanno sommate le 1400 legate al commercio di articoli funerari e cimiteriali e i quasi 20.000 venditori di fiori, tra ambulanti e fissi. Un settore che, seppur in misura minore rispetto ad altri, risente del periodo di crisi in cui versa l'economia del Paese; a fronte della crescita delle imprese funebri e di quelle ad esse connesse, pari al 4,7%, si registra un -1,2% per quello che riguarda gli "accessori", cioè tutte quelle 26 attività che riguardano articoli funerari e cimiteriali. Se non si può rinunciare, dunque, al classico rito d'addio dai propri cari, si cerca di risparmiare almeno su bare e fiori, per un taglio stimato di circa il 25%; il dato però più interessante e significativo è l'aumento di quanti decidono di pagare il funerale a rate o scegliere la cremazione, seppure quest'ultima non sia proprio una soluzione economica. E, mentre la ricorrenza della commemorazione dei defunti si avvicina anche quest'anno, gli italiani si fanno i conti in tasca. I più furbi hanno già provveduto a rifornirsi di lumini, fiori, specie i classici crisantemi, e quant'altro, in previsione dell'imprescindibile aumento dei prezzi man mano che ci si avvicina al 2 novembre. Chi, invece, non è stato abbastanza previdente, dovrà fare i conti con crisantemi pagati a peso d'oro, e magari anche di scarsa qualità. Poco male, penseranno molti, ci si può orientare verso i fiori finti… ma provate a chiedere, anche in questo caso il loro prezzo lieviterà sensibilmente, andando a sommarsi alle altre voci di spesa. Anche se da più parti è stata paventata una diminuzione dei costi o, nella peggiore delle ipotesi, un sostanziale pareggio rispetto allo scorso anno, scommettiamo che l'aumento del prezzo della benzina, delle materie prime, dei concimi, ecc. si farà sentire sul consumatore finale, ma anche sul produttore, costretto, pena la mancata LE TARIFFE A ROMA Tariffe funerali a partire da 790 euro fino a 3250 Lapidi Da 450 euro fino a 1250 Monumentini Da 680 euro fino a 890 Loculi adulti esterni Da 2268 euro della prima fila a 1034 della quinta Loculi adulti interni Da 2366 euro della prima fila a 1068 della quinta Loculi cinerari esterni Da 503 euro delle file 1-2-3 a 260 di quelle 9-10 Loculi cinerari interni Da 551 euro delle file 1-2-3 a 308 di quelle 9-10 vendita dei prodotti, a contenere il rincaro, col serio rischio di finire in perdita. Gli italiani, dunque, pur non rinunciando a omaggiare le tombe dei propri cari, sicuramente staranno più attenti, come dimostrano le cospicue presenze registrate nei cimiteri: molta gente, molti fiori, molti lumini, ma poca voglia di esagerare. A cominciare dai titolari di pompe funebri, costretti ad ingegnarsi per venire incontro alle (ridotte) esigenze dei propri clienti; se, infatti, per un loculo si può arrivare a pagare fino a 8000 euro, la concorrenza per offrire il miglior funerale al prezzo più basso si fa serrata. Così, come avviene per le compagnie aeree, anche per i funerali si guarda sempre di più al portafogli; anche se, stavolta, il viaggio è l'ultimo. E di sola andata. § [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA 27 Sportello Lavoro di Consiglia Buonomano ALTO APPRENDISTATO UN’OPPORTUNITA’ DA COGLIERE AL VOLO Novità per gli studenti lavoratori U na delle novità contenute nella nuova legge sull’Apprendistato, la Dlgs 167/2011 entrata in vigore il 26 aprile scorso, riguarda la possibilità di convertire il primo lavoro in crediti universitari, contribuendo a raggiungere, quindi, la laurea in tempi più brevi. La nuova formula si chiama Alto apprendistato ed è pensata per quei giovani che sono iscritti a corsi di laurea, dottorati di ricerca e master universitari. Una volta che si è ottenuta l’assunzione, anche un contratto a termine, questa può essere fatta valere come “formazione”, e si può, quindi, continuare a lavorare frequentando corsi esterni. Intanto, si acquisiscono crediti validi per completare laurea, master o dottorato di ricerca. La legge è nuovissima e non tutti conoscono la prassi, molto utile per chi ha la fortuna di trovare lavoro prima di completare il ciclo di studi unive rsitari e rischia di veder prolungarsi i tempi. Le prime esperienze dell’applicazione di questa nuova formula hanno riguardato gli atenei di Bologna, Reggio Emilia, Modena, Cattolica di Milano e Roma tre e più precisamente master in disegno meccanico, energia sostenibile e il cosiddetto Energy management. I percorsi devono essere misurati e costruiti insieme da università, aziende e pubblica amministrazione; da parte sua l’azienda, oltre a poter contare sull’apporto di un brillante laureando, gode di sgravi fiscali relativi alla sua assunzione. 28 Gli studenti interessati possono chiedere notizie dettagliate recandosi presso l’Ufficio Master, presente in tutti gli atenei, con la speranza che questo possa essere un incentivo ad avvicinare il mondo del lavoro a quello accademico. § [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Scadenze a cura di Antonio Scherillo APPUNTAMENTI CON IL FISCO 15 Novembre Canone Rai Richiesta frazionamento CHI? Soggetti titolari di redditi di pensione di importo non superiore a euro 18.000,00 annui, titolari di abbonamento alla televisione COSA? Richiesta al proprio ente pensionistico di effettuare il pagamento del canone di abbonamento alla televisione, a partire dall'anno 2013, tramite ritenuta sulle rate di pensione. COME? Con le modalità fissate da ciascun ente pensionistico. 16 Novembre Sostituti d'imposta Versamento ritenute CHI? Sostituti d'imposta COSA? Versamento ritenute alla fonte sui redditi di lavoro dipendente e assimilati, su redditi di lavoro autonomo, e su provvigioni corrisposti nel mese precedente COME? Modello F24 con modalità telematiche per i titolari di partita Iva, ovvero, modello F24 presso Banche, Agenzie Postali, Agenti della riscossione o con modalità telematiche, per i non titolari di partita Iva. Contributi Inps Versamenti CHI? Imprenditore artigiano e imprenditore commerciale COSA? Versamento della 3° rata dei contributi trimestrali fissi. COME? Modello F24. Contribuenti Iva Versamenti CHI? Contribuenti Iva mensili COSA? Liquidazione e versamento dell'Iva relativa al mese precedente COME? Modello F24 con modalità telematiche. Contribuenti Iva Versamenti CHI? Contribuenti Iva trimestrali COSA? Versamento dell'Iva dovuta per il terzo trimestre 2011 (maggiorata dell'1% ad esclusione dei regimi speciali ex art.74, comma 4, D.P.R. 633/72) COME? Modello F24 con modalità telematiche. 30 30 Novembre Unico 2012 Versamento del II° acconto delle imposte e dei contributi risultanti dalla Dichiarazione dei redditi Unico 2012; COME? Modello F24 telematico per i titolari di partita Iva. Unico 2012 Versamenti rateali CHI? Contribuenti non titolari di partita Iva, che hanno scelto nella dichiarazione dei redditi il pagamento rateale COSA? Versamento della 7a e ultima rata delle imposte e dei contributi dovuti a titolo di saldo e di 1° acconto risultanti dalla dichiarazione dei redditi Unico 2012 (con applicazione degli interessi nella misura del 4% annuo). Versamento della 6A e ultima rata maggiorata dello 0,4% (con applicazione degli interessi nella misura del 4% annuo). COME? Modello F24 presso Banche, Agenzie Postali o Concessionari. Cedolare secca Versamento acconto CHI? Locatori, persone fisiche, non titolari di partita Iva, proprietari o titolari di diritti reali di godimento di unità immobiliari abitative locate che abbiano esercitato l'opzione per il regime della cedolare secca COSA? Versamento del secondo o unico acconto della cedolare secca COME? Modello F24 con modalità telematiche, ovvero presso Banche, Agenzie Postali, Agenti della riscossione. Dichiarazione IMU Il 30 Novembre sembrerebbe l'ultima data valida per presentare la dichiarazione IMU, dopo che la scadenza, originariamente prevista al 30/09, è stata prorogata al 30 novembre dall'art. 9, comma 3, lett. b) D.L. n. 174/2012. La dichiarazione IMU va presentata in tutti i casi in cui la situazione dell'immobile presenta una variazione rispetto ai dati dichiarati con la vecchia ICI o, in generale, se i contribuenti ne sono entrati in possesso nel corso del 2012 (fatte salve le eccezioni già previste per l'ICI: ossia quando gli elementi rilevanti ai fini dell'imposta dipendono da atti per i quali sono applicabili le procedure telematiche attraverso il modello unico informatico MUI utilizzato dai notai). Non tutti i proprietari di immobili che hanno pagato la prima rata IMU devono quindi presentare tale dichiarazione, ma solo coloro i quali hanno apportato significativi cambiamenti rispetto all'ultima denuncia ICI. Per tutti gli altri, continua a far fede la precedente dichiarazione ICI. Resta l'attesa per il modello di dichiarazione definitivo nonché per le relative istruzioni.