NOVEMBRE 2012 ANNO IX
MAGAZINE
NUMERO 11
ISSN 2039-8034
Contribuenti.it
Speciale
Mediazione
Torna MediaLo
LE NOSTRE INTERVISTE
COL. NICOLA ALTIERO
GIAN PIERO TURCHI
CONTI CORRENTE
CONOSCIAMOLI MEGLIO
CONFRONTO CON GLI USA
CARO ESTINTO
UN GIRO D’AFFARI
DA 900 MILIONI DI EURO
Sommario
Contribuenti.it
Novembre 2012 - Anno -IX - Numero 11
EDITORE
Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani
DIRETTORE RESPONSABILE
Vittorio Carlomagno
Dottore Commercialista e Giornalista Pubblicista
VICE DIRETTORE
Serafina Pane
Dottore Commercialista e Giornalista Pubblicista
IN REDAZIONE
Daniela Castellano.
7
COMITATO SCIENTIFICO
Enrico Carlomagno - Dottore Commercialista e Pubblicista, Salvatore Coppola Dottore Commercialista, Raffaele D’Alessio - Avvocato, Luigi Del Prete - Antonella
Di Benedetto- Sociologa d’impresa e Pubblicista, Avvocato, Maria Rosaria
Imperatore - Avvocato, Gaetano Laghi - Avvocato, Luigi Romano - Dottore
Commercialista, Antonio Scherillo - Dottore Commercialista, Valentina Tortelli Giornalista Pubblicista, Marco Carlomagno - Coordinatore Didattico Medialo, Nora
Capece - Referente Scientifico Medialo, Stefano Dumontet - Professore Ordinario
Università Parthenope, Ezio Sciarra - Professore Ordinario Università G.
D’Annunzio.
IL FENOMENO
DELL’EVASIONE FISCALE
di
Vittorio Carlomagno
21 Lo Sportello Risponde
COME SI SMARRISCE
LA TAX COMPLIANCE
07 Primo Piano
di
Daniela Castellano
ESISTE LA POSSIBILITÀ
DI UN ACCORDO CON EQUITALIA?
22 Fisco
IL FENOMENO DELL’EVASIONE FISCALE
UNA FERITA APERTA
NEL SISTEMA ECONOMICO
10 Interviperando
di
Serena Pane
MEDIAZIONE OBBLIGATORIA:
CHI VINCERÀ?
12 Dal Mondo
di
13 Dall’Italia
di
Amabile Amato
VIAGGIO NEL MONDO
DEI CONTI CORRENTE
14 Economia
di
Giuseppe De Stefano
SOGNI D’ORO, MA NON TROPPO
15 Speciale MediaLo
di
23 Giurisprudenza
16 Speciale MediaLo
di
24 Curiosando
di
di
di
COMUNI BOCCIATI
4
Amabile Amato
26 Sportello Consumatori
di
28 Sportello Lavoro
30
di
STAMPA
In proprio
AUTORIZZAZIONI
Registrazione Tribunale di Napoli n.6 del 07.01.2004
Iscrizione al R.O.C. n. 11504
Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003
(conv. L. 46/2004) art.1, c.1, DCB Napoli
REDAZIONE DI NAPOLI
Via R. Bracco, 45 - Tel. 0814202418 - Fax 0815518082
REDAZIONE DI ROMA
Via Piave, 61 - Tel. 0642828753 - Fax 06233201721
RESPONSABILE TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI
Gennaro Morra
ABBONAMENTO A CONTRIBUENTI.IT MAGAZINE
Euro 50,00 comprensivo della quota di iscrizione all'Associazione Contribuenti
Italiani
Daniela Castellano
CARO ESTINTO: UN AFFARE
DA 900 MILIONI DI EURO
Consiglia Buonomano
ALTO APPRENDISTATO.
UN’OPPORTUNITA’ DA COGLIERE AL
VOLO
Scadenze di Antonio Scherillo
APPUNTAMENTI CON IL FISCO
Daniela Castellano
DIRITTI SULLA PRIVACY
In relazione a quanto disposto dall’articolo 11del D.lgs. 30 giugno 2003, n.196,
i dati personali oggetto di trattamento sono: a) trattati in modo lecito e secondo
correttezza; b) raccolti e registrati per scopi determinati, espliciti e legittimi, ed
utilizzati in altre operazioni del trattamento in termini compatibili con tali scopi;
c) esatti e, se necessario, aggiornati; d) pertinenti, completi e non eccedenti
rispetto alle finalità per le quali sono raccolti o successivamente trattati; e) conservati in una forma che consenta l'identificazione dell'interessato per un periodo di tempo non superiore a quello necessario agli scopi per i quali essi sono stati
raccolti o successivamente trattati. Ai sensi dell’art. 7 del D. lgs. n. 196/2003,
Lei potrà chiedere la cancellazione, la trasformazione in forma anonima o il blocco dei dati trattati in violazione di legge.
I contenuti e i pareri espressi negli articoli sono da considerarsi opinioni personali degli autori che non impegnano pertanto l’editore, la direzione, le redazioni e il comitato scientifico. Infatti gli articoli firmati possono non rappresentare la
linea dell’editore ma, per una più ampia e completa informazione, vengono pubblicate anche le opinioni non condivise.
Daniela Castellano
IL VALORE DELLA MEDIAZIONE?
RIFERIRSI ALL’INTERA COMUNITÀ
20 Dalle Istituzioni
avv. Villani e Rizzelli
DALL’ORIENTE ALL’ITALIA PER SCOPRIRE
L’ELISIR DI LUNGA VITA
MEDIAZIONE TRIBUTARIA:
COME E QUANDO
18 Speciale MediaLo
di
EQUITALIA SUD S.P.A. CONDANNATA
AL PAGAMENTO DELLE SPESE GIUDIZIALI:
INUTILE LA CANCELLAZIONE
DELL’ISCRIZIONE IPOTECARIA
Giuseppe De Stefano
CONTENZIOSO TRIBUTARIO:
DIAMO I NUMERI
Valentina Tortelli
IMU LA SELVA VARIABILE:
TANTE SORPRESE PER LE TREDICESIME
DEGLI ITALIANI
Alessandra Potenza
BANCHE NEGLI USA: 10 MILIONI
DI FAMIGLIE NON HANNO
UN CONTO CORRENTE
di
PROGETTO GRAFICO
Antonio Matarese
Maria A. Rojas Boschetti
15
Contribuenti.it
NOVEMBRE
ANNO IX
MAGAZINE
NUMERO 11
ISSN 2039-8034
05 Editoriale
HANNO COLLABORATO
Amabile Amato, Giuseppe De Stefano, Alessandra Potenza, avv. Alessandro Rizzelli,
Maria A. Rojas Boschetti, Valentina Tortelli, avv. Maurizio Villani.
Speciale
Mediazione
Torna MediaLo
SPECIALE
MEDIAZIONE
LE NOSTRE INTERVISTE
COL. NICOLA ALTIERO
GIAN PIERO TURCHI
CONTI CORRENTE
CONOSCIAMOLI MEGLIO
CONFRONTO CON GLI USA
CARO ESTINTO
UN GIRO D’AFFARI
DA 900 MILIONI DI EURO
Associato USPI Unione Stampa
Periodica Italiana
Editoriale
di Vittorio Carlomagno
Come si smarrisce la tax compliance
S
e decido di fare, ad esempio, un abbonamento telefonico, alla stipula del contratto ci arrivo con la consapevolezza che, a fronte di servizi specifici, devo pagare una
cifra specifica.
Se decido di mandare mio figlio alla scuola pubblica, da cittadino che da sempre paga le tasse con consapevole accettazione, mi aspetto che i servizi minimi mi vengano resi: riscaldamento d'inverno, lavagne e gessi, uso dei servizi igienici,
insegnanti in numero proporzionale agli alunni e non classi
pollaio…
Che succede quando un Paese non riesce più a garantire,
concretamente, una visibile corrispondenza tra tasse pagate
e servizi resi? Succede che ai più sembra di firmare un contratto in bianco: so che devo pagare ma non so per che cosa.
E allora parlare di tax compliance diventa un esercizio di
fantasia, in cui non esistono più consapevolezza e accettazione.
Uno Stato che non tiene conto delle difficoltà in cui vivono i
suoi cittadini, continuando a gonfiare la pressione fiscale,
rendendo servizi sempre più scadenti e in alcuni settori,
come i trasporti, quasi nulli, significa che li ritiene sudditi. E
i sudditi puoi chiedere di tutto senza che vi sia un corrispettivo tra quello che si riceve e quello che si paga. Ma vi è un
limite insuperabile: non si può arrivare ad affamare un popolo perché tutte le rivoluzioni, la storia ce lo insegna, e
dovrebbe farlo anche ai tecnici dell'economia, nascono dalla
povertà e dalla fame.
§
© RIPRODUZIONE RISERVATA
5
Primo Piano di Daniela Castellano
EVASIONE FISCALE
UNA FERITA APERTA NEL SISTEMA ECONOMICO
Intervista al Col. Nicola Altiero,
Comandante del Nucleo Polizia Tributaria di Napoli
N
onostante i numerosi tentativi messi in campo, il fenomeno dell'evasione fiscale continua a rappresentare una
delle ferite aperte del nostro sistema economico.
Secondo uno studio realizzato da noi nel 2011 si è avuta un'impennata pari a circa il 13% e ciò, oltre che un notevole danno per
Qual è la sua opinione in merito al fenomeno?
E’ ormai evidente come l'evasione fiscale
generi gravi distorsioni di mercato ed iniquità
sociale, costituendo un freno allo sviluppo del
Paese e all'adozione di più incisive misure
redistributive, proprio in periodi di crisi,
quando maggiormente se ne avverte la necessità.
Probabilmente si continua ad "evadere" perché non è ancora radicata l'idea che chi evade
danneggia l'intera comunità. In alcune zone
del territorio nazionale "evasore" è ancora
sinonimo di furbo e di persona degna di essere imitata. Ma, in un'ottica di solidarietà tributaria, la contribuzione è l'obbligo più pregnante: la cittadinanza si acquista all'atto
della nascita e, con essa, una serie di diritti ed
obblighi civili; collegati a questi, ci sono gli
obblighi tributari che consentono di creare il
patrimonio comune, utilizzato dagli Enti istituzionali a favore della collettività.
E' questo un aspetto da non sottovalutare:
"pagare tutti per pagare meno" non è un mero
slogan ma è la ricetta per evitare di reiterare
le manovre finanziarie e di introdurre misure
straordinarie per limitare il debito pubblico.
Nell'ambito della sua esperienza, quale ambito economico è maggiormente interessato dal
fenomeno?
L'evasione sul territorio italiano ha un andamento a "macchia di leopardo": non c'è una
parte di territorio che evade di più rispetto ad
un'altra, ciò che cambia è il metodo. Qui in
Campania e, in generale, nel Meridione, è più
facile imbattersi in soggetti economici completamente sconosciuti al Fisco. L'esempio
classico è quello della filiera produttiva che,
le casse dello Stato, è anche la spia di un disagio, di una difficoltà crescente a rapportarsi alle amministrazioni finanziarie.
Un'insoddisfazione sempre meno latente nei confronti dei servizi pubblici erogati dallo Stato che porta con sé lo smarrimento
della "comprensione" del senso delle tasse in ambito collettivo.
dall'inizio alla fine, viaggia sotto terra: se una
persona intende investire nella realizzazione
di accessori per abbigliamento e, a tale scopo,
crea un laboratorio clandestino, dovrà quindi
rivolgersi a manodopera clandestina, deve
acquistare clandestinamente le materie prime
e vendere i prodotti finiti in maniera altrettanto clandestina, deve smaltire clandestinamente gli scarti della lavorazione ed effettuare - sempre clandestinamente - i movimenti
finanziari. Come vede, l'aggettivo "clandestino" caratterizza l'intera attività…
Altrove, l'evasione si presenta sotto forme
diverse. Nella zone maggiormente industrializzate del Paese, il soggetto economico, anziché occultarsi, tenterà "semplicemente" di
manovrare fraudolentemente sulla contabilità ufficiale, ad esempio, abbattendo gli elementi positivi di reddito, ovvero creando costi
fittizi (un classico è contabilizzare costi fittizi
relativi a consulenze e studi di fattibilità in
realtà mai sostenuti).
Molto in voga sono anche forme di evasione
che lavorano sul fattore "estero", come la
esterovestizione fittizia delle persone fisiche,
le frodi "carosello" in materia di IVA, la delocalizzazione della sede amministrativa in
Paesi a fiscalità privilegiata (cd. "paradisi
fiscali") che non ammettono lo scambio di
informazioni tributarie ovvero hanno una tassazione privilegiata rispetto all'Italia.
Quale è quello in cui si riscontrano le maggiori difficoltà per quanto riguarda la messa
in atto di azioni di contrasto?
Con riguardo agli strumenti utilizzabili, la
Guardia di Finanza dispone di un sistema di
attribuzioni che le consente una capacità di
intervento ad ampio raggio, in grado di aggredire le più insidiose manifestazioni del crimine economico. Mi riferisco non solo alla coesistenza in un unico Corpo delle qualifiche di
polizia amministrativa, tributaria e giudiziaria, da attivare in funzione dello specifico
contesto operativo, ma anche alla possibilità
di investigare i flussi finanziari e di associarli
agli eventi che li generano.
In questa prospettiva, la Guardia di Finanza è
l'unico organo di polizia giudiziaria con competenze specialistiche in campo tributario e,
come tale, in grado di esaminare in modo globale gli illeciti economico-finanziari, attraverso il combinato esercizio dei poteri di polizia
giudiziaria e di polizia tributaria. Di questo è
pienamente consapevole il Legislatore, che
ha attribuito al Corpo la funzione di "polo
gravitazionale" degli elementi informativi
COL. t. ST. NICOLA ALTIERO
Comandante Nucleo Polizia Tributaria
Guardia di Finanza Napoli
7
Primo Piano
comprovanti violazioni tributarie. Infatti, è
previsto che le altre Forze di polizia, gli
Organi di vigilanza e la stessa magistratura
penale, civile ed amministrativa devono
comunicare alla Guardia di Finanza, ai sensi
dell'art. 36 del DPR 600/1973, i fatti che possono configurarsi come violazioni tributarie
di cui vengono a conoscenza nel corso della
propria attività istituzionale.
Di certo, poter seguire ed interpretare i flussi di denaro di dubbia provenienza rappresenta il vero quid pluris di ogni attività investigativa di carattere tributario ovvero di
natura criminale.
Se abbastanza agevole risulta ispezionare la
contabilità di un soggetto titolare di redditi
d'impresa grazie ai molteplici controlli di
coerenza interna (gestione del magazzino,
numero dei dipendenti, ecc.) ed esterna (su
clienti e fornitori), il discorso si complica con
i cd. "professionisti", titolari di reddito di
lavoro autonomo, con i quali le possibilità di
effettuare riscontri adeguatamente oggettivi
sulle loro reali capacità contributive si assottigliano. Supplisce la possibilità, laddove vi
siano i presupposti di legge, di poter ricorrere alle cd. "indagini finanziarie" che rappresentano il passaggio dall'ormai superato
concetto di accertamento bancario - non più
aderente alle attuali possibilità di impiego e
movimentazione di denaro - ad una nozione
omnicomprensiva di tutti i possibili flussi
finanziari riconducibili al contribuente.
Ci parli degli ultimi risultati ottenuti dalla
GDF nell'ambito del contrasto all'evasione.
Il Nucleo Polizia Tributaria di Napoli effettua annualmente una selezione dei soggetti
economici da sottoporre a verifica in relazione agli specifici carichi di lavoro fissati dal
sovraordinato Comando Provinciale. I criteri in base ai quali viene ripartita la competenza ai fini dell'esecuzione delle attività
ispettive sono quelli della sede e del volume
d'affari (ammontare complessivo dei ricavi o
compensi) del contribuente.
Il Nucleo pt è competente sui contribuenti
di medie e grandi dimensioni (aventi, cioè,
un volume d'affari superiore ai 7,5 milioni di
euro) con sede e/o domicilio fiscale in
Napoli e provincia. Nel corrente anno, al
Nucleo pt è stata affidata l'esecuzione di nr.
120 controlli nei confronti di soggetti di 2ª
fascia (con volume d'affari da 7,5 a 100
milioni di euro) e nr. 7 nei confronti di soggetti di 3ª fascia (con volume d'affari superiore a 100 milioni di euro).
8
Tali obiettivi a carattere generale possono
essere resi maggiormente aderenti alla realtà economica locale attraverso specifici
"sub-obiettivi". In tal modo, è possibile prevedere che una parte delle attività ispettive
nel settore tributario sia destinata, ad esempio, a verificare gli obblighi contabili dei
"professionisti", degli "artisti", dei "soggetti
ad accisa", degli "esportatori abituali", ecc.
Tra i risultati ottenuti dalla Guardia di
Finanza nel contrasto all'evasione, posso
citarle l'Operazione "BAD IRON" che, partita nel 2008, proprio nel 2012 ha avuto il suo
epilogo. Scattata da una serie di verifiche nei
confronti di società facenti parte di un gruppo imprenditoriale operante nel settore
della compravendita di materiali ferrosi, l'attività operativa ha fatto emergere notevoli
violazioni sotto l'aspetto delle frodi carosello oltre che l'occultamento di elementi positivi di reddito per centinaia di milioni di
euro. Ma non solo… gli inquirenti stanno
vagliando anche ipotesi di collusione con
esponenti della criminalità organizzata, con
profili di riciclaggio di denaro di provenienza illecita. Non a caso l'operazione in questione è stata qualificata dal Comando
Generale del Corpo come una sorta di best
practice, un esempio pratico di quella che è
la polizia economico-finanziaria.
La polizia tributaria in senso tradizionale
rappresenta il passato che si ferma al 2001,
allorché è entrato in vigore il decreto legislativo 19 marzo 2001, nr. 68, che ha riqualificato completamente la nostra attività operativa. La polizia tributaria è settoriale, guarda
ai contribuenti sotto l'aspetto delle entrate,
quella economico-finanziaria è onnivalente,
ha riguardo alle fonti di spesa, all'andamento dei flussi finanziari sottostanti alle operazioni economiche, alla polizia valutaria. In
tale ottica raccomando sempre ai miei collaboratori e, prima ancora, a me stesso, di
affrontare le questioni tributarie a 360° e di
non procedere per compartimenti stagni.
Spesso l'operazione economica, anche quella più innocua, cela motivazioni nascoste
con conseguenze su molteplici piani…
Un secondo caso pratico che vede il Nucleo
pt tutt'ora all'opera è l'operazione "IL
MONDO DI OZ" svolta nei confronti di un
Gruppo della cantieristica navale, che otteneva finanziamenti da privati risparmiatori
attraverso l'emissione di titoli obbligazionari, anche extra-bilancio, formalmente reinvestiti nell'acquisizione di nuove imbarca-
LA SCHEDA
Il Nucleo Polizia Tributaria di Napoli
opera in tutti i comparti della polizia economico-finanziaria affidati alla Guardia di Finanza. La platea di contribuenti di sua competenza è formata da:
• soggetti titolari di partita IVA aventi un volume d'affari
superiore a 7.500.000 di euro (1083 soggetti);
• tutti gli esercenti arti e professioni con un volume d'affari superiore a 150.000 euro (oltre 1000 soggetti).
A metà ottobre il Nucleo ha completato attività di verifica
e di controllo in materia di contrasto all'evasione tali da far
emergere:
• oltre 3 milioni di IVA non versata;
• elementi positivi di reddito non dichiarati e ricavi non contabilizzati per circa 184 milioni di euro;
• costi non deducibili per oltre 254 milioni di euro;
• ritenute non operate per oltre 1 milione e 700 mila euro;
• accisa evasa per oltre 23 milioni di euro;
• IVA relativa per oltre 79 milioni di euro;
• IVA dovuta per oltre 103 milioni di euro.
Sono stati riscontrati frequenti casi di:
• EVASIONE mediante omessa fatturazione o sottofatturazione di ricavi;
• FRODE FISCALE commessa sia attraverso l'utilizzo di fatture
per operazioni inesistenti emesse da "cartiere", sia attraverso
artifizi contabili. (la prima tramite le cd. "frodi carosello",
finalizzate a ottenere indebite detrazioni IVA tramite l'interposizione di società cartiere negli acquisti di prodotti di origine
comunitaria);
• EVASIONE tramite l'interposizione fittizia di schemi societari esteri, ubicati anche nei cd. "paradisi fiscali";
• EVASIONE mediante omesso versamento di imposte risultanti dalla dichiarazione presentata, frequente per le società
in crisi di liquidità.
Fonte: Comando Nucleo Polizia Tributaria GDF Napoli
zioni. Anche in tal caso, si è intervenuti con
l'esecuzione di più verifiche fiscali che hanno
permesso di ricostruire l'intera concatenazione di controllo e gestione (caratterizzata
dalla presenza di più società lussemburghesi,
di una società irlandese e di una società portoghese) del Gruppo. Attraverso società
fiduciarie e contratti di trust, gli investigatori
delle Fiamme Gialle hanno fatto un vero e
proprio giro del mondo, passando anche
attraverso Paesi a fiscalità privilegiata.
L'operazione è tutt'ora in corso, due società
sono state recentemente dichiarate fallite;
stiamo ricostruendo il patrimonio che consentirà di soddisfare le pretese dei creditori
secondo il principio della par condicio creditorum.
Ritiene che, attualmente, la GDF abbia a
disposizione i mezzi e le risorse adeguate per
contrastare efficacemente il fenomeno dell'evasione, anche a livello legislativo, o ci
sarebbe bisogno di miglioramenti per aiutare il vostro lavoro?
In punto di diritto, l'Italia ha un sistema di
contrasto all'evasione e all'elusione fiscale
molto avanzato. E' anche vero che nello specifico settore l'optimum non esiste, ma poter
contare su strumenti di contrasto che si evolvono di pari passo rispetto ai più avanzati
metodi di evasione e di elusione è già un
grande risultato. Nel 1986, quando sedevo tra
i banchi dell'Accademia, i docenti di diritto
tributario ci illustravano la portata avveniristica della Legge cd. "Visentini-ter", una delle
prime normative antielusione, oppure della
legge penale-tributaria cd. "Manette agli evasori". Oggi tutto ciò è preistoria… Con l'utilizzo degli strumenti informatici, la dematerializzazione dei supporti documentali, l'in-
troduzione della moneta elettronica, i sistemi
di frode e con essi i sistemi di contrasto
hanno fatto passi da gigante. Ritengo, quindi,
che gli attuali mezzi a nostra disposizione
siano validi a contrastare i fenomeni di evasione/elusione, ma sicuramente tra qualche
anno essi non saranno più sufficienti e occorrerà ricorrere ad altro.
Facciamo un piccolo esempio. Fino ad un
decennio fa, l'apertura di un esercizio commerciale, ad esempio di un ristorante di
lusso, avrebbe impensierito gli Organi di controllo sotto l'aspetto della regolare emissione
della ricevuta fiscale.. Oggi induce i medesimi Organi di controllo a verificare se tale
investimento è avvenuto riciclando denaro di
provenienza illecita e se, quindi, il ristorante
non sia in realtà una lavanderia di denaro
sporco. Oggi è possibile effettuare questo
genere di controllo in maniera non invasiva,
cioè attraverso la semplice interrogazione
delle banche dati in uso al Corpo, incrociando le informazioni dell'Anagrafe tributaria,
con quelle dell'Anagrafe dei conti correnti,
con quelle del Sistema Informativo Valutario
in materia di segnalazioni sospette. Un
decennio fa, tutto ciò era impensabile.
Secondo una nostra recente indagine, la
maggioranza dei cittadini/contribuenti ripone grande fiducia nell'operato delle Fiamme
Gialle, grazie ai lodevoli risultati ottenuti
non solo per quanto riguarda il contrasto
all'evasione, ma anche in merito alla lotta
alla contraffazione, alla tutela della sicurezza alimentare e al caro consumi. Che tipo di
collaborazione e supporto possono offrirvi le
Associazioni dei consumatori e dei
Contribuenti?
La domanda mi dà l'opportunità di ricordare
uno slogan a me molto caro: la Guardia di
Finanza è un'istituzione articolata e complessa ed è finanziata con i soldi dei contribuenti:
in quanto tale, essa, al pari delle altre Forze
di polizia, è al totale servizio del cittadino.
Quest'ultimo aspetto permette di evidenziare
le forme di collaborazione che il Corpo intesse con gli Enti, le Istituzioni, le Agenzie e le
Associazioni che sul territorio si battono per
affermare la legalità. Occorre partire dalle
origini del moderno diritto tributario. Pochi
sanno che già la Riforma tributaria degli anni
'70 prevedeva la possibilità per gli Enti locali
di partecipare attivamente all'accertamento
dei tributi locali, ricevendo in cambio cospicue rimesse di denaro. Oggi la partecipazione dei Comuni all'accertamento delle imposte locali e catastali è prevista per legge.
Collaudate forme di coordinamento sussistono anche con l'Agenzia delle Entrate. Le riunioni con i rappresentanti degli Uffici finanziari consentono di condividere meccanismi e
procedure di controllo, nonché di ripartire i
soggetti (quelli di rilevanti dimensioni) da
sottoporre a verifica fiscale per evitare duplicazioni. Tali forme di condivisione riverberano effetti positivi sia sulla celerità della fase
di accertamento sia, soprattutto, sulla eventuale fase di contenzioso tributario.
Ma non è tutto. I molteplici compiti che leggi
e regolamenti demandano al Corpo fanno sì
che, quotidianamente, le Fiamme Gialle si
occupano di contrasto all'evasione, di lotta
agli sprechi di denaro pubblico, di contrasto
alla contraffazione di marchi, di tutela della
sicurezza alimentare e di aumento ingiustificato dei prezzi al consumo. E' evidente che
obiettivi così ambiziosi richiedono l'ausilio e
la collaborazione di tutti i cittadini: la
Guardia di Finanza, nel tempo, ha stipulato
protocolli di intesa con le Associazioni dei
consumatori, con la Camera di Commercio,
con i Dipartimenti di Prevenzione Igiene
delle ASL territoriali. La Guardia di Finanza
è al fianco delle Associazioni Antiracket ed
Antiusura, sostiene i Comitati cittadini
Anticamorra.
In una città come Napoli, indicata da molti
come la capitale mondiale della contraffazione, il commercio di tali prodotti è alimentato
proprio dai numerosi acquirenti, i quali
hanno scarsa consapevolezza dei pericoli per
la salute pubblica che i prodotti contraffatti
creano. Prendiamo il caso dell'abbigliamento
o dei giocattoli destinati ai bambini: il prezzo
estremamente vantaggioso dimostra che essi
spesso sono realizzati con materiali scadenti,
contenenti sostanze tossiche o comunque
pericolose, hanno componenti che, con una
minima sollecitazione, si frammentano e possono essere ingeriti. L'assenza di test di sicurezza e di resistenza incide sul prezzo finale
di vendita. Inoltre, non dimentichiamo che,
sempre a Napoli, il 90% dei traffici di prodotti contraffatti è nelle mani della criminalità
organizzata, è utilizzato per riciclare e reinvestire denaro di provenienza illecita… si dice
che da un euro investito nel traffico di droga
se ne ricavino, alla fine della filiera, sette,
mentre da un euro investito nella contraffazione se ne ottengono cinque. Si possono
facilmente immaginare le dimensioni del
business…
§
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
9
di Serena Pane
INTERVIPERANDO
MEDIAZIONE OBBLIGATORIA:
CHI VINCERA’?
L
a Corte costituzionale, lo scorso 26 ottobre, ha dichia-
rato l’illegittimità della conciliazione obbligatoria. La
motivazione della sentenza, al momento solo annunciata, sarebbe dovuta ad un eccesso di delega governativa più
che ad una vera e propria incostituzionalità del profilo obbligatorio. La partita, quindi, passa al legislatore e probabilmente si risolverà a breve inserendo un emendamento al decreto
legge sviluppo in discussione al Senato.
Rispetto alla norma originaria qualche piccola modifica è
prevista. Innanzitutto, la fissazione di un limite temporale al
2017 per tale obbligo in modo da poter valutare l’efficacia o
meno della norma e decidere se continuare a tenerla o abolirla in base ai dati pervenuti.
Altra variante la presenza del legale nel momento di formulazione della proposta del mediatore, tentativo di coinvolgere maggiormente gli avvocati con la motivazione di informare i clienti delle pesanti conseguenze dell’eventuale rifiuto
della proposta nel successivo giudizio in tribunale.
10
Contrario a tale possibilità Maurizio De Tilla, presidente
OUA, che ha dichiarato ufficialmente il suo no a tale emendamento. Sarebbe di fatto uno stravolgimento della sentenza
della Consulta, sostiene De Tilla, senza tra l’altro attendere
il vaglio della Corte di Giustizia Europea.
Attacco ancora più forte nei confronti del business degli
organismi di mediazione a cui si contrappone ovviamente il
Forum nazionale degli organismi che invece rilancia l ostruzionismo della lobby degli avvocati.
Una guerra aperta che il Parlamento è chiamato a dirimere,
speriamo nell’interesse dei cittadini.
§
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Dal Mondo di Alessandra Potenza
BANCHE NEGLI USA: 10 MILIONI DI FAMIGLIE
NON HANNO UN CONTO CORRENTE
L
e banche sono state fra le prime a
finire nel mirino di Occupy Wall
Street, il movimento di protesta
popolare che qui negli Stati Uniti contesta
alle banche di non dare peso alla percentuale più bisognosa della popolazione americana. Non si parla del 99 percento, dal
famoso slogan di Occupy, ma dell'8,2 percento, ossia 10 milioni di famiglie americane che non posseggono un conto in banca.
Un numero in aumento rispetto al 2009,
quando 9 milioni di famiglie dichiaravano
di non avere un conto corrente, secondo
uno studio della Federal Deposit Insurance
Corporation di settembre.
Le ragioni sono diverse: da chi non si fida
a trattare con le banche, a chi ha avuto problemi finanziari che non gli permettono di
depositare soldi in banca. Ma la maggior
parte della popolazione dichiara di non
avere abbastanza soldi per aprire e mantenere un conto, mentre il 5.4 percento accusa l'alto costo delle commissioni. Per le
famiglie che vivono mese per mese, in
effetti, il sistema bancario americano è un
convoluto groviglio di regole e astruse
commissioni nascoste dietro quasi ogni
operazione.
Mantenere un conto corrente costa in
media dai 10 ai 30 dollari al mese. Ma JP
Morgan Chase e Citibank, ad esempio, due
delle più grandi banche negli Stati Uniti,
esentano i proprio clienti se depositano un
minimo di 1.500 dollari al mese sul conto, o
se hanno investimenti pari ai 5 mila dollari.
Al pagamento mensile di 10, 20 o 30 dollari, però, si aggiungono altre minute commissioni che sono una delle maggiori ragioni per cui 10 milioni di famiglie americane
non affidano alle banche i propri soldi.
JP Morgan Chase, ad esempio, si prende 2
dollari ogni volta che un cliente ritira soldi
dal bancomat di un'altra banca, che a sua
volta impone una commissione. Se un
cliente scrive un assegno o fa un pagamento senza avere abbastanza soldi sul conto,
Chase si prende 35 dollari. Ricevere un
bonifico costa sui 10 o 15 dollari per Chase
e Citibank, mente farlo può costare fino a
30 dollari, anche se online. A Citibank,
costa ordinare gli assegni (10 dollari),
annullare assegni (5 dollari) e depositare
assegni di banche straniere (30 dollari). A
Chase, costa farsi inviare un ulteriore
estratto conto a casa (6 dollari), ritirare
soldi da un bancomat all'estero (5 dollari) e
bloccare un pagamento (34 dollari). Per le
famiglie americane povere, o impoverite
dalla recessione, ognuna di queste commessioni, e in particolare il pagamento
mensile che non può essere evitato se non
si hanno entrate mensili che garantiscano
un minimo stabile sul conto, rendono difficile l'apertura o il mantenimento di un
conto corrente. Per questo, più e più famiglie senza un conto bancario - il 18 percento rispetto al 12 percento nel 2009 - si affida alle carte prepagate come alternativa ai
contanti. Particolarmente buoni sono invece i conti correnti per gli studenti. Le banche americane offrono opzioni particolarmente vantaggiose per gli universitari, perché, "agganciato" il cliente, è improbabile
che cambi banca una volta entrato nel
mondo del lavoro. E quindi esistono conti
correnti gratuiti, senza spese mensili, senza
un minimo fisso. Citibank, ad esempio, non
prevede commissioni per l'uso di bancomat
di altre banche, mentre U.S. Bank dà un
limite di quattro transazioni prima di sanzionare il cliente. Ma una volta usciti dall'università, i giovani, soprattutto se disoccupati, sono lasciati a se stessi e molti chiudono i conti correnti, entrando a far parte
di quell'8,2 percento.
§
© RIPRODUZIONE RISERVATA
SANDY, LA TEMPESTA DEL SECOLO
IKEA. LICENZIATO PERCHÉ SPIAVA I DIPENDENTI
FRANCIA. PILLOLA GRATIS PER LE MINORENNI
Ha fatto considerevoli danni la temuta tempesta
Sandy, l'uragano che a fine ottobre ha imperversato
negli Stati Uniti tenendo in scacco anche New York e
la campagna elettorale per le vicinissime elezioni presidenziali. Milioni di cittadini senza corrente elettrica,
costretta a rintanarsi in casa per mettersi al riparo dai
fortissimi venti e dalla pioggia battente, evidenziando
però capacità organizzative di tutto rispetto, che
hanno evitato criticità ancora maggiori.
J. F. Paris, responsabile della sicurezza e della gestione del rischio di Ikea
France, era stato fatto accomodare fuori dalla porta per aver fatto spiare
dipendenti e clienti. Oggi vuota il sacco e sostiene che i vertici dell'azienda
erano informati e che, anzi, non appena assunto aveva saputo che Ikea si
appoggiava ad una società di consulenza per sospetti furti. Lo scandalo,
scoppiato a febbraio, quando il Canard Enchaîné aveva rivelato che Ikea
France era solita spiare dipendenti e clienti procurandosi informazioni sui
loro precedenti giudiziari e sui conti in banca, per verificare che fossero in
grado di pagare gli acquisti.
Approvato dal parlamento francese l'emendamento che da il
via libera al rimborso totale dei contraccettivi per le minorenni,
a partire dai 15 anni. Si stima che le ragazze interessate dalla
misura siano circa un milione e verrà loro garantito l'anonimato, non dovranno, perciò, rivolgersi ai genitori per l' autorizzazione ma basterà recarsi presso i consultori o i centri di pianificazione familiare pubblici. Il provvedimento fa seguito alla diffusione dei dati sull'aumento delle gravidanze nelle under 18,
che sono quasi 10mila all'anno.
12
Dall’Italia di Amabile Amato
VIAGGIO NEL MONDO DEI CONTI CORRENTE
Perché e come aprirne uno, in quanto
tempo e con quale costo
U
na definizione da manuale identifica il
conto corrente come "il contratto
principe tra i contratti bancari" ma,
noi vogliamo spiegare cosa sia un conto corrente partendo dal chiarire cosa non è. Un conto
corrente, a dispetto di come può essere definito nell'immaginario collettivo, non è un salvadanaio virtuale in cui stipare i nostri risparmi,
poiché questo servizio si chiama conto deposito. E allora cosa può essere? È sicuramente uno
strumento. Uno strumento con cui la banca è in
grado di erogare, a chi lo richiede, tutta una
serie di servizi: aprendo un conto corrente, ad
esempio, è possibile richiedere una carta ban-
comat, una carta di credito, un libretto di assegni, pagare i bollettini MAV, farsi addebitare le
tasse e/o i pagamenti delle utenze (acqua, luce
gas, ecc.) ma, più generalmente, i possessori di
conto corrente posso effettuarci dei pagamenti,
sia con proprie provviste, sia accedendo ad un
fido della banca. Attenzione, poiché non tutti
possono aprire un conto corrente, se non in
presenza di un valido motivo (per esempio, l'accredito di uno stipendio, il pagamento di un
mutuo, il credito per un figlio che studia lontano da casa). È questa, infatti, grazie anche alla
vigente normativa sull'antiriciclaggio (d.l.
231/2007), la condizione principale per avere
accesso a tale strumento.
Ogni persona fisica o giuridica, anche minorenne purché si avvalga di un tutore che ne garantisca la capacità di agire, in presenza di motivi
che la giustifichino, può fare richiesta di apertura di conto corrente. Una volta ricevuta dalla
banca tale richiesta, se il richiedente è censito
in quell'istituto i tempi si accorciano notevolmente, mentre se non lo è, la banca si riserva di
"indagare" sul soggetto e tale operazione può
durare da una a ventiquattro ore. Così come
variano i tempi per l'apertura, anche i costi
cambiano da banca a banca. Possiamo, però,
affermare che, mediamente, un conto corrente
base, senza troppi servizi accessori, arriva a
costare dai 120 ai 200 euro l'anno, circa 20 euro
al mese. Tali costi sono da dividere in costi fissi,
quelli che la banca addebita per la semplice
tenuta del conto, costi per ogni operazione
(prelievo, versamento, ecc.), nonché i costi per
l'invio di estratto conto e comunicazioni varie. Molti di questi costi sono
abbattibili ricorrendo ad un conto on
line. Questi ultimi, sfruttando la Rete,
hanno costi fissi ridotti, e lo stesso dicasi dei costi per l'invio di comunicazioni,
visibili nella propria area riservata su
internet (home banking) oppure facendo richiesta di invii per posta elettronica. Quando, però, si parla di soldi e di
internet insieme, i più potrebbero essere scettici e restii: in questi casi, l'unica
tutela possibile è fare dei controlli sull'albo
delle banche (facendo, magari, una segnalazione direttamente alla Banca d'Italia) e ricordarsi che, in base al IV Pilastro dell'accordo
Basilea II, in materia di trasparenza, tutti gli
istituti di credito sono obbligati a rendere noto
tramite sito internet il proprio stato di salute,
importante parametro da valutare per capire se
una banca è affidabile o meno. Siete ancora
indecisi su quale tipologia di conto aprire? Per
i pensionati, per i giovani, per chi vive d'investimenti? I fogli informativi che, ogni banca, deve
fornire fisicamente sia nelle proprie sedi sia on
line, in maniera asportabile, vi guideranno in
questo mondo all'apparenza caotico, e vi permetteranno di comparare più offerte per lo
stesso prodotto, per scegliere semplicemente
quella che più si adatta alle vostre esigenze. §
[email protected]
DISOCCUPAZIONE ANCORA
IN PICCHIATA
Continua lo stillicidio dei posti di lavoro
in Italia. Gli ultimi dati forniti dall'Istat
fotografano questa difficile realtà: in un
anno sono andati persi circa 554.000
posti di lavoro. Il tasso di disoccupazione a settembre è del 10,8% mentre
quella giovanile, il punto più dolente
della questione lavoro, è attestata al
35,1%. Si tratta di record assoluti, battute anche le percentuali del 1992. E le
stime per i prossimi trimestri lasciano
ben poche speranze di ripresa.
IMU, NESSUNA PROROGA
DELLA SCADENZA
Lo ha ribadito il ministro Grilli, nonostante le numerose criticità la scadenza
per il saldo Imu, prevista per il 17
dicembre, non sarà in alcun modo prorogata. Speranze disilluse per i contribuenti, dunque, che dovranno affrontare
un Natale quanto mai difficile e, soprattutto, senza sapere ancora con esattezza
a quanto ammonterà il saldo dovuto.
Sono stati i Caf a lanciare l'allarme
caos, dal momento che ancora non ci
sono indicazioni chiare a riguardo.
LIGURIA: SOLDI AI RAGAZZI
PER FARE I CONTADINI
Il governatore Burlando lancia le Coop
anti incuria, provando a dare, in un sol
colpo, una soluzione a due problematiche molto sentite: la disoccupazione
giovanile e il dissesto idrogeologico.
Dare soldi ai ragazzi tornare a prendersi cura delle terre dei padri, ormai
abbandonate e perciò ancora più a
rischio incuria. La prevenzione delle
frane e dei crolli passa anche da qui.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
13
Economia di Giuseppe De Stefano
SOGNI D’ORO, MA NON TROPPO
Si chiamano “conti dormienti”, e prendono questo nome per il
semplice fatto che per anni non vengono “disturbati”. Solo nel
2008 ammontavano a 798.404.099,50 euro: come fare a recuperarli
L’
attitudine al risparmio è sempre
stata una connotazione distintiva
del contribuente italiano. Proprio
questa caratteristica ha tenuto a galla il
"welfare" intrinseco al sistema sociale
nostrano più di quanto non siano riusciti a
fare altri Paesi al cospetto della crisi. Oggi
non riusciamo più a mantenere lo stesso
livello di risparmi, ma ne abbiamo ereditato tanto. Quanti libretti postali vengono
ancora aperti per ogni battesimo? Quanti
buoni fruttiferi sono stati regalati dai
dell'Erario statale. E non saranno più
riscuotibili in alcun modo. Fino a quel
momento, però, saranno nel bilancio di
un apposito fondo sempre all'interno
dell'Erario statale. A prevederlo è una
legge entrata in vigore nel 2008, secondo
la quale le somme dimenticate sui conti a
partire dal 1997 fossero versate al Tesoro
e non più incamerate dalle banche, come
avveniva in precedenza sempre allo scadere dei 10 anni di prescrizione. In tutta
risposta verrebbe da pensare che dimenti-
nonni di tutta Italia ai nipoti per la maggiore età? Tanti, tantissimi, e si rischia di
perderli. Si chiamano "conti dormienti", e
prendono questo nome per il semplice
fatto che per anni non vengono "disturbati". Più precisamente sono i rapporti contrattuali (depositi di somme di denaro o di
strumenti finanziari) in relazione ai quali
non sia stata effettuata nessuna operazione o movimentazione nel corso di dieci
anni in seguito alla loro effettiva disponibilità. Nulla da temere, perché affinché
scatti la prescrizione dei crediti, devono
trascorrere altri dieci anni. Solo allora
verranno direttamente versati nelle casse
care i soldi per dieci (anzi venti) anni sia
una cosa improbabile, specie in tempi
come questi. Ma non è affatto così.
L'ultima stima ufficiale del Ministero
dell'Economia di cui si ha traccia risale al
2008, quando i conti dormienti ammontavano ad un totale di 1.071.590 conti. Per la
precisione si trattava di un totale di deposito pari a 798.404.099,50 euro, di cui
781.755.444,35
in
contante
e
16.648.655,15 in strumenti finanziari. Ma
non c'è da disperare. Istituti bancari,
finanziarie e Poste Italiane sono di solito
operose nelle operazioni di "risveglio" dei
conti stessi (e dopo il cambiamento della
14
normativa non c'è di che stupirsi) e lo
fanno inoltrando agli interessati una lettera informativa con adeguato anticipo. A
garantirlo, per altro, c'è una comunicazione dello stesso Ministero che risale al
marzo di quest'anno e prevede l'obbligo,
da parte degli intermediari, a trasmettere,
tramite sistema di Posta Elettronica
Certificata (PEC) tutte le informazioni
previste dalla normativa sui conti dormienti. Se non si risponde entro sei mesi
all'avviso non resta nulla da fare, e i soldi
vanno a finanziare gli appositi fondi dedicati. Ma c'è di più. Se non è troppo tardi,
e cioè non sono passati ancora i primi
dieci anni, è sufficiente rivolgersi all'intermediario stesso per far cessare lo stato di
dormienza del conto. Altrimenti le liste
dei conti dormienti, suddivisi per anni,
sono disponibili sul sito del Ministero
depositidormienti.mef. La schermata
offre uno spazio di "Ricerca Libera", dove
appunto possiamo iniziare la ricerca inserendo un cognome, un codice identificativo del rapporto con la banca o l'intermediario. Se troviamo il nostro nominativo
avremo 10 anni dal momento del versamento dei soldi nel fondo statale per
richiederne la restituzione. La domanda
per le restituzione del denaro però non va
fatta al Ministero delle Finanze. Se ne
occupa la Consap, cui occorre inviare un
modulo opportunamente compilato.
Inviati i dovuti documenti si avrà poi una
risposta della stessa Consap, che può
accogliere la richiesta e quindi corrispondere le somme dovute tramite bonifico
bancario o postale o assegno circolare,
oppure declinare precisando i motivi del
rifiuto. Per informazioni, comunicazioni o
richieste possiamo inviare una mail a [email protected].
§
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ISSN 2039-6562
NOVEMBRE 2012 - Numero 4
MediaLo
Supplemento al magazine Contribuenti.it
CONTENZIOSO TRIBUTARIO
DIAMO I NUMERI
di Giuseppe De Stefano e Vittorio Carlomagno
Nei vari gradi di giudizio tra contribuenti e enti impositori
si impugnano cause per una media
di quasi 10 miliardi di euro ogni tre mesi.
E quasi la metà dei ricorsi viene accolta
L
o Stato italiano, purtroppo lo sappiamo, in materia di
Fisco ha un duplice volto. Il contribuente si trova a
dover convivere con un quanto mai esigente esattore
(vedi Equitalia e i suoi eccessi), ma con un pessimo pagatore
(vedi i biblici ritardi di pagamento delle Pubbliche
Amministrazioni). In questa superstrada di dare-avere gli incidenti non sono pochi, e il contribuente accorto si difende e
impugna gli atti. Secondo i dati del Ministero dell'economia e
delle finanze relativi al secondo trimestre 2012, il volume dei
contenziosi tributari nei confronti degli enti impositori sono
elevatissimi. Eppure la nota del ministero fa notare come sia il
numero che il volume dei contenziosi siano in diminuzione
rispetto allo stesso periodo degli anni precedenti. Basti sapere
che il valore complessivo delle cause instaurate presso le
Commissioni Tributarie Provinciali (CTP) nel trimestre considerato ammontano a circa 7,3 miliardi di euro. E sono l'8% in
meno rispetto ai primi tre mesi dell'anno. Presso le
Commissioni Tributarie Regionali (CTR), invece, le cause
ammontano a 2,9 miliardi, e sono diminuite del 19%. Nel totale presso i CTP sono state decise sospensioni di cause per un
valore complessivo di 2,8 miliardi di euro. Stando al documento del MEF si può evincere un dato particolareggiato anche a
livello geografico, con un tasso di istanze accolte pari al 52,9%
al Sud e del 47% al Nord-Est. Vale a dire che a tutte le altezze
Contribuenti. it
DIRETTORE RESPONSABILE Vittorio Carlomagno, Giornalista pubblicista
Registrazione Tribunale di Napoli n.6 del 07.01.2004 EDITORE Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani STAMPA In proprio
15
Speciale Mediazione
dello stivale si può parlare di una possibilità su due (circa) di vedere accolta
l'istanza impugnata. Ma gli equilibri si
smuovono in termini di volume delle
somme oggetto delle sospensive, che al
Nord-Est registrano le percentuali più
alte, con la percentuale più alta pari al
76,9%, mentre è al Centro che si riscontra la percentuale più bassa, pari al
43,2%. Notevole pure il dato sulla rapidità degli istituti di giudizio. Sempre
facendo riferimento al secondo semestre 2012, a livello nazionale le istanze
decise presso le CTP entro il termine di
180 giorni dalla presentazione sono
state una buona percentuale, pari
all'81,3%, peraltro in crescita rispetto ai
rilevamenti effettuati sul trimestre pre-
cedente. Le regioni più efficienti sono
state Valle d'Aosta, Umbria e Basilicata,
rispettivamente con il 100%, il 98,97% e
il 98,62% delle istanze definite in
tempo. Fanalino di coda, invece,
Calabria (39,3%), Sicilia (48,22%) e
Sardegna (61,16%). Nei CTP italiani tra
aprile e giugno 2012 sono stati presentati, nei confronti ei vari enti impositori,
un totale di 84.398 ricorsi. Tra i vari enti
coinvolti in controversie, quello più
spesso tirato in causa è l'Agenzia delle
Entrate, seguita dai vari Enti territoriali, Equitalia e altri enti (come Agenzia
del Territorio e delle Dogane). Dei
ricorsi presentati alle Commissioni tributarie provinciali, hanno avuto un esito
favorevole al contribuente il 34,9%, che
corrisponde a oltre 29mila controversie
vinte, poco meno delle 34mila risoltesi
favorevolmente all'ufficio impositore,
pari al 40,7% del totale. Nel mezzo un
consistente 11,4% di giudizi intermedi
della commissione, mentre i restanti
casi di dividono tra (poche) conciliazioni (0,57%) e altri esiti non meglio specificati nel documento del ministero. Si
delinea, dunque, un quadro nel quale il
contribuente e gli uffici pubblici si equivalgono, dividendosi pressoché equamente la torta, con una leggera preferenza per le sorti degli enti (tra cui
l'Agenzia delle Entrate la fa chiaramente da padrone).
§
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
MEDIAZIONE TRIBUTARIA
COME E QUANDO
di Daniela Castellano e Serafina Pane
Resta l’obbligatorietà in ambito tributario
E anche le contraddizioni
L
a Consulta ha di recente dichiarato illegittima la mediazione
obbligatoria per eccesso di delega legislativa. Una bocciatura che di
fatto fa cadere uno dei pilastri della
riforma della giustizia, il percorso tramite cui si mirava a smaltire il carico
dei processi civili, puntando su un
effetto deflattivo che avrebbe, di fatto,
provato a risolvere il cronico problema
della giustizia italiana: la lentezza.
La mediazione obbligatoria, prevista dal DLgs del 4 marzo 2010 n.
28 in una serie di campi ad alto
tasso di litigiosità (tra cui successioni ereditarie, diatribe di condominio,
risarcimento danni derivanti da responsabilità medica o diffamazione a mezzo
stampa, contratti assicurativi, bancari e
finanziari, ecc.) resta, però, circoscritta
al settore tributario.
16
Una eccezione, questa, che ha il suo
perché: in ambito tributario, infatti, il
termine mediazione risulta connotato
da una vena di ambiguità che nessuno
sembra prendere in considerazione.
Come funziona, dunque, la mediazione
tributaria e perché non del tutto è esatta questa definizione?
L'istituto, cosa ben diversa dalla mediazione disciplinata dal DLgs 4
marzo 2010 n.28, introduce,
laddove si voglia impugnare
un atto emesso dall'Agenzia
delle Entrate di valore non
superiore ai 20.000 euro, una
soluzione preliminare obbligatoria,
pena l'inammissibilità del ricorso alla
Commissione tributaria; la proposizione di un reclamo alla stessa Agenzia.
Che, tradotto in parole povere, significa che, quando il contribuente riceve la
notifica dell'atto, dovrà per forza avviare il procedimento per la mediazione
tributaria, se ha intenzione di impugnare l'atto davanti alle Commissioni tributarie. Se non lo fa, queste ultime esamineranno il ricorso, dunque, solo per
confermare che questo non può essere
preso in considerazione.
Il termine per il reclamo, da presentare
alla Direzione Regionale o provinciale
che lo ha emesso, è di 60 giorni dalla
notifica dell'atto oggetto di impugna-
zione; l'Ufficio ha poi 90 giorni per
accogliere il reclamo, formulare una
proposta di mediazione o rigettarlo.
È l'Ufficio legale dell'Agenzia, dunque,
a formulare una proposta di mediazione, che comporta una riduzione del
40% della sanzione contestata, sia nel
caso che questa venga rideterminata
che confermata.
Il limite, e la contraddizione, è evidente: manca un contraddittorio, specie
quando si ritiene di non dover pagare
MEDIAZIONE TRIBUTARIA: QUANDO?
Per le controversie di valore non superiore a 20.000 euro
emessi dall'AGE e notificati dal 1-4-2012
• Avviso di accertamento
• Avviso di liquidazione
• Provvedimento che irroga le sanzioni
• Ruolo
• Rifiuto espresso o tacito della restituzione di tributi, sanzioni pecuniarie, interessi, altri accessori non dovuti
• Diniego o revoca di agevolazioni o rigetto di domanda di
definizione agevolata di rapporti tributari
• Ogni altro atto emanato dall'AGE, per il quale la legge
preveda l'impugnabilità davanti alle Commissioni tributarie.
una sanzione o non si ha la possibilità
di farlo, e questa è la lamentela più frequente dei contribuenti, perché l'unica
valida è la proposta dell'Agenzia.
Più di una perplessità suscita, dunque,
proprio il fatto che sia il reclamo che la
mediazione siano gestiti da "apposite
strutture gestite diverse ed autonome
da quelle che curano l'istruttoria degli
atti reclamabili". Strutture che, entrambi appartenenti all'AGE, risulta difficile ritenere dotate dei requisiti di imparzialità e indipendenza necessari per la
fase di mediazione. Ciò perché la trattazione dell'atto reclamato è di competenza dell'Ufficio legale delle Direzioni
provinciali e regionali, in cui sia l'ufficio controlli (che emette l'atto) sia
quello legale (che gestisce il reclamomediazione) rispondono, quasi sempre,
allo stesso responsabile. Una sorta di
"arbitro di se stesso", dunque, che non
garantisce terzietà e imparzialità al
contribuente.
La figura del mediatore tributario, dunque, specie in una contingenza storicoeconomica difficile come quella in cui
ci troviamo, assume un rilievo sempre
maggiore, una figura che potrebbe far
riacquistare una pienezza di senso al
termine "mediazione" anche in ambito
tributario.
§
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
17
Speciale Mediazione
IL VALORE IN PIÙ DELLA MEDIAZIONE?
RIFERIRSI ALL’INTERA COMUNITÀ
di Daniela Castellano e Enrico Carlomagno
Il presidente del World Mediation Forum,
Gian Piero Turchi, in esclusiva a Contribuenti.it
Professor Turchi, innanzitutto voleva- dell'ambasciatore e del negoziatore. La
mo farle i nostri auguri per la recente genesi di tipo istituzionale, invece, è
elezione a presidente del World molto più recente e comincia con la sua
Mediation Forum; è la prima volta che imposizione come principio amminisuccede ad un italiano…
strativo della giustizia e sotto l'ordinaVi ringrazio. In effetti è una bella mento del diritto. Per quanto riguarda
opportunità per il nostro Paese e per il l'uso e la diffusione in Italia, solo recenmovimento verso la mediazione che si è temente possiamo disporre di un decrecreato.
to, che mette al centro il dispositivo
Ci spieghi qual è l'importanza della della mediazione. Un piccolo e iniziale
mediazione e la sua rilevanza, anche tentativo, foriero di sviluppi, era stato
internazionale, ai giorni nostri.
La mediazione, come la intendiamo oggi, nasce all'interno delle
Aule di Giustizia ossia come
necessità che scaturisce dalle esigenze dell'apparato dell'amministrazione giudiziaria; come ben
sappiamo, il nostro sistema giudiziario è ingolfato, sia in termini di
efficienza della gestione del procedimento giudiziario (basti pensare al numero di procedimento
in sospeso), sia in termini di efficacia (capita che comunque le
parti non siano soddisfatte della
sentenza). Ciò genera non solo
GIAN PIERO TURCHI
ricorsi, e quindi un ulteriore ral- Presidente del World Mediation Forum
lentamento del procedimento, ma
una generale insoddisfazione, che inve- attuato in precedenza nell'ambito
ste anche il senso d'appartenenza a una minorile, con la disponibilità del giudicomunità. La mediazione, in questo ce a mettere in campo la mediazione
senso, nasce come supporto e contraf- per il bene del minore. In altri paesi,
forte di quella che è l'Amministrazione invece, la mediazione è già uno strudella Giustizia. La mediazione, invece, mento legislativamente disponibile da
in termini più generali, ha una genesi molto tempo e con ottimi risultati,
molto più antica, è uno strumento da anche in quelli che non hanno storicasempre usato per dirimere conflitti mente una tradizione del diritto datata
anche di ampia portata, come quelli tra come la nostra, come per esempio i
Stati. Per esempio, è in questo contesto Paesi sudamericani o sudafricani.
mediativo che si è sviluppato il ruolo Proprio la Repubblica Sudafricana usa
18
la mediazione da tempo e l'Argentina
ha una legge nazionale da circa 20 anni.
Si tratta di uno strumento che viene
usato per dirimere questioni anche al di
fuori di quella che può essere l'amministrazione diretta della giustizia.
Quali sono i vantaggi che ha chi si
rivolge al mediatore?
Intanto ci sono vantaggi in termini di
efficienza
della
gestione
dell'Amministrazione della Giustizia:
entrare in causa per dirimere un
conflitto o una controversia, che
può riguardare cittadini così
come enti associazioni o altro, è
una questione anche di tempi,
molto spesso lunghi, anche perché le nostre aule sono oberate
di lavoro, e in questo l'Italia
detiene un tristissimo primato;
quindi, in questo senso, si può
avere un tornaconto deflattivo,
perché (comunque) si riesce ad
abbassare il carico pendente; ed
è proprio questo l'obiettivo che il
legislatore ha inteso appunto
perseguire con il decreto legislativo 28 del 2010. C'è poi anche
un altro obiettivo che va enfatizzato e che riguarda l'efficacia del percorso
di
mediazione:
nell'Amministrazione della Giustizia c'è
un giudice che è colui che deve emettere una sentenza che dovrebbe mettere a
tacere il contenzioso. È un terzo, che
decide facendo riferimento ad un codice e a strumenti normativi. Questo
comporta che non si tenga conto dell'assetto contestuale del conflitto (e
dunque delle parti), ma dei riferimenti
normativi e giurisprudenziali. La
mediazione, invece, tiene conto di quali
sono gli assetti del conflitto, di qual è la
configurazione che si genera tra le
parti; questo comporta che, ed in questo sta l'efficacia della mediazione, le
parti apprendono che, pur trovandosi in
un contenzioso, esiste la possibilità che
questo si possa dirimere e possa diventare qualcosa che entrambe possano
utilizzare. Si tratta di un inserimento di
competenza per le parti, che le parti letteralmente "imparano" che esse stesse
possono dirimere il conflitto e, a loro
volta, trasferire questa competenza, ciò
che hanno "imparato", oltreché nell'interazione reciproca anche in quelle con
altri componenti della comunità in cui
vivono. Quindi la comunità si arricchisce di un patrimonio, un trasferimento
di competenza rispetto alle parti e che
riguarda, in termini più generali, il
modo di interagire all'interno della
comunità. Questo, in una controversia
gestita/risolta per giudizio, non avviene;
ergo le parti non imparano nulla da
quello che è accaduto, devono adeguarsi alla sentenza della quale devono solo
prendere atto. Invece la mediazione ha
un valore in più: riferirsi (a partire dalle
parti) all'intera comunità.
Parliamo della mediazione tributaria,
l'unica rimasta obbligatoria dopo il
recentissimo pronunciamento della
Consulta. Ad oggi, è l'Ufficio legale
dell'AGE a fare la proposta di conciliazione, e il contribuente può solo accettare o rifiutare. Non si potrebbe indirizzare lo sviluppo della figura del mediatore
tributario come viene inquadrato nel
civile, ossia dare un'impronta di terzietà e di imparzialità al contenzioso tributario, anche come garanzia nei confronti del contribuente?
Certamente, questo è un aspetto a cui
andrebbe data molta rilevanza, perché
questa non è una mediazione, così come
l'AGE l'ha organizzata; viene chiamata
mediazione ma lessicalmente, così come
anche fondativamente, non è affatto un
termine corretto. Si tratta di una proposta negoziale e non ha nulla a che vedere con la mediazione, perché l'altra
parte o accetta o non accetta, e quindi
non ha la possibilità di entrare nel merito di quello che è l'assetto che si genera
rispetto ad un determinato conflitto.
Quindi la mediazione tributaria è semplicemente offrire un negoziato relativamente a un carico fiscale presunto o
pendente che riguarda un organismo
statale e un cittadino. Allora il mediatore tributario può operativamente agire
nei confronti di entrambe le parti, quindi in termini di negoziato e non viene
presa in considerazione l'interazione
delle parti che sta generando la controversia. Invece un mediatore che riesce
ad utilizzare la configurazione che si è
venuta a generare, sarebbe decisamente
più funzionale e anche più utile.
Vuole aggiungere qualcos'altro?
La mediazione, come tale, deve poter
offrire alla comunità la possibilità di
valutare l'efficacia del proprio intervento e questo può diventare un valore
aggiunto
nei
confronti
dell'Amministrazione della Giustizia
ordinaria, perché essa non riesce ad
esprimere tale valutazione. Questo consentirebbe (anche) - cosa che auspico
come Presidente del World Mediation
Forum e vorrei che diventasse la linea
di sviluppo di questa Presidenza - far
uscire la mediazione dalle Aule di
Giustizia, per farla tornare laddove si è
generata: nella comunità. Fare in modo
che il mediatore, la mediazione, siano
uno strumento a disposizione della
comunità, come il servizio di Pronto
Soccorso, la Polizia, i Carabinieri,
l'Ufficio Anagrafe, il Sistema Sanitario
e così via. Quindi, fare in modo che
diventino strumento di promozione
della coesione sociale.
§
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
19
Dalle Istituzioni
di Maria A. Rojas Boschetti
COMUNI BOCCIATI
Patto anti-evasione: bassa partecipazione dei Comuni,
solo il 7% ha fatto delle segnalazioni
N
ell'evasione fiscale c'è chi elude
e di conseguenza c'è chi ritiene
ineludibile la lotta contro l'evasione stessa. In Italia, si sa, questo compito diventa una battaglia, data la smania comportamentale di gran parte
degli italiani di eludere il Fisco. Per
rendere questa lotta più efficace, sono
state create misure di rafforzamento
che consentono agli enti locali di potenziare il contrasto agli evasori, ampliandogli il campo di azione sul quale lavo-
Secondo uno studio di Contribuenti.it
(Associazione Contribuenti Italiani)
sono appena il 7% i Comuni che partecipano alla lotta all'evasione fiscale
segnalando i potenziali evasori, con
alto tenore di vita e bassi redditi. A
Settembre di quest'anno, su 8092
Comuni italiani, solo 598 hanno inoltrato nominativi sospetti all'Agenzia delle
Entrate. ''Molti Enti locali" - afferma
Vittorio Carlomagno presidente di
Contribuenti.it - "non hanno ancora
rare per permettere una migliore individuazione di quest'ultimi. Sorge così
un nuovo patto tra Fisco e Comuni che
potenzia la collaborazione già iniziata
con la Agenzia delle Entrate, e che
serve a favorire, tra gli enti (Guardia di
Finanza, Agenzia del Territorio, e
l'Inps), lo scambio di informazioni indicative di possibili casi d'evasione tributaria e contributiva. Queste novità normative sono state spinte in gran parte
dalle denunce e dalla insoddisfazione
per gli scarsi risultati nella lotta all'evasione fiscale da parte dei Comuni.
recepito le norme introdotte dallo
Statuto dei diritti del contribuente nè
adeguato lo Statuto Comunale nè istituito Lo Sportello del Contribuente. La
maggior parte di essi non hanno ottemperato alla legge, incentivando le violazioni e l'evasione fiscale".
A questo proposito, il presidente
dell'Associazione nazionale dei Comuni
italiani, Graziano Delrio, spiega che "il
contrasto all'evasione fiscale ha visto
gravi difficoltà, questa realtà era stata
una delle ragioni per rafforzare il progetto Fisco-autonomie". L'obiettivo di
20
detto accordo si è incentrato nel dare ai
Comuni ulteriori strumenti che conducano alla formazione degli operatori
comunali, i quali non avranno limiti
nell'individuare e segnalare le attività
irregolari sulle quali i Sindaci potranno
dirigere i riflettori. Un campo molto
amplio che in pratica permetterà ai
Comuni di intercettare attività senza
partita Iva, l'affissione di pubblicità
abusiva, il controllo sulle finte Onlus, le
operazioni di abusivismo edilizio, gli
immobili non dichiarati al Fisco e i contratti di affitto non registrati. Ma non
solo, anche l'omessa dichiarazione della
tassa rifiuti, la mancata o infedele
dichiarazione della rendita catastale e
tutte le segnalazioni relative "a soggetti
per i quali, di fatto e di diritto, siano
riconducibili beni indicativi di capacità
contributiva". Con questa nuova intesa
che viene a rivitalizzare il ruolo di
alleati tra Fisco ed enti locali, i Sindaci
non avranno scuse per rendere la compartecipazione realmente efficace.
Anche perché la collaborazione lascia
i suoi frutti: ossia permette ai Comuni
di incassare il 100% di quanto l'erario
riscuoterà.
"Per iniziare a lavorare seriamente nella
produzione di atti concreti" -spiega
Carlomagno- "bisogna istituire subito Lo
Sportello del Contribuente in tutti gli
organi diretti e indiretti della Pubblica
Amministrazione e costituire in tutti gli
enti locali il Nucleo di Polizia tributaria
che dovranno operare in stretta connessione con la Guardia di Finanza". Infine, il
risultato deve essere quello di lavorare
nell'ordinario contesto operativo di svolgimento delle proprie attività istituzionali
di ogni Comune. Insomma, ogni momento è buono per dare la caccia ai furbetti
del Fisco.
§
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Lo Sportello Risponde
ESISTE LA POSSIBILITÀ
DI UN ACCORDO CON EQUITALIA?
Sono in pesante difficoltà economica,
nonostante abbia uno stipendio netto di
1180 euro. Mi ritrovo a dover pagare
ogni mese circa 500 euro ad Equitalia
per vecchie dichiarazioni dei redditi non
pagate (per gli anni 2002-2003-2004) in
più ho in corso tre dichiarazioni dei redditi rateizzate dal fiscalista (2006-20062011), ho completato quella del 2010. Mi
dovranno arrivare ancora quelle del
2007-2008-2009.
Preciso che due anni fa mi ero presentata all'ufficio delle entrate per denunciare
la mia posizione nella speranza che
potessimo fare un conteggio totale del
mio dovuto e concordare un piano di
rientro umano, ma mi dissero che non
era possibile, che dovevo aspettare che
anno dopo anno mi venisse richiesto
quanto dovuto
La situazione è scaturita dal fatto che
percependo come vedova una pensione
di 350 euro mensile non ho fatto il
cumulo perchè mi avevano detto che era
una pensione tassata alla fonte e che non
andava cumulata. Ed ecco che mi ritrovo
con circa 900 euro al mese da restituire
tra Equitalia ed ufficio delle entrate con
uno stipendio di 1200 euro.
Cosa posso fare? Esiste la possibilità di
un accordo?
Esiste la possibilità di formulare un
piano di rientro più fattibile?
Gentile contribuente,
confermiamo quanto Le hanno comunicato: non è previsto alcun piano di rateizzo se
l'Agenzia delle Entrate non ha provveduto
a liquidare la relativa dichiarazione.
Pertanto, per beneficiarne bisognerà attendere la notifica di comunicazioni
dell'Agenzia.
In ogni modo Le consigliamo di verificare, ogni qualvolta Le verrà notificata una
comunicazione/atto
dagli
Uffici
dell'Agenzia delle Entrate o dell'Equitalia,
il termine di prescrizione della pretesa
(generalmente di anni 5 per i tributi Irpef)
oltre quello di presentazione della dichiarazione e, nel caso, di inviarci la relativa
documentazione.
Per quanto riguarda la responsabilità del
professionista, se è in possesso di elementi
comprovanti il rapporto professionale,
potrà citarlo in giudizio (ciò non la solleverà dall'imposta, che resta dovuta, ma eventualmente dalle relative sanzioni).
21
Fisco di Valentina Tortelli
IMU LA SELVA VARIABILE: TANTE SORPRESE
PER LA TRADICESIMA DEGLI ITALIANI
Migliaia di delibere comunali che stabiliscono le aliquote
del saldo Imu. I Caf chiedono proroghe e i cittadini pietà
T
empo di tirare le somme per
l'Imu la "nuova" tassa che ha
sostituito l'Ici - l'imposta comunale sugli immobili. Chi ha versato gli
acconti prima dell'estate, con le aliquote
base uguali per tutti in tutta Italia, adesso si trova alle prese con il saldo, per l'appunto variabile. È scaduto, infatti, il 31
ottobre scorso il termine per approvare i
bilanci preventivi comunali per l'anno
2012. Otto comuni in tutto lo stivale
hanno applicato agli immobili l'aliquota
massima dello 0.6%, anche per risollevare i conti in rosso e altri sei comuni, tra
cui Milano, hanno applicato l'aliquota
massima sulle residenze di prestigio.
Per far luce su quanto si andrà a pagare,
ci sono già da tempo in rete dei calcolatori che consentono di enucleare l'importo dovuto entro il prossimo 17 dicembre,
termine ultimo per saldare il conguaglio
dell'Imposta Municipale Unica. Quasi
tutti i comuni, poi, hanno sul proprio sito
istituzionale, notizie e pubblicazioni in
merito all'aliquota applicata (che determina il prelievo fiscale). Utile e necessario, dunque, andare a spulciare il web, in
base alla località nella quale ricade l'immobile da tassare.
"Aliquote Imu" è anche una chiave piuttosto frequente sui motori di ricerca,
segno che gli italiani si documentano. Sul
sito del Ministero delle Finanze è possibile accedere ad un database che racco-
Città
Aliquota sulla prima casa
Aliquota ordinaria
Affitti a canone libero
Frosinone
0,40
1,06
1,06
1,06
Latina
0,40
1,06
1,06
1,06
Rieti
0,60
1,06
1,06
1,06
Roma
0,50
1,06
1,06
1,06
Viterbo
0,39
0,92
0,92
0,92
Da sapere
Se l'immobile ha lo sconto di imposta non lo ha certo sul fronte
burocratico: il contribuente deve compilare la dichiarazione Imu,
con la modulistica messa a disposizione gratuita dagli Enti Locali.
Attenzione però, la dichiarazione 2012 non va presentata per la
prima casa.
22
Case sfitte
glie tutte le delibere Imu di tutti i comuni d'Italia, suddivisi per regione. Le aliquote fissate comune per comune riguardano in maniera differenziata: la prima
casa, l'aliquota ordinaria, gli affitti a
canone libero e anche la tassa da pagare
sulle case di proprietà che risultano sfitte.
In alcuni comuni l'aliquota è rimasta
invariata, in alcuni si è addirittura abbassata con grande soddisfazione della cittadinanza, ma in molti municipi è stangata
per i contribuenti. C'è chi ha ritoccato al
rialzo tutte le aliquote, chi ha lasciato
invariato solo il prelievo per la prima
casa come Coriana nel Riminese e chi lo
ha addirittura abbassato, come Albissola
(Savona), passando dal 5 per mille al
4,75.
Tra coloro che se la passano male ci sono
i romani, letteralmente tartassati: secondo quanto riporta La Repubblica nella
cronaca cittadina, a dicembre ci sarà la
stangata con aumenti sulla prima casa
pari al 200%. L'imposta media, infatti,
passa da 175 a quasi 500 euro, +400%
per le seconde case capitoline.
§
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Giurisprudenza
di avv. Maurizio Villani e avv. Alessandro Rizzelli
EQUITALIA SUD S.P.A.
CONDANNATA AL PAGAMENTO
DELLE SPESE GIUDIZIALI: INUTILE
LA CANCELLAZIONE DELL’ISCRIZIONE IPOTECARIA
C
on due importanti sentenze, prima la CTP di Lecce
(632/5/08) e, successivamente, la CTR di Bari - Sezione
Staccata Lecce (128/22/12), hanno condannato
Equitalia Sud S.p.A. al pagamento delle spese legali per intempestiva iscrizione ipotecaria.
Nello specifico, una società aveva proposto ricorso innanzi alla
CTP di Lecce avverso l' iscrizione di ipoteca da parte di
Equitalia, la quale vi aveva provveduto nonostante la contribuente:
• avesse tempestivamente impugnato le cartelle di pagamento a
base della predetta iscrizione;
• avesse, altresì, ottenuto per una
di esse l'ordinanza di sospensione.
Ebbene, i giudici di primo grado benché nelle more del giudizio
Equitalia avesse provveduto alla
cancellazione d'ipoteca - non solo
hanno accolto il ricorso della
società dichiarando cessata la
materia del contendere, bensì
hanno anche accolto la richiesta
avanzata dal difensore della società ricorrente di condanna alle
spese dell'ente concessionario il
quale, con l'intempestiva iscrizione ipotecaria, aveva causato inevitabilmente un ingiusto danno alla
contribuente, impedendo il normale svolgimento dell'attività
imprenditoriale
(preclusione
all'ottenimento del credito da
parte della clientela e delle
Banche).
Avverso tale decisione Equitalia
Sud S.p.A. ha proposto appello, ma ancora una volta i giudici
della CTR di Lecce, nel rigettare l'appello, hanno condannato
l'ente concessionario al pagamento delle spese di lite.
A tal proposito, in tema di condanna alle spese, si rammenta che la
Corte Costituzionale, con sentenza n. 274 del 12/07/2005, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del terzo comma dell'articolo 46 del
D.Lgs. 546/92 (in quanto lesivo del principio di ragionevolezza sancito dall'articolo 3 della Costituzione) nella parte in cui prevedeva
che le spese di giudizio restavano a carico della parte che le aveva
anticipate.
In particolare, la norma precludeva ai giudici tributari di decretare
la soccombenza virtuale dell'Amministrazione al pagamento delle
spese.
A seguito, dunque, dell'importante pronuncia della Corte
Costituzionale, mentre ai casi di definizione delle pendenze tributarie previste dalla legge (es. condono), continua ad applicarsi la compensazione delle spese, così come previsto dall'art. 46 del D. Lgs. n.
546/92, senza che vi sia alcuna deroga al principio di responsabilità
per le spese, viceversa, nei casi di estinzione del giudizio per ipotesi
di cessazione della materia del contendere, diverse dai casi di definizione delle pendenze tributarie previsti dalla legge, ed in particolare
in quella determinata dal ritiro dell'atto impugnato da parte del suo
autore (per esempio, gli uffici fiscali), operando in tal caso il principio di responsabilità per le spese di giudizio, il giudice è tenuto a pronunciarsi al riguardo. Lecce, 26 ottobre 2012.
§
© RIPRODUZIONE RISERVATA
23
Curiosando di Amabile Amato
DALL’ORIENTE ALL’ITALIA
PER SCOPRIRE L’ELISIR DI LUNGA VITA
Nel Belpaese gli occhi a mandorla sembrano essere immortali
Digitate "i cinesi" su Google
e vedrete che, dopo "i cinesi non pagano le
tasse" e "i cinesi mangiano i bambini", il terzo risultato
sarà "i cinesi non muoiono mai", argomento tanto popolare in
Italia, da diventare persino il titolo di un libro del 2008, di Raffaele
Oriani e Riccardo Staglianò. Libro a parte, questa convinzione affonda le radici
nel fatto che i funerali cinesi, nel nostro paese, rispetto al numero di presenze di
un'etnia che rappresenta lo 0,35% della popolazione italiana totale, sono molto rari. In
un recente articolo de "Il Piccolo", quotidiano locale di Trieste, infatti, Laura Tonero, dopo
aver intervistato i proprietari delle imprese funebri del territorio, giunge alla conclusione che,
nell'arco di vent'anni, nella comunità cinese triestina, che nell'anno 2012 arriva a contare 2mila residenti nel solo capoluogo friulano, risultano morte solo cinque persone, e tutte per cause che non potevano passare "inosservate" (morti violente, morti in ospedale, ecc.). Trieste è solo l'ultimo dei centri in
cui questa polemica è venuta fuori. Già dagli inizi dell'anno 2000, in Italia, cominciavano a circolare voci
su questo fenomeno. Ma è solo con l'uscita di "Gomorra" (2006) che si aprono interessanti ed agghiaccianti
scenari sul presunto traffico di morti cinesi: nel suo bestseller, Saviano descrive una scena al porto di Napoli
dove, da un container che diretto in Cina, cadono corpi esanimi di cittadini cinesi, stipati come sardine. La
spiegazione che Saviano dà a tutto ciò è che i cinesi, pagando la camorra, fanno trasportare i propri morti
"anonimamente" e di nascosto in Cina, per poi cedere i documenti del defunto ad altri cinesi desiderosi di
immigrare in Italia. Tale fenomeno, poi, verrebbe facilitato dal fatto che il popolo giallo ha caratteristiche
somatiche che, all'occhio poco avvezzo a tali tratti, difficilmente, risultano distinguibili. Questa, però, sembra
essere una diceria che parte da lontano e, cioè, fin dagli anni '80, quando la francese Marie Holzman, nel
suo libro, "Asia", cominciò a parlarne a Parigi. I cinesi, ovviamente, ora come allora, non ci stanno.
S'indignano e si offendono alle parole di chi li paragona quasi a delle belve che, in cambio di un permesso di soggiorno e dei documenti validi, è disposto a profanare persino il culto dei morti. Ricordiamo
che i cinesi, così come albanesi, rumeni e bangladesi, seppure inseriti e ben integrati, continuano a
sentire, sempre e comunque, un forte legame con la loro terra d'origine, a tal punto da credere
di poter dormire il sonno eterno solo se sepolti nel proprio territorio di provenienza. Se ci
pensate bene, infatti, in Italia vi sono tante altre etnie più diffuse e numerose dei cinesi
(albanesi e rumeni, in primis), eppure non è che le strade delle nostre città pullulino di funerali stranieri. Non bisogna dimenticare, poi, che, solo adesso, in
Italia, si sta diffondendo il fenomeno degli "immigrati di seconda generazione", figli di immigrati nati in Italia e che, pertanto, si considerano italiani a tutti gli effetti, da poter pensare
persino essere seppelliti qua. Il più tardi
possibile, però.
24
Sportello Consumatori di
Daniela Castellano
CARO ESTINTO
UN AFFARE DA 900
MILIONI DI EURO
Ma quest’anno anche la ricorrenza
dei defunti sarà low cost
C
aro, carissimo estinto… di questi
tempi non sta tranquillo neppure chi muore, ma soprattutto chi
resta e deve fronteggiare le mille avventure burocratiche, e non, legate al posttrapasso.
Potremmo dire con una battuta che
anche i morti, in Italia, continuano a
pagare le tasse… come se il distacco non
segnasse in tutto e per tutto l'abbandono
delle cose mondane. Magra consolazione, dunque, per chi crede che il momento del trapasso segni il passaggio a
miglior vita.
Il giro d'affari che ruota intorno al caro
estinto, un business che per ovvie ragioni non conosce mai crisi, è stimato intorno ai 900 milioni di euro l'anno, senza
considerare, però, il volume delle entrate legate al racket e a tutte le attività
illegali.
Le imprese attive in Italia nel settore
delle pompe funebri e delle attività ad
esso connesse sono circa 4500 (i dati
sono reperibili su Registro Imprese), a
cui vanno sommate le 1400 legate al
commercio di articoli funerari e cimiteriali e i quasi 20.000 venditori di fiori,
tra ambulanti e fissi.
Un settore che, seppur in misura minore
rispetto ad altri, risente del periodo di
crisi in cui versa l'economia del Paese; a
fronte della crescita delle imprese funebri e di quelle ad esse connesse, pari al
4,7%, si registra un -1,2% per quello che
riguarda gli "accessori", cioè tutte quelle
26
attività che riguardano articoli funerari
e cimiteriali. Se non si può rinunciare,
dunque, al classico rito d'addio dai propri cari, si cerca di risparmiare almeno
su bare e fiori, per un taglio stimato di
circa il 25%; il dato però più interessante e significativo è l'aumento di quanti
decidono di pagare il funerale a rate o
scegliere la cremazione, seppure quest'ultima non sia proprio una soluzione
economica.
E, mentre la ricorrenza della commemorazione dei defunti si avvicina anche
quest'anno, gli italiani si fanno i conti in
tasca. I più furbi hanno già provveduto a
rifornirsi di lumini, fiori, specie i classici
crisantemi, e quant'altro, in previsione
dell'imprescindibile aumento dei prezzi
man mano che ci si avvicina al 2 novembre. Chi, invece, non è stato abbastanza
previdente, dovrà fare i conti con crisantemi pagati a peso d'oro, e magari anche
di scarsa qualità. Poco male, penseranno
molti, ci si può orientare verso i fiori
finti… ma provate a chiedere, anche in
questo caso il loro prezzo lieviterà sensibilmente, andando a sommarsi alle altre
voci di spesa. Anche se da più parti è
stata paventata una diminuzione dei
costi o, nella peggiore delle ipotesi, un
sostanziale pareggio rispetto allo scorso
anno, scommettiamo che l'aumento del
prezzo della benzina, delle materie
prime, dei concimi, ecc. si farà sentire
sul consumatore finale, ma anche sul
produttore, costretto, pena la mancata
LE TARIFFE A ROMA
Tariffe funerali a partire da 790 euro fino a 3250
Lapidi Da 450 euro fino a 1250
Monumentini Da 680 euro fino a 890
Loculi adulti esterni
Da 2268 euro della prima fila a 1034 della quinta
Loculi adulti interni
Da 2366 euro della prima fila a 1068 della quinta
Loculi cinerari esterni
Da 503 euro delle file 1-2-3 a 260 di quelle 9-10
Loculi cinerari interni
Da 551 euro delle file 1-2-3 a 308 di quelle 9-10
vendita dei prodotti, a contenere il rincaro, col serio rischio di finire in perdita.
Gli italiani, dunque, pur non rinunciando a omaggiare le tombe dei propri cari,
sicuramente staranno più attenti, come
dimostrano le cospicue presenze registrate nei cimiteri: molta gente, molti
fiori, molti lumini, ma poca voglia di
esagerare.
A cominciare dai titolari di pompe funebri, costretti ad ingegnarsi per venire
incontro alle (ridotte) esigenze dei propri clienti; se, infatti, per un loculo si
può arrivare a pagare fino a 8000 euro,
la concorrenza per offrire il miglior
funerale al prezzo più basso si fa serrata.
Così, come avviene per le compagnie
aeree, anche per i funerali si guarda
sempre di più al portafogli; anche se,
stavolta, il viaggio è l'ultimo. E di sola
andata.
§
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
27
Sportello Lavoro di Consiglia Buonomano
ALTO APPRENDISTATO
UN’OPPORTUNITA’ DA COGLIERE AL VOLO
Novità per gli studenti lavoratori
U
na delle novità contenute nella nuova legge
sull’Apprendistato, la
Dlgs 167/2011 entrata in vigore
il 26 aprile scorso, riguarda la
possibilità di convertire il primo
lavoro in crediti universitari,
contribuendo a raggiungere,
quindi, la laurea in tempi più
brevi.
La nuova formula si chiama Alto
apprendistato ed è pensata per
quei giovani che sono iscritti a
corsi di laurea, dottorati di ricerca e master universitari.
Una volta che si è ottenuta l’assunzione, anche un contratto a
termine, questa può essere fatta
valere come “formazione”, e si
può, quindi, continuare a lavorare frequentando corsi esterni.
Intanto, si acquisiscono crediti
validi per completare laurea,
master o dottorato di ricerca.
La legge è nuovissima e non tutti
conoscono la prassi, molto utile
per chi ha la fortuna di trovare
lavoro prima di completare il
ciclo
di
studi
unive
rsitari e rischia di veder prolungarsi i tempi.
Le prime esperienze dell’applicazione di questa nuova formula
hanno riguardato gli atenei di
Bologna,
Reggio
Emilia,
Modena, Cattolica di Milano e
Roma tre e più precisamente
master in disegno meccanico,
energia sostenibile e il cosiddetto Energy management.
I percorsi devono essere misurati e costruiti insieme da università, aziende e pubblica amministrazione; da parte sua l’azienda,
oltre a poter contare sull’apporto di un brillante laureando,
gode di sgravi fiscali relativi alla
sua assunzione.
28
Gli studenti interessati possono
chiedere notizie dettagliate
recandosi
presso
l’Ufficio
Master, presente in tutti gli atenei, con la speranza che questo
possa essere un incentivo ad
avvicinare il mondo del lavoro a
quello accademico.
§
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Scadenze
a cura di Antonio Scherillo
APPUNTAMENTI CON IL FISCO
15 Novembre
Canone Rai
Richiesta frazionamento CHI? Soggetti
titolari di redditi di pensione di importo non superiore a euro 18.000,00
annui, titolari di abbonamento alla
televisione COSA? Richiesta al proprio
ente pensionistico di effettuare il pagamento del canone di abbonamento alla
televisione, a partire dall'anno 2013,
tramite ritenuta sulle rate di pensione.
COME? Con le modalità fissate da ciascun ente pensionistico.
16 Novembre
Sostituti d'imposta
Versamento ritenute CHI? Sostituti
d'imposta COSA? Versamento ritenute
alla fonte sui redditi di lavoro dipendente e assimilati, su redditi di lavoro
autonomo, e su provvigioni corrisposti
nel mese precedente COME? Modello
F24 con modalità telematiche per i
titolari di partita Iva, ovvero, modello
F24 presso Banche, Agenzie Postali,
Agenti della riscossione o con modalità
telematiche, per i non titolari di partita
Iva.
Contributi Inps
Versamenti CHI? Imprenditore artigiano e imprenditore commerciale COSA?
Versamento della 3° rata dei contributi
trimestrali fissi. COME? Modello F24.
Contribuenti Iva
Versamenti CHI? Contribuenti Iva
mensili COSA? Liquidazione e versamento dell'Iva relativa al mese precedente COME? Modello F24 con modalità telematiche.
Contribuenti Iva
Versamenti CHI? Contribuenti Iva trimestrali COSA? Versamento dell'Iva
dovuta per il terzo trimestre 2011
(maggiorata dell'1% ad esclusione dei
regimi speciali ex art.74, comma 4,
D.P.R. 633/72) COME? Modello F24
con modalità telematiche.
30
30 Novembre
Unico 2012
Versamento del II° acconto delle imposte e dei contributi risultanti dalla
Dichiarazione dei redditi Unico 2012;
COME? Modello F24 telematico per i
titolari di partita Iva.
Unico 2012
Versamenti rateali CHI? Contribuenti
non titolari di partita Iva, che hanno
scelto nella dichiarazione dei redditi il
pagamento rateale COSA? Versamento
della 7a e ultima rata delle imposte e
dei contributi dovuti a titolo di saldo e
di 1° acconto risultanti dalla dichiarazione dei redditi Unico 2012 (con
applicazione degli interessi nella misura del 4% annuo). Versamento della
6A e ultima rata maggiorata dello
0,4% (con applicazione degli interessi
nella misura del 4% annuo). COME?
Modello F24 presso Banche, Agenzie
Postali o Concessionari.
Cedolare secca
Versamento acconto CHI? Locatori,
persone fisiche, non titolari di partita
Iva, proprietari o titolari di diritti reali
di godimento di unità immobiliari abitative locate che abbiano esercitato
l'opzione per il regime della cedolare
secca COSA? Versamento del secondo
o unico acconto della cedolare secca
COME? Modello F24 con modalità
telematiche, ovvero presso Banche,
Agenzie Postali, Agenti della riscossione.
Dichiarazione IMU
Il 30 Novembre sembrerebbe l'ultima
data valida per presentare la dichiarazione IMU, dopo che la scadenza, originariamente prevista al 30/09, è stata
prorogata al 30 novembre dall'art. 9,
comma 3, lett. b) D.L. n. 174/2012.
La dichiarazione IMU va presentata
in tutti i casi in cui la situazione dell'immobile presenta una variazione
rispetto ai dati dichiarati con la vecchia
ICI o, in generale, se i contribuenti ne
sono entrati in possesso nel corso del
2012 (fatte salve le eccezioni già previste per l'ICI: ossia quando gli elementi
rilevanti ai fini dell'imposta dipendono
da atti per i quali sono applicabili le
procedure telematiche attraverso il
modello unico informatico MUI utilizzato dai notai).
Non tutti i proprietari di immobili che
hanno pagato la prima rata IMU devono quindi presentare tale dichiarazione, ma solo coloro i quali hanno
apportato significativi cambiamenti
rispetto all'ultima denuncia ICI. Per
tutti gli altri, continua a far fede la
precedente dichiarazione ICI.
Resta l'attesa per il modello di dichiarazione definitivo nonché per le relative istruzioni.
Scarica

di - Contribuenti.it