Libera selezione di testi da: Velimir Chlebnikov, Quando stanno morendo Dino Buzzati, La Mosca Wislawa Szymborska, Un appunto; Sulla Morte senza esagerare Giorgio Caproni, Congedo del viaggiatore cerimonioso Mariangela Gualtieri, Forse si muore oggi – senza morire interpretate da Marina Sozzi -‐ Giusi Venuti Musiche : Oblivion Astor Piazzolla Cantabile, Niccolò Paganini Kaddish tradizionale eseguite da Anna Barbero pianoforte Edoardo De Angelis violino Sulla Morte (senza esagerare) Infine Onlus si presenta Velimir Chlebnikov, Quando stanno morendo Quando stanno morendo, gli insetti agitano le zampe, quando stanno morendo, le erbe si seccano, Quando stanno morendo, i soli si bruciano, Quando stanno morendo, gli uomini cantano delle canzoni. Dino Buzzati, La Mosca Così noiosa. Sempre la stessa. Appiccicaticcia. Ma che cos’hai? Perché tanto affliggente? Sei infelice? Hai una seria preoccupazione? Hai paura di qualche cosa? Già. Ora che ci penso. Hai paura della morte? E, perché questa paura, vieni a sfogarla con me? Proprio con me? In questa stanza stasera saremo più di un centinaio. Eppure tu, fastidiosissima mosca, ti ostini su di me. Per quale motivo? Mosca, amica mosca che sei così noiosa, signora mosca, dottoressa, ti prego principessa dimmi: sei qui da me per quello che … dico, sei venuta ad avvertirmi … Hai l’intenzione, o il compito, di portarmi l’editto, il formulario, il brevetto, il titolo così ambito segretamente da tutti, sì da tutti, anche se nessuno ha il coraggio di confessarlo perché ciascuno di noi è così uomo, e così debole, e così sfiduciato e non osa dire che in fondo, di là delle paure scolastiche, degli amori disperati, della carriera tanto difficile, degli odi che ti attorniano giorno e notte, che in fondo quello sarebbe il rimedio a tutti i mali? Mosca,con il tuo ronzio intacchi i miei pensieri e avveleni questa stanza. È per me? È quello il decreto che hai portato per me, mosca maledetta? Wislawa Szymborska, Un appunto La vita – è il solo modo per coprirsi di foglie, prendere fiato sulla sabbia, sollevarsi sulle ali; distinguere il dolore da tutto ciò che dolore non è; La vita è stare dentro gli eventi, dileguarsi nelle vedute, cercare il più piccolo errore. … e almeno per una volta inciampare in una pietra, bagnarsi in qualche pioggia, perdere le chiavi tra l’erba; e seguire con gli occhi una scintilla di vento; La vita è persistere nel non sapere qualcosa d’importante. Wislawa Szymborska, Sulla Morte senza esagerare La morte Non s'intende di scherzi, stelle, ponti, tessitura, miniere, lavoro dei campi, costruzione di navi e cottura di dolci. Quando conversiamo del domani intromette la sua ultima parola a sproposito. Non sa fare neppure ciò che attiene al suo mestiere: né scavare una fossa, né mettere insieme una bara, né rassettare il disordine che lascia. Occupata a uccidere, lo fa in modo maldestro, senza metodo né abilità. Come se con ognuno di noi stesse imparando. Vada per i trionfi, ma quante disfatte, colpi a vuoto e tentativi ripetuti da capo! A volte le manca la forza di far cadere una mosca in volo. Più di un bruco la batte in velocità. La cattiva volontà non basta e perfino il nostro aiuto con guerre e rivoluzioni è, almeno fin ora, insufficiente. I cuori battono nelle uova. Crescono gli scheletri dei neonati. Dai semi spuntano le prime due foglioline, e spesso anche grandi alberi all'orizzonte. Chi ne afferma l'onnipotenza è lui stesso la prova vivente che essa onnipotente non è. Non c'è vita che almeno per un attimo non sia immortale. La morte è sempre in ritardo di quell'attimo. Invano scuote la maniglia d'una porta invisibile. A nessuno può sottrarre il tempo raggiunto. Giorgio Caproni, Congedo del viaggiatore cerimonioso Amici, credo che sia meglio per me cominciare a tirar giù la valigia. Anche se non so bene l’ora arrivo, e non conosca quali stazioni precedano la mia, sicuri segni mi dicono, da quanto m’è giunto all’orecchio di questi luoghi, ch’io vi dovrò presto lasciare. Vogliatemi perdonare quel po’ di disturbo che reco. Con voi sono stata lieta dalla partenza, e molto vi sono grata, credetemi, per l’ottima compagnia. Ancora vorrei conversare a lungo con voi. Ma sia. Chiedo congedo a voi senza potervi nascondere, lieve, una costernazione. Era così bello parlare insieme, seduti di fronte: così bello confondere i volti, e tutto questo raccontarci di noi … questo stare insieme. Chiacchierare. Abbiamo avuto qualche diverbio, è naturale. Ci siamo -‐ ed è normale anche questo -‐ odiati su più d’un punto, e frenati soltanto per cortesia. Ma, cos’importa. Sia come sia, torno a dirvi, e di cuore, grazie per l’ottima compagnia. Congedo a lei, dottoressa, e alla sua eccellente dottrina. Congedo alla sapienza e congedo all’amore. Congedo anche alla religione. Ormai sono a destinazione. Ora che più forte sento stridere il freno, vi lascio davvero, amici. Addio. Di questo, son certo: io son giunta alla disperazione calma, senza sgomento. Scendo. Buon proseguimento. Mariangela Gualtieri, Forse si muore oggi -‐ senza morire. Forse si muore oggi -‐ senza morire Si spegne il fuoco al centro. Sanguinano le bandiere. Generale è la resa. A chi chiedere aiuto? E' desolato deserto il panorama. Si faccia avanti chi sa fare il pane. Si faccia avanti chi sa crescere il grano. Cominciamo da qui.