Storia della Chiesa Lezione III Oggi, in alcuni luoghi, si afferma che credere in Dio rende incapace per comprendere i problemi e le necessità di coloro che non hanno fede. Non mancano coloro che presentano il credente come uno che vuole imporre agli altri delle convinzioni puramente soggettive. Da dove muove questa critica? Da chi pensa che si è cambiata la fede imprigionandola in un modello culturale greco-romano, strumentalizzandola a sostegno del sistema occidentale, e allora… "Le persecuzioni avvennero realmente, e i martiri furono numerosi, ma lo scontro non fu quasi mai a livello politico: né da parte dei cristiani, che continuarono per lo più ad affermare, anche durante le persecuzioni, il loro lealismo verso lo stato romano e a proclamarsi buoni cittadini di tale stato, né da parte dell'impero, che non avvertì quasi mai nei cristiani un pericolo per la sua sicurezza e che si ridusse spesso ad essere il braccio secolare del fanatismo religioso delle folle e di una cultura intollerante". (Marta Sordi, I cristiani e l'impero romano, Jaca Book, Milano 1984, p. 10). Se al fatto che appena si davano casi di santità martiriale si aggiunge che erano pochi i casi in cui la vita di alcuni cristiani non monaci veniva presentata come modello di santità (sebbene ci fossero, per es. Santa Monica), e che furono scomparendo le persone che vivevano come asceti o vergini al margine della vita monastica, … si capisce meglio che, sebbene non ci fosse un'intenzione esplicita, avvenne un progressivo spegnimento del valore santificatore della vita ordinaria, così caratteristico dei primi cristiani. Cfr. Javier Sesé “Historia de la espiritualidad“, (Editoriale EUNSA, Pamplona 2005) I problemi storicamente legati alle differenze religiose e morali, insieme a fattori di tipo ideologico, hanno originato una mentalità, in alcuni ambienti molto diffusa: Per loro (1), l’esistenza di persone che vivono con la convinzione che esiste una verità sul bene della persona e delle comunità umane, può causare relazioni ingiuste di dominio o di violenza tra gli uomini. Allora, anche per loro esiste UNA verità: che esistono diverse Da qui nasce il cosiddetto “pensiero verità !!! debole”: per loro occorre adeguarsi alla verità che esistono diverse verità per cui non esiste verità assoluta, ma solo una pluralità di verità relative (1) Cfr. www.forma-mentis.net, “Gianni VATTIMO e il pensiero debole” 404 Il papa Innocenzo I rompe la comunione con i patriarchi di oriente (che non hanno difeso Giovanni Crisostomo). 406 Numerose tribù germaniche dilagano in Gallia. 410 I Visigoti di Alarico saccheggiano Roma. 415 E’ risanata la divisione tra Roma e i patriarchi di oriente. 428 Nestorio viene nominato vescovo di Costantinopoli. 429 I Vandali si stanziano in Africa. 431 Teodosio II convoca il concilio di Efeso. 449 Latrocinium di Efeso. 451 Concilio di Calcedonia. Abbiamo visto come per il papa Leone I il Concilio di Calcedonia non si sarebbe dovuto celebrare; avrebbe desiderato di risolvere i problemi con procedura ordinaria… … ma gli imperatori vollero ad ogni costo celebrarlo: è un fatto che aiuta a capire i fatti storici che seguirono. La Siria e l'Egitto non restarono fedeli alla dottrina definita dal Concilio di Calcedonia. La diatriba da religiosa, diventerà politica, avendo scatenato tendenze autonomistiche in Siria ed Egitto, di cui si serviranno siriaci e copti nella lotta di queste province contro il potere centrale di Costantinopoli. Qualche imperatore, per attrarre la Siria e l’Egitto condannò il Concilio di Calcedonia. Ciò non fece che creare il risentimento da parte dei bizantini ortodossi, e accelerò la caduta dell’imperatore. Altri imperatori crearono scismi con Roma, come quello conosciuto col nome dell’allora vescovo di Costantinopoli, Acacio. Durò 35 anni (484-519). Pure a Roma ci furono interventi dell’autorità dello stato per risolvere i problemi interni della Chiesa: Teoderico, re ostrogoto, dovette dirimere la questione del successore del papa Anastasio, nell’anno 498. Alcuni erano ostili a Costantinopoli altri formarono un gruppo filobizantino. La scelta fatta del candidato ostile a Costantinopoli era funzionale agli interessi di Teoderico. 463 I Franchi sconfiggono i Visigoti a Orléans affermandosi su tutta la Gallia a nord della Loira. 476 Romolo Augustolo è deposto da Odoacre. 477 Dopo un lungo regno pieno di successi, Genserico re dei Vandali muore. 484-519 Scisma di Acacio: la Chiesa d'Oriente per 40 anni rimane separata dalla Chiesa di Roma. Come abbiamo visto nella lezione precedente, l’ortodossia nicena fu dichiarata fede unica e ufficiale dall’imperatore Teodosio nel 379, e ribadita come tale dal Concilio di Costantinopoli del 381. Ma l’arianesimo sopravvisse comunque per altri due secoli fra i popoli germanici che erano stati convertiti al cristianesimo da missionari ariani… Oltre a ciò che avvenne ad Oriente (rottura della comunione con Roma tra il 404 e il 415; condanna del nestorianesimo ad Efeso nel 431; condanna del monofisismo a Calcedonia nel 451; e dal 484-519 scisma di Acacio), cosa avvenne in Occidente con l’arrivo dei barbari di religione ariana ? Popoli germanici Unni Impero d’Occidente Impero d’Oriente V secolo dC Angli Angli e Sassoni Baltici Sassoni Slavi Turingi Bretoni Franchi Suevi Bavari Burgundi Unni Gepidi Baschi Visigoti Ostrogoti Vandali Berberi Longobardi Vandali Impero Romano d’Oriente Verso il 390 comparve a Roma il britanno Pelagio, un asceta che non apparteneva ad alcun gruppo monastico e suscitava molti consensi. Il suo problema era individuare il vero cristiano: egli affermava che non sono veri cristiani quelli che confidano solo nel battesimo, i minimalisti che affermano di non poter resistere al peccato e alle tentazioni della carne. A costoro Pelagio contrappone un ideale ascetico fondato su una visione ottimistica della condizione umana: se l’uomo vuole davvero salvarsi trova in sé stesso le forze sufficienti per tirarsi fuori dal fango. La volontà dell’uomo –diceva Pelagio- è rimasta intatta ed egli può evitare il peccato in forza del libero giudizio circa il bene e il male. La grazia concessa da Cristo non è necessaria, ma solo un aiuto in più. Il battesimo cancella solo le colpe personali (il battesimo dei bambini non è dunque necessario); ecc. Ben presto sorsero opposizioni: in Sicilia; in Africa con S. Agostino; ecc. che facevano vedere come Pelagio svuotava di significato la passione e morte di Cristo e la necessità stessa della preghiera. In quel periodo un ragazzo di 16 anni, nato nel sud dell’Inghilterra come Pelagio, venne rapito da pirati celti che lo vendettero come schiavo in Irlanda. Patrizio era già cristiano ma fu solo la dura esperienza della schiavitù a operare la conversione interiore. Riuscito a fuggire si recò in Francia dove venne ordinato sacerdote e poi vescovo, con la missione di evangelizzare l’Irlanda, dove giunse verso il 432. Il cristianesimo si fuse con la cultura celtica e nel VI secolo sorsero in Irlanda alcuni grandi e famosi monasteri come quello di Meath, di Clonard, di Bangor, di Clonmacnoise, di Kildare e altri. In questi monasteri acquistò grande rilievo l’istruzione ascetico-morale risultata molto esigente, che comportò lo sviluppo della confessione auricolare segreta praticata con molta frequenza. In Irlanda si studiò molto e fino all’VIII secolo solo nell’isola verde si potevano trovare esegeti, grammatici, intellettuali, poeti. Le scuole monastiche erano aperte ai giovani del clan, permettendo così al popolo una vita culturale intensa: il monastero rimase per secoli l’unico centro sociale, artistico, intellettuale a disposizione di tutti. Colombano il Vecchio (521-597) iniziò l’evangelizzazione dei Picti della Scozia. Nel 563 un principe donò a Colombano l’isola di Iona su cui venne fondato un grande monastero destinato all’evangelizzazione degli Scozzesi. Colombano il Giovane (540-615), monaco nell’abbazia di Bangor, accompagnato di dodici compagni si trasferì sul continente, iniziando un singolare costume irlandese: i monaci vaganti. Fondò le abbazie di Luxeuil in Borgogna e di Bobbio sull’Apennino emiliano-ligure. Per quanto riguarda la Gallia, sappiamo quanto fu importante nella difesa della fede contro le sette gnostiche, e più in concreto per quanto riguardava il ricco armatore Marcione, lo scritto Adversus haereses, di Ireneo, vescovo di Lione dal 177. Grande importanza ebbe per lo sviluppo del monachesimo nella Gallia, Martino, vescovo di Tours dall’anno 371. Nell’isola di Galliana a Poitiers sorse il monastero di Ligugé, mantenuto dalla diocesi. Martino assegnò ai monaci l’evangelizzazione delle comunità rurali ancora pagane e la fondazione di nuovi monasteri per aiutare i vescovi. Arrivato da Costantinopoli, dal 416 operava presso Marsiglia, Giovanni Cassiano, fondatore di due monasteri (uno per uomini e un altro per donne) divenuti molto noti. Inoltre Cassiano è autore di due notevoli opere che fecero conoscere in Occidente il monachesimo orientale. Più tardi, nell’anno 428, Onorato fu nominato vescovo di Arlès. Il monastero di Lérins finì per attirare un gran numero di giovani di famiglia aristocratica che dettero alla fondazione un carattere particolare, tale da trasformare Lérins in un seminario di vescovi I visigoti erano ariani. Avevano fondato un regno con capitale Tolosa. Nel V secolo in Italia, Gallia e Spagna si formò una società dualistica nel senso che i Goti assunsero i compiti militari, i latini le funzioni civili. Vi furono, per così dire due società parallele, ciascuna con chiese e battisteri propri, degli ariani e dei cattolici. Dopo il 476 (caduta dell’impero romano d’Occidente), Alarico II, re dei Visigoti, promosse l’integrazione tra le due comunità attraverso delle leggi imperiali (Breviarium Alaricianum). Teoderico, re degli ostrogoti, ariano, aveva concepito una vasta politica intesa a unire tutti i Goti. Lo strumento scelto era la politica matrimoniale. Nel 494 Teoderico sposò Audafreda, sorella di Clodoveo, re dei franchi. Clodoveo la pensava diversamente ed sposò la principessa burgunda cattolica Clotilde. Dopo avere ottenuto il consenso dall’assemblea dei franchi, fu battezzato nel Natale del 496. La conversione di Clodoveo ruppe quella strana tradizione per cui i Germani non potevano essere che pagani o ariani. Nella Battaglia di Vouillé (507), Clodoveo, re dei franchi, con l'aiuto dei Burgundi, sconfisse i Visigoti del regno di Tolosa, espandendo il suo reame verso sudovest fino ai Pirenei. I Visigoti, scacciati, si trapiantarono in Spagna fondando ivi il regno di Toledo. Dopo i franchi fu la volta dei Burgundi: Sigismondo re di Ginevra si convertì al cattolicesimo e, per primo, compì il pellegrinaggio a Roma dopo aver fatto edificare la cattedrale di Ginevra dedicandola a san Pietro. Nel corso dei secoli VI e VII, dopo la conversione di Clodoveo insieme con tremila guerrieri, avvenne anche la conversione al cattolicesimo delle popolazioni stanziate all’interno dell’antico impero romano, regioni che poi assunsero il nome di Belgio, Olanda, Germania renana, Svizzera e Austria. Per quanto riguarda la Spagna, sappiamo per tradizione risalente almeno a Isidoro di Siviglia che San Giacomo andò in Spagna per diffondere il Vangelo. La tradizione vuole che la Vergine nell'anno 39 si recò a Saragozza da Gerusalemme per confortare l'Apostolo Giacomo deluso dall'inefficienza della sua predicazione; nel fare ciò si dice posò i suoi piedi sul pilastro (pilar) su cui venne edificata la cattedrale. Per quanto riguarda il periodo vicino alle invasioni barbariche, si può ricordare l’eresia di Priscilliano, intorno all’anno 380 (personaggio ricco, influente, ma con idee gnostiche che furono condannate quando diventò vescovo di Avila). Per evitare la scomunica fece ricorso all’imperatore, che purtroppo lo condannò a morte (386). Tutti disapprovarono questa dura condanna ma non bastò a provocare una scissione che influì anche nello sviluppo del monachesimo nella penisola iberica. Già nell’epoca visigotica, il re Leovigildo, ebbe come figli Ermenegildo e Recaredo, tutti educati nell’arianesimo San Ermenegildo nel 579 sposò la principessa franca Ingunda, fervente cattolica. Grazie anche a San Leandro, vescovo di Siviglia, Ermenegildo si convertì al cattolicesimo. L’evento produsse la rottura col padre ed Ermenegildo venne giustiziato nel 585. Poco dopo Recaredo, venne incoronato nuovo re dei Visigoti. Nel 587 Recaredo si convertì al cattolicesimo (la conversione fu annunciata dapprima con la fine delle persecuzioni ai cattolici e poi con la convocazione di un convegno di vescovi ariani e cattolici al termine del quale il re proclamò la propria preferenza per il cattolicesimo, quindi la sua conversione) segnando un momento fondamentale per la storia religiosa della penisola iberica e per il futuro dei Visigoti. Gran parte dei nobili visigoti seguirono il suo esempio convertendosi a loro volta, soprattutto nelle zone più prossime a Toledo Nel III Concilio di Toledo, voluto del sovrano visigoto, nel 589, si stabilirono i principi del nuovo credo religioso del regno visigoto e del suo sovrano, che giurò fedeltà alla nuova religione in una dichiarazione solenne. Nell’anno 480 nasce, a Norcia, Benedetto da una famiglia agiata e nobile. All’inizio del VI secolo fu inviato a Roma per continuare gli studi. La città in quel momento era turbata dalla scelta del nuovo papa (tra Simmaco e Lorenzo). Osservando tutto ciò prese la risoluzione di votarsi alla vita ascetica. Dopo diverse vicende arrivò a Montecassino nel 529. Il monastero fu guidato dallo spirito della sua Regola, soffusa di saggezza veramente romana e frutto della tradizione monastica precedente, che ormai aveva due secoli di vita. L’influsso spirituale esercitato dai numerosi monasteri benedettini dal 529 ai giorni nostri è uno dei più grandi tesori della vita della Chiesa. «Abbiamo bisogno di uomini come Benedetto da Norcia il quale, in un tempo di dissipazione e di decadenza, si sprofondò nella solitudine più estrema, riuscendo, dopo tutte le purificazioni che dovette subire, a risalire alla luce, a ritornare e a fondare a Montecassino, la città sul monte che, con tante rovine, mise insieme le forze dalle quali si formò un mondo nuovo. Così Benedetto, come Abramo, diventò padre di molti popoli». (parole dell'allora cardinale Joseph Ratzinger, pronunziate il 1° aprile 2005 nell'abbazia di Santa Scolastica) "Io, Vescovo di Roma e Pastore della Chiesa universale, da Santiago ti rivolgo, o vecchia Europa, un grido pieno d'amore: Torna a te medesima, sii te stessa! Scopri le tue origini. Ravviva le tue radici. Rivivi quei valori autentici che hanno fatto gloriosa la tua storia e benefica la tua presenza tra gli altri continenti“ (Giovanni Paolo II. Giornata Mondiale della Gioventù del 1989, che si svolse proprio a Santiago de Compostela) Il cristianesimo non è certo partito dall’Europa, e dunque non può essere neanche classificato come una religione europea, la religione dell’ambito culturale europeo. Ma proprio in Europa ha ricevuto la sua impronta culturale e intellettuale storicamente più efficace e resta pertanto intrecciato in modo speciale all’Europa (…). Joseph Ratzinger “L’Europa di Benedetto” p.35 E sulla scia di questa forma di razionalità, l’Europa ha sviluppato un’altra cultura che, in un modo sconosciuto prima d’ora all’umanità, esclude Dio dalla coscienza pubblica, sia che venga negato del tutto, sia che la Sua esistenza venga giudicata non dimostrabile, incerta, e dunque appartenente all’ambito delle scelte soggettive, un qualcosa comunque irrilevante per la vita pubblica” Joseph Ratzinger “L’Europa di Benedetto” p.36 Questa contrapposizione tra le due culture si è evidenziato nel dibattito sul preambolo della Costituzione europea. 1) Non si è voluto fare riferimento a Dio 2) Non si sono evidenziate le radici cristiane dell’Europa Joseph Ratzinger “L’Europa di Benedetto” p.38 Per alcuni non c’è bisogno di fare riferimento a Dio perché nella Costituzione sono già garantiti i diritti istituzionali delle Chiese Ma questo vuol dire che la Chiesa e le altre Chiese trovano posto nell’ambito del compromesso politico, mentre nell’ambito delle basi dell’Europa, l’impronta del loro contenuto non trova spazio alcuno. E’ evidente che la vera motivazione la coprono, cioè che soltanto la cultura illuminista radicale potrebbe essere costitutiva per l’identità europea. Accanto ad essa possono dunque coesistere differenti culture religiose con i loro rispettivi diritti, a condizione che e nella misura in cui rispettino i criteri della cultura illuminista e si subordinino ad essa. Joseph Ratzinger “L’Europa di Benedetto” p.41 Ben presto non si potrà più affermare che l’omosessualità, come insegna la Chiesa cattolica, costituisce un obiettivo disordine nello strutturarsi dell’esistenza umana. Ed il fatto che la Chiesa è convinta di non avere il diritto di dare l’ordinazione sacerdotale alle donne viene considerato, da alcuni, fin d’ora inconciliabile con lo spirito della Costituzione europea. Joseph Ratzinger “L’Europa di Benedetto” p.42 Il non avere evidenziato le radici cristiane dell’Europa perché ferisce i sentimenti dei molti non-cristiani che ci sono in Europa è poco convincente, visto che si tratta prima di tutto di un fatto storico che nessuno può negare. E anche i nostri concittadini ebrei non vengono offesi in quanto queste radici cristiane risalgono fino al monte Sinai. Chi verrebbe offeso? L’identità di chi viene minacciata? I musulmani, che a tale riguardo spesso e volentieri vengono tirati in ballo, non si sentono minacciati dalle nostre basi morali cristiane, ma dal cinismo di una cultura secolarizzata che nega le proprie basi. La minaccia del terrorismo, questa nuova guerra senza confini e senza fronti… …rimane la sensazione che tutte le precauzione non possano mai bastare… La diffusione della fede mediante la violenza è cosa irragionevole: è in contrasto con la natura di Dio e la natura .dell’anima Ma la convinzione che agire contro la ragione sia in contraddizione con la natura di Dio, è soltanto un pensiero greco o vale sempre e per se stesso? Joseph Ratzinger “L’Europa di Benedetto” p.30 e “Discorso a Regensburg” O il pericolo meno visibile, ma non per questo meno inquietante sulle possibilità di automanipolazione che l’uomo ha acquisito (…) ora è in grado di “costruire” da sé l’uomo, che così non viene più al mondo come dono del Creatore, ma come prodotto del nostro agire, prodotto che, pertanto, può anche essere selezionato secondo le esigenze da noi stessi fissate Joseph Ratzinger “L’Europa di Benedetto” p.30 e “Discorso a Regensburg” Comunque, Benedetto XVI: 1) Non condanna l’Illuminismo, anzi ne è riconoscente; dunque non fa critica negativa, non lo attacca, ma vuole allargare il concetto e l’uso della ragione potendo ragionare su ogni cosa, come facevano i greci. 2) Non ha problemi con le verità rivelate dalla scienza moderna, le accetta in pieno. Ciò che non va è: a) l’idea che qualsiasi cosa che non possa fornire una certezza derivante dalla sinergia di matematica ed empirica non è scienza. b) che il metodo come tale esclude il problema di Dio, facendolo apparire come un problema ascientifico o pre-scientifico. c) che gli interrogativi propriamente umani (“da dove”; “verso dove”, ecc.) non potendo trovare posto tra le “scienze”, vengono spostati nell’ambito del soggettivo. Il soggetto decide in base alle sue esperienze che cosa gli appare religiosamente sostenibile, e la “coscienza” soggettiva diventa l’unica istanza etica. LEE HARRIS, Dio è uno strumento utile. Lettura chiara e distinta del discorso “eroico” di un grande Papa (filosofico), in “Il foglio”, 21-IX-2006 Ma torniamo alla storia… Più o meno nel periodo della fondazione di Montecassino (523) Teoderico fece imprigionare il papa al ritorno di Costantinopoli, dov’era andato per cercare la conciliazione (il viaggio insospettì Teoderico). Il papa morì poco dopo. I successivi tre papi furono nominati dagli ostrogoti; anzi uno di loro era di origine gotica. Il regno degli ostrogoti sopravvisse fino all'intervento diretto in Italia dell'imperatore d'Oriente Giustiniano I e alla susseguente guerra goto-bizantina (535-553). Nel 537 furono i bizantini, dopo avere conquistato Roma, a eleggere il papa, Vigilio, e ritennero di poterlo manovrare a loro piacimento. Cartina presa dal sito http://www.arsbellica.it Il papa (Vigilio) dovette piegarsi ripetutamente ai desideri di Giustiniano. Nel 543 Giustiniano pubblicò un “editto contro i Tre Capitoli”. Questo editto voleva condannare tre teologi ostili ai monofisiti i cui scritti però erano già stati condannati al Concilio di Calcedonia, e che al momento dell’editto erano già morti. Ma se già un assemblea ecclesiastica si era espressa, che senso aveva la condanna da parte dell’imperatore? Tutti i vescovi orientali firmarono, ma tanti altri cattolici (incluso il papa Vigilio) lo videro come una violazione del Concilio di Calcedonia e come una mossa politica per ringraziarsi i monofisiti. Se fino a quel momento, trovandosi Roma sotto il dominio degli ostrogoti, i papi avevano potuto resistere alle pretese d’intrusione (in questo caso soprattutto dell’imperatrice), con Roma in mano ai bizantini e il papa Vigilio eletto da loro, la resistenza papale veniva meno. Il papa Vigilio venne condotto a Costantinopoli e solo in seguito al concilio di Costantinopoli II (553) che decretò la condanna dei Tre Capitoli fu possibile piegare il papa, che morì durante il viaggio di ritorno a Roma (555). Gli effetti di questa mossa di Giustiniano convocando il secondo concilio di Costantinopoli non furono proprio esaltanti: 1) Non servì per attrarre i monofisiti. 2) Per 150 anni diversi vescovi si negarono ad accettare il concilio di Costantinopoli II (554), V concilio ecumenico. 3) Aumentarono le differenze tra oriente e occidente; il modo come fu trattato il papa fu condannato dai vescovi occidentali. Dal 561-574 avvenne l’invasione d’Italia da parte dei longobardi, che completarono la rovina provocata dalle guerre gotiche. Dopo la morte di Giustiniano nell’anno 565, l’impero conobbe un impressionante declino con gli Slavi e Avari sui confini occidentali dell’impero bizantino e i Persiani in oriente. I papi degli anni 575-590 dovettero provvedere a far giungere a Roma soccorsi contro la carestia, supplicando alcuni vescovi di inviargli grano. Nell’anno 590 il papa Pelagio II morì di peste, sostituito nel papato da Gregorio I, un personaggio dalla statura morale gigantesca. L’imperatore Eraclio da buon bizantino, amante delle sottigliezze dottrinarie, egli pose ai vescovi il problema che lo assillava: Se il Cristo che egli adorava in una sola persona, ma in due nature, fosse mosso da una o due volontà. La risposta fu che Cristo era mosso da una sola volontà (come d'altronde sostenevano i nestoriani) o un'unica forza agente (unica energia). Il patriarca Sergio (631), che cercava di creare un legame tra le due correnti religiose (orientale ed occidentale) per giungere ad una unificazione, fece propria questa dottrina <monoenergetica>. Ma non si raggiunsero risultati soddisfacenti, perché in Siria ed Egitto le resistenze al centralismo erano fortissime, tanto che le rispettive popolazioni preferirono consegnarsi agli invasori persiani prima e arabi dopo piuttosto che accettare le unificazioni volute dal potere centrale. Cfr. http://www.rivstoricavirt.com Il papa Martino I (649-55) convocò, senza il consenso imperiale, un concilio in Laterano, in cui il monotelismo fu condannato. Reagì la corte imperiale, con rappresaglie contro il papa, che fu fatto prigioniero e portato in esilio a Cherson (in Crimea) dove morirà. Nel 679 il papa Agatone guidò in tutto l’Occidente un grande movimento ostile all’eresia monotelita: Milano con un grande sinodo provinciale appoggiò il papa che poté indirizzare in senso ortodosso i lavori del concilio ecumenico di Costantinopoli IV (681) da cui scaturì la pace tra i bizantini, il papa e i Longobardi. Dopo trentadue anni di polemiche, Costantino IV convocò il VI Concilio ecumenico di Costantinopoli (680-81), al quale partecipò personalmente, tenendo la presidenza durante le discussioni teologiche e in cui si stabilì la condanna del monoenergetismomonotelismo e dei suoi fautori. Alla discussione conclusiva, l'imperatore fu acclamato <protettore e interprete della fede>. Il Monotelismo non fu estirpato completamente, perché sopravvisse nella dottrina dei Maroniti del Libano.