7 Mode e Modi Mercoledì 5 Aprile 2006 Corriere della Sera LO SPETTACOLO Fura dels Baus SENZA PARETI Stanze opprimenti come nelle Metamorfosi di Kafka Ma poi il gruppo teatrale spagnolo fa esplodere la libertà DI CLAUDIA PROVVEDINI L e attrici rischiano di essere schiacciate da un gigantesco aspiratutto, cozzano contro i muri, girano su se stesse quasi mancasse loro l’aria; sono esauste, fino a cadere per terra. Tra una mostruosa poltrona rovesciata; un quadro storto; una enorme lampadina che oscilla; un tavolo in bilico solo su due gambe, la figura femminile al centro di questa scena-casa da incubo sembra una Alice nel Paese delle Ex Meraviglie: non più appagato angelo ma intraprendente «Diavolo del focolare», la donna nel vecchio ambiente domestico non può che soffrire, stare male. È questo il tema dello spettacolo-evento creato dalla Fura dels Baus per il Cosmit/Salone internazionale del Mobile e presentato ieri sera alla nuova Fiera di Milano. Il gruppo catalano, attivo da 25 anni, capace di dare versione «furera» persino a classici della musica e del teatro come il «Faust», è esplosivo, unisce elementi fisici come il corpo degli attori-acrobati-danzatori, e la tecnologia che modifica a vista lo spazio e il tempo della rappresentazione; è un gruppo aggressivo nella sua creatività e insieme poeticamente legato alle sensazioni più innocenti. Più di una volta la Fura ha cambiato «pelle», dal periodo caotico a quello erotico al recente approccio alla letteratura ne «La Metamorfosi» di Kafka, tuttora in scena. Eppure, nelle sue mutazioni, non c’è salto, come una vera forza della Natura. Per creare l’evento ambientato nella gigantesca hall dello spazio disegnato da Massimiliano Fuksas, la Fura parte infatti da un’idea di chiusura, da elementi scenici che restituiscono un luogo costrittivo, proprio come avviene nel cubo dell’insetto kafkiano Gregor Samsa: ma in questo nuovo «Diavolo» l’insetto chiuso in gabbia è la donna e la sua sarà una metamorfosi al contrario: e cioè verso la libertà. «La rappresentazione costringe all’inizio il pubblico in una ansiogena e metaforica casa — spiegano la regia Alex Ollé e Carlos Pedrissa — con sei diversi ambienti che danno la percezione di un territorio fisiologicamenIl bozzetto di scena Un’interpretazione dello spettacolo preparato dalla compagnia teatrale catalana te e filosoficamente angusto». Ma durante lo spettacolo questi ambienti ristretti, questi luoghi individuali si Con innegabili colpi di teatro, infatti, le pareti (in realSei attrici-ballerine-acrobate in un evento nella modificano come nel temtà grandi schermi) tra i diversi ambienti (soggiorno, cucipo si sono modificati quelna, stanza da letto, da bagno...) appaiono e spariscono gigantesca hall disegnata da Fuksas che ieri sera li delle nostre case, fino a con spettacolare rapidità; vengono proiettate immagini giungere al concetto attuadi arredi vecchi e superati; gli oggetti, come si diceva, ha aperto il Salone del Mobile. Il regista: «Da hanno dimensioni sovrumane per aumentare il senso di le di loft, con spazi ampi, comuni, aperti, condivisi. casa-labirinto a casa trasparente, fino a diventare aria» oppressione. Una piattaforma diventa tavolo, scrivania o letto. Spazi che hanno portato a Su di essa le sei protagoniste interpretano la difficoltà modificare arredamenti, di vivere in una realtà soffocante, l’impossibilità di evamobili, oggetti, servizi. LA IVISTA dere dal luogo domestico. Continua Carlos Pedrissa: «At«Per esprimere questo cambiamento/miglioramento, traverso il nostro gioco d’ombre immaginifiche, le attriin scena agiscono, danzano, volano sei attrici, ballerine, ci si misurano con il volume degli oggetti, inciampano acrobate che rappresentano la donna: non più prigionieAppuntamenti, tendenze, nei mobili, si scontrano, descrivendo così la frustraziora ma padrona di un territorio domestico finalmente reanticipazioni dal Salone spirabile, ampio, libero. Non più angelo asservito e rasne di muoversi in questo labirinto». in «Abitare Pocket Milano», segnato ma diavolo: vivace, autosufficiente, autonomo». Come si conclude lo spettacolo? «La coreografia finauna pubblicazione bilingue Nessun titolo come il Diavolo del Focolare, sintesi ecle esprime il cambiamento, l’affrancarsi dalla prigione. che è allegata al numero Da ridondante, greve, ogni cosa grazie all’eliminazione citante dell’evoluzione del rapporto tra la donna e l’amdi aprile della rivista degli elementi diventa trasparente, limpida, luminosa, biente casa, poteva essere più adatto alla Fura. Il Diavo«Abitare». Il libretto, fino a diventare aria». lo è figura familiare nell’universo furero, sia come scatedi formato tascabile, E anche tutte le pareti che «imprigionano» il pubblico namento degli elementi, con fuochi, esplosioni, fumo, offre un panorama completo cadono, in un senso di liberazione. Le ballerine, sospese sia come presenza d’attore, agilissimo nelle movenze, degli eventi e un’agenda nel vuoto, danzano leggere. spietato nelle azioni. del giorno ‘ R