7
MERCOLEDì
13 GENNAIO
2016
ore 20,45
Teatro
Sociale,
Sondrio
STEFAN
MILENKOVICH
violino
I VIRTUOSI ITALIANI
Alberto Martini
primo violino e concertatore
53ª Stagione 2015-2016
Associazione Amici del Teatro Sociale
di Sondrio
Con il sostegno di
La 53ª stagione 2015-2016 è realizzata
con il sostegno di:
MINISTRO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI
Direzione generale per lo spettacolo dal vivo
REGIONE LOMBARDIA
Direzione Generale Culture, Identità e Autonomie
della Lombardia
COMUNITÀ MONTANA ALTA VALTELLINA
DI BORMIO
COMUNE DI SONDRIO
COMUNE DI SONDALO
B.I.M. Bacino Imbrifero Montano dell’Adda
Fondazione Pro Valtellina
Fondazione Credito Valtellinese
Con la collaborazione di:
ASSOCIAZIONE AMICI DEL TEATRO SOCIALE
DI SONDRIO
AMICI DELLA MUSICA
SONDALO
Periodico di cultura
musicale e spettacolo
Direttore Responsabile:
IRENE TUCCI
Editore:
AMICI DELLA
MUSICA, Sondalo
Autorizzazione Tribunale
di Sondrio nr. 214
Registro Stampa del
2.10.1990
Stampa:
Lito Polaris - Sondrio
Associazione Amici della Musica, Sondalo
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In copertina: Foto Previsdomini, Tirano
PROGRAMMA
GIOACHINO ROSSINI (1792-1868)
Sonata per archi n. 1 in sol maggiore
moderato
andantino
allegro
NICCOLò PAGANINI (1782-1840)
Concerto n. 1 in re maggiore per violino e orchestra, op.6
allegro maestoso
adagio espressivo
rondò - allegro spiritoso; un poco più lento
✽
GIOACHINO ROSSINI
Sonata per archi n. 3 in do maggiore
allegro
andante
moderato
NICCOLò PAGANINI
Concerto n. 2 in si minore per violino e orchestra, op.7
“La campanella”
allegro maestoso
adagio espressivo
rondò: allegro spiritoso - un poco più presto
Buongustai
e
indemoniati
«P
er mangiare un tacchino bisogna essere almeno in due: io e il
tacchino».
E poi, quando Richard Wagner andò a trovarlo a Passy e vide che
il suo ospite si assentava un po’ troppo di frequente: «Mi perdoni
ma ho sul fuoco una lombata di capriolo e deve essere innaffiata
continuamente».
Non paia irriguardoso introdurre la figura di Gioachino Rossini
(1792–1868) passando dal suo amore per la buona tavola. Da Milano
faceva arrivare il panettone; da Gorgonzola l’omonima prelibatezza; lo
chef Antonin Carême gli dedicava le sue ricette e Rossini rispondeva
dedicandogli le sue composizioni.
Uomo di mondo, amante del bel vivere, e del vivere (e pensare) con
ironia, come si evince anche dalla boutade sul tacchino. Di ironia, e
di comicità vera e propria, la sua musica è piena.
A chi (lo speriamo) non è scappato da ridere quando ha ascoltato per
la prima volta la cavatina di Figaro dal Barbiere, coi suoi scioglilingua e
il suo continuo mutar d’umore? Oppure, dalla Cenerentola, il sestetto
Questo è un nodo avviluppato? («Questo è un nodo avviluppato /
questo è un gruppo rintrecciato», con le voci a rimpallarsi con frenesia
esilarante tutte quelle «gr», «tr», «pp» e «cc»).
E non è chiaro perché occorrerebbe trattenere una risata (sommessa
magari, certo) di fronte ad alcuni dei suoi Péchés de vieillesse [Peccati
di vecchiaia], come quello sul menagramo in cui il pianista prende a
suonare con indice e mignolo soltanto, “facendo corna”.
Certo, a vedere il livello imbarazzante raggiunto oggi da certo
umorismo televisivo e cinematografico viene da dubitare della nobiltà
del comico. Ma non si può forse pensare che esso sia invece una
delle armi più potenti concesse all’uomo per arginare, esorcizzare,
rovesciare l’oscuro? Il “colpevole” de Il nome della rosa di Eco
commette delitti per porre un freno alla risata, lottando contro un
libro in cui nientemeno che Aristotele sostiene la nobiltà della risata.
Certo, perché questa è un’arma potentissima. Chi ride è capace di
criticare la realtà e immaginarne una diversa. Chi ride (in maniera
sufficientemente consapevole e intelligente, beninteso) non sta a
guardare.
Con le sei Sonate a quattro (1804), di cui qui si eseguono la prima
e la terza siamo all’inizio del percorso di compositore di Rossini.
Ripetiamo la data: 1804, perciò di anni Rossini ne aveva dodici.
Il giovanissimo musicista passa le vacanze estive nella tenuta della
famiglia Triossi a Conventello di Ravenna, e lì scrive musica per
il giovane padrone di casa Agostino, contrabbassista dilettante. Il
contrabbasso non è certo strumento facile da inserire in compagini
da camera, e allora Rossini immagina (in pochissimi giorni: la
sua rapidità di scrittura è leggendaria) dei quartetti dall’organico
stravagante, che possano coinvolgere anche i due cugini del padrone
di casa, uno violinista e l’altro violoncellista: anziché due violini, viola
e violoncello, come d’abitudine da Haydn in poi, ecco all’opera nelle
Sonate a quattro due violini, violoncello e contrabbasso. (Talvolta,
questo organico viene oggi allargato a una piccola orchestra d’archi,
mantenendo comunque il ruolo singolare dello strumento più grave.
Negli anni Venti dell’Ottocento, esse furono anche pubblicate da
Giovanni Ricordi nella versione per quartetto “tradizionale”. E il
loro successo portò anche a trascrizioni di vario genere, fra cui pure
una per fiati).
L’effetto fonico è inconsueto per l’orecchio abituato alla sterminata e
meravigliosa letteratura per quartetto. E quando nel finale della prima
Sonata il contrabbasso prende la parola in veste solistica, svelando
esplicitamente la sua inconsueta presenza, la cosa avviene non senza
ironia. Piena di arguzia e di divertita brillantezza è la musica di questo
Rossini dodicenne; e irresistibile è la scanzonata allegria del tema del
finale della prima Sonata.
Lasciamo da parte tacchini e caprioli e passiamo agli elisir del diavolo.
Bisogna immaginarlo, Niccolò Paganini (1782–1940) che negli
anni Trenta dell’Ottocento calca vittorioso le scene europee, creando
scalpore. Col suo strumento fa cose che nessun altro ha ancora fatto,
e che sembrano forzare la fisicità del violino. La meraviglia che ne
deriva non è diversa da quella che coglie di fronte a un incantesimo
non svelato, che ancora non è decaduto al rango inferiore di semplice
gioco di prestigio.
L’arte di Paganini arriva a moltiplicare polifonicamente il violino,
tanto da credere che non ve ne sia uno solo che sta suonando, ma da
qualche parte ve ne sia nascosto un secondo, o anche un terzo. Da
strumento tendenzialmente monodico, a cui affidare solo una linea
melodica alla volta, il violino diventa il protagonista di un autentico
one-man-show, capace di cantare e allo stesso tempo accompagnarsi
o contrappuntarsi in mille forme.
Altro prestigio: cambiar voce, trasformare il suono in maniere
inconsuete. Nel primo solo del Concerto n. 2, il violino a un certo
punto sospira. È un gesto breve che scende, lamentoso e dolente.
Nessuno prima di Paganini se l’era immaginato: il violinista trilla
(cioè: alterna due note molto rapidamente) e contemporaneamente
glissa (cioè: scende verso il registro grave, ma senza articolare questa
discesa in note distinte, solo facendo scivolare il dito sulla corda). Sta
qui l’azzardo del visionario: l’una cosa e l’altra, prese singolarmente,
fanno parte del vocabolario consueto del violino – messe insieme
danno luogo a una parola non ancora ascoltata, e inaspettata.
Questo moltiplicarsi dei violini e il loro mutar voce con inquietante
trasformismo avvengono al prezzo di un altissimo virtuosismo e
impegno tecnico del violinista. Non sono solo i limiti dello strumento
a essere forzati, ma anche quelli di chi lo suona. In un brano come le
Variazioni su “Nel cor più non mi sento” Paganini giungerà a invenzioni
che a guardarle o ascoltarle per la prima volta sembrano veri e propri
rebus (e per la quasi totalità dei violinisti tali rimangono per tutta la
vita): com’è possibile tirar l’arco – e contemporaneamente pizzicare
– e contemporaneamente tastare la corda per definire le note da
pizzicare?
Ci sarà lo zampino del diavolo, dirà qualcuno. E difatti qualcuno
lo disse, complice anche la particolare fisionomia di Paganini; il cui
corpo, alla sua morte, non poté essere sepolto in terra consacrata,
per decreto vescovile.
Anche in letteratura, il violino è lo strumento del demonio. In una
celebre scena del Faust di Lenau, che servì da ispirazione per il Mefistovalzer di Liszt, si assiste a una danza in una taverna di villaggio. Nulla
di che: danze di villaggio, per l’appunto. Anche Faust, invaghito di
una fanciulla, partecipa alle danze con qualche goffaggine. Finché
Mefistofele non prende in mano la situazione, e il violino: la danza
che il demonio esegue sullo strumento è scatenata e scatenante,
tale da abolire le inibizioni e a portare i presenti ad abbandonarsi
a un autentico vortice. La ragione viene dimenticata e le passioni
esplodono, incontrollate; fino al collassare del valzer.
I due Concerti per violino e orchestra (il primo del 1817, il secondo
del 1826) che vengono qui eseguiti porgono precisamente questa
immagine del violinista: prestigiatore (anzi: mago, come si diceva,
perché il trucco non si vede) e incantatore diabolico.
Fra gli altri, ad ascoltare Paganini ci fu anche Liszt. E quella
Campanella che chiude il secondo dei Concerti per violino e orchestra
divenne (anche) un notissimo brano per pianoforte. Liszt non era
certo inibito, o scarsamente visionario, nell’immaginare soluzioni
tecniche e musicali al limite delle possibilità di strumento e interprete.
Eppure la conoscenza di Paganini portò ancora nuovo fuoco alla
vampa creatrice di Liszt.
Le visioni sono contagiose, quando spiriti affini si incontrano.
Alfonso Alberti
Stefan Milenkovich, violino
Ha iniziato lo studio del violino all’età di tre anni con il padre, che è
rimasto suo insegnante fino all’età di diciassette anni. Stefan Milenkovich
dimostra da subito un raro talento che lo porta alla sua prima apparizione
con l’orchestra, come solista, all’età di cinque anni. A sette conquista il
suo primo premio alla Jaroslav Kozian International Violin Competition.
L’anno successivo vede il suo primo concerto a Belgrado, cui fanno seguito
concerti in tutto il mondo.
Ha suonato come solista con l’Orchestra Sinfonica di Berlino, la Helsinki
Philharmonic, l’Orchestra di Radio-France, l’Orchestra Nazionale del
Belgio, la Filarmonica di Belgrado, l’Orchestra del Teatro Bolshoj,
l’Orchestra di Stato del Messico, l’Orchestra Sinfonica di Stato di San
Paolo, l’Orpheus Chamber Orchestra, le Orchestre di Melbourne, del
Queensland in Australia, l’Indianapolis Symphony Orchestra, la New York
Chamber Symphony Orchestra, collaborando con direttori del calibro di
Lorin Maazel, Daniel Oren e Vladimir Fedoseyev.
E’ stato invitato, all’età di dieci anni, a suonare per il presidente Ronald
Reagan in un concerto natalizio a Washington, per Mikhail Gorbaciov
quando aveva undici anni e, tre anni più tardi, per papa Giovanni Paolo II..
Ha festeggiato il suo millesimo concerto all’età di sedici anni a Monterrey
in Messico. Milenkovich ha partecipato a diversi concorsi internazionali,
risultando vincitore del “Lipizer” in Italia e del “Ludwig Spohr” in Germania;
Medaglia d’argento al “Paganini” di Genova, al Concorso di Indianapolis
e al “Tibor Varga” in Svizzera. Dopo aver vinto, nel 1997, le Young Artists
International Auditions, Stefan si trasferisce a New York, alla Juilliard
School, per due anni di studio con Dorothy De Lay.
I critici sono unanimi nell’acclamare le sue esecuzioni.
Numerose trasmissioni televisive e radiofoniche gli sono state dedicate sia
in America che in Giappone (NHK).
All’età di dieci anni ha effettuato la sua prima incisione: i Concerti di
Mendelssohn e Kabalevsky per la Metropolitan Records. La sua discografia
comprende inoltre le Sonate e le Partite di Bach e l’integrale per la Dynamic
(2003) delle composizioni per violino solo di Paganini.
Interessato all’insegnamento e alla musica da camera, Milenkovich è
assistente di Itzhak Perlman alla Juilliard School di New York (dal 2002).
I Virtuosi Italiani
Nata nel 1989, è una delle formazioni più attive e qualificate nel panorama
musicale internazionale, regolarmente invitata nei più importanti Teatri,
Festival e Stagioni in tutto il mondo.
A I Virtuosi Italiani, viene riconosciuta una particolare attitudine nel
creare progetti sempre innovativi, una costante ricerca nei vari linguaggi,
oltre all’eccellente qualità artistica dimostrata in anni di attività.
Tra gli impegni recenti più rilevanti si segnalano in particolare il Concerto per
il Senato della Repubblica Italiana, il “Concerto per la Vita e per la Pace”
eseguito a Roma, Betlemme e Gerusalemme e trasmesso dalla RAI in
Mondovisione, il Concerto presso la Sala Nervi in Vaticano alla presenza
del Papa, le tournées del 2014 in Russia, Turchia, Spagna, Germania e Sud
America, che hanno generato l’immediata riconferma per la successiva
stagione, oltre al debutto nella prestigiosa Royal Albert Hall di Londra.
Numerose sono le collaborazioni con solisti e direttori di rilevanza
internazionale: Pierre Amoyal, Ramin Bahrami, Lazar Berman, Stanislav.
Bunin, Gautier Capucon, Giuliano Carmignola, Enzo Dara, Claudio
Desderi, Benedetto Lupo, Diegio Fasolis, Bruno Giuranna, Natalia Gutman,
Barbara Hendricks, Angela Hewitt, Misha Maisky, Krzysztof Penderecky,
Julian Rachlin, Vadim Repin, Dmitry. Sitkovetsky, Elisso Virsaladze, Liliy
Zilberstein solo per citarne alcuni.
I Virtuosi Italiani si sono esibiti per i più importanti teatri e per i principali
enti musicali italiani quali il Teatro alla Scala, il Teatro La Fenice, l’Accademia
Nazionale di Santa Cecilia, la GOG di Genova, l’Unione Musicale di Torino,
l’Istituzione Universitaria dei Concerti di Roma, il Teatro alla Pergola di
Firenze, la Società Filarmonica di Roma, la Società del Quartetto di Milano
e molti altri.
Numerose le tournées all’estero e concerti nelle più importanti sale del mondo:
Francia (Festival Pablo Casals di Prades, Festival Berlioz, Aix-en-Provence,
Bordeaux), Germania, Svizzera, Spagna, Portogallo, Inghilterra, Polonia,
Lituania, Lettonia, Finlandia, Slovenia ( Festival Internazionale di Lubiana),
Russia (San Pietroburgo, Teatro della Filarmonica, Mosca, Sala Grande del
Conservatorio e Sala Ciaikovskij della Filarmonica), Turchia, Iran, Corea e
Stati Uniti d’America (New York, Los Angeles, Philadelphia), Paesi Baltici.
L’attività discografica è ricchissima, con più di cento cd registrati per le
maggiori case discografiche ed oltre cinquecentomila dischi venduti in
tutto il mondo. Tra le ultime uscite discografiche un CD interamente dedicato a musiche
di Philips Glass per la americana Orange Mountain Music; la prima
registrazione mondiale in tempi moderni delle Cantate di Nicolò Porpora
per soprano e archi, per Brillant Classic; un progetto discografico in prima
mondiale (2 CD), su strumenti originali delle sinfonie, concerti e mottetti
sacri inediti del compositore Giovanni Simone Mayr, scritti a Venezia,
per NAXOS. L’attenzione dei Virtuosi alla ricerca filologica li ha condotti a esibirsi
nel repertorio barocco e classico anche su strumenti originali. Proprio in
quest’ambito nel gennaio 2013 sono usciti due dvd per Unitel Classica
con le opere di .Pergolesi “Il prigionier superbo”, “La serva pèdrona” e “La
Salustia”, dirette da Corrado Rovaris. Nel segno della versatilità e dell’attenzione riservata ad una scelta di
repertorio mirato al coinvolgimento di un pubblico sempre più vasto con
una particolare attenzione ai giovani, significativo è, inoltre, l’interesse da
sempre dimostrato dal gruppo per il repertorio di confine. Da qui la nascita
di collaborazioni e progetti con artisti come Battiato, Bregovic, Caine,
Corea, Fresu, Einaudi, Galliano, Nyman, Trovesi e altri.
Dal 2011 sono protagonisti di una Stagione concertistica nella Chiesa
dell’Ospedale della Pietà a Venezia, luogo in cui Antonio Vivaldi per tutta
la sua vita suonò, insegnò e diede alla luce a tutte le opere.
L’impostazione artistica vede come figure cardine quella del del
Konzertmeister - primo violino Alberto Martini. Direttore Principale è
Corrado Rovaris. INGRESSI
Soci:
ingresso con abbonamento 53ª Stagione
Non soci:
biglietto posto numerato - € 25 - € 22 - € 18 (ridotto € 15 - € 12 - € 8)
in vendita presso:
SONDRIO
Comune di Sondrio, Ufficio Relazioni con il Pubblico - tel. 0342 526311
Biglietteria del Teatro dalle ore 18 del giorno del concerto, anche tramite POS
I biglietti si possono acquistare online sul sito www.teatrosocialesondrio.it
(non sono acquistabili online i biglietti che godono di riduzioni),
oppure, presso i seguenti Punti vendita Vivaticket:
SONDRIO
La Pianola - Via Battisti, 66 - tel.0342 219515
MORBEGNO VanRadio - Via Vanoni, 44 - tel. 0342 612788
CHIAVENNA Musica - Via Dolzino, 14 - tel. 0343 32629
TIRANO
Il Mosaico - Viale Italia, 29 - tel. 0342 719785
PROGETTO “–25”
Prezzi agevolati agli studenti delle scuole secondarie di I e II grado, universitari e allievi delle
scuole di musica. Ingresso singolo concerto: € 5 (genitore accompagnatore del minorenne:
€ 8); abbonamento a tutti i concerti: € 30 (solo studenti).
SERVIZIO GRATUITO BUS NAVETTA (per i Soci)
SEMOGO
Isolaccia
Piandelvino/Fiordalpe Premadio, bivio
BORMIO, Perego
Santa Lucia, ponte
Grailè
SONDALO, v.le Libertà
Grosio
Grosotto
Mazzo/Tovo/Lovero
Sernio, Valchiosa
TIRANO, p.za Marinoni
Madonna, rotonda
Villa di Tirano,stazione
Bianzone, stazione
Tresenda, stazione
S.Giacomo, stazione
Chiuro/Ponte, stazione
Montagna piano, Trippi
Sondrio, p.le Bertacchi
SONDRIO, TEATRO (via Alessi)
18,45
18,52
18,55
19,00
19,10
19,13
19,25
19,33
19,38
19,41
19,44
19,50
19,55
20,00
20,03
20,06
20.09 20,12
20,16
20,20
20,25
20,30
COLICO, stazione
Piantedo
Delebio
Regoledo, bivio per stazione
MORBEGNO, stazione
Talamona, stazione Ardenno, bivio centro
S.Pietro, bivio
Castione, bivio centro
Sondrio, rotonda v.le Milano
SONDRIO, TEATRO (Via Alessi)
19,30
19,40
19,45
19,50
20,00
20,05
20,10
20,15
20,20
20,25
20,30
PARCHEGGIO AUTO
Parcheggio interrato P.za Garibaldi,
aperto 24 ore, dopo le ore 19:
€ 0,50/ora (entrata da Via Alessi)
PROVINCIA DI SONDRIO
PROVINCIA
SONDRIO
COMUNE DIDISONDRIO
COMUNEDI
DISONDALO
SONDRIO
COMUNE
COMUNE DI SONDALO
N. 1 - 2016
N. 10 - 2014
SUPPLEMENTO
NR.1S.p.A.
AL PERIODICO
Poste
Italiane
Spedizione
in Abbonamento Postale
Poste Italiane S.p.A.
Spedizione
in Abbonamento
Postale
“AMICI DELLA
MUSICA-SONDALO”
NR. 5/2014
D.L. 353/2003
(conv. in L. 27/02/2004 n. 46)
D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)
art. 1,
comma 1, DCB Sondrio
art. 1, comma 1, DCB
Sondrio
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