DHARANA (concentrazione) di Emy Blesio
In questa Era l’essere umano viene distratto da molti input che gli arrivano da ogni attrazione
mondana. Mai come in questi ultimi 30 anni siamo stati catturati dalle sollecitazioni e il fascino dei
sensi. Tutto ci viene proposto come indispensabile, necessario, essenziale, imprescindibile.
Si è tutti rivolti all’esterno e la maggior parte di chi tenta di rivolgersi all’interno arriva a solo pochi
centimetri sotto l’epidermide. Anche questa a volte plastificata.
Queste “distrazioni”, piacevoli e spiacevoli che siano, vengono chiamate nello Yoga con il termine
Vikshepa o Chitta-Vikshepa. Distrazioni che ci portano molto lontano dalla meta che uno yoghi si
prefigge. Dharana permette di convogliare la massa dei pensieri e di tutte le distrazioni come in un
imbuto affinché ne passi uno solo.
Poi annullare un pensiero rimane più facile che la ridda che affolla normalmente la mente.
La capacità della mente di concentrarsi può essere grande quando è ben allenata. Per esempio nei
corsi per bambini che avevo programmato per dare modo a mia figlia di seguirli e allenarla
idoneamente allo studio (ovviamente difficilmente i figli ascoltano i genitori ma inserita in un corso
con altri bambini, era stimolata senza imposizioni).
Il risultato suo e degli altri bambini fu eclatante.
Ovviamente non li preparavo solo con posizioni che simulavano animaletti e con favolette. I giochi
erano affascinati, sempre diversi e tutti mirati all’allenamento sì del corpo ma anche della mente e
delle emozioni.
Per esempio, una bimba di 8 anni affetta di balbuzie emotiva (era nata da poco una sorellina che,
nonostante lei da figlia unica amasse
tantissimo, l’aveva però messa in secondo
piano togliendole l’attenzione dei genitori)
alla fine dell’anno scolastico parlava
fluentemente. Un’altra bambina di 9 anni,
sebbene studiosa ma timida, finiva a far
scena muta nelle interrogazioni. Anche in
questo caso dopo pochi mesi aveva risolto
il suo problema. Lei ha ugualmente
continuato le lezioni fino ai 14 anni
insieme a mia figlia e ad altri 9 bambini.
Due fratellini di 4 anni molto aggressivi e
asociali si sono trovati ad avere elogi di
comportamento dalle maestre della
scuola materna. E per quanto riguarda mia
figlia.... che ho avuto sotto gli occhi fino ai suoi 19 anni, ho potuto costatare risultati progressivi
anche a lunga scadenza, e posso dire di aver riscontrato la grande efficacia delle tecniche yoghiche di
concentrazione e con gran convinzione le ho messe nel mio libro che uscirà presto.
Con un gioco-addestramento di concentrazione (Dharana) i bambini possono imparare a memoria
pagine intere solo leggendole una o due volte e questo serve molto nello studio fino all’Università
dove hanno sempre avuto massime valutazioni. Raramente fanno compiti a casa perché la loro
concentrazione consente l’attenzione durante le spiegazioni dei professori nelle ore di scuola, così da
lasciarli liberi per le loro attività ludiche.
Con lo Yoga e il Pranayama possono ottenere una potenza polmonare tale da permettere di nuotare
raso fondo sott’acqua in una piscina olimpionica per tutta la sua lunghezza in apnea. Utilizzare la
mano destra e sinistra indifferentemente e con abilità. Mangiare solo quando hanno fame. Rispetto
per gli animali e per il mondo vegetale. E tanto altro ancora che dimostra che il detto “Lo Yoga è
Abilità nell’Agire” peculiare ai bambini formati con le tecniche Yoghiche.
E per divertirsi un po' ecco una buffa storiella che non è troppo lontana da quello che ci accade quando non
si ha CONCENTRAZIONE YOGHICA (DHARANA)
UN UOMO VUOLE LAVARE LA MACCHINA:
“Oggi posso dedicare tutta una giornata a me, finalmente. Per prima cosa decido di lavare la macchina.
Andando verso il garage, vedo che c’è posta sul tavolino dell’ingresso.
Do un’occhiata alle lettere prima di lavare la macchina.
Lascio le chiavi della macchina sul tavolino, vado a buttare le buste vuote e la pubblicità nel bidone della spazzatura e mi rendo conto
che è pieno. Decido di lasciare le lettere, tra le quali c’è una fattura, sul tavolino e andare a svuotare il bidone nel contenitore e passare
a pagare la fattura. Prendo la fattura e tiro fuori dalla tasca il libretto di assegni e vedo che è terminato.
Lascio il bidone e vado nello studio a prenderne un altro e vedo sulla scrivania la Coca Cola che stavo bevendo e di cui mi ero
dimenticato. Prendo la lattina perché non si rovesci sulle carte e noto che si sta scaldando, perciò decido di metterla nel frigo.
Andando in cucina osservo che il vaso con i fiori sulla mensola dell’entrata è senza acqua.
Lascio la Coca Cola sopra la mensola e scopro gli occhiali per leggere che stavo cercando da tutta la mattina.
Decido di portarli sul mio scrittoio nello studio e poi di mettere l’acqua nel vaso dei fiori.
Porto gli occhiali nello studio, riempio una caraffa d’acqua in cucina e, subito, vedo il telecomando del televisore.
Qualcuno lo deve aver lasciato sul tavolo della cucina. Mi ricordo che ieri sera lo stavamo cercando come matti.
Decido di portarlo in salotto, dove deve stare, dopo che avrò dato l’acqua ai fiori.
Verso un po’ d’acqua nel vaso e la maggior parte finisce per terra.
Pertanto torno in cucina lasciando il telecomando sul tavolo, prendo gli stracci per asciugare l’acqua.
Vado in entrata, cercando di ricordare cosa volevo fare con gli stracci che ho in mano.
Alla fine della serata la macchina non è lavata, non ho pagato la fattura, il bidone della spazzatura è pieno, c’è una lattina di Coca Cola
calda sulla mensola, i fiori sono senz’acqua, ho ancora il mio libretto d’assegni esaurito, non riesco a trovare il telecomando e neppure i
miei occhiali per vedere da vicino, c’è una brutta macchia sul parquet dell’entrata e non ho la minima idea di dove siano le chiavi della
macchina.
Mi soffermo a pensare come può essere che, senza aver fatto niente in tutta la giornata, sia stato continuamente in movimento e mi
senta taaaaaaanto stanco.”
Che ne dite…? un po’ di addestramento alla concentrazione sembrerebbe d’uopo… 
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