LA MIA BAND Come sarebbero le nostre giornate senza il trillo della campanella a scuola? E il mare sarebbe lo stesso senza il suono delle onde? Saremmo contenti di fare una passeggiata in un bosco silenzioso, senza il canto degli animali? Pensa al tragitto che hai fatto per arrivare a scuola: quali rumori hai sentito? Con un po’ di pazienza e tanta creatività, è possibile realizzare una divertente e variopinta orchestra per accompagnare le attività musicali della classe. Diamo, quindi, libero sfogo alla fantasia, impiegando materiali di uso quotidiano (dunque poco o per nulla costosi). Sarà anche l’occasione per riflettere, attraverso l’esperienza diretta, su alcuni fondamenti acustici di base che regolano i rapporti costruttivi degli strumenti musicali. ORCHESTRIAMOCI 44 Creare un bosco sonoro in classe Chiudi gli occhi. Quali sono i suoni del bosco? Come parlano i suoi abitanti? (gli alberi, gli animali, il ruscello…)? Quale suono ti affascina di più? Riusciresti a riprodurlo? Con la voce, le mani, i piedi, o con il quaderno… Ognuno riproduce il suo suono. Come un’orchestra L’insegnante ora è il nostro direttore, noi gli strumenti. Il direttore deve decidere quale parte del bosco far vivere e quale far addormentare (con i gesti indica alcuni per farli suonare o stare in silenzio, oppure chiama dei gruppi, per esempio tutti gli animali, i rumori atmosferici, gli alberi, gli esseri magici…). I ragazzi a turno possono provare a sentire il bosco che abbiamo creato, che tipo di bosco è? Fitto e pauroso? Rilassante? Incantato? Tutti ascoltano il suono di un compagno e provano ad indovinare chi o cosa è. Questo ed altro ben sanno i compositori di musica, abituati ad ascoltare tutto con grande attenzione. Anche Richard Wagner nelle sue opere complesse e profonde fa largo uso di effetti sonori, ad esempio ne L’anello del Nibelungo: ascoltiamo l’inizio de L’oro del Reno, l’azione si svolge nei pressi di un maestoso fiume e l’orchestra sembra proprio acqua che scorre! La lancia di Wotan poi è talmente potente da far tuonare il cielo, e ben 18 incudini con ritmi diversi fra di loro ci parlano dei Nibelunghi, creature che conoscono i segreti della fusione del ferro. In barca con l’Olandese Leggi il libretto o ascolta l’audiolibretto dal sito di Opera domani. Quali suoni potrebbero entrare a far parte della scena? Sarebbe possibile riprodurli ora? Prendi una parte del libretto e prova a metterla in scena in classe con tutti i suoi personaggi e, soprattutto, con tutti i suoi suoni! A teatro Ora è il momento di andare a teatro, prova a sentire in che modo il compositore tradurrà in musica i suoni del mare e della natura, e tutte le diverse emozioni dei protagonisti. Quanti sei riuscito a trovarne? Fiato…ai flauti! Costruiamo un flauto di Pan. Occorrente: qualche canna di bambù (tipo da giardinaggio) o tubi di plastica (tipo idraulico) seghetto morsetto spago da cucina tubetto di colla a presa rapida righello foglio di carta vetrata 2 listelli sottili di legno Costruzione: Elementi essenziali sono, ovviamente, i tubi sonori! Devono essere chiusi da un lato o mantenendo il nodo naturale (se si usano le canne) o tramite tappi (sughero, plastilina, varie ed eventuali) se si decide di utilizzare tubi in plastica. Devono avere una lunghezza degradante per produrre note differenti. Per esempio, per costruire uno strumento a sette canne ecco le lunghezze (in centimetri) per produrre le sette note dalla più acuta alla più grave: 8,5 – 9 – 10 – 11 – 12,5 – 13,5 – 15,5 (cm) Una volta realizzati i tubi, e dopo averli levigati con la carta vetrata per togliere bene le asperità, vanno disposti l’uno a fianco all’altro, facendo attenzione che la parte delle canne in cui si soffia sia allineata. Per non farli ammucchiare uno sull’altro (cosa tipica!) ci si può aiutare incollando i due listelli di legno (uno in orizzontale e l’altro di traverso) su di un lato della serie di tubi e passare lo spago tra i tubi, per assicurarne bene la forma tradizionale del flauto di Pan. SCUOLA SECONDARIA S C UO L A P R I MA R I A Viviamo in un mondo di musica che ci accompagna tutti i giorni, in maniera discreta e ‘silenziosa’. La natura suona senza sosta i suoi strumenti: alberi, pioggia, vento… tutto ci parla senza parole. E noi stessi ogni giorno ‘suoniamo’ un alfabeto: posso sentirti arrivare di corsa senza guardarti, basta ascoltare i tuoi passi! Quando siamo allegri ci abbandoniamo alla melodia di una risata, e se siamo tristi… beh, singhiozzi e sospiri parlano per noi. E ancora, ogni luogo ha il suo preciso programma: cosa succederebbe se un fornaio ‘suonasse’ come un calzolaio? ORCHESTRIAMOCI RUMORE È... SUONO Rimanendo nell’ambito dei fiati, possiamo dare corpo sonoro ad una tempesta marina (per esempio, quella dell’inizio dell’Olandese volante). Usiamo dei semplici tubi sonori, ossia dei tubi di gomma morbida (da giardinaggio o da idraulica ad esempio) da far roteare sulla testa (occhio a quella del compagno di banco!). Si potrà notare che il suono del tubo cambia a seconda della lunghezza e del diametro dello stesso e della velocità! Aumentando o diminuendo, quindi, la rotazione del tubo si otterranno dei vortici sonori più o meno fragorosi e… ’tempestosi’. Vieni sul sito e scarica le istruzioni per creare il tuo bastone della pioggia e il tuo xilofono per arricchire la band 45