Ufficio Catechistico Diocesano - Settore Apostolato Biblico Arcidiocesi Ravenna-Cervia “Dall’Oreb al Tabor: il velarsi e ri-velarsi di Dio” 19 luglio - ore 21 Basilica di S. Apollinare in Classe Traccia per la serata - 19 luglio Basilica di S. Apollinare in Classe “Dall’Oreb al Tabor: il velarsi e ri-velarsi di Dio” Musiche di: Haendel, Bach, Vivaldi Momento Musicale: Johann Sebastian Bach (1685-1750) Sinfonia dalla cantata BWV 21 “Ich hatte vier bekümmerniss” per oboe, archi e basso continuo. Presentazione della serata e benvenuto ai partecipanti Momento Musicale: Antonio Vivaldi (1678-1741) Mottetto “O qui coeli terraeque serenitas” (RV631) per soprano, archi e basso continuo. 1. Aria O qui coeli terraeque serenitas et fons lucis et arbiter es. Unde regis aeterna tua sidera mitis considera nostra vota, clamores et spes. O Tu che sei l’armonia del cielo e della terra e sorgente di luce e giudice. Da dove governi le tue stelle eterne, guarda benigno le nostre preghiere, acclamazioni e aneliti. 2. Aria Rosa quae moritur, unda quae labitur, mundi delicias docent fugaces. Vix fronte amabili mulcent cum labili pede praetervolant larvae fallaces. La rosa che muore, l’onda che fluisce rivelano la fugacità d elle delizie del mondo. Questi fantasmi fallaci non appena affascinano con la loro apparenza piacevole, fuggono con piede veloce. 3. Alleluja In ascolto della Parola: (1Re 19,1-13) “Acab riferì a Gezabele ciò che Elia aveva fatto e che aveva ucciso di spada tutti i profeti. Gezabele inviò un messaggero a Elia per dirgli: “Gli dei mi facciano questo e anche di peggio, se domani a quest`ora non avrò reso te come uno di quelli”. Elia, impaurito, si alzò e se ne andò per salvarsi. Giunse a Bersabea di Giuda. Là fece sostare il suo ragazzo. Egli si inoltrò nel deserto una giornata di cammino e andò a sedersi sotto un ginepro. Desideroso di morire, disse: “Ora basta, Signore! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei miei padri”. Si coricò e si addormentò sotto il ginepro. Allora, ecco un angelo lo toccò e gli disse: “Alzati e mangia!”. Egli guardò e vide vicino alla sua testa una focaccia cotta su pietre roventi e un orcio d`acqua. Mangiò e bevve, quindi tornò a coricarsi. Venne di nuovo l`angelo del Signore, lo toccò e gli disse: “Su mangia, perché è troppo lungo per te il cammino”. Si alzò, mangiò e bevve. Con la forza datagli da quel cibo, camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l`Oreb. Là entrò in una caverna per passarvi la notte, quand`ecco il Signore gli disse: “Che fai qui, Elia?”. Egli rispose: “Sono pieno di zelo per il Signore degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi tentano di togliermi la vita”. Gli fu detto: “Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore”. Ecco, il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco ci fu il mormorio di un vento leggero. Come l`udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all`ingresso della caverna. Ed ecco, sentì una voce che gli diceva: “Che fai qui, Elia?”. Alcuni pensieri: Il testo che abbiamo ascoltato ci racconta come avviene l’incontro fra il profeta e Dio. Elia ha appena sconfitto e distrutto i profeti di Baal sul monte Carmelo. Naturalmente si sente fiero e protagonista perché ha riportato la verità. La regina Gezabele si è, però, infuriata e ha promesso che il profeta sarà ucciso entro una giornata. Elia si impaurisce e fugge nel deserto: ora sta attraversando la sua crisi, che lo costringe a fermarsi e a interrompere la sua “guerra santa”. Dovrà passare attraverso il deserto, purificare il suo cuore: solo così potrà incontrare Dio. Dio, d’altro canto, lo attende, anzi lo prepara a quell’appuntamento. Manda ad Elia un angelo a nutrirlo. Con la forza di quel cibo camminerà quaranta giorni, quaranta notti fino al monte di Dio, all’Oreb. A questo punto Elia non nasconde più la verità a sé stesso, non fugge dalla sua paura. Finalmente guarda dentro di sé. Elia adesso è pronto, attende il Signore; non sa, però, come riconoscere la Sua Presenza; si rifà alla tradizione del suo tempo e aspetta che Dio gli parli attraverso qualche evento atmosferico: un uragano, un terremoto, un fuoco. Al tempo stesso Elia sa che per la tradizione delle scritture l’uomo non può vedere Dio e continuare a vivere, per cui si copre il volto. Ma Dio non viene nel vento fortissimo per travolgere, né nel terremoto per distruggere, né nel fuoco per bruciare, bensì nel lieve sussurro, ed Elia è salvo: Dio parla al cuore, ed Elia avverte la Presenza di Dio “nel sussurro di una brezza leggera”. Dio si svela nei momenti di crisi, alla fine del deserto, nel silenzio… Spazio di silenzio Momento Musicale: Georg Friedrich Haendel (1685 – 1759) Sarabanda dalla Suite in re minore HWV 437 per archi e basso continuo. In ascolto della Parola: (Mc 9, 2-8) “Dopo sei giorni, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li portò sopra un monte alto, in un luogo appartato, loro soli. Si trasfigurò davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè, che discorrevano con Gesù. Prendendo allora la parola, Pietro disse a Gesù: “Maestro, è bello per noi stare qui; facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia!”. Non sapeva infatti che cosa dire, poiché erano stati presi dallo spavento. Poi si formò una nube che li avvolse nell`ombra e uscì una voce dalla nube: “Questi è il Figlio mio prediletto: ascoltatelo!”. E subito guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo con loro”. Alcuni pensieri: In questo brano del vangelo di Marco Gesù porta con sé Pietro, Giacomo e Giovanni sul monte Tabor: si tratta di un momento decisivo e critico della sua attività pubblica, dopo che ha appena rivelato ai discepoli il destino e la morte che lo attende; sul monte i discepoli fanno, quindi, un’esperienza anticipata della sua gloria. Con loro sono presenti anche Mosè, che impersonifica la Legge ed Elia, che rappresenta i profeti. Mosè ed Elia sono anche i due grandi testimoni cui Dio ha permesso di avvicinarsi alla Sua Presenza. Nell’Antico Testamento Dio non si è mostrato faccia a faccia, perché gli uomini non sarebbero stati capaci di sopportarlo. In questo episodio, cioè nel giorno della Trasfigurazione, Mosè ed Elia compaiono nella scena per attestare che si tratta di quella stessa Luce, di quello stesso Dio. Al contrario, i tre apostoli, riversi per terra, fanno parte dell’umanità ancora viva e che cerca un nuovo modo per incontrare Dio. Con l’incarnazione del suo Figlio, Dio si fa uno di noi, presente in Gesù e vicino alle nostre vite, ma il suo ri-velarsi e il nostro riconoscerlo presuppongono un percorso… Spazio di silenzio Momento Musicale: Georg Friedrich Haendel (1685 – 1759) Coro “All we, like sheep” dall’oratorio “Messia” per coro, archi e basso continuo. All we, like sheep have gone astray; we have turned ev’ry one to his own way. And the Lord hath laid on Him the iniquity of us all. Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di Lui l’iniquità di noi tutti. In ascolto della Parola: (Lc 15,4-7) “Ed egli disse loro questa parabola: “Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.” Alcuni pensieri: Questo testo appartiene alle parabole della misericordia, tre brevi racconti che l’evangelista Luca pone al centro del suo vangelo. L’immagine di questo pastore, che osa abbandonare il gregge nel deserto per recuperare la pecora perduta, ci rimanda un’idea di grande dinamicità: il susseguirsi delle azioni che portano alla ricerca senza tregua, al caricarsi l’agnello sulle spalle, al coinvolgere i vicini nella propria gioia lascia trapelare il volto di un Dio che si muove per incontrare l’uomo e non sa darsi pace finché non lo trova. Come ci ricorda Papa Francesco nel suo discorso di indizione dell’anno giubilare “la misericordia nella Sacra Scrittura è la parola-chiave per indicare l’agire di Dio verso di noi. Egli non si limita ad affermare il suo amore, ma lo rende visibile e tangibile… La misericordia di Dio è la sua responsabilità per noi. Lui si sente responsabile, cioè desidera il nostro bene e vuole vederci felici, colmi di gioia e sereni.” Per questo ci viene a cercare. Il rivelarsi di Dio si fa misteriosa e incessante ricerca nella storia di ognuno di noi… Spazio di silenzio Momento Musicale: Georg Friedrich Haendel (1685-1759) Sonata e coro “O praise the Lord” dal Chandos Anthem n. 9 per coro, oboe, archi e basso continuo. O praise the Lord with one consent, and magnify his name. Let all the servants of the Lord his worthy praise proclaim. Pregate il Signore con voce unanime, e magnificate il suo nome. Lasciate che tutti i servi del Signore proclamino le sue degne lodi. Catechesi musiva con spiegazione del catino absidale Momento Musicale: Georg Friedrich Haendel (1685-1759) Coro “Blessed be God” dall’Anthem n. 11 “Let God arise) per coro, oboe, archi e basso continuo. Blessed be God. Alleluja. Benedetto sia il Signore. Alleluia. Saluti Si ringraziano: la Cappella Musicale della Basilica di San Francesco Giuliano Amadei direttore, Giampiero Montalti primo violino, Anna Astori secondo violino, Federica Cardinali viola, Piergiorgio Anzelmo violoncello, Piero Ravaioli contrabbasso, Luigi Lidonnici oboe, Franco Ugolini organo, Annarita Venieri soprano. Giovanni Gardini, Docente di iconografia ISSR di Forlì e Rimini In copertina: Il catino absidale di Sant’Apollinare in Classe Incisione tratta da: Giovanni Ciampini, Vetera Monimenta, 1699, Vol II, Tav. XXIV. So-stare con la Parola - Bibbia arte e fede A cura del Settore Apostolato Biblico Una proposta in quattro momenti per avvicinarsi, sostare in ascolto della Sacra Scrittura, in un intreccio armonioso di melodie, immagini e versi poetici. La Parola incontra e riverbera gli interrogativi sopiti dell’uomo di ogni tempo, la sua ricerca di senso e di espressione culturale e artistica. PROSSIMI APPUNTAMENTI 3 agosto - ore 21 Basilica di S. Maria Maggiore “Vergine Madre, figlia del tuo figlio” Recitazione di brani mariani con musiche a cura del duetto: Maestra Barbara Marangoni Soprano Alessia Carli Introduzione iconografica a cura di Giovanni Gardini Docente di iconografia ISSR di Forlì e Rimini 13 settembre - ore 20.45 Basilica di S. Apollinare Nuovo “Nel mare del silenzio” Voci dal mare. Parola che salva (Mc 4,35-41) Musica, Verbo e suggestioni bibliche 25 ottobre - ore 15 Basilica di S. Vitale “L’amore edifica (1Cor 8,1). Cammino e crescita di una comunità che evangelizza” Seduti in ascolto Lectio magistralis a cura di don Guido Benzi, docente di Esegesi biblica presso la Facoltà Teologica dell’Emilia-Romagna Riflessioni in musica. Info: [email protected]