www.giaarcix.it - © Giacomo Arcidiaco GIOVANNI BATTISTA CATTARUZZI (Udine, 13 aprile 1824 – Santa Maria del Rovere, 12 agosto 1890) w w w . g i a a r c i x . i t Le vicende del nostro avo “garibaldino” furono narrate per generazioni, e furono sempre motivo di un certo vanto nella famiglia Cattaruzzi. Giovanni Battista Cattaruzzi, nonno paterno della mia bisnonna Rita Cattaruzzi, nacque ad Udine, nell‟antico Regno Lombardo Veneto (allora parte dell‟impero d‟Austria), nella primavera del 1824. Suo padre, nato probabilmente ad Udine o forse a San Bernardino (UD), si chiamava Giuseppe, e sua madre, originaria di Pordenone, si chiamava Elisabetta Cecchini. I suoi genitori si erano sposati a Udine nel luglio del 1823 nella Parrocchia di Santa Maria del Carmine, dove è tuttora conservato il loro atto di matrimonio. Giovanni Battista era a quanto pare figlio unico: una sorella di nome Elisabetta era morta all‟età di un anno prima che lui nascesse, nel ‟23, ed una sorellastra, figlia naturale di sua madre e di padre ignoto, era morta all‟età di quattro anni nel luglio del „24. Suo padre morì invece a Udine quando lui era ancora giovane, tra il 1840 ed il 1845. Il suo atto di morte però non è stato ritrovato tra nei registri della Parrocchia di Santa Maria del Carmine. Per quanto riguarda la giovinezza di Giovanni Battista Cattaruzzi sappiamo che imparò a leggere e a scrivere, e che fin dai tredici anni lavorò come garzone in una bottega di Udine. Giovanni Battista Cattaruzzi Moltissimi dati su quasi tutta la sua vita - Treviso, 1890 circa lavorativa provengono da un documento a cui anche lui doveva aver tenuto in maniera particolare e che oggi è conservato a Brescia un pronipote, Maurizio Cattaruzzi. Si tratta di una sorta di libretto di lavoro, che all‟epoca veniva utilizzato anche come carta d‟identità e come passaporto, sul quale, oltre ai dati personali, erano annotati tutti i suoi spostamenti all‟interno del regno e all‟estero, e le persone per cui aveva lavorato. Nelle prime pagine vengono spiegate le funzioni e le modalità d‟uso di questo libretto, che fu consegnato a Giovanni Battista a Udine in data 21 settembre 1839: “Il libretto dovrà consegnarsi al capo della fabbrica o manifattura, od al padrone di bottega o negozio appena egli entri al suo servizio, affinché lo custodisca. Quando ne sorte dovrà questo recarsi con lui presso l’Autorità locale e presentare ad essa il libretto, indicando alla medesima esattamente il tempo, durante il quale il garzone od operajo rimase al suo servizio, ed attestare se egli si sia mostrato abile, diligente e fedele. L’Autorità dovrà registrare tutto nel libretto. […] Quando l’operajo desideri di viaggiare in paese o fuori, allora si dovranno osservare tutte le prescrizioni che fino ad ora sono state in vigore pel rilascio dei passaporti ai garzoni per l’una o per l’altra provincia, od anche all’estero. Le Autorità, le quali così nell’un caso, come nell’altro hanno rilasciato finora simili permessi e passaporti, o li hanno vidimati, dovranno anche in avvenire continuare in simile funzione, registrando nel libretto di scorta la loro approvazione o vidimazione”. www.giaarcix.it - © Giacomo Arcidiaco i x . i t All‟interno del libretto si trovano tutti i dati relativi alla carriera lavorativa di Giovanni Battista: si legge così che egli visse ad Udine fino all‟età di 16 anni, e che l‟11 agosto del 1840 partì per Spalato, in Croazia, dove rimase per due anni a lavorare come garzone nella bottega di un calderaio. Tornò ad Udine solo nel 1843 e verso il 1845, a ventun‟anni, svolse il servizio militare. Dopodiché sappiamo che visse a Gorizia per un anno e mezzo, dalla fine del 1845 alla primavera del 1847. Nel 1847 lavorò a Lero220, mentre dal 1851 al 1863 fu a Treviso, dove nel 1856 aprì un negozio di rami, a quanto qualcuno racconta nei pressi di Sant‟Agostino. Nella Parrocchia di Santa Maria del Rovere di Treviso sposò nel 1852 la ventunenne lavandaia Anna Bortolan (1831-1894), figlia di un fabbro, Pietro (1805-1870), e di una lavandaia, Angela Martignon (nata nel 1811). Dal 1863 al 1866 si trasferì poi con la famiglia a Brescia ed infine, nel 1866, ritornò definitivamente a Treviso: a r c Li 20 luglio 1840 Frezza Giovanni certifica che il giovane Battista Cattaruzzi nativo in questa Regia Città di Udine è statto in forma di carzone per l’epoca di anni tre, à servito con otima condotta e fedeltà, in fedde Giovanni Frezza *** i a Spalato li 17 Agosto 1842 Certifico io sottoscritto che il Giovane Batista Cattaruzzi nativo di Udine restò per la epoca di anni due in qualità di garzone nella mia botega di calderaio e prestò la sua manodopera con atività e zelo per il quale li rilascio il presente per sua quiete g *** w w w . Udine, li 7 Dbre 1843 Certifico io sotto scritto che il Giovine Gio Batta Cattaruzzi nativo di questa Regia Città di Udine restò per l’epocha di mesi N. 6 di che fece in qualità di mezo lavorante nel mio negozio di calderaio e prestò la sua manodopera con premura e fedeltà per il quale li rilascio il presente per sua norma. Giuseppe Valentinis 220 *** In conformità al Certificato esteso dal Calderaio Angelo Canetti sopra bollo di C.V.D. si attesta che l’interessato habbia lavorato presso lo stesso per il corso d’un anno e mezzo con diligenza ed assiduità Il Magistrato pbl. di Gorizia li 1° aprile 1847 Alcune pagine del “libretto di lavoro” di Giovanni Battista Cattaruzzi Il nome di questo paese, citato nel libretto di lavoro di Giovanni Battista, sembra essere “Lero”, ma non è scritto in modo del tutto chiaro. www.giaarcix.it - © Giacomo Arcidiaco Lero li 10 7bre 1847 Certifico io sottoscritto che Giovanni Batta Cattaruzzi fu al mio servizio nel corso di mesi due ed ebbe a servire con tutta premura e fedeltà del che non trovo lagnanza alcuna in fede di che li sottoscrivo Antonio Pellizzeri *** . i t Treviso, 14 Novembre 1853 Gio. Batta Cattaruzzi fu al mio servizio in qualità di lavorante in questo mio Negozio di Battirame e ciò da Aprile del 1851 ad oggi, e certifico che agì sempre con premura, lealtà e capacità. In fede, per Nicola Torcellini il figlio Giacomo x *** r c i Treviso, 23 febbraio 1856 Dichiariamo che il lavorante Gio. Batta Cattaruzzi sempre occupato nelle … fabbriche ramifizie si è sempre diportato nel modo degno del suo servizio per riprenderlo dal N. Torcellini con suo pieno assenso In fede, Società Industriale Bortolan La Direzione w w w . g i a a *** Alcune pagine del “libretto di lavoro” di Giovanni Battista Cattaruzzi La Congregazione Municipale della Regia Città di Treviso Dichiara che Cattaruzzi Gio Batta Battirame ebbe negozio proprio di calderajo in questa Città e figurò nel ruolo degli esercenti arti e commercio dall’anno 1856 al 1862. Treviso li 27 marzo 1863, il Podestà *** Brescia 23 agosto 1864 Si dichiara che il Battirame Gio Batta Cattaruzzi essendo stato nel mio negozio dal giorno 23 marzo 1863 fino ad oggi si è diportato sempre in modo degno di lode sotto ogni riguardo *** Treviso 8 giugno 1872 Dichiaro io sottoscritto che il battirame Gio. Batta Cattaruzzi che fu al mio servizio dal 5 9bre 1866 fino ad oggi, si è diportato sempre in modo degno di lode sotto ogni rapporto è perciò soltanto che rilascio la presente. In fede di che appongo la mia firma Per Isidoro Bonini il figlio Giacomo I documenti conservati nell‟archivio storico del comune di Treviso indicano che nel 1872 la famiglia di Giovanni Battista era residente a Treviso nel www.giaarcix.it - © Giacomo Arcidiaco a r c i x . i t quartiere di Santa Maria del Rovere, ma che, nel 1875 si trasferì con la moglie ed i tre figli a Villorba, a pochi chilometri da Treviso. Qualche tempo dopo, però, la famiglia risulta ancora abitare a Santa Maria del Rovere, dove Giovanni Battista morì nel 1890. A Brescia, conservate della pronipote Marisa Cattaruzzi, esistono ancora un paio di ciotole di rame lavorate da Giovanni Battista. Molti altri oggetti in rame erano invece rimasti ad uno zio della mia bisnonna Rita, Umberto Cattaruzzi, ma furono tutti donati alla patria durante la seconda guerra mondiale, quando, per aiutare le campagne di guerra, venivano organizzate le raccolte di metallo. Ciò che tutti ricordano da sempre di Giovanni Battista Cattaruzzi è che egli combatté agli ordini del Generale Garibaldi durante le guerre per l‟indipendenza. Un documento oggi conservato dal pronipote Maurizio Cattaruzzi indica infatti che Giovanni Battista combatté la prima guerra d‟indipendenza italiana, nelle campagne del 1848 e 1849, per la liberazione del Lombardo Veneto, e che nel 1868, a seguito di questi avvenimenti, gli fu concesso il diritto di fregiarsi di una medaglia commemorativa accompagnata da due fascette, corrispondenti alle due campagne cui prese parte. Nell‟unica fotografia esistente che lo ritrae, d‟altra parte, si notano non una, ma tre medaglie: una di queste è quella che gli fu concessa nel 1868, mentre un‟altra è quella commemorativa dell‟unità d‟Italia. La terza medaglia invece non è riconoscibile dalla fotografia. Dell‟esperienza garibaldina di Giovanni Battista, si dice anche che, alla fine di una battaglia, fosse stato lui ad innalzare il tricolore su di un campanile in uno dei tanti paesi liberati. In un‟altra occasione, si racconta, egli fu ferito nei pressi di Peschiera durante un combattimento sul fiume Mincio. Costretto con i suoi compagni alla fuga e con i soldati austriaci alle calcagna si era legato il tricolore alla vita e si era gettato nel fiume Mincio per attraversarlo a nuoto e aver così salva la vita. Durante la traversata fu però raggiunto da una fucilata e, così ferito, fu trasportato a Brescia presso la chiesa di Sant‟Eufemia (nella località di Sant‟Eufemia della Fonte, appena fuori Brescia) trasformata in Ospedale, dove fu curato. Si racconta infine che, nel 1860, partì nuovamente con la moglie Anna Bortolan per seguire ancora una volta le imprese di Garibaldi, affidando con risultati disastrosi la bottega in città ai suoi “lavoranti”. A quanto pare Giovanni Battista ed Anna seguirono insieme la Spedizione dei Mille, e lui combatté in più occasioni, anche se, c‟è da dire, nell‟elenco ufficiale dei famosi Mille non risulta né risulta una sua partecipazione a questa campagna nel documento già w w w . g i a Anna Bortolan - Treviso, 1890 circa Umberto Cattaruzzi, zio della mia bisnonna Rita Brescia, 1935 circa www.giaarcix.it - © Giacomo Arcidiaco i t citato del 1868. E‟ noto però che molti volontari si aggiunsero dopo la partenza ed i nomi di molti di questi furono dimenticati. Da quanto sappiamo, Giovanni Battista ebbe quattro figli: il primogenito, che portava il nome del nonno paterno, Antonio Giuseppe, nato nel 1857. Dopo di lui nacquero Maria Italia nel 1859, Umberto nel 1868, e Maria Angela, l‟unica battezzata nella parrocchia di Santa Maria del Rovere, nata nel 1872. Da notare i nomi “patriottici” dati ai figli Maria Italia, nata un anno prima della spedizione dei Mille, e Umberto, il nome del futuro Re d‟Italia Umberto I. Nel 1872 Giovanni Battista fece da testimone al matrimonio dei cognati Giuseppe Bortolan (fratello di Anna) e Regina Visentin. Questa è la sua firma in calce al documento: . La firma di Giovanni Battista Cattaruzzi nel 1872 (tratta dal matrimonio tra Giuseppe Bortolan e Regina Visentin, Stato Civile di Treviso) w w w . g i a a r c i x Nell‟archivio della Parrocchia di Santa Maria del Rovere, troviamo, datato 1895, l‟atto di nascita di Umberto Aristide Giuseppe Cattaruzzi, figlio di Umberto e di Elena Bressan. Umberto, il padre, era il fratello di Giuseppe Cattaruzzi. Durante la prima guerra mondiale Umberto sarebbe emigrato a Brescia, precedendo di qualche tempo Giuseppe e la sua famiglia, dove sarebbe morto il l'11 febbraio 1936. w w w . g i a a r c i x . i t www.giaarcix.it - © Giacomo Arcidiaco Documento con cui fu conferita una medaglia a Giovanni Battista Cattaruzzi, bisnonno del nonno Mario, per aver partecipato alle campagne del 1848 e 1849 per l’Unità d’Italia – L’originale di questo documento appartiene ad un discendente di un fratello di Giuseppe Antonio Cattaruzzi, nonno di mio nonno Mario - Torino, 30 aprile 1868