PROGETTO AUTISMO IO PER NOI Referenti: Prof. Francesca Nocentini e Sig.ra Raffaella Macedonio Psicologa: Dott.ssa Maria Chiara Papini Mediatore – Coordinatore: Dr. Giovanni Rossi OBIETTIVI Creare un linguaggio comune tra sanità, scuola e famiglie in tema di disturbi dello spettro autistico. Favorire il perseguimento di uniformità ed equità di ingresso/passaggio al nuovo ordine e grado della scuola. Facilitare il processo di inclusioneintegrazione nel gruppo classe favorendo l’empatia e la comprensione reciproca. TEMPI Anno scolastico 2015/2016 Il periodo più adatto all’intervento è stato individuato nel secondo quadrimestre del primo anno di ciascun ciclo scolastico, per consentire al gruppo di appartenenza del bambino di sviluppare un autonomo percorso di integrazione e per valorizzare la fase conclusiva del progetto sfruttando la maggior conoscenza diretta del bambino-ragazzo. MODALITÀ DI REALIZZAZIONE DEL PROGETTO La realizzazione del progetto prevede un numero di 6 ore, da concordare con gli insegnanti curricolari. Il progetto, esclusa la parte conclusiva, sarà svolto in presenza dell’alunno destinatario dell’intervento. Introduzione Questa fase, volta a fornire i primi spunti di riflessione sul concetto di “disabilità”, prevede la presenza in aula del Film-Maker e Media Educator dr. Giovanni Rossi. Sviluppo del tema “abilità/capacità” (dall’articolo “Understanding Friends” di Catherine Faherty, Asheville TEACCH Center) Esporre alla classe il proposito del progetto aiutando i singoli ad immaginare di possedere “capacità diverse” inducendoli a comprendere come alcune persone agiscano differentemente rispetto alle comuni aspettative. Scrivere la parola “abilità” o “capacità” sulla lavagna e discutere sul significato. Scrivere la parola “unico” sulla lavagna e discutere sul suo significato. Attraverso la formulazione di domande del tipo: “Chi sa andare in bicicletta? Chi sa fare le divisioni?” si cerca di far comprendere alla classe che anche in un contesto di uguaglianza ciascuno è portatore di differenti qualità e abilità tali da rendere ognuno unico. Fase esperienziale (dall’articolo “Understanding Friends” di Catherine Faherty, Asheville TEACCH Center) La classe verrà divisa in tre o quattro gruppi di dimensioni numeriche adeguate i quali lavoreranno separatamente. Attività Fine-Motoria Si faranno utilizzare agli alunni strumenti o indumenti (es. guanti da giardinaggio) alla fine di introdurre difficoltà per lo svolgimento delle attività manuali giornaliere (scrivere, mangiare, disegnare…) ed altre attività come ad esempio realizzare dei braccialetti con stringhe e perline, per poi stimolare una riflessione sulle conseguenze di ridotte capacità fine-motorie. Attività Visive Verranno forniti agli alunni occhiali protettivi con lenti graffiate o macchiate di olio/pastelli a cera in modo da ostruire parzialmente la vista. Gli alunni proveranno a scrivere frasi sulle righe e a leggere caratteri sul libro. Attività Percettive e Sensoriali (Tattili) Attraverso queste attività gli alunni potranno sperimentare la sensazione di percepire in maniera distorta la realtà ed avere spiacevoli sensazioni tattili sulla pelle. Attenzione e Attività Sensoriale (Uditiva) Gli studenti, dovranno indossare delle cuffie e ascoltare suoni indistinti o rumori di folla nelle loro orecchie, e allo stesso tempo dovranno completare dei fogli di lavoro che richiedano concentrazione. Questo simulerà la difficoltà di focalizzazione del lavoro mentre non si è capaci di filtrare la fonte di distrazione. Fase conclusiva Non è presente la figura dello studente disabile ma di una figura appartenente al gruppo familiare del medesimo, affiancata dalla figura dello psicologo che potrà fornire un punto di vista “clinico”. Con l’aiuto di un elaborato multimediale verranno esposte alla classe le esperienze familiari con la descrizione dello studente, della sua disabilità e delle sue abilità. Per concludere gli studenti potranno rivolgere domande alla famiglia ed allo psicologo dando vita ad un proficuo confronto.