© Associazione Culturale Porta Marengo - Milano www.portamarengo.com 10/10/10 Passeggiata a Milano di Giuseppe Piatti Ecco finalmente: oggi è il mio compleanno: compio quarantanni in una data che ha molte particolarità. Il dieci ottobre di quest’anno, al di là dell’estetica dei tre numeri dieci in fila, evento di per sè singolare, cade in un mese che ha cinque venerdì, cinque sabati e cinque domeniche. Mi hanno detto che si ripeterà un fatto del genere quando io da tempo terrò compagnia ai tuberi… due metri sotto terra. Per intanto mi capita e chi ne sa di numerologia, conve r g e n ze astrali e congiunzioni stellari mi dice che in questo mese accumulerò fortune insperate, di più: avrò energia positiva che si rivelerà concretamente nel prossimo anno, fino ad ottobre. E allora in attesa di una piccola festa serale che si terrà in un locale dal nome inquieto: L’ASSASSINO - dove si mangia il miglior cibo milanese al miglior prezzo - ho deciso di dedicarmi un’ora pregustando le fortune che forse già oggi si disveleranno. Parto a piedi, per cercare di bruciare un po’ di calorie che riprenderò con gli interessi stasera, in direzione Pietroburgo. (in una trasmissione ho sentito definire l’est così come l’ovest Barcellona... e mi è rimasta simpatica questa geografia europea… così mi dimentico un po’ del mio paese che mi porta tristezza, in generale.) Parto, abbastanza coperto, con una meta geografica e niente altro in testa di preciso. Primo inciampo: devo passare sotto alla ferrovia ma con spirito euforico e a passo veloce, in una manciata di secondi sono di nuovo all’aria aperta e respiro a pieni polmoni: so che sono schifezze tipo polveri sottili e porcate varie, ma mi sembrano meglio del fumo denso inghiottito sotto, poco prima. Poi naturalmente dritto per dritto verso S. Pietroburgo. Camminare è uno sforzo notevole, per me automobilista incallito… ma ha i suoi piccoli vantaggi, (così almeno li percepisco), e allora li metto in pratica… vado lentamente e incontro le persone, senza tema di investirle, al massimo ci urtiamo, (ma quanta gente c’è oggi a Lambrate ?)... posso osservarle ma mentre io lo faccio, loro molto meno e ciò nonostante cerco di intuirne il carattere , i pensieri, i desideri. Chissà perchè osservo a lungo una mamma giovane che spinge una carrozzina supermoderna con dentro un/una bambina, non saprei dire; sarà perchè è carina (la mamma) ed ha un seno abbondante, credo di suo, sarà perchè il quadretto mi fà tenerezza, mi fermo e la costringo a fare altrettanto… ma io ho tempo e lei no; in più potrei, in teoria, importunarla, o rapire la creatura ? Ci penso perchè devia velocemente e le mie parole per quell’essere, che mi fà un pò di tenerezza, meno della mamma, ma un pò si… mi rimangono in gola; avrei detto: compli- menti per la tua mamma così in forma! E invece via, ricomincio a camminare e penso che quando non molti anni fà portavo Lorenzo a spasso mi fermavo io a cercare di scambiare due parole. Incrocio una farmacia e mi ricordo che da tempo devo prendere un dentifricio particolare, che fà sbiancare i denti ed entro. Ci sono almeno, dieci persone, un bel gruppetto, composto da donne in prevalenza. Nelle farmacie la presenza è femminile e penso che anche nei supermercati, ai mercati e in genere nei negozi utili alla vita quotidiana sono le donne ad entrare e a comprare. Lo penso senza riuscire a focalizzare un concetto di carattere sociologico preciso, è così e per oggi lo registro. Due persone sono decisamente anziane, sono una coppia probabilmente e cercano di spiegare alla farmacista che chiamano però signora e non dottoressa come dovrebbero, ma per essere gentili… (la dottoressa sembra a me s’intende, un pò infastidita) il tipo di prodotto di cui hanno bisogno: il punto è che la dottoressa vuole dare loro “il generico” e loro no, vogliono il farmaco che ha prescritto il loro dottore. Mentre discutono vedo una ragazza che prende dall’apposito scaffale una scatola di profilattici e la porge al farmacista uomo; lui sorride (o sogghigna) e lei lo guarda negli occhi, pronta a fare una chiacchierata ad alta voce sul senso civico di quell’acquisto; il signor farmacista che mi immagino la sera sulla sua bella auto che vaga in cerca di prostitute mino- renni, (anche questo è un mio pensiero) abbozza e preso il denaro cerca di incartare la scatola, ma la ragazza prende i suoi profilattici e li tiene scartati e in bella vista. Si gira e incrocia il mio sguardo: mi sorride e io le sorrido. Esce ed io decido che i due signori della farmacia hanno un che di antipatico e me ne vado. Solo che torno verso casa con i pensieri che diventano più chiari, perchè questa breve passeggiata nella mia Milano, città che amo mi ha fatto incontrare la paura, la disattenzione e il pregiudizio, oltrechè la bellezza, la vita l’autonomia e l’orgoglio, direi la fierezza… e molto al femminile. Stasera come spesso capita, ma non so per quanto ancora lo potrò fare, racconterò a Lorenzo una storia inventata da me e so già il tema : il coraggio di essere veri perchè questa verità contamini gli altri, e già da ora gli auguro di amare e rispettare il genere femminile che scoprirà presto, senza malizia e con fiducia. Questo libretto è stato stampato nel mese di dicembre 2010 in venti copie presso la Tipografia Compositori di Bologna Copia N. Copertina originale di .....................................................